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Clio indicò quel ciondolo e nel vederla così sorridente Guisgard sorrise anch'egli.
“Siete stato formidabile, messere.” Disse il bambino avvicinandosi al cavaliere. “Come da copione.” Accarezzandogli la testa il Capomazdese. “Ma non era poi così difficile, ragazzo. La sagoma era molto grande.” “Io da grande ucciderò la bestia, sapete?” “Vuoi che quell'animale si aggiri per queste lande ancora per così tanto?” Ridendo appena Guisgard. “Tranquillo, per quando sarai cresciuto troverai di certo qualche altro mostro da abbattere. Quelli non mancano mai.” “Eh, mi spiace” rivolgendosi l'uomo del banco a Clio “ma quel ciondolo non è in palio. Ma tutti gli altri si invece.” “Che succede?” Avvicinandosi Guisgard al bancone. “Nulla, messere.” Spiegò l'uomo. “Vostra moglie ha confuso i premi. Tutto qui.” “Avete sentito, no?” Fissandolo il cavaliere. “Lei vuole quello...” indicando il ciondolo col Fiore “... avanti, datele il premio come stabilito.” “Quel ciondolo non è in palio.” Ribadì l'uomo. “Se è insieme agli altri premi” mormorò Guisgard “allora è in palio anche quello.” “Amico, vostra moglie avrà uno di quelli, ma non questo!” Seccato l'uomo. “Ha scelto quello” irritato Guisgard “e quello avrà. Datetele quel ciondolo.” “Allora” ridendo l'uomo “vorrà dire che quel ciondolo è un premio speciale. Per vincerlo bisogna spaccare la sagoma con un colpo solo.” “Avanti, quella sagoma è spessa e queste frecce non ucciderebbero neanche un vitello tanto sono leggere!” Alterandosi il cavaliere. “Il fatto che voi non siate in grado di farlo” replicò l'uomo “non vuol dire che sia impossibile.” “Non erano questi i patti!” “Le regole qui le faccio io!” Sbottò l'uomo. “Ah, si?” Annuendo Guisgard. “Rompere la sagoma con un colpo solo?” Afferrando l'uomo per il bavero e poi lanciandolo verso la sagoma. L'urto fu pesante e cadendo l'immagine del cinghiale si spaccò in due. Il cavaliere allora scavalcò il bancone e alzò da terra l'uomo. “Così va bene?” Strattonandolo. “O vuoi che ti spacchi in due anche la faccia?” “Al diavolo...” fece l'uomo un po' intontito “... ecco il vostro ciondolo...” aprendo la vetrina e prendendo il ciondolo col Fiore “... ecco... prendetelo e non tornate più...” Guisgard prese il ciondolo e lo mise al collo di Clio, tra gli applausi dei presenti. |
Mentre cavalcavamo verso la nostra destinazione, mandai un messaggio alle due fantasmine.
“Piccole amiche mie, non vi lascerò mai da sole!....Infatti in vostro soccorso stanno arrivando due miei amici: uno è un ragazzo con gli occhi di ghiaccio, la pelle nivea e i capelli candidi…..e l’ altra è una ragazza dai capelli neri tendenti al viola, gli occhi blu-viola, la pelle lattea e un rubino in mezzo alla fronte. Tranquille….non vi abbandoneranno neanche un secondo!” affermai fortemente nella mia mente. Per passare il tempo, iniziai a cantare una canzone non solo per rallegrare me, Tisin e Riccardo, ma in special modo le due bambine. CANZONE: http://www.youtube.com/watch?v=RQ928V55S5U I pray you'll be our eyes And watch us where we go And help us to be wise In times when we don't know Let this be our prayer As we go our way Lead us to a place Guide us with your grace To a place where we'll be safe I pray we'll find your light And hold it in our hearts When stars go out each night Remind us where you are Let this be our prayer When shadows fill our day Lead us to a place Guide us with your grace Give us faith so we'll be safe We ask that life be kind And watch us from above We hope each soul will find Another soul to love Let this be our prayer Just like every child Needs to find a place Guide us with your grace Give us faith so we'll be safe Need to find a place Guide us with your grace Give us faith so we'll be safe |
Altea e Gvin lasciarono la dimora del vescovo e scesero fra la gente che festeggiava San Michele.
“San Michele” disse il duca alla bella avventuriera “è uno dei Santi più amati e venerati nel nostro reame. Tutti i nobili del regno, partendo dai duchi, sono devoti al Primo Arcangelo del Signore. Forse perchè noi Afravalonesi abbiamo l'animo guerriero, proprio come San Michele.” Rise appena. “E per questo sappiamo capire quando qualcuno è armato. Anche se si tratta di una bella donna come voi.” Rise. “Non temete, non vi occorre quella spada che nascondete, milady. Non piomberò su di voi come un soldato feroce ed incolto.” “Venghino, signori!” Chiamava un uomo tra la folla. “Venghino! Oggi avrete la possibilità di destreggiarvi come non mai!” Indicando una donna alla gogna. “Questa ladra si è macchiata di gravi crimini e oggi sarà alla mercé dei più temerari fra voi!” Gvin fece cenno ad Altea di seguirlo e i due raggiunsero la gogna. “Avanti, milord...” disse l'uomo al duca “... ve la sentite di tagliare le trecce di questa ladra con un bel lancio di coltelli? Se riuscirete nell'impresa, senza versare neanche una goccia di sangue, avrete diritto ad un bel premio!” “Interessante!” Esclamò Gvin. |
Rimasi interdetta quando l'uomo mi disse che quel ciondolo non era in palio, ma non ebbi nemmeno il tempo di obbiettare.
Restai in silenzio, con gli occhi sgranati, ad osservare il mio finto marito che se la prendeva con quel maleducato. Cos'aveva di speciale quel ciondolo? Insomma, era diverso, certo, ma addirittura tutte quelle scene! Quando poi Guisgard la spuntò, in perfetto stile Gufo Scarlatto mi allacciò il ciondolo al collo. Lo guardai negli occhi per un lungo istante, e poi sorrisi. "Sono sbalordita, caro... Non so che dire, grazie... Gli altri erano tutti così uguali ed insignificanti questo invece.." abbassando lo sguardo sul ciondolo, che ora mi sembrava così prezioso "Ha qualcosa di particolare, non saprei.." sorrisi "Speriamo sia un antico e potente amuleto contro la bestia, mi farebbe comodo..". Lo presi sotto braccio "Ora che ti sei fatto riconoscere, delicato come solo Gufo Scarlatto sa essere.." ironica "Possiamo tornare alla taverna, vediamo cos'hanno combinato gli altri.. Dobbiamo prepararci per la caccia..". |
Ero rossa dalla rabbia.....ma felice di vedere Flees sbuffare ed imprecare per il dolore......ma sentendo alcune parti dei suoi sbuffi.....incominciai a non capire...se Isolde non era causa di quella situazione.....Flees non sapeva nulla.......in realtà la storia diceva che mia sorella avrebbe partorito figli maschi ed io figlie femmine.....e per questo motivo fui reclusa da occhi maschili ...frequentando il convento e grotte con monaci centenari........io non dovevo procreare altra magia......perchè altre due femmine sarebbero nate...una del male e una del bene.........il caso invece volle che conobbi Daizer...e le cose presero un'altra piega.........diedi una mano a Flees per alzarsi......quando un vecchietto venne in mio aiuto......." Vi manda il cielo......e' come se da qualche parte si fermi il tempo qui....ed ho perso di vista mio marito ed io e mio nipote ci siamo azzuffati per affari di famiglia........potete dirci che succede ?...".......Flees che cosa vuoi da me....non poteva essere solo una notte di passione...infondo era un bel ragazzo..poteva avere chiunque.....
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"Eh si milord...questa spada viene dalla Terra Santa, è bella e damascata e vi ho fatto incidere la croce templare in onore dei miei fratelli..io sono stata in Terra Santa e soprattutto a Petra..infatti il ciondolo che indosso oltre alla croce, questo col rubino e il fiore stilizzato e una frase sul Fiore e l' Amore mi fu donato da un misterioso cavaliere proprio là...era innamorato di me..pure io, allora avevo rotto il mio fidanzamento..e pure ne ero addolorata, ero diventata una girovaga" dissi pensierosa...e andando avanti cosi lo tornerò, sarei capace di prendere Cruz e scappare di nuovo.
"Comunque io non sono Afravalonese, io provengo da Camelot e sono approdata a Capomazda per il lavoro di mio padre, egli è legato molto ai Taddei e al re di Camelot ovvio anche se ha lavorato per altri nobili, ma sappiamo il valore di San Michele Arcangelo". Poi ci fermarono e vidi quella donna alla gogna...rimasi sconvolta, volevano farle una barbaria. "Io mi oppongo" dissi risentita "non accetterò mai una simile crudeltà, nemmeno verso qualcuno che ha solo rubato, e non accetterò il regalo...ve lo giuro" |
“Già...” disse Guisgard a Clio “... visto prima si diceva di dover recitare una parte, ho pensato bene di dare libero sfogo al Gufo Scarlatto che è in me...” sorrise alla ragazza, per poi guardare il ciondolo “... forse è così speciale” fissandola negli occhi “perchè era quello che volevi tu... questo lo rende unico...”
Presero così la strada verso la locanda e durante il tragitto, quasi fosse la cosa più naturale del mondo, lui le prese la mano, tenendola nella sua fino all'arrivo dove gli altri li stavano aspettando. Entrarono e li trovarono tutti seduti intorno ad un tavolo, con Mime e Vortex impegnati in una gara a chi beveva più vino senza crollare. “Ehi, finalmente!” Vedendoli arrivare Borel. “Dove eravate finiti?” |
Riccardo e Tisin furono lieti di udire il canto di Eilonwy e nei loro cuori scese serenità, nonostante gli ultimi accadimenti.
Percorsero qualche miglio e verso l'imbrunire videro in lontananza un edificio. Era una cappellina molto semplice, fatta di pietre, con due faggi ai lati del suo ingresso di gusto romanico. |
“Questo è un camposanto, signora” disse il vecchio ad Elisabeth “e come tale è un luogo sospeso tra questo mondo e l'Aldilà.”
“Ma per favore...” sbuffando Flees. Il vecchio sorrise. In quel momento tornò Daizer. “Nulla...” scuotendo il capo il contrabbandiere “... non ho trovato nessuna tomba con quel nome...” “Che nome?” Chiese il vecchio. |
“Tranquilla, milady...” disse Gvin ad Altea “... non verserò neanche una goccia di sangue di quella donna... avanti, datemi i coltelli...” fissando l'uomo accanto alla gogna.
Il duca prese allora a tirarli verso la donna, recidendole con colpi precisi le trecce. Tutti allora applaudirono e l'uomo consegnò al duca una corona di fiori intrecciati, con fili d'argento tra i petali. “E' per voi, milady...” adagiandola Gvin fra i biondi capelli di Altea, mentre la donna alla gogna piangeva per la paura. |
"Oh, ci sei riuscito benissimo.." sorrisi "Mi ricorderò di non farti arrabbiare... beh, non più del solito, insomma..".
Raggiungemmo finalmente la locanda. "Ah, lascia stare... Lui si è fatto riconoscere..." dissi a Borel, scuotendo la testa "Io mi sono preparata per fare di nuovo l'esca, perché non ho avuto idee migliori..". Mi sedetti con loro e mi feci portare un boccale di vino e qualcosa da mangiare. "Voi, piuttosto.. aggiornatemi... Che avete scoperto dai bestiari e dalle mappe?" lanciai un'occhiata divertita a Vortex e Mime "Ottimo, dovevo chiedere una cosa a Mime, ma credo che stia per collassare.." risi "Si è davvero messo contro Vortex?". |
Osservai innoridita la scena, la gente rideva e applaudiva e quella donna piangeva dalla paura, la osservavo mentre mi incoronavano.
La fissai e un rivolo di lacrime scese dal mio volto...Thomas fratello mio, perchè mi fai questo, mi fai del male. "Guarda che se continui cosi mi farai da guardia del corpo con quella spada. "Non esagerare Thomas" ridendo "è che sei cosi bello che qualcuno deve pur difenderti e toccherà a me, invertiremo le parti". Egli mi rincorse per il giardino, quel giorno sembravamo tornati bambini, finchè mi raggiunse e cademmo sporcandoci tutti..."Sempre uniti Thomas"..."Si, sempre uniti Altea". http://i60.tinypic.com/2la4iz5.jpg A quel ricordo presi la corona dai miei biondi capelli scaraventandola a terra urlando verso tutti..."Dovreste vergognarvi". Corsi forte finchè raggiunsi i padiglioni dei cavalieri, non potevo più sopportare tutto questo...riprenditi la libertà Altea, non puoi soffrire per far del bene agli altri. Vi era Posteg, lo abbracciai forte tra le lacrime e chiesi Cruz, salii in groppa, per fortuna il sole non era tramontato e corsi via da Solpacus...non mi importava dove sarei arrivata, Cruz correva forte, lui mi capiva e sapeva benissimo volevo fuggire da quel posto, non so per quanto galoppai ma mi trovai in una strada molto lontana e mi fermai in una locanda, nascondendo bene il cavallo. Entrai e chiesi una stanza, salii e mi gettai nel letto quasi ridendo pensando..."Ora mi staranno cercando in lungo e largo, ma sono troppo lontana e non mi troveranno...e ora dovesse apparire nel borgo vicino un altro essere demoniaco vero e proprio ci vorrà prima mi si fermi, domani si vedrà dove andare" e mi persi in un sonno profondo. |
Altea, lasciata di corsa Solpacus ed i suoi misteri, con il fido Cruz galoppò verso la foresta.
Poco a poco l'imbrunire iniziò a tingere il cielo e a coprire con lunghe ombre quella natura primordiale e lussureggiante. Alla fine, dopo una lunga corsa, intravide una piccola locanda in una radura isolata. Si fermò e vi sostò per la notte. La fatica e l'agitazione la vinsero subito e in breve cadde in un sonno profondo... Solpacus era deserta e desolata, con le sue strade avvolte da un irreale cupo silenzio. Qualcosa di sinistro echeggiava nell'aria, tra il cigolare di qualche insegna mossa stancamente dal vento e il rumore di una bottiglia che rotolava sui ciottoli della via. Poi ad un tratto qualcosa ruppe quel silenzio angosciante. Era il lento rintocco di una campana lontana. Come se battesse l'incedere di un corteo funebre. Eppure non vi era nessuno e niente sembrava avvertirsi tra quelle strade strette e buie. Lo scenario poi cambiò di colpo e Altea si ritrovò nella dimora vescovile. Udiva così le voci di Thomas, di Gvin, del vescovo e persino di lady Gertrude. C'erano poi molti dei cavalieri visti a Solpacus e giunti in città per la spada dei Taddei. “Quell'arma” disse uno di loro “potrebbe uccidere la bestia con un sol colpo. Se solo decidessero a chi darla.” “State solo sopravvalutando quella spada.” Mormorò un altro di quei cavalieri. “E' solo un'arma e vale per il valore di chi la impugna.” “Concordo.” Annuì un altro ancora. “E se fosse davvero così potente come dicono, allora i Taddei l'avrebbero tenuta ed usata per distruggere la maledizione che li tormenta.” “Guardate...” indicò una ragazza “... c'è l'Abate Nicola... magari lui conosce l'origine della bestia.” All'improvviso tra i presenti apparve Older che subito si avvicinò ad Altea, mostrandole il crocifisso che aveva al collo. “Vi piace, milady?” Fissandola. “E' d'oro. Sono stato però previdente, lavandolo con cura. Non mi piaceva l'idea che ci fosse ancora sopra il sangue di quella poveretta.” Ad un tratto ci fu agitazione nella sala e tutti corsero verso le finestre. “Presto, venite!” Eccitata una donna. “Presto, se guardiamo dalle finestre vedremo la bestia che rincorre le sue vittime.” “Sarà uno spettacolo incredibile!” Ridendo un altro dei presenti. “Come quando nell'arena i Cristiani venivano divorati dai leoni!” “E' proprio colpa dei Cristiani tutto ciò...” giungendo la sacerdotessa pagana incontrata da Altea a Solpacus “... è sempre colpa loro e della loro intolleranza... la bestia è giunta dall'Oltretomba per punirli... e non ritornerà nel suo covo fino a quando non li avrà castigati tutti...” In quel momento si udì un lungo e lento fischio provenire dall'esterno, come sorto dal buio circostante. Un fischio che nell'udirlo molti dei presenti si abbandonarono ad un triste ed amaro pianto. Altea si svegliò di colpo da quel sogno inquietante, trovandosi ad ansimare agitata tra le lenzuola. Dopo qualche attimo realizzò di aver solo sognato. Era notte inoltrata e tutto attorno alla locanda sembrava avvolto da una profonda e quasi irreale quiete. |
Guisgard e Clio tornarono alla locanda, dove ritrovarono i loro compagni.
“Già...” disse Porturos alla ragazza “... il piccoletto” indicando Mime “pare possa bere più vino di quanto la sua esigua stazza fisica lasci immaginare... e devo dire che per ora non sta sfigurando contro Vortex!” Aggiunse divertito. “Milady, ho cercato in vari bestiari” Nestos a Clio “e persino in alcune cronache redatte e raccolte negli ultimi trecento anni di storia di Solpscus. Ebbene, al di là di lunghi elenchi di esseri tanto raccapriccianti quanto irreali, una notizia mi ha stupito.” “Che notizia?” Fissandolo Guisgard. “Di uno strano animale rinvenuto circa mezzo secolo fa...” spiegò Nestos “... purtroppo le informazioni sono vaghe, piene di superstizioni e quasi del tutto prive di richiami scientifici. Secondo qualcuno era una sorta di Basilisco.” “Per Giove!” Esclamò Vortex smettendo di bere. “Cosa diavolo è un Basilisco?” “Si tratta di un animale mitologico.” Rispose Astus. “Una sorta di grosso rettile.” “Continua, Nestos.” Disse Guisgard. “Secondo altri” annuendo il medico “addirittura di un licantropo.” “E un licantropo cosa diamine è?” Domandò Vortex. “Un uomo lupo.” Rispose Nestos. “Accidenti, perchè usi un linguaggio così complicato?” Sbuffando Vortex. “Parla come mangi!” “L'importante” ridendo Ertosis “è che tu non parli come bevi, vecchio mio! Sei completamente ubriaco!” “Sciocchezze!” Scuotendo il capo Vortex. “Non è il vino che lo fa parlare così” disse Borel “ma l'ignoranza!” E tutti risero. “Ehi, non dovevamo finire la gara a chi scola più vino?” Singhiozzando Mime. “Mi sa” Porturos a Vortex “che questa spugna regge il tuo passo!” “Va avanti, Nestos.” Mormorò Guisgard. “Dicevo...” disse il medico “... e altri ancora tirarono in ballo vari mostri mitologici... ma da quel poco che si poteva estrapolare da quei documenti, tutto il resto erano ipotesi strampalate e frutto di menti fanatiche, credo si trattasse di un canide, probabilmente di dimensioni spropositate.” “Credi abbia attinenza con il nostro animale?” Chiese Guisgard al medico. “Non saprei dirlo...” mormorò questi “... ma è l'unico caso di ritrovamento in questa regione di un animale sconosciuto.” “Mezzo secolo fa è tanto...” intervenne Dort. “Magari” pensieroso Nestos “si tratta di una specie poco diffusa, ma comunque presente in queste terre. Chissà, forse vivono rintanati nella foresta e qualcosa può aver spinto uno di quegli esemplari ad avvicinarsi alla città. Forse la ricerca di cibo o il clima.” “Non dimenticare” fece Dort “che l'animale a cui stiamo dando la caccia uccide le sue vittime senza però sbranarle.” “E' sempre tutto più fittamente misterioso...” portandosi le mani dietro la nuca Guisgard come a voler riflettere “... non sbrana le sue vittime, ma si limita ad ucciderle... eppure è carnivoro, visto che davanti a voi l'altra notte ha mangiato la selvaggina... non lo so...” scuotendo il capo “... i tuoi ragionamenti non mi convincono, Nestos... non esistono cani, sciacalli o lupi con la pelliccia corazzata ed immuni ai veleni...” “Ma scusate...” mormorò Vortex “... non si trattava di un cinghiale?” “Mah...” perplesso il cavaliere, per poi alzarsi da tavola “... Astus, prendi un secchio d'acqua o qualcosa di simile e riversalo sulla testa di questo zuccone...” indicando Mime “... così potrà essere abbastanza lucido da rispondere a ciò che Clio vorrà chiedergli.” “No, l'acqua no!” Esclamò il rigattiere. Ma Astus fu lesto a riversare una brocca d'acqua sulla sua testa, causando le sonore risate di tutto il gruppo. “Dove andate?” Dort a Guisgard. “Ho una sorta di appuntamento.” Rispose il cavaliere. “Ma non ci metterò molto. Nel frattempo cercate di buttar giù un piano per la caccia di stanotte. Ormai è quasi sera.” Guardò poi Clio. “E non temere, piccola, non sono atteso da nessuna venditrice di piaceri. Non stasera.” Le fece l'occhiolino ed uscì. “Strano tipo...” fissandolo Borel mentre lasciava la locanda. “Per me è tutto matto.” Sbottò Vortex. “Davvero bello quel monile che portate al collo...” Dort a Clio “... a vederlo pare antico e particolare... direi che sembra il regalo di un innamorato...” sorridendo. Intanto Guisgard, lasciata la locanda, si diresse verso la chiesa, come indicato da Altea per il loro appuntamento. Il cavaliere attese a lungo, ma la donna non arrivò. Alla fine lasciò quel luogo e ritornò dagli altri alla locanda. http://fs40.www.ex.ua/show/578640/578640.png?800 |
Sobbalzai dal letto, era notte fonda, presi la brocca con l'acqua e ne bevvi un bicchiere, il cuore lentamente iniziò a rallentare il battito e sospirai..quel sogno..quelle immagini erano quasi reali e tutte rappresentavano i dubbi che avevo sempre avuto..e che volevo dire a quel cavaliere.
Guardai fuori dalla finestra..il cavaliere..era buio inoltrato ormai, alzai le spalle, del resto a chi sarebbe interessato ciò che avevo sempre sospettato..ovvero dal racconto di Mime sulla sorella di Enar e la maledizione, che forse un gruppo di persone voleva uccidere chi la avesse gettata al rogo e chi mai avrebbe gettato al rogo una strega se non la Chiesa e quindi..un nemico da sconfiggere, o per vendetta o per la superstizione che regnava a Solpacus, ancora avevo in mente come si erano schierati contro quella povera donna al mercato. Ad un tratto sentii uno scricchiolio e vidi una immagine che si fece più nitida e sorrisi sedendomi in una sedia...era Shalazam e mi guardava in modo enigmatico. "Altea, ti ho scelto tra molte perchè forte di temperamento e coraggio e ora? Tu devi farti valere per ciò che sei, dimostralo..sei una Sacerdotessa e ti ho affidato quel Libro, anche se ti diversifichi da noi perchè comune mortale e quindi facile ai sentimenti turbolenti noto". Toccò il mio ciondolo.."quel cavaliere misterioso forse nemmeno esiste, ricorda io sono la Gransacerdotessa e so come fare per attirare le persone e ti ho portato a me, anche se questo ciondolo ha un suo significato..d'altronde lo hai aperto davanti all' Abate Nicola no...e lui...ti ha benedetto in un rito particolare, non ci hai pensato?". Improvvisamente estrasse una spada uguale alla mia..."L'ho fatta forgiare proprio come la tua visto ci tieni e ti distingue ma è diversa perchè forgiata nell' Antico Tempio di Petra..non è magica ma ha un valore incredibile, e solo a te è data tenerla" e me la consegnò tra le mani continuando mentre la ascoltavo silenziosa.."Il tuo sogno..non è frutto di fantasie...sei riuscita a capire da te molte cose e quindi hai tratto le tue conclusioni perchè sei caparbia e possiedi valore e non rammaricarti di non averlo detto a quel cavaliere" disse con sguardo insofferente "egli, da ciò che ho visto..non si è preoccupato di te o per te, e ti ha lasciato indifferentemente per la propria Gloria, e se vorrà visto ti ha aspettato stasera, cercherà te e la verità..ma non lo farà" scuotendo il capo "è talmente preso come tutti a essere il vincitore...Uomini!! Ora vai e fatti valere e fai valere tutte noi, confidiamo in te..la strada del ritorno la troverai" e mi baciò la fronte e lo smeraldo emanò bagliori e subito dopo scomparve. Sospirai...nessuno mi avrebbe più imposto cosa fare, io volevo salvare la gente di Solpacus, gli altri potevano battersi pure per una spada o per la propria Gloria, ma non di certo Altea...presi la sacca e uscii dalla locanda salendo sopra Cruz. Il cavallo iniziò a cavalcare sicuro, era notte fonda ancora, ma non mi importava e arrivammo vicino Solpacus tra il ruscello e la foresta. Cruz, allora rallentò la sua corsa innervosito.."Calmo bello, che ti succede?". Ad un tratto sentii un fischio...come nel sogno...come diceva quel rigattiere che la bestia era comandato da un richiamo...accarezzai Cruz e risposi al fischio. Silenzio..si era levato un leggero vento e Cruz era fermo e nitriva nervoso, di nuovo il fischio...mi guardavo attorno e risposi al fischio, e fischiai di nuovo..forse se era cosi la belva si sarebbe disorientata..e fischiai di nuovo e più volte. Solo la luce della Luna rischiarava il posto, vidi una pietra a terra e mi venne una idea in caso di attacco che speravo non ci fosse stato..gli antichi hanno sempre qualcosa da insegnarci e ricordai quella lezione tenuta alla piccola cuginetta Lucrezia..presi la pietra forte ma non pesante e presi dalla sacca un legaccio di cuoio lungo. Risalii su Cruz, stare a terra era pericoloso e guardai il fiume..e udii di nuovo il fischio al quale risposi con un fischio nuovamente. Udii un rumore strano e veniva proprio dalla foresta, aspettai ma non avevo paura..per sconfiggere il Male si doveva avere coraggio. http://i61.tinypic.com/nh16j5.jpg |
Quel fischio.
Altea lo aveva udito, o forse credeva. Magari era solo il vento che soffiava tra i rami e le foglie degli alberi, tra i roveti e la lussureggiante vegetazione che pulsava ovunque. Poi quei umori. Ad un tratto, come innervosito da qualcosa, Cruz si imbizzarrì, scalciando e disarcionando alla fine la bella avventuriera che lo montava. Altea così cadde rovinosamente a terra e vide il suo destriero scappare via, spaventato da chissà cosa, fino a svanire nelle tenebre che sovrane dominavano su quel luogo. La dama restò così da sola, nel bel mezzo della foresta e senza più neanche una cavalcatura. Poi di nuovo quel rumore. Un attimo dopo avvertì anche delle voci. Prima vaghe, poi sempre più nitide. “Presto, voi...” disse qualcuno in lontananza “... spostate quei rovi più in là... e voi altri, svelti, portate qui quei dannati rami...” “Serve altra legna secca, signore?” Chiese un'altra voce. “No, questa credo andrà benissimo...” rispose la prima voce “... stanotte ci sarà un bel falò a scaldare questa maledetta foresta...” |
Improvvisamente mi trovai a terra..questa era peggio della maledizione della sedicesima luna..sbuffai..stranamente è la seconda volta che cadevo dal cavallo. Mi alzai e mi pulii la veste.."Eh dovrò rifarmi fare lezioni di equitazione, già".
Udii nuovamente il fischio e delle voci e vi erano degli uomini nella foresta, mi alzai la veste ampia e la legai alle ginocchia per poter camminare meglio e mi addentrai nella foresta nascondendomi tra dei cespugli per vedere ciò che stava succedendo...udii le parole degli uomini nel silenzio della notte.."Un falò? di cosa stanno parlando..sono capitati qui per caso e non sanno nulla? Eppure la hanno definita una foresta maledetta" pensai mentre osservavo chi fossero e ascoltai attententamente. |
Risi con gli altri nel vedere Mime svegliato dal getto d'acqua, e seguii con lo sguardo Guisgard allontanarsi.
Dove diavolo doveva andare? Adesso? Mentre decidevamo il piano? Ma mi limitai ad alzare le spalle mentre usciva "Beh, peggio per te.." corrucciai la fronte per un momento "Effettivamente non ho visto nessun bordello in città..". Tornai seria in un momento. "Sì è strano, ma credo ci sarà utile.. almeno, lo spero.." sorrisi a Dort "Sì, è quello che dovrebbe sembrare..". Gli raccontai così, brevemente, la storia della collana. "Allora, Mime.." rivolgendomi al piccolo grande ubriacone "Avevo detto che non l'avrei più nominato, ma sembra che tu ne sappia qualcosa quindi.." sorrisi ai ragazzi "Sopportatemi ancora una volta.." tornai a guardare Mime "Parlami di questo fischio, del richiamo per la bestia. Io sola l'ho sentito distintamente, ma mi stavo già convincendo ad essere pazza.. sai sicuramente qualcosa che io non so.. Ci serve almeno un nuovo elemento per elaborare il piano.". |
Altea si mosse fra la vegetazione fino a raggiungere un punto in cui era possibile scoprire a chi appartenessero quelle voci.
Vide allora alcuni cavalieri, tutti impegnati ad accatastare legna secca e sterpaglia, come se volessero accendere un gran fuoco. A guidare quegli uomini vi era un cavaliere dall'aspetto fiero e dai modi che tradivano nobiltà e gran sicurezza in se stesso. “Presto con quei rami secchi...” disse ai suoi uomini “... metteteli tutt'intorno a questa radura... come a voler formare un cerchio... se quel dannato cinghiale metterà piede in questo anello di rami e fogliame, allora si che ne vedremo delle belle!” Esclamò. “Lord Lyn, mangeremo tutti carne di cinghiale!” Ridendo uno dei suoi. “Puoi giurarci, Credens!” Annuì Lyn. |
Vidi la scena e scossi la testa..."ecco altri cavalieri venuti a salvare Solpacus e ad accappararsi la spada"...ma stavolta non mi sarei avvicinata a nessuno, non avrei aiutato nessuno di fregature ne avevo prese e molte ultimamente dalle persone, erano valenti e coraggiosi? Bene...lo avrebbero dimostrato da loro.
Fu cosi che mi alzai e mi allontanai e mi avvicinai al ruscello immergendo le gambe nude nella acqua fresca dopo il ruzzolone da cavallo...visto ero diventata una visionaria pure...sembrava..avevo udito bene quel fischio, ma già pure Mime veniva considerato un pazzo. Fu cosi che mi persi a guardare la Luna...a sognare i miei viaggi, l' Oriente affascinante. |
“Ah, milady...” disse Mime a Clio, mostrando un'animata soddisfazione “... qualcuno finalmente si è deciso a credermi!” Annuì. “Il fischio sono riuscito a sentirlo una volta... era notte e mi trovavo a camminare da solo dopo una potente bevuta...”
“Immagino...” fece Astus, suscitando le risate degli altri. “Dicevo...” riprese Mime “... ho udito quel fischio mentre vagavo un po' brillo...” “Brillo?” Ripetè Porturos. “Diavolo e pretendi di essere credibile?” “Certo!” Esclamò il rigattiere. “Io posso bere vino senza perdere mai del tutto la lucidità!” “Ma andiamo...” scuotendo il capo Astus. “E' vero!” Ribadì Mime. “Infondo” intervenne Borel “prima ci ha dato dimostrazione di queste sue capacità. Pochi uomini possono tener testa a Vortex quando beve sul serio.” “Grazie, amico.” Mormorò il rigattiere. “Continua ciò che stavi dicendo.” Fissandolo Dort. “Si...” fece Mime “... il fischio... ho udito quel fischio all'improvviso e al momento non vi badai... poi sentii dei fruscii tra la vegetazione... incuriosito allora cercai di capire cosa fosse... e in quel momento la vidi...” “Cosa?” Chiese Porturos. “La bestia!” Rispose il rigattiere. “Era buio e vidi solo una grande sagoma muoversi leggera tra le foglie... sembrava come ipnotizzata... era stato quel fischio... si, la bestia obbedisce a quel fischio...” “Ammesso che sia vero” disse Dort “e comunque sembra averlo udito anche Clio, spiegaci com'era questo fischio.” “Era simile ad un richiamo...” spiegò Mime “... come quello usato dai cacciatori per gli animali... era suonato con qualche tipo di flauto... ma particolare... per questo ho cercato nei mercati e nelle botteghe flauti dal suono caratteristico...” “E hai mai trovato un flauto con quel tipo di suono?” Domandò Borel. “Non ancora, in verità...” scuotendo il capo Mime. “Una domanda...” fece Ertosis “... diamo per buono che davvero la bestia obbedisca a quel richiamo... ma allora deve esserci qualcuno che fischia nella notte a quel maledetto animale... e chi?” “Il demonio...” sgranando gli occhi Mime e segnandosi tre volte. In quel momento Guisgard tornò alla locanda. |
E mentre Altea si aggirava nella foresta, fissando la Luna ed immaginando l'esotico e fiabesco Oriente, qualcosa, all'improvviso, attirò la sua attenzione.
Prima un fruscio, poi un vago calpestio. Un attimo dopo dalla vegetazione emerse una sagoma. Era Cruz, ritornato dalla sua padrona. Il cavallo però appariva agitato e continuava a scuotere la testa. Qualcosa sembrava innervosirlo e inquietarlo. |
Udii un calpestio, mi girai e vidi Cruz..."Sei tornato monello eh" dissi accostando il mio viso al suo muso con affetto ma era nervoso.."Che succede? Sei nervoso, non sei mai stato cosi...avanti" salii in groppa a lui..proprio ora mi stavo rilassando, lo spronai e uscii da quel posto..."Torniamo a Solpacus..la cameriera ha lasciato la porta del palazzo aperta...mi sembra tu abbia avvertito un pericolo".
E arrivai con velocità alla piazza, mi girai attorno..il coprifuoco già...cosi possono agire indisturbati contro le vittime innocenti. Andai nei padiglioni dei cavalieri e vi trovai Posteg..."Posteg, rieccomi, ora capisco come ti senti, vieni ti pago da bere in locanda...avanti vieni con me" e lo presi per un braccio sorridendogli, quell'uomo era ormai entrato nelle mie più profonde simpatie ed entrammo nella locanda ancora aperta. Ci sedemmo al primo tavolo, chiesi da bere e a Posteg dissi di narrarmi dei suoi sogni attuali. |
Battei forte la mano sul tavolo.
"Certo che c'è qualcuno che fischia.. La stessa persona che ha reso quell'animale invulnerabile alle frecce, resistente al veleno... Sono giorni che lo dico!" Guardai Mime sorridendo "Ma, andiamo.. Il demonio?" Risi "Allora serve un prete, non dei cacciatori... E sfortunamente nessuno di noi lo è..." Scossi la testa "Ormai è quasi notte, e l'idea migliore che abbiamo è quella di riprovare il medesimo piano della scorsa volta... Non voglio andare al suicidio, ma nemmeno sprecare questa notte! Dort.." Guardai speranzosa l'aristocratico "Tu hai cacciato ogni tipo di animale possibile, nessuna idea?". Poi Guisgard tornò. "Spero che il tuo misterioso incontro sia stato più fruttuoso delle nostre discussioni..." Sorrisi al cavaliere "Ci serve un piano, e in fretta.. È quasi notte!". |
Dovevo aver esagerato con la ginocchiata.......Flees era in piedi con le mani sulle ginocchia...e continuava a ripetere le mie parole.......il Vecchio aveva ragio..i cimiteri erano dei luoghi sacri e come tali andavano rispettati......e non comprendevo perchè Flees non la vedesse così......ma sua madre in quale mondo lo aveva fatto vivere......Diaz o signore...." Diaz ma dove diavolo siete andato....voli piantarmi al cimitero ?......la prossima volta che urlo il tuo nome sei pregato di girarti......." ero furibonda..sapevo che non aveva colpa.......ma mi era mancato.......e non sapevo dove fosse finito.......intanto il vecchietto...vene in nostro aiuto......e fui felice perchè mi chiese chi stavamo cercando......" Lei e' stato mandato dalla fortuna.....vede..noi cerchiamo Comino il Maniscalco......lei e' la memoria storica di questo posto....forse può aiutarci.....le sarei grata...".....
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Giunti alla locanda, Altea e Posteg presero da bere.
La città ormai era diventata silenziosa e i pochi ancora svegli erano tutti ad affollare quella locanda. “I miei sogni” disse Posteg ad Altea “sono sempre più confusi, agitati, vaghi ed enigmatici... forse sono solo un pazzo, un visionario... i Taddei non verranno mai qui a rischiare di farsi uccidere per noi...” In quel momento entrò nella locanda un uomo. “Ehi, ma dove diavolo è finito Older?” Chiese al locandiere. “E' tardi, sarà a casa sua a dormire.” Rispose questi. “No, sono appena stato lì e non c'è.” Scuotendo il capo l'uomo. “Sono diverse sere che svanisce nel nulla. Anche ieri e ieri l'altro sono stato in giro a cercarlo per dei lavori che doveva fare a casa mia. Di giorno io sono impegnato con la bottega e solo la sera posso sistemare casa. Lui è un valido carpentiere, ma sembra irreperibile ad una certa ora di sera. Non è che si è trovato un'amichetta?” Rise. “Strano...” fece il locandiere “... di giorno passa sempre qui per salutare o bere qualcosa, ma solitamente anche io la sera ultimamente non lo vedo più. Mah...” |
"Effettivamente Posteg.." dissi in modo quasi certo..."pure io ho sempre pensato i Taddei non verrebbero qui, non avrebbero portato la spada ma sarebbe venuto il Duca stesso...una dama molto vicina a loro mi disse giorni fa infatti il Duca, come sempre, si dedica all' arte e alla caccia..forse potrebbe essere giusta la descrizione del cavaliere che calza a pennello a uno appena arrivato a Solpacus da giorni" dissi guardando il bicchiere pensosa.
Poi entrò quell' uomo e udii le sue parole...attentamente...i miei dubbi su Older...mi voltai..."Chissà" risposi istintivamente, pensando al sogno fatto "forse invece passa le nottate in foresta" rivolgendomi all'uomo e al locandiere. |
“Beh...” disse Guisgard a Clio, sedendosi al loro tavolo “... se dici così, potrei quasi pensare che la mia mogliettina sia un tantino gelosa...” le fece l'occhiolino “... ma, ahimè, non ho trovato alcuna casa di piacere in questa città... sembra che qui vi abitino solo moralisti... eppure il mestiere più antico del mondo è un toccasana per far muovere l'economia di un posto come questo... solo il vino infatti non può bastare a rendere gaie le notti di un uomo...” rise appena “... su, piccola, puoi dirlo se un po' ti sono mancato...” la fisso divertito “... io dico di si... la tua espressione sembra volermi mandare bellamente al diavolo, ma i tuoi occhi azzurri invece dicono altro...” prese un bicchiere e lo riempì con del vino “... brindo agli occhi delle donne e al loro impenetrabile linguaggio segreto...” scolandosi il bicchiere.
“Si, ho cacciato ogni sorta di animali” fece Dort “ma nessuno di essi era immune alle armi... questo è il problema di questa dannata faccenda... sembra che non lo si possa affrontare con nessuna delle nostre armi...” “Tornado qui” mormorò Guisgard “pensavo, oltre naturalmente alla mia bella moglie, al vostro piano... al perchè sia fallito... beh, come dite voi” guardando Dort “non è stato possibile uccidere la bestia, nonostante fosse là davanti a voi, proprio perchè immune alle armi...” “Già.” Annuì Borel. “Dunque?” “Dunque” fece il cavaliere “occorre una trappola... qualcosa che la renda inoffensiva...” “Che trappola?” Chiese Astus. “Magari una grossa fossa.” Rispose Guisgard. “Riempita con pali acuminati o qualcosa del genere.” “Pensi che una simile trappola potrà essere efficace più delle armi?” Domandò Astus. “Non c'è niente di sicuro in questa storia.” Sbottò il cavaliere. “Possiamo solo tentare. Un modo per ucciderla ci dovrà pur essere.” “Già...” pensieroso Dort “... ammesso che Mime non abbia ragione riguardo al demonio...” “Andiamo, credi davvero alla storia del demonio?” Scuotendo il capo Ertosis. “So solo” disse il nobile “che questa storia nasconde qualcosa... qualcosa di terribile...” |
“Allora...” disse il vecchio ad Elisabeth “... Comino il Maniscalco... si, ho sentito questo nome...”
Flees scuoteva la testa nel fissarlo. “Si, ora rammento...” fece il vecchio “... è stato sepolto qui tempo fa... credo dall'altra parte del cimitero... eh, povero ragazzo... morto così giovane... che Dio lo abbia in Gloria...” facendosi il segno della Croce. “Non esiste nessun Dio!” Esclamò Flees. “Chiudi quella boccaccia!” Lo riprese Daizer. “E' morto in giovane età” mormorò il vecchio “e i suoi genitori vollero seppellirlo in questo luogo... egli fu maniscalco dell'Arciduca e seguì il suo signore in diverse battaglie... per questo l'Arciduca si rammaricò di non poter visitare la sua tomba, essendo stato appunto sepolto qui...” “Come morì?” Chiese Daizer. “In seguito ad una caduta da cavallo.” Fissandolo il vecchio. “Potete condurci alla sua tomba?” Lo pregò il contrabbandiere. “Mi spiace, non è possibile...” scuotendo il capo il vecchio. |
A quelle parole di Altea, il locandiere si voltò a fissarla.
“Non credo proprio, milady...” disse sorridendo “... e a far cosa poi? A dar la caccia alla bestia? Eh, vostro zio non è certo un uomo d'azione.” “Questa è buona!” Ridendo l'altro. “Non vorrei” fece il locandiere “che il vecchio Older viene a bere qui di giorno per poi recarsi in un'altra locanda per bere la sera. Magari per non far torto a nessuno.” Divertito. |
Alle parole del locandiere trasalii e infervorita risposi a voce alta..."Mio zio???Scusate pensate Older possa essere mio zio...è un duca? Si è inventato tutto, mi disse quella sera di fingere di essere sua nipote..perchè cosi avrei avuto un trattamento di favore..a che pro? Anzi Older, ultimamente, è strano...pensate prima adorava la strega Isolde di cui avete appesa la immagine e il giorno dell'ultimo funerale arrivò con una collana d'oro con una piccola croce al collo..lui che non è per nulla cattolico...invece fossi in voi cercherei tra le persone di Solpacus se qualcuno mira a far si che la belva operi". E ora mi avrebbero presa tutti per visionaria, pure i presenti? Mi risedetti continuando a bere, questa gente aveva il nemico in casa e non se ne accorgeva?
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Era il Maniscalco dell' Arciduca......era sepolto lì....ma neanche lui potè vedere la tomba.....e come avvenne la morte ?.....Per caduta da cavallo...rottura dell'osso del collo e via........morte pulita......qualcosa non andava ..e se il Borgomastro volesse chiederci di trovare il colpevole a quella morte ?....aveva un senso più logico dell'osso che avevamo in possesso......." Mi dica ..perchè e' impossibile visitare quella tomba.....e' strano......ed e' ancor più strano che l'Arciduca non l'abbia fatto.....".......Flees e Daizer.......sembravano due cani pronti a ringhiare su ogni cosa.........
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"Beh, sono tua moglie.." risposi ridendo al cavaliere "Certo che sono gelosa... dopotutto.. hai cominciato tu.." risi appena, per poi voltarmi verso Dort che parlava di cose più pratiche.
"Sì, avevo già proposto l'idea di una trappola... ma dite che è fattibile? Voglio dire, è già buio... o dobbiamo buttare via un'altra giornata? Però potrebbe funzionare, se la imprigioniamo poi in un modo o nell'altro dovremmo riuscire ad ucciderla.. Anche se forse il buio è nostro alleato, se partiamo ora per costruirla nessuno saprà che lo abbiamo fatto, nemmeno il demonio.." Strizzando l'occhio a Mime "dovremmo però avere a disposizione gli arpioni, le pale e qualcosa come una grossa rete...". Guardai ad uno ad uno i miei uomini "Cosa ne dite? E' troppo avventato? Ditemi che ci state, e vado a tramutarmi in un'esca perfetta.. Sono stanca di stare con le mani in mano.." sorrisi. |
Riacquietai gli animi dei miei compagni di viaggio. Ero realmente felice che il mio canto avesse queste proprietà terapeutiche.
Alla fine, verso il vespro, arrivammo ad una piccola cappella romanica con ai lati due faggi. Era molto semplice, umile e fatta di sole pietre. Adiacenti ai due alberi c’ erano due statue di S. Francesco d’ Assisi e S. Agostino, probabilmente i santi della chiesetta. Scendemmo dai nostri destrieri. Bussai alla porta ne con poca ne con troppa forza, in modo tale che qualcuno mi sentisse e allo stesso tempo non mi scambiasse per una cafona ignorante. La porta fu aperta da una giovane, minuta e bella suora. “Buona sera, sorella!” salutai con cortesia e sorridendo con dolcezza serafica alla religiosa. http://i61.tinypic.com/2r5f1n6.png |
“Perchè” disse il vecchio ad Elisabeth “nessuno sa dove sia finita la tomba di quel ragazzo. Anzi, molti credono che non esista neanche più.”
“Come sarebbe a dire?” Stupito Daizer. “E si.” Annuì il vecchio. “Tempo fa, infatti, qualcuno entrò di nascosto una notte nel cimitero, in cerca pare di un antico tesoro che si crede sia stato seppellito in questo luogo, finendo per sconsacrare la tomba di quel poveretto. Probabilmente credendo che in essa si trovasse proprio il tesoro.” “Perchè proprio in quella?” Chiese il contrabbandiere. “Perchè Comino fu, come detto, molto vicino all'Arciduca” spiegò il vecchio “e per questo i cercatori di quel tesoro pensarono bene di violare proprio la sua tomba.” “E il tesoro fu trovato?” Domandò Daizer. “Pare di no.” Rispose il vecchio. “E che fine fecero i resti del povero ragazzo?” Ancora Daizer. “Quei lestofanti” fece il vecchio “spostarono i resti mortali di Comino, per poi disperderli. Da allora nessuno è più riuscito a trovarli. Neanche alcuni cavalieri inviati da Capomazda, giunti appunto con l'incarico di ritrovarli insieme al luogo di sepoltura.” “Accidenti...” scuotendo il capo Daizer “... un bel guaio...” si voltò verso Elisabeth “... e ora cosa facciamo?” Flees allora scoppiò a ridere. |
Eilonwy, Riccardo e Tisin giunsero a quella piccola cappella.
Sulla facciata, tra San Francesco e Sant'Agostino e poco prima dell'ingresso, c'era un'altra statua, raffigurante la Divina Misericordia. Quella statua di Cristo, con sul petto il Suo Santissimo Cuore, sembrava accogliere i viandanti a braccia aperte. Eilonwy bussò così alla porta di quel Sacro Edificio e poco dopo venne ad aprire una suora. “Salute a voi, viandanti...” disse la religiosa “... cosa vi porta in questo mistico e remoto asilo di preghiera e pace?” https://img0.etsystatic.com/022/0/56...58474_rze2.jpg |
“Si...” disse Dort a quelle parole di Clio “... anche io penso che bisognerebbe sfruttare questa notte. Male che vada saremo comunque riusciti a preparare la trappola. Dunque dico che bisogna agire subito.”
“Si, buona idea.” Annuendo Borel. “E' però tardi” mormorò Trastis “e non credo sarà facile procurarci l'occorrente.” “Io sono un rigattiere” fece Mime “e in una capanna in periferia ho molta di questa roba.” “Ottimo.” Disse Porturos. “Allora io e Vortex andremo con Mime alla sua capanna, per procurarci l'occorrente.” “Io credo” intervenne Nestos “che viste le dimensioni di quell'animale sia molto improbabile riuscire a trovare una rete capace di immobilizzarla.” “Allora ne faremo a meno.” Mormorò Guisgard. “L'importante è procurarci pale per scavare e qualche scure per tagliare e scheggiare la legna, che useremo poi per fornire la buca di un'efficace trappola mortale. Se avremo qualche arpione e qualche forcone allora ancora meglio.” "Intanto io Dort e gli altri ci occuperemo di preparare i cavalli e tutto il resto." Borel a tutti loro. “Allora è deciso.” Annuendo Dort. “Ci ritroveremo tutti davanti a questa locanda fra circa mezz'ora.” Così, Porturos, Vortex e Mime lasciarono la locanda e si diressero verso la capanna del rigattiere, mentre gli altri andarono nella stalla della locanda. Solo Guisgard ed Astus restarono nella sala ad attendere. Anche Clio lasciò il gruppo, per ritornare in camera e preparasi per il suo ruolo: l'esca. Nella sua stanza, però, preparandosi davanti allo specchio, la ragazza notò alcuni particolari del ciondolo che aveva al collo e che in un primo momento le erano sfuggiti. Sotto l'immagine stilizzata del Fiore, Clio notò una piccolissima scritta un po' consumata, ma ancora perfettamente leggibile: “Gioia Antiqua”. E tenendo quell'antico monile fra le dita, inavvertitamente schiacciò una piccolissima molla che fece aprire il ciondolo. All'interno di esso vi erano incise alcune parole: “La vita è fatta di stagioni, dove l'Amore è la sua perpetua Primavera. E da me solo, che ne sono il Fiore più prezioso, maturano gli eterni frutti della Gioia.” +++ |
A quelle parole di Altea, sia il locandiere che l'uomo restarono basiti.
Anche molti dei presenti apparvero turbati, lanciando occhiate di sospetto verso la bella avventuriera. “Ehi, voi...” disse l'uomo alla dama “... ma cosa andate blaterando? Siete forse impazzita? Dite un po', volete forse infangare il nome di noi cittadini di Solpacus?” “Forse questa donna merita una lezione...” alzandosi dal suo tavolo un altro dei presenti “... viene qui, accusa il vecchio Older e poi lancia sospetti su di noi... si, una bella lezione le farà subito chinare la testa...” “Sarà meglio andar via, milady...” mormorò Posteg visibilmente preoccupato. “Sta zitto tu.” Intimò quel tipo a Posteg. “Sei solo un povero scemo e ti insegnerò io che devi smetterla di raccontare in giro i tuoi stupidi sogni.” Intanto, a qualche tavolo di distanza, Guisgard e Astus, che erano rimasti là in attesa del ritorno di Clio e degli altri, osservavano quella scena. “Se quel tipo” disse all'improvviso il cavaliere “è davvero scemo come dite, beh, non vi fa certo onore minacciare lui e quella donna, non credete?” “Ti cosa vi impicciate voi?” Voltandosi il tipo verso Guisgard. “Era una semplice constatazione la mia.” Sorridendo il cavaliere. “Tenetele per voi allora.” Replicò l'uomo. “Altrimenti potrei mostrarvi le mie di considerazioni... magari sulla vostra bella faccia da damerino.” “La mia faccia?” Ripetè Guisgard. “Si...” annuì il tipo “... perchè non mi va granché a genio.” “Lasciate perdere la mia faccia...” fissandolo sarcastico il cavaliere “... ci sono loto affezionato, sapete? E non mi piace quando qualcuno vuol maltrattarmela.” “Ah, si?” Incrociando le braccia l'altro. “Si.” Annuendo Guisgard. “Ah, si?” Ancora il tipo. “Si, si, andate al diavolo.” Ironico il cavaliere. “Ora basta.” Intervenne il locandiere. “Non voglio baruffe qui dentro.” Guardò poi Altea. “E voi siete pregata di terminare di bere quanto avete ordinato, di pagare e di uscire dalla mia locanda.” Ma proprio in quel momento qualcuno entrò nella locanda e Altea subito lo riconobbe: era uno dei domestici del vescovo. “Milady...” avvicinandosi al tavolo della dama “... grazie al Cielo vi ho trovata finalmente. Vi stiamo cercando da ore. Dovete tornare subito al palazzo di Sua Grazia, poiché egli è molto in pena per voi. Vostro fratello ed il duca Gvin sono usciti ore fa per cercarvi e ancora non sono ritornati. Vi supplico, venite via con me.” Guardando Altea. http://tv.befan.it/files/2013/06/cap...so-sangue.jpeg |
"Ottimo, andate pure.." dissi, alzandomi dal tavolo dopo aver finito il vino "Tra mezz'ora va benissimo..".
Salii nella camera del locandiere e mi cambiai in fretta. L'armatura era stata già riparata dove la bestia mi aveva attaccato. La indossai rapidamente, e misi ancora l'elmo e i guanti nel cestino. Quando fu il momento di indossare l'abito mi guardai un momento allo specchio, e qualcosa attirò la mia attenzione: non mi ero tolta il ciondolo. Per poco non sobbalzai a quelle parole. Ma poi sorrisi, augurandomi che fosse di buon auspicio. Indossai l'abito semplice che avevo comprato, benedicendo il mio buonsenso che mi aveva impedito di acquistare l'abito bianco. Non sarebbe mai riuscito a coprire l'armatura. Tagliai di netto uno spiraglio nel fianco, che mi permettesse di estrarre abilmente la spada, esattamente come avevo fatto prima. Indossai un mantello che mi celasse, e uno scialle, che coprisse il collo. Non era il mio aspetto migliore, ma non mi importava. Dovevo essere pratica. Ma non mi tolsi la collana. Scesi di sotto dove Astus e Guisgard mi stavano attendendo. Udii delle voci concitate dalle scale, qualcuno che osava minacciare Gufo Scarlatto! Addiruttura? Parlavano della donna che avevo incontrato nella foresta. La stessa che ancora un po' ci faceva scoprire. Raggiunsi il mio finto marito e il suo amico mentre erano di spalle. "Che succede?" chiesi, ponendomi al suo fianco "Problemi?". Ma poi un uomo entrò e chiese alla dama di andare con lui. Sellai la mascella e lo guardai torva per un momento: Gvin! Tuttavia, fu solo un attimo, poi sorrisi. Ma bravo Gvin, vai in cerca di donzelle quando dovresti essere nella foresta a cacciare la bestia... O hai mandato i tuoi uomini a morire mentre tu te ne stai in panciolle? Non era un mio problema, pensai. Lanciai un'occhiata divertita a Guisgard, e, non saprei dire perché, mi venne in mente la collana. Sorrisi tra me e me, ripensando a come si era battuto per farmela avere. Un perfetto Gufo Scarlatto! Mi slacciai la collana e gliela porsi, mostrandogli la scritta. "E' lì che siamo diretti.." mormorai "Voglio sperare che sia di buon auspicio.." sorrisi. "E non è tutto..". Poi, aprii il ciondolo, mostrandogli la frase all'interno del monile "Il Fiore Azzurro?" sussurrai, con gli occhi nei suoi. |
Quell'uomo iniziò a minacciarmi aizzando tutti contro di me, Posteg era spaventato...ad un tratto apparve il cavaliere, trasalii un attimo visto non mi ero presentata all'appuntamento e i precedenti avvenuti, ma egli si era schierato dalla nostra parte, non sbagliavo..è nei momenti come questi che ci si rende conto del valore di una persona, avrebbe potuto pure essere indifferente.
Arrivò il messo del vescovo dandomi la notizia..mi rabbuiai e il mio viso impallidì, Thomas...speravo non fosse in pericolo.."Si dite al vescovo sono in città, rassicuratelo, e arriverò presto a Palazzo". Scossi il capo...dovevo fare la brava donna che stava ad aspettare i due uomini a casa? Arrivò il locandiere intimandomi di andare via ma prima mi avvicinai al cavaliere e Astus e dissi in modo automatico scusandomi a Guisgard.."Vi chiedo scusa..."guardandolo negli occhi in modo capisse mi riferivo all'appuntamento.."sono fuggita da Solpacus per una serie di fatti che mi hanno turbata e sono ritornata solo ora". Improvvisamente senza farsi notare arrivò Guàmarin e iniziò a parlare coi due uomini, guardai un attimo i loro gesti e notai non avevano le fedi nuziali, forse si erano sposati secondo un rito pagano, eppure il cavaliere, come fece notare pure lady Gertrude aveva una croce al collo ma non erano fatti miei, ovviamente..sorrisi e presi la parola.."I miei saluti lady Guàmarin, mi permetto di salutarvi visto mi è stato insegnato a essere cortese, penso vi ricordiate di me, visto vi diedi il mio appoggio e aiuto per uccidere la belva sebbene sapevo benissimo foste dei mercenari come vi avevate detto, sapete a differenza di altri io non faccio distinzioni pur di salvare un popolo..la mia promessa sappiate è sempre stata valida ma a quanto pare mio fratello Thomas ha ragione quando dice forse la parola di un mercenario non ha valore? Mi rammarica dovergli credere" e guardando il cavaliere conclusi.."Avevo alcune cose importanti da darvi sulla bestia ed altro ma non ha importanza, devo andare a cercare mio fratello...è colpa mia se ora è in giro a cercarmi e magari rischiando la vita". Il messo era andato a riferire al vescovo il mio messaggio ma io mi rivolsi a Posteg convinta..."Posteg, gentilmente, sellate il mio cavallo..non mi interessa del duca, ma non potrei permettere a mio fratello di rischiare la vita, nonostante è appena tornato con valore dalle Crociate e ha avuto ben più temuti nemici...devo andare a cercarlo, è colpa mia, darei la mia vita per lui". Detto questo uscii dalla locanda seguendo Posteg dietro i padiglioni, la bestia non mi avrebbe portato via mio fratello di certo...aveva già portato via il mio migliore amico. http://i57.tinypic.com/2ymu7sw.jpg |
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