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“Beh, l'idea è pericolosa...” disse Ippio a Clio “... ma anche io credo che non ci sia molta altra scelta... voi non avrete certo problemi a sedurre Yrko... poi una volta nel castello occorrerà un piano...”
“Forse potrà cominciare a girare un po' nel maniero...” fece Marzio “... così da poter fissare nella mente i luoghi del castello e cercare la stanza dove tengono Sua Maestà... con le mappe non dovrebbe essere difficile muoversi all'interno...” “Anche io credo sia l'unico modo.” Annuì Ippio. “E poi, una volta scoperta la presenza del re, magari raccogliere prove e portarle davanti al popolo, così che Guidox e i suoi non abbiano modo per discolparsi. Cosa ne dite, Clio?” |
" bene ultimo accordo sarà quello economico.....ma so che non avremo problemi.......saperti accanto giorno dopo giorno e' già tanto......hai ragione.....con questa tizia si rischia grosso....ti ricordi ? c'era una festa....un palio o qualcosa del genere......e se fossero andati a questa festa ?....in questa casa non c'e' nessuno..........anche se in realtà non conosciamo queste persone........l'unica sarebbe entrare nelle grazie di Solder....ma e' acida......eppure forse ho sbagliato io........lei mi conosce e pensa che possa aiutarla.......bene......farò si' che lei creda che io sia dalla sua parte, dimmi tuse questa può essere la pista giusta...."......E quando si parla del diavolo spuntano le corna......." Solder entra e' tutto a posto...grazie per la camicia che hai dato a Gem".......
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Altea tirò così alcune pietre verso la torre in cui sapeva essere rinchiuso il misterioso prigioniero.
Era notte e tutto sembrava muto, indifferente, come avvolto da un'atmosfera irreale e mutevole. All'improvviso, però, quasi in risposta a quelle pietre lanciate verso la muratura, da una delle finestre della torre cominciò ad udirsi una musica. Era un'ocarina. Ma ad un tratto Altea udì dei rumori alle sue spalle. Si voltò e vide un molosso che la fissava ringhiando. “Milady...” disse la guardia che teneva il cane al guinzaglio “... cosa ci fate qui fuori a quest'ora?” |
Gem annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Si...” disse “... fingerai di essere dalla sua parte e cercherai di fartela amica...” Un attimo dopo, Solder entrò nella stanza. “Allora, cosa avete deciso?” Chiese la donna. “Abbiamo molta scelta?” Fissandola Gem. “Anche noi vogliamo tornare a casa nostra.” “Bene.” Disse Solder. “Immagino abbiate un piano.” “Si...” fece Gem “... andremo tutti a vedere quella che sembra essere l'attrazione del giorno... il Palio cittadino...” “Il Palio?” Stupita Solder. “Si...” sorridendo Gem “... lì si trova la padrona di questa casa e probabilmente quasi tutto il resto della popolazione... magari lì troveremo altre persone che come noi sono finite in questo bizzarro spazio temporale...” Solder apparve poco convinta, ma alla fine accettò. |
Repressi una risata a quelle parole di Ippio.
Pensai al fatto che una fotografia e delle microspie avrebbero aiutato ma, ahimè, eravamo nel XVI secolo. "Si, mi sembra una buona idea ma.. Che genere di prove? Abbiamo già la spilla e il biglietto anche se solo la mia parola prova che vengano da quel castello... Voi mi credete, e ve ne sono grata.. Anche perché non rischierei così tanto per una menzogna..." Sorrisi "..però... Credete davvero che Yrko mi farebbe bighellonare per il castello? Da sola? Potrei chiedergli di accompagnarmi a visitarlo, ma non sarei libera.. Bisogna trovare il modo per metterlo fuori combattimento senza che sospetti di me.. E se.." Dissi piano "..se lo facessi addormentare? No, mi correggo bere e addormentare.. Così, quando si sveglierà potrà dare la colpa all'alcool e se mi trovassero in giro per il castello direi che.. Boh.. Che mi annoiavo.. O che mi sono persa!". Sospirai "...cosa ne dite? Avete un'idea migliore? Anche se però mi serviranno davvero le mappe del castello o rischierò di perdermi veramente..." Guardai i tre uomini negli occhi "lo so che é pericoloso.. E io non sono una Rossa, non mi farei sfiorare da quell'uomo nemmeno tra cent'anni.. Ma non abbiamo altra scelta, e tutto questo è diventato troppo importante...". |
“Si...” disse Ippio a Clio “... forse è l'idea migliore, l'unica che possiamo permetterci... allora siamo d'accordo... attirerete l'attenzione di Yrko, vi guadagnerete la sua fiducia e una volta nel castello lo farete ubriacare per poi girare fra quegli ambienti in cerca di Sua Maestà...”
Presero allora le cartine del castello di Bene e ritornarono ai padiglioni del Palio. “Milady...” rivolgendosi Ippio alla ragazza prima di entrare nel loro padiglione “... volevo solo dirvi... grazie... non so perchè facciate tutto questo, perchè abbiate sposato questa causa... è un piano rischioso che vi porterà nella tana di quei maledetti... e forse sono pazzo io per primo a permettervi di rischiare tanto... ma forse davvero non abbiamo altra scelta... spero che vostra zia comprenderà... sappiate solo che se voi o lei... insomma... se sorgessero dei dubbi in voi, vi capiremmo...” |
"Mi servirà del sonnifero da mettere nel vino, però... Immagino che avrà una gran resistenza.. E comunque non posso permettermi di fallire.." Dissi ad Ippio.
Ringraziai e salutai Bene prima di incamminarmi sulla via del ritorno con i due contradaioli. Giunti davanti al padiglione Ippio mi fermò. Citazione:
"Vi ringrazio.. Ma mi attribuite troppo valore che non possiedo, sto solo facendo ciò che ritenevo giusto.." Sospirai. E ancora una volta pensai a quella musica carica di malinconia eppure dolce come nessun'altra, all'espressione delicata di Lady Beatrice e all'inconfondibile luce negli occhi azzurri del re. Il mio volto si illuminò, e guardai Ippio con un sorriso. "Nulla avviene per caso, messere.. Quel biglietto è atterrato proprio ai miei piedi, non potevo certo ignorarlo e continuare come se niente fosse.. Farò tutto ciò che sarà necessario per aiutarvi a liberare il vostro re.. E chissà che tutto questo non lo abbia reso migliore..." Sorrisi "..beh, quanto al pericolo.. Ho fiducia in voi esattamente come voi l'avete in me.. So che se dovesse succedere qualcosa non mi abbandonerete..". Distolsi lo sguardo e fissai un punto lontano. Pensai al fatto che mi fidavo di quell'uomo che conoscevo appena e non ero riuscita a fidarmi di Masan nonostante le disavventure vissute insieme. Ma, probabilmente, la spiegazione era più semplice del previsto. "Buffo, non trovate?" Dissi gaiamente al contradaiolo "..avere degli obbiettivi, degli ideali e una visione del mondo comune o simile porta rende le persone molto più unite.. A fidarsi l'uno dell'altra anche se si è perfetto sconosciuti... Infondo, si combatte la stessa battaglia, e dalla stessa parte..". Guardai il padiglione "..ora devo andare, prima che cominci il palio.. Devo procurarmi il sonnifero, studiare quelle mappe e salutare mia zia... È stata così buona con me..". |
E così d'un tratto il suono della ocarina riprese...dolce e malinconica. Proveniva proprio da una delle finestre di quella torre ma mi trovai dietro una guardia con un molosso...che dovevo fare...certo fingere come prima e ben altro.
Mi alzai e presi un fazzoletto, attorno era buio visto la notte era calata silente e iniziai a fingere di piangere.."D'accordo messere volete umiliarmi" mi guardai attorno e vi era solo lui nelle vicinanze.."mio marito..sir Daiz, guardavo la Luna lassù e udii la sua voce..e ciò che vidi fu tremendo per me". Sospirai continuando.."Si stava proprio baciando qui con una donna..non so se fosse una cameriera, la gelosia mi ha accecata e siccome non potevo uscire dalla porta sono scesa dalla finestra per dare a entrambi una bella lezione..ecco vedete, erano vicino quella siepe". Aspettai che la guardia si voltasse per guardare e gli diedi un colpo secco sulla nuca e lo vidi stramazzare al suolo...almeno le mie lezioni private di karate erano valse a qualcosa. |
Gem e Solder ebbero uno scambio di idee......e da questo usci' fuori un piano che mi piacque ....molto, saremmo andati al palio.....avremmo potuto incontrare.....qualcuno...di interessante, almeno per i nostri interessi...Solder era un pericolo con e senza pistola....." Bene Signori....ritorniamo in citta' , per la riuscita del rientro......spero ci sia un'altra donna nel gruppo.......sapete, la forza femminile e' impareggiabile in queste cose.......Tre donne sarà il numero perfetto per la nostra missione......state Tranquilla Solder...abbiamo tutti la stessa voglia di rientrare a casa.......spero che sia una scienziata come voi l'altra persona ?.........".......
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Ero rimasta lievemente indietro mentre parlava, ma a quelle parole sollevai gli occhi di scatto...
“Cosa?” domandai, facendo d’istinto due passi avanti e afferrando con una mano il braccio di Guisgard e stringendo la stoffa della camicia “Ma questa è una follia, voi non potete chiedere questo! Lo avete detto voi: il vostro re si è nascosto per sfuggire ai suoi nemici... e ora volete che Guisgard vada a passeggiare in città? E cosa faremo se viene aggredito? Se dovesse esserci una reazione, un attentato? Prevede qualcosa il vostro accuratissimo piano per quel caso?” Avevo parlato d’istinto, con la voce tra lo spaventato ed il preoccupato... forse non avevo il diritto di dire quelle cose, ma le pensavo e non avevo potuto evitarlo... osservai Carlo ancora per un istante, ero arrabbiata per quella proposta... poi i miei occhi si spostarono su Guisgard ed incrociarono i suoi... |
Capitolo VI: Il Palio, la Pantera, Pestifero e il principe
“Così cavalcò il duca, così cavalcò il vittorioso con il fior d'ogni cavalleria nel suo esercito, finchè giunse a Tebe e francamente scavalcò in un campo dove disegnava dar battaglia.” (Geoffrey Chaucer, I Racconti di Canterbury) Guisgard guardò Talia. “Non ti preoccupare...” disse sorridendole “... forse è per questo che siamo arrivati qui... forse per questo mio zio ha lasciato quegli indizi da seguire... ma non accadrà nulla di male... te lo prometto...” e le accarezzò il viso dolcemente “... accetto...” rivolgendosi poi a Carlo “... accetto... presterò il mio volto al vostro re, anche se dubito che riusciremo ad ingannare i vostri nemici...” “No, forse loro no.” Mormorò Carlo. “Per il semplice motivo che sono stati loro, con ogni probabilità, ad imprigionare il principe Ardena. Ma proprio per questo non potranno smascherarvi. Se lo facessero, svelerebbero la loro congiura.” “E come mi accoglieranno?” Inquieto Guisgard. “Prostrandosi ai miei piedi?” “Inizialmente saranno sorpresi.” Rispose Carlo. “E prenderanno tempo. E noi dobbiamo essere abili ad agire in quel momento. Sfruttare tutto a nostro favore.” “Avete una risposta a tutto, vero?” “Si.” Annuì Carlo. “E' così. Il mio ruolo, il mio paese e il mio re mi impongono di averne.” “Ma non è il mio re, né il mio paese.” “Credete?” Fissandolo Carlo. “Sua Maestà ha il vostro stesso sangue. Quanto ad un paese, non basta nascervi per esserne cittadino. Bisogna amarlo.” “Ho una sola condizione.” “Quale?” “Dovete garantirmi che Talia non correrà rischi.” “Sarà sempre con voi.” Fece Carlo. “E come?” “Diremo, per giustificare il vostro allontanamento, che era motivato dall'amore... lady Talia sarà la donna che voi presenterete al popolo come vostra fidanzata.” “Dobbiamo chiederle se è d'accordo.” Sorridendo Guisgard. “Magari pretende una dichiarazione come si deve.” Si voltò a fissarla. “Beh, se io faccio il re, tu potrai fare la mia regina, no?” Le fece l'occhiolino, forse per sdrammatizzare tutta quell'incredibile situazione. http://images.kino.de/flbilder/max05...7/b640x600.jpg |
Clio, Ippio e Marzio tornarono così nel padiglione.
Qui il contradaiolo raccontò tutto l'accaduto agli altri. “Ma...” turbata Oriana “... è troppo pericoloso!” Fissando Clio. “Tu da sola in quel castello con quell'uomo! Neanche lady Beatrice approverebbe! E forse neanche il principe!” “Altre soluzioni non ne abbiamo trovate.” Fece Ippio. “Ma non lasceremo da sola vostra nipote. Resteremo all'esterno del castello e troveremo il modo di comunicare con lei.” “E come?” Fissandolo Oriana. “Facendo segnali di fumo?” “Troveremo il modo, madama.” “Serve però un buon siero per far addormentare il lussurioso tiranno.” Intervenne Bariel. “Ecco, ho mischiato un potente sonnifero in questa bottiglia di ottimo vino... se bevuto così, in pochi minuti fa cadere in un sonno profondo... se invece si diluisce con una parte di vino e tre d'acqua, allora cessa il suo effetto... a lui farete bere il vino puro, mentre voi lo mischierete con acqua...” |
La reazione di Oriana era perfettamente prevedibile.
"Lo so che è pericoloso, ma non abbiamo altra scelta! Non credo che il principe si curerebbe dei mezzi usati per liberarlo... Non rischierei così tanto se non fosse importante.. E voi sapete meglio di me quanto lo sia.." Sorrisi speranzosa "..fidatevi, madama.. Ce la faremo... E so che loro non mi perderanno di vista..". Presi poi il vino che mi veniva porto. "Grazie, è perfetto.. Anche se dovrò tirato fuori al momento giusto.." Sospirai, mentre sistemavo la bottiglia in una bisaccia insieme alle mappe a cui avevo dato una rapida occhiata, ben nascoste da un panno. Ero cresciuta tra stadio, birra, libri e arti marziali: non ero esattamente una famme fatal. "Direi che abbiamo disposto ogni cosa.. Però, Yrko non si perderebbe mai il palio.. Quindi magari sarebbe meglio aspettare.." Scossi la testa "..no.." Mi corressi in fretta ".. È meglio che lo incontri prima, in modo da avere abbastanza tempo per.." Esitai "..beh per fare in modo che mi voglia portare al castello..". |
Altea era riuscita a mettere fuorigioco quella guardia, colpendo di sorpresa alle spalle.
Tuttavia non aveva fatto i conti con il molosso che era insieme al soldato. E quello, vedendo la guardia colpita da Altea, naturalmente aggredì subito la donna, facendola cadere a terra, lacerandole il vestito e afferrandola per il collo. E la forte morsa del molosso penetrò subito nella bianca e morbida pelle della dama, causandole dolore, paura e ferite profondissime. Altea vedeva solo quel cane avventarsi con rabbia su di lei, sporcandole le mani, con cui cercava di difendersi, di sangue. Tanto sangue. Poi, ad un tratto, si udì un colpo e il cane che lanciava un latrato di dolore. Un attimo dopo, finalmente il molosso cadde a terra senza vita. E Altea perse i sensi. Stavolta per davvero. |
“Risparmiaci la tua saggezza massonica.” Disse con disprezzo Solder ad Elisabeth. “Il numero perfetto è uno, per quanto mi riguarda. Perchè io mi fido solo di me stessa. Quanto ad ipotetici miei compagni di viaggio, a te non deve interessare. Detesto le domande inutili e tu ne fai un bel po'. Occupati solo di trovare il modo di farci tornare tutti a casa, se davvero voi Massoni siete illuminati come andate dicendo da anni.” “Tu hai dei grossi problemi dovuti ad una cronica carenza di buona educazione, sai?” Fissandola Gem. “E devo dirti, in tutta sincerità, che mi stai fortemente antipatica. E non credere che quella tua pistola ti renda invincibile. Se vuoi, posso tranquillamente dirti cosa farne di quell'arma.”
“Fa poco il grand'uomo tu.” Fece Solder. “E tieni per te le tue considerazioni personali. O te ne farò pentire.” Arrivarono nella grande piazza cittadina dove si teneva il Palio. “Appartenete ad una delle contrade o siete semplici spettatori?” Chiese loro uno dei Marescialli di Campo. |
A quelle ultime parole di Clio, Oriana scosse la testa.
“Spero che tu sappia ciò che stai facendo...” disse la donna “... e che il Cielo ci assista...” “Si, Yrko non lascerà il Palio...” fece Ippio “... almeno non prima di averlo vinto o di esserne stato eliminato...” “Senza un cavaliere per Pestifero” mormorò Marzio “sarà difficile contrastare Yrko e il cavallo dell'Aquila...” “A proposito...” disse Ippio “... il cavaliere è riuscito a salire in sella a Pestifero?” “No...” scuotendo il capo Marzio “... quel cavallo non vuol saperne di essere cavalcato... e il cavaliere prescelto a farlo ha mollato tutto ed è andato via...” “Pensiamo al nostro piano ora!” Esclamò Ippio. “Clio deve raggiungere il padiglione dell'Aquila, dove Yrko si starà preparando per il corteo d'apertura... e poi toccherà a lei trovare il modo di avvicinare quel maledetto...” “Quell'uomo” disse il vecchio Bariel “è malato. Malato di lussuria... se saprete attirare la sua attenzione” fissando Clio “non impiegherete molto ad affascinarlo e bella come siete, lui, con ogni probabilità, vi sceglierà come sua madrina...” |
I miei occhi erano di fronte a quelli di Guisgard, la sua mano sfiorava la mia... la strinsi...
“E’ una follia...” sussurrai “Una follia, Guisgard... è pericoloso... ed io non credo che tuo zio volesse che venissi qui solo per rischiare di venire aggredito, o peggio...” Lo fissai per un istante... poi abbassai appena lo sguardo... “Ma tu vuoi farlo...” soggiunsi poi, tornando a guardarlo “Non cambierai idea, vero?” Sospirai... “Va bene...” mormorai, sforandomi di sorridere “Va bene... facciamolo! Ed io... io sarò con te... sì, se davvero pensi che sia giusto aiutare queste persone, allora io sarò con te!” E così dicendolo, con gli occhi nei suoi, la mia mano strinse la sua ancora di più. |
Fu un attimo..l'animale con ferocia mi saltò addosso e caddi a terra, un forte dolore al collo e spalla..cercai di divincolarmi ma era impazzito, vedevo solo lui e le mie mani sporche di sangue.
Sentii solo un colpo forte e persi i sensi. Non so quanto passò ma lentamente riaprii gli occhi, ero dolente alla spalla e la prima cosa che pensai fu quella che per fortuna ero viva e cercai di mettere a fuoco dove mi trovassi. |
Come faceva a sapere che ero Massone........che fossi Medico magari la cosa non mi meravigliava....ma Massone....comunque dovetti arrivare sino alla piazza con Gem e Solde coinvolti nella loro reciproca antipatia......." Carissima Solder il numero 1 e' Dio Onnipotente.......a quanto vedo ci diamo delle arie.......io continuo a sostenere che il 3 e' il numero perfetto......."...arrivammo alla piazza e fummo fermati dai marescialli......e ora ?...eravamo cosa ?......." Apparteniamo ad una contrada....Solder mia cara...ricordi tu il suo nome ?........ho un vuoto di memoria in questo momento........."......potevo dire i Rossi......ma lei sapeva da che parte stare in quel momento.....ed io volevo capire....per andare da Guidox non c'erano problemi..eravamo ancora spie alla sua dipendenza
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Sospirai.
"Beh, se è uno che corre dietro a tutte le donne avrà già una madrina... E poi non so quanto mi convenga farmi vedere in pubblico.. Giacomo il nero sa che sono sua nipote, e non voglio che mia zia ci vada di mezzo.. Dovrò essere solo una ragazza..". Guardai i contradaioli "Beh, se non c'è altro.. Io andrei.. Odio i convenevoli... " sorrisi "Fatemi gli auguri... Rammentate che conto sul vostro appoggio". E così dicendo mi avvicinai all'uscita pronta a raggiungere il padiglione dell'Aquila. |
Altea aprì gli occhi.
Aveva avuto un sonno inquieto, pieno di incubi. Il ricordo di quel molosso aveva scosso e traumatizzata la ragazza. Aprì gli occhi e si trovò nella sua stanza. La luce del meriggio penetrava dalla piccola bifora, illuminando le coperte del suo letto. Si accorse poi che vi erano delle figure attorno a lei. Figure che non fu in grado di riconoscere subito. Poi, piano piano, cominciò a sentire una fitta all'altezza del collo. Istintivamente tentò di portare una mano dove sentiva male. “No, non toccatevi le bende...” disse una di quelle figure accanto al suo letto “... la ferita è ancora aperta... come vi sentite, milady?” Riconobbe poi quella voce. Era quella di Steno. |
Solder però, a quella domanda di Elisabeth, restò come spiazzata.
“Veramente, io no...” disse confusa. “Apparteniamo ai Rossi.” Prendendo la parola Gem. “Allora siete della contrada dell'Aquila.” Fissandoli il Maresciallo di Campo. E indicò loro le tribune di quella contrada. “Vedo che vi siete ambientati bene...” mormorò Solder agli altri due, mentre raggiungevano i posti loro indicati. “Si.” Annuì Gem. “Ma più che altro sappiamo adattarci alle varie situazioni. A differenza tua... quando invece ti sentirai perduta una volta persa la tua pistola.” “Sta tranquillo...” replicò la donna “... prima che accada, ti avrò già fatto fuori.” Raggiunsero così i posti a sedere. E qui Elisabeth, nei posti principali, vide Guidox seduto accanto ad un altro individuo dallo sguardo perennemente accigliato. E Guidox si accorse di loro. |
Finalmente capii che ero in camera ma non riconoscevo ancora le figure vicino a me...e tra l'altro la ferita era ancora dolente.
Poi una voce e piano piano riconobbi Steno...il cuore iniziò a battermi forte e cosi feci finta di nulla..."Ma cosa è successo?Non ricordo pù nulla....e questa ferita?". |
Clio, così, raggiunse il padiglione dell'Aquila.
Qui c'era un gran via vai di paggi e valletti, tutti indaffarati per gli ultimi preparativi. E proprio due valletti arrivarono davanti all'ingresso del padiglione. Uno teneva le redini di un superbo sauro dal manto nerissimo che scalpitava tradendo nervosismo, mentre l'altro portava il vessillo dell'Aquila. “Spostati, ragazza...” disse uno dei due a Clio “... non puoi stare qui... bisogna lasciare libero il passaggio... tra poco comincerà la cerimonia d'apertura.” E in quello stesso momento dal padiglione uscì un cavaliere. Lo sguardo era duro, il volto contratto, l'espressione modellata da tratti marcati e da qualche cicatrice. “E' pronto il mio cavallo?” Chiese ai due valletti. Clio lo riconobbe. Era Yrko. Ad un tratto giunse un servitore. “Padrone...” “Cosa c'è?” Chiese Yrko. “Messer Giacomo il Nero mi manda a dirvi che lady Altea ha lasciato la piazza a causa di un mancamento.” “Dannate donne!” Esclamò Yrko. “Ora dovrò trovare un'altra madrina per il Palio!” E sputò in terra per la rabbia. |
“Sai...” disse Guisgard a Talia “... una volta qualcuno ha scritto che per compiere qualcosa di grande o anche solo per essere davvero felici bisogna essere pazzi, folli e sfidare tutto e tutti...” sorrise “... e forse in questa follia riuscirò davvero a trovare qualcosa di grande... magari lo troveremo insieme, se Dio vorrà...” le accarezzò delicatamente una ciocca di capelli che scendeva lungo il suo bel viso “... e poi, ti rammento, che sono in debito con te di una dichiarazione come si deve... di quelle che si leggono nei grandi romanzi d'amore e che si vedono in quei vecchi film di una volta...” e quel suo sorriso un po' guascone si tinse della luce che in quel momento attraversò i suoi occhi chiari.
Carlo allora fece condurre Guisgard in una stanza, affidandolo ai suoi servitori affinché lo abbigliassero per l'ingresso in città. La stessa cosa il signore di Monsperon ordinò poi di fare alle sue servitrici per Talia. Dopo circa un'ora, entrambi ritornarono nella sala, mostrandosi pronti. Guisgard indossava un vestito a metà fra un'uniforme militare e un abito da cerimonia. La giubba era verde scuro, con ricami in bianco e nero, i colori del reame di Chanty, con fodere di ciniglia vermiglie e una larga cintura di cuoio ungherese. I pantaloni erano stretti, di raso nero e terminavano in alti stivali di un castano pallido. Talia invece appariva bella come una figura di un quadro del Botticelli. Una di quelle bellezze rinascimentali ed eteree, eppure animata da una grazia viva e reale, dai colori luminosi e solari. Avanzava col passo sciolto e deciso delle dame Fiorentine e Senesi, dalle figure delicate e affusolate, pallide e leggere. L'abito era bianco e nero, con la gonna che cadeva ampliandosi, dai risvolti foderati che si aprivano con fiocchi di seta greca che scendevano come leggiadri pendagli di giada, di opale, di granato. Una mantellina di un giallo morbido copriva le sue spalle perfette, stretta sul davanti da una spilla d'oro bianco, raffigurante un giglio rosso. “Sei...” guardandola Guisgard “... sei... sei bellissima... come una principessa...” “Andiamo ora, mie signori...” disse Carlo. “Un momento...” fissandolo Guisgard “... andare già? Io non so come comportarmi... cosa dire a chi mi farà domande... insomma, sarò smascherato anche dai valletti e dai servi!” “Voi siete il principe Ardena...” fece Carlo “... e voi...” guardando Talia “... lady Melicha...” si voltò ancora verso Guisgard “... con voi ci sarò sempre io in pubblico, o, in mia assenza, il barone di Sanion...” indicando l'uomo che era accanto a lui “... per il resto assumerete un'aria compiacente, vagamente disponibile. Studiate con attenzione chi vi circonda e badate di non tradirvi mai, avventurandovi in discussioni complicate. A domande difficili risponderete con lo sguardo o qualche parola vaga e diplomatica. Non concedete a tutti la vostra attenzione e non mostratevi troppo comprensivo.” “Perchè?” “Perchè il principe Ardena è una personalità particolare.” Rispose Carlo. “Ama lo scherzo, l'irriverenza. Eppure talvolta si chiude in un'enigmatica inquietudine, in un'impenetrabile indifferenza, che invece cela solo irrequietezza.” “Tormentato il vostro principe, eh.” Fece Guisgard. “E non parlate mai troppo bene di Chanty.” Intervenne il barone di Sanion.” “Si, è vero.” Annuì Carlo. “E perchè mai?” Stupito Guisgard. “Perchè Sua Maestà non ama molto queste terre.” Guisgard restò sorpreso. “Eppure sono meravigliose...” mormorò. “Ora credo sia il momento di andare.” Prendendo il suo cappello Carlo. “Il popolo vi attende...” E lasciarono il castello, diretti verso Fisyem. |
“Non toccatevi le bende, milady...” disse Steno ad Altea “... come detto, la ferita è ancora fresca... siete uscita dalla vostra stanza e uno dei molossi vi ha aggredita, causandovi una brutta ferita sul collo... siete stata fortunata, poteva essere mortale... forse vi lascerà il ricordo di questa brutta storia, ma almeno non vi ha uccisa. Un velo attorno al collo vi coprirà la cicatrice.” Esitò. “Quel molosso vi avrebbe uccisa se non fosse intervenuto vostro marito... ha ferito a morte il cane, salvandovi la vita...”
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Raggiunto il padiglione, osservai il via vai di gente.
Ma a quanto pare ero di intralcio. "Oh, scusate..." Dissi agli uomini che mi rimproverarono. Ma poi uscì un uomo, lo riconobbi era lo stesso che era giunto al castello la sera della festa. Ascoltai attentamente ogni parola e, senza che i contradaioli se ne accorgessero mi appoggiai a uno steccato poco lontano da Yrko. Lo guardai e sorrisi. "Che razza di donna rinunzierebbe ad essere la madrina del cavaliere più valoroso del palio?" Dissi come se parlassi a me stessa, ma a voce abbastanza alta perché l'uomo mi udisse. "Dev'essere davvero stupida e... Priva del senso del gusto in fatto di uomini..". Altroché, dev'essere molto accorta se si è tenuta alla larga da un uomo del genere! Grazie, comunque.. Mi hai fatto un favore.. Guardai lontano, guardando i padiglioni con gli spettatori ormai seduti, sperando che lo sguardo dell'uomo si posasse su di me. Non potevo essere troppo sfacciata, dovevo lasciare che venisse lui da me. Mi sistemai i lunghi capelli e lasciai vagare lo sguardo, pensierosa. |
Quelle ultime parole..."Mio marito..Daiz? Dove si trova ora...lo avevo appena visto in quel giardino..eh..lasciamo stare..è stato solo un brutto incidente...e pensare mi sentivo meglio e volevo ritornare a fare la madrina al Palio" dissi senza tradire la mia voce, dovevo far capire che i motivi per cui ero in giardino erano validi..."Per favore...mandate a dire a sir Yrko che sono spiacente di questo fatto e che mi sentivo meglio ma sono stata aggredita da uno di quei enormi cani e impossibilitata nel letto ma che mi spiace moltissimo..potete andare voi stesso?"
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Per la prima volta Solder rimase senza parole....Gem fu rapido a rispondere, eravamo amici dei Rossi.....Soldere e Gem ricominciarono a pizzicarsi..." E andiamo Gem, Solder......finiamola con questa pistola...ci ammazzeremo con calma appena usciremo indenni da questo caos.....adesso fatemi il favore, stiamo in apparente in pace con un sorriso sulle labbra......e andiamo a sederci...vediamo chi incontriamo......e se e' possibile..vediamo di capire come possiamo dare una mano, per rimettere a posto le cose...se siamo qui un motivo c'e' e vi assicuro....e prima lo risolviamo e meglio sarà per tutti......"....ci fecero sedere su delle panche....e guarda guarda......Guidox era in prima fila.....speravo non si accorgesse..ma le speranze in quel posto sfumavano via velocemente......" Gem....guarda un po' chi c'e' in prima fila ?.....adesso......bisognerà essere molto bravi perchè.....Solder sarà la spia...ma se da qualche parte c'e' chi la conosce....potrebbe difenderla.....mi sta venendo un mal di testa atroce.....vediamo intanto...che cosa fa' sua Signoria....."...sembravo una statua di sale seduta ......chiusi gli occhi per riaprirli..speravo fosse un brutto sogno...
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“Non temete per questo, milady...” disse Steno ad Altea “... nessuno si aspetta che possiate essere la madrina di qualcuno in questo momento... quella cicatrice sul vostro collo, come detto, sarà un ricordo permanente di questa brutta serata...” guardò poi gli altri che erano con lui accanto al letto “... mi stupisce che non chiediate di vostro marito...” tornando a fissare Altea “... se mia moglie venisse aggredita da un cane e dovesse a me la sua vita, come minimo mi aspetterei di udire il mio nome al suo risveglio...”
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Gem guardò verso i posti dove erano seduti Guidox e Giacomo.
“Già...” disse poi ad Elisabeth “... davvero affollato questo luogo... e tutti sembrano fare a galla per venirci a fare compagnia...” aggiunse sarcastico. “Cosa avete da chiacchierare tanto, voi due?” Fissandoli Solder, che si era seduta accanto a loro. Ma un attimo dopo, sporgendosi in avanti, Guidox li chiamò. “Non sapevo vi interessassero le nostre tradizioni.” Disse. “Altrimenti vi avrei fatto avere un invito ufficiale. Lasciate che vi presenti messer Giacomo il Nero...” indicando l'uomo che era con lui “... questi sono messer... perdonate, non rammento i vostri nomi in questo momento...” “Gem ed Elisabeth.” Fece Gem. “Si, già...” annuì Guidox “... e la vostra amica?” Fissando Solder. “Sono in realtà” disse questa “la sorella di Elisabeth. Siamo inseparabili. Vero, sorellina?” Sorridendo ad Elisabeth, ma attenta a farle un cenno come a dirle di non tradirsi. Ma proprio in quel momento si udì un solenne e prolungato squillo di trombe. La cerimonia di apertura del Palio stava cominciando. Iniziarono a passare in rassegna tutti i cortei delle varie contrade, con valletti e stendardi. E al centro di ogni corteo c'erano i cavalieri, campioni di ciascuna contrada. E il pubblico li incitava e li invocava con ardore. |
A quelle parole di Clio, Yrko si voltò di scatto e la vide.
La ragazza, dai lunghi capelli scuri ricci e gli occhi azzurri, se ne stava a fissare un punto indefinito di quello scenario, assumendo un'aria, agli occhi dell'uomo, intrigante e seducente. “Molte donne sono delle oche” disse Yrko avvicinandosi a lei “degne solo di essere attratte dal lezzo causato dalle parole dei villani. Fortunatamente non tutte sono così plebee..." sorrise "... il mio nome è Yrko di Bumin, damigella...” prendendo la mano della ragazza e baciandola “... campione dell'Aquila... vi va di assistere al Palio da uno dei posti destinati alle personalità più importanti? Come i Podestà, i Cancellieri, i Consiglieri, i Magistrati e le madrine...” In quel momento Clio fu scossa dalle trombe che sancivano l'inizio della cerimonia d'apertura. http://cs307101.vk.me/v307101047/26b1/f-2Dx4Gj6hg.jpg |
" Già...quando speri che ci sia il nulla intorno a te...guarda caso c'e l'immensità dei popoli che ti riconosce......Spero che che ci venga qualcosa in aiuto...Solder mi sta soffocando solo con la sua presenza......".....ed eccola Solder che si insinuava tra me e Gem.....avevo l'istinto omicida più forte che sia mai capitato al più grande omicida...avrei voluto strangolarla con le miei stesse mani.....e quando stavo per assaporare questa scena che si era fatta viva nella mia mente.....Guidox ci chiama..." Devo dirle che ho sempre amato queste tradizioni e non sono mai riuscita a viverne una dal vero...oggi deve essere la mia giornata fortunata......Messer Giacomo il Nero....sono felicissima di fare la vostra conoscenza........perdonate la mia mancanza Guidox ...lei e' Solder....la mia sorellastra.......già.... figlia di letto diverso di mio padre....mi e' stata lasciata in eredità alla sua morte......c'e' chi eredita Castelli....io ho ereditato lei......."....il palio ebbe inizio...fantastico......i colori i cavalli bardati...le dame e i Cavalieri....." Gem...sapessi quanti libri ho letto....e quanto la mia mente ha fantasticato.......siamo veramente qui......".........ero cosi' emozionata...che respiravo appena...al diavolo Solder.......quella era magia.....
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Avevo capito...mi sarebbe rimasta la cicatrice ma se il buon Dio mi avrebbe fatto tornare nel 2013 un buon chirurgo estetico e plastico avrebbe rimediato.
Guardai stupita Steno.."Ma mi state prendendo in giro? Se è la prima cosa che vi ho chiesto prima..eh che solo..si insomma" lo guardai con aria attenta ricordando ciò che avevo detto alla guardia in giardino e forse si era rinsavito e raccontato tutto.."Io..si ero proprio in giardino perchè mi sembrava di averlo visto assieme a una altra dama e mi prese un attacco di gelosia". Sorrisi lievemente. |
Sorrisi.
Aveva abboccato. "Oh, so bene chi siete, mio signore..." Dissi guardandolo negli occhi "..ma evidentemente voi non sapete chi sono io, o meglio, come sono.. Sembrerebbe un'offerta allettante la vostra, ma purtroppo per voi ho udito benissimo che avete perso la vostra madrina.." Mi avvicinai di un passo. "Non mi avrete mica preso per un banale rimpiazzo, vero?" Soggiunsi con un finto broncio, per poi scuotere la testa. "No, mi dispiace..." Dissi sorridendo "non amo stare in mezzo alla gente, detesto avere gli occhi di quei villani addosso... " sorrisi "Il mio posticino discreto andrà benissimo per vedervi trionfare.. E sperare che, chissà, magari verrete proprio da me per celebrare la vittoria.. Ma non perché non avete nessun'altra, altrimenti potrei offendermi.." Senza staccare gli occhi dai suoi "... Per impressionarmi non serve un posto tra le alte cariche.. Se volete la mia attenzione, abbattete gli altri cavalieri uno ad uno..". Mi avvicinai ancora un poco "E poi tornate da me.." Sussurrai. Le trombe squillavano, imperiose. "Ora dovete andare, mio signore.." Sorrisi ".. Non temete, se vorrete rivedermi, mi troverete qui...". |
“Capisco...” disse Steno ad Altea “... comunque sappiate che vostro marito è stato imprigionato nelle segrete di questo castello. E resterà in catene fino a quando messer Yrko non sarà ritornato. Poi penserà lui a processarlo. Infatti il vostro consorte ha aggredito una delle guardie del castello. E' stato lui stesso a confessare quando io e altri soldati, attirati dalle vostre grida per l'attacco del molosso, siamo corsi nel cortile. Mentre la guardia era di spalle, lui ha colpito di sorpresa.”
Era chiaro, dal racconto di Steno, che Daiz, corso a salvare Altea dal molosso, al risveglio della guardia che la donna aveva colpito alle spalle si era preso la colpa per salvarla. |
Gem comprese l'eccitazione e l'entusiasmo di Elisabeth.
Tutto era pronto per l'inizio della cerimonia che avrebbe sancito l'apertura del Palio. “Quando siamo giunti qui” disse alla donna, prendendole la mano “credevo di essere sprofondato in un incubo. Più mi rendevo conto che eravamo nel passato, più mi sembrava di impazzire. Ma poi, piano piano, questo luogo è sbocciato come un fiore... e non so... la sua magia mi ha conquistato poco a poco...” Uno squillo di trombe e il popolo esultò. La cerimonia cominciò. Yrko sorrise a quelle parole di Clio. “Oh, non fate così...” disse avvicinandosi a lei “... non merito questo vostro broncio... sapete? E' vero... in effetti la dama che era stata scelta come mia madrina è andata via. Ma vi assicuro che non fui io a sceglierla, ma solo i miei contradaioli. E posso darvi la mia parola di cavaliere. Anzi, lo giuro sul mio nome e sul mio onore. In verità non ho mai dato molta importanza a questo genere di cose... a me interessa solo giostrare e far vincere la mia contrada... ma ora, guardandovi... beh, non posso che rallegrarmi che quella donna se ne sia andata via... anzi, credo che solo per i vostri occhi azzurri... meravigliosi e bellissimi, che risplendono come gemme preziose... si possa vincere una simile giostra...” le baciò la mano “... avete ragione... mischiarsi al volgo e deplorevole... recatevi, se vi va, nel padiglione dell'Aquila e dite ai miei contradaioli che vi ho scelta quale madrina... così potrete assistere da lì al mio trionfo... altrimenti attendetemi pure qui, all'ombra degli spalti... ed io, come un novello Enea atteso da Lavinia, tornerò da voi e porterò come pegno la vittoria del Palio.” E andò via. Uno squillo di trombe e poi il tripudio del popolo. La cerimonia cominciò. La scena era pittoresca ed evocativa. Per quasi tutta l'estensione della grande piazza centrale di Fisyem vi era un grande spiazzo ricoperto da vivissima terra rossa. Il terreno era recintato per l'occasione da una robusta palizzata che formava un semicerchio irregolare, con gli angoli schiacciati per permettere una migliore visibilità. Ai lati delle transenne che delimitavano l'accesso al campo apparivano tre araldi, accompagnati da sette trombettieri e seguiti da otto Marescialli di Campo, che con un manipolo di uomini armati avevano il compito di controllare la folla e accertare l'identità dei cavalieri che partecipavano al Palio. Sul lato opposto della piazza erano stati montati i padiglioni appartenenti alle varie contrade, con pennacchi e stendardi che raffiguravano i loro colori. Davanti a ciascun padiglione era affisso l'emblema della contrada di appartenenza, con drappi e corde del medesimo colore. Il padiglione centrale, al posto d'onore, era stato assegnato all'Aquila e al suo campione, Yrko di Bumin, che per la sua fama in ogni genere di gioco cavalleresco, era stato accolto come naturale favorito alla vittoria finale. Un nuovo squillo di trombe e tutto quello spettacolo, come immortalato in un quadro antico, prese magicamente ad animarsi. Cavalieri bardati con magnificenza e superbia, preceduti e seguiti da scudieri con elmi, lance, scudi e spade, scesero nella piazza tra le grida del popolo festante. I palafreni che sellavano avanzavano con zoccoli lucenti, morsi arabescati e staffe cromate. Maniscalchi, fabbri e armaioli marciavano in parata, con i simboli di ciascun cavaliere. E infine, chiudevano il corteo giovani paggi dai cappelli colorati e le tuniche vivaci. Il Palio di Fisyem era cominciato. |
Fui portata via dalle servitrici, dopo che Carlo ebbe dato quell’ordine...
mi condussero in una sfarzosa stanza ed iniziarono a girarmi intorno, portando abiti preziosi, stoffe e gioielli. Passarono molti minuti, durante i quali, non poco in soggezione, le lasciai... poi, una volta pronta, tornai nella sala dove Guisgard, Carlo ed un altro uomo mi stavano aspettando, già pronti a partire... Citazione:
Ardena, pensavo... il principe Ardena... riflettevo: ero sicura di aver già sentito questo nome, forse di averne letto... pensai che forse ne avevo letto nei documenti che avevo studiato per quel mio libro... Lentamente ruotai lo sguardo e lo portai su Guisgard accanto a me... lo osservai per un momento e sorrisi: sembrava davvero un principe, di quelli che si vedevano nei dipinti dei musei... sorrisi per un momento, osservandolo... poi di colpo ritornai seria: era pericoloso quello che stavamo facendo... qualsiasi cosa lui dicesse, io non potevo non pensare che stesse correndo un pericolo terribile, con quel gioco di inganni... e con questo pensiero fisso in mente, i miei occhi non lo lasciarono neanche per un momento, per tutta la strada verso Fisyem. |
Lo guardai andare via, trattenendo a stento una risata.
Quanto sparì dalla mia vista, scossi la testa, divertita. Che razza di ruffiano... Comunque, avevo ottenuto quello che volevo. Cercai un posticino isolato poco distante da cui si scorgesse il palio. Mi sedetti in qualche modo e osservai la cerimonia. Non avevo intenzione di andare al padiglione dell'Aquila né tanto meno in mezzo alle autorità, anche se non potevo certo tornare dai contradaioli della pantera. Più tardi scopre la mia identità, meglio è.. Infondo, pensai, non doveva interessargli molto visto che non aveva nemmeno chiesto come mi chiamavo. Ma mi aveva fatto solo un favore. Così da quell'angolo discreto osservai la cerimonia, i cortei delle contrade, i cavalieri. E sorrisi, pensando che, comunque, era qualcosa che non avrei mai pensato di poter osservare con i miei occhi. |
Rimasi senza parole a fissare il muro davanti a me...perchè Daiz aveva fatto questo? Perchè si era accollato tutta la colpa? Perchè era in fondo un galantuomo? Perchè mi amava?
Ero sul punto di dire la verità ma pensai che Daiz fino ora aveva sempre agito in modo giusto e se aveva mentito vi era un qualche motivo..e quindi guardai di nuovo Steno.."E cosa avrebbe detto mio marito? Scusatemi, quel cane mi stava quasi uccidendo..è ovvio la situazione era allarmante, mio marito certamente non ha agito per far del male a quella guardia...noi siamo stranieri e non parteggiamo per nessuno." |
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