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Niente, nella sala non c'erano ricercati.
Beh, se fosse stato così semplice il mio lavoro avrebbero potuto farlo tutti, no? Finii la mia birra e mi alzai, andando direttamente dall'oste. Feci scivolare qualche moneta sul tavolo per pagarla. "Avete anche delle stanze?" gli chiesi poi. Che il mio uomo fosse lì o meno non sarei certo ripartita in giornata, avevo domrmito accampata nel deserto per giorni, e avevo decisamente bisogno di un letto e di lavarmi decentemente. |
Gwen sgattaiolò fuori dalla cabtina e raggiunse il retro della casa.
Da qui poteva vedere ed ascoltare senza essere vista. Vide così alcuni uomini a cavallo, una dozzina in tutto e non consigliavano di certo ai 12 Apostoli di Nostro Signore, eccezion fatta per Giuda escariota. Erano tutti armati, dall'aspetto rude e poco raccomandabile. "E questo è quanto, senor..." disse uno di quelli al padre di Gwen "... todos clero?" "Si..." annuì il papà della ragazza "... comunque non vi è tale rischio... io ed i miei figli non ci spingiamo mai verso il canyon... quindi non temete, non avrete visite da parte nostra." "Mui bien, senor." Annuì l'uomo a cavallo. "Allora todos andrà a meravillia. Gringos e peones non hanno alcun diritto a passare sulla nostra terra." Il padre di Gwen li fissava. "Asta la vista, hombre." L'uomo, per poi cavalcare via con i suoi tagliagole. |
Ascoltai i loro discorsi e da ciò che vidi capii che non erano esattamente chierichetti, ma chi lo era da queste parti?
Soprattutto questi latini... Alla fine andarono via ed io feci uscire Josh dalla cantina. Poi, andai da papà. "Dunque, che volevano quegli uomini? E cosa c'entra il canyon?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Certo." Disse il padrone del locale a Destresya.
Fece cenno ad una delle cameriere e quella accompagnò la bella cacciatrice di taglie al piano di sopra del cybersaloon, dove lei fu alloggiata in una delle camere. |
Alzai il bicchiere e brindai con Minsk.. "Dolci Pascoli? Dove si trova e che porta di interessante?" ma il nativo venne verso di noi.. "Prego sedetevi" a lui "Vedo pure voi volete sapere" mentre accendevo il microfono nell'orologio lunare.
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"Credo siano dei pistoleri assoldati da qualche ricco proprietario terriero che vanta interessi verso il canyon." Disse il padre a Gwen. "Mi hanno fatto capire, diciamo in modo più o meno cortese, di non spingerci in quelle zone, poiché hanno diritto e licenza di sparare a vista. E da quelle parti non vi sono certo sceriffi a cui dover dar conto." Annuì. "Su, torniamo in casa è godiamoci la cena adesso."
In quel momento a Gwen venne in mente che la miniera a cui il nativo Velv aveva dato appuntamento ai pistoleri si trovava proprio presso il canyon. |
Seguii la ragazza al piano superiore, dove mi venne assegnata una camera.
Non era un granchè, ma di certo non mi aspettavo un albergo stellata. Come prima cosa mi buttai sul letto per un lungo istante. Poi mi alzai, mi lavai come non facevo da giorni e, indossato un abito semplice che passasse inosservato, uscii nuovamente per mettermi a caccia per le strade. Avevo aspettato per mesi quella pista, e ora non volevo perdere neanche un secondo. Una volta in strada, iniziai a camminare, guardandomi intorno, osservando ogni movimento che poteva essere sospetto. La prima parte dela caccia era sempre la più noiosa ma anche lla più importante, bisognava raccogliere tutte le informazioni possibili. E io sapevo già dove potevo andare, ma per ora decisi di studiare la città e i ruoi ritmi. https://boundingintocomics.com/files...5a31a07e7d.png |
No.
Non era possibile. L'appuntamento era proprio lì, proprio al canyon. Come avrei fatto? "Io... Io in realtà dovrei andare proprio lì, c'è... Un paziente che devo curare, al canyon..." mentii, mentre entravamo in casa ed io mettevo in tavola la torta di zucca e patate. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il nativo si sedette con Altea e con Minsk, presentandosi.
Il suo nome era Velv e dalle sue parole sembrava interessato a quei pascoli, sebbene non disse molto circa tale interesse. "Dolci Pascoli..." disse Minsk "... Non credo esista terra simile su questo pianeta... laggiù l'acqua scorre più limpida e fresca... di un azzurro caldo e tenero, come la foschia che avvolge i monti al crepuscolo... le stelle che vi spendono sono perlopiù sconosciute e solo i nativi sembra abbiano dato loro un nome..." "Posso chiedere, signore, come mai siete tanto interessato a quella terra?" Chiese Velv. "Perché l'ho appena acquistata dal governo." Rispose Minsk. "Quella terra, signore ha già un proprietario e da molto tempo." Con fierezza Velv. "Appartiene infatti al mio popolo." |
"Beh, non credo tu possacabdare." Fisse il padre a Gwen. "Anche perché, in tal caso, non servirebbe più un medico, ma un prete. E non solo per il tuo paziente, ma anche per te."
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Destresya scese per le strade di Afrastone e passando davanti all'ufficio dello sceriffo notò qualcosa.
Era un manifesto di una taglia. Si trattava di 29.000 Taddei, in oro, per le teste di una banda di fuorilegge che derubavano le miniere verso il canyon. |
Sospirai in silenzio.
Dovevo trovare un modo per andare facendo attenzione, ma ovviamente non potevo dirlo a mio padre, non potevo neanche chiedergli di accompagnarmi, visto che non gli avevo detto la verità. In fin dei conti, la faccenda non mi riguardava, ma sentivo che dovevo saperne di più, dunque dovevo trovare un modo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mentre giravo per la città notai un manifesto sul muro.
Ormai riconoscevo quei manifesti anche con la coda delll'occhio, anche se erano coperti da altri inutili. Mi avvicinai cercando di non dare nell'occhio, anche se col mio vestitino innocente passavo innoservata. Però... 29.000 taddei era una cifra considerevole. La prima regola era sempre: mai farsi scappare una taglia. Quindi anche se ero sulle tracce di una ben più alta certo non disdegnavo di racimolare qualcos'altro. Lessi bene tutte le informazioni che poteva dare quel manifesto, primo fra tutti sei i banditi valessero lo stesso da vivi e da morti. |
Rimasi a sognare per un attimo quelle Terre, ma quando il Nativo si fece avanti e scoprii la terra era stata sconfiscata a loro mi adirai ma mi alzai per andare in bagno e scrissi nell'orologio planetario "Il carico va verso" Dolci Pascoli", me lo ha detto Minsk ovvero il nuovo latifondista. Ha acquistato tutte le terre dei nativi per fare soldi.. Con noi vi è un Nativo e sembra furioso.. Che debbo fare? ".
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Il pomeriggio si avviava velocemente verso la fine ed il Sole si apprestava a tramontare sulla prateria.
La tranquillità sembrava essere tornata sul ranch e tutti attendevano di cenare. Gwen invece era alquanto impaziente di andare alla miniera dei 7 Diavoli. Ma occorreva un sotterfugio per non farsi scoprire dal padre. |
Destresya guardò con attenzione quel manifesto.
Diceva poco o nulla, ma soltando il valore della tagliaed il vago riferimento a quei banditi senza nome. Forse lo sceriffo avrebbe saputo dirle di più. |
"Interessante..." disse uno dei suoi complici attravero l'ologramma dell'orologio lunare "... saremmo dei veri idioti se non sfruttassimo la situazione... l'astio dei nativi per la loro terra confiscata dal governo terrestre... mttiti alle calcagna di quel Minsk... quando i nativi lo assaliranno nella sua terra noi ne apprfitteremo e porteremo via tutto ciò che ha di valore..." ad Altea.
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Il tempo incalzava sempre di più, mentre ci mettevamo a tavola per cenare e mi rendevo sempre più conto che dovevo sbrigarmi a trovare un modo per uscire.
Di certo, avrei dovuto aspettare che papà e Josh fossero già a letto, mi sarei preoccupata di fare meno rumore possibile mentre uscivo ed avrei raggiunto la miniera. Anche perché ero certa che nessun motivo, valido o meno, avrebbe convinto mio padre a lasciarmi andare, se nemmeno il mio lavoro lo aveva convinto nulla lo avrebbe fatto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Mi stai dicendo di partire con lui? Non sola.. Datemi qualcuno.. Non mi piace e non mi fido" pensierosa.
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Giunse il tramonto e come accadeva nelle case dei vari agricoltori del posto, la cena era già terminata.
Josh andò in camera sua come faceva ogni sera per dedicarsi ai suoi modellini di turbodiligenze e pistole varie, mentre loro padre, come sempre dopo cena, si addormentò sulla sedia a dondolo davanti alla finestra. Alla fine nel in cucna restò solo Gwen. |
"Belezza, dimmi un pò..." disse divertito il complice nell'ologramma "... da quando hai paura di un uomo?" Ad Altea. "Comunque non temere, ti manderemo qualcuno... si tratta di Old, il vecchio commerciante di fucili... ora torna da quel latifondista e bada che il nativo non lo accoppi prima... deve condurci a Dolci Pascoli..."
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Alla fine della cena, Josh andò in camera sua e papà si addormentò davanti alla finestra.
Probabilmente, sarei riuscita a fare presto e nessuno si sarebbe accorto della mia mancanza. In ogni caso, adesso dovevo andare. Così presi il mio cavallo, la pistola e silenziosamente lasciai il ranch. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non ho paura, ma non sopporterei se mi corteggiasse" scocciata.. "Torno al tavolo, vediamo se mi porta con lui, di ad Old di venire al cybersaloon".
Uscii e mi risedetti al tavolo osservando Minsk "Ho riflettuto a lungo.. Che opportunità avrei qui? E se.. Mi portaste ai Dolci Pascoli. Oh si, mi farei una nuova vita" assumendo quel volto di Rossella O'Hara che pensava alle feste.. Avrei dovuto fare l'attrice. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Silenziosamente, per quanto possibile, Gwen lasciò il ranch e si avviò alla miniera dei 7 Diavoli.
Era un luogo desolato, appena oltre la prateria e molto lontano dalla frontiera. La miniera era stata scavata dai primi coloni giunti dalla Terra in un'antica cava usata come necropoli vecchia di secoli dai nativi. Quei coloni morirono in circostanze misteriose e da quel momento si sparse la leggenda che quel luogo fosse maledetto perchè abitato dagli spiriti. https://nuvolelibere.files.wordpress...izer.jpg?w=736 |
“E tu cerca di essere, per una volta, meno sensuale del solito, bellezza.” Disse divertito la voce dell'ologramma ad Altea.
La comunicazione si concluse e lei tornò di là, al tavolo, dove c'era solo Minsk. Il nativo infatti era andato via poco prima del tramonto. “Mmm... una richiesta di lavoro bella e buona mi pare...” Minsk finendo il suo bicchiere “... guardate la vita nella prateria è dura... difficile, pericolosa... ne siete certa? Lottare contro spazi sconfinati e misteriosi, contro la solitudine, la carestia e la siccità...” |
Raggiunsi la miniera, nel cuore del canyon.
Si diceva fosse infestata, ma al momento sinceramente non mi importava. Allora, smontai da cavallo ed attesi pazientemente che i contendenti arrivassero per il loro scambio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen arrivò alla vecchia miniera ed attese.
Ormai era il tramonto, quindi il momento dell'appuntamento. Ad un tratto però la ragazza notò qualcosa. Un serpente a 2 teste scolpito sulla roccia. http://obbiettivoadrano.it/wp-conten.../3-600x337.jpg |
Stavo ancora aspettando, quando notai una pietra e mi avvicinai.
Il buio della sera rendeva tutto in po' vago, ma alla fine riuscii a scorgere la sagoma di un serpente a due teste. Sapevo che c'era qualcosa di vero in quelle parole dettate dal delirio, sapevo che quegli indiani alla riserva avevano qualcosa di importante di cui parlare e mi chiedevo se l'avrei scoperto stasera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Non dovevi essere qui.” Disse ad un tratto una voce cupa alle spalle di Gwen.
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Sobbalzai a quella voce, voltandomi all'improvviso.
Tutta la consapevolezza della follia che avevo fatto mi piombò addosso tutta in una volta, facendomi capire che ero stata una maledetta idiota a venire fin qui, non avrei dovuto, non avrei proprio dovuto, ma ormai era troppo tardi e dovevo solo subire le conseguenze della mia eccessiva curiosità. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen si voltò e vide su una rupe apena sopra di lei la sagoma fiera del nativo Velv.
"Non dovresti star qui." Disse di nuovo. "Tornate a casa." Con tono cupo. Saltò allora con agilità dalla rupe e la raggiunse. "Avanti, vattene." Fissandola negli occhi. |
Era quel Nativo, quel Velv.
Sobbalzai appena quando saltò giù e mi si avvicinò, quasi sovrastandomi. "Altrimenti?" Lo sfidai. Avevo paura, sì, ma non volevo mostrarlo a lui, o sarebbe stata la fine. Magari lo sarebbe stata comunque, ma non mi sarei mostrata debole o spaventata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Altrimenti morirai." Disse lui a Gwen, vicinissimo a lei, mentre lenti avvoltoi volteggiavano sopra la miniera quasi attendessero il loro sacrilego pasto.
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Alle sue parole, vidi di sbieco gli avvoltoi aleggiare macabri su di noi, o forse su di me, in attesa di banchettare coi miei resti.
"E chi sarebbe ad uccidermi, tu forse?" dissi ancora, facendo scivolare la mano nella tasca della gonna dove tenevo la pistola mentre lo fissavo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gli occhi di Velv erano fissi in quelli di Gwen.
Poi scivolarono piano verso la sua gonna. "Non ti servirà quella..." disse indicando con gli occhi la pistole che lei teneva nascosta "... non sarò io ad ucciderti oggi..." guardando poi la miniera e la misteriosa e tetra atmosfera che la circondava. |
Seguii il suo sguardo e capii che aveva notato la pistola.
Credevo di aver capito a cosa si riferisse, avevo solo voluto provocarlo sperando che parlasse. "Tu sai cosa sta succedendo per ora, vero? Sono andata alla riserva, ho sentito qualcosa del serpente a due teste" indicando la pietra "Ma non hanno voluto dirmi altro. Cosa c'è dietro?" lo incalzai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"C'è qualcosa che voi visi pallidi terrestri non potete comprendere." Disse lui a Gwen. "Qualcosa che va oltre la vostra tecnologia e la vostra ricchezza. Qui c'è qualcosa che non riuscirete mai a controllare. Mai." Con gli occhi cupi in quelli di lei.
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Ricambiai il suo sguardo cupo, inquieto.
"Voi invece dovete sempre usare la vostra filosofia, vero?" ribattei, ora scocciata, per poi scuotere la testa e volgere lo sguardo altrove. Mi chiedevo se sarei riuscita ad ottenere le risposte che cercavo. Al momento, sapevo che avevo fatto una cavolata e davvero non sapevo che ne sarebbe stato di me. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Voi terrestri non capirete mai noi nativi" disse lui a Gwen "e neanche questo pianeta."
Ad un tratto i de udirono dei cavalli avvicinarsi. "Eccoli." Fece Velv. |
Scossi la testa con un sorriso sprezzante.
Beh, se era convinto di questo... Voltai poi subito il capo nella direzione da cui proveniva uno scalpiccio di cavalli. A quel punto, lo scambio avrebbe avuto luogo e lui non avrebbe avuto modo di impedirmi di assistere. Volevo sapere e sarei rimasta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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