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"Non mi risulta" disse Anya da fuori a Gwen "che la solitudine migliori la tristezza..."
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Tutto accadde velocemente.
Nyoko urlava e si disperata, mentre Pavel si azzuffava col padre del fanciullo. A nulla valsero neanche le grida del padre di lei e poi l'intervento di alcuni passanti pronti a dividere i due. Pavel sembrava una furia cieca ed indomito colpiva con schiaffi, pugni e calci il tipo che gli si era lanciato contro. Quel ragazzo era forte, vigoroso e con una rabbia dentro da poter distruggere il mondo intero. |
Sia io che mio padre cercammo di fermarlo ma nona servì a nulla. Altra gente venne in soccorso di quell'uomo, sentivo le loro grida e quelle di mio padre. "Basta!" urlai sperando di fermarli "Pavel, ti prego fermati!" urlai disperata con le lacrime che ormai rigavano il mio volto come non mai. Tesi le braccia al buio, sperando di afferrare qualcuno, sperando di raggiungerli e senza rendermene conto caddi dalla panchina.
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Il locandiere annuì ad Altea e preparò i piatti per i militari.
Li portò poi in tavola e chiese loro circa un'occupazione per Altea alle prigioni, facendola passare per una sua cameriera. "Vedete..." disse ai soldati "... ella è una brava ragazza, molto lavoratrice e del tutto onesta... tuttavia non posso più tenerla qui alla locanda..." "È come mai?" Chiese uno dei militari. "Eh, siamo tra uomini e ci capiremo..." il locandiere "... ella è troppo bella ed appariscente e sebbene attragga molti clienti maschi qui alla locanda, mia moglie ne è gelosa e mi accusa di fare spesso cattivi pensieri su di lei..." "E di certo non si sbaglia, vero, vecchio porco?" Il soldato, per poi scoppiare a ridere con i suoi compari. |
"Sentiamo, cosa mi diresti? Che sono stata un'idiota a pensare che potesse funzionare e che non cambierà mai il modo in cui lui mi vede? Se sei venuta a dirmi questo lo so già e non c'è bisogno che venga tu..."
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Rimasi in disparte lavando i piatti e bicchieri mentre il locandiere serviva il pranzo ai militari.
La mia aria era fintemente indifferente ma ascoltavo attentamente. Dovetti trattenere una risata alla scusa di messer Francois ma come scusa era ottima..quell' uomo era sicuro e sapeva il fatto suo. Non aggiunsi altro...non volevo dare la miccia a quel discorso tra uomini già bollente...l' unica cosa mi interessava mi facessero lavorare laggiù. |
Cristiano rise di gusto.
"Massi', certo." Disse a Clio. "Non è che qui al castello ci sia poi molto altro da fare." Annuendo sorridendo. "Sono certo sarà divertente assistere alle vostre prove." "Benissimo!" Esclamò Ozillonne. "Appena tutti gli altri saremo pronti si comincerà!" |
"Benissimo." Disse il padrone di casa a Dacey. "Sarà di certo interessante assistere ad un vostro spettacolo. Soprattutto se improvvisato." Con un leggero sorriso, mentre i suoi occhi azzurri ed enigmatici fissavano la ragazza. "Ho sempre amato l'arte orientale. Confucio soleva dire che l'improvvisazione è guidata dall'istinto e va sempre seguita, senza aggiungere o togliere nulla." Sedendosi su una bella poltrona foderata di un porpora scuro.
"Molto bene..." fece Amit "... allora cominceremo subito." Guardò poi sua sorella. "Che strano tipo..." sottovoce a lei "... e quel pallore in viso, hai visto? Che sia un vampiro?" Ridacchiando. |
Il tutto era sempre più caotico.
Alla fine Nyoko cadde a terra. E solo nel vederla così, nell'erba e nel fango, Pavel finalmente lasciò quell'uomo e corse per soccorrerla. Ma il padre di lei lo fermò, afferrandolo per il bavero della giacca. "Non toccare mia figlia, razza di selvaggio." Disse con disprezzo al ragazzo. |
Sorrisi a Cristiano
"Ottimo allora" annuendo "Non vedo l'ora di cominciare.." sorridendo. Poi mi voltai verso Ozillonne. "Io andrei a svegliare quei pignoni fossi in te.." divertita. |
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