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Sentii Gem molto vicino....mi prese la mano e questo mi fece sentire una forte emozione....il palio per un po' poteva attendere....." Gem...ti dissi solo ieri che infondo qualsiasi motivo ci abbia spinto fin qui.....per me, e' un motivo che va ogni logica ,non conosco i piani di nessuno...so solo una cosa che per la prima volta io mi sento in sintonia con un uomo.......e' come se in me ci fosse un nuovo germoglio......tu parli di un fiore....e io....".....il suono delle trombe...gli applausi...il Fiore.....dove avevo letto di un amore ...un amore custodito come un fiore..........rimasi.....stordita.....Il Fiore azzurro ecco cosa avevo letto....ma era....solo un mito.....mi ero fatta prendere da troppe cose......e Gem....era quella che amavo di piu....strinsi la sua mano nella mia......" Vediamo di uscire indenni.....insieme..."....
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La carrozza di Carlo di Monsperon giunse così a Fisyem.
Guisgard e Talia osservavano l'architettura rinascimentale di quella città, così sontuosa, armoniosa e caratteristica. La capitale però appariva particolarmente vivace ed animata da una moltitudine di persone che affollava strade e piazze. “Avevamo dimenticato il Palio...” disse il barone di Sanion. “Già, è vero...” annuì Carlo. “Di cosa si tratta?” Chiese Guisgard. “E' la festa più importante del regno” spiegò Carlo “dedicata all'Assunta. Le contrade che formano Chanty si contendono la vittoria, ciascuna portando in una giostra il suo campione.” “Questo ora sarà un problema.” Fece Sanion. “Un grosso problema.” Ribadì Carlo. “Perchè?” Domandò Guisgard. “Perchè anche Sua Maestà” rispose Carlo “partecipava al Palio... e giostrava con i colori della Pantera...” “Se vedranno Guisgard” mormorò Sanion “tutti chiederanno di vederlo giostrare.” “Già...” scuotendo il capo Carlo. “Mi spiace, ma non credo di essere in grado di usare la lancia...” scuotendo il capo il Taddeide. “La giostra del Palio si tiene con le spade.” Disse Carlo. “Grossi spadoni di legno. Ma la sostanza non cambia.” “Spade?” Ripetè Guisgard. “Beh, allora le cose cambiano. Sono un discreto spadaccino.” Sorridendo. “Non siate sciocco...” fissandolo Carlo “... quelli sono cavalieri esperti.” “Però” osservò il Capomazdese “se io partecipassi a quel Palio nessuno poi potrebbe obiettare o avere dubbi sulla mia identità. E questo ci risparmierebbe un bel po' di lavoro. E poi sono spade di legno, no? Al massimo potrei beccarmi qualche livido.” “Sono armi comunque.” Replicò Carlo. “E alla giostra partecipa anche Yrko di Bumin.” “Chi sarebbe?” Chiese Guisgard. “Uno dei nemici della Corona” spiegò Carlo “e uno dei cavalieri più temibili. Di certo non si lascerà sfuggire la possibilità di battere il principe. E magari non si limiterà solo a batterlo.” “Sappiamo che sarà una cosa difficile questa nostra recita” disse Guisgard “e non credo che i rischi si limiteranno a questa giostra. Perciò, sono dell'idea di partecipare. Così nessuno dubiterà di me.” “Una giostra non è uno scherzo.” Lo ammonì Carlo. “Io credo” ridendo Guisgard “che siano un po' come le partite di calcio del XXI secolo... e non sempre il favorito batte lo sfavorito... ad esempio, nel campionato di calcio hanno fatto retrocedere la squadra della Juventus per favorirne un'altra, quella dell'Internazionale... eppure, contro ogni pronostico, sono risaliti in categoria superiore allestendo una squadra formidabile che ha rivinto gli scudetti tolti loro in precedenza a favore dell'altra...” Carlo e Sanion lo guardarono confusi. “Lasciamo perdere...” sorridendo Guisgard “... è una storia lunga, ma che testimonia come le ingiustizie esistano in ogni epoca... però, come la Juventus insegna, che viene fatto fuori con l'inganno ha poi la possibilità di rifarsi... un po' come per il vostro re, no? Solo che ora tocca a me prendere le sue difese.” “C'è un problema...” guardandolo Sanion “... il cavallo della Pantera si lascia cavalcare solo dal principe Ardena... forse possiamo ingannare gli uomini, ma quell'animale saprà riconoscere che non siete il suo padrone...” “Si, è vero.” Confermò Carlo. “Deve esserci un trucco...” mormorò Guisgard. “Trucco?” Sorpreso Carlo. “Si, solitamente quando un cavallo fa così, esiste sempre un modo per cavalcarlo. Anche perchè è stato comunque domato immagino... come la leggenda di Alessandro il Grande ed il suo cavallo Bucefalo...” “Se c'è” disse Carlo “di sicuro Sua Maestà non lo ha svelato mai.” “Forse potrebbero aiutarci i contradaioli...” pensieroso Guisgard “... facciamo così... entreremo in città e voi” fissando Carlo “annuncerete al popolo che Sua Maestà parteciperà al Palio... mentre io, Talia e il barone raggiungeremo gli altri della Pantera...” “E se non riuscirete a cavalcare quel cavallo?” Inquieto Carlo. “Pregate la Vergine Assunta che invece ci riesca.” Rispose il Capomazdese. La carrozza allora raggiunse la piazza e Sanion portò Guisgard e Talia nel padiglione della Pantera. Carlo invece raggiunse il podio principale. “Popolo di Chanty...” proclamò “... oggi è un gran giorno! E' il giorno del Palio, la festa più amata e importante del regno! Perchè questo è ancora un regno!” “Chi è quell'uomo?” Chiese Giacomo a Guidox. “Un certo Carlo di Monsperon...” rispose l'altro “... un fedele del re... mi chiedo cosa voglia ora qui... sono mesi che si è auto esiliato nel suo castello di campagna...” “E in questo giorno gioioso” continuò Carlo “non poteva restare lontano il vostro principe... si, Sua Maestà è qui! Il principe Ardena è tornato! E ha scelto questo giorno per farlo! E giostrerà con i colori della sua contrada!” E dopo un attimo di smarrimento, un boato scosse la piazza, soprattutto dalla platea occupata dalla gente della Pantera. Il popolo era raggiante, mentre Guidox, Giacomo e i loro compagni restarono ammutoliti. La stessa reazione ebbe nel campo Yrko. E questa notizia del ritorno del principe fu colta anche da Elisabeth e da Gem che si trovavano vicini a Guidox. E anche da Clio che invece assisteva al Palio da un luogo appartato tra i padiglioni. |
Restai di pietra, gli occhi sbarrati e il respiro inesistente.
Non poteva essere vero.. Che stava succedendo? Se il principe era tornato allora chi era imprigionato nella torre? Il mio piano disperato allora era inutile! Forse qualcuno era già riuscito nell'impresa! I contradaioli e tutti gli altri mi avrebbero preso per pazza. Guardai Yrko per soppesare la sua reazione. Ma vidi solo stupore. Com'era possibile? Dovevo saperne di più. Così, mi calai il cappuccio sul viso e, stando attenta a non farmi vedere, passando dal retro dei padiglioni, raggiunsi quello della contrada Pantera. Se il principe era tornato doveva giostrare. Una volta entrata tolsi il cappuccio in modo che mi riconoscessero. "Ma.. Che succede?" Dissi stupita ai contradaioli cercando Ippio con lo sguardo. "Com'è possibile? Per carità, ben venga.. Ma.. Come...". |
“Milady...” disse Steno ad Altea “... la guardia ha raccontato che il molosso era al suo guinzaglio e non vi aveva affatto aggredito. Si è poi voltata e vostro marito ha pensato bene di colpirla alle spalle. A quel punto il molosso, davanti all'aggressione del suo padrone, è diventato feroce. Dunque vostro marito è colpevole di aver attentato ad una guardia di messer Yrko di Bumin. Colpevole per sua stessa ammissione. E al ritorno del nostro padrone molto probabilmente sarà giustiziato.”
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Il sangue mi si raggelò...per sua stessa ammissione...sarà giustiziato.
"Giustiziato...senza un processo e un testimone? Ma in che mondo vivete? Da noi ci deve essere un testimone del reato e un avvocato per difendersi. In che posto strano sono capitata" e guardai Steno in malo modo. Comunque ero convinta che Yrko di Bumin ci avrebbe cacciato da quel castello...io ero andata via dal Palio e ora questo fatto..perchè Daiz si era fatto proprio trovare sul luogo del fatto. "Vorrei rimanere sola" risposi in modo seccato e stanco. |
I miei occhi passarono rapidi da Carlo a Guisgard, poi di nuovo a Carlo...
parlavano di giostre, spade, contrade, scontri... erano pazzi! Guisgard voleva andare nella contrada ad interpretare la parte del principe Ardena... gli lanciai un'occhiata confusa e preoccupata: andare tra la folla, dove magari vi erano persone che avevano visto il vero principe decine di volte, e sperare di non venire smascherati... mi sembrava una follia... e quel che era peggio era che Carlo sembrava d'accordo! Eppure sapevo che oppormi avrebbe portato a poco... sospirai dunque quando, separatici da Carlo, ci dirigemmo verso una parte della piazza gremita di persone abbigliate tutte in blu e rosso, e che suonavano tamburi e sventolavano bandiere di quegli stessi colori... "Sembra di essere ad una festa medievale..." sussurrai non senza una punta di sarcasmo, guardandomi intorno "Ad una festa medievale molto bel riuscita..." Sorrisi tra me, poi tornai seria e mi voltai verso Guisgard... "Mi raccomando..." sussurrai allora, per l'ennesima volta, stringendo appena il suo braccio "Mi raccomando, sii prudente!" |
Evidentemente il principe non poteva essere li'......perché come disse Milord era imprigionato.......bene la gente spariva e riappariva come se nulla fosse in quel posto......Solder doveva sapere qualcosa.....sembrava avere le pulci sugli abiti..." Gem .....i buoni sono tornati a quanto pare........mi chiedo cosa dovremmo fare noi...non ci resta che stare a guardare.....Sorellina....che ti prende ?..non ti piace lo spettacolo ?...."......
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“E' un reo confesso.” Disse Steno ad Altea. “A cosa serve un processo? Lui stesso ha ammesso la propria colpa.” Poi annuì a quelle ultime parole della donna. “Vi lascerò sola. Badate però di restare. Siete ferita e avete bisogno di riposare. E poi non c'è più vostro marito a salvarvi dai molossi nel cortile.” La fissò e poi uscì.
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Clio era entrata nel padiglione della Pantera e notò il fermento per ciò che era accaduto.
“Noi...” avvicinandosi a lei Ippio “... noi non sappiamo cosa credere... Carlo di Monsperon, da sempre fedele alla Corona, dice che il principe è tornato... ma dov'è allora?” In quel momento arrivò il barone di Sanion. Con lui c'era una ragazza, Talia, ed una figura incappucciata. “Perchè siete tutti qui come tanti nulla facenti?” Guardando i contradaioli. “Non avete udito? Il principe sta venendo qui per partecipare al Palio. Presto, preparatevi per la sua vestizione. E fate portare qui il suo cavallo.” Ippio allora mandò Marzio a prendere Pestifero. Il vecchio Bariel allora si avvicinò al barone. “E' tornato davvero il principe?” Chiese. Il barone, dopo un attimo di esitazione, annuì. L'anziano allora lo fissò e sorrise. Un sorriso però enigmatico. “Un povero vecchio” mormorò “crede a tutto ciò che i giovani gli dicono. Egli lascerà che loro possano guidarlo e portarlo via. Ma i nostri nemici a cosa crederanno?” “Qualcuno una volta ha detto” all'improvviso la figura incappucciata accanto al barone “che le cose più sacre di questo mondo, come la Religiosità e l'Amore, nascono da un atto di Fede... credere ciecamente in ciò che amiamo...” e mostrò i suoi occhi al vecchio. “Mio...” incredulo Bariel “... mio signore...” In quel momento Marzio portò Pestifero davanti al padiglione. Allora Sanion condusse fuori la figura incappucciata e Talia. Intanto nel padiglione procedevano i preparativi in attesa del principe. Nel frattempo, sulle tribune, Elisabeth e Gem, come tutti gli altri, erano in attesa di vedere l'arrivo del principe. “Ma cosa diamine sta accadendo?” Fece Solder. “Più resto qui, più mi sembra assurdo questo luogo!” “Magari questo luogo pensa la stessa cosa di te.” Sarcastico Gem. “Sta succedendo qualcosa...” disse Giacomo seduto alle loro spalle “... qualcosa...” “Ovvio!” Esclamò Guidox. “Dicono che è tornato il re! Sta succedendo di tutto!” “Forse...” mormorò il Nero “... ma comunque ho uno strano presentimento...” “Sai...” sottovoce Gem ad Elisabeth “... forse dovremmo cercare il Milord... magari lui puoi aiutarci a capire... forse è proprio qui al Palio...” |
Rimasi sola nella stanza e mi appoggiai sui cuscini...che sarebbe stato di noi? Non temevo tanto Yrko di Bumin...a lui sarebbe bastato un sorriso ammaliante..quanto Giacomo il Nero..quell'uomo era di una freddezza disarmante.
Provai ad alzarmi dal letto...riuscivo a camminare e mi diressi verso la finestra a guardare l'orizzonte persa nel vuoto..non avevo vie di uscita sembrava. |
Stavo per rispondere ad Ippio quando tre persone entrarono nel padiglione, monopolizzando la mia attenzione, come quella di ogni altro presente.
Osservai attentamente le tre figure. Se quello è il principe, perché il cappuccio? Capivo fuori, in mezzo ai nemici, ma lì era al sicuro. Seguii con lo sguardo il vecchio Bariel che si avvicinava ai nuovi venuti, e sorrisi alle sue parole. Ma poi, rabbrividii. Quella voce, non poteva essere la stessa, eppure il ricordo di quella strana conversazione era nitido e chiaro nella mia mente. Ma ancor di più mi colpì la reazione del vecchio saggio. Allora era davvero lui. Infondo, pensai, se aveva i suoi stessi occhi perché la voce doveva essere diversa? Non poteva certo trattarsi della stessa persona che avevo incrociato nel XXI secolo! Era un'assurdità! Il principe, il nobile e la bella ragazza che era con loro uscirono all'arrivo di Pestifero. Non ebbi nemmeno il tempo di avvicinarmi. Non potevo seguirli fuori o avrei rischiato di essere vista. Ma ormai che importava? Se il principe era lì allora non dovevo entrare al castello. Qualcuno lo aveva liberato prima di noi? O forse il biglietto a cui avevo dato tanto peso non era che un'illusione. Sospirai. Non riuscivo a capire. Guardai Ippio e gli feci segno di seguirmi. Così, mi avvicinai a Burel e gli sorrisi. "Allora è davvero lui.. il principe Ardena?" Dissi guardandolo "...quindi stavamo rischiando tanto solo per.. Un fantasma? Beh, perché se è lui i nostri sforzi per liberarlo sono non solo inutili ma anche stupidi.. Quindi me ne posso stare ben lontana da quell'uomo immondo.." Lo guardai con sguardo interrogativo "...ma se non è lui, se è suo cugino, suo fratello, o semplicemente un suo sosia e noi interrompiamo tutte le operazioni... Allora che ne sarà del vero principe?". Scossi la testa e guardai il punto da cui erano usciti i tre. "Devo parlare con lui.. Ma non ci riuscirò mai.. Non si farà mai avvicinare da una ragazza qualunque.. Ma il nobile che è con lui va avvisato della situazione.." Dissi in tono preoccupato "..entro la fine del palio dovrei sapere se farmi avvicinare da Yrko o no..". Sospirai "..voi che ne pensate?". |
Solder era diventata capricciosa e nervosa....Gem, trovava sempre il modo di essere acido al punto giusto....non che potevo dargli torto....una persona che ti spara non e' simpatica a prescindere da tutto e da tutti......ascoltai Giacomo il Nero....e Guidox.....erano consapevoli che il Re ...era libero...e non potevano farci nulla........il punto era che Giacomo su questa cosa mi sembrò molto riflessivo.....Gem mi parlò sottovoce " Hai ragione, Milord.....dimenticavo che quando ci prestò i cavalli ci disse che sarebbe venuto al Palio e che se li sarebbe ripresi........dovremmo portarci dietro la sorellina capricciosa....."......dagli spalti dove ci trovavamo.....si poteva vedere molto bene il luogo dove si muovevano i cavalieri...non certo però le scuderie.....quando qualcosa attirò la mia attenzione......Pioppo......" Gem ...guarda verso le scuderie c'e' Pioppo e se c'e' lui c'e' Milord.......dobbiamo trovare una scusa per spostarci da qui...."......" Solder scusa...se ti alzi ho la sensazione che quella donna noi due la conosciamo bene......guarda un po'.....?...".....le indicai con la mano un posto bene preciso.....e siccome Guidox e Giacomo..come del resto tutto il popolo erano presi dal fatto che il Re fosse resuscitato.......mi alzai ...e........fatto....era bastato uno spintone..." Gem... o mio Dio Gem...e' caduta Solder....andiamo a vedere cose si e' fatta..."......si era costituito un capannello di persone ...e noi prendemmo un'altra strada.....
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Insieme a Guisgard, seguii il barone dentro il padiglione della contrada della Pantera...
ero tesa, agitata: c’erano tante persone lì e, per quel che mi riguardava, mi sembrava impossibile che i fedeli del principe non riconoscessero la differenza in Guisgard... ma forse il loro desiderio del suo ritorno era tale da colmare le lacune... e comunque, pensavo, adesso eravamo lì e non c’era molto che potessi fare se non pregare di non venire smascherati e che il piano di Carlo funzionasse. In silenzio seguii ciò che fu detto e mi irrigidii appena quando Guisgard fu tanto avventato da prendere la parola... e tuttavia fu molto bravo e l’uomo di fronte a lui gli credette... tacitamente tirai un sospiro di sollievo. Poi di nuovo fummo condotti furi dal padiglione... Qui, lentamente, mi guardai appena intorno... c’erano persone ovunque: nella piazza, sugli spalti... e mi chiesi se e come ne saremmo usciti mai. E tuttavia la mia attenzione fu subito attratta da altro... un cavallo alto e fiero, scalpitante, vagamente agitato, che era stato portato e fermato proprio davanti a noi... gli lanciai un’occhiata allarmata... “Ti prego, dimmi che non hai intenzione di farlo davvero...” sussurrai pianissimo a Guisgard. |
Tutto fu rocambolesco.
Solder cascò tra alcuni spettatori e qualcuno di quelli reagì male, quasi malmenando la donna. Nel frattempo Elisabeth e Gem andarono dall'altra parte e in breve scesero dalle tribune, raggiungendo così il margine del campo. “Bello scherzetto le hai tirato...” disse il pilota ridendo. Poi si avviarono verso le scuderie. E qui videro Pioppo ancora fermo a fissare lo spiazzo con i cavalieri. |
Altea, sconfortata, fissava il paesaggio lontano.
I colli che dolci, come onde di un mare sterminato, riempivano quello scenario dai tratti fiabeschi, con cipressi a guardia di casali addormentati e borghi distesi come se fossero tratti e immagini di un dipinto rinascimentale. Ad un tratto però la donna udì qualcosa. Di nuovo quella musica, soave e malinconica. Di nuovo quell'ocarina che disperdeva le sue note nel sibilo del vento, tra il silenzio che dominava le torri del castello. |
“Ho veduto i suoi occhi...” disse Bariel a Clio “... quei suoi occhi chiari e luminosi... si, è lui... è il principe Ardena...”
“Chissà...” fece Ippio “... forse era davvero prigioniero ed è fuggito... o forse quel biglietto era veramente una trappola... del resto mi avevano raccontato alcuni dei nostri che era giunta qui una donna, vista poco prima con Yrko, che raccontava una storia simile a quella del biglietto... dunque forse davvero poteva nascondere un inganno... ora però direi che non è più il caso che voi avviciniate Yrko...” fissando la ragazza “... ora il principe è qui e lo sarà per tutto il Palio... e alla fine riusciremo di certo ad incontrarlo... vero, Bariel?” Il vecchio annuì. Nel frattempo, fuori dal padiglione, la figura incappucciata, Talia e Sanion attendevano l'arrivo del cavallo. Un attimo dopo giunse Marzio con Pestifero. L'uomo incappucciato si voltò verso Talia. “Non credo di avere altra scelta...” fissandola negli occhi “... devo tentare di cavalcare quel cavallo...” “Cosa farete ora?” Chiese il barone. “Forse solo cercare di capire come faceva il principe a cavalcare questo cavallo...” Sanion allora fissò Marzio. “E' da molto che ti occupi del cavallo di Sua Maestà?” “Si, signore.” Annuì il ragazzo. “E' un compito importante.” “Si, signore.” “Richiede fiducia e attenzione.” “Infatti, signore.” “E ti da la possibilità di apprendere molte cose.” Disse Sanion. “I segreti di un cavaliere come Sua Maestà. Cosa vorresti rubare alle sue abilità?” “Di sicuro quella che gli permette di cavalcare questo sauro.” “Tu sai osservarlo?” “Si, signore...” rispose il ragazzo “... e in effetti c'è qualcosa che, con tutto il rispetto, non arrivo a capire...” “Cosa?” Domandò il barone. “Prima di sellarlo, Sua Maestà lo fa sempre abbeverare...” Sanion si voltò verso l'uomo incappucciato. “Prova a farlo tu ora...” disse questi a Marzio. Il ragazzo annuì e condusse Pestifero verso una vasca di legno. Il cavalo però, nel chinarsi a bere, si irrigidì e restò immobile per qualche istante. “Cos'hai?” Cercando di farlo bere il ragazzo. “Aspetta, ci penso io!” Esclamò l'uomo incappucciato. “Lascia che lo faccia io, ragazzo!” http://pad.mymovies.it/cinemanews/2010/37009/taylor.jpg |
Se le meritava tutte...Solder si meritava una bella lezione....ma dovevamo stare attenti...quella serep poteva raccontare di noi cose assurde.....e comunque dovevamo andare avanti..." Gem caro....le avrei fatto ancora peggio se avessi potuto.....ma infondo sono una buona.....bugia..ho detto una bugia......"..cercai di sorridere mentre raggiungevo le scuderie...meno mano che vidi Pioppo fermo al suo posto....arrivai col fiatone..." Sia benedetto il Signore Pioppo......abbiamo la necessità di vedere Milord....."...lo guardai bene in faccia..." Ti ricordi noi...?.....Ci siamo visti alla tenuta di Milord...ci ha prestato due cavalli.......mi sembri strano Pioppo......tutto bene..?....sembra che avete visto un fantasma oggi, siete tutti agitati......ma che succede "......pensandoci bene.....c'era qualcosa di molto strano........vuoi vedere che qualcuno che veniva dal futuro era piu' importante di me e di Gem ?.......mi venne in mente la pistola di Solder...fu solo un attimo ..... ma basto' a farmi rabbrividire......." Gem....ho la sensazione che qui....ci sia un'adunanza mondiale tra presente e futuro....anche se cambiare le sorti della storia non si puo'......mi sembra di avere la testa in piena confusione.......avverto il cambiamento...ma non so in che cosa..."....
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Battei le palpebre, incredula.
"I suoi occhi?" Dissi senza riuscire a nascondere lo stupore "Avete visto i suoi occhi? Ma quelli..." Mi bloccai. Quelli sono gli occhi dei Taddei.... "Sono inconfondibili non c'è dubbio.." Dissi soltanto. Sospirai "Eppure, Lady Beatrice in persona ha riconosciuto la scrittura di Sua Maestà.. Una madre non può sbagliarsi..." Scossi la testa "Mi dispiace ma non ci sto a pensare di essere stata ingannata a pensare che stavo per restare sola con quell'uomo per niente..." Guardai il punto da cui erano usciti i tre "devo sapere.. Scusatemi". Così, salutai Ippio e Bariel con un cenno, mi coprii di nuovo il capo col cappuccio e uscii. Sorrisi a Marzio e lanciai un'occhiata alla figura incappucciata senza che potesse vedermi. Non potevo avvicinarlo, lo sapevo bene, e, che fosse il principe o meno,non volevo causare scompiglio. Se la gente credeva che il re era tornato, forse la loro lealtà sopita si sarebbe risvegliata. E non volevo interferire con tutto quello combinando guai, ma dovevo sapere. Mi avvicinai al nobile che era con la ragazza e la figura incappucciata. "Salute a voi, Milord.." Dissi riuscendo ad essere vista. Alzai la testa e lo sguardo in modo che, nonostante il cappuccio, potesse vedere bene il mio viso. Mi inchinai rispettosamente. "Permettete che vi porga i miei ringraziamenti per aver riportato Sua Maestà sano e salvo.." Dissi guardandolo negli occhi. "Non so se siate stato voi a liberarlo dalla prigione in cui sappiamo che era relegato... Ma spero che dopo il Palio vorrete raccontarci come ci siete riuscito, voi o.. Chiunque altro.." Sorrisi "...ora non ha più importanza, comunque.. Il re è qui e solo questo conta..". Cercai gli occhi dell'uomo con i miei e lo fissai con uno sguardo enigmatico. "Quindi, fermeremo tutti i piani che erano in atto per tentare di liberare Lord Ardena.. Anche se erano già in fase di svolgimento.." Sorrisi "..perché rischiare tutto ciò che si ha per liberare qualcuno che è già libero? Se potete.." Dissi poi guardando un attimo la figura incappucciata accanto a Pestifero. "Ditegli che il suo biglietto non è andato perso.. Ci ha dato speranza, ci ha uniti e guidati.." Sorrisi senza lasciare lo sguardo del nobile "ma ora non ha più importanza.. Ora, al posto di mettere in atto il nostro piano, ascolteremo volentieri quello dei suoi liberatori.. Non ora ovviamente..". Mi inchinai nuovamente. "Mio signore.. Perdonate se vi ho rubato del tempo, ma ritenevo giusto che conosceste la situazione.. E i cambiamenti portati dall'arrivo del re.". Se quello era il principe, allora le mie parole sarebbero parse semplici ringraziamenti. Così, avrei saputo davvero se il biglietto era frutto di un inganno o no. Tutto il mio piano si basava sulla certezza che quell'uomo fosse fedele al re. Se il biglietto era un inganno e il re era libero, allora sarebbe venuto fuori immediatamente. Se lo aveva mandato davvero lui ed era stato liberato, meglio ancora. Ma se quell'uomo non era Lord Ardena e il biglietto era vero, allora quel nobile avrebbe capito che la sua idea di mostrare alla gente un sosia del re stava interferendo con la sua liberazione. E forse ci avrebbe detto la verità, se non a me almeno ai contradaioli più in vista, come Ippio o Bariel. Valeva la pena tentare. |
Mentre fissavo quel paesaggio cosi romantico e malinconico iniziai a udire il suono della ocarina...mi voltai verso la porta, il cuore batteva forte.
Si diffondeva più malinconica che mai, guardai fuori del maniero e aprii la finestra e mi accorsi, stranamente e non ci avevo fatto caso prima, di quanto in realtà la parte della torre da dove proveniva quella musica soave e triste fosse cosi vicina alla stanza, alzai appena lo sguardo e riconobbi la finestra da dove proveniva che più che altro era una inferriata...e vedevo il bagliore di un lume. Rimasi lì ad ascoltare e guardare quando la musica cessò e io, lentamente, provai a chiamarlo..."Principe..Ardena!". |
Lo osservai parlare con in ragazzo, poi avvicinarsi al cavallo... era deciso, determinato a portare fino in fondo quella folle impresa...
montare quel cavallo e giostrare... lo guardai avvicinarsi alla vasca di legno, deciso ad abbeverare il cavallo... strinsi le mani a pugno, pregando che ci riuscisse. E fu proprio mentre inspiravo, fissando Guisgard con trepidazione, che la mia attenzione fu per un istante distratta da una voce... era la voce di una donna, ma la cosa che mi incuriosì fu il tono, la cadenza: in qualche misura diversa dalle voci che avevo udito a Chanty. Mi guardai intorno ed individuai una figura incappucciata accanto al barone... parlava, anche se non potevo udire le parole... per qualche momento rimasi ad osservarla, incuriosita, anche se non ne capivo bene la ragione... poi un forte nitrito richiamò la mia attenzione, che tornò a catalizzarsi su Guisgard e sulla sua avventatezza... |
Pioppo vide arrivare presso di lui Elisabeth e Gem.
In principio restò sorpreso, poi finalmente li riconobbe. “Oh, cari amici...” disse “... certo, ora rammento. Strano? Io? E' strana tutta la città! Pare che il principe sia tornato! Milord è a vedere il Palio nel padiglione della sua contrada, quella dell'Oca. In verità tiene molto a tutta la festa e fino alla fine della giostra non ammette di essere disturbato. Ma quando terminerà il Palio sarò io stesso a condurvi da lui.” Rientrò poi verso i padiglioni. “Non so...” fece Gem, una volta rimasti soli “... tutta questa storia è sempre più assurda... non so cosa pensare... ma mi sembrerebbe strano se davvero ci fosse qualcun altro giunto dal futuro qui... non sappiamo neanche quanti compagni abbia Solder... ammesso che non abbia bluffato fino ad ora...” scosse il capo pensieroso “... non so davvero cosa pensare... forse davvero Milord potrà illuminarci... su cosa, non so... ma lo spero vivamente...” |
Altea gridò il nome del principe verso quella finestra.
Non era molto distante, eppure non abbastanza vicina per far giungere fin là la sua voce. Eppure, dopo alcuni istanti, quasi come se il vento avesse sospinto più in alto la voce della ragazza, dalla grata di quella finestra apparve una sagoma incerta. I tratti e l'aspetto non erano naturalmente riconoscibili, visto che la simmetria accentrata del dongione, dove si trovava la finestra, non permetteva una visuale sufficiente dalla stanza di Altea. Ma almeno era visibile quella sagoma incerta. Sagoma che però non disse nulla. O almeno nulla della sua voce giunse alla finestra della donna. E restò alle grate, forse attratta dalla voce di Altea. |
Sanion ascoltò attentamente ogni parola di Clio, senza tuttavia tradire emozioni o turbamento.
Lui e Carlo di Monsperon, come tutti i nobili a Chanty, avevano il sospetto che il principe si trovasse imprigionato in qualche luogo. Ma sapevano anche che, se questa eventualità fosse vera, liberarlo sarebbe stato tutt'altro che facile. E l'arbitro della partita tra i nobili da un lato e i Rossi dall'altro era il tempo. E il piano di Carlo e Sanion serviva proprio a guadagnare tempo, rallentando così le manovre dei Rossi, che con il re a Fisyem di certo vedevano arrestato il loro piano di rovesciare totalmente l'ordine costituito. Ecco perchè il barone, nonostante le parole di Clio sul principe, riuscì a non tradire, almeno in quel momento, inquietudine. “Al termine del Palio” disse alla ragazza “sarà sua Maestà che racconterà ogni cosa. Come vuole la tradizione, quando il Drappellone, ossia il trofeo per il vincitore, sarà portato davanti all'Immagine Santa dell'Assunta, il principe parlerà al popolo. E tutti sapranno.” Il barone però ben fissò nella sua mente le parole della ragazza. Nel frattempo, qualche metro più avanti, Guisgard era deciso a capire quale segreto nascondesse Pestifero. E così, sotto gli occhi di Talia, prese il cavallo e lo condusse verso una vasca di legno per farlo bere. Ma quando il sauro arrivò a specchiarsi nell'abbeveratoio, si fermò di colpo, divenendo rigido e mostrando agitazione. “E' come pensavo!” Esclamò Guisgard, per poi voltarsi verso Talia. La fissò per un istante e annuì sorridendole. “Dov'è la sella?” Chiese poi a Marzio. “La sella?” Stupito il ragazzo. “Ma, maestà... sapete bene che i cavalli nel Palio vanno montati a pelo!” “Ah...” sorpreso Guisgard “... ottimo!” Fingendo di sorridere. “Volevo vedere se lo rammentavi!” E fece l'occhiolino a Marzio. Questi sorrise. Il Taddeide allora fissò Pestifero negli occhi, ancora agitato e scosso per essersi specchiato nell'abbeveratoio, strinse le briglie e saltò sul cavallo. Questo ebbe un sussulto e fu sul punto di scalciare, ma il suo cavaliere lo tenne bene per le redini. “Su, bello!” Facendolo calmare Guisgard. “Ho bisogno di te e non puoi mollarmi ora!” Dopo qualche istante, incredibilmente, Pestiferò si ammansì. Nello stesso istante, ma davanti all'ingresso nello spiazzo dedicato alla giostra, Giacomo, sceso dalle tribune, raggiunse le transenne dietro le quali c'era il cavallo dell'Aquila. “Cosa accade?” Attirando l'attenzione di Yrko. “Non ne ho idea!” Ancora scosso questi. “Dicono che sia tornato, ma ciò non può essere!” “Forse è stato liberato...” fissandolo il Nero. “Impossibile!” Sbottò Yrko. “Il castello è sorvegliatissimo! Neanche il demonio in persona riuscirebbe a trarre un'anima dannata da lì!” “Allora come può essere?” Tradendo nervosismo Giacomo. “Forse è il suo fantasma...” rispose Yrko “... non c'è altra spiegazione...” “I fantasmi non esistono!” Con rabbia Giacomo. “E in questa città già ve ne sono un bel po', sebbene fatti di melma e non di spirito!” “Che sia un trucco?” “Non lo so...” scuotendo il capo Giacomo “... non lo so...” “Poco male!” Con impeto Yrko. “Che sia un fantasma o un gaglioffo che si nasconde sotto la corazza del principe, io risolverò la faccenda! E a modo mio!” Strinse il suo spadone di legno. “Gli spaccherò in due la testa! E se è davvero il principe, tanto di guadagnato allora!” |
Osservai attentamente il nobile ma non riuscii a scorgere nessuna reazione a quanto avevo detto.
"Naturalmente..." Dissi con un sorriso. Poi, però, alzai lo sguardo e guardai nuovamente il nobile negli occhi "Badate, però, che non sia troppo tardi..." A bassa voce "..Io non sono nessuno, e non mi aspetto che vi fidiate di me, né che ascoltiate quanto ho da dire.. Ma , se permettete l'ardire.. Non crediate di essere solo in questa partita, mio signore... non dimenticate che i contradaioli della Pantera darebbero la vita per liberare o difendere Sua Maestà.. Tenetelo presente, vi prego..". Così dicendo, mi allontanai di qualche passo, sperando che le mie parole fossero almeno servite a qualcosa. Sospirai, forse ero troppo testarda, magari quello era il vero re e io mi stavo preoccupando per niente. Mentre parlavo con il barone mi ero accorta dello sguardo della donna giunta insieme al principe e al nobile su di me, ma ero concentrata a tentare di decifrare lo sguardo dell'uomo che avevo davanti, con scarsi risultati purtroppo, e non vi avevo dato peso. Mi voltai quindi verso di lei e la salutai con un sorriso e un cenno del capo prima di entrare nuovamente nel padiglione. Mi buttai il cappuccio sulle spalle e sospirai. Dovevo smetterla di essere sospettosa, il re era lì, avrebbe sconfitto Yrko, e io avrei potuto restituirgli il biglietto e la spilla, Lady Beatrice avrebbe riavuto indietro il figlio e l'acquamarina, e il popolo di Chanty il proprio sovrano. Tutto sarebbe andato per il meglio. Cercai invano di farmi entrare in testa quei pensieri. La verità era che non riuscivo a stare con le mani in mano. Guardai il fermento all'interno del padiglione e sorrisi "Posso essere d'aiuto in qualche modo?" Chiesi ad un contradaiolo che aveva l'aria di organizzare i preparativi. |
Sanion lasciò Clio e tornò dall'uomo col cappuccio.
Questi era riuscito a salire in groppa a Pestifero e nel vederlo tutti i contradaioli esultarono. Bariel rise commosso. “Procediamo alla vestizione di Sua Maestà.” Disse Ippio agli altri. “In fondo al padiglione” fece un altro dei contradaioli a Clio “vi sono vari spadoni di legno. Prendete quello con l'elsa d'avorio e l'effige della Civetta Gigliata. Bardo il falegname ha realizzato quell'arma apposta perchè il principe la usasse nel Palio. Andate, presto.” E così cominciò la vestizione del loro principe, mentre dalle tribune tutti acclamavano e attendevano il suo ingresso nel campo. |
Vidi solo una sagoma silenziosa tra le grate...era lui? Poteva essere chiunque..anche un nemico.
Dovevo provare e parlai di nuovo.."Voi alla grata..se siete il Principe suonate la vostra ocarina"..chissà se mi avrebbe sentita. Certo non mi sarei messa a scalare torri per salvare damigelle in pericolo..pensai ridendo tra me e me. |
" Pioppo sia ringraziato il cielo ci hai riconosciuti......ascolta.....so che Milord non vuole essere disturbato prima della fine di questo palio...ma abbiamo la necessita' di parlargli ora....mi faccio carico di tutta la responsabilità.......anzi...sai che facciamo..?....ormai per via dei nostri stravaganti abiti siamo troppo riconosciuti....che ne dici se ci dessi una mano a cambiarci d'abito.....magari raggiungeremo Milord tramite le tue indicazioni e tu non avrai problemi.....".....non avevo piu' idee...non sapevo che pensare ma Gem aveva ragione...non avevamo altre speranze......
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Nel vedere l'entusiasmo generale, dimenticai le preoccupazioni.
Annuii sorridendo al contradaiolo e mi diressi dove mi aveva indicato. Come mi era stato predetto trovai varie spade di legno, di pregevole fattura, ordinatamente assemblate in un angolo. Tuttavia, una tra tutte spiccava per raffinatezza e cura : ed era quella che dovevo prendere. Mi fermai un istante ad osservarla, era davvero bellissima. Tornai velocemente sui miei passi e raggiunsi il centro del padiglione, dove tutto era pronto per la vestizione. "Ecco qua.." Dissi al contradaiolo con cui avevo parlato prima. |
Pioppo, a quelle parole di Elisabeth, apparve turbato.
“Avanti, abbiamo bisogno te, amico.” Disse Gem esortandolo. “Aiutaci a trovare abiti decenti e indicaci come raggiungere il tuo padrone. Vedrai, non ci saranno noie per te in questa storia.” Il servitore allora si convinse. Portò la donna ed il pilota in una piccola tenda in mezzo ai padiglioni, dove c'era una donna. “Ariga!” Entrando nella tenda Pioppo. “Cosa diamine urli?” Fece la donna. “Ah, moglie belante, donna zelante!” Esclamò lui. “Di pecora, anzi caprone, qui ci sei solo tu!” Replicò lei. “Poche chiacchiere, donna.” Disse Pioppo. “Servono degli abiti per questi amici di milord. E alla svelta, o ti rimando da quella megera di tua madre.” “Avrei dovuta ascoltarla” rispose la donna “e non accettarti come marito. Sei un pezzo di somaro.” “Bada a te!” Cercando di non uscire perdente da quella disputa Pioppo. “E ora fa come ti ho detto!” La donna annuì, dopo però aver continuato ad inveire contro la sua decisione di averlo sposato. Mostrò allora ad Elisabeth e a Gem un baule carico di vestiti di non primissima qualità. “Scegliete quelli che più vi aggradano.” Disse la donna, per poi uscire dalla tenda. “Perfetto idillio matrimoniale.” Ridendo Gem appena restò da solo con Elisabeth. “Beh, direi di scegliere ora i nostri abiti. Naturalmente dopo di te, mia cara.” Indicando il baule ad Elisabeth. “Poi, ovviamente, mi volterò dall'altra parte per lasciarti vestire.” E le fece l'occhiolino. |
A quelle parole di Altea gridate quasi al vento, seguì solo l'eco del sibilo che percorreva l'aria.
Poi, all'improvviso, quell'incerta sagoma che lei vedeva a quelle grate, cominciò a suonare. Era il suono dell'ocarina che Altea aveva udito fino a poco prima. Era davvero il principe? O una trappola? O forse solo un prigioniero senza nome e senza storia rinchiuso in quel dongione? E se fosse davvero il principe, come raggiungerlo? E Daiz dove era finito? Come ritrovarlo? E mentre i tratti dell'avventura che il Fato stava tracciando per Altea prendevano forma davanti a lei, il maestoso castello, come un gigante addormentato, sembrava chiudersi su stesso. Quasi a difesa dagli inquieti e lamentevoli spiriti della notte, che parevano voler gettare ombre ed inquietudini su quel luogo dominato da un silenzio irreale e impenetrabile. |
I contradaioli avevano portato davanti a Sanion, all'uomo col cappuccio e a Talia la corazza destinata al principe e la tunica con i colori della Pantera.
L'uomo col cappuccio finalmente mostrò il suo volto davanti a tutti i contradaioli. Lo aiutarono così per la vestizione, senza però che nessuno fra loro avesse il coraggio di rivolgergli la parola. “Maestà...” alla fine della vestizione Marzio, l'unico fra i contradaioli a trovare il coraggio di parlare al principe “... c'è la cappellina del Battista, patrono della nostra contrada... oggi non chiedete la sua benedizione come fate sempre?” Guisgard gli sorrise ed annuì. Pregò allora davanti a quella cappellina e alla fine si segnò tre volte. In quel momento arrivò Clio. “La vostra spada, mio signore.” Indicò uno dei contradaioli. Guisgard allora si avvicinò alla ragazza. E nel vederla il suo volto non gli apparve nuovo. Aveva già visto quella ragazza. “Il pubblico aspetta solo voi, mio signore...” disse Ippio. Guisgard annuì e prese lo spadone che Clio aveva con sé. Il padiglione si aprì e si udì il boato del pubblico che attendeva il suo principe e la giostra dei cavalieri. “Grazie...” rivolgendosi Guisgard a Clio, per poi montare in groppa a Pestifero. http://www.mgb-home.de/Ivanhoe-Nach-dem-Kampf-Ashby.jpg |
Il suono della ocarina iniziò a riprendere...la curiosità era tanta, ma che potevo fare..le guardie erano forse ancora fuori la stanza?
Ad un tratto mi accorsi che vi era la sacca di Daiz, iniziai a frugare e trovai ovviamente una torcia, e poi...meraviglia...un piccolo aggeggio a raggi laser. Certo che sciocca...noi venivamo dal 2013 mica dal 1513. Presi pure un coltello che si trovava in un fodero in fondo alla sacca e delle pinzette dalla mia borsa. Lentamente aprii la porta e vidi una guardia, mi avvicinai al muro e alla torcia e la spensi camminando al buio attaccata al muro. Superata la parte dove avevano messe le guardie avrei potuto spegnere le torce di fuoco e accendere la torcia, che mi ero accertata funzionava perfettamente. Se una guardia si fosse avvicinata gli avrei puntato il raggio laser negli occhi. Riuscii a salire pure dei gradini, ero scalza e mi fermai un attimo nel silenzio e nel buio...e mi portava alla meta solo il suono della ocarina. |
Giunsi all'ingresso del padiglione proprio mentre il principe usciva da una piccola cappelletta.
Restai un momento ad osservarlo, aveva tolto il cappuccio ed assomigliava in tutto e per tutto al ritratto che tanto mi aveva colpito. Allora era davvero lui! Sorrisi, ma poi mi accorsi della voce del contradaiolo accanto a me, che gli annunciava la presenza della sua spada. Così, l'uomo si voltò e, per un momento, il suo sguardo si posò su di me. Trasalii, quegli occhi così chiari ed intensi, mi avevano tormentato fin da quando avevo lasciato quel palazzo. E li avevo ritrovati a Chanty sul volto del principe Ardena, com'era possibile? Ma mentre restarvi incatenata a quello sguardo, forse in maniera troppo sfacciata trattandosi del re, accadde qualcosa. O meglio, così credetti. Probabilmente, infatti, me l'ero immaginato. Per un istante mi parve di vedere una luce diversa in quell'azzurro. Come se, non stesse solo guardando nella mia direzione, o osservando la spada che tenevo in mano, ma stesse guardando... Me. Ma non con curiosità o interesse, sembrava quasi.. Sorpreso, come se mi avesse già vista, come se mi trovasse familiare. Spalancai gli occhi, senza toglierli dai suoi. Ma va, Clio... Te lo stai inventando... Al massimo sta pensando: cos'ha questa da guardare? Arrossii un poco a quel pensiero e, a fatica, distolsi lo sguardo. Quando lo rialzai il principe era davanti a me, e gli porsi la spada con un sorriso. Mi ringraziò e trasalii una seconda volta. Quella voce, era così simile da far venire i brividi. "Di nulla.." Balbettai in fretta "..Vostra Maestà..". Con un delicato inchino "..è il minimo.." Soggiunsi con un sorriso enigmatico. Lo guardai salire su Pestifero tra l'entusiasmo generale. Forse Solder aveva ragione, magari stavo sognando e avevo portato con me le informazioni che mi avevano colpito di più, come quella conversazione. Sospirai, doveva essere il sogno più reale che avessi mai fatto. |
Tra uomini ci si comprende meglio e Pioppo alla richiesta di Gem, fece in modo che avessimo ciò che avevamo richiesto....all'interno della tenda dove ci portò c'era una donna molto più corpulenta rispetto a Pioppo.....e dall'alternarsi di paroline amorose......compresi che era la moglie, fantastica discussione......." Caprone"...già nel nostro secolo questa parola non veniva fuori spesso quando ci si rivolgeva " amorevolmente "....e a differenza nostra quei due la notte non si sarebbero dati le spalle......nel nostro secolo non solo ci saremmo dati le spalle...tra i due ci sarebbe stato anche un'avvocato......sentivo ridacchiare Gem.....anche lui si stava divertendo....sino a quando da soli nella tenda.....mi inginocchiai davanti a quel baule.........pazzesco....non era la riproduzione di un palio che nella nostra epoca si svolgeva in estate......con abiti che potevano essere veritieri......ma quella era la realtà......quelli erano abiti del millecinquecento..........presi un abito color corallo era semplice......ma il colore era bellissimo......me lo poggiai addosso...." Ditemi mio Signore..il colore mi dona ?.....vuoi girarti Gem...stanotte non credo tu ti sia voltato......e poi ...ti dovro' dare un aiutino...per vestirti la tua spalla non ti consente movimenti agili...ma se vuoi ti vado a chiamare Pioppo "...........presi quindi qualcosa per lui.....in tinta con il mio vestito......e cominciai a togliermi la giacca.....la camicia era servita come tampone per la sua ferita.......tolsi le scarpe......e quindi scivolarono i pantaloni.......presi in mano il vestito...." Dunque..hai deciso di voltarti oppure no........."......
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Altea uscì così dalla sua camera, a piedi nudi, decisa a raggiungere la stanza del misterioso prigioniero.
Aveva con sé alcuni oggetti che Daiz teneva in borsa, ma ben presto si accorse che erano inutili. Infatti tutti gli oggetti che non potevano esistere in quel periodo, anche se giunti dal futuro, lì cessavano di funzionare. Era accaduto così per l'aereo, per l'auto, il pullman, i cellulari, i cronografi e tutto il resto. Tuttavia la ragazza fu fortunata. Infatti la guardia messa lì a sorvegliare si era addormentata e così le scale per risalire la torre da cui giungeva il suono dell'ocarina erano libere. E alla fine di quelle scale, Altea si trovò davanti ad una porta di ferro chiusa. E dietro di essa giungeva quella musica. http://quantachange.dreamhosters.com...50-px-wide.jpg |
Riuscii a sgattaiolare ma appena provai ad accendere la torcia mi accorsi che come il cellulare, l'auto non funzionavano.
Per fortuna non spensi le torce e non potevo crederci...camminavo lentamente come se quel suono mi ipnotizzasse e mi portasse a sè..e la fortuna a dire il vero girava dalla mia parte. Cosi mi trovai di fronte a quella porta di ferro, da dove proveniva la musica della ocarina e mi appoggiai bussando..e la musica cessò.."Principe Ardena..sono io...Altea..ero già venuta da voi l'altro giorno e prima vi parlai dalla finestra..ditemi siete voi..il Principe?Voglio aiutarvi ve lo giuro." |
Gem sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“In effetti” disse “l'altra notte non mi sono affatto girato... anzi... e devo dire che è stata la scelta giusta... e mi chiedo... se non mi girassi ora, tu cosa faresti? Ti lasceresti guardare mentre ti vesti... oppure no? Beh... ora che siamo qui sei una dama cortese... o forse già la datrice di lavoro autoritaria e possessiva che mi ha promesso un lavoro dopo essere ritornati a casa?” Le fece l'occhiolino e rise. |
Guisgard prese l'arma che Clio gli stava porgendo.
Restò a fissarla ancora per un po', poi le parole del contradaiolo, insieme alle trombe festanti e alle grida del popolo, lo destarono. Risalì in groppa a Pestifero e finalmente uscì sul campo. E nel vederlo, nel riconoscere la sua corazza e i colori della sua amata Pantera, tutti gli spettatori esultarono. Nel frattempo, dal padiglione, Talia, Clio, Sanion e tutti gli altri avevano raggiunto le tribune per assistere al Palio, dove trovarono anche Carlo. Uno dei Marescialli di Campo allora lo invitò, essendo l'ultimo dei cavalieri ad essere apparso sul campo, a prendere la lancia e a scegliere la sua madrina ed il suo avversario. Perchè ogni contrada doveva avere l'una e l'altro. Guisgard così prese la lancia che gli porgeva uno dei suoi scudieri e galoppò intorno allo spiazzo. Raggiunse allora la tribuna dove stavano i suoi e cercò un volto fra quelli che assistevano. Riconobbe quello di Talia e battè tre volte con la lancia sul parapetto dove si trovava lei. Il pubblico esultò e invitò la dama a donare il suo fazzoletto al cavaliere. “Cane bastardo...” disse Guidox a denti stretti “... si è anche scelto una madrina... e fra le straniere direi!” Giacomo invece assisteva in silenzio, con occhi cupi, a quella scena. Guisgard poi galoppò poi verso il palco dove erano affissi gli stemmi di ogni contrada. Prese allora la ricorsa e mirò con la lancia. Tutti si aspettavano di veder colpito lo stendardo dell'Aquila, da sempre avversaria della Pantera. Invece lui, tra lo stupore generale, colpì tutti gli stendardi delle altre contrade, facendoli cadere a terra, lasciando così in mostra solo quello della Pantera. E tutti i suoi contradaioli esultarono. “Che il demonio se lo porti!” Esclamò Guidox. “E' sempre più arrogante! Se Yrko non gli spezzerà il collo, giuro che gli toglierò tutti i beni e l'onore!” Intanto il popolo esultante invocava il nome del suo principe. |
Restai incatenata a quegli occhi ancora per qualche istante, almeno finché non lasciarono i miei.
Lo osservai sorridendo. Seguii i contradaioli sugli spalti. Tuttavia, protestai vivamente e mi nascosi tra la gente, temendo che Yrko mi riconoscesse. Infondo, ero sempre la sua madrina, o almeno così credeva. "Perdonate, ma non posso restare..." Dissi agli uomini e alla ragazza. Cercai Ippio con lo sguardo "..sapete che non posso.. È troppo pericoloso, anche se la la situazione è cambiata.. Troverò un posto tranquillo, dove non posso essere vista, vi raggiungerò quando tutto sarà finito.." Sorrisi "...non temete, se dovesse trovarmi dirò che, poiché non ha vinto non si merita la mia attenzione, o qualcosa del genere.. Perché non vincerà, ovviamente.." Dissi strizzando l'occhio. Salutai tutti sorridendo "Con permesso..". Mi allontanai dal padiglione, raggiungendo un posto simile a quello da cui avevo osservato l'arrivo del re. Non avevo mai abbassato il cappuccio, temendo di essere riconosciuta, non potevo rischiare che Yrko mi vedesse sulle tribune della Pantera o avrebbe iniziato a sospettare. E anche se non dovevo più avvicinarlo, volevo evitare che capisse che intenzioni avevo, non sembrava essere un uomo tenero con i nemici. Restai stupefatta nel vedere il principe colpire i simboli di tutte le contrade. Tuttavia, non lasciai trasparire alcuna reazione. |
A quelle parole di Altea la musica cessò all'istante.
Seguirono allora alcuni momenti di silenzio. Alla fine, però, una voce si udì giungere dall'altra parte di quella porta di ferro: “Perchè” disse quella voce “siete così certa che io sia il principe? Cosa vi fa credere questo? Avete voi forse conosciuto il principe? E perchè vi trovate qui, in questo castello? In questo luogo esistono solo due tipi di persone... carcerieri e prigionieri... voi dunque a quale dei due tipi appartenete?” |
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