Alla fine Gwen e Herbert uscirono di casa e raggiunsero la piazza principale, dove si stava svolgendo l'ultimo atto di quella festa.
C'erano balli e canti, suoni e lampade, profumo di dolciumi e fuochi d'artificio sul mare.
Poi, come da tradizione, per la chiusura c'era il gioco delle coppie.
Coppie di amici, fidanzati e persino parenti furono invitate sul palco per il gioco.
Qualcuno invitò anche il professore e Gwen.
"Ma no..." disse Herbert seccato "... ma è mia nipote... non siamo certo una coppia!"
"Maprofessore..." uno degli organizzatori "... non è un gioco solo per fidanzati e coniugi, non vede? Si gioca a coppia, basta essere maschio e femmina."
"Non è politicamente corretto però." Facendo una battuta Herbert e suscitando le risate di molti.
"Vuoi che partecipiamo, Gwen?" Lui alla finta nipote.

Tornammo al clima allegro dei festeggiamenti e l'aria era ancora satura di giochi e dolciumi.
Alla fine, molte coppie di persone si fecero avanti per l'evento finale.
Anche noi fummo invitati, inizialmente Herbert si oppose, in quanto non eravamo una coppia.
Ridacchiai alla sua precisazione e lui mi chiese se volessi partecipare.
"Beh siamo arrivati fino a qui..." con espressione divertita.

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Herbert finì la sua birra, presa da un banchetto, annuendo poi a Gwen.
I 2 allora raggiunsero il parco.
"Bene, amici ed amiche." Disse uno degli animatori. "Pronti a giocare? Vediamo un pò chi si sente favorita come coppia... allora, cominciamo!" Cominciando a rivolgere la stessa domanda a cascuna delle coppie in gara. "E infine il nostro affascinante professor Herbert e la sua deliziosa nipote Gwen... diteci un pò... un pregio del vostro compagno-compagna che vi fa credere di poter vincere! Ci dica, signorina..." a Gwen "... cosa rende suo zio speciale ai suoi occhi al punto da farle credere che vincerete?"
Tutti applaudirono incuriositi.

Il gioco finale iniziò e l'organizzatore chiese a ciascuna coppia cosa facesse pensare loro di poter vincere.
Finché non arrivò a me, facendomi la stessa domanda.
Non potevo dire di conoscerlo bene, ma tutti aspettavano una risposta.
"Di certo è molto competitivo e difficilmente accetta di perdere, anzi affatto, dunque sono sicura che ce la metterà tutta per vincere" con un sorriso sornione.

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"Ho solo intrattenuto un po' di feste con dei musici, e invitato artisti. Amo l'arte in ogni sua forma.. Non lo sapeva Sir Guisgard?" togliendo la mano sua e guardando fuori la finestra con aria infelice per un attimo "Avete creduto a degli stupidi pettegolezzi non veri".

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Decisi di fidarmi, dopotutto non avevo poi molta scelta e forse una parte di me desiderava davvero che ci fosse del buono in tutta quella situazione.
Così, lo seguii fino al lungolagno, vagamente incuriosita su dove mi avrebbe portato.
Si possono capire molte cose di una persona in base ai posti che frequenta.
Una volta arrivati gli sorrisi.
"Sembra promettente!" Guardando il locale in cui eravamo diretti.

"Bene bene." Disse l'animatore dopo aver ascoltato Gwen. "E vediamo cosa dice adesso lo zio." Ridendo. "Allora, professor Herbert, cosa ci racconta su sua nipote? Perchè in coppia potreste vincere?"
"Beh..." lui tenendo gli occhi fissi su Gwen con fare impertinente "... mia nipote è un tipino molto determinato, competitivo, ma anche pedante. Mette spesso il broncio e il più delle volte non è portata per il gioco di squadra, amando quasi fare dispetti, pur di non dartela vinta. Perciò dovrò io adattarmi a lei, o perderemo." Sorridendo, mentre tutti ridevano forte.
Nel frattempo Destresya e Drew erano giunti al localino sul Lagno.
"Si, un posticino niente male..." lui facendo sedere lei e poi sedendosi a sua volta "... perfetto per gli innamorati, ma andrà bene anche per una cena di lavoro." Facendo l'occhiolino alla ragazza. "Allora, cosa preferisci mangiare stasera?"
Intanto, al castello diroccato, Altea era col bel duca.
"Guisgard?" Lui fissandola. "Conosci mio cugino? La pecora nera della famiglia? Beh, ti consglio di girare alla larga da lui... è un donnaiolo... impegnato in infinite avventure romantiche e duelli con mariti gelosi, mia cara." Fissandola.

Toccò ad Herbert parlare di me e ciò che disse mi fece sorridere con sincero divertimento, perchè o eravamo molto bravi a leggere le persone, o eravamo letteralmente dei libri aperti ed era facile leggerci.
Perchè sapevo che aveva ragione su tutto, riguardo me, tutto.
A quel punto, bando alle ciance, non aspettavo altro che l'inizio del gioco, per capire soprattutto di cosa si trattasse.

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Mi sedetti al tavolo davanti a lui, guardandomi intorno, effettivamente erano per lo più coppiette, ma dovevo ammettere che il posto mi piaceva, aveva un'atmosfera rassicurante.
"Beh dopende.." guardando il menù "Che cos'hanno di buono qui?" accorgendomi in quel momento di avere fame.

Mi girai verso di lui.. "Si lo conosco... Ma non eri tu la pecora nera, nipotedel Duca?Lo avevi detto tu" ma lo aveva detto l'uomo del sogno... Beh povero Duca. Quanti nipoti aveva come pecore nere?

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