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non vi preoccupate mylady Polgara risposi lo terrò a riposo finche non si sarà rimesso del tutto andate tranquilla con me è in buone mani sir Guisgard aggiunsi sorridendo.Ora mio caro e fedele amico dovete rimettervi in forze se vogliamo sopravvivere ancora a lungo.Hai fame ? chiesi guardandolo e sorridendogli.
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Stavo aspettando che la donna si decidesse a dire qualcosa, quando mi arrivo' alla mente il pensiero sereno e spensierato di Polgara......mia cara Sorellina, per dormire e per mangiare c'e' tempo......saresti cosi' carina da raggiungermi ?.......Cavalier tristezza mi chiede della sua sposa....e la dolce vecchietta...puo' darci una mano, in due possiamo cercare meglio che ne dici?.......Speriamo che il sonno e la fame non le hanno chiuso il canale ricettivo......
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Hastatus scrutava l' infinito paesaggio che circondava il castello.
La nebbia lo copriva con il suo etereo ed inviolabile manto. Ad un tratto il cavaliere udì dei passi. Era Heylde, la figlia Cembelus. Guardava la nebbia senza dire nulla. Poi, dopo alcuni istanti, cominciò a dire: "Voi giudicate male me ed i miei familiari... eppure noi non facciamo male a nessuno. Segregati qui, ci siamo solo imposti una vita senza slanci e senza luci. Credete che sia facile? Sapete cosa vuol dire vivere con la convinzione che la gioia e la felicità siano andate via per sempre? Immaginate cosa vuol dire vivere senza più poter sognare?" Si coprì il capo con il suo velo per proteggersi dal freddo ed aggiunse: "E sapete qual' è il prezzo di tutto questo? Esorcizzare il dolore! Si, come se fosse un demone... rifiutare la gioia per la paura di poterla perdere. Non pensate quindi che io ed i miei cari abbiamo già pagato abbastanza?" Llamrei intanto vagava nel castello. Aveva con se quel libro e lo custodiva come se in esso ci fossero le risposte a tutto ciò che rappresentasse il Doloroso Amore. Ma mentre la donna cercava qualcuno di cui fidarsi, si ritrovò davanti una robusta figura. Era Ermaus. "Dove andate cavaliere?" Chiese con un tono che sembrava celare arroganza e malizia. "Siete nostro ospite... e se vi occorre qualcosa potete chiedere e vi sarà offerto." Cominciò allora ad osservarla con una strana espressione. "Siete un cavaliere..." riprese a dire "... eppure avete una grazia ed una delicatezza non comuni per un uomo... vi ho scrutato con attenzione nella sala... e mi chiedevo... perchè mai celate sempre il vostro volto?" Uno strano ghigno sorse allora sul suo volto e con un improvviso gesto tirò giù il cappuccio che copriva il capo di Llamrei. E questa mostrò il suo bellissimo volto... http://i42.tinypic.com/27y3338.jpg |
Nei sotterranei, intanto, la donna con la maschera si trovava davanti ad Elisabeth.
"Sono solo una povera pazza..." cominciò a dire "... e sono colpevole quanto chi mi ha rinchiuso qui dentro. La follia ed il male non possono entrare in una casa, se chi vi abita si oppone. Anche se fosse uno soltanto... ed io non ho fatto nulla per impedire a mio figlio di edificare queste mura di illusione... ed ora, come tutti coloro che vi sono imprigionati, sconterò i miei peccati... perchè presto i tre cavalieri verranno a reclamare le nostre vite..." Nel frattempo, Guisgard era nel suo letto. "Tranquillo, amico mio..." disse a Cavaliere25 "... ti ringrazio ma non ho fame. O, per meglio dire, non è il cibo quello di cui ho bisogno." E si adagiò il ciuffo all' indietro. Ma proprio in quel momento, qualcuno si accostò alla porta, aprendola e guardando nella stanza. "Ehi, sembra che abbiamo visite!" Disse Guisgard al suo scudiero. Sulla porta vi era la bambina che Polgara ed Elisabeth avevano riportato al castello. "Entra, su!" La chiamò Guisgard. "Sei un cavaliere?" Chiese la bambina. "Cioè... un cavaliere vero?" "Si, un cavaliere." Rispose Guisgard. "Un pò ammaccato, ma vero!" "E dove sta la tua armatura?" "Dovresti chiederlo al mio scudiero." Rispose Guisgard. "Già, è vero! Dove si trova la mia armatura?" Chiese con sarcasmo a Cavaliere25. "Sei venuto per battere i tre cavalieri?" Chiese la piccola. "Ti fanno paura, quei cavalieri?" "Un pò si... ed anche a mia mamma fanno paura." "E li hai mai visti tu?" Chiese ancora Guisgard. "Una volta... dalla torre... ma mamma non vuole che ne parli... dice che se li chiamiamo con i loro veri nomi... verranno ad ucciderci... come hanno fatto con il mio papà..." E scoppiò a piangere. "Su, su... tranquilla, qui sei al sicuro..." Disse Guisgard prendendola in braccio. "Come ti chiami, cavaliere?" Chiese la bambina, asciugandosi le lacrime. "E' un segreto... ma se prometti di mantenerlo, allora sarà il nostro piccolo segreto..." La bambina annuì. "Mi chiamo Guisgard... e tu?" "Maryanell..." Rispose la piccola e si strinse forte al cavaliere. "Se quei cavalieri torneranno... ci penserai tu?" "Si, tranquilla... ci penserò io..." |
Ascoltavo le parole di quella donna, parole che non avevano nulla a che vedere col vaneggiare della pura follia....avrei voluto toglierle quella maschera, quella era la sua prigionia....il volto e' la massima espressione dell' uomo.....<< Nessuno vi avrebbe rinchiuso in questo posto, se voi non aveste contrastato...con tutte le vostre forze anche quell'unica persona che ha chiuso tutto il suo dolore tra le pietre, pensando di non poter piu' soffrire, i vostri peccati i miei peccati......forse li sconteremo con la peggiore delle morti...pero' non sara' qua sotto che l'aspetteremo....credo che si debba avere il coraggio di guardare in faccia sua Signoria la Morte, e poi sara' li' che saremo in grado di dire se e' il caso di combattere questi misteriosi e terribili cavalieri...o soccombere alla loro giustizia >>....intanto non avvertivo la presenza di Polagara.......avra' addentato senz'altro qualcosa...a forza di usare la magia...si sentira' completamente scarica........
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amico mio la tua armatura lo messa nel armadio, poi dissi alla bambina piacere di conoscerti Maryanell il mio nome è cavaliere25 sei una bella bambina aggiunsi sorridendole, ma non hai paura di andare in giro da sola per il castello? chiesi guardando la bambina e accarezzandogli i capelli poi guardando Guisgard dissi amico mio avete fatto un altra conquista con questa bambina e risi,ora che facciamo amico mio come ci muoviamo?
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Fissai quell'uomo con un ghigno di disprezzo.
"Ebbene: godete di ciò che siete venuto a conoscenza? Su! Forza: correte da papà a dire che un cavaliere lo aveva ingannato! Magari vi regala una buona caramella! Su Che aspettate?" Ero con le spalle al muro. Gridare non avrebbe servito...Ma capitò una cosa che non avrei immaginato. L'ombra che mi accompagnò nella stanza. La vidi di riflesso sul muro alle spalle di Ermaus. Un vortice di aria ci travolse tanto che dovetti aggrapparmi al muro per rimanere in piedi. Il vortice colpì principalmente il figlio del nobile del castello e lo alzò e scaraventò addosso al muro. Intontito l'uomo, io non pensai ad un secondo in più: più velocemente possibile cercai una via di uscita. "Devo assolutamente trovare Elisabeth!!" dissi. Era la persona di cui piùmi fidavo. Era la mia amica. |
Guardai in viso lady Heylde, provavo compassione per lei.
"Sicuramente non ho idea di cosa voglia dire vivere senza poter sognare, ma so che fuggire dal dolore non è una soluzione... non porta a nulla. Può portare solo altro dolore. Il dolore va vissuto... va accettato... e alla fine affrontato. Solo in questo modo, alla fine si possono trovare nuove gioie. Sicuramente non ci faranno dimenticare il passato, perché le persone care che abbiamo perso continueranno a vivere nel nostro cuore e nei nostri ricordi... ma queste nuove gioie porteranno la luce e il calore necessari ad andare avanti. Milady... non guardate solo indietro... lasciate che il vostro sguardo vaghi verso l'orizzonte." |
Perry percorse i lunghi corridoi e si trovò in poco tempo davanti alla porta dove Guisgard riposava. Bussò.
<<E' permesso?>> chiese prima di fare capolino dal ciglio della porta << spero di non essere di troppo Sir>> sorrise. |
Non avevo trovato le cucine ma ero capitata nel salone della colazione e fortunatamente era rimasta dell'uva e del vino rosso in una brocca. Zucchero e color rosso...ottimo..esattamente quello di cui avevo bisogno.
Non appena mi rifocillai un po' percepii il pensiero di Elisabeth, dovevo riuscire a raggiungerla... |
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