![]() |
Sentì sorridermi e partimmo in cerca di una locanda per rifocillarci quando ad un tratto, dal cielo sentì venire giù una fitta pioggia. Sentì poi il furgoncino fermassi e poi la frase di Pavel. "Va bene" dissi tenendo il suo cappotto sopra la testa. Sentivo il suo calore, era così piacevole. Poi uscimmo dal furgoncino e correndo, ci infilammo insieme nella locanda.
Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Inaspettatamente, le mie guance iniziarono a rigarsi di lacrime, e sperai che lui non se ne accorgesse.
Piansi perché mi sentivo sempre al punto di partenza, sempre quella domanda, sempre, sempre la stessa. "Cosa speri di ottenere facendomi sempre la stessa domanda?" mormorai con voce rotta fra le lacrime "Cosa vuoi o speri che ti risponda? Dimmelo..." con tono esasperato e accorato, piangendo. Non c'era una via d'uscita, eravamo come in un labirinto. Sembrava che riuscissimo a cambiare strada e trovare l'uscita, ma poi tornavamo sempre allo stesso punto ed era come se si divertisse a girare il coltello nella piaga. "Ti ho anche detto che sono disposta a darti tutta me stessa, anche il mio cuore, non ti basta?" tentando di asciugare le lacrime, ma ottenendo l'effetto contrario, per via delle mani bagnate. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gli sorrisi.
"Perché uccidere la gente è quello che so fare meglio..." con un sorriso leggero "Figurati gente che ha imprigionato il mio amore..." avvicinandomi a lui, e sfiorandogli il viso dolcemente. "Andiamocene di qui, prima che ne arrivino altri.." annuendo. |
Corsero sotto una pioggia battente, col vento che faceva volare le gocce ovunque.
Quando Nyoko e Pavel entrarono nella locanda i loro abiti erano zuppi. “Vieni, c'è il camino accesso...” disse lui a lei, accompagnandola poi davanti al camino acceso. “Buonasera, ragazzi.” Andando loro vicino il locandiere. “Vi porta qualcosa di caldo? Magari da mangiare davanti al camino?” “Si, grazie...” annuì Pavel “... cosa vuoi mangiare, Nyoko?” |
Sentendo Gwen piangere, l'uomo senza volto non disse nulla, limitandosi a stringerla forte fra le braccia.
Restarono così, a lungo, in silenzio, stretti l'una all'altro, mentre il vapore continuava ad appannare le pareti del bagno. “Ho fame...” disse lui ad un tratto “... tu no?” |
La pioggia veniva spinta dal vento ovunque, ne sentivo la freschezza sul volto e lungo tutto il corpo. Amavo stare sotto la pioggia, soprattutto se era pioggia estiva. Entrammo nella locanda e Pavel mi condusse vicino al camino. Poi arrivò il locandiere che ci chiese cosa portarci. "Per me... Una buona pizza margherita... Se è possibile" sorridendo cercando di non mostrare troppo il fatto che fossi cieca.
Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Aspettavo una risposta, un urlo arrabbiato, qualsiasi cosa.
Invece mi strinse, forte ed io lo lasciai fare, tentando di respirare a fondo e calmare i singhiozzi, mentre circondavo il suo collo con le braccia. Alzai lo sguardo su di lui e annuii piano, ancora un po' singhiozzante. Poi lo baciai, lentamente, mentre gli accarezzavo il viso e riportavo di nuovo la testa sulla sua spalla. Sentivo un gran bisogno di conforto in quel momento e quel suo ultimo accenno di sfuriata, l'ennesima, non mi aveva aiutata per niente. Mi sentivo così fragile e distrutta, come mai mi era successo in vita mia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Sei una sorta di regina guerriera...” disse Icarius a Clio, per poi seguirla “... come le antiche Amazzoni...” uscendo dalla stanza e poi dalla stazione dei carabinieri.
Era buio e la strada era isolata. “Dobbiamo tornare all'auto...” Icarius “... sperando che i carabinieri non l'abbiano sequestrata...” Tornarono al punto del paesino in cui l'avevano lasciata. L'auto era lì ma nel raggiungerla i due si bagnarono completamente a causa della pioggia battente che senza sosta scendeva forte, con un vento impetuoso che alzava potenti folate d'acqua. |
Sorrisi ad Icarius.
"Sono un guerriero, si.." annuii "ho condotto più volte il mio popolo alla guerra..." sospirando. Lasciammo così la stazione di carabinieri, tra i cadaveri a terra, e uscimmo nel buio complice. La pioggia scendeva copiosa e il mio vestito si inzuppó, appiccicandosi al mio corpo, dove scivolavano copiose le gocce d'acqua. Non ci badai, pensando alla fuga. Arrivammo così alla macchina, e io salii accanto a lui. "Dobbiamo trovare un posto sicuro dove nasconderci, finché non avremo capito come muoverci.. chi erano quelli, e cosa volevano da te.." pensierosa. |
Guisgard, a quelle parole di Gaynor, la guardò negli occhi e sorrise appena.
“Sarà un piacere accompagnarla a casa...” disse annuendo. Tornarono al loro tavolo e si sedettero con gli altri. Le luci in sala allora si spensero ed un grosso proiettore cominciò a mandare le immagini sulla parete grande. Passarono i titoli di coda e poi finalmente il film vero e proprio cominciò... Ma ad un tratto si udirono voci confuse in sala e poi delle grida. |
“Allora due pizze Margherita, grazie.” Disse Pavel al locandiere.
L'uomo sorrise ed annuì, per poi tornare in cucina. “Come va?” Pavel a Nyoko, toccandole il vestito bagnato. “Si sta asciugando o vuoi cambiarti? Magari chiediamo al locandiere e vediamo se ha qualche vestito asciutto...” |
Guisgard acconsentì e così tornammo al nostro tavolo. Poco dopo, assistemmo all'inizio del film ma, trascorsi pochissimi minuti, udimmo delle voci in sala seguite da grida. Il cuore mancò qualche battito e, intimorita, cercai di capire cosa stesse succedendo.
Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Gwen lo baciò dolcemente, ma lui subito trasformò quel bacio in qualcosa di ardente, di appassionato, di forte.
Come se lei accendesse sempre il suo impeto ed il suo desiderio. Come se lui non sapesse risolvere alle sue forme, a quel corpo morbido, al suo sapere. |
Erano zuppi, fradici d'acqua quando raggiunsero l'auto.
Icarius accese l'auto e partirono, mentre la pioggia continuava a scendere forte ed il vento ad ululare sulla brughiera. “Appena al casolare ci asciugheremo o prenderemo un malanno...” disse a Clio "... sperando di non avere tutti i carabinieri alle costole..." guidando. |
Partimmo, lasciandoci alle spalle la stazione dei carabinieri.
Ascoltai Icarius, guardandolo poco convinta. "Sicuro che sia una buona idea?" pensierosa "Non è il primo posto dove ci cercherebbero?" chiesi. "Ci serve un posto riservato, sicuro, lontano da tutto e da tutti, dove nessuno potrebbe trovarci.. non lo so, una casa abbandonata, qualcosa del genere.... se già ti cercavano prima, figurati ora..." pensierosa. |
Non mi diede il tempo di staccarmi dalle sue labbra, che subito trasformò quel bacio in qualcosa di forte e appassionato.
Era come se non potesse farne a meno ad ogni piccolo contatto fra noi, come se ogni fiammella, anche piccola, fosse la miccia adatta ad innescare l'esplosione. Risposi con foga a quel bacio, poi mi staccai appena, con una leggera risata silenziosa. "Ci conviene uscire da qui, prima di passarci altre tre ore..." dissi piano, divertita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi al locandiere e poi a Pavel. "Sì, tutto a posto. Sembra si stia asciugando" dissi toccando la parte che carezzava Pavel.
Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
In breve ci fu il caos nella sala.
Le luci tornarono ad accendersi ad alcuni poliziotti raggiunsero il tavolo di Guisgard e di Gaynor. “Prego...” disse un poliziotto al divo “... deve venire con noi, signore...” “Perchè mai?” Chiese il divo dagli occhi azzurri. “Lo saprà una volta al commissariato.” “Lui è il noto attore Guisgard...” il regista turbato. “Oh, Cielo...” scossa Laiwa. “Appunto signore...” il poliziotto al regista “... lui non è affatto chi dice di essere...” ed ammanettarono Guisgard davanti a tutti. |
La pioggia era battente, il vento impetuoso e la brughiera sembrava ululare e mostrare la sua selvaggia e primordiale foga.
L'auto correva per quanto possibile in quella stradina stretta e dissestata, cercando di evitare fossati e dossi. “Si, forse hai ragione...” disse Icarius a Clio “... in effetti è probabile mi abbiano già identificato... magari cercare qui in giro un posto in cui rifugiarci...” Videro allora una casupola abbandonata, semicoperta da alcune querce. “Forse là...” indicò lui. |
"Sì, lo credo anch'io.." annuendo "Dopotutto questo è un piccolo paese, non credo ci voglia molto per identificarti.." sospirando.
Mi guardavo in giro, mentre la pioggia, fuori dal finestrino, batteva implacabile. D'un tratto vedemmo una casupola abbandonata, che sembrava fatta apposta per noi. "Sembra perfetta.." dissi, sorridendo ad Icarius. |
Lui fece sedere Gwen a cavalcioni su di lui, con metà del suo busto fuori dall'acqua ed in modo da poterle toccare i seni che ancora erano imperlati di infinite goccioline d'acqua.
“Colpa tua...” disse lui guardandola negli occhi “... sei bellissimi...” sorridendo “... su, andiamo, altrimenti davvero potrei passare il resto della vita in questa vasca...” |
Pavel sorrise ed annuì a Nyoko.
Allora si sedettero al tavolo più vicino al focolare e poco dopo il locandiere portò due pizze. Pavel tagliò quella di Nyoko, visto lei non poteva vedere. “Beh, buon appetito allora.” Disse poi lui, cominciando a mangiare. |
Alzai gli occhi al cielo quando mi fece sedere di nuovo su di lui, mentre sentivo le sue dita accarezzare i miei seni.
Sorrisi alle sue parole, accarezzandogli il viso, con le mie mani che si erano ormai abituate a sentire e memorizzare le cicatrici sotto le dita, e poi risi scuotendo la testa. Uscii allora dalla vasca, indossai un accappatoio, che recuperai un po' a tentoni nel buio e tornai in camera per riprendere il vestito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius annuì a Clio, per poi dirigere l'auto verso la casupola.
La nascosero dietro le grosse querce e poi raggiunsero la vecchia abitazione, mentre la pioggia continuava a scendere senza sosta. Entrarono, trovando un ambiente un po' decadente, umido e col tetto che perdeva acqua in più punti. Erano bagnati ed infreddoliti, ma per il momento erano salvi. |
La casupola era fatiscente, ma sicura.
Ero affascinata dalla concezione umana di tenere luoghi del genere, che su Solaria non esistevano nemmeno. L'importante era che fossimo salvi, che fossimo al sicuro. Sentivo un po' di freddo, e il vestito ormai fradicio mi si appiccicava sul corpo, aderendovi perfettamente. "Accendiamo un fuoco?" chiesi ad Icarius "Così potremo scaldarci..". |
Gwen uscì dalla vasca, mentre lui cercò di impedirglielo.
Poi rise e la lasciò andare. Gwen tornò in camera e si rivestì, mentre lui si asciugava in bagno. Fatto ciò, anche lui si vestì ed insieme alla giovane scesero al pianterreno per cenare. La domestica servì loro da mangiare. Naturalmente lui aveva di nuovo la maschera sul volto. "Stasera, se vorrai" disse lui "potrai rivolgermi una domanda... una soltanto..." http://vignette3.wikia.nocookie.net/...20100105162700 |
Adoravo la sua risata, sempre, non solo in quel momento in cui cercava di trattenermi ed era una risata stupenda e spontanea.
Quando scendemmo sotto per mangiare, alla luce delle candele, notai che aveva di nuovo la maschera. No, nessun trionfo come pensavo. Ma era stato troppo, troppo facile in una stanza al buio. Lo guardai, per alcuni istanti, poi scossi la testa. "No, non risponderesti. E poi non voglio essere trattata come una scolaretta che ha il permesso di parlare al personaggio di turno." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius annuì a Clio.
Si guardò intorno e notò un focolare. “Speriamo il tiraggio sia ancora funzionante...” disse, per poi gettare pezzi di legno nel camino, insieme a dei fazzoletti di carta. Accese il tutto e pian piano la fiamma si sviluppò. Un chiarore diffuso allora illuminò la stanza ed Icarius vide Clio accanto a lui completamente bagnata, col suo abito bianco fradicio ed appiccicato al suo corpo divenuto ormai trasparente, che disegnava con perfezione ogni forma della regina, mostrandola quasi come fosse nuda. |
“Se ti ho detto che risponderò” disse lui a Gwen “allora puoi star certa che lo farò. Ma se non vuoi non importa. Pensavo avessi dubbi e domande su di me... meglio così...” continuando a mangiare.
|
Restai ad osservarlo mentre accendeva il fuoco, con legno e carta.
Era affascinante, non avevo mai visto nascere un fuoco terrestre. Piano piano, un chiarore si diffuse intorno a noi, mentre la fioca e calda luce delle fiamme ci illuminava. Allora mi avvicinai a quel tepore, allungando le mani verso il camino, beandomi di quel fuoco caldo e rassicurante. "Vieni accanto a me.." gli sorrisi, tendendogli la mano "Sei fradicio anche tu.." con un sorriso, per poi avvicinarmi a lui. "Forse dovresti togliere questi vestiti inzuppati.." sussurrai, iniziando ad alzare piano la sua maglia del costume da arciere, con gli occhi appassionati nei suoi. |
Ne dubitavo, fortemente.
"Comunque sarebbero troppe, non una sola..." aggiunsi, mangiando. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius prese la mano di Clio e si avvicinò a lei.
“Si, sono fradici i miei vestiti...” disse lui, per poi guardare la regina negli occhi mentre lei cominciò a togliergli la giubba da arciere. Quei gesti leggeri, lenti, dolci, lasciarono piccoli brividi sulla pelle di lui. Restò così a petto nudo. “Anche tu sei tutta bagnata...” fissando i suoi occhi chiari che scintillavano davanti ai bagliori del fuoco. |
“Magari una ogni sera...” disse lui mangiando “... una domanda alla fine di ogni giorno, se sarai brava...” accennando un leggero sorriso “... se vuoi, naturalmente...” guardando Gwen.
|
Lo guardai.
Era davvero assurdo. "Spero tu non tratti così tutte le tue donne... O magari è il trattamento esclusivo per le schiave..." dissi, senza intonazione, guardandolo. "Allora dimmi perché non vuoi rivelarmi il tuo nome." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La giubba scivolò via, cadendo a terra, e scoprendo così il petto di Icarius, ancora umido per la pioggia di poco prima.
Restai lì, estasiata, a guardarlo, mentre le mie mani lo accarezzavano dolcemente, quesi con devozione. Quanto era bello, pensavo, mentre le mie dita appassionate disegnavano ogni linea del suo corpo perfetto. Poi alzai gli occhi su di lui quando mi parlò, e mi avvicinai di un passo, tanto che forse poteva sentire l'umidità del mio vestito sulla sua pelle. "Già, è vero..." sorrisi, senza allontanarmi "Forse dovrei toglierlo.." sussurrai, con voce calda, mentre abbassavo piano una spallina del vestito, e poi l'altra, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. http://i63.tinypic.com/4zswf8.jpg |
“Per il semplice motivo” disse lui a Gwen “che non ne ho più uno. Dopo il giorno del mio incidente ho voluto cancellare tutto ciò che ero. Tutto il mio passato. Indosso questa maschera proprio per non avere nulla di distintivo, che possa descrivermi. Sono solo un uomo. Soddisfatta?” Fissandola. “Quanto al tuo essere schiava, non mi sembra che a molte schiave sia permesso mangiare col proprio padrone, no?”
|
Soddisfatta?
Ero soddisfatta? No, non lo ero. Non lo ero perché lui non aveva ancora un volto e un nome e veramente pensava di andare avanti così. Lo guardai e allora, in silenzio, allontanai il piatto da me, poi incrociai le braccia. "Se posso, col permesso del padrone" iniziai, con forzato sarcasmo "Vorrei ritirarmi. Buonanotte" conclusi, con durezza, fissandolo. Mi alzai, lasciai la sala e mi chiusi a chiave in camera, sedendomi sul letto a riflettere, mentre accendevo finalmente una lampada che illuminasse la stanza. Quanto doveva essere egocentrico per costringermi quasi ad amarlo mentre lui mi considerava ancora e comunque al pari della servitù? Ah certo, col privilegio di entrare nel suo letto. Non sapevo se ero davvero disposta a farmi del male in questo modo, amando un uomo che mi usava come passatempo e mi teneva relegata per il suo egoismo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius annuì a Clio, per poi sentire, quando si avvicinò a lui, l'umidità del suo abito bagnato ed il calore del suo corpo ardente.
Allora lei smise di accarezzargli il petto, cosa questa che aveva naturalmente acceso il suo desiderio, per cominciare a togliersi il suo abito bagnato. Lui la guardò negli occhi, ma poi quando la spallina fradicia scivolò via scoprendo il suo petto nudo e bagnato, lo sguardo del giovane arciere scese istintivamente sul bel seno di lei, ora libero da quell'abito. “Povera la mia regina...” disse lui piano, con la voce che tradiva la forte eccitazione “... devi essere molto infreddolita...” raggiungendo con un dito il suo capezzolo appena inturgidito, per poi accarezzarlo lentamente e pianissimo. Un gioco di quel dito che toccava sensualmente il capezzolo che a quel tocco, a quel lieve e continuo sfiorare, si faceva sempre più gonfio e sodo. |
Gwen tornò nella sua camera, per poi chiudersi dentro.
Ad un tratto, mentre era in balia dei suoi pensieri e dei suoi dubbi, sentì dei rumori giungere dal cortile. Un rumore di moto lanciata a grande velocità, benchè fosse molto tardi, notte inoltrata ormai. |
Quegli sguardi incatenati l'uno all'altro, rilucevano di infiniti bagliori dati dalle fiamme che imperterrite e silenziose riscaldavano e illuminavano l'ambiente intorno a noi.
Ma ancora più caldi di quelle fiamme erano i nostri corpi, ardenti di desiderio ed eccitazione. Seguii il suo sguardo su di me, beandomene come fosse un elisir a cui era impossibile resistere. Poi la sua mano, che iniziò a farmi impazzire, stuzzicandomi dove non potevo resistere, dove il piacere si diffondeva, implacabile, in tutto il mio corpo. Quelle parole, così appassionate, seppur così innocenti all'apparenza, ebbero solo il potere di accendermi ancora di più. "Molto.." risposi io, stando al gioco "Quest'abito è così fradicio.." sussurrai, mentre lo lasciavo cadere a terra e mi avvicinavo a lui "Ci vorrebbe qualcuno disposto a scaldarmi.." con un sorrisetto malizioso. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6d021c2a25.jpg |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 21.47.42. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli