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"Si, ma ora basta." Disse De Bonnet a Pavel, tirandolo via ed allontanandolo da Nyoko. "Non sta bene toccare una ragazza senza il permesso di suo padre."
"È non mi pare di avertelo concesso, ragazzo." Il padre di Nyoko. |
"Di sicuro nessuno più ci vive..." disse Lione a Clio.
"Questo è poco ma sicuro." Osservò Zordone. "Al massimo qualche fantasma." Sarcastico Leandro. "Meglio così!" Esclamò Ozillonne. "Così vi potremo passare la notte senza dover pagare niente a nessuno!" Annuì. "Su, portiamo nel cortile il carrozzone ed entriamo in questo vecchio maniero fatiscente. Il tempo minaccia pioggia..." |
Pavel mi fece carezzare il suo viso, poco dopo monsieur De Bonnet e mio padre lo fermarono. Avrei voluto vederlo in faccia e poter sentire ancora quel contatto con la sua pelle. Accarezzai la mano che lo aveva carezzato. Quel contatto mi aveva fatto battere il cuore come mai prima d'ora e non volevo rinunciarci.
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"Vi ringrazio, Mimmone... siete gentile come sempre..." I complimenti del pittore li accettai con piacere, dal momento che li sapevo sinceri e senza alcuna malizia.
"Ma ditemi..." gli chiesi mentre mi accomodavo sulla mia poltrona "quando vi è stato commissionato questo ritratto? Quali sono state le parole di mio marito nel chiedervelo?" Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Annuii a Lione.
"Si beh, mi pare scontato.." assentii "Probabilmente la rivoluzione ha costretto alla fuga il proprietario, o è morto.." alzando le spalle. "Sicuramente nessuno ci darà noie.." guardandomi attorno. Poco dopo portammo il carrozzone nel cortile, mentre io continuavo a guardarmi attorno, sempre più incuriosita dal vecchio maniero. |
In un istante, sentii una setosa carezza, quella della camicia da notte che sfiorava la mia pelle, posandosi ai miei piedi.
I suoi occhi neri e luminosi scrutarono i miei seni a lungo, un istante infinito, poi si legarono ai miei occhi. I miei occhi, che attendevano e lo osservavano, mentre io ero incapace di fare qualsiasi cosa, se non lasciarmi osservare e aspettare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Altea entrò nella grotta e cominciò a parlare, rivolta al silenzio ed alla vaga penombra di quell'eremo naturale.
Ad un tratto la donna sentì dei rumori e poi una sorta di ringhio. Un attimo dopo apparve un molosso che le ringhiava schiumando. |
Parlai ma ovviamente non potevo sapere chi fosse in quella grotta.
Ad un tratto udii un ringhio e vidi un molosso davanti a me..."Che scherzo è mai questo..un frate non ha un cane cosi pericoloso" e con la elsa della spada tramortii l' enorme animale...amavo gli animali ma non potevo rischiare.."Dunque devo pure ucciderlo?" con la spada rivolta alla gola dell' animale.."Fatevi avanti..codardi". |
"E sia..." disse Amit annuendo a Dacey "... proviamo, su... ma al minimo segnale anche solo sospetto taglieremo la corda, intesi?"
Allora si avvicinò a Juventen, facendo segno alla sorella di fare lo stesso. "E sia." All'ometto occhialuto. "Accettiamo di esibirci per il vostro padrone." "Ottimo!" Esclamò Juventen. "Allora vi lascerò l'indirizzo... si tratta di un antico palazzo nobiliare al centro della città, confiscato dai magistrati repubblicani al nobile conte a cui apparteneva, prima di mandarlo alla ghigliottina." Dando loro il biglietto con l'indirizzo. "Vi aspetto per domattina." |
" Affare fatto " e feci un occhiolino a mio fratello per poi seguirlo e prendere gli ultimi accordi con l'ometto.
Presi il biglietto e lo lessi piano, per memorizzare l'indirizzo. " A domani mattina si" e salutai l'uomo con un cenno del capo. " Beh che vogliamo fare? Ci toccherà passare qui la notte. Penso che con la moneta d'oro che ci ha dato oggi potremo permetterci un pasto caldo e un letto decente?" speranzosa Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"In verità" disse Mimmone a Gaynor "Credo sia stato un paio di settimane fa, madame... si, grosso modo si... eravamo per le strade e parlando delle antiche usanze della nobiltà, vostro marito proferi' un lungo discorso su come la borghesia debba in qualche modo prendere l'eredità degli aristocratici e guidare il paese verso il futuro. E ben sapete quanto egli sappia dare enfasi alle sue discussioni." Facendole l'occhiolino. "Su, ora sedetevi e tenete in mano questo cesto di frutta di stagione... vostro marito vuole che vi immortali come un'antica dama invernale." Sorridendo.
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L'uomo sorrise ad Elisabeth, accomodandosi il cappello.
"Non lo ricordate" disse "perché non vi ho rivelato il mio nome. Vedete, sono straniero e temo che la pronuncia del mio nome possa risultare ostica, se non addirittura irritante per voi gente di Agnonone che invece possedete un accento molto elegante. Anzi, oserei dire che sentito da una donna risulta anche molto sensuale." Fissandola. "Dunque, se volete, affibiatemi voi stessa un nome, o nomignolo e risolveremo la questione." Con un leggero sorriso. |
"Beh, ci prenderemo qualche giorno per pensarci..." disse il padre di Nyoko a De Bonnet.
"Naturalmente." Annuì questi. "Credo sia più adatto ai lavori manuali" il padre "che a badare a mia figlia. Tuttavia presto vi comunichero' la mia decisione. Nel frattempo vi ringrazio, amico mio." "Di nulla." Sorridendo De Bonnet. "Andiamo, Nyoko." Suo padre aiutando la ragazza ad alzarsi, mentre Pavel la guardava. |
Mio padre ebbe la sua decisione e ci preparammo ad andare via. "Padre, vorrei dire solo una cosa" dissi mentre sentivo mi spingevano fuori dal palazzo, "a me piace come persona... È gentile e poi... Non mi fa sentire, beh, malata..." dissi sperando di convincerlo.
"Vi prego padre, esaudite questo mio desiderio. Non vi ho mai chiesto nulla, vi chiedo un poco di umanità. Di quello ho bisogno..." dissi fissando il vuoto oscuro.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...08193923b5.jpg Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"Dubito che la rivoluzione c'entri qualcosa con la rovina di questo posto..." disse Isolde a quelle parole di Clio "... è molto vecchio ed il suo degrado è di certo anteriore alla rivoluzione..."
Il carrozzone fu portato nel vasto cortile un tempo colonnato, mentre il crepuscolo aveva ormai tinto quelle vecchie murature col suo alone spettrale. La Luna era sorta da un bel po', ma velata da cupe nuvole che avvolgevano il cielo di una vaga malinconia. Ad un tratto qualcosa scosse il gruppo di commedianti. Il suono di una campanella che echeggiava nel tetro silenzio di quel posto desolato. "Avete udito?" Sorpreso ed impaurito Lione. "Una campanella..." "Deve essere quella della Cappella del castello..." Isolde "... ogni maniero ne possiede una..." "Si, ma chi l'avrà suonata?" Perplesso Leandro. "Dubito un fantasma..." |
"Già, può darsi...." tagliai corto con Isolde.
Dopotutto la bella non si preoccupa della politica, e non potevo certo tradirmi. Così mi concentrai piuttosto su quel luogo abbandonato che mi appariva così incredibilmente poetico. Quasi sobbalzai al suono della campanella. Possibile? Possibile che ci fosse ancora qualcuno? Lelandro aveva ragione, certo non un fantasma. "Che dite? Andiamo a vedere?" Chiesi, guardando gli altri. Volevo vederci chiaro su quella storia. |
Gli occhi neri di Elv erano in quelli di Gwen, senza che lui dicesse nulla.
Poi, ad un tratto, la sua mano, prima esitante poi più sicura, raggiunse il seno di lei, cominciando a sfiorare con le dita il rosato capezzolo. Fu una carezza lenta, quasi un velo, mentre quelle dita sfioravano la sensibilità di quel seno nudo. "Non dici nulla..." disse lui sotto l'effetto del vino "... potrei farti qualunque cosa, sai? Anche frustrati fino all'alba... fino a farti gridare che mi vuoi..." senza smettere di accarezzarle il seno. |
Ma Altea sottovaluto' il grosso molosso.
L'animale, infatti, afferrò la spada e la strappò dalle mani della donna. Allora cominciò ad abbaiare forte e fu sul punto di aggredirla. "Non vi conviene sfidare il mio cane." Disse all'improvviso una voce dalla penombra della grotta. |
"Esatto." Disse Amit a Dacey. "Questa moneta d'oro ci farà mangiare finalmente degnamente e ci permetterà di riposare in un vero letto."
Così raggiunsero una locanda, dove mangiarono e presero una stanza per la notte. Finalmente dopo diverso tempo i due potevano mangiare e riposare come si conveniva. |
Continuò a guardarmi senza dire nulla.
Poi la sua mano si fece più sicura e raggiunse il mio seno, accarezzandolo. Era una carezza impalpabile, quasi effimera, evanescente. Percepii a fatica la sua frase e ancor più a fatica riuscii ad elaborare una probabile risposta. Non riuscivo a respirare, figuriamoci parlare. "Oggi avete detto che devo essere ubbidiente..." mormorai piano io in risposta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel cane era peggio di un felino feroce.."La mia spada" il viso si arrossò di collera visto era il dono di mio padre e lo stavo prendendo a pedate quando udii una voce e mi guardai in giro...ansimai..sentivo il mio respiro forte nella caverna in penombra.."No..non mi conviene?" risi "E' lui che mi ha aggredito..quella spada è importante per me..e io mi sono difesa..ora che volete fare di me? Farmi uccidere dal vostro molosso? O uccidermi voi stesso...comprendo quel contadino mi abbia preso in giro dicendomi qui vi stava un frate...un frate eroico che non aveva codardia ed era rimasto qui contro tutti...come me..ed altri...avanti...uccidetemi..vi sfido" e cercavo di focalizzare la figura alzando le braccia quasi in segno di resa..pensai fosse stata una fortuna mettere in salvo suor Matilde e i bambini e non portarli qui ma avrei potuto strozzare quella persona che mi stava minacciando.
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" Ci pensi? Se ci ha dato già una moneta d'oro solo per uno spettacolo per strada... chissà quando guadagneremo domani!" esclami entusiasta una volta che la mia pancia fu riempita da un piatto caldo e sostanzioso.
" Magari ci fosse più gente del genere... spero proprio che una volta arrivati alla Capitale i guadagni aumentino. Sono stufa di andare in giro a elemosinare " ammisi ripulendo per bene il piatto e sorseggiai poi del vino. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Ascoltai le parole di Mimmone con attenzione, ma non vi scorsi nulla che potesse far credere in uno slancio d'amore. Piuttosto, vi riconobbi l'usuale discorso sull'aristocrazia e su come egli la ritenesse l'unica classe sociale degna di guidare un popolo. Discorso, questo, che poteva divenire pericoloso se udito dalle orecchie sbagliate, vista l'aria che tirava nella capitale.
Presi in mano il cesto indicato da Mimmone, pensando che in altri tempi mio marito mi avrebbe fatta raffigurare come la primavera... Adesso, il freddo che albergava nel suo cuore faceva si che mi vedesse come l'inverno. Una cupa malinconia mi assalì, velandomi il cuore e gli occhi. "Va bene così?" Chiesi al pittore, sperando facesse in fretta. L'entusiasmo inizale era del tutto svanito.. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Il padre di Nyoko non disse nulla.
Salirono sulla carrozza e partirono verso casa. "È sia..." disse all'improvviso l'uomo a sua figlia "... se davvero è ciò che vuoi, allora prenderemo quel ragazzo come valletto. Ma bada bene sarà per un mese di prova. Se durante questo periodo io riterro' quel tipo poco adatto allora lo manderemo via. Chiaro?" |
Salimmo sulla carrozza quando improvvisamente lo sentì parlarmi. Ciò che disse mi lasciò molto contenta e sorrisi calorosamente.
"Oh, grazie padre" dissi cercando le sue mani per poterle stringere. "State tranquillo. Non vi deluderà. Lo sento" dissi posando una mano sul petto sentendo il mio cuore battere d'emozione. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Zordone e Sbizzone restarono visibilmente turbati per l'improvviso suono della campanella, mentre Lione scrutava le rovine intorno a loro quasi in cerca di una possibile e razionale spiegazione.
Ozillonne invece appariva è eccitato da quella misteriosa situazione. "Invece potrebbe proprio trattarsi di un fantasma..." disse ai suoi compagni di viaggio "... magari lo spirito inquieto di un cappellano ghigliottinato, o forse quello di un nobile suicidatosi per sfuggire a messer boia!" Con fare teatrale, quasi fosse sul palcoscenico scimmiottando Shakespeare. "Andiamo a vedere dunque, amici miei. E chissà che dall'Aldila non venga inviato per noi un messo per arcane rivelazioni!" "Un momento, capo..." all'improvviso Leandro che era accanto a Clio "... e se questo maniero diroccato fosse l'insospettabile covo dei famigerati Beati Fragoli?" |
"Si, molto obbediente..." disse Elv quasi sussurrando, senza smettere di accarezzare con le dita il rosato capezzolo di Gwen.
E più quelle dita indugiavano in quella lenta e sensuale carezza, più la ragazza sentiva il suo capezzolo diventare turgido. "E ti piace esserlo, vero?" Aggiunse lui, inebriato dal vino e dalla bellezza di lei, tanto che la sua mano cominciò a toccarle tutto il seno nudo. |
Osservai attentamente gli altri membri della compagnia, ognuno con le sue reazioni.
Dal canto mio ero d'accordo con l'entusiasmo scenico di Ozzillone, anche se dubitavo ci fosse un fantasma in quelle rovine abbandonate. Ma era senz'altro un buono scenario in cui fantasticare di storie da portare poi sul palcoscenico. Così lo seguii entusiasta e sempre più curiosa. Poi quelle parole di Lelandro, e lo guardai perplessa. "I Beati Fragoli?" chiesi, incuriosita "Non li ho mai sentiti.. chi sono?". |
A quelle parole di Altea dalla penombra della grotta apparve una figura.
Indossava un lungo e venerabile saio, stretto in vita da una corda di canapa. Aveva una lunga barba bianca, il viso austero e lo sguardo accigliato. Si aiutava con un lungo bastone di legno e nell'altra mano aveva un vecchio breviario. Era un frate. |
Ad un tratto apparve un anziano frate...a fatica camminava ma era austero e mostrava un grande orgoglio..deglutii..aveva bisogno di un molosso? Già lui sembrava difendersi con quello sguardo.
"Oh scusate..io non volevo essere offensiva e violenta, ma ho avuto paura..ci danno la caccia i soldati e siamo miracolosamente arrivati fin qua..io, suor Matilde e i bambini dell' orfanotrofio di San Giovanni, li ho messi in sicuro laggiù". Mi sedetti sul tronco di un albero.."Io sono Altea...mi hanno detto solo voi siete rimasto qui, siete un eremita? Potete aiutarci...o aiutarmi...frate..posso sapere il vostro nome?" accennando un leggero sorriso. |
"Beh, se davvero quell'ometto non ci ha detto un mucchio di fondonie" disse Amit a Dacey fine do il suo piatto "allora forse davvero i tempi duri sono terminati per noi, sorellina. Magari ci guadagneremo così un bel gruzzolo e si potrà cambiare vita. Ma sono come San Tommaso io, prima di credere voglio vedere e toccare..." si voltò verso la cucina "... madama, altro vino." Ordinò. "Dite..." alla donna che aveva portato altro vino "... avete mai sentito parlare di un certo Cavaliere di Altafonte?"
"Mai..." la donna "... qui i cavalieri ed i veri signori non vengono certo a servirsi." Indicando con disprezzo la sua locanda. "Io ho udito di un ricco straniero giunto da poco in città..." uno dei clienti seduto ad un tavolo vicino "... però di lui non si nulla o quasi..." |
Continuava imperterrito ad accarezzare il rosato capezzolo, che diventava sempre più turgido, come se tutto il piacere che stavo provando si condensasse e concentrasse in quella piccola e sensibile porzione del mio corpo, che già fremeva.
"A voi piace che io lo sia, siamo pari" risposi, quasi sussurrando, mentre sentivo la sua mano spostarsi su tutto il seno nudo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Va benissimo, madame." Disse Mimmone a Gaynor. "Siete perfetta, una degna musa invernale." Dipingendo.
Ad un tratto dal cortile si senti' arrivare una carrozza. "Sembra che vostro marito sua giunto, madame." Mimmone ritraendo Gaynor. |
Annuii sorridendo, entrambi avevamo finito per diffidare di tutto e di tutti da quando vivevamo come artisti di strada.
E proprio per questa diffidenza Amit prese a chiedere in giro informazioni sul uomo per il quale ci saremmo esibiti il giorno dopo. " Nulla o quasi? E questo 'quasi' che sarebbe? Davvero dovrei credere he nessuno sappia nulla di questo riccone straniero?" chiesi al nostro vicino di tavolo,sfoderando uno dei miei migliori sorrisi, quelli che usavo per convincere la gente a sganciare qualche moneta. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Mentre Mimmone ancora dipingeva, udimmo il rumore di una carrozza nel cortile.
"Bene, sono contenta che vi trovi ancora qui..." Cos'altro dire? Che una volta sarei corsa fuori saltandogli al collo e ricevendo in cambio un caldo bacio? Quei tempi sembravano ormai miseramente naufragati, adesso tutto ciò che riuscivo a strappargli erano sorrisi senz'anima e formali convenevoli. Continuai a posare immobile, aspettando che mio marito entrasse in casa. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Il padre di Nyoko sorrise nel vedere così raggiante sua figlia.
Poco dopo la carrozza arrivò al palazzo. Nyoko fu fatta scendere da un domestico e poi portata in casa. “Allora è deciso...” disse suo padre “... manderò qualcuno a casa di monsieur De Bonnet per portare qui quel ragazzo. Lo terremo qui per un mese, in prova... se si dimostrerà adatto allora lo terremo qui al nostro servizio.” Chiamò uno dei suoi domestici più fedeli e lo mandò a casa di De Bonnet. |
Arrivammo nella nostra dimora e mio padre fu contento di vedermi entusiasta, in effetti non mi sentivo così sprezzante di gioia da ormai troppo tempo. Sorrisi alle parole di mio padre che subito mandò a prendere il giovane Pavel. Ero veramente felice, non avevo chiaro perché, ma sentivo in lui qualcosa di diverso. Qualcosa che mi piaceva e mi faceva stare bene.
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“Ne ho sentito parlare...” disse Lione fissando Clio “... si, in una cittadina in cui sostammo un mesetto fa... pare sia una banda di fuorilegge...”
“Più che fuorilegge” intervenne Isolde “credo siano delle spie. Spie inviate dal governo Afragolignonese per minare la nostra libertà, visto assaltano i nostri soldati e minacciano i nostri magistrati.” |
Quella carezza durò ancora a lungo.
Ancora ed ancora, con ormai Gwen visibilmente turbata ed eccitata dalla mano di Elv. Allora lui le prese la mano e la portò verso il suo letto, guardandola fisso negli occhi. Ma un attimo dopo, un vago capogiro per i fiumi dell'alcool ed Elv si ritrovò seduto in mezzo al letto. E ad un tratto cadde addormentato per la sbornia. |
Li ascoltai attentamente, senza tradire emozioni.
Ero una brava attrice, dopotutto, abituata a mostrare le emozioni più diverse, che non dovevano necessariamente combaciare con le mie. Interessante.. quindi c'erano dei ribelli. Io non ero Afragolignonese, non avevo contatti con nessuno, eppure potevano fare al caso mio. Potevano aiutarmi con la mia vendetta, dopotutto avevamo gli stessi nemici. Sì, quell'informazione era di vitale importanza. Dopotutto un'attrice è un'ottima spia, pensai tra me e me. "Accidenti.." dissi, fintamente spaventata "Devono essere pericolosi, speriamo non siano davvero qui..". |
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