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Sganciò i gancetti uno ad uno e fui finalmente libera di respirare quando il corsetto raggiunse il pavimento.
Le sue mani però non si fermarono, risalirono lungo la mia camicia e all'altezza dei seni strinsero, con decisione, desiderio e sensualità, strappandomi un gemito, mentre chiudevo gli occhi e portavo le mie mani sulle sue. Il vapore, intanto, andava spandendosi per la stanza, appannando lo specchio e facendomi sentire caldo, molto caldo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Le mani di Elv strette sulla camicia di Gwen, in una presa decisa, sensuale.
Il vapore aumentava, tutto si appannava ed inumidiva. Anche gli abiti di lei. In breve la camicia si bagnò tutta, diventando appicicosa e quasi trasparente. Ma con un gesto improvviso e virile, Elv strinse la stoffa fra le dita e poi tirò, strappando la camicia e liberando il petto nudo di lei. In un attimo il vapore accarezzò con umidità i seni nudi di Gwen. |
Non ci volle molto prima che la camicia si inumidisse per il vapore, diventando aderente e trasparente, come la sua ieri notte.
Con un gesto secco che mi fece sobbalzare appena, la aprì, strappandola letteralmente e facendola cadere accanto al corsetto. Sentivo quel calore umido della stanza sui miei seni ora sensibili ed eccitati, mentre mi voltavo a guardarlo. Afferrai la sua cintura e la tenni salda mentre indietreggiavo, portando anche lui ed entravo nella vasca. Sentii l'acqua calda arrivare poco al di sotto del ginocchio. Allora slacciai la cintura, poi abbassai lentamente i pantaloni, spogliandolo completamente. Avvicinai il mio viso al suo, avvicinando il mio corpo al suo con sensualità e sinuosità feline, baciandolo ancora e serrando con dolce passione la mano attorno alla sua virilità, mentre sentivo il suo sussulto. "Allora capitano, mi raggiungi?" sussurrai, con voce calda, al suo orecchio "Altrimenti, una vasca così grande è inutile..." aggiunsi, con un sorriso malizioso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il silenzio, il passo delle guardie di ronda, il tichettio dell' orologio della torre che scandiva i secondi, minuti e ore della notte.
E il mio respiro affannato, per l' emozione e le mille sensazione quell' uomo suscitava in me. Poi udii ad un tratto un rumore, proveniva da fuori ma io non mi alzai dal letto...no, ero certa lui ce l' avrebbe fatta. Perché se davvero l' ardore per me era così si forte, l' Amore si dice fa compiere gesta eroiche ed indescrivibili...e se ci fosse riuscito sarei stata sicura del suo Amore, perché aveva sfidato Madama Morte pur di vedermi e avermi...una dimostrazione di amore unica. |
Capitan Fiore e Don Taddeon andarono via, raggiungendo le loro navicelle per scoprire cosa stesse accadendo a Brazzen.
Clio invece, nel so palazzo, era su tutte le furie. Vestita solo con quel velo che molti avrebbero definito immorale, si interrogava circa quegli eventi. Kyra la fissava. “Si, forse l'oracolo può aiutarci, mia dea.” Disse il generalissimo. Intanto all'esterno del palazzo continuava quell'attacco massiccio e distruttivo. Le forse nemiche, devastanti e misteriose, mettevano a ferro e a fuoco l'intera capitale del pianeta. La notte, i suoi rumori, i suoi silenzi. Altea era nel suo letto, inquieta per quei pensieri. Aspettava. Attendeva. Poi, ad un tratto, un altro rumore. Stavolta sul piccolo balcone della stanza. Vide una figura oltre la tendina. Lui strappò la camicia di Gwen, aprendola e liberando il suo petto nudo. In breve l'intenso e caldo vapore bagnò quei seni ora scoperti e sensibili. Lei allora trascinò Elv nella vasca, slacciandogli la cintura e facendo calare i suoi pantaloni di pelle. Si strinse al bel pirata con tutto il suo corpo nudo. Erano l'una contro l'altro. Poi quel tocco, quello stringere con la mano la virilità di lui, così piena, così gonfia, strappandogli un basso gemito. “Ohhhhh... Gwen...” disse lui con tono eccitato, accarezzandole i capelli, il viso, il collo e poi il seno umido. |
Il suo gemito basso e lievemente roco mi arrivò dritto al cervello, facendomi impazzire del tutto.
Le sue mani vagarono su di me senza una meta, sul viso, fra i capelli, sul collo, poi raggiunsero il mio seno. Sorrisi sulle sue labbra al suo sussurro eccitato. Lo baciai a lungo, un bacio profondo, ammaliante, mentre la mia presa sulla sua virilità, ora ricca di quel godimento, si faceva più insistente. Continuai a baciarlo, come per raccogliere i suoi gemiti direttamente dalle sue labbra, poi quel bacio si concluse con un piccolo morso audace e maliziosamente divertito al suo labbro, con le mie labbra che giocavano a provocare senza sosta le sue. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen sapeva come stuzzicarlo, provocarlo, portarlo al limite, farlo impazzire.
Era contro il corpo di Elv, uniti entrambi da un caldo ed appassionato bacio. Un bacio avvolgente, fatto del loro sapore, del loro impeto, del loro desiderio. Ma lei non cessava di eccitarlo con la sua mano ancora più salda, ancora più stretta sulla sua mascolinità, strappandogli più di un gemito, più di un sussulto. Così come quando gli morse il labbro inferiore, suscitando ancor più desiderio nel bel pirata dagli occhi neri. Allora la ragazza sentì le braccia e le mani di lui ancor più salde e forti sul suo corpo, in un impeto che ormai tradiva l'eccitazione estrema e travolgente di Elv. |
Mi divertiva farlo letteralmente impazzire di piacere e desiderio, mi eccitava il pensiero di avere io la situazione sotto controllo e mi faceva impazzire il pensiero di essere io l'oggetto della sua follia.
Assorbivo e assaporavo ogni suo gemito, ogni suo sussulto e lo facevo mio. Ridacchiai silenziosamente quando, al mio morso, le sue mani si fecero salde e forti sul mio corpo. Così come il mio tocco, ormai volto a renderlo quasi schiavo di quel piacere, mentre iniziavo a baciare il suo petto atletico e ben fatto, senza mai interrompere quel contatto di labbra e di dita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elv era perso, quasi del tutto inerme alle provocazioni carnali di Gwen, al suo volerlo sedurre ed eccitare alla follia.
Lui ormai era sul punto di prenderla, quando si suonare l'allarme a bordo. Per lunghi ed interminabili istanti la campana suonò sul punto, echeggiando nella nebbia silenziosa. Ed oltre alla campana si udivano le grida degli uomini della ciurma. "Ed ora" disse Elv visibilmente infastidito, quasi isterico "che diavolo accade? Possibile che non si possa stare un pò tranquilli?" Poi qualcuno bussò con forza alla porta della cabina. |
L'atmosfera era rovente.
Lo era l'aria, l'acqua della vasca, le vampate che sentivo, la sua pelle, tutto, tutto andava a fuoco. Eravamo entrambi persi, l'uno per l'altra, entrambi sull'orlo della follia. Il piacere ormai ci dominava, ci guidava. Nulla esisteva più. Tranne il maledetto allarme. No. No. No. No. "No. L'allarme no. Stramaledizione!" imprecai, stringendo Elv e poggiando, scocciata e infastidita, la testa sulla sua spalla "Giuro che vado lì a romperlo con le mie mani..." aggiunsi, sempre più nervosa, man mano che la confusione a bordo aumentava. "Adesso anche la porta, ovviamente" dissi, con tono isterico. Non era mai possibile fare qualcosa in santa pace, a quanto pareva, proprio no. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elv scosse la testa visibilmente infastidito.
Guardò Gwen. Tirò su i pantaloni e si infilò la camicia, per poi raggiungere la porta. “Spero per te che ci sia un attacco di qualche fregata governativa” disse aprendo e trovando Marion sulla soglia “o che magari la nave stia colando a picco. Qualsiasi altra ragione che sia meno grave di questa scatenerà la mia ira a bordo.” “Capitano...” Marion. “Cosa?” “Tre uomini...” “Cosa hanno fatto?” “Tre uomini, capitano...” mormorò Marion “... Harp... Bradey... Mounch... sono... sono spariti... li abbiamo cercati dappertutto... nulla... come se fossero svaniti nel nulla...” “Mi prendi in giro?” Fissandolo Elv. “Come possono sparire tre uomini su una nave? Saranno caduti in mare, no?” “Tre filibustieri esperti non cadono tutti in mare, capitano.” Replicò Marion. “Comunque li abbiamo cercati fra le onde. Il Gobbo e Stan hanno persino calato una scialuppa per controllare. Niente. Sono spariti nel nulla.” |
Mi fu veramente difficile lasciarlo andare, mentre si rivestiva e poi usciva dal bagno.
Con una leggera risata pensavo che non avrei voluto essere nei panni di chiunque ci fosse dietro la porta, mentre lo sentivo inveire. Non potevo di certo dargli torto. Riconobbi la voce di Marion e mentre mi asciugavo con un telo e indossavo una vestaglia, rimasi ad ascoltare. Tre uomini spariti nel nulla. Questo era veramente troppo. Come faceva Elv ad ignorare ancora la cosa? Erano già sei uomini morti, spariti o quello che fosse, in meno di ventiquattr'ore! Non potevamo nascondere la testa sotto la sabbia e dire che era tutto normale, perchè non lo era affatto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
A quelle parole di Marion, Elv apparve pensieroso, tirbato, inquieto.
Annuì, si sistemò, prese la spada, avvertì Gwen ed uscì dalla cabina. Salì con Marion sul ponte, dove c'erano tutti gli uomini dell'equipaggio. “Bisogna cercarli.” Disse. “Li abbiamo cercati ovunque, capitano.” Marion. “A bordo e in mare.” “Allora saranno finiti nelle fauci di qualche pescecane oppure in quelle di una creatura degli abissi. Dopotutto sono acque sconosciute queste.” |
Venne ad avvertirmi che stava andando sul ponte, per capire cosa accidente stesse succedendo e poi uscì.
Ero nervosa. Nervosa per l'interruzione, innanzitutto, nervosa per questi strani accadimenti, nervosa per la testardaggine di Elv che non voleva capire che c'era davvero qualcosa di sospetto. Infatti iniziai a vagare avanti e indietro per la cabina, finché non mi misi sul divano, ad aspettare che tornasse. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Odiavo rendermi conto di quanto avessi la mente lucida in quel momento.
Tutto intorno a me era impossibile da decifrare, ma la mia mente lavorava ancora e ancora. Dovevo trovare una soluzione, una spiegazione. Camminavo a passo svelto verso il megaron dell'oracolo, furibonda per il pessimo tempismo di quell'invasione e preoccupata per gli effetti devastanti che stava avendo sul mio popolo. Non avevo nemmeno rimesso i sandali d'oro, camminavo a passo svelto per il palazzo, così com'ero, con quel velo che svolazzava da tutte le parti, ma non avevo né tempo né la testa per curarmene. Entrai nel megaron in fretta e furia, con un gesto rapido delle braccia lasciai cadere il velo a terra, restando completamente nuda in quella stanza proibita. Avanzai ancora, invocai l'oracolo e poi, come di consueto mi abbandonai a quel fuoco indomabile che ricordava così da vicino quello che aveva attraversato il mio corpo con i due condottieri e che in realtà non voleva saperne di abbandonarmi. "Oracolo, ascolta la mia preghiera.." sussurro, lasciandomi andare in quelle fiamme "Un grande pericolo incombe su Brazzen... mostrami la via..". |
Gwen attese.
Attese a lungo. Passò un'ora, poi finalmente Elv tornò. Era visibilmente turbato. Si lasciò cadere su una sedia foderata ed intarsiata e si riempì il bicchiere di vino. Clio ricorse all'oracolo. Si spogliò e si abbandonò ai suoi dettami. Ma non accadde nulla. Nessun segno liberò l'oracolo. Era forse anche questo silenzio un segno? |
Passò un'ora, prima che tornasse.
Entrò, si buttò su una poltrona e si prese da bere. Io rimasi a guardarlo, sdraiata sul divano e appoggiata al bracciolo. Era turbato. Che avesse finalmente capito? "Dunque?" chiesi poi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elv guardò Gwen.
"Tre dei miei uomini sembrano spariti nel nulla..." disse "... forse li avrà mangiati qualche pescecane, non so... non so più cosa pensare... sembra siano acque maledette queste..." bevendo. |
"Ah! Bingo!" esclamai, quelle ultime parole "Lo hai capito finalmente, capitano..." con sarcasmo.
Certo che erano maledette, ora lo sapevamo, ne eravamo certi che le voci fossero del tutto vere e chi ci diceva di non venirci aveva ragione del tutto. Peccato che ci avessimo rimesso sei uomini, però. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Non era mai, mai successa una cosa del genere.
Che l'oracolo non ci rispondesse, che fosse muto alle nostre preghiere. Raccolsi il mio velo, e mi diressi nella mia stanza, convocando lì tutto il consiglio e naturalmente Kyra e Vivian. Non riuscivo a capacitarmi di cosa stesse succedendo. Mentre aspettavo l'arrivo del consiglio, mi feci portare dalle ancelle l'abito nero, a scaglie, che ben si intonava al mio umore e alla mia espressione furibonda, ce non voleva saperne di abbandonarmi. La dea benevola, calda e sensuale ora aveva lasciato il posto a quella vendicativa, furibonda, crudele, quella che è meglio non far arrabbiare, quella di cui ogni mortale vorrebbe calmare l'ira perchè non si riversi su di lui Ma in quel momento nulla poteva ambire a tale beneficio. https://i.pinimg.com/564x/e8/54/71/e...1e1ceae93c.jpg |
"E dimmi..." disse Elv a Gwen "... cosa avrei capito?" Fissandola ed immaginando la risposta. "Che siamo in una zona magica? Demoniaca? O simile?"
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Alzai le braccia mentre lo guardavo.
"Non ho idea di cosa ci sia in questa zona, d'accordo? Ma qualcosa di strano c'è, ormai anche tu devi accettarlo. Come possono tre uomini sparire nel nulla? Hai visto il relitto, no? Era vuoto, non c'era nessuno a bordo, vuoi che ci tocchi la stessa sorte?" guardandolo "Anche perché, non credo rimarremo in molti, se le persone continuano a morire e sparire..." con tono greve. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Clio radunò il suo consiglio supremo, di cui facevano parte anche Kyra e Vivian.
Dovevano trovare il modo per salvare Brazzen. Ad un tratto arrivò una soldatessa. "Milady..." disse a Clio "... l'attacco è cessato... per ora il nemico sembra essersi ritiraro." "E sia." Disse Elv. "Queste acque non piacciono neanche a me. Infatti sto facendo di tutto per portare la nave fuori da questo tratto. Ma questa nebbia sembra non voler cessare mai. E tu?" Fissando Gwen. "Tu, miss so tutto io, hai qualche suggerimento?" |
Era un traguardo, dovevo ammetterlo.
Lo aveva capito e ora eravamo tutti più felici e contenti. Assunsi un'espressione vagamente pensierosa alla sua domanda, lasciando scorrere lo sguardo per la stanza. "Bah, in realtà il mio suggerimento sarebbe quello di riprendere da dove avevamo interrotto la nostra discussione..." buttai lì, con tono vago, per poi guardarlo con espressione curiosa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Accadde quel giorno
Nessuno che sapeva niente!
Nessuno che mi sapeva dare una soluzione. Ma io un consiglio che ce l’avevo a fare? Non servono a un accidente di niente! Ero sempre più furibonda, camminava avanti e indietro nella stanza, ascoltando i “boh”, “Se..”, “Ma..”, “Non so..” di quegli inetti dei miei consiglieri. Ci volle una soldatessa semplice per farmi distendere lo sguardo in un sorriso che se non era benevolo per lo meno era meno infuriato di poco prima. Mi lasciai cadere sul trono, pesantemente, l’abito nero in seta e scaglie accarezzava lievemente la mai figura. “Giusto per rovinarmi la giornata?” mormorai tra me, alzando gli occhi al cielo. E non una giornata qualunque.. quella giornata! La migliore della mia vita eterna! “Adesso uscite di qui, perlustrate il pianeta alla ricerca di testimonianze, indizi, mi fate un resoconto dettagliato delle condizioni in cui verte Brazzen dopo l’attacco.. e solo allora vi ripresenterete alla mia presenza, è chiaro?” furiosa. “Adesso andate… andate..” con un cenno della mano insofferente. Se fossero rimasti cinque minuti ancora, avrei ucciso qualcuno. Poi chiamai a me due ancelle. “Tu!” dissi alla prima “Portami i due condottieri… subito!”. “Tu, invece…” voltandomi verso la seconda “Portami da bere… idromele caldo!”. Sprofondai ancora di più sul trono, fissando un punto indefinito nello spazio davanti a me, tornando con la mente a pochi momenti prima, quando ero preda del più intenso e meraviglioso amplesso che Brazzen avesse mai visto, o anche la galassia intera. Le due ancelle erano ancora lì. “E adesso lasciatemi sola!” tuonai, chiudendo gli occhi e sprofondando nuovamente nel ricordo di quegli attimi infuocati nell’attesa del ritorno dei miei due condottieri. |
Udii un rumore sul balcone e poi vidi una figura sulla tendina...e se non fosse stato lui?
Mi alzai dal letto e aprii la tendina guardando, non potevo rischiare fosse qualcun altro ma doveva entrare da solo. |
Clio mandò tutti via.
Tutto era tornato silenzio. Nel palazzo, sulla capitale e nell'intero pianeta. Gli unici rumori erano le macerie carbonizzate che si consumavano nel fuoco dopo quel brutale attacco nemico. Tornò l'ancella con l'idromele caldo. Poi arrivò anche l'altra. “Mia dea, i due condottieri non si trovano.” Disse. “Li hanno visti partire con le loro navicelle e non sono più tornati.” Elv guardò Gwen. I suoi occhi neri e profondi attraversarono lenti lo sguardo verde di lei e poi tutta la sua figura avvolta in quella vestaglia di lino. Poi sorrise piano, quasi malizioso, sicuramente sensuale. “Capisco...” disse con tono basso e sensuale che sembrò scorrere lascivo sulla pelle della ragazza “... e dove eravamo arrivati con la nostra... discussione, mia cara?” Chiese. Era ancora buio. Quel rumore, poi una sagome oltre la tendina, dietro i vetri. Altea si alzò, aprì la tendina e vide una figura. Si stagliava nella penombra generata dal buio e dal vago alone delle torce sul camminamento esterno. Era una figura indefinita, vaga, inquieta, notturna e silenziosa. L'unica cosa viva erano i suoi occhi chiari che scintillavano nella notte. |
Il suo sguardo scorse su di me, lento e sensuale come solo i suoi occhi neri sapevano essere.
Trattenni un sorriso malizioso, mentre invece mantenevo un'espressione vagamente, giocherellando con un lembo della vestaglia. ''Non ricordo bene, ho perso il filo..." mormorai, provocatoria e divertita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo vedevo in quella penombra, sfidare il pericolo ma potevo solo scorgere i lineamenti e poi il chiarore di quegli occhi brillanti
Il mio cuore accellerò il battito..."Chi osa entrare nelle mie camere?" guardando bene oltre la grata di ferro. |
Elv sorrise appena.
Un sorriso vago, provocatorio, malizioso. “Ah, ecco...” disse guardando Gwen che giocherellava con quella vestaglia “... allora si vede non ti aveva... scossa o turbata più di tanto, no?” “Solo uno schiavo nella notte, padrona...” disse Hiss nel buio del balcone, guardando Altea con i suoi occhi inquieti, chiari ed indefiniti "... uno schiavo che sfida la morte per sfuggire alla follia..." |
A quelle parole, udendo la sua voce calda e profonda il mio volto guardò oltre la grata..."Un servo irrequieto e impudente, e pure impavido...sarete in grado di aprire questa grata? Il mio cuore freme di ardore, desidera il calore delle vostre mani e delle vostre labbra...e forse di più.." come avrebbe aperto la grata di ferro per entrare nella stanza.
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Arrivò l’idromele e al secondo sorso il mondo mi sembrò un posto migliore e lievemente più roseo di quanto non mi sembrasse un attimo prima.
I miei condottieri stavano per tornare, mi sarei persa in quel mondo solo nostro e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Al terzo sorso ero più rilassata, e non facevo che pensare al loro ritorno, a come gli avrei accolti a quanto mi stavano mancando i n quel momento di solitudine. Averli lontani era davvero uno strazio, la loro mancanza insopportabile. Giunse l’ancella e l’accolsi con un sorriso, che si spense immediatamente come quella aprì bocca. “Cosa vuol dire che non si trovano?” tuonai “Trovateli e portateli da me, le navicelle hanno dei sensori, rintracciateli, ovunque essi siano!”. Ero furibonda, che voleva dire che non c’erano? Come osavano restare lontano da me? Possibile che non fossero tornati subito indietro una volta finito l’attacco? E se si fossero perduti o fossero caduti? Il cuore iniziò a battere fortissimo, sempre di più, in modo incontrollato. No, era impossibile! Erano i migliori condottieri della galassia, dopotutto. Ero certa che nessun pericolo era troppo per loro. Allora dov’erano? Allora perché erano lontani da me? “Trovateli!” gridai, fuori di me, alle ancelle presenti nella stanza. |
Sorrisi leggermente.
Ottima risposta, capitano "O magari speravo che tu potessi rinfrescarmi la memoria... Ma se non vuoi..." con tono caldo, mentre alzavo lo sguardo su di lui, ancora seduto sulla poltrona ed io sdraiata sul divano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'ancella annuì a Clio ed uscì.
Dai vetri si vedevano le luci delle fiamme ardere nella notte. Molte delle costruzioni di Brazzen non esistevano più. La capitale per metà era stata cancellata, mentre l'altra metà era quasi tutta avvolta dal fuoco. Hiss strinse le mani attorno alle grate di ferro. Un ferro freddo che cozzava con l'ardore delle sue mani. Tentò di smuovere quella porta, tirandola e scuotendola, senza però riuscirci. Allora infilò un braccio e con la mano arrivò a lambire la lingerie di Altea all'altezza del petto. Elv rise, continuando a guardare Gwen. Tutta. “Beh...” disse con falsa indifferente e sempre pià crescente eccitazione “... dovrei riaccompagnarti alla vasca... magari potresti cominciare a riempirla con nuova acqua calda, no?” |
Hiss cercava di aprire la grata ma non ci riusciva, la sua forza era tanta ma era impossibile a meno che non avesse avuto degli arnesi per farlo.
Ad un tratto sentii la sua mano calda sfiorare la lingerie all' altezza del seno e sorrisi e dissi a bassa voce senza formalità.."Stai cercando di aprire la grata facendo breccia sul mio cuore? Sul mio ardore per te e sui miei sentimenti? Ebbene sei riuscito nel tuo intento" e feci scattare la chiavetta aprendo la grata. |
Sorrisi maliziosamente.
Allora senza dire nulla mi alzai e tornai in bagno, per riempire la vasca con altra acqua calda. Poi tolsi la vestaglia e mi immersi, in attesa che lui mi raggiungesse in bagno. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Accadde quel giorno
Il tempo passava, lento, inesorabile.
I sorsi di idromele ormai avevano raggiunto un numero indefinito, ma il suo effetto era ora immutabile. Sentivo il prezioso liquido scorrermi in tutto il corpo, ma nulla di più. Ogni minuto che passava era interminabile. Dopo un po' il mio sguardo si ritrovò a vagare fuori dalla finestra: si vedevano ancora i bagliori delle fiamme. Attendevo notizie, che però non arrivavano, né sui miei condottieri, né sulla situazione della capitale e nemmeno sulle tracce del nemico. Allora decisi di alzami, lentamente, l'abito nero a scaglie faceva uno strano rumore ad ogni mio passo, una specie di fruscio metallico, leggero e costante. Mi diressi verso il terrazzino dal quale normalmente parlavo al popolo. Ciò che vidi mi lasciò senza fiato, senza parole. Sgranai gli occhi davanti a tanta distruzione, e piano dentro di me inizio a crescere un sentimento di vendetta, furore atavico, odio senza pari. La mia terra che sanguinava era come una ferita sul mio braccio. Essa era parte di me, il suo dolore era il mio dolore, il suo benessere era il mio benessere. Avrei trovato quei nemici e li avrei sbaragliati senza alcuna pietà, nessuno poteva permettersi di colpire così il mio popolo impunemente. L'avrei fatto con o senza di loro. Restai lì, a fissare quelle fiamme per un tempo infinito in cui contemplai nella mia mente ogni modo che avevo di usare la mia natura divina per risanare tutta quella distruzione. Nel mio sguardo severo lampeggiavano lampi di odio, e desiderio di vendetta. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...542d7281cb.jpg |
Altea finalmente fece scattare la serratura della grata.
La porta si aprì e Hiss fu a pochissimi passi da lei. Allora entrò guardandola. Prima negli occhi, poi ovunque. A lungo e più volte. Si avvicinò alla bella padrona e le accarezzò i lunghi capelli, poi il viso. Una carezza lenta e sensuale. Poi la baciò. Un bacio caldo, impresso sulle labbra di lei, mentre subito, piano, la sua lingua si fece spazio, penetrando nella sua bocca ed assaporò la lingua di lei. Elv rise eccitato. Vide allora Gwen alzarsi ed andare nel bagno, a riempire la vasca. La spiò di nascosto, mentre si spogliava e nuda si immergeva come una sirena in quell'acqua calda. Calda al punto che in breve tutta la stanza si appannò. Clio si affacciò dal suo terrazzo e vide quello scenario di distruzione e morte. Poi, tra le fiamme della notte vide arrivare due navicelle. Erano quelle di Capitan Fiore e di Don Taddeon. |
Lentamente Hiss entrò e con delicatezza accarezzò i miei capelli e mi lasciai andare, coinvolgere da quella carezza, dall' effetto che le sue mani così forti ma delicate provocano sul mio corpo, facendolo fremere dall' estasi di quel momento.
Tutto si fermò, i rumori non esistevano più, tutto era ovattato dal torpore dei sensi di quelle carezze. Poi quel bacio improvviso e intenso, le mie labbra che si aprivano accogliendo quel gioco di labbra e lingue che si univano. Mi strinsi a lui più forte, sentii i suoi muscoli forti e guardai i suoi occhi chiari, inquieti e pieni di desiderio. Mi staccai da lui osservandolo e sorrisi e sfuggii sedendomi su una poltroncina, accesi la piccola lampada e lo guardai...con uno sguardo accogliente e provocatorio. http://static.qnm.it/www/fotogallery...-e-modella.jpg |
Mi immersi in acqua e sorrisi divertita.
"Ti sto aspettando, capitano... Puoi anche smetterla di spiare da dietro la porta..." dissi, perché sì, me ne ero accorta "Qui dentro è tutto così vaporoso..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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