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Il professore sorrise a Nyoko.
“Beh, molto interessante la sua opinione...” disse “... a tratti persino condivisibile. Anzi, per buona parte direi. Infatti il cattivo, per strano, spregevole ed assurdo che possa sembrarci, non è mai davvero conscio di esserlo. Egli è sempre convinto di fare la cosa giusta, di soddisfare un suo ideale. Tutti, anche i peggiori assassini erano convinti di ciò. Persino il peggiore di tutti, Lucifero, era convinto delle sue ragioni quando sfidò i Cieli e tutti gli Angeli del Paradiso.” |
Più mi guardavo intorno e più quel posto mi piaceva.
Mi piaceva un sacco, così pulito, futuristico e nuovo. Seriolino fu gentile con me e mi accompagnò per i corridoi in cerca del professore. Finchè non arrivammo da un altro uomo, di nome Tyson, che mi avrebbe accompagnato da lì. "Grazie.." sorrisi appena, annuendo "Io sono Clio.." dissi poi, ricordando che bisognava presentarsi se uno diceva il proprio nome. |
“Piacere, Clio...” disse Tyson mentre la accompagnava dal direttore del centro “... non sapevo che il dottor Anellos avesse una figlia... così carina poi...” sorridendole.
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Da 43 giorni precisi...
Pensai, effettivamente poteva essere strano, ma tutto sommato quella bugia aveva sempre funzionato. E non era poi una bugia dato che mi aveva creato lui. Tuttavia mi aveva detto di parlare solo col professore, e così avrei fatto. "Invece eccomi qui.." dissi solo, per essere gentile ma vagamente imbarazzata da quelle parole sul mio aspetto. Mio padre mi aveva avvisato che poteva succedere, ed era per quello che mi aveva creato così, però non ci ero ancora abituata. |
“Mmm... non sei molte parole, vedo...” disse Tyson a Clio “... sei un po' timida, eh? Su, qui sei tra amici...” sorridendole “... comunque sei davvero carina, Clio... da perdere la testa...”
Arrivarono davanti ad una porta chiusa. |
Gaynor, stesa sul letto, godendosi finalmente un po' di tranquillità dopo l'ennesima giornata stressante, faceva scorrere col dito le pagine del notiziario sul suo cellulare, quando notò una notizia nuova.
Parlava della fuga di un malvivente dal penitenziario di Nolis. Il lestofante, riuscendo in una rocambolesca evasione mai portata a termine con successo da nessuno, era poi fuggito a bordo di un'auto rubata, facendo perdere le sue tracce. Ora la polizia batteva il territorio compreso tra Nolis e Capomazda City in cerca del criminale. Il suo nome era Ardes Heros. |
Dacey si addormentò, per poi svegliarsi al mattino.
Era sola nel suo letto. Ancora una volta. Per l'ennesima volta. Tardes non c'era e con ogni probabilità non era affatto tornato quella notte. Un sms del marito sul suo telefonino chiarì ogni dubbio alla ragazza: “Dacey, scusami, ma stanotte c'è stato un nuovo incidente e non sono riuscito a tornare. Mi spiace...” |
Non sono qui per fare conversazione...
Ma mio padre mi ripeteva sempre di essere cortese, di non destare sospetti. Così mi sforzai di sorridere leggermente "Sei gentile.." dissi solo, abbassando lo sguardo. Non mi sentivo a mio agio, e non vedevo l'ora di poter parlare con il professore, sperando che lui avesse le risposte che mi avrebbero dato conforto in quel momento. |
“Già, proprio di poche parole...” disse deluso Tyson a Clio.
Poi bussò alla porta ed aprì. Entrarono e videro un uomo di mezz'età, alto, di bell'aspetto e dai modi gentili. “Dottore, la figlia del professor Anellos chiuese di voi.” Tyson. “Prego...” annuì Iasevol. https://thefilmstage.com/wp-content/...od-620x346.png |
Una leggera luce attraverso la finestra, tramite uno spiraglio lasciato libero dalla tenda.
Mi stiracchiai pigramente ancor prima di aprire gli occhi e solo allora mi resi conto che era già mattina. Accanto a me il letto era vuoto. Con una mano sfiorai il materasso rimasto freddo e sospirai. Ci avevo davvero sperato quella volta. Come ogni volta. E come ogni volta ero rimasta delusa. Notai che lo schermo del mio cellulare lampeggiava e infatti vi trovai un messaggio di Tardes. Lo lessi impassibile mentre mi dirigevo in cucina a preparare del thè. " Non ti preoccupare, lo capisco. Concentrati sul caso ora, so che è importante. Fammi sapere se torni per cena. Buona giornata": Fu la mia risposta. La scrissi in modo automatico, ne avevo scritto tante di frasi simili. Tardes però si sbagliava nell'accusarmi di non amarlo. Appena sposati io non avevo occhi che per lui, era il mio mondo e avrei fatto di tutto per renderlo felice. Ma lui mi aveva data per scontata, e infine il mio sentimento si era raffreddato. Ero stata ferita dalla sua assenza e ora facevo fatica a fidarmi di nuovo, benché lo desiderassi. Vivevo come in un limbo con il nostro matrimonio sospeso. |
Calmarmi, come facevo a calmarmi in una situazione simile? Mio fratello rischiava di morire e non avevo nemmeno la più pallida idea di dove diamine fosse.
Istintivamente avevo raggiunto la moto, ma non sapevo dove sarei potuta andare. "Gwen Ygraal e Richard Ygraal" mormorai, con voce sottile "Vi prego, fate presto!" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai il professore che sorrise alle mie parole e prese poi a parlare di lucifero. La storia la sapevo e la trovavo davvero interessante. Avevo letto molti romanzi a riguardo e tanti miti che ne mutavano la forma. Ero affascinata dalle parole del professore e iniziai a prendere appunti.
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Partimmo anche se avevo delle perplessità. .."In che albergo risiedi? Quindi non sei di queste parti..raccontami di te..se ti va ovviamente. Però. .non ti sembra strano ci diano il posto così facilmente. .non vi erano altre ragazze per avere un posto hai notato? Mah..speriamo bene..se lo sapesse mio padre mi verrebbe a prendere per i capelli "sorrisi per poi farmi seria "Sei innamorata? Hai un fidanzato"...ti cercherò ovunque e nel tempo e ci riconosceremo dai nostri occhi....già azzurri e immensamente mutevoli i suoi che si univano al verde intenso e irrequieto dei miei.
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La notizia successiva non era certo allegra. C'era stata un'evasione dal penitenziario di Nolis da parte di un tale Ardes Heros. Strano... Nolis era paragonata ad Alcatraz, in quanto mai nessuno era riuscito a scappare. Beh, nessuno eccetto Frank Morris... Il malvivente era fuggito a bordo di un'auto rubata e adesso la polizia stava ovviamente battendo tutte le strade. Buona caccia...
Posai il telefono sul comodino, spegnendo l'abat-jour e mettendo a dormire. Mi destai come al solito al suono della sveglia, alzandomi dal letto di malavoglia. Andai nella camera delle bimbe e le svegliai, preparandole per la scuola. Mi preparai poi anch'io e così uscimmo, nell'aria fresca del mattino. Mentre guidavo, accompagnata dal vocìo delle bimbe, avevo già il pensiero al pranzo da preparare e la casa da rassettare. Due baci veloci e le solite raccomandazioni, dopodiché torna a casa. Presi un succo di frutta dal frigo e accesi una sigaretta, prendendo in mano il cellulare. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gaynor non conosceva bene la storia.
Ciò che si diceva e si raccontava sul penitenziario di Nolis. Alcatraz in confronto era un asilo nido. Fuggire da Nolis era praticamente impossibile. Da vivi almeno. Da morti era decisamente più semplice. Il penitenziario Nolisiano si ergeva sui resti di un'antica fortezza trasformata in carcere di massima sicurezza alla fine del XIX secolo. Negli anni sessanta del XX secolo era stato praticamente reso un bunker inaccessibile. I monti che lo circondavano erano attanagliati dal freddo per buona parte dell'anno e quando le temperature diventavano più miti allora il pericolo era rappresentata da interi branchi di lupi famelici a caccia di cibo. Il buon Frank Morris sarebbe morto solo tentando la fuga se fosse stato davvero rinchiuso a Nolis, mentre Clint Eastwood non sarebbe fuggito da lì neanche se gli fosse stato scritto in un copione cinematografico. Tuttavia, pareva, qualcuno poteva esserci riuscito. Gaynor tornò a casa, si accese una sigaretta e prese il cellulare, tornando così alla sua grigia quotidianità. Ma ad un tratto udì un rumore provenire dal bagno. |
Mentre stavo fumando e leggendo un messaggio di mia sorella, udii uno strano rumore provenire dal bagno. Mi alzai di scatto e andai a controllare, temendo che un gatto si fosse intrufolato dentro casa.
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L'acqua per il thè cominciò a bollire e Dacey proprio in quell'istante sentì suonare il cellulare per un sms:
“Buongiorno (faccina sorridente) In verità volevo aggiungerci uno di quei nomi di principesse esotiche, ma mi sono reso conto che ne conosco si e no un paio, prese da qualche favola de Le mille e una notte (faccina confusa)... quindi mi limiterò a darti il buongiorno! Naturalmente non vedo l'ora che arrivi l'ora del pranzo (faccina con occhiolino)” |
“In un piccolo alberghetto di periferia, anche un po' squallido direi...” disse Carlotta ad Altea “... di quelli che vengono regolarmente scelti da coppiette di adulteri... non ti dico quante volte di notte vengo tenuta sveglia da gemiti e grida...” ridendo “... in verità vengo da Baias e sono qui appunto per cercare lavoro... ho anche un fidanzato che spero mi raggiunga presto... comunque non canterei vittoria così facilmente... hanno detto di farci un provino, non che ci avrebbero assunto...” sbuffando.
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Gaynor raggiunse il bagno, di cui trovò la porta socchiusa.
Ad un tratto qualcosa spuntò dalla soglia semiaperta. Era un gatto che scappò via. |
Risi a quelle parole.."Un posto allegro direi..suvvia..sempre meglio delle romanzine di simpatici vecchietti..magari tipo quelli che trovo per la strada e a cui dovrebbero ritirare la patente" facendole l' occhiolino.."Beh, ti ospiterei da me..ma sai...se aspetti il tuo fidanzato..beh, non sarebbe un problema..io abito sola, vi lascerei una stanza per voi appartata..vuoi?" e mi diressi verso la periferia dove era l' albergo.."Baias...la zona di mare..bel posto..si, e domani dovremmo proprio andare in spiaggia per provare". Mi fermai davanti all' alberghetto e lo guardai.."Mmhh..effettivamente un pò squallido lo è..allora rimani qui o vieni da me?" io ero sempre senza mezze misure e amavo le decisioni pronte.
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Guardai il cellulare, non era la risposta da parte di mio marito, come avevo inizialmente pensato.
E così mi ricordai del pranzo. Una parte di me credeva fosse sbagliato andarci e aveva fatto in modo che la mia mente rimuovesse l'appuntamento. Risposi stando seduta sul divano, con le gambe incrociate: " Sbaglio o l'esperta di lingue esotiche sono io? ( faccina sorridente) A tra poco dunque, e mi raccomando alla puntualità! ( faccina con l'occhiolino). Quindi allontanai il cellulare, mordicchiandomi il labbro, controllai l'ora dall'orologio alla parete e mi infilai sotto la doccia. Mi concessi così qualche prezioso minuto nel silenzio, sotto lo scorrere incessante dell'acqua calda, la mente immobile e senza pensieri. Pensieri che tornarono non appena uscii dalla sala da bagno e rientrai in camera da letto, piazzandomi dinanzi all'armadio, indecisa su come indossare per il pranzo. C'era sempre la possibilità che qualche collega di mio marito mi vedesse per la città e glielo riferisse, non era di certo la prima volta. Optai quindi per qualcosa di semplice, adatto alla situazione "pranzo di lavoro" e lo misi sul letto, pronto per essere indossato non appena asciugati i capelli. Non avevo fretto, sapevo di essere nei tempi anche perché tenevo particolarmente alla puntualità. |
“Temo il mio ragazzo verrà fra un po' di tempo, quindi non tanto presto...” disse Carlotta, per poi guardare lo squallido albergo “... in effetti mi tenti...” fissando poi Altea “... e sia!” Esclamò. “Accetto l'invito! Andiamo da te!” Ridendo.
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Sorrisi al professore che finalmente vidi davanti a me.
"Buongiorno.." sorridendo "Sono Clio la figlia di Anellos.." dissi guardandolo negli occhi "Avrei bisogno di parlarvi.." sospirai "in privato.." aggiunsi. |
"Davvero...ha impegni il tuo ragazzo? E ti lascia sola...senza un aiuto..beh si, a volte gli uomini sono menefreghisti" dissi sospirando.."Vai a prendere la tua roba, ti aspetto in macchina". Mentre Carlotta prendeva i suoi bagagli guardai il cellulare..era da tanto...solo messaggi da amici, inviti a feste.
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Dacey si preparò e quando fu pronta trovò un altro sms che così diceva:
“Beh, volevo solo evitare la figura di quello che non sa assolutamente nulla sul magico Oriente :rolleyes: Tranquilla, sono già lì ad aspettarti... :smile_lol:” |
Come avevo temuto, un gatto mi era entrato in casa. Mi fece prendere un colpo, sfrecciando fra le mie gambe non appena arrivai alla porta. Sparì attraverso la portafinestra della mia camera, che avevo lasciato socchiusa. Tornai in cucina, riprendendo la sigaretta che avevo lasciato accesa e il telefono per rispondere a mia sorella.
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La centralinista annotò i nomi e poi staccò, cercando comunque di tranquillizzare Gwen.
La ragazza intanto era salita in moto, senza però neanche sapere dove andare. Era giorno e l'Asse Mediano cominciava ad assere un po' più trafficata, sebbene la circolazione scorresse tranquilla. |
" Oh beh anche se fosse non sarebbe un problema, e poi a dirla tutta sono la prima a sapere poco dell'Oriente... Se sapessimo tutto non ci sarebbe più mistero, e allora si perderebbe gran parte del fascino...
Almeno io la penso così. Addirittura già lì? Ora mi sento quella in ritardo. Farò del mio meglio per arrivare al più presto dunque" Scrivevo e con la mano libera reggevo il phon che a pieno ritmo asciugava i miei capelli castani. Si, odiavo essere in ritardo e odiavo anche aspettare i ritardatari. E ora la ritardataria che faceva aspettare ero io. Orrore! Fortunamente avevo già scelto cosa indossare quindi su quello fui discretamente rapida. Controllai che l'autobus fosse puntuale e andai alla fermata. Non avere la patente era una cosa piuttosto limitante ma non avevo mai avuto l'occasione di prenderla. A dirla tutta avevo paura di guidare, non ero abituata al caos di una città venendo da un piccolo villaggio e l'unica volta in cui avevo accennato la cosa amio marito lui l'aveva liquidata in pochi secondi. E allora eccomi sull'autobus, a picchettare con le unghie sulla borsa, agonizzando ad ogni fermata e semaforo. Avrei voluto arrivare più velocemente ma infine eccomi a destinazione. Scesi dall'autobus e raggiunsi il locale, imboccai i gradini fino all'entrata, guardandomi intorno per vedere se Simon era davvero già arrivato. https://borrowitbindaas.files.wordpr...ail-bash11.jpg |
Iasevol fece un cenno a Tyson e quello uscì, lasciando lo scienziato solo con Clio.
“Si, la figlia del mio amico Anellos...” disse lui annuendo, come chi conosce la verità “... prego, dimmi tutto, ti ascolto...” |
Dopo che staccai la chiamata subito mi misi in moto.
Già albeggiava e l'Asse era un po' più trafficata, ma a me interessava trovare il punto in cui Richard si trovava, mi interessava che i soccorsi arrivassero presto e continuavo intanto a vagare impaurita e senza meta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Lui lavora in una ditta di riparazioni elettriche ed idrauliche, quindi non ha molto tempo libero...” disse Carlotta ad Altea “... aspettami, faccio presto...” scese ed andò a prendere le sue cose.
Tornò dopo una ventina di minuti. “Fatto, possiamo andare!” Sorridente ad Altea. |
Rimisi il cellulare nella borsetta e la guardai arrivare...strano..il suo fidanzato sembrava avere un lavoro normale, come poteva non avere tempo per lei..non amavo farmi gli affari degli altri, ma forse era un pò egoista.
Quando salì partimmo verso Villa delle Ginestre.."Tieniti forte, sto accelerando..no, non supero il limite e sto attenta, ma ho fretta di tornare a casa..anche se non ho molto da fare ma stasera vi è una festa da una amica mia, vuoi venire? Non vorrei il tuo fidanzato fosse geloso". |
Lo sguardo del professore mi mise a mio agio.
Così presi un profondo respiro e gli raccontai ogni cosa. L'incontro del dottore, la notizia del suo incidente, fino ad arrivare a quanto avevo trovato nella cassaforte. "Ecco perché sono qui..." dissi, scossa. Speravo davvero che mi avrebbe tenuto con lui. |
Passato lo spavento improvviso per quel gatto, Gaynor tornò in cucina.
“Sta calma...” disse ad un tratto una voce “... non fare mosse fasulle e soprattutto non pensare di gridare... non ci metterò nulla a farti saltare le cervella, chiaro?” Un uomo puntandole la pistola contro. http://media2.fdncms.com/portmerc/im...orts-2-570.jpg |
Spensi la sigaretta e mi girai per andare in camera mia. Quel che mi trovai davanti mi gelò il sangue nelle vene... un uomo biondo e con gli occhiali mi stava puntando contro una pistola automatica, di grosso calibro, di quelle che ti freddano all'istante. La paura mi pervase tutta e il grido naturale che mi salì alle labbra, vi morì non appena udita la minaccia dell'uomo.
"Chi sei? Cosa vuoi da me?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Dacey arrivò nel locale e subito notò Simon seduto ad uno dei tavoli.
Lui la riconobbe e la chiamò con un cenno della mano. Poi si alzò e con garbo ed educazione la fece sedere. “Ero ansioso e credo di essere arrivato qui... non so... da un'ora o due.” Disse ridendo. “Beh, sono troppo imbarazzato per la paura di sembrare goffo, quindi di ordinare qualcosa da bere... cosa prendi?” Sorridendole. http://i.dailymail.co.uk/i/pix/2014/...in_Taxi_Dr.jpg |
Spalancai gli occhi a quella informazione e trattenni un sorriso divertito, non volevo che lo prendesse come una presa in giro.
" Una o due ore? Wow..." sedendomi e poggiando la borsa accanto alla sedia. " Credo che sia l'orario adatto per un aperitivo...credo. La mia conoscenza sulle vostre regole in merito agli orari per i vari alcolici é piuttosto scarsa" ammisi con un'espressione divertita. " Allora questi testi da tradurre? Spero che ti servano subito perché non ho molto da fare nelle mie giornate quindi credo che ci lavorerò non appena tornata a casa. A essere onesta sono felice di poter dare una mano." |
Gwen percorreva l'Asse Mediano a gran velocità, inconsciamente dirigendosi verso casa sua, dei suoi genitori.
Ad un tratto, dopo diversi chilometri, notò un rallentamento. C'erano due auto della polizia. C'era stato un incidente. Avvicinandosi notò fuori strada e ribaltata la Lamborghini di suo fratello. |
“Una festa...” disse Carlotta ad Altea “... geloso? E di cosa? Ci si rimorchia facile forse?” Sorridendo, mentre la Ferrari sfrecciava sulla strada. “Comunque non dovremmo fare tarsi, visto domattina presto abbiamo il servizio fotografico, ricordi?”
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A quelle parole risi forte.."Rimorchiare? Beh, magari potresti fare qualche incontro oppure qualcuno potrebbe innamorarsi di me....io non rimorchio facilmente...non sono una ragazza facile direi. Si, so domani dobbiamo fare il provino, non faremo tardi, inizia ad ora di cena...un aperitivo, degli stuzzichini e buona compagnia anche perchè non mi fido a guidare sola di notte..non preoccuparti".
Arrivammo alla villa e misi la Ferrari in garage.."Se non ti senti di andare basta me lo dici" mentre attraversavamo il lungo viale del grande parco secolare e salimmo in casa. |
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