Elv annuì e si rivestirono.
Poco dopo lui e Cassandra lasciarono la locanda, diretti in chiesa.
Qui non videro però il chierico.
“Cerca nella navata...” disse a Cassandra “... io andrò a vedere in sacrestia...” e si separarono.

Hiss guardò Eeila dopo quel bacio.
“Lasciate fare a me, signora...” disse, per poi chinarsi di nuovo sulle sue game e ricominciando a baciarle, a leccarle.
Tutte, dai piedi risalendo lentamente, fino a raggiungere l'interno cosce.
Allora alzò gli occhi azzurri sul volto di lei, come a prepararla per qualcosa di ardente e forte.

Ci rivestimmo e subito dopo uscimmo.
Quando arrivammo, però, Kimsy non c'era.
Strano, era mattino, dopotutto.
Andai nella navata e cominciai a cercare.

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"Sì" dissi sospirando a quella domanda che avrei voluto evitare per baciarlo in ripetizione, senza staccarsi. Morire soffocata da quel bacio, sarebbe stato bellissimo. Ma qualcuno ci interruppe, o meglio, un calpestio. Mi voltai insieme a Lavaros ed estrassi i miei due pugnali.

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Le sue mani sulle mie gambe e la bocca e la sua lingua che indugiavano facendomi provare un leggero torpore che mi stordiva la mente.
Quella sensazione allo stomaco, il respiro irregolare al suo tocco al solo fatto di averlo in mio possesso e lui di essere ora colui che teneva il gioco.
Sapeva non amavo essere dominata completamente in quei momenti, che lo consideravo un darsi ed un avere...ma in quel momento ero in balia della sua passione.
Lui era come brezza fresca che mi sfiorava leggera dando vitalità al mio corpo, oltre al mare in tempesta che mi scuoteva, e il sole che mi scaldava per darmi energia vitale.
Le sue mani si fermarono sull' interno cosce mentre io chiudevo gli occhi sciogliendo i muscoli, ogni inibizione e provavo già un forte piacere.
I suoi occhi azzurri si soffermarono sul mio volto e il cuore iniziò a palpitare in modo irregolare.."Il mio Cavaliere vuole essere più audace? Lo leggo in quegli occhi meravigliosi...e io, la Vostra Signora, ora sono a vostro servizio, ma attenzione i ruoli potrebbero stravolgersi" con sguardo malizioso e di sfida.

Cassandra cominciò a cercare nella navata della chiesa che pian piano dalle alte vetrate gotiche iniziava ad illuminare le nicchie laterali.
Ad un tratto la ragazza sentì dei passi dietro di lei.

Hiss restò a fissare Eeila senza rispondere nulla, lasciando allora solo all'intensità dei suoi occhi azzurri dare risposta alla bella sacerdotessa.
Chinò il capo fra le bianche e lisce gambe di lei, riprendendo a leccare con cura e devozione la sua pelle sempre più calda.
Saliva e scendeva, ogni volta con più passione ed audacia.
Dai piedi nudi, poi lungo i polpacci e le ginocchia, fino alle cosce.
E quando tornò a baciare e leccare l'interno cosce alzò di nuovi suoi occhi chiari verso di lei.
“Ora la signora gemerà di piacere...” disse, per poi raggiungere con le labbra il suo bel fiore per tingerlo di brina.

Astral e Lavaros si voltarono di scatto.
“C'è qualcuno...” disse lui impugnando l'arma.
Allora i due giovani videro una gigantesca orma nel terreno.
“Questa non appartiene ad un uomo...” Lavaros guardandola “... e nemmeno a nessun animale conosciuto...”
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Seguii Ennius fino alla lapide, dopodiché mi fermai ancora a guardarla.
L'idea delle lettere mi sembrava buona, ma non mi stava portando da nessuna parte.
"C'è qualcosa che mi sfugge..." fissando di nuovo i numeri incisi.

Quel gioco di sguardi era davvero conturbante..amarsi con gli occhi e quindi fino in fondo l' animo.
Hiss indugiava sulle gambe bianche e poi quelle parole decise, come una volontà di farmi sua.
E la sua bocca e lingua iniziarono a giocare sulla parte più intima di me, come un fiore sulla quale la natura posava la sua brina e la rugiada.
Il piacere era forte e lasciai scorrere i miei gemiti come una dolce ma anche passionale melodia.."Vuoi farmi perdere il senno, Cavaliere".
Il piacere era troppo intenso e mi stesi lungo i cuscini e i miei occhi lo osservavano muti..come una richiesta di possedermi ancora più forte.

L'ambiente interno e centrale della chiesa era molto bello, mentre si creavano giochi arzigogolati e pieni di colori all'ingresso della luce attraverso le alte vetrate.
Ad un certo punto, sentii dei passi e mi voltai.

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Eeila eccitata si stese sui cuscini, abbandonandosi ai suoi stessi gemiti.
Hiss allora cominciò a giocare fra le sue gambe e ampie vampate di calore tinsero il volto di lei.
Il cavaliere e la sua lingua non concedevano tregua e la sacerdotessa si sentiva come bruciare.
Era tutto meraviglioso e travolgente, sensuale e peccaminoso.
Eeila non poteva e non voleva restare ferma, mentre lui le teneva le gambe divaricate per assaporarla meglio.
Poi si fermò, la guardò e la prese.
La penetrò con vigore e come un ossesso cominciò a farla sussultare forte.
Senza sosta.

“Ovvio...” disse Ennius ad Elyse guardando la lapide numerata “... sono secoli che sfugge a tutti...”

Cassandra si voltò, trovando Kimsey al centro della navata che la fissava.
Era immerso dalle proiezioni luminose che dalle vetrate inondavano la navata, in un alone policromo che rifletteva enigmatici bagliori sui mosaici e gli affreschi delle nicchie.
Come se i volti dei profeti, dei Santi, delle Sante e degli Angeli assumessero espressioni inquiete, afflitte.
Come se davvero piangessero per il sangue versato in quella contrada.
Il chierico fissò per un lungo istante la ragazza negli occhi.
“Buongiorno...” disse infine sorridendo “... tutto bene?”
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"Eppure il fatto che si formino parole di senso compiuto vorrà pur dire qualcosa no?" sbuffando, mentre fissava i numeri.
"O è solo una coincidenza e sono completamente fuori strada?" mormorai, parlando ad alta voce.
Quei numeri mi tormentavano da giorni, ormai, e dovevo assolutamente venirne a capo.

Hiss mi raggiunse e quel gioco intimo e speciale solo tra noi continuava, indugiava con bocca e lingua e il mio corpo vibrava e si muoveva smanioso a quei gesti così sensuali e forti. Il mio corpo ardeva fino alla testa, ormai non realizzavo ciò che stava avvenendo finchè sentii Hiss entrare in me, e fu ancora più forte dovuto al piacere procurato prima.
Hiss iniziò a muoversi in me e io le seguivo.."Io.." dissi a bassa voce visto il piacere mi sopraffava in modo estasiatico per poi fermarmi.
Le mie gambe si unirono alla sua schiena e si aprirono come un fiore che accoglie il vento impetuoso, i nostri corpi sudati erano a stretto contatto.."Ora siamo tutt' uno Mio Cavaliere..dimmi che provi" fissandolo nei suoi meravigliosi occhi azzurri.

"Oh, siete voi. Buongiorno" sorridendo "Sì, tutto bene. Io e mio marito eravamo venuti qui per sapere se potevate soddisfare la nostra curiosità riguardo una cosa" spiegai a Kimsy, che era rimasto al centro della navata a fissarmi.

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“L'enigma che questi numeri celano” disse Ennius ad Elyse “devono condurre al luogo in cui il Rosso ha nascosto il suo inestimabile tesoro... le parole hanno senso compiuto? Ovvio... devono indicarci dove trovare il tesoro...”

“Ti amo...” disse gemendo Hiss nell'atto di possedere la sacerdotessa “... ti amo, Eeila... ti amo...” muovendosi senza sosta sopra di lei.

“Curiosità...” disse sorridendo Kimsy a Cassandra “... certo... se ciò è in mio potere... in cosa posso aiutarvi?” Fissandola.

"Appena arrivati in paese, abbiamo notato uno strano sistema numerico nella meridiana del palazzo baronale, qual è esattamente il suo funzionamento?" chiesi, con curiosità.

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Le sue parole furono come sorgente di acqua cristallina e potente che ti rinfresca e inebria l' animo.."ti amo" ..due parole che raccoglievano un mondo intero. .sentimenti inspiegabili come quelli di cui eravamo in balia in quel momento.
"Hiss..ti amo..Non sai quanto" e quel furore di sensi continuava deliziandomi e facendomi sentire la donna più fortunata e stavolta volevo mi possedesse lui..i miei baci dalla fronte sudata assaporando il gusto salato e il profumo di lui fino al collo..fino al petto mentre la mia mano indugiava sulla sua virilità che mi provocava quel piacere assoluto da farmi gemere forte.

Guardammo l'orma sul terreno, lasciandoci sbigottiti. Che razza di creatura poteva lasciare un'impronta del genere?
"Non ho mai visto un'impronta del genere. Nello zoo c'era un mio amico che era famoso per i piedi lunghi, ma non si assomigliano per niente. Queste sono più grandi" dissi io esaminandole con cura.

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"Certo..." dissi solo.
Continuavo a guardare quei numeri, a rivedere le parole nella mia mente.
C'era qualcosa che mi sfuggiva, e la cosa mi infastidiva sempre di più.
Ne andava della mia vita, e non avevo nessuna idea brillante.
Il massimo proprio.

Kimsy guardò Cassandra con aria interrogativa.
“La meridiana...” disse pensieroso, per poi dirigersi all'uscita della chiesa e guardare la meridiana del palazzo baronale.
E restò a fissarla per lunghi momenti.

“Quei numeri come da te detto” disse Ennius ad Elyse “sembrano formare parole di senso compiuto... ed esse rappresentano uno dei motti di Uaarania... il luogo da cui proveniva il Rosso... il loro senso è... l'uomo ha vinto, dunque ha legittimato, il mezzo, ossia il centro, del mondo intero... in pratica l'uomo è il centro di tutto e non deve sottostare a nulla che non sia se stesso... Divinità comprese...”

Rimase pensieroso finché non andò a guardare la meridiana davanti all'uscita della chiesa.
Io invece guardavo ora lui, ora l'interno dell'edificio; dov'era finito Elv?
Doveva aver sentito noi due parlare, in fondo non c'era nessun altro in chiesa oltre noi tre, mi chiedevo cosa stesse facendo e intanto osservavo Kimsy che continuava a studiare la meridiana.

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Mi voltai di scatto verso Ennius.
"Quindi non era una fesseria la storia delle parole!" Esclamai "Cominciavo a pensare di essere pazza..." guardando la lapide.
"Eppure deve saltar fuori un luogo da questo motto..." parlando a me stessa, pensierosa "Un luogo in cui questo motto trovi compimento?" Tra me e me.

Kimsy guardò a lungo la meridiana, per poi voltarsi verso Cassandra.
In quel momento tornò Elv.

“Forse” disse Seth “bisognerebbe trascrivere su carta le parole tratte dai numeri e ragionarci su. Vedendole dovrebbe essere più semplice capire cosa nascondono...” per poi guardare Elyse ed Ennius.

Nel momento in cui Kimsy si voltò verso di me, forse per rispondermi, tornò Elv.
"Finalmente, pensavo ti avesse inghiottito la chiesa..." scherzando, mentre mi stringevo a lui, in un gesto ormai automatico.

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Elv sorrise a Cassandra, per poi prenderla per mano.
“Si, è vero...” disse pensieroso Kimsy “... quella meridiana è particolare... come ho fatto a non notarlo prima?” Quasi pensando ad alta voce.

Un po' mi stupì quella confessione di Kimsy.
In effetti, avevo dato per scontato che chiunque notasse quella particolarità, ma forse non era così.
"Allora facciamo che chi scoprirà per primo qualcosa, aggiornerà l'altro?" proposi io, scherzosamente.

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Annuii a Seth.
"Sì, è la prima cosa che ho fatto anche io... scrivere le lettere esattamente come sono sulla lapide.." sospirai "Se vuoi avete un foglietto e volete farlo di nuovo, magari effettivamente può aiutare..." abbassando lo sguardo verso il terriccio dove avevo inciso le lettere, ormai non più visibili.

Kimsy guardò Cassandra.
“Scoprire” disse incuriosito “cosa? C'è qualcosa che cercate?” Fissando lei ed Elv.

Seth annuì e prese un taccuino.
“Secondo la tradizione” disse Ennius ad Elyse “questo enigma cela il modo per arrivare a quel tesoro... tesoro nascosto in questa contrada...” pensieroso.

Guardai il taccuino su cui Seth aveva scritto le parole.
Lo guardai ancora e ancora.
Cercai intrecci di parole, anagrammi, lettere, codici, qualunque cosa.
"Il modo per arrivare al tesoro.." pensando "Quindi non il luogo, ma il modo...".

"Modo e luogo..." disse Seth ad Elyse.
"Ma forse qui stiamo perdendo solo tempo con lei." Fece Ennius.

"Oh no, nulla in particolare, era solo semplice curiosità la nostra."

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A quelle parole di Cassandra, Kimsy la guardò con occhi enigmatici, quasi a volerne scrutare l'animo e le intenzioni.
“Bene, allora credo di poter tornare alle mie faccende...” disse sorridendo e congedandosi dai due giovani sposi.