Ennius si voltò verso Elyse, guardandola negli occhi.
Era abbigliato come richiedevano le sue sacrileghe cerimonie, delle quali la stessa Elyse con Aegos erano stati testimoni.
Il suo viso recava i segni di quell'oscuro cerimoniale di morte.
“Tu...” disse con disprezzo “... utile a me? Una sgualdrina come te?” Con occhi duri. “E così mi hai visto...” freddamente “... sentiamo... in che modo potresti essermi utile?” Con i suoi occhi malvagi puntati sulla bella regina di Beltas.
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Alla fine i loro cavalli si fermarono, mentre l'alba sorgeva sulla brughiera.
Lavaros restò a guardare Astral per un lungo istante senza dire nulla.
Poi le si avvicinò e la baciò.

Prese il sapone ed iniziò a farlo scorrere su di me, sul collo, le spalle, la schiena, fino a raggiungere i seni.
Sospirai mentre chiudevo gli occhi e portavo la testa all'indietro, poggiandola sulla sua spalla.
Era una sensazione meravigliosa, anche se speravo che mi raggiungesse presto, immergendosi anche lui in quel tepore profumato.

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"Cavaliere...dovete onorarmi a dovere, lo sapete vero? Anche perchè è un privilegio...mi sto donando a voi, ma non potrei" guardando i suoi occhi ardenti di desiderio.
Hiss iniziò a spogliarsi mostrando il suo fisico vigoroso e la sua potente virilità e si abbassò a baciare i piedi, come un inchino per poi risalire con le mani e la lingua sulle gambe.
Sentivo l' ardore crescere, il mio respiro si fece irregolare e lo afferrai nei bruni e mossi capelli, facendo indietreggiare il suo volto ..."Ti amo" con devozione e nel contempo possesso..."Cavaliere, ora quale mossa farete?" era un gioco d' amore..amavo quel gioco tra noi..naturale e pieno di amore, sensualità e bramosia.

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Ci fermammo. L'alba era all'orizzonte e lui mi guardò. Ricambiai lo sguardo, sorridendo anche, ricevendo poi un bacio, bello e ricco di brividi.

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Elv continuò ad insaponare il petto e le spalle di Cassandra, indugiando sui suoi morbidi seni.
Li ungeva e li insaponava con movimenti lenti ed ampi, abbracciandoli con tutta l'ampiezza delle mani e delle dita.
Erano movenze sensuali ed audaci e nel compierle Elv guardava non solo i seni di sua moglie, ma anche i suoi occhi, quasi per leggervi dentro ciò che provava.
“Dimmi...” disse “... ti rilassa questo bagno?”

Un sorriso leggero si dipinse sul mio viso, come di chi è superiore a tutto quello che gli capita intorno.
Quello era il capo, e mi avrebbe ucciso, ma se riuscivo a convincerlo di essere in qualche modo utile, mi avrebbe lasciato vivere ancora un po'.
Quel tanto che mi bastava per scappare.
"Non sono una sgualdrina da quattro soldi, sono una regina..." senza particolari inflessioni nella voce "Il mio regno da secoli cerca un tesoro.. un tesoro che ora so essere lo stesso che cercate voi..." guardandolo negli occhi.
"L'Aureo di Uaarania... è chiaro che non sia nella posizione di continuare la mia ricerca, ma posso condividere con voi le informazioni che ho raccolto in questi anni... codici che erano presenti solo nel mio regno, e che dunque voi non avete mai visto, informazioni che non conoscete..." con il tono di chi è abituato a contrattare.
Tanto non avevo niente da perdere, dovevo trovare un modo per salvarmi la vita, e andare a cercare Aegos.

Quel bacio durò a lungo.
Lavaros baciò Astral con desiderio e foga, quasi indifferente all'albeggiare sulla brughiera.
La baciò con trasporto.
“E questo...” disse staccandosi dalle labbra di lei “... ti è piaciuto? Come quel primo bacio?”
In quello stesso istante i due giovani udirono un calpestio intorno a loro.
Lavaros allora subito estrasse la sua spada.

Continuava, continuava, in quei massaggi sensuali e lenti, con quelle mani che adoravo.
E adoravo anche il fatto che volesse sempre guardarmi negli occhi, per carpire da essi le mie emozioni.
"Sì..." sussurrai "Ma mi rilasserebbe di più se tu fossi qui con me..." con sguardo furbo ed un sorrisetto.

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Ennius guardò Elyse.
“Non sei nella posizione di dettare condizioni...” disse “... e comunque a noi non occorrono le tue informazioni... a meno che non riguardino il modo per risolvere l'enigma impresso sullo stesso Aureo...”

Elv guardò Cassandra e scavalcò il bordo della vasca, per poi entrare in acqua accanto a lei.
Si sedette alle sue spalle, cingendola con le braccia e con le gambe, facendo appoggiare la schiena di lei contro il suo petto robusto.
Tornò con le mani suoi seni caldi e turgidi della ragazza ricominciando così ad insaponarli.

Sorrisi trionfante quando vidi che stava entrando.
Mi avvolse completamente col suo corpo, facendomi appoggiare con la schiena sul suo petto robusto ed era come se il mio corpo fosse nato per modellarsi sul suo.
Così, mi abbandonai completamente su di lui con un sospiro silenzioso, poggiando la testa sulla sua spalla ad occhi chiusi e mi godetti le sue carezze calde e sensuali.

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Elv continuò a giocare con i seni di Cassandra, che se ne stava appoggiata contro il suo petto a godersi quei momenti.
Allora le mani di lui cominciarono a scendere lentamente, fino verso le gambe di lei, dove raggiunse il suo punto più caldo, intimo e sensibile.
Ed iniziò ad insaponarlo ed a lavarlo con devozione.

Lo guardai negli occhi.
"Oh se fossi nella posizione di dettare condizioni... non userei certo qualcosa di così potente..." con un sorriso leggero "Beh, peggio per voi.." alzando le spalle.
Poi quelle parole sull'enigma.
"Ho fatto qualche progresso su quello, sì.." annuendo "Potrei aver scoperto qualcosa..." guardandolo "Magari è più di quanto avete in mano voi...".

Ennius guardò Elyse.
“Avanti, parla...” disse con tono perentorio.

Rimasi lì, ad occhi chiusi, in silenzio.
Era un momento bellissimo, quasi sospeso, che da etereo però diventò rovente, quando la sua mano scese fra le mie gambe.
I miei occhi si aprirono, ritrovandosi ad osservare il soffitto del bagno, mentre la schiena si inarcava appena, la mano si serrava delicatamente attorno alla sua gamba e dalle mie labbra emerse un impercettibile gemito, per quel gesto che da semplice era diventato fonte di caldo piacere.

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"Io credo che ogni numero corrisponda a una lettera, in realtà.." cominciai guardandolo "Ho formato quattro parole, che però così non hanno senso... poi non ho più avuto modo di pensarci..".
Guardandolo negli occhi.
"Vi direi che vi darò queste parole in cambio della vostra parola che non mi ucciderete..." guardandolo dalla testa ai piedi "Ma non mi sembrate un uomo che si fa problemi ad andare contro la sua parola, dico bene?".

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Quel lento e sensuale messaggio continuò a lungo, fino a quando Cassandra riuscì a sopportarlo.
Allora Elv la fece voltare e la baciò, stringendola fra le braccia.
E fecero l'amore in acqua, tra essenze ammalianti e delicati profumi, tra schiuma e bollicine.

“Sbagli, sono un uomo d'onore...” disse Ennius ad Elyse “... numeri da sostituirsi a lettere... e che parole ne hai ricavato?”

Nascosi un sorrisetto divertito a quelle parole, che bello quando gli uomini si fanno raggirare con trucchetti così semplici.
"Bene, dunque... l'aiuto a risolvere l'enigma in cambio della mia vita... ho la vostra parola?" guardandolo.

Continuava a farmi impazzire senza sosta.
Le sue mani si muovevano sensuali, esperte e sarei potuta morire lì, in quell'istante, ad ogni minimo movimento.
Improvvisamente mi fece voltare e mi baciò, tutto in un attimo ed io mi aggrappai saldamente a lui, come ad impedire a quel piacere di portarmi via.
Ci amammo ancora, fra essenze, profumo e la leggera schiuma che impreziosiva la vasca.
Ci amammo senza fine, inseguendoci e ritrovandoci in quel minuscolo spazio, ma che per noi avrebbe potuto essere tutto il mondo.
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Ennius guardò Elyse come a voler penetrare nella sua mente e capire se mentisse o meno.
“E sia... hai la mia parola...” disse infine “... presto potrai lavorare sull'Aureo... e prega di riuscire a risolvere il suo mistero...”

Fecero l'amore nella vasca, più e più volte.
Elv amò con passione Cassandra, facendola gemere, gridare e godere.
Si amarono così, fino a restare stretti fra la schiuma profumata una volta rimasti appagati del loro amore.

Guadai l'uomo soddisfatta, dopotutto era il massimo che potessi sperare in quel momento.
"E sia.." annuendo solennemente "L'uomo vince mezzo mondo.." ripetei "Le quattro file di numeri, sostituite a lettere, dall'alto verso il basso danno questo risultato... non vuol dire niente di per sé, ma il fatto che siano parole di senso compiuto, prese singolarmente, mi fa pensare di essere sulla strada giusta...".

Ricominciammo da capo quella danza, che sembrava destinata a non finire mai, se non per ricominciare subito dopo.
Inondai di nuovo la camera coi miei gemiti, dando sfogo a quel piacere che sembrava incontenibile.
Alla fine di quell'ennesima danza, restammo stretti e appagati, io stesa sul suo petto, ancora a cavalcioni su di lui, con la testa sua spalla, gli occhi chiusi e il fiato corto.
Poi, alzai gli occhi su di lui; era stupendo il suo volto screziato dagli ultimi scampoli di piacere, che rimanevano posati sul suo viso come a volerlo abbellire come farebbero delle pietre preziose su di una nobildonna.
Sfiorai la sua guancia, mi allungai per baciarlo dolcemente e poi tornai con la schiena contro il suo petto, stringendo le sue braccia attorno al mio corpo e le sue gambe ad avvolgere e quasi proteggere le mie.
Era un momento praticamente paradisiaco che non avrei mai voluto interrompere.

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Ennius restò pensieroso.
“Chissà...” disse riflettendo “... potrebbe essere... ora andremo dove si trova l'Aureo...” ad Elyse “... fa preparare la mia carrozza.” A Seth.
Incatenò poi i polsi della regina con delle manette e dopo qualche minuto erano già nella vettura.

Avevo capito bene?
L'Aureo era già in loro possesso?
Oh, allora tutto quello mi stava portando dalla gemma!
La situazione poteva essere più interessante di quanto non sembrasse, se trovavo un modo di impossessarmi della gemma, potevo salvare il mio regno.
Una fitta mi strinse il cuore.
Non avere notizie di Aegos era straziante.
Non sapere se fosse vivo o morto, se stesse bene.
Dov'era il mio amore?
Ma io dovevo essere forte in quel momento, e pesare a sopravvivere, anche per lui.
Così seguii docilmente Ennuis verso l'Aureo.

Restarono così, a lungo stretti ed appagati.
Elv giocherellava tra la schiuma e la pelle di Cassandra.
E nel farlo guardava dalla finestra, da dove si vedeva la meridiana del palazzo baronale.
“Che stranezza...” disse lui.

Sentivo i suoi tocchi leggeri sulla pelle, mentre io ero totalmente abbandonata fra le sue braccia.
Poiché quasi sonnecchiavo sulla sua spalla, aprii gli occhi sentendo la sua voce.
"Che cosa?" chiesi, quasi distrattamente, un po' intontita per l'arrivo improvviso di Morfeo, che pretendeva di strapparmi alle braccia di Elv e prendermi fra le sue.

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Salirono in carrozza e partirono attraversarono la brughiera.
Nessuno disse nulla durante il tragitto.
Ennius fissava Elyse e Seth guardava fuori dal finestrino.
Arrivarono infine in un luogo che la regina ben conosceva.
Era la casa dell'eretico bruciato secoli fa.

“La meridiana del palazzo baronale...” disse Elv guardando sempre fuori dalla finestra “... non l'avevo notato... è strana... è strano il suo sistema numerico di riferimento...” a Cassandra.

Sbattei un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco l'oggetto di cui Elv parlava, ossia la meridiana.
"Oh sì, lo avevo notato al funerale, l'altro giorno. In effetti è inusuale..."

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Arrivammo a destinazione, e mi venne un colpo al cuore.
Eravamo stati lì, insieme.
Dove sei amore?
Cosa avrei dato pur di sapere che stava bene.. solo quello.
La casa dell'eretico, la stele.
Ora dovevo mettercela tutta.
Se non altro eravamo all'aperto, avevo più occasione di scappare.

“Perchè” disse Elv incuriosito “costruirla così? Non è nello stile di questo paese... è così strana... come... come se simboleggiasse qualcosa... ma cosa?” Chiese a Cassandra.
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"Non so... Più che altro, sono strani i numeri su quegli assi... Che senso hanno?"
Continuavo ad osservarli, da 1000 a 9000 e da 50 a 60.
Poi scossi la testa.
"Non riesco a trovare un nesso logico..."

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“Si...” disse Elv a Cassandra “... è tutto strano... numeri assurdi... anche la forma...” pensieroso “... e se ne parlassimo con qualcuno? Con monsignor Kimsy magari... che ne dici?”

Rimasi pensierosa ancora un po'.
Poi alzai le spalle.
"Se può servire..."

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“Credo” disse Elv a Cassandra “che tu non la reputi una buona idea... giusto? Non vuoi ci vada a parlarne con lui?”

"No no, affatto. Se pensi che possa aiutarti a soddisfare la tua curiosità, andiamoci" risposi.

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La carrozza si fermò davanti alla casa decadente, dove dominava la statua dell'eretico.
Scesero e subito Ennius portò Elyse davanti alla lapide con incisi i numeri.
“Ecco l'Aureo...” disse indicando proprio la lapide misteriosa.