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Lessi quel biglietto e rimasi a bocca aperta. Sembrava che il leitmotiv delle mie ultime giornate fosse la frase "Guisgard non è chi dice di essere". Mi stavano perseguitando e la cosa cominciava ad inquietarmi.
"Guisgard..." gli chiesi sorridendo "se non le spiace vorrei fare un altro ballo..." mettendo in mostra il biglietto, affinché capisse che volevo parlarne con lui. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Quel gesto di Gwen vinse ogni resistenza, dubbio, inquietudine di quell'uomo.
La stanza era buia ma lui sentì la ragazza entrare in acqua con lui, sentì il corpo di lei immergersi e poi poggiarsi contro il suo. La strinse fra le braccia e la baciò, per cercare nel buio e nella schiuma della vasca i suoi seni. E trovatili, lì baciò con passione, facendo accendere e godere Gwen. |
“Veramente fra pochi minuti sarà proiettato il film...” disse il regista a Gaynor.
“Un ballo, l'ultimo...” fece Guisgard, avendo notato il biglietto e quindi capendo che la ragazza voleva parlargliene “... prima che terminerà la musica il film non potrà cominciare...” La prese per mano e raggiunsero il centro della sala per ballare. "Dunque..." lui sorridendo a lei "... vuole forse mostrarmi il bigliettino di un suo corteggiatore per farmi ingelosire?" Divertito. |
Sentire il calore del suo corpo e dell'acqua era una sensazione stupenda, impagabile, come le sue braccia che mi stringevano e la sua bocca che mi assaporava, riaccendendo quel fuoco.
Sentivo che finalmente si stava lasciando andare e che ora anche lui poteva essere mio. Nella stanza echeggiavano solo i miei sospiri, a cui si aggiunse anche il mio sussurro. "Te lo darò, il mio cuore, se lo vorrai..." https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...925f6d9bea.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, me lo prenderò...” disse lui baciando Gwen e toccandola ovunque.
La fece allora sedere a cavalcioni su di lui e di nuovo lei fu sua, tra gemiti, grida, sospiri, con i loro corpi che scivolavano l'uno sull'altro, tra la schiuma e l'acqua di quel caldo bagno d'Amore e passione. |
Attesi il ritorno di Pavel e quando tornò fu come prendere una boccata d'aria fresca. "Non so" dissi a quella sua domanda riguardo la cena. "Pensi faremo troppo tardi a tornare a casa?" dissi cercando di guardarlo.
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Punizioni su punizioni e il timbro stampigliava su quei fogli.
Poi lessi in un foglio qualcosa di particolare che mi stupì. .si parlava di un mister X e la punizione era singolare ovvero niente libri in cella. Mi soffermai a riflettere..poteva essere lui il misterioso uomo? Neppure i due scienziati provenienti dal futuro sapevano il suo nome effettivamente. Però questi erano atti ufficiali e segreti ed era strano non era menzionato nome e cognome come negli altri..il suo nome era estraneo pure a loro e chissa' per quale motivo. E poi i libri...perche' mai togliergli i libri..era uno studioso? Uno scienziato appunto..o era altro. Bene... ora dovevo incentrarmi su questo Mr X. Finii il lavoro veloce e misi le carte a posto aspettando il ritorno del direttore e mi alzai guardando dalla finestra sul lato est dove si era diretto per una importante faccenda. |
Sorrisi alla sua risposta e mi lasciai baciare, stringere, accarezzare.
Ero sua, ancora, di nuovo. Lì in quella vasca, su di lui, mentre i nostri gemiti e i sospiri riempivano la stanza, talvolta imprigionandosi nelle bolle di sapone che svolazzavano da quella schiuma soffice che ci avvolgeva e noi che ricominciavamo da capo quella danza. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Per fortuna Guisgard capì il vero motivo della mia richiesta e così tornammo sulla pista da ballo.
"In realtà è una cosa molto più seria..." cominciai per poi raccontargli del vecchio a teatro, della telefonata a casa mia, dei manifestanti quella sera stessa ed infine di quel bigliettino. "Come vede, sono due giorni che stanno dicendomi in tutti i modi che lei non è il vero Guisgard ed io non ne capisco il motivo... innanzitutto, com'è possibile rendere un essere umano uguale ad un altro? E poi, se per assurdo fosse possibile, perché dirlo proprio a me? Sto cominciando a sentirmi inquieta..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Il vapore nella stanza, caldo ed avvolgente, velata ed inumidiva ogni cosa, mentre l'acqua calda, traboccante dalla vasca sotto le movenze dei loro corpi ardenti, si increspava tra i loro gemiti di piacere.
Quell'uomo doveva essere molto giovane, di poco più grande di Gwen e questo non lo si comprendeva solo dalla sua voce e dal corpo robusto e vigoroso. Ma anche in quei momenti di passione la giovane sentiva l'impeto, lo slancio e la virile forza con cui lui la possedeva. E fra le forti braccia del suo padrone, Gwen si sentiva protetta, desiderata, appagata e soprattutto amata. Si sentiva donna come mai prima d'ora. |
Poco dopo Raputin tornò nel suo ufficio e vide Altea guardare dalla finestra.
"Immagino abbia completato il lavoro che io le avevo affidato." Disse sorridendo. "Faccio portare del caffè? O preferisce altro? Merita una pausa premio." Fissandola il direttore. |
"Si è tutto fatto direttore...a dire il vero vorrei visitare la prigione...è possibile?"
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Il vapore caldo e soffuso si posava su di noi, sui nostri corpi, uniformandosi in piccole goccioline a quelle dell'acqua, che traboccava dalla vasca.
Non smisi mai nemmeno un istante di aggrapparmi alle sue spalle e ai suoi capelli, come se quel piacere assoluto fosse capace di trascinarmi via. Non doveva essere di molto più grande di me, lo sentivo da molte cose, dal suo corpo, prestante e vigoroso, la sua bellissima voce, ma anche dal suo impeto, pregno dell'ardore giovanile, il medesimo che sentivo anche in me Sentivo la sua forza, non solo nel possedermi, ma anche nel suo stringermi a sè, che mi faceva sentire amata, desiderata, mi faceva sentire donna come non mi era mai capitato prima. Nonostante lui mi avesse quasi rapita, sottratta a ciò e chi amavo, paradossalnente fra le sue braccia mi sentivo finalmente protetta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Guisgard guardò Gaynor per un lungo istante, mentre continuavano a ballare fra le altre coppie.
Poi accennò un sorriso e guardò per un momento il vuoto della stanza. Allora, per quel breve frammento di attimo, l'azzurro dei suoi occhi si tinse di un che di inquieto, enigmatico, sfuggente e vago. Come se cercasse qualcosa dove però nessuno poteva dargli conforto. "La notorietà ha lati positivi" disse tornando a fissare il bel viso della solare Gaynor "ed altri un pò meno... essere ricchi e famosi da molti nemici... un pò come succede nel mondo del calcio, no? Spesso la squadra più forte e vincente è anche la più odiata." Facendole l'occhiolino. "Quanto al mio aspetto..." Ma in quel momento la musica terminò e tutti smisero di ballare. |
"Curiosa richiesta la sua..." disse sorridendo Raputin "... la incuriosisce questo castello fatto di solitudine, sofferenza e disperazione? Come mai? Guardando Altea. "Forse vuole tentare i nostri poveri galeotti? Tanti di loro non vedono una donna da diverso tempo ed una ragazza avvenente come lei può suscitare molto desiderio in quei miserabili..."
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Sorrisi e lo guardai.."Sono imprigionati no? E poi vi sono le guardie..sarebbe grave se la bellezza avesse il potere di far evadere dei galeotti" guardandolo seriamente "Mi hanno detto questo è un castello antico..e quindi mi incuriosisce". Poi azzardai. ."Direttore ma perché vi è un prigioniero non può avere libri?".
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Lui possedette Gwen più volte e in più modi, facendola gemere e gridare per il grande piacere.
Ed alla fine insieme gemettero insieme nel raggiungere il momento più intenso, abbandonandosi infine l'una sull'altro tra la schiuma soffice e bianca di quella vasca. |
"Beh, se ciò vi incuriosisce così tanto, allora vi farò accompagnare per vedere questo castello." Disse il direttore ad Altea. "Anzi, sarò io stesso a mostrarvelo." Sorridendo.
Poi quella domanda della sua segretaria. "Beh, la disciplina è importante in un luogo come questo..." mormorò Raputin "... le regole sono tutto ciò che ancora lega i prigionieri alla società civile. E quando una regola viene violata allora è giusto imporre la degna punizione, come Dante scriveva nella sua Commedia... quindi, avendo un prigioniero come unico passatempo qui la lettura ed avendo egli violato una delle nostre regole, ecco che gli sarà tolto il privilegio che solo la buona condotta può dare." |
"Se c'è una cosa che detesto" disse Pavel a Nyoko "è avere il tempo contato. Mi opprime." Sorridendo. "Qui di seguito a te va di fermarci e mangiare da qualche parte qui vicino, beh, nessuno c'è lo impedirà." Divertito. "Quindi che decidi?"
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Nonostante avesse accennato un sorriso, dopo il mio discorso gli occhi di Guisgard mostrarono inquietudine, sebbene per un breve istante.
La sua risposta, peraltro incompleta perché la musica terminò e lui si zittì, era vaga e generica e ciò contribuì al nervosismo derivante dal biglietto. "Si vede che lei è abituato a donne come Laiwa, se pensa che insultare la loro intelligenza sia un must irrinunciabile..." gli risposi sarcastica "Credo sia meglio tornare al tavolo e vedere il film, dopodiché tornerò a casa e mi lascerò alle spalle assassini, misteri e anche lei..." terminai girandomi verso il tavolo. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Non sapevo da quanto tempo fossimo in quella vasca, ma di sicuro non avremmo potuto trascorrerlo in maniera più perfetta di quella, amandoci.
La stanza poi si riempì dei nostri gemiti, che si mischiarono alle nuvole di vapore, quando coronammo insieme l'idillio di quell'amplesso, alla fine del quale, ancora col respiro intermittente e il cuore che batteva all'impazzata, mi stesi su di lui, ad occhi chiusi e con la testa sulla sua spalla, sentendo il suo corpo robusto sotto il mio morbido, mentre mi godevo appieno quel meraviglioso momento. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Questo fatto mi incuriosiva.."Certo sarò lieta se mi farete da Cicerone" mostrando di uscire con la mano.."Oh si avete ragione" mentendo "Ma cosa avrebbe fatto di tanto terribile questo detenuto? Sa...io amo leggere e credete non vi è peggior pena per un lettore che rimanere senza libri...è uno studioso? Ho visto non si sa nemmeno il suo nome.." avvicinandomi a lui mostrando un sorriso sensuale.
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Gaynor, seccata, si voltò per tornare al loro tavolo, ma la mano di Guisgard strinse la sua, impedendole di andare.
"La verità potrebbe non essere piacevole" disse lui guardandola negli occhi "e magari risultare anche deludente... o addirittura del tutto inaccettabile da parte sua..." senza lasciare la mano di lei. |
Dopo aver fatto l'Amore con impeto, foga ed aver raggiunto insieme il più intenso piacere, Gwen e quell'uomo senza volto restarono stesi l'una sull'altro, lasciandosi cullare dal tepore dell'acqua e dal profumo dei sali.
"Dimmi la verità..." disse ad un tratto lui, accarezzandole la spalla semicoperta dall'acqua "... era bello, vero? Intendo l'uomo che amavi prima di essere portata qui..." |
"La verità, che sia spiacevole o inaccettabile, è sempre meglio di una qualsiasi blanda bugia..." risposi a Guisgard, sostenendo il suo sguardo con il mio che mandava lampi. Guardai la sua mano che teneva la mia, dopodiché ripresi a parlare. "Io non sono abituata alle menzogne, né ai misteri... se vuole essere mio amico, ho bisogno della sua sincerità..."
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Altea cominciò a chiedere del misterioso prigioniero, sfoderando un sorriso sensuale che ben legava con il suo abito seducente.
"Un prigioniero" disse con sguardo scuro Raputin, come se quell'argomento lo innervosisse "non ha più un nome, nè passioni, nè tantomeno diritti e privilegi. Qui i detenuti sono tutti uguali... non più uomini, ma numeri..." con tono freddo. Infatti, come detto, parlare di questa faccenda sembrava indisporlo, tuttavia la vicinanza di lei e quel suo sorriso sensuale, parevano intaccare questa sua chiusura. |
C'era il silenzio più totale in quel bagno, come se ormai tutto quanto fosse stato detto attraverso i sospiri e quell'amplesso.
Aprii gli occhi alla sua domanda, mentre mi accarezzava la spalla ed io mi stringevo di più a lui. "Sì, lo era" risposi semplicemente, non potendo fare a meno di sentire una fitta al cuore. Mi distruggeva il fatto che tra noi non fosse semplicemente finita, ma che il nostro amore fosse strato brutalmente stroncato, come la sua vita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Notai un certo nervosismo in Raputin, voleva sviare il discorso, era agitato ma le cose non stavano come lui diceva.
La bellezza...valeva più di mille armi a volte...e mi passai la mano tra i capelli per farla scendere sulla scollatura lasciando trasparire il pizzo ancora di più ma non tanto...non volevo apparire volgare. "Mi sembrate nervoso direttore...eppure io ho visto in altri documenti non vi stavano numeri ma nomi e non preoccupatevi, non me li ricordo nemmeno...non sono certo qui a fare la spia o altro.."sfiorandolo accidendalmente ma tenendomi lontana da un suo attacco..."La cosa mi sembra strana...ma voi certo sapete di chi si tratta...e pure della punizione...sono curiosa per natura ma poi dimentico le cose facilmente...il direttore deve fidarsi della sua segretaria personale..diritti e privilegi? Allora è nobile" dissi iniziando a infiltrarmi nel corridoio. |
"Proprio perché la ritengo mia... amica... che non vorrei mai metterla in pericolo..." disse Guisgard con sguardo enigmatico a Gaynor.
Un attimo dopo i presenti furono pregati di raggiungere i propri tavoli, poichè il film stava finalmente iniziando. |
"Perciò lo amavi..." disse lui a Gwen "... perché era bello, vero? Voi donne guardate solo la bellezza... conta soltanto un bel viso... ma dimmi... lui a letto era bravo come me?" Quasi con rabbia. "Sapeva farti gemere e gridare come faccio io? Rispondi!" Vicinissimo alle labbra di lei.
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"Da quello che le ho raccontato, capirà che sono già coinvolta... se vuole, più tardi potrà riaccompagnarmi a casa e le racconterò dell'altro..." gli risposi, pensando al giornalista Biond.
Qualche istante dopo, fummo invitati a riprendere posto per la visione del film. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Lo sguardo di Raputin seguì la mano di Altea che dai lunghi capelli ramati scivolò sensuale fin sulla scollatura, mostrando il pizzo del suo reggiseno.
"Certo..." disse il direttore sorridendole "... lei ha ragione, dopotutto è la mia segretaria personale, quindi figuriamoci se non vi è fiducia tra noi..." la seguì nel corridoio e prese cavallerescamente il suo braccio per condurla in quel giro per il castello. "Il nome di questo maniero molto antico, ossia Castello della Lingua, deriva, secondo una legge da molto diffusa, dagli antichi baroni che, provenienti appunto dalla Linguadoca in Francia, lo fecero costruire nel bel mezzo della brughiera." Avviandosi a visitare il maniero. |
Rimasi pietrificata dalla veemenza delle sue parole e del suo tono.
Ancora il pensiero di come cambiasse da un momento all'altro mi assillava. "No... No, non solo per quello... C'era anche altro in lui oltre la bellezza..." mormorai, poi abbassai appena il viso e lo sguardo "Noi... Stavamo insieme da poco, solo da un giorno... Forse poche ore..." risposi piano, a mezza voce, intendendo implicitamente che non eravamo ancora stati insieme in quel senso. Non capivo perché, nonostante lui stesso mi dicesse di dimenticarlo, quando ero pronta a donargli tutta me stessa, ci tenesse a ricordarmelo, a portare a galla dolorosi ricordi che cercavo di seppellire, non capivo il suo comportamento. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sentii il suo braccio avvinghiare il mio.."Scusi per fiducia intendevo non vi devono essere segreti lavorativi..non è professionale farsi vedere da tutti in questo modo, col suo braccio nel mio" e mi staccai sorridendogli falsamente benevolmente.."Ah quindi è così che deriva il nome...un uomo mi disse per le torture afflitte molto tempo fa, parlo di secoli fa ai detenuti ovvero veniva loro mozzata la lingua...ora esce una famiglia della Linguadoca" sospirando "Allora stavamo parlando di questo detenuto...è un nobile, avete detto non ha più diritti e privilegi ovvero?" sorridendo...poi pensai all' uomo mascherato alla Orchidea Blu, non poteva dire il suo nome...doveva rimanere celato..ed era nobile disse...era possibile Alvis e il professore lo avessero coperto ma invano?
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Sorrisi a Pavel "beh, allora non ci trovo nulla di male se ci fermassimo da qualche parte" dissi sperando di avere il volto e gli occhi su di lui.
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Icarius chiuse gli occhi per baciare Clio, ma quando li riaprì lei non c'era più.
Era uscita, a combattere. Infatti in breve la musa stellare, ora invisibile, cominciò ad uccidere uno ad uno tutti i carabinieri presenti non solo nell'infermeria, ma anche nel resto della stazione. Una morte letale, rapida e misteriosa che non lasciò scampo ai militari. Tuttavia, quando li ebbe uccisi tutti, la regina giunta dallo spazio si accorse che non c'era traccia di quei misteriosi uomini vestiti uguali fra loro. |
Erano ancora in quella vasca, nel tepore dell'acqua calda e nel candore della schiuma profumata.
“Allora dimmi” disse lui a Gwen “per quale motivo dovresti dimenticarti di lui e ritrovarti ad amare me, uno sconosciuto che ti ha portata qui con la forza...” |
La leggenda dello Scorpione di Giada
Uno ad uno, i carabinieri caddero silenziosi e inermi, senza poter controbattere al nemico invisibile che li sopraffaceva.
Quando tutti i militari furono sterminati, mi accorsi che quegli uomini non c'erano più. Probabilmente erano usciti, pensai. Allora tornai da Icarius, rendendomi visibile mentre entravo da lui. "Via libera.." gli dissi. |
Pavel sorrise a Nyoko.
Percorsero una stradina e raggiunsero la periferia di quel paesino, quando all'improvviso dal cielo cupo e coperto della sera cominciò a scendere una fitta pioggia, rafforzata da un vento impetuoso che spingeva scrosciate d'acqua in ogni direzione. Pavel vide l'insegna di una locanda appena fuori il paesino e subito entrò nel cortile davanti ad essa, usato come parcheggio. “Metti questo in testa...” disse lui alla ragazza dandole il suo giubbotto. Ed insieme corsero nella locanda. |
Icarius vide entrare Clio, allora si alzò dal letto.
“Come fai” disse alla ragazza “ad essere certa che non ci siano sentinelle o altri carabinieri in giro?” Fissandola. “Siamo in una stazione dei carabinieri dopotutto...” |
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