Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 22-02-2013 03.56.24

“Milady, non abbiate timore per questo.” Disse il Maestro a Talia. “I cavalieri che formeranno la vostra guardia del corpo si occuperanno solo di proteggervi e in nessuno modo provocheranno fastidi alla vostra persona. Di questo non dubitate. Saranno scelti con cura.”
Talia allora si ritirò e subito i due la salutarono con un inchino.
“Sei stato imprudente.” Rivolgendosi il Maestro all'Arconte Meccanico una volta rimasti soli. “Quel maledetto poteva davvero farle del male e per noi è troppo importante la ragazza.”
“Non riesco ancora a capire come sia riuscito a superare i miei controlli quel sicario.” Fissandolo l'Arconte.
“Perchè i nostri nemici sono forti e decisi.” Rispose il Maestro. “Ed è chiaro che vogliono uccidere la principessa. Ella è l'anello più debole. Ed io non voglio più correre rischi.” Si avvicinò ad una finestra e restò a fissare lo spettrale silenzio della notte. “Ti occuperai tu di organizzare il torneo. Domani stesso deve partire il bando e tutto il resto. Chiaro? Io non posso lasciare questo luogo a causa di quell'anatema... affido dunque a te ogni cosa. Ma voglio al più presto dei custodi per lady Talia.”
“Fidatevi di me, Maestro.”
Intanto Talia era ritornata nei suoi alloggi.
Il camino era stato acceso e su un tavolino la principessa trovò del latte caldo con miele e dei pasticcini.
Poi, ad un tratto, dalla tazza calda il fumo cominciò a prendere strane forme...

Un uomo incappucciato le si avvicinò, porgendole un pugnale d'oro.
“Chiunque si avvicinerà alla Vergine Gigliata” pronunciò una voce alle spalle di Talia “sarà trafitto da questa lama sconsacrata.”
Poi dei canti invasero l'aria.
Due ancelle si avvicinarono alla principessa e la condussero davanti ad una vasca di porcellana, colma di acqua calda e intrisa di essenze sconosciute.
La fecero immergere e la lavarono con cura.
“Chiunque poserà gli occhi sulla Vergine Gigliata” ancora quella voce alle spalle della ragazza “dovrà morire.”

Talia aprì gli occhi e si ritrovò stesa sul suo letto.
Era giorno.
Ma quel sogno le aveva lasciato addosso una strana inquietudine.
Ma era stato davvero un sogno?

elisabeth 22-02-2013 10.54.30

Aveva ragione Elina, non sarei tornata in camera neanche se mi ci avessero portato con la forza......quella donna io doevevo ritrovarla, era vera......non potevo essermela sognata...feci di rimando un inchino al paggio....." Tutto e' molto strano.......ma ho accettato io di venir qui, io mi sono lasciata andare al desiderio di ritrovare chi ha ucciso il mio amore......e questo fara' si che mi prendero' tutte le responsabilita' dovute......" Un'altra voce...un'altra voce di donna, piu' vecchia piu' stanca, mi voltai di scatto e vidi una vecchia serva....ella parlo' e non so dire se lo fece con la consapevolezza che noi fossimo li'..oppure come uno spettro che nella notte vaga e si fermi....." Il Brasinga ?.....e' una cosa che non ho mai sentito, ne qui ne' nel mio paese.....dite che ci sara' una cerimonia ?.....almeno voi....potete dirci chi siete e in che posto siamo qui ?......e tutto cosi' stucchevolmente amorevole e premuroso...ma come farebbe una fiera con la sua dolce preda.....".....all'orizzonte il cielo si rischiarava di luci...non erano forti, erano piccoli puntini argentati...c'era silenzio, non si muoveva foglia e l'aria sembrava..pulita...mi scappo' un piccolo sorriso....cosa pensavo ?...che tutto odorasse di zolfo ?...." Elina .....mi sembra di vivere al di sopra delle parti.....ti ricordi del Bardo che veniva a cantare le sue storie durante le miei notti insonni ?.....ultimamente era svanito anche lui.......tutto cio' che vedo e che vivo...sparisce.....e' la mia tortura cara Elina...anche qui...vediamo cose che poi vanno via..o non sono mai esistite.........bene...Signora..cosa avete da dirci su questo posto da favola..."...

Clio 22-02-2013 14.31.00

Seguii Lucius in quei cunicoli.
Eppure, quasi non credetti ai miei occhi, non sapevo trovare una spiegazione per quello.
"..Che diavoleria è mai questa?" dissi a bassa voce, temendo che le strane figure potessero sentirci "..Di certo non è la stanza delle torture.. almeno spero.." tentando di abbozzare un sorriso.
Ma in quel momento non avevo molta voglia di scherzare. Osservai attentamente quelle persone, chiedendomi chi potessero essere e che cosa fosse quello strano rituale.
Osservai attentamente l'occhio, cerando di rammentare dove potevo averlo già visto.
Mi avvicinai al mio amico e mi strinsi al suo braccio "..Torniamo indietro, Lucius.. Prima che ci scoprano... Non ci vedo niente di buono..." Sussurrai poi.

Altea 22-02-2013 15.49.56

Entrai in quella stanza e mi aggirai furtiva e vidi quel libro tra i tanti...aperto, lo toccai, era filigranato e sembrava antico, osservai con cura la immagine, le parole e ancora...l'Occhio...come un Dio supremo che osservava...clemente o inclemente?
Poi i miei occhi si posarono su quella clamide..la presi in mano, ma era del tutto lercia.
Cosa significava tutto questo...ebbi un sospetto ma ad un tratto udii un ringhio e voltandomi vidi un enorme bestia nera, sembrava quasi volesse assalirmi e mi feci scudo con la torcia infuocata, quel molosso indietreggiò..e fu cosi che li lanciai sul capo la clamide. Egli iniziò a divincolarsi, e approffittai per uscire dalla stanza senza prima prendere quel manoscritto aperto e fuggi di corsa nel corridoio prima che egli mi seguisse e azzannasse. Il cuore batteva forte, più correvo e più sembrava quel corridoio non finisse mai.
Salii le scale e chiusi la porta con cura, mi fermai un attimo ansimando e riposi poi la torcia.
Rimasi li per un pò perplessa....e cercavo di capire, nella mia mente si era definito qualcosa di probabile..o forse improbabile. Di per se quella clamide rappresentava il fatto che si svolgevano dei rituali, l'Occhio era qualche simbolo...forse di una setta o una organizzazione segreta? E poi quella strana immagine con quel idioma sconosciuto...forse rappresentava proprio un rituale.
Scossi il capo...effettivamente in giro non vedevo simboli della nostra religione.
Non avevo più intenzione di stare in quella dimora...e magari essere iniziata a chissà quale Dio o setta o strana organizzazione e iniziavo a pensare che i servi erano complici di tutto questo, e ci controllavano ma a quale scopo?
Una grande rabbia si accese in me e vidi un servo arrivare verso di me sorridente, nascosi il libro in un angolo e presi dal muro, dove tante spade facevano bella mostra, un pugnale intarsiato e lo puntai di impeto sul servo, proprio tra lo stomaco e il cuore...."Ora" dissi guardandolo negli occhi con tono serio e minaccioso e premendo col pugnale sulla sua pelle "ci preparerai una carrozza e dirai di portarci dall' Arconte Meccanico poichè la contessa Altea Trevor e soprattutto la baronessa Vivian Mc Lanchester vorrebbero immediatamente conferire con lui, anche perchè il padre della baronessa ha dato ospitalità alla sua delegazione e abbiamo il diritto di uscire e di avere la sua attenzione, come il barone ha fatto con loro" guardai in giro che non ci fossero altri servi.."E non dirai nulla e non ti conviene urlare o ribellarti" premendo sempre di più il pugnale "sono una donna ma mio padre mi ha insegnato a tirare bene di spada e pure tirare con l'arco, ho una mira infallibile e se solo tenti di scappare o chiamare qualcuno in aiuto prendo quella balaustra appesa e conficco una freccia a chiunque oserà ostacolarmi...penso di aver reso bene l'idea" e sorrisi senza nessuna titubanza.

Talia 22-02-2013 16.11.51

Aprii gli occhi e la poca luce che filtrava dagli spessi tendaggi chiusi bastò a ferirli.
Lentamente mi portai una mano alla testa, a coprire gli occhi e la fronte...
mi sentivo confusa, stordita...
quel sogno...
lo ripercorsi per un momento con la mente...
cosa significava quel sogno?
cosa era avvenuto in quel sogno?
una cerimonia...
un pugnale...
e poi quella voce, quelle parole...
Non sapevo spiegarmelo, ma il solo ripensare a quel sogno bastava per causarmi un vago senso di disagio.
Mi alzai e percorsi tutta la stanza fino al tavolinetto che si trovava dalla parte opposta, presi un bicchiere e mi versai un po’ d’acqua fresca... e tuttavia quella cupa ed indefinita sensazione non scomparve.

Guisgard 22-02-2013 18.39.55

Capitolo III: La Vergine Gigliata

“La pelle era rosea, d'una morbidezza impareggiabile; gli occhi grandi, neri e scintillanti come diamanti; un naso diritto che nulla aveva d'indiano, labbra sottili, coralline, schiuse a un melanconico sorriso che lasciava scorgere due file di denti d'abbagliante bianchezza; una opulenta capigliatura d'un castano cupo, fuligginoso, separata sulla fronte da un mazzetto di grosse perle, era raccolta in nodi e intrecciata con fiori di sciambaga dal soave profumo.”

(Emilio Salgari, I misteri della Jungla Nera)



Ad un tratto qualcuno bussò e destò Talia da quei pensieri inquieti.
“Altezza...” disse una servitrice “... il Maestro George chiede di potervi parlare...” e mostrò alla ragazza un pendaglio.
Era d'oro e nel mezzo vi era incastonata una pietra coloro ghiaccio.
“E' un dono per voi, da parte sua...” e la serva uscì.
Ma nel fissare quel pendaglio, Talia cominciò ad avvertire dei capogiri.
Il pendaglio oscillava, lasciando misteriosi riflessi da quella pietra color ghiaccio.
“E' un portafortuna...” fece una voce “... segui sempre la sua oscillazione... ti guiderà nel giusto...”
Nel frattempo alcune ancelle la stavano spogliando, per poi farle indossare una clamide sottile.
Infine adagiarono un leggero cappuccio sul suo capo.
“Sei la Vergine Gigliata...” disse quella voce che non smetteva di far oscillare il pendaglio “... ed i tuoi fratelli ti stanno attendendo da secoli... grazie a te potranno tornare dall'oblio in cui erano stati imprigionati... grazie a te schiacceremo i nostri nemici...”
Allora Talia fu condotta attraverso un breve corridoio su un piccolo pulpito.
Davanti ai suoi occhi apparve una vasta basilica, fatta di marmi preziosi, colonne di porfido rosso, pareti incrostate d'oro e d'argento.
E poi avori pregiati, mosaici aurei con enigmatiche raffigurazioni e statue dalle fattezze indefinite.
La vasta navata era piena di figure incappucciate che cantavano e in fondo, nell'abside, era raffigurato un gigantesco occhio.
“Questi sono i tuoi devoti, Vergine Gigliata...” avvicinandosi a lei quella misteriosa voce “... e ti sono fedeli fino alla morte...” le mise al collo quel pendaglio “... e ora che sei qui, tutto può avere inizio... suonate il Brasinga.” Ordinò ai suoi.
Suonò allora un corno e tutto cominciò.
E oscuri rituali presero forma, accompagnati da canti in una lingua sconosciuta agli uomini di questo secolo.
Talia partecipò a tutti quei riti con vaghe e sconosciute sensazioni nel cuore.
Alla fine, quando tutto terminò, si ritrovò in una vasta cripta.
Era ancora abbigliata con quella clamide.
“Salute a te, o Vergine Gigliata.” Entrando qualcuno nella cripta.
Era il Maestro George che la fissava.
http://ocdn.eu/images/pulscms/MWM7MD...563333c55d.jpg

Guisgard 22-02-2013 18.45.07

La vecchia servitrice fissò Elisabeth.
“Il Brasinga” disse “è... o forse dovrei dire era, il corno cerimoniale di un'antica confraternita giunta qui dall'estremo Nord secoli fa. Il corno suonava quando la confraternita si riuniva in notti non diverse da questa appena passata.” Infatti l'aurora aveva fatto la sua comparsa. “I suoi adepti si facevano chiamare Illufestati, ossia gli infestati di illuminismo. Si ritenevano infatti illuminati da una verità assoluta, capace di liberare gli esseri umani dalle catene imposte loro dall'ignoranza e dalla superstizione. Adoravano un misterioso idolo pagano, ossia la personificazione della Ragione e della Libertà umana. Ma i loro costumi e il loro modo di vivere, ritenuto dalla nobiltà lascivo e deplorevole, attirò su di essi l'astio della Chiesa. Così, i potenti signori cattolici cominciarono una vera e propria Crociata contro gli Illufestati, che battezzarono subito come infestati di Illusione.”
“E cosa accadde loro?” Chiese Elina.
“Furono sterminati dai cavalieri del re.” Rispose la servitrice. “Mentre il Clero mandò in queste terre i suoi sacerdoti per strappare i fanciulli e le fanciulle alla propaganda degli Illufestati.”
“Allora” stupita Elina “come abbiamo fatto ad udire quel corno? Voi stessa avete detto che è scomparso da secoli!”
“Era il vento.” All'improvviso una voce. “Il sibilo del vento e null'altro.” Era la governante. “Talvolta, percorrendo la selva di Gothiaburgo, il vento diviene lamento. E' un effetto che si genera al suo passaggio nella fitta vegetazione.” Fissò la vecchia servitrice. “Ora smettila di turbare i nostri ospiti con le tue sciocche storie. Va nelle cucine e da una mano agli altri servi.”
La servitrice obbedì ed andò via.
“Perdonatela, mie signore.” Rivolgendosi poi la governante ad Elisabeth e ad Elina. “E' vecchia e non è più molto lucida. Sua signoria è un uomo generoso e non ha voluto mandarla via. Così ne sopportiamo le sue manie.” Sorrise. “Ora perdonatemi, ma devo tornare alle mie mansioni. Buona giornata.” E andò via.

Guisgard 22-02-2013 18.49.53

Quel servitore fissò Altea stupito.
“Milady...” disse “... non comprendo... non capisco cosa intendiate dire... però non abbiate timore, vi condurrò da sua signoria... saprà egli sciogliere ogni vostro dubbio... prego, seguitemi...” così condusse la ragazza attraverso uno stretto corridoio.
Ma da una piccola feritoia laterale avvolta nell'oscurità, qualcuno vide quella scena.
Allora con una sottile cerbottana soffiò verso Altea.
Questa sentì subito un pizzichino al collo.
“Sono gli insetti...” voltandosi il servo verso di lei, dopo essersi accorto che la ragazza si massaggiava il collo “... ce ne sono molti qui...” e sorrise.
Ad un tratto Altea cominciò a sentire strani rumori alle sue spalle.
Erano dei latrati.
Si voltò e vide decine di molossi che correvano verso di lei.
Capì di essere perduta.
E dalla paura perse i sensi.
Di colpo poi aprì gli occhi e si ritrovò nella sua stanza.
“Altea...” era Vivian accanto al suo letto “... Altea, mi senti? Come stai?” E le accarezzò il viso. “Sei uscita dalla stanza ieri... e poi forse hai avuto un capogiro... hai perso i sensi e i servitori ti hanno trovata nel cortile, per poi portarti qui...”

Guisgard 22-02-2013 19.00.06

Quello spettacolo aveva ammutolito Lucius.
“Si...” disse quasi balbettando “... meglio andare via da qui...” ma mentre si allontanavano, lui con un piede fece scivolare in basso del pietrisco, che cadde nell'antro sottostante, dove stava avvenendo quel misterioso rituale.
Allora tutti quegli uomini incappucciati si voltarono verso di loro.
“Prendeteli!” Gridò uno di quelli.
“Presto, Clio!” Urlò Lucius.
E corsero via.
Ma quegli uomini subito si lanciarono ad inseguirli.
Poi, uno di quelli prese una sottile cerbottana e Clio sentì una leggera puntura sul collo.
Intanto lei e Lucius correvano verso l'uscita di quel cunicolo.
E finalmente la raggiunsero.
Ma mentre stavano uscendo, Clio vide una torcia staccarsi dalla parete.
Cadde sul suo vestito e subito la ragazza fu avvolta da fiamme.
Il fuoco in breve consumò i suoi vestiti e poi cominciò ad attaccarsi alle sua pelle.
Clio allora vide le sue carni cuocersi e poi aprirsi.
Il suo bellissimo volto era ormai sfigurato.
Sentiva le fiamme che ardevano forte e la voce di Lucius che gridava.
E mentre il suo corpo si consumava, un pensiero, disperato, la raggiunse.
Sotto le mura del castello vi era il fiume.
L'unica salvezza era saltare giù.
Era infatti vicina ad uno dei camminamenti delle mura, pronta a saltare da quell'immane altezza.
Ma proprio in quel momento sentì qualcosa afferrarle il polso.
Era una mano.
“E' un'allucinazione!” Disse qualcuno. “E' solo un'allucinazione!” La schiaffeggiò per farla destare. “Non pensare a ciò che vedi! Pensa al tuo nome! Pensa al tuo ragazzo, alla tua casa!”
Ad un tratto le fiamme svanirono.
La sua pelle ed i vestiti erano intatti.
Un attimo dopo vide un volto accanto a sé.
“Credo sia passato...” era il misterioso Fornò “... si, credo che quelle allucinazioni siano svanite...”
“Clio!” Avvicinandosi a lei Lucius. “Come stai? Cosa ti è accaduto? Eri come impazzita!”
E Fornò la fissava ora in silenzio.

Clio 22-02-2013 19.30.02

Sbattei le palpebre, ansimando, tentai di calmare il respiro.
Mi portai le mani al volto e sentii la pelle liscia sotto di esse.
Chiusi gli occhi e sospirai, incapace di proferire parola.
Guardai Fornò e poi Lucius, poi ancora Fornò.
Lanciai una rapida occhiata al camminamento, e al baratro sotto di esso. Rabbrividii.
Dovevo dire qualcosa, sapevo di dover parlare, ma era come se le parole mi si fossero bloccate in gola.
Mi rialzai lentamente, cercando di pensare a quello che era successo.
Come potevo distinguere la verità dall'allucinazione?
"..io.." Dissi con un filo di voce "..andavo a fuoco..".
Non riuscivo a spiegare con parole più appropriate quello che mi era accaduto.
Guardai Fornò, e mi inchinai rispettosamente.
"..Sire, vi devo la vita... Come potrò mai ringraziarvi?" Lo guardai negli occhi e ripensai allo sguardo gelido che mi aveva rivolto nella carrozza.
Decisamente era l'ultima persona da cui mi sarei aspettata un gesto simile.

Altea 22-02-2013 20.04.44

I raggi flebili dell' Aurora mi svegliarono come una carezza...per un attimo rimasi immobile nel letto poi mi voltai e vidi il dolce viso di Vivian che mi guardava preoccupata e la sua bocca che pronunciavano quelle parole.
.."Nel giardino..mi hanno trovata nel giardino priva di sensi?" dissi a Vivian, poi come se quelle parole fossero un sonoro schiaffo mi ridestai e ricordai tutto quello che era successo...sia nel seminterrato e nel corridoio..quello strano pizzicore al collo e quelle bestie nere.
Piano mi alzai, la testa girava ancora ma c'era solo un modo per dare conferma a tutto ciò, lentamente aprii la porta e senza farmi notare camminai fino a quella porta e infatti con stupore, lo trovai proprio dove era nascosto....il libro preso nel seminterrato.
Che era successo allora...e chi mi aveva portato nel giardino? Tutto questa dava conferma ai miei sospetti, che i servi erano a conoscenza di tutto e che qualcosa di strano era successa la notte prima.
Presi il libro e lo portai con me in camera, feci cenno a Vivian di non preoccuparsi..."Comunque Vivian, non penso proprio potrai vedere la tua festa delle Mele, noi siamo qui prigionieri e non ne sappiamo il motivo, l'Arconte Meccanico avrebbe potuto venire qui e darci il benvenuto, non pensi? Come gli uomini educati fanno con gli ospiti...ma tu non preoccuparti, ci penso io...a costo di scalare quella torre che svetta e scenderci, sono bravissima sai...oppure chissà verrà a salvarti il tuo Chevalier de Lyes?" e le feci l' occhiolino. Vivian non doveva sapere nulla di tutto questo, ella era troppo sensibile e inoltre mi sentivo in colpa per averla portata fino quel posto.
Iniziai a sfogliare distrattamente quel libro..una cosa era certa. Quel palazzo celava misteri ed era difficile scovarli, l'unica possibilià era uscirne ma come??

Parsifal25 23-02-2013 00.21.14

Il saluto scambiatoci.....sentivo che era puro e sincero, quanta cordialità e affetto è possibile trarre da una persona estranea. Pensai':

"Fortunatamente......non tutto è perduto....". Poco dopo, traversai' il primo tratto di montagna e mi accorsi che il clima stava cambiando, osservai' il cielo e dalla disposizione delle nuvole capi' che questa strada era soggetta a molte nevicate.

Prosegui' verso l'interno e cominciai' a d avvertire la rigidità dell'area......iniziava a far freddo......era tempo di fermarsi, per mia fortuna una locanda era lì.....

"Dio ti ringrazio......hai visto caro amico, adesso potrai' riposare un po'.....". Scesi da cavallo ed entrai' nella locanda, vi era gente a fiotti chissà se vi erano ancora stanze libere.

Mi avvicinai' all'oste e chiesi:
"I miei saluti messere, volevo chiederle se vi era posto per la notte ed un pasto caldo da gustare. Domani.....mi attende un lungo viaggio....."

elisabeth 23-02-2013 01.09.08

I racconti affascinano perche' possono prendere formanella mente umana......non sempre dandoleuna grande verita'....ma quel suono era reale e l'anziana donna non parlava con gli occhi di chi vaneggiava.....nel mio paese gli anziani avevano tutto il rispetto....che si poteva dare ad una persona di grande rispetto.....lascai che le donne andassero via....." Elina...mi hai insegnato che quando un anziano parla...i suoi occhi diventano di lacrima se e' la verita' che dice e io....nei suoi occhi hovistoun fiume di lacrime.....oltre la siepe c'e' il muro di cintae il suono proviene da oltre il muro..ti chiedo troppo se ti chiedessi di saltarlo ?...."...andai dietro la siepe....e vidi il muro...era alto ed invalicabile.....ma quando ero una ragazzina avevo imparato che nulla e' impossibile...e cominciai cosi' a cercare un lato debole o valicabile....poggiando le mani alcune pietre sembravano stranamente malmesse...e cominciai a staccarne le pietre non senza l' aiuto di Elina....mi sembro' di vedere oltre.....era l'altro lato del maniero?...

Guisgard 23-02-2013 02.15.53

Clio si era ripresa.
La sua pelle ed i suoi abiti erano intatti.
Poco distante vi era il camminamento delle mura, dal quale si poteva vedere un baratro profondo diversi metri.
“Clio...” disse Lucius ancora visibilmente stravolto per l'accaduto “... Clio... eri come impazzita... e volevi lanciarti nel fiume da quassù...”
“Eravate in preda a qualche allucinazione” fece Fornò “e decisa a lanciarvi dalle mura del castello.” Il suo sguardo era gelido e distante, come se l'accaduto non avesse suscitato alcuna sensazione in lui.”
“Allucinazioni?” Ripetè incredulo Lucius.
“Si, allucinazioni.” Fissandolo il misterioso re di Brulandia. “Avete presente? Sono una specie di visioni. Immagini irreali che tuttavia ci appaiono vere.”
“So cos'è una allucinazione!” Risentito Lucius.
“Mi fa piacere per voi.” Con indifferenza Fornò.
“Ma da cosa sono state prodotte queste allucinazioni?”
“Invece di star qui a fare sciocche domande” mormorò Fornò “vi consiglio di riaccompagnare la vostra ragazza in stanza. E la prossima volta che deciderete di passeggiare al chiaro di Luna, accertatevi di farlo in un posto sicuro.” Fissò Clio. “Non voglio i vostri ringraziamenti. Comunque non riuscireste mai a sdebitarvi con me.” E si allontanò, per poi svanire nel primo Sole di quella mattina.
“Ma che tipo arrogante...” borbottò Lucius “... comunque su una cosa aveva ragione... meglio tornare in stanza. Devi riposarti.”
E riportò Clio nella sua camera.
Poco dopo si udirono alcune trombe e poi voci festanti.
Nel castello arrivò una sontuosa carrozza.
Era quella dell'Arconte Meccanico.

Guisgard 23-02-2013 02.28.28

Altea, per trovare conferma dei suoi ricordi, scese di nuovo fino a quella porta di ferro, recuperando così il libro visto la notte prima.
“Queste tue parole mi inquietano, Altea...” disse Vivian visibilmente turbata per quello strano comportamento di Altea “... mi vuoi dire perchè sei uscita stanotte? E perchè ora sei andata a prendere questo libro? Insomma, voglio capire il perchè di questi tuoi strani comportamenti!”
Altea nel frattempo aveva cominciato a sfogliare distrattamente quel libro.
Ma con suo grande stupore si accorse che ora le sue pagine apparivano diverse.
Quelle misteriose illustrazioni non c'erano più e neanche quello sconosciuto idioma.
Era un normalissimo libro in cui erano registrate le entrate e le spese del castello.
Con aggiunte e note riguardanti l'amministrazione e i lavori di ristrutturazione.
“Allora?” Fissandola Vivian. “Ti interessano ora i registri di questo castello?”
Forse Altea aveva sognato davvero?
Forse aveva perso i sensi e poi fatto quell'incubo?
Ma proprio in quel momento si udirono alcune trombe suonare a festa.
Seguirono poi voci che accoglievano con entusiasmo una carrozza appena giunta al castello.
Era quella dell'Arconte Meccanico.

Guisgard 23-02-2013 02.40.58

Elisabeth scostò alcune pietre malmesse dal muro, aprendo così una piccola breccia nelle murature del castello.
E da lì vide cosa circondava il maniero.
Una sterminata selva, nel cui ventre scorreva il fiume che fungeva da barriera e nello stesso tempo prigione.
Nessuno poteva avvicinarsi e nessuno poteva lasciare quel luogo senza permesso.
Infatti le mura erano alte e tentare di scavalcarle equivaleva ad un suicidio.
“In nome di Allah...” disse Elina “... allontaniamoci da qui... oltre queste mura c'è un salto di decine di metri...” prese allora per un braccio Elisabeth e si allontanarono di qualche passo.
Ad un tratto le due donne udirono qualcosa.
Erano delle trombe e provenivano dal cortile.
Il ponte levatoio del castello fu calato ed una carrozza entrò.
Si fermò poi in mezzo al cortile e diversi servi accorsero ad accoglierla.
Da essa scese un'austera figura avvolta in un lungo mantello nero.
Il suo portamento era fiero e tutti si prostravano davanti a quella.
Era l'Arconte Meccanico.

Guisgard 23-02-2013 02.52.39

Parsifal raggiunse così la locanda.
Si trovava lungo la strada isolata, ma appariva accogliente.
Al suo interno un grande camino scaldava un vasto ambiente.
Qui, seduti ai tavoli, vi erano diverse persone.
Perlopiù viaggiatori.
“Salute a voi, cavaliere.” Disse il locandiere a Parsifal. “Certo, ho per voi una comoda stanza e se prendete posto ad uno dei tavoli liberi vi servirò un pasto caldo e del buon vino.”
Accompagnò così ad un tavolo il giovane cavaliere.
Poco dopo gli servì un piatto di minestra, accompagnato da pane e formaggio.
Aggiunse poi una piccola brocca di vino rosso.
“E' buono, cavaliere.” Indicando il vino il locandiere. “E' quello della casa. Vi auguro buon appetito.” E si allontanò.
Nella sala vi erano, come detto, molte persone.
Viaggiatori, commercianti, contadini, pastori e zingari.
Ad un tratto Parsifal si accorse di essere come spiato.
Infatti ad un tavolo non distante dal suo vi erano quattro uomini che continuavano a fissarlo.

Parsifal25 23-02-2013 19.12.55

L'accoglienza fu delle migliori, il locandiere senza indugio mi disse che vi era una stanza per riposare......

L'aria che si respirava era molto familiare......sembrava che tutti i viandanti si conoscessero l'uno con l'altro, tutto era nella norma.....tranne che un piccolo problemino:

il tavolo di fronte ospitava quattro persone che mi fissavano, i quali non battevano ciglio nell'allontanare lo sguardo. Consumai' il mio pasto e mi diressi verso l'oste e gli chiesi:

"Messere, è possibile sapere chi sono gli uomini laggiù?". Era meglio rimanere concentrati, non si poteva mai sapere.

Altea 23-02-2013 22.14.28

Un incubo o una allucinazione??....Il mio sguardo fisso su quel libro che segnava solo parole e numeri...guardai Vivian sbigottita, aprii la porta e lo riposi sopra un mobile...ma che era successo???
Ad un tratto sentii degli squilli di trombe, i servitori si muovevano frenetici finchè una carrozza giunse in giardino..era arrivato l' Arconte Meccanico.
Rientrai in camera..."Vivian, presto, è arrivato l' Arconte e noi dobbiamo essere presentabili come si conviene a una dama del nostro rango, come i nostri genitori ci hanno insegnato. Presto indossiamo uno dei migliori abiti...e mi raccomando, o stiamo zitte e parliamo solo quando ci interpella lui o mostriamo la più assoluta spontaneità..e dimentichiamo tutto ciò che è accaduto fino ora".
Iniziammo a prepararci in fretta...indossai un bel vestito di seta turchese con pizzo bianco, mi guardai allo specchio e mi spazzolai i capelli e li raccolsi in una mezza coda cinta da una spilla dorata che lasciava cadere parte dei lunghi capelli biondi lateralmente su una spalla...."Vivian...non dimentichiamoci, come ci hanno detto di indossare lo stemma del casato quando si incontra una persona importante" e cosi mi puntai al petto una spilla con il simbolo del mio casato ovvero una aquila con una spada laterale, e l'aquila in bocca teneva un ramo di alloro.
Poi il mio sguardo ricadde sulla collana, trattenni una lacrima e presi in mano il ciondolo, il rosso del rubino risaltava sulla pelle candida e sul colore del vestito...e vicino a quel ciondolo vi era un piccolo simbolo, quasi un emblema a me sconosciuto e di cui non avrei mai conosciuto il significato.
Guardai Vivian..."oh si...so a cosa stai pensando..ma io non potrò mai amare nessun altro più" e sospirai lasciando quel ciondolo.." e ora usciamo da qui e andiamo nel salone e aspettiamo che l'Arconte Meccanico ci dia udienza".
Uscimmo dalla stanza e ci sedemmo aspettando silenziosamente e con ansia perchè...chissà...forse potevamo uscire da quel posto.

elisabeth 24-02-2013 19.18.01

Dopo le mura solo un volo....non c'era nulla...elina mi tiro' via e come si fa con i bambini...si finisce di dargli retta...e si portano in un luogo sicuro...non senza dovere ascoltare tutte le sue manifestazioni di non approvazione....eravamo nei pressi del portone che portava alle nostre stalle, quando il portone si apri' e una carrozza scese da essa......un unomo, buio..buio come la notte ....il suo abbligliamento mi colpi' era uguale alla morte........ogni persona si inchinava al suo passaggio...io ed Elina rimanemmo sulle scale del palazzo...." Elina...guarda abbiamo ospiti, nella gente incute paura...non rispetto...e questo non e' un buon segno.....pensi che e' lui il Signore di questo posto ?......nonmi piace proprio....".....cosi' salii i gradini che ci avrebbero portato nella nostra stanza

Guisgard 25-02-2013 01.20.26

Il locandiere gettò uno sguardo nella direzione indicata da Parsifal, dove si trovava il tavolo di quei quattro uomini.
“Credo siano contadini, cavaliere.” Disse. “Lo si vede dai loro abiti. Probabilmente vengono dal fondovalle. Ma non temete, non vi daranno alcun problema. Sono un po' rozzi, ma brava gente infondo.” Diede allora ordine al suo figliolo di accompagnare Parsifal al piano di sopra, dove si trovava la sua stanza.
Lì il cavaliere avrebbe potuto riposare.
Ma appena il figlio del locandiere uscì, qualcun altro apparve sulla soglia.
Erano i quattro uomini che Parsifal aveva visto giù.
“Perdonate, messere...” fece uno di quelli “... abbiamo notato il vostro portamento e poi la corazza che indossate... siete di certo un nobile cavaliere...”
“Noi non vogliamo recarvi noie, messere...” intervenne un altro dei quattro “... ma in giro si dice che i cavalieri sono al servizio dei più deboli e così noi...”
“Siamo intenzionati a pagare i vostri servigi, sia ben chiaro...” prese a dire un altro ancora di loro.

Guisgard 25-02-2013 01.30.02

Anche Vivian, seguendo l'esempio di Altea, si preparò al meglio per quell'incontro.
Finalmente il misterioso Arconte Meccanico era giunto al castello.
Passarono alcuni lunghi minuti, durante i quali le due ragazze avvertirono l'ansia crescente per quell'incontro.
“Secondo te” disse all'improvviso Vivian “quell'Arconte Meccanico è una specie di mago? Voglio dire... come fa a conoscere cose di persone di cui ignorava persino l'esistenza? E poi cosa davvero può donare a coloro che ha chiamato in questo luogo? Tu, per esempio... tu cosa ti aspetti di avere da tutta questa storia, Altea?”

Altea 25-02-2013 01.40.24

Ad un tratto quella domanda di Vivian che mi tartassava la testa da tempo..."Mago??" risi benevolmente per la domanda di Vivian.."no, non lo è, forse ha mandato qualcuno a Camelot per sapere qualcosa di noi, chissà forse tuo padre saprebbe darci la risposta a questo quesito, visto ha ospitato i suoi uomini no?..certo è Vivian che qui succedono cose alquanto strane e secondo me è una persona che ha potere sugli uomini, questi servi sembrano come in stato di trance al suo servizio, ma ancora non sono riuscita a capire come".
Pensai a quella allucinazione...o al fatto veramente avvenuto..e se fosse veramente presente una specie di strana confraternita che guida il Principato di Sygma?
Mi rabbuiai un attimo poi presi la mano di Vivian...."Cosa sogno di trovare in questo viaggio?...la perduta felicità, volevo solo svagarmi e allontarnarmi dai posti che mi hanno fatto cosi male...qualunque cosa possa accadere voglio che la mia vita abbia una svolta e sia finalmente serena e priva dei fantasmi del passato."

Clio 25-02-2013 01.43.52

Restai ammutolita a guardare Fornò che si allontanava, e mi lasciai condurre da Lucius nelle nostre stanze.
Il ghiaccio nella voce e negli occhi del misterioso re era ricomparso immediatamente, ma non potevo fare a meno di ricordare il tono con cui mi aveva parlato, un tono completamente diverso.
Mi chiesi cosa si celasse dietro quella coltre di arroganza e disprezzo.
Le sue parole mi risonavano nella mente, mentre varcammo la porta dei nostri alloggi.
"..Già.. ma guarda un po'.." dissi pensierosa.
D'un tratto, scoppiai a ridere fragorosamente e guardai Lucius, poco distante da me.
"..Non hai sentito quello strano tipo? A me ha detto di pensare al mio nome, al mio ragazzo e alla mia casa, a te di riportare la tua ragazza in camera..." risi di nuovo ".. ci ha preso per due innamorati... chissà magari in fuga dalle nostre famiglie contrarie al nostro amore..".
Mi abbandonai ridendo sul grande letto, nella stanza che avevo scelto, ero stanchissima. Non solo non avevamo chiuso occhio per tutta la notte ma non riuscivo a ricordare l'ultima volta in cui avevo mangiato qualcosa.
Ma poi, un suono mi destò.
Corsi alla finestra e vidi una carrozza irrompere nel giardino. L'arconte meccanico era arrivato.
"..Oh, caro.. guarda un po'... a quanto pare il nostro soggiorno qui non durerà poi molto.." con un sorriso.
Mi guardai, la corsa e l'esplorazione avevano reso il mio bell'abito decisamente impresentabile.
"...Dammi cinque minuti e sono pronta..." dissi chiudendo la porta della mia stanza.
Mi preparai in fretta, indossando un abito di velluto rosso con inserti bianchi e oro. Scelsi un gioiello non troppo vistoso, mi acconciai i capelli con cura, e mi buttai sulle spalle un prezioso mantello che ben si intonava col vestito.
"..Eccomi.." dissi a Lucius, varcando la soglia ".. sono pronta, possiamo andare.. vediamo un po' che cosa ha da dirci questo misterioso arconte.. voglio proprio sapere che ne sa lui di Leonard, della storia del manoscritto, e di me, soprattutto...".

Guisgard 25-02-2013 01.49.26

E mentre Altea parlava a Vivian, si avvicinò alle due una servitrice.
“Sua signoria chiede di vedervi, mie signore.” Disse. “Vi prego di seguirmi. Vi condurrò da lui.”
Così accompagnò le due ragazze attraverso l'ala del castello, fino a condurle in una vasto salone.
Era pieno di statue di legno, ciascuna incisa con valente maestria.
Raffiguravano strane ed inquietanti figure sconosciute alle due ospiti del castello.
Ad un tratto si aprì una porta laterale ed entrò una donna.
Aveva lunghi capelli scuri ed indossava un abito formato da vari veli intrecciati e legati attorno al corpo, stretti con spille e diademi.
In mano aveva una coppa di porcellana.
Dentro vi era un liquido rosso e vischioso.
“Salute a voi, mie signore.” Sorridendo ad Altea e a Vivian.

Altea 25-02-2013 02.01.05

E fu cosi che l'atteso momento arrivò...seguimmo la servitrice lanciandoci sorrisi che significavano speranza di poterci riappropiare delle nostre vite.
Entrammo in un grande salone, ci guardammo attorno, osservai con cura quelle statue di legno pregiato ma non ne capivo il significato quando d'un tratto, una donna di una bellezza disarmante entrò da una porta laterale e alzò il calice in segno di saluto..lanciai una occhiata a Vivian facendole capire di non dire nulla.."I miei omaggi a voi milady" con un leggero inchino "io sono la contessa Altea Trevor e la mia amica è la baronessa Vivian Mc Lanchester, ma forse sua Signoria, l'Arconte Meccanico, ci conosce già visto ci ha dato...questa gradita ospitalità".
Scrutai quella donna, chi mai poteva essere...non certo la consorte, un uomo del suo rango non avrebbe mai potuto farsi precedere dalla moglie.
Sfoderai un fasullo sorriso...era come dissi a Vivian, tutto doveva sembrare il più naturale possibile eppure mi sentivo sotto pressione.

Guisgard 25-02-2013 02.03.00

Ad un tratto, qualcuno bussò alla porta della stanza di Clio e di Lucius.
“Salute a voi...” entrando una servitrice “... sua signoria è giunto al castello e chiede di vedervi. Prego, seguitemi... vi condurrò da lui.” E li accompagnò attraverso i gradini che davano alla corte principale.
Da qui arrivarono ad una grande sala.
In essa vi erano molti specchi, di varie forme e dimensioni.
Alcuni erano deformati, altri addirittura rotti.
La luce che penetrava dalle bifore si rifletteva su di essi e per via della loro irregolarità generava strani effetti.
Ad un tratto una porta laterale si aprì ed entrò una ragazza.
Aveva capelli ricci e nerissimi ed indossava una lunga tunica di un blu cobalto, stretta in vita da un nastro bianco.
In mano recava due lunghe fasce colorate.
“Salute a voi.” Fissandoli con un sorriso.

Guisgard 25-02-2013 02.11.59

La donna sorrise a quelle parole di Altea.
“I nomi qui” disse “non contano nulla. E neanche i luoghi da dove arriviamo. Ad essere importante è il luogo che invece ci attende. E la ragione che ci spinge a raggiungerlo.”
Vivian la fissò sorpresa.
“Non è forse una degna metafora per descrivere la vita?” Aggiunse, per poi ridere. “Ma ditemi... cosa cercate? Perchè siete giunte qui a Sant'Agata di Gothia?”

Clio 25-02-2013 02.15.37

Seguimmo la servitrice per scale e corridoi del maniero che ci ospitava.
I miei pensieri cominciarono a vagare, inquieti, alla ricerca di speranze, aspettative, timori.
Giunti nella sala mi guardai attorno, e un brivido leggero mi attraversò la schiena, c'era qualcosa, qualcosa di inquietante in quella stanza, ma probabilmente era solo la strana atmosfera generata dagli specchi.
D'un tratto però una donna ci venne incontro e ci salutò.
Mi soffermai, scioccamente, ad osservare la raffinata semplicità del suo abito.
Ma poi la mia attenzione fu catturata dalle due lunghe fasce che teneva in mano, mi chiesi a cosa potessero mai servire.
"..Salute a voi, Milady.." dissi con una riverenza formale.
Di norma, mi sarei presentata, ma considerando il fatto che l'Arconte Meccanico si vantava di conoscere il mio nome e i miei segreti, decisi di non farlo.
"..Ci è stato riferito che sua signoria desiderava incontrarci.." non sapevo se stavo formulando una domanda, o una timida affermazione, ma i miei occhi, cordiali e gentili erano fermi e decisi.
In quel momento, sentendo il respiro e la presenza di Lucius accanto a me, ringraziai di non essermi imbarcata in quell'avventura da sola.

Altea 25-02-2013 02.22.47

Fissai lo sguardo pure stupito di Vivian..."Milady, forse avete ragione ma se noi dimenticassimo il nostro nome e il luogo da dove proveniamo non avremmo nemmeno più una nostra identità, non pensate?" continuando con un sorriso cortese...chiedendomi chi si celasse dietro quella figura misteriosa "Ma avete pure le vostre ragioni, anche ciò che ci riserva il futuro o il luogo che ci attende nel futuro ha una sua importanza..e questo può essere solo il fato a deciderlo penso non noi. Personalmente mi trovo qui a Sant'Agata di Gothia" facendomi seria "proprio per dimenticare il passato..certo la morte di una sorella non si può dimenticare ma si può lenire e accettarla con consapevolezza e poi per dimenticare..una persona che mi ha tradita e avere più fiducia nelle persone. Mentre la mia amica Vivian...ella cerca la felicità e forse pure un cavaliere."
Osservai quelle statue, ma forse era meglio non chiedere nulla..solo rispondere e basta.

Guisgard 25-02-2013 06.03.06

Elisabeth ed Elina ritornarono così nella loro stanza.
“Si, credo che sia lui il signore di questa città...” disse Elina “... tutti si prostravano davanti a lui... possedere il potere non è sempre un male... il problema è capire come lo si è conquistato questo potere...” restò a fissare la carrozza nel cortile “... ma piuttosto...” continuò “... chi sarà davvero questo Arconte Meccanico? Perchè conosceva il tuo nome? E cosa vuole da te?”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla loro porta.
“Mie signore...” entrando una servitrice “... seguitemi, prego... sua signoria chiede di voi.”
E condusse così le due donne attraverso un lungo corridoio, fino a raggiungere una grande sala.
Questa era arredata con imponenti mobili di noce, candelabri d'ottone, dipinti raffiguranti battaglie e manufatti di curiosa produzione adagiati qua e là.
Ma soprattutto erano i libri che sembravano dominare in quel luogo.
“Sua signoria giungerà tra breve.” Fece la servitrice.
Ed uscì.
Un attimo dopo nella stanza entrò una giovane donna.
Aveva i suoi lunghi capelli neri raccolti in una treccia stretta con fermagli d'agata.
In mano recava un grosso libro.
Lo aprì ed Elisabeth ed Elina si accorsero che esso aveva tutte le pagine bianche.
“Salute a voi.” Sorridendo quella giovane donna.

Talia 25-02-2013 16.38.30

Battei le palpebre ed osservai il maestro George avvicinarsi a me...
ero confusa...
rammentavo esattamente ciò che era accaduto fino a quel momento, eppure ero pervasa da una stana sensazione al ricordo... la medesima sensazione che si prova rammentando un sogno, qualcosa del quale non si è stati né completamente attori e né completamente spettatori... qualcosa di cui non si sa definire i contorni e che non ci sappiamo spiegare...
Esitai.
Poi lentamente il mio sguardo si abbassò ad osservare quella clamide che indossavo, le mie dita sfiorarono quel ciondolo che avevo al collo, gli occhi vagarono per la vasta cripta fino a giungere sul volto sereno e tranquillo dell’uomo di fronte a me...
“Maestro...” dissi dunque “Maestro... perdonami... non capisco! Cosa è accaduto? Dove siamo? Perché sono vestita così?”

Guisgard 25-02-2013 16.41.37

La donna sorrise ad Altea.
“Gli orientali dicono” disse “che gli occhi del corpo ingannano. Che sono fatti per comprendere solo il mondo materiale e impossibilitati invece a vedere oltre. E le cose più alte, quelle davvero grandi, non sono quelle che vediamo. Non con gli occhi del corpo.” Si avvicinò allora alle due ragazze e mostrò loro il calice di porcellana. “Intingete le dita in questo liquido rosso e vischioso...” facendo lei stessa questa cosa “... e tingetevi il terzo occhio sulla fronte...” dopo averlo fatto sulla sua stessa fronte “... e vedrete l'Arconte Meccanico...”

Altea 25-02-2013 16.58.38

Annuii..."Certo milady..nulla è come sembra vero? E comunque si deve vedere..con gli occhi dell' Anima".
Ad un tratto quella richiesta, rimasi scossa...il terzo occhio sulla fronte, un simbolo chiaro di misticismo ed esoterismo probabilmente, ma che andava a simboleggiare proprio "l'occhio interiore" , come una porta tra il mondo interiore e stati di illuminazione. Ricordo che lo avevo studiato col maestro nella spiritualità orientale.
Annuii, intinsi l'indice con il liquido rosso e mi avvicinai a un piccolo specchio e disegnai un occhio sulla fronte e feci cenno a Vivian di fare altrettanto..."Ora Vivian, pensa qualsiasi cosa possa accadere o potresti vedere di strano...è fonte di allucinazione o immaginazione, ma pensiamo in positivo e che appaia l' Arconte Meccanico e tutta questa...folle messa in scena finisca...ora capisci? Lui poteva presentarsi e basta..questi rituali stanno a signficare qualcosa..ora torniamo dalla dama".
Ritornammo al posto lasciato e sorridendo dissi..."Eccoci siamo pronte ad accogliere l' Arconte Meccanico con l' Occhio dell' Animo".

Guisgard 25-02-2013 17.20.42

La donna sorrise a Clio.
“Dunque” disse “voi cercate sua signoria? L'Arconte Meccanico? Oh, ma egli è in questo castello, forse neanche troppo lontano da voi. Ma vedete...” voltandosi verso gli specchi “... spesso gli uomini cercano di vedere la realtà secondo i loro pregiudizi, le loro debolezze e le loro miserie... un po' come accade con questi specchi... essi sono deformati o rotti e dunque anche ciò che riflettono è distorto.” Rise. “Smettete di fissare questi specchi cercando di vedere la verità riflessa.” Mostrò a Clio e a Lucius le due fasce che aveva in mano. “Copritevi gli occhi con queste... così impedirete alle vostre debolezze di ingannarvi... e vedrete l'Arconte Meccanico...”

Guisgard 25-02-2013 17.37.00

Altea era nella selva.
Il cielo era cupo, inquieto ed un angosciante sibilo attraversava gli alberi spogli che il freddo aveva reso muti e spettrali.
Poi ad un tratto una voce.
Una voce a lei familiare.
Un attimo dopo apparve un pozzo.
“Se avessi avuto un corpo” disse quella voce “ora potrei tornare a casa con te, Altea... invece ora sono destinata a questo eterno silenzio... per questo sono qui, affinché tu possa avere la possibilità che è stata negata a me...”
Nessuno apparve, ma Altea aveva riconosciuto quella voce proveniente dal pozzo.
Ed il ricordo ed i dolori ritornarono nel suo cuore...

“Finalmente, lady Altea.”
Quella voce destò Altea da quell'oscura visione.
Era un uomo avvolto da un lungo e nero mantello, col capo celato da un cappuccio.
Alzò allora la testa e la fissò.
Il suo volto era coperto da una maschera di ferro e titanio.

Altea 25-02-2013 17.49.20

"Guardavo nel pozzo, ma era stranamente vuoto
e attorno nel Cielo, sembrava quasi ruotasse
...Eleonor...dove sei...sorella mia..fatti vedere.."

Mi destai da quella visione...il cuore batteva forte, avevo bisogno di un bicchiere di acqua...avevo visto con l'Occhio dell' Animo la mia angoscia attuale che mi tormentava e il mio desiderio che Eleonor potesse tornare in vita...cosa impossibile.
E quella voce possente mi fece destare completamente...era lui...l'Arconte Meccanico e conosceva pure il mio nome, sapeva benissimo chi ero, ma poteva averglielo detto chiunque...cosa alquanto strana fu che mi chiamò per nome come se ci conoscessimo da sempre.
Feci un leggero inchino..."Salute a Voi, sua Signoria, noto che già mi conoscete..quindi non abbiamo bisogno di tante presentazioni non pensate? Io e la mia amica Vivian vi ringraziamo per la Vostra gentile ospitalità."
Era coperto da una maschera di ferro...ma d'altronde come aveva detto quella dama un volto non da importanza, ciò che da importanza è il nostro volto interiore.

Guisgard 25-02-2013 18.55.21

Il Maestro George fissò Talia ed uno strano sorriso apparve sul suo volto.
“Sei nel nulla” disse “o nel tutto. Forse in un altroquando, o forse in un tempo senza tempo. Ti trovi nell'attesa. Tra la fine di un mondo e l'inizio di un altro, tra la morte di un'epoca e la nascita di una nuova.” Riempì due coppe di un profumato nettare. “Abbiamo vagando molto, sai? Vagato in regioni impenetrabili, quali l'intolleranza, l'odio, la persecuzione. E solo per cercare la libertà. Ed essa si è finalmente mostrata. Grazie a te.” Le offrì una di quelle coppe. “Tu ci permetterai di liberarci dall'antico giogo. Tu renderai liberi tutti noi. Perchè tu sei la Vergine Gigliata, colei cioè che permetterà la nostra liberazione. I tuoi devoti ti attendevano da secoli. Ho vagato da terra in terra per cercarti... fino a quando giunsi a Sygma, attirato dalla notizia della nascita di una nuova erede. Tutti i segni sembravano confluire in questo evento. L'oracolo, le congiunture astrali, il sacrificio dei Laichioni, ossia gli eletti, i puri... allora entrai a corte, guadagnandomi la fiducia del re tuo padre... e ho potuto iniziarti al vero credo... e ora che sei qui, potrai prendere possesso dei tuoi adepti e devoti... gli Illufestati!”

Guisgard 25-02-2013 19.31.46

L'Arconte fissò Altea, come se volesse studiarla.
“Per il momento la vostra amica non è importante.” Disse.
Infatti Vivian non era più in quella stanza.
“Ora conta solo il motivo che vi ha spinto a venire qui.” Il suo sguardo era celato dalla maschera, eppure Altea lo sentiva tutto su di lei. “Sapete da cosa deriva la parola greca che all'inizio indicava gli aristocratici? Migliori. I migliori, così erano chiamati dal popolo. Coloro, cioè, che avevano avuto di più dagli dei... bellezza, forza, ricchezza, potere... ma tutte queste cose andavano messe al servizio degli altri. Questo è il vero concetto di aristocrazia. Concetto che pare sia stato smarrito dai nobili di Capomazda. Ma io non sono come loro. Non ingrasso le mie casse a dispetto del popolo, latrando come un cane attorno alla mensa degli ecclesiastici. No, io divido col popolo le mie fortune. Ed è ciò che farò anche voi, milady. Io non vi vendo illusioni. Non vi prometto la fine di ogni dolore e la felicità assoluta. Sarei un bugiardo. Ma vi offrirò ciò che è stato donato a me. Il Tempo. E lo dividerò con voi, milady. Lo stesso tempo che è stato negato a chi voi amavate tanto.” Restando poi in silenzio davanti a lei.
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Altea 25-02-2013 19.50.21

Mi guardavo attorno, deglutii...Vivian, ma dove era andata? Era illusione o l'avevano portata via senza che me ne accorgessi?
Ascoltai le argomentazioni dell' Arconte Meccanico...certo...era chiaro che non ero d'accordo, aveva pure imprigionato mio zio che era con le fazioni di Capomazda e non sapevo cosa ne era stato dei miei cugini...era presuntuoso, non ero affatto d'accordo con lui..ma era meglio non parlare con lui, ma a un certo punto mi venne quasi il sospetto potesse leggere la mia mente..poi quella ultima parola e mi feci coraggio..."Io non sono qui per affari politici, io e Vivian eravamo venute per altre intenzioni e non per supportare i vostri ideali mio Signore, e scusate l'impudenza...quindi..preferisco non intromettermi in questi discorsi.."

"Ricorda, Altea, gli affari politici di quel posto non devono interessarti" queste furono le parole di mio padre...come se sapesse.

"Il Tempo...già scorre veloce quando si è in buona compagnia quando si è felici, eppure sembra lento e inesorabile quando si è tristi e avviliti....ma Voi.. pensate addirittura di dividere il Vostro Tempo con me? e che cosa sapete di Lui...ditemelo."


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