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Elv si avvicinò ancora, poi quando fu vicino al cancello smontò dal cavallo e raggiunse le grate, oltre le quali c'era Gwen.
"Si, sono io..." disse lui, fissandola negli occhi, mentre il pallore lunare rendeva i suoi occhi scuri misteriosi e luminosi. |
Lo vidi smontare da cavallo, per poi avvicinarsi al cancello.
Ci credevo? No, non ancora, era così assurdo che non mi sembrava reale. Non mi sembrava vero vedere i suoi occhi ed il suo viso di nuovo, così vicini. Aprii cautamente il cancello e mi avvicinai a lui. Alzai le mani e le feci scorrere sul suo bellissimo viso, cercando quella memoria che temevo di aver perduto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Andammo in carrozza per tornare al palazzo vicino Suession "Lo so, ma cosa potevo fare? Pensavo avesse mandato un messo, lo sai che il Duca è suscettibile se lo contraddici, ma mi avrebbe mandato qualcuno per aiutarmi, non posso mica appendere cartelloni in giro?" sbuffando.
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Gwen si avvicinò e lo toccò.
I suoi tratti, il suo profumo, i suoi occhi. Era proprio lui, era Elv, ancora con la divisa che indossava il giorno del loro saluto. "Si, sono io..." disse e la baciò, al pallore di quella Luna incantata. La carrozza lasciava Capomazda alla volta del palazzo dei De Bastian. "Sua signoria ha detto che ti avrebbe affiancato un suo araldo." Disse Mandus ad Altea. "Magari ci raggiungerà molto presto al nostro palazzo." Lui con espressione cupa. |
"Nonno, ti vedo preoccupato, come mai? Non ti preoccupare...me la saprò cavare. Sei cupo da quando ti ho raccontato il fatto del cameo e dello zingaro.
Dimmi...cosa succede, che pensieri hai?" comprendevo se non avessi trovato quel cacciatore di taglie sarebbe stato un guaio, effettivamente era come trovare un ago in un pagliaio. |
Passai le dita sul suo viso, il suo bellissimo viso che avevo sognato intere notti, anche la medesima divisa che indossava quel giorno di tanti anni fa.
Il vento sospinse il suo profumo familiare verso di me e non mi sembrava vero di poter guardare nuovamente i suoi occhi neri come ossidiana, lucidi e intensi. Un attimo dopo mi baciò e mi sembrò di sciogliermi fra le sue braccia, mentre sentivo gli occhi divenire lucidi ed affondavo le mani fra i suoi capelli neri. Era meraviglioso, ma non mi sembrava ancora vero. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nell'incanto della notte stellata, ingentilita da una Luna misteriosa e sognante, Gwen ed Elv si abbandonarono a quel lungo bacio, stringendosi l'una all'altro.
Lei sentiva il suo profumo, il suo sapore, il suo calore. "Mi sei mancata..." disse lui guardandola negli occhi "... andiamo, ti ho desiderata per infinite notti..." prendendola per mano. "Nulla, mia cara, nulla..." disse Mandus ad Altea "... è solo questa storia, non badarci..." ma non sembrava molto convinto nel dirlo "... quanto a sua signoria, è un uomo autoritario, deciso e vanesio... molto diverso da come sarebbe forse stato il nipote di Taddeo l'Austero, se fosse sopravvissuto e salito al seggio ducale..." |
Scossi il capo "Effettivamente con l' educazione del Duca Taddeo l' Austero sarebbe stato un Duca giusto. Si, è un uomo vulnerabile e non pensa proprio al popolo. Nonno...lo so non puoi nominare il nome di quel bambino ma mi parli di lui?" con vivo interesse.
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"Era un ragazzino dallo sguardo sognante, la fervida fantasia, una passione per la vita che sprizzava da ogni poro." Disse Mandus ad Altea, mentre la carrozza li cullava col suo andamento lungo le stradine della bughiera. "Amava un talento unico con la spada ed anche la sua mira con le armi da fuoco era fuori dal comune. Per questo il duca Taddeo aveva fatto arrivare a corte il miglior maestro di scherma dello stato."
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Era incredibile come fossimo riusciti a colmare anni e anni di lontananza, assenza, mi sembrava di vivere un sogno, da cui non volevo svegliarmi.
Accarezzavo il suo volto, che mi era mancato da morire, mi era mancato sentirmi stringere, abbracciare, il suo calore mi avvolgeva e mi trasportava indietro negli anni, quando non avevo ancora sofferto così tanto e tutto appariva più bello e luminoso. "Anche tu..." sussurrai, il mio viso vicino al suo e gli occhi ancora lucidi. Annuii ancora frastornata, mentre andavo dentro insieme a lui. Insieme. Che il cielo mi avesse fulminata se il destino non mi stava giocando un terribile scherzo e l'esaltazione che sentivo in corpo e nel cuore non fosse stata reale. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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