![]() |
Ah, allora hai sentito cos'ho detto eh..
Sorrisi con noncuranza a quelle parole del cavaliere. "In realtà all'inizio non avevo tutta questa curiosità, volevo solo fare i complimenti alla fanciulla che cantava..." alzando lo sguardo su di lui "Ma poi l'espressione sul volto di quei militari, e il vostro modo di reagire alla faccenda, dicendomi addirittura che me l'ero immaginata, beh.. hanno acceso la mia curiosità...." alzando le spalle. "Vogliamo andare?" sorridendo, gaiamente. |
Pinto attese che Gwen si cambiasse, in modo da condurla poi sul ponte di comando, dove sperava in qualche idea di Palos circa quella strana questione.
|
Icarius fissava quel grande ed enigmatico palazzo con i suoi occhi azzurri ed indagatori, come se cercasse di svelarne i misteri con lo sguardo.
Fantasma. Questo aveva detto il contadino. Ed allora rammentò l'episodio accaduto quella notte al Castello della Gioia, grazie al quale tutta questa avventura ha poi preso forma... “Non andare...” disse Pepino “... potrebbe essere pericoloso...” “Cosa dovrei temere?” A lui Icarius. “A cosa è ridotta ora la mia vita? Ha forse valore? Ha valore la vita di un meschino libertino? Di un uomo senza terra e senza Gioia? E poi, che male potrà fare lo spettro alla mia anima? Essa è immortale quanto lui e solo la mia condotta può condannarla alla dannazione.” Avvicinandosi poi alla merlatura. “Non andare!” Gridò Rancesco. “Potrebbe prendersi il tuo senno e renderti folle!” “Lasciatemi andare, vi dico!” Impugnando Icarius la spada. “E statemi lontano, o renderò chi mi disubbidisce anch'esso uno spettro!” Il Taddeide raggiunse il punto in cui aleggiava l'austera e spettrale ombra. “Chi sei?” Icarius. “Bada che è tardi...” lamentò lo spettro. “Parlami...” mormorò Icarius. “E' tardi e presto dovrò rientrare nella mia Dimora...” “Ti ascolto...” annuì Icarius “... e pregherò affinchè tu abbia pace...” poi lo riconobbe e trasalì. “Il mio tormento è nullo, rispetto al tuo...” lo spettro “... benchè entrambi patiamo i medesimi peccati... sono lo spettro di tuo zio, Taddeide come te... ascoltami dunque, se davvero tu abbia mai amato il nostro nome ed il nostro sangue...” “Parlami...” turbato l'eroe di Capomazda. “Hai vissuto senza scopo, ma ora ti dico che vi è un solo modo per cancellare la nostra condanna...” “Quale?” Urlò Icarius. “Tu ben sai...” fissandolo lo spettro. “Il Fiore Azzurro...” sussurrò in una sentenza Icarius. Poi le parole di Dacey lo destarono da quel ricordo. Allora guardò la ragazza e sorrise appena. “I miei pensieri non valgono poi tanto, milady...” disse “... sono solo incuriosito da ciò che ha detto il contadino... vecchie storie di fantasmi hanno da sempre il potere di affascinare, come di terrorizzare.” http://www.c7nema.net/galeria/albums...8400_660xp.jpg |
Vengor sorrise quasi con noncuranza a quelle parole di Clio.
“Questo palazzo” disse “è molto antico e come in tutti i luoghi di remota memoria la fantasia non tarda a mettere su radici. Tradizioni e illusioni si fondono allora, generando inevitabilmente leggende. Le murature di questa dimora sono consumate dal Tempo e dall'umidità e come tutte le vecchie costruzioni spifferi e scricchiolii sono normali. Capita allora che il vento ed il silenzio circostante li muti in qualcosa di indefinito, che stimola l'immaginazione e la superstizione della gente. Ma voi siete una ragazza troppo intelligente per credere a stupidaggini simili, no?” Annuì, per poi porgerle la mano. “Ve lo farò visitare, ma essendo vecchio preferisco tenervi per mano... non vorrei che qualche trave cascasse all'improvviso...” |
-Ne siete certo?- domandai dubbiosa, era stato fin troppo assorto nei suoi pensieri.
- Non vorrete andare la dentro?,- chiesi poi sgranando gli occhi leggermente intimorita. - Forse un uomo come voi non da crediti a dicerie popolari ma credetemi quando dico che è meglio stare lontani da un luogo infestato...- |
Lo ascoltai, chiedendomi dove volesse andare a parare con quel ragionamento.
Ero più che sicura di ciò che avevo sentito, dunque non ero affatto pronta a credere ad una sola parola che sostenesse il contrario. Se continuava a non voler accennare al canto, doveva per forza esserci qualcosa sotto, e dovevo assolutamente scoprire che cosa. Non poteva essere una coincidenza, Icarius pareva certo che questa fosse la volta buona. E lo speravo davvero. Sicuramente quel luogo aveva un ruolo in tutto quello, dunque bisognava indagare. Mi porse la mano, e per un momento esitai, ma poi compresi che non dovevo destare sospetti, così sorrisi e posai la mia mano nella sua. "Siete un vero cavaliere..." dissi, sorridendo. "Avete detto che ora è una specie di teatro.." guardando il misterioso palazzo, così vicino "Che genere di spettacoli mettono in scena?". |
Pinto attese che mi cambiassi, per poi condurmi da Palos e capire cosa fare.
Fosse stato per me, sarei andata subito a carcarlo, dovunque foss, per riportarlo da me, ma non ero sola su quella nave, sebbene era quello il modo in cui mi sentivo. |
“Attenta, milady, o finirò col credere che siete in ansia per me.” Disse Icarius a Dacey, per poi farle l'occhiolino. “Ma non temete, non sono interessato a storie di spettri e fantasmi. A me interessa solo trovare il Fiore Azzurro.” Sorridendole.
Intanto il carretto era giunto alle porta di una Scafris avvolta da fitta umidità. “Eccoci.” Fece il villano. |
Ero in ansia si , ma per il folle piano di Dension.
- Come sapete non mi piacciono i misteri quindi neanche il palazzo e il suo fantasma,- risposi in quel modo mentre il carretto avanzava fino a Scafris. L'umidità era palpabile e mi pentii di non avere uno scialle. |
“Spettacoli di vario tipo...” disse Vengor, avviandosi con Clio verso il portone del palazzo “... dalle commedie, alle tragedie, dalle opere pastorali alle pantomime.”
Attraversarono il portone ed una strana sensazione giunse nel cuore della ribelle. Si sentì avvilita, ansiosa e malinconica di colpo. L'umidità colava in infinite goccioline dai muri, quasi fossero lacrime, rendendo quel luogo avvolto da una sfuggente inquietudine. Arrivarono in un ampio androne, dove c'erano piccoli mortai consumati dalla ruggine come unico arredo e qui videro un vecchio addormentato su una seggiola. “E' il custode.” Mormorò Vengor. “Norcier!” Lo chiamò e quello subito si svegliò. “Signore...” alzandosi in piedi. “Io e madama visiteremo il Polverificio.” Fissandolo il cavaliere con sguardo duro. “Visitare?” Stupito il custode. “Si.” Annuì Vengor. “Certo, signore...” Norcier “... avete diverse ore di luce ancora...” “Lo so.” A lui Vengor. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 15.32.40. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli