Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 21-05-2014 20.17.13

Alzai gli occhi al cielo.
"Sei quasi più incosciente di me.." sospirai appena, per poi alzarmi.
Ma poi mi voltai di scatto verso Mime "Un momento.. stai dicendo che la janara era la sorella di Enar? Quindi Roxanne, chi è.. sua figlia? E ci credo che sono sospetti! Anche la stessa casa.. Andiamo, avanti... Se non torniamo prima che faccia buio, veniteci a cercare..." raggiungemmo il cavaliere.
"Tirare a sorte.." mormorai, ridendo "Davvero divertente..".
Mi voltai poi verso i miei uomini "Nessuno di voi mi ha portato la spada che vi avevo chiesto, però... andrò io da sola domani dall'armaiolo.. per adesso, però dovrò prenderne in prestito una delle vostre.. avanti, ve la riporto eh...".

Guisgard 21-05-2014 20.17.16

Elisabeth si svegliò da quell'inquieto ed appassionato sogno, per poi alzarsi ed uscire da quel luogo, mentre suo marito dormiva come un sasso.
La maga uscì e subito trovò Flees sotto un albero.
Il giovane nipote era sveglio e fissava in lontananza.
Ma nel sentire i passi di lei che si avvicinava, lui subito si voltò.
Restò a fissarla senza dire nulla, fino a quando lei non fu vicino a lui.
“Se dite così, allora sono geloso di quei vostri sogni...” disse piano “... si, perchè in essi io sicuramente ho avuto modo di toccarvi, di baciarvi e di possedervi...” fece un passo verso di lei.
Erano vicinissimi.
E cominciò a spogliarla piano.
Lentamente le scioglieva i nodi che tenevano stretto l'abito di lei e i bottoni che lo chiudevano.
Fece poi scivolare a terra quegli abiti, che si adagiarono intorno ai piedi della maga.
Come una carezza quei vestiti scivolarono lungo il corpo di Elisabeth, lasciando su di lei un lungo brivido.
E avendola nuda di fronte a sé, Flees la guardò a lungo.
“Quanto sei bella, zia...” sussurrò.
Fece allora per spogliarsi anch'egli, ma un rumore lontano attirò la loro attenzione.
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Guisgard 21-05-2014 20.31.33

Dort allora prese la sua spada e la diede a Clio.
“Tranquilla, mogliettina...” disse Guisgard sorridendo “... sei con me, no? Salvo o non salvo le dame per professione?” Rise.
“Siate prudenti.” Fissandoli Borel.
I tre allora lasciarono la locanda e presero la strada verso il bosco.
“Presto farà buio...” mormorò Mime.
“Già...” fece Guisgard.
“Poi sarà notte...” farfugliò il rigattiere.
“Già...” annuì Guisgard.
“L'ora preferita della bestia...” fece Mime “... quella in cui lascia la sua tana...”
“Hai intenzione di continuare per molto?” Fissandolo il cavaliere, per poi sorridere sarcastico. “Ti avverto che se è un modo per far spaventare la nostra lady e farla correre tra le mie braccia, beh, caschi male... lei ha più coraggio di noi due messi insieme...” prese a fischiettare.
Il crepuscolo intanto calava sempre più sulla selva.
Dopo un po', finalmente, i tre avvistarono una luce lontana.
“Ecco la casa...” indicò Mime.
La raggiunsero qualche istante dopo.
“Cosa facciamo?” Voltandosi verso Clio il cavaliere. “Ci presentiamo chiedendo di essere invitati a cena, oppure diciamo che ci siamo persi?” Rise appena.
Scese allora da cavallo e si avvicinò alla porta per
poi bussare.
Venne ad aprire Roxanne.
“Salute a voi...” salutandola Guisgard “... perdonate per l'ora ma, vedete, la mia giovane e bella moglie, all'improvviso, ha desiderio di un particolare dolce, tipico delle sue parti, che usano fare con latte di pecora... e visto che altri pastori in giro non ci sono da queste parti, beh, mi hanno indirizzato qui da voi.” Sospirò. “Eh, io non riesco a dire di no alla mia dolce metà.”

Eilonwy 21-05-2014 20.31.34

Quando la madre di Lady Ymma se ne andò sorrisi al suo fratellino.
“Piacere, Sir Enis!.....Ve l’ ha detto mai nessuno che siete proprio un simpatico e bel ometto?” dissi vivacemente e dandogli un buffetto sulla guancia.
Poi mi rivolsi alla bella e bionda dama: “Milady, vi ringrazio dell’ ospitalità e di averci difeso prima, ma noi non possiamo restare troppo a lungo in questo borgo e in questo castello. Comunque, ditemi cosa volete che facciamo per voi. Non è possibile che ci avete convocati qui solo per della semplice musica!”.
Sentì il merlo Tisin volarmi sulla spalla.
Mi accovacciai fino ad arrivare all’ altezza del piccolo e fulvo Enis.
“Vi piace il mio amico merlo, vero?.....Bene, dovete sapere, piccolo Lord, che una volta lui era un principe. Su parlate, Sir Tisin!....Il bimbo mica vi mangia!” lo incoraggiai ridente.

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elisabeth 21-05-2014 20.39.30

Lo ascoltai rapita........lo ascoltai senza legami ...mi sentivo come se appartenessi ad ogni parte del sue essere........si avvicinò a me e non lo respinsi....potevo sentire il suo fiato sul mio volto.....lo lasciai sciogliere i nodi del mio vestito...sino a quando scivolò leggero procurandomi un brivido sulla pelle....ero nuda davanti a lui.....ero nuda....ma vestita del suo sguardo.....delle sue parole....." Flees...io sono confusa...sto sbagliando......io credo che stiamo facendo..."......un rumore alle mie spalle.......mi sentii congelare...quando hai paura non comprendi subito cosa sta accadendo....ti senti prendere dal panico.......mi sentii rivestire.....ed io lo aiutai goffamente.........alle mie spalle......c'era Daizer........lo lessi negli occhi di Flees..perchè nei suoi occhi c'era una luce....una luce strana......mi voltai verso Daizer....." Daizer...stavi dormendo....e non ti abbiamo voluto svegliare.......abbiamo preso in considerazione....molte cose dalla scritta ritrovata ieri......e' probabile che il piccolo Tobia....sia un giovane...magari un bambino.....e per loro i saranno dei posti diversi dove vengono seppelliti.........tu ...cosa ne pensi ?....".....avevo detto di getto, cose a cui non avevo pensato.........abbassai gli occhi.......aspettando la sua risposta....

Altea 21-05-2014 22.00.36

Corsi veloce, Cruz galoppava sicuro...ero sola nella foresta e sembrava le tenebre volessero prendere posto alla Luce oramai e mi guardai attorno e risi pensando..."Oh magari la belva mi prendesse...almeno porrei fine a questa tortura..a dire il vero non so bene cosa stia ancora facendo qui..ormai la missiva ad Andrew e mio padre deve essere arrivata, gliela ho data a uno dei cavalieri del Duca che custodivano la teca e disse avrebbe subito provveduto a farla recapitare"..ovvio la mia famiglia era legata ai Taddei da profonda amicizia e il Duca stimava il lavoro di mio padre e di mio fratello.Già avrei disposto l'indomani la mia partenza per Capomazda, ora vi erano quei mercenari a pensare alla belva". Sorrisi scuotendo il capo, la cosa buffa era che io avevo già detto gran parte dei miei sospetti a chiunque e sembravo una visionaria e ora...i miei sospetti erano realtà detti da altri.

"Una luce improvvisa...Shalazam.
"E il Gufo?" disse lei ridendo sarcastica "e la moglie?"
"Il Gufo fa il doppio gioco come sua moglie, si sono accapparrati
la mia amicizia e simpatia solo per aver più informazioni possibili e
poi avere la vittoria...ma non mi pento di ciò che ho fatto".
Shalazam annuì prendendomi le mani..."Gli insegnamenti di tuo padre vero...un cavaliere è leale pure con il nemico se si tratta di proteggere i più deboli".
Annuii..."Si e lo rifarei, io almeno so di essermi comportata nel giusto."
"Sono fiera di te, Altea..e se quel duca approffitterà di te, sappi la maledizione lo colpirà per sempre..egli vivrà solo una vita di dolore per aver abusato di una nostra Sacerdotessa" e mi baciò sulla fronte dove stava lo smeraldo.
Sparì come era arrivata".

Mi destai..la luce emanata dalla Gransacerdotessa dell' Antico Tempio di Petra sparì e arrivarono quasi le tenebre, vidi vi era un ruscello e qualcosa galleggiava e mi avvicinai lentamente al fiume e mi abbassai e mi sporsi per vedere di cosa si trattava, visto ormai solo la luna rischiarava.

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Guisgard 22-05-2014 00.32.37

Era il ormai il tramonto e la foresta si accingeva ad accogliere la sera e poi la notte.
Una nuova notte.
Un'altra notte ancora, con i suoi misteri e le sue paure.
Un'altra notte con i fantasmi delle innumerevoli vittime di quell'orrore e i demoni da cui esso scaturiva.
Perchè dietro ogni delitto, ogni castigo, ogni peccato vi è sempre un demone.
Un demone che mira a tormentarci, a flagellarci, a portarci alla disperazione e a perdere la Fede.
Altea attraversava quelle lande selvagge e primordiali.
Come un'Angelica perduta nella selva, un'Erminia fuggita tra i pastori, si aggirava confusa, smarrita, in balia di timori e inquietudini che parevano animarsi con le fattezze dei fantasmi di quella foresta.
Ebbe una nuova visione e da essa trasse la decisione di voler fuggire da quel mondo.
Giunse però ad un ruscello e qui notò qualcosa tra le sue acque.
Qualcosa impigliato tra le radici di un albero bloccato tra le due sponde di quel torrente.
Si avvicinò e riconobbe quell'oggetto.
Era un mantello.
Lo stesso che indossava suo fratello Thomas.
Ma all'improvviso la dama udì qualcosa.
Dei cavalli.
Un attimo dopo dalla vegetazione emersero tre figure a cavallo.
Due cavalieri ed un chierico.
“Salute a voi, milady...” disse uno dei due cavalieri ad Altea “... perdonateci se vi rechiamo noia, ma ci occorre sapere in che direzione si trova la città di Solpacus. E' cosa alquanto urgente per noi raggiungerla.”
E sulle loro selle la bella avventuriera riconobbe lo stemma del suo casato.

Guisgard 22-05-2014 01.12.26

“Un principe...” disse stupito il piccolo Enis ad Eilonwy “... dite davvero? Può dunque parlare?”
Il bambino non finì neanche di parlare che subito Tisin si presentò:
“Salute a voi, mia bella dama e mio piccolo e simpatico signorotto. Io sono il principe Tisin, reso, ahimè, un merlo dall'incanto adoperato contro di me dall'oscura e crudele Isolde, strega nera e terribile megera.”
“Parla davvero!” Esclamò incredulo Enis. “Hai visto, sorellina?”
“Dai, sarà un trucco.” Sorridendo Ymma. “Magari questi nobili amici sono degli illusionisti o artisti di qualche circo. Comunque è davvero notevole questo vostro trucco.” Applaudendo la dama.
“Non è un trucco, milady.” Ribatté Tisin. “Io parlo davvero. Mettetemi pure alla prova.”
“Posso chiedere qualsiasi cosa?” Domandò Enis.
“Qualsiasi cosa.” Annuendo il merlo. “La mia cultura enciclopedica è a vostra disposizione.”
“In verità” fissando sua sorella il piccolo “devo fare ancora i compiti assegnatimi da mia madre... compiti di storia, che barba...”
“Enis!” Lo rimproverò Ymma.
“Ma è vero...” mormorò il piccolo “... devo imparare i nomi dei sette re di Roma, ma ne dimentico sempre qualcuno...”
“Ah, i leggendari re di Roma.” Disse Tisin. “Beh, anche io, vi rivelerò, avevo difficoltà a studiarli da piccolo... ma noi nobili abbiamo il dovere di studiare per poter occupare un giorno al meglio il nostro ruolo come guida del popolo.” Fece l'occhiolino al bambino. “Per questo inventai un piccolo trucco per avere sempre a mente quei re...”
“Un trucco?” Ripeté Enis.
“Esatto.” Fece il merlo. “Composi una filastrocca con i loro nomi... ricordarli così è un gioco da ragazzi.”
“Davvero?” Sorridendo Enis. “Su, voglio sentirla!”
“Si dice per favore.” Lo riprese Ymma.
“Per favore!” Entusiasta il bambino.
“Certo!” Esclamò Tisin. “Eccola...”
E cominciò a recitare:

“Il primo re di Roma fu Romolo,
che imparai stando sul mio dondolo.
Vennero poi di seguito Numa Pompilio
che fa rima col terzo, ossia Tullo Ostilio.
Seguì Anco Marzio, chiamato re mercante
e poi Tarquinio Prisco, dell'Etruria abitante.
Poi Servio Tullio che come re fu di certo il sesto
e Tarquinio il Superbo, che da Roma fuggì lesto.”

“Bellissima!” Divertito Enis. “Grazie, principe Tisin!”
“E' incredibile.” Piacevolmente meravigliata Ymma. “Incredibile davvero!”

Eilonwy 22-05-2014 01.35.23

Sorrisi e risi all’ entusiasmo di quel bimbo e ai rimproveri di sua sorella.
Quando Tisin finì di recitare la filastrocca, dissi: “Che carina questa filastrocca. Magari me l’ avessero insegnata a me da piccina. Sono lieta che vi stia simpatico, Milady!”.
Presi Tisin e lo poggiai sulla spalla di Enis.
“Anche io ho qualcosa da mostrarvi. Un regalo per la vostra gentilezza e bellezza!” e sentenziato questo presi una brocca d’ acqua.
Modellai una sfera d’ acqua che feci levitare e la ibernai. La presi tra le mani e la diedi a Lady Ymma.
Con il resto dell’ acqua della brocca creai una rosa di ghiaccio, la quale a prima vista poteva sembrare di cristallo, di quarzo o di diamante.
Questa la porsi a Sir Riccardo come pegno del mio amore, anche se probabilmente l’ avrebbe accettata solo come regalo d’ amicizia o come esempio dei miei poteri.
“E adesso il tocco finale!” e detto questo feci cadere dei delicati e luccicanti fiocchi di neve.

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Guisgard 22-05-2014 02.20.47

Ymma ed Enis restarono piacevolmente colpiti da ciò che fece Eilonwy con i suoi poteri sotto i loro occhi.
Ed anche quei doni furono apprezzati dalla ragazza e dal suo piccolo fratellino.
Riccardo prese la rosa di ghiaccio, che le luci delle candele che illuminavano quella stanza avevano resa scintillante di bagliori e riflessi, sorridendo ad Eilonwy.
“Questa rosa è bellissima...” disse il cavaliere “... è simile ai sogni... meravigliosa e breve... col nuovo giorno si scioglierà, ma i desideri che intreccerò nei suoi trasparenti petali vivranno per sempre... grazie, damigella...”
“Prima mi avete chiesto del perchè del vostro arrivo qui...” Ymma ad Eilonwy “... perchè ho udito la vostra musica... può sembrare strano... ma anche poche note possano allontanare la malinconia e la tristezza... e in questo luogo vi è troppa di ognuna...” si affacciò dalla finestra e guardò in basso, dove c'era un grande giardino chiuso da un cancello d'ottone.
“Posso andare a giocare nel giardino con Tisin?” Chiese Enis a sua sorella.
“Sai bene che non si può.” Fissandolo lei. “Nessuno può andare in quel giardino.”
“Perchè?”
“Perchè il cavaliere nero rapisce chiunque superi quel cancello...” mormorò Ymma.
E un velo di tristezza scese sui suoi bellissimi occhi blu.

Guisgard 22-05-2014 02.41.23

Elisabeth e il suo giovane nipote erano vicinissimi, con il loro respiro che si intrecciava, lambendo i loro corpi.
Lei era nuda davanti a lui, sotto i suoi sguardi e quando anch'egli fu sul punto di spogliarsi, i due udirono un rumore provenire dalle loro spalle.
Si trattava di Daizer che svegliatosi era uscito dal luogo scelto come loro alloggio.
Flees allora, lesto, si chinò ai piedi della sua bella zia, raccolse il suo abito e la rivestì.
Ricoprì, così, frettolosamente le sue giunoniche forme, prima che il contrabbandiere sorprendesse sua moglie nuda.
E nel rivestirla, il giovane accarezzò più volte quel corpo tanto desiderato, lasciando Elisabeth in balia del piacere, ma anche del timore di essere scoperta da suo marito.
Infine giunse Daizer.
“Elisabeth...” disse a sua moglie “... cosa succede? Mi sono svegliato e non ti ho più vista... stai bene?”
“Si, tranquillo...” avanzando Flees alle spalle della maga, quasi fino a toccarla “... zia Elisabeth ha fatto uno strano sogno... allora è uscita all'aria aperta, perchè aveva voglia di...” sorrise appena “... di un pò d'aria fresca...”
Lui era dietro di lei, come a volerla far sentire protetta, sicura.
Voleva che sua zia sentisse la sua vicinanza.
“Sarà questo luogo e la sua atmosfera” Daizer ad Elisabeth “ad averti causato quel sogno... tranquilla, usciremo presto da qui... si, forse Tobia è davvero ciò che dici... dobbiamo trovare il modo di scoprirlo...”
Ma in quel momento cominciò a suonare una campana.
Quella della cappella del cimitero.
“Chi la starà suonando?” Sorpreso Daizer. “Credevo non ci fosse più nessuno ormai nel cimitero.”
“Magari è uno dei custodi rimasto a sorvegliare...” mormorò Flees “... di certo non può essere un fantasma...”

Eilonwy 22-05-2014 11.55.46

Notai subito la malinconia che scese negli occhi di cobalto della bella dama.
“Un cavaliere nero?.....Non ditemi che ha fatto il prepotente con voi o vi ha portato via il vostro amato!.....E’ così?.....Giuro che domani lo sistemo per le feste! Per mia fortuna oltre ad avere un’ educazione da raffinata dama di corte, mio padre e i miei precettori mi hanno insegnato ad essere un cavaliere. E un cavaliere non lascia mai che un malvagio continui le sue cattiverie ed ingiustizie. Lo farò diventare un ottimo tappeto!” e nei miei occhi neri come l’ ebano si accese una fiamma artica.

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Clio 22-05-2014 12.42.37

Guisgard ci sapeva proprio fare con le parole.
Sapeva sempre raccontare la giusta storia per ogni situazione, una qualità da non sottovalutare.
Non ebbi nemmeno il tempo di pensare ad un'idea, che lui bussò e si inventò una bella storia.
Restai ad ascoltarlo, sorridendo, come una donna che osserva il suo uomo che si impegna per accontentarla.
Sorrisi a Roxanne "Vi prego..".

Altea 22-05-2014 14.44.30

Appeso ad un ramo scorsi un mantello, avanzai per afferrarlo e lo osservai bene...la stoffa di color scuro che lui prediligeva e i bottoni finemente decorati nella chiusura..era quello di Thomas.
Lo portai istintivamente al mio viso e ancora addosso sembrava portasse il suo profumo..eppure vi era qualcosa che non mi convinceva.
Il suo ciondolo era stato ritrovato molto lontano da qua e ora questo mantello..forse Thomas aveva lasciato tracce o degli indizi per far si che lo trovassi? O vi era stata una fuga e nella forte corsa li aveva persi? Non sapevo più che pensare, solo che era tutto strano.
Cruz, ad un tratto, nitrì..era nervoso e poco dopo udii rumori di zoccoli.
Pregai non fosse il duca coi suoi uomini, vi era solo la pallida luce lunare a rischiarare quel lembo desolato di foresta e ad un tratto apparvero due cavalieri e un chierico...cosa facevano qua nel bel mezzo della notte..forse erano stranieri visto nessuno si addentrava dentro durante la notte.
Mi avvicinai per dare le indicazioni per andare a Solpacus e rimasi sorpresa nel vedere il simbolo del mio Casato sulla loro sella...allora, la missiva era arrivata forse.
Mi voltai verso il chierico avvicinandomi e sorrisi..."Padre Giordano...siete voi...sono Altea...Altea Mc Gwin..finalmente siete arrivati".
Mi guardai attorno e salii in groppa a Cruz facendo loro segno di seguirmi.."Ora sono più tranquilla, dobbiamo uscire dalla foresta, avete ricevuto la missiva forse?" e uscimmo dalla foresta buia per immetterci nella strada per Solpacus.

elisabeth 22-05-2014 15.34.13

Sentii Flees vicino ...protettivo, con l'impeto della giovinezza......ascoltai Daizer pacato forte come l'esperienza della sua età poteva.......

E allora la mia anima fu proiettata in un luogo strano.......ero sola e difronte a me c'era il mare........era calmo....e l'odore di salsedine era forte....mi sentii prendere dalla solitudine.....dall'angoscia........." Padre...perchè mi avete dato questo compito.....perchè avete voluto questo......"......urlai gettandomi in ginocchio......lacrime salate solcarono il mio volto......" Voi sapete cosa accadrà e lo sapete perchè anch'io ne sono consapevole.............Amare Flees significa morire dietro al desiderio......sentire il fuoco della passione ogni volta che mi sfiora......e la consapevolezza di volermi gettare tra le sue braccia.........e poi..cosà farà lui........mi abbandonerà....mi abbandonerà col disprezzo perchè sono una donna sposata.........dimmi Padre.....in quale disegno era posta questa tavola.........dimmi Padre perchè ho vissuto serenamente...per poi vivere questo inferno........".........

Un suono di campane e tornai tra i vivi......le campane della cappella......." Daizer.....ascolta.....nessuno può suonarle a quest'ora......solo...ricordate il Prete e il Borgomastro........io...io...sono certa che sta accadendo di nuovo....Flees...non puoi capire....ma se sei ancora con noi...devi imparare a credere..così come ha fatto Daizer...senza mai chiedersi chi fossi.......senza mai chiedersi.......nulla...ha sempre creduto.....".....Non aspettai nessuno..o perlomeno non aspettai Flees......sapevo che Daizer era dietro di me...così come accadde la prima volta......

La cappella era appena illuminata...c'erano poche candele accese, un colore giallastro si diffondeva all'interno di quel piccolo luogo Sacro...e un Prete di spalle....pregava sommessamente......." Aspettiamo che finisca.......sarà lui a dirci cosa dobbiamo fare...il Borgomastro ci sta guidando...."......

Guisgard 22-05-2014 18.07.39

Era ormai quasi sera e nella foresta le ultime luci andavano, pian piano, perdendosi nel crepuscolo.
“I miei omaggi, lady Altea.” Disse padre Giordano riconoscendo la dama. “Si, è stato vostro fratello a pregarmi di raggiungervi insieme a questi due nobili cavalieri. Permettete che ve li presenti... sir Rodolfo d'Ottone e suo nipote Destrus.” I due salutarono Altea con un cortese inchino. “Sono esperti cacciatori giunti qui per la triste e misteriosa questione della bestia. Ma ora affrettiamoci... presto sarà buio e dunque meglio dirigerci subito a Solpacus.”

Guisgard 22-05-2014 18.13.13

“Calma, calma, mia novella Giovanna d'Arco.” Disse Riccardo ad Eilonwy. “Non state correndo un po' troppo? Non sappiamo nulla di questo misterioso cavaliere nero.”
“Vi ringrazio, damigella.” Fece Ymma. “Il cavaliere nero altro non è che la tristezza e la malinconia che dominano in questo maniero. Esso rappresenta gli errori ed i peccati di cui si macchiano gli uomini e di conseguenza simboleggia le pene che sugli empi poi ricadono.”
“Cosa significa empi?” Chiese Enis a sua sorella.
“Va a controllare se la cena è pronta, Enis.” Fissandolo Ymma. “I nostri ospiti gradiranno di certo terminare il loro pasto e poi riposare.”
Il piccolo annuì ed obbedì a sua sorella.
“Perdonatemi, milady...” Riccardo ad Ymma “... ma ho notato che riferendovi a quel cavaliere avete detto esso e non egli...”
“Infatti.” Annuì Ymma. “Perchè quel cavaliere non ha nulla di umano.”

Guisgard 22-05-2014 18.17.50

Elisabeth, seguita da Daizer e da Flees, si diresse verso la cappella del cimitero.
Qui, entrando, trovarono qualcuno intento a pregare.
Ma con loro somma sorpresa, quando costui si voltò, si rivelò non essere il prete.
Era un uomo gobbo e dal volto deforme.
“Dicci...” disse Daizer “... dov'è il prete?”
“Ui” farfugliò quello “un è iuno prete... ui olo orti...”
“Ma come diamine parla?” Fissandolo Flees.
“Tu chi sei?” Chiese Daizer.
“Ono” rispose il gobbo “o'ampanaro...”
“Un bel guaio...” scuotendo il capo Daizer “... non credo che costui potrà esserci utile...”
“Hi siete oi?” Domandò il gobbo ai tre. “Vivi o orti?”
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Altea 22-05-2014 18.28.42

Ormai eravamo nella strada per Solpacus e feci rallentare i passi di Cruz..."Padre Giordano, cosa vi ha detto mio fratello? E vi ringrazio sir Rodolfo e sir Destrus per esservi resi volontari ad arrivare fino qui..volete pure voi uccidere la bestia...vi è un nemico più grande, il duca Gvin..mi sembra il suo ducato sia vicino a Capomazda, forse si chiama San Marco di Saggestia...la mia mente ha voluto dimenticarlo del tutto" e risi..."Ecco laggiù vi è Solpacus, però vi sembrerà strano, per un motivo di cose io preferisco soggiornare alla locanda anche per scappare a quel duca..o il mio promesso sposo pure si arrabbierà..vero padre Giordano? Forse è meglio facciamo finta di non conoscerci cosi potrete vagliare da soli la situazione" e guardai i due cavalieri sorridendo e raccontai pure la scomparsa di Thomas.

Guisgard 22-05-2014 18.31.29

Roxanne fissò Clio che la guardava a sua volta con occhi supplicanti.
“In verità” disse la fanciulla “è quasi sera ormai e mio zio non è ancora tornato... magari se ritornerete domattina ci sarà lui e saprà darvi del latte fresco...”
“Posso farvi una rivelazione?” Fissandola Guisgard. “Un segreto?”
“Certo.” Annuì Roxanne.
“Vedete, la mia bellissima moglie, di cui sono follemente innamorato come fosse il primo giorno, è in dolce attesa...”
“E' meraviglioso.” Sorridendo Roxanne.
“Si, meraviglioso.” Annuendo il cavaliere. “Ed ella ha espresso il desiderio di mangiare quel dolce proprio stanotte... si tratta di un dolce la cui preparazione richiede almeno un paio d'ore... dunque se dovessimo rimandare a domattina, beh, lei passerebbe la notte a sospirare per il mancato desiderio... ed io voglio che lei sospiri solo per me... credete sia troppo romantico? Magari la vizio troppo...” voltandosi verso Clio “... eh, ma non riesco a farne a meno... guardatela...” indicandola a Roxanne “... avete mai visto occhi più belli? Secondo voi, ditemi, sono più simili al cielo terso di un pomeriggio primaverile, oppure a quelle mattinate estive sul mare, nell'istante sfuggente in cui l'acqua ed il cielo assumono il medesimo colore, prima che il Sole levandosi abbandoni del tutto l'orizzonte ?”
“Sono occhi bellissimi, messere” sorridendo di nuovo Roxanne “e temo che voi siate irrimediabilmente perso nel loro colore.”
“Si, lo penso anche io...” sospirando Guisgard, sempre con lo sguardo verso la sua finta moglie.
“Non che questo sia un male, anzi.” Precisò divertita la fanciulla.
“D'accordissimo.” Sussurrando il cavaliere.
“E sia, entrate...” fece Roxanne “... attenderemo mio zio... non tarderà a tornare e vedrà lui come accontentarvi.”
“Siete un Angelo!” Sorridendole Guisgard.
La fanciulla, così, fece entrare i tre ospiti in casa.
Era questa una costruzione in pietre e legna, non troppo piccola e molto accogliente.
All'interno, tra mobili in noce fatti con una certa maestria, con mensole accomodate con piatti di porcellana e posate d'argento, figuravano diversi animali impagliati.
Volpi, faine, uccelli di vario tipo, come gufi, civette, nibbi, fagiani e poi marmotte, scoiattoli, persino un cinghiale.
Ma ciò che colpì Guisgard era la totale mancanza in quella casa di oggetti sacri, quali Crocifissi o immagini di Cristo, della Vergine e dei Santi.
“Vostro zio si occupa di caccia, oltre che di pastorizia?” Chiese a Roxanne.
“In passato.” Rispose la fanciulla. “Molto tempo fa, prima che io nascessi. Mi racconta spesso che aveva anche un allevamento di cani che utilizzava come guardiani per il pascolo. Ma ora questa sua passione non lo affascina più.”
“Capisco.” Mormorò il cavaliere. “E ditemi... non vi spaventa vivere qui, in questa casa, nel bel mezzo della foresta?”
“Vi riferite alla bestia, vero?”
“Beh, si.”
“Di notte non usciamo mai” disse la fanciulla “e chiudiamo ben bene le porte.”
“Basta questo per farvi stare al sicuro?” Domandò Guisgard.
“La bestia sa come e dove colpire.” Sentenziò la giovane.
“Davvero?” Incuriosito Guisgard.
“Si...” annuì lei “... mio zio dice sempre che se è Destino morire sotto i suoi attacchi nessuno allora può farci nulla.”
“Interessante teoria.” Guardandola il cavaliere.
“Sedetevi, prego...” sorridendo Roxanne “... vi preparerò qualcosa da bere... una tisana aromatizzata con alloro e miele vi va?”
“Non ci sarebbe del vino?” Chiese Mime.
“La tisana andrà benissimo, grazie.” Disse Guisgard, lanciando un'occhiata truce al rigattiere.

Guisgard 22-05-2014 18.42.49

“Una locanda...” disse perplesso padre Giordano ad Altea “... è questo dunque il vostro alloggio, milady? Voi che siete nobile di nascita e virtuosa d'animo?”
“Milady...” intervenne Rodolfo “... conosciamo i blasonati duchi di San Marco di Saggesia... stirpe aristocratica ed autoritaria, divisa da anni di lotte dai nobili Taddei, ora però in pace con i dominatori di Capomazda... vostro fratello ci ha chiesto di raggiungervi per la vostra incolumità... a noi non interessa cacciare la bestia di queste lande, a meno che essa non rappresenti un pericolo per la vostra persona. Dunque vi saremo alfieri, milady, per ogni pericolo o noia che possa riguardarvi... non permetteremo più a quel duca di importunarvi.”
“Forse milady si sentirà più tranquilla in quella locanda, messer zio e...” fece il giovane Destrus.
“Impara a seguire i dettami di tuo zio, ragazzo.” Lo interruppe padre Giordano. “Egli sa di certo come comportarsi ed agire in ogni situazione.”
“Si, monsignore...” annuendo Destrus.

Eilonwy 22-05-2014 18.46.03

“Non ha nulla di umano. E che cosa è uno stregone?....Un vampiro?.....Un demone?....Comunque se è lui a darvi noia, lo tolgo subito tra i piedi! Ma che cosa fa di tanto terribile, oltre a rapire le persone?....Se le mangia o le tortura prima di ucciderle?.....Ditemi la verità è anche uno dei vostri pretendenti?” ne feci di domande.
Lady Ymma mi sorrise, forse le stavo proprio simpatica.
La guardai sorridente e curiosa.

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Altea 22-05-2014 18.58.26

"Effettivamente..io non saprei quindi che fare qui a Solpacus più...solo cercare Thomas...vi sono ben altri cavalieri che mirano alla bestia" pensai con rammarico...e pure gli ho donato il mio velo...e non capisco perchè mi tratta in modo quasi sibillino..è la prima persona che non riesco a comprendere, a volte mi sento spiazzata davanti a lui.
"Comunque penso sir Destrus abbia ragione padre Giordano, io ho soggiornato pure da lady Gertrude..anzi soggiornavo e per una serie di casualità sono dovuta rimanere a Solpacus e poi negli alloggi vescovili..il duca Gvin ha dichiarato apertamente il suo amore per me e vuole pure sposarmi, infatti mi sta rendendo la vita impossibile e non posso permettere di dormire sotto quasi il suo tetto...forse sir Destrus potrebbe farmi compagnia nella locanda..ovviamente in altra stanza" e sorrisi al ragazzo.

Clio 22-05-2014 19.00.10

Ascoltai rapita Guisgard che si inventava tutta la storia.
Sorrisi, con gli occhi nei suoi quando parlò dei miei occhi.
Tutte quelle similitudini, quei riferimenti poetici. Ah, si.. bisognava dargliene atto: ci sapeva davvero fare.
E funzionò, Roxanne ci fece entrare.
Ci sedemmo, e si propose di darci una tisana calda.
"Vero.. soltanto vostro zio è riuscito a salvarsi, per fortuna.." sorrisi "Comunque, Siete davvero bravi a vivere qui di questi tempi.. io non riuscirei a dormire tranquilla..."
Guardai gli animali impagliati alle pareti, sembrava la casa di un cacciatore più che di un pastore.
Ma Guisgard chiarì anche quei miei dubbi.
"Grazie, marito caro.." mormorai, prendendogli la mano "Cosa farei senza di te.. Sempre pronto a realizzare i miei desideri..." sorrisi.
Come potevamo scoprire se nascondevano qualcosa? Certo non sarebbero venuti a dirci nulla.
Eppure, quando avevo nominato il fischio l'ultima volta che eravamo stati nella casa di Enar, Roxanne aveva detto qualosa come "Potrebbe riferirsi a quello che diceva la mamma?" o qualcosa del genere, non ricordavo bene.
Ma Enar non aveva voluto dirci nulla, e la cosa mi aveva insospettito.
Dunque Roxanne era davvero la figlia della strega?

Guisgard 22-05-2014 19.14.56

“E ditemi...” disse Guisgard a Roxanne “... vivete soli qui, voi e vostro zio? I vostri genitori?”
“Mia madre” rispose la fanciulla “è morta dandomi alla luce... e mio zio mi prese con sé, crescendomi come fossi sua figlia...”
“Perdonatemi, io non sapevo...” fissandola il cavaliere.
“Non preoccupatevi.” Sorridendo Roxanne. “Io sono felice qui con mio zio e non mi manca nulla.”
“Scusatemi” alzandosi Guisgard dalla sedia “ma vorrei controllare se ho legato bene i cavalli alla staccionata...” si chinò su Clio come a volerla salutare “... ci impiegherò solo un momento, piccola...” sorridendole e baciandola lievemente sulla bocca.
Poi uscì.
“La tisana è quasi pronta...” disse Roxanne a Clio “... il tempo di addolcirla col miele, così vostro marito la troverà bella fumante...” le sorrise “... siete davvero fortunata... non ho mai visto un uomo più innamorato...”
Ma nel versare la tisana nelle tazze, la ragazza scoprì accidentalmente il polso e Clio notò un tatuaggio.
E ricordò subito di averlo già visto.
Era infatti uno dei simboli incisi sulla pierta scoperta nella foresta.
Intanto Guisgard era uscito fuori.
“Vediamo se riesco a trovare qualcosa di interessante...” guardandosi intorno “... devo sbrigarmi, non ho molto tempo...” ma in quel momento sentì qualcosa nell'aria.
Un fetido insopportabile che appestava la zona.
“Diavoli dell'Inferno...” coprendosi naso e bocca con la mano “... che olezzo insopportabile... sembra che qualcosa stia marcendo da qualche parte...”
Proprio in quell'istante vide arrivare qualcuno.
Era Enar che ritornava a casa.

Guisgard 22-05-2014 19.23.57

“Si, certo.” Disse il giovane Destrus.
Voi cosa ne dite, cavaliere?” Chiese padre Giordano a Rodolfo.
“Potrebbe funzionare” mormorò questi “ma tu devi essere vigile e in caso di pericolo non fare nulla di intentato.” Fissando suo nipote.
“Si, zio.” Annuì Destrus.
“E sia.” Disse Rodolfo. “Allora io accompagnerò padre Giordano al Palazzo Vescovile, mentre tu scorterai lady Altea alla locanda. Mi raccomando, proteggila a costo della vita.”
“Non temere, zio.” Sorridendo Destrus.
“Vi raggiungerò alla locanda io domattina.” E detto ciò, Rodolfo partì insieme al chierico.
Altea e Destrus invece galopparono verso Solpacus, fino alla locanda.

Guisgard 22-05-2014 19.32.06

“Il cavaliere nero” disse Ymma “in realtà nessuno sa dire chi o cosa sia veramente. Tutto accadde con la festa di Pentecoste di uno fa... mio padre organizzò una giostra e molti cavalieri giunsero qui per dimostrare, col proprio valore, l'amore che nutrivano verso le loro amate. A vincere il torneo fu sir Peruin...” e a pronunciare quel nome, un vago rossore lambì le sue gote ed una viva luce infiammò i suoi occhi “... ci fu allora un gran banchetto per i festeggiamenti ed i nobili presenti cominciarono a discutere su vari argomenti, tra cui l'Amore... sorse così un dibattito sull'assolutezza o meno di tale sentimento... alla fine quasi tutti furono d'accordo nel ritenere che l'Amore non è assoluto, ma vive di compromessi e che le debolezze umane sono inevitabili, ma in nessun modo possono inficiare tale sentimento... in pratica vinse l'idea che l'Amore può non essere eterno, che richiede compromessi e che il tradimento non intacca il suo valore...” sospirò “... e allora, nel bel mezzo del ricevimento, come un oscuro incantamento, si presentò nella sala un poderoso cavaliere bardato di nera e lucente corazza... con lui vi era un nano e fissandoci tutti così sentenziò...”
Seguì un attimo di angoscioso silenzio e poi la dama ripetè le parole del nano:

“Siccome ritenete che l'Amore non sia perfetto, allora chiunque cederà alle lusinghe di tale sentimento, prima di raggiungerne i frutti, dovrà confrontarsi con la perfezione del Cavaliere Nero.”

“Detto ciò” riprese Ymma “il nano andò via ed il cavaliere si chiuse nel nostro giardino. Da quel momento ha affrontato decine di innamorati, uccidendoli tutti.”
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Altea 22-05-2014 19.37.28

Vidi padre Giordano e sir Rodolfo partire sicuri...era un cavaliere sicuro di sè, non avevo dubbi mio fratello avesse mandato uno dei migliori.
Mi voltai verso Destrus sorridendo.."Bene...siamo riusciti a convincerli, ma non dovete vedermi come un vostro padrone o superiore, in famiglia mi hanno insegnato la semplicità..allora alla locanda, li berremo qualcosa per ristorarci in modo qualcuno possa vederci assieme, ma fate attenzione...agli uomini del duca Gvin e a lui stesso, sono pericolosi e non sono da sottovalutare".
Arrivammo a Solpacus e andammo a legare i cavalli ai padiglioni e ci sedemmo a un tavolo e ordinai qualcosa da bere e chiesi di dare una stanza a Destrus possibilmente vicino alla mia.

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Eilonwy 22-05-2014 19.50.38

Con delicatezza accarezzai la spalla di Lady Ymma.
“State tranquilla, Milady!.....Ci penserò io a far cambiare idea al Cavaliere Nero. Così voi potrete sposarvi e vivere felice e contenta insieme a Sir Peruin. E poi, ho anche io un asso nella manica: ossia i miei poteri da sirena e Sir Riccardo, il quale per me anche se luminoso come l’ Arcangelo Michele è allo stesso tempo un tenebroso ed oscuro cavaliere errante. Non trovate anche voi che i suoi capelli neri come un corvo o un pipistrello, i suoi intelligenti occhi di ghiaccio, la sua carnagione diafana e la sua slanciata e muscolosa altezza……lo rendano un degno avversario del Cavaliere Nero?” affermai vivacemente con ingenuità.

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elisabeth 22-05-2014 19.53.24

Quando quello che sembrava un prete si voltò...con nostra sorpresa...si rivelò essere un gobbo......parlava in maniera strana...ma in realtà i suoi denti se li era giocati a dadi e la sua bocca era deforme........ " credo di aver compreso che siete il campanaro.....e quindi nessuno fa caso al fatto che di notte voi suoniate.......intanto dovete stare tranquillo siamo vivi.....e stavamo cercando qualcuno che conoscesse il posto dove vengono sepolti i bambini .....voi forse potreste esserci di aiuto se vi va........Cerchiamo un bambino o un ragazzo di nome Tobia.....sapete se si trova sepolto qui ?...".......Il Gobbo mi guardò incuriosito......i suoi occhi erano pieni di curiosità......." Guardate che dico il vero...siamo vivi.....vi presento Flees mio nipote e Daizer mio sposo....."...ci sono cose che alcune persone avvertono vuoi per istinto o per capacità e una maga o una strega in un luogo sacro.......può alle volte.....procurare curiosità a che ha di queste doti

Guisgard 22-05-2014 20.07.14

Il gobbo fissò Elisabeth ed annuì.
Restò per qualche istante pensieroso.
“Io un so i essun ambino...” disse “... essun ambino a ome Obia...”
“Mmm...” mormorò Daizer “... credo che lui ricordi a memoria tutti i nomi delle tombe... e mi pare di capire che non vi è nessun Tobia in questo cimitero...”
“Splendido!” Esclamò Flees. “Ammesso sia attendibile questo tipo... non dimentichiamo che un momento fa ci ha scambiati per morti...” sarcastico il cavaliere “... anche se...” sussurrò avvicinandosi ad Elisabeth, cercando il contatto col suo corpo “... io mi sento vivo e vegeto... in gran forma direi... e voi, zia... come vi sentite? Anche voi mi sembrate in forma splendida...”

Guisgard 22-05-2014 20.21.00

Altea e Destrus giunsero così a Solpacus e poi alla locanda.
Presero una stanza per il giovane cavaliere, accanto a quella di Altea e poi restarono ad uno dei tavoli a bere.
“Ditemi, milady...” disse Destrus alla bella avventuriera “... quando avete visto per l'ultima volta vostro fratello? E poi quelle tracce, il medaglione e il mantello, non presentano nulla di particolare? Voglio dire... macchie di sangue o graffi, strappi, qualcosa insomma che faccia pensare ad una lotta... secondo me dobbiamo capire se la sua scomparsa riguarda la bestia oppure no... almeno per avere una pista da seguire...”
In quel momento nella locanda entrarono alcuni cavalieri.
Erano quelli al servizio di Gvin.

Guisgard 22-05-2014 20.27.40

“Sir Riccardo” disse Ymma ad Eilonwy “è senza dubbio un valente cavaliere e so che le vostre abilità sono non comuni, damigella. Ma il Cavaliere Nero non è un semplice cavaliere. Io credo che Qualcosa di Ultraterreno lo protegga e lo renda invulnerabile. Io stessa ho visto morire decine di forti cavalieri.”
“Ma ditemi...” fece Riccardo “... il vostro amato? Perchè non lo sfida?”
“Egli vorrebbe farlo” rispose lei “ma sono stata io ad imporgli di desistere. Se egli sfidasse il Cavaliere Nero, so che farebbe la medesima fine di chi lo ha preceduto. Ed io non voglio perderlo. Ma purtroppo fino a quando il Cavaliere Nero ci terrà sotto il suo gioco, io non potrò coronare il mio sogno d'Amore con il mio amato.”

elisabeth 22-05-2014 21.28.38

Nessun Tobia...nessun bambino...nessun Comino il Maniscalco.....O mio Dio....ma chi stavamo cercando......scrutavo quell'uomo dalle fattezze strane....doveva avere una grande memoria........." Ascoltate...c'e' un Borgo che sorge molto distante da qui......e' fatto di morti che la notte al suono della campana all'interno della chiesa si radunano e diventano vivi.......sono morti viventi...questo lo comprendete....visto che non sapevate se fossimo vivi o morti quando ci avete visti.......o meglio.....al suono della vostra campana...qualche volta appare qualcuno ?.....magari...non fa del male...ma vorrebbe dire qualcosa.....perchè vedete.......e' probabile che voi conosciate la tomba di Comino il Maniscalco.......sciocchezze da donna.....ma forse lui la notte passa di qui....e magari..voi sapete dove riposa durante il giorno....."......O forse...ci sarebbe apparso...o forse sarei caduta in un sonno profondo e lo avrei incontrato.....o forse.....o forse....stavo ascoltando le parole di Flees......la sua vicinanza.......le sue carezze rubate.....mi annebbiavano la mente i sensi...erano più forte della ragione........avrei voluto mollare tutto e vivere sino allo stremo delle forze quella passione che stava sfiorando la pazzia........ma Daizer era lì e aveva fiducia in me.....e dovevo farmi forza....dovevo aggrapparmi.....non sapevo più a cosa...se non agli abiti di Flees perchè avessi potuto toglierglieli di dosso....con passione........con la consapevolezza di non poter più tornare indietro........" Si...mio nipote ha ragione......e' questo che desideravo dirle...siamo tutti vivi e vegeti e godiamo di ottima salute..........ora la prego..faccia mente locale.....".....mi sedetti su una panca....mi sentivo sconfitta ?.......no....mi sentivo terribilmente donna...in una situazione che non aveva nulla a che vedere col mio stato d'animo......pregavo solo...che quell'uomo riuscisse a far luce.....quella sembrava una ricerca dove ogni punto era un vicolo cieco....

Altea 22-05-2014 21.55.18

La locanda sembrava stranamente tranquilla...il mio sguardo vagava ma stavo attenta alle parole del giovane cavaliere e notavo lo sguardo incuriosito del locandiere e il via vai della moglie che ci osservava..e sorrisi scuotendo il capo.
Ma quel sorriso svanì quando stavo iniziando a parlare di Thomas visto entrarono gli uomini di Gvin...afferrai Destrus ad un braccio e gli feci segno di seguirmi...e cosi raggiungemmo la mia camera.."Erano entrati gli uomini di Gvin, potevano ascoltarci" gli diedi il medaglione di Thomas e il suo mantello..."Quando l'ho visto l'ultima volta..oh si ricordo bene, stavo leggendo un libro al palazzo vescovile, vi era la festa di San Michele Arcangelo ma siccome il duca mi tallonava come un segugio mi rinchiusi in camera...Thomas allora mi spronò ad uscire e divertirmi, il duca si era raggirato mio fratello..Thomas addirittura disse quell'uomo poteva essere utile alla nostra famiglia..potete crederci? Noi che abbiamo il favore dei Taddei, dovremmo aver bisogno di quel duca..con tutto rispetto per il suo rango. Ma per far cortesia a Thomas uscii con Gvin, finchè giungemmo in una gogna, vi era una ladra e la usarono come tiro a segno..una barbaria..il duca le tranciò le trecce, ella piangeva...e io fui incoronata per questo pure...visto mi sono sempre rifiutata di fargli da madrina, lo avrei fatto solo a Thomas. Non sopportai più quella situazione e fuggii da Solpacus...poi ritornai, ma il vescovo mi disse Thomas e Gvin mi stavano cercando..ma tornò solo Gvin, dicendo Thomas si era perso nella foresta e non lo aveva più visto"...silenzio, il ragazzo osservava attentamente gli oggetti di Thomas..."Dite ucciso dalla bestia..beh poco dopo chiesi proprio a Gvin di aiutarmi a cercarlo in foresta...e insomma..la belva stava guerreggiando contro dei mercenari...però vi dico una cosa...qui a Solpacus ho notato i Cattolici non sono molto ben visti, io temo che dietro la belva vi sia qualcuno che operi..per vendicarsi di qualcosa, venne una sacerdotessa pagana tempo fa e la folla era in preda all'estasi".
Mi alzai e sorrisi a Destrus..."Bene, questo per ora è tutto..io sono stanca e se permettete per ora vorrei riposare..potete portarvi gli oggetti di Thomas e controllarli, magari voi noterete un particolare a me sfuggito" congedai il cavaliere, volevo finalmente permettermi un bel bagno e una bella dormita..sperando di non essere in preda agli incubi come sempre.
Estrassi dalla sacca delle essenze alla vaniglia e mirra e sentii ogni parte del mio corpo rilassarsi finalmente.
Mi infilai nel letto e mi stesi ma qualcosa turbava i pensieri..."Ma chi sei tu che vaghi cosi nei miei pensieri?
"Insomma Altea...fa il doppio gioco...si si ti ha salvato da Gvin, se non fosse stato per lui sarebbe salito fino alla camera...Altea, lo ha fatto solo per sdebitarsi dal fatto lo hai salvato...potevi lasciarlo impalato come il Conte Vlad..oh no che cattiveria..e la tisana chiesta alla moglie del locandiere per rilassarti era pure quello per sdebitarsi? Ohh...maledetto il giorno che ti ho incontrato cavaliere...!!!" decisi finalmente di stendermi e mi addormentai dopo quei turbamenti inconsueti per me.

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Eilonwy 22-05-2014 22.30.19

Rimasi pensierosa e poi ruppi quel silenzio imbarazzante: “Uhm…..bene per ora direi di non pensare al Cavaliere Nero. Ci peseremo domani. Milady, ci avete chiamati per della musica, dico bene!?!.....Io vi darò qualcosa di meglio!” ed esclamato questo diedi il flauto a Riccardo affinché suonasse per noi.
Avvolsi me e Ymma in una nube luccicante di polvere di stelle e fiocchi di neve.
Trasformai il suo abito d’ oro e di velluto smeraldino in un abito da ballo fatto di neve bianca-celeste finissima quasi da farla sembrare velluto. In più decorai il suo vestito da ballo con dei ghirigori di ghiaccio argento-dorati e cristalli invernali.
Le sue scarpe furono tramutate in due bianche scarpette da ballo.
Per me, invece, creai un tutù bianco trasparente fatto di delicate lastre di ghiaccio, le quali in base ai movimenti del corpo cangiava di colore come un’ aurora boreale. Alcune volte diventava lillà con sfumature rosa ed argento e in altre azzurro con iridescenze giallo pallido e verde mare. Lo abbellii con degli arabeschi argentei come i raggi della luna.
Convertii le mie scarpe di raso e velluto rosa antico in due candide scarpette da ballo.

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Dissolsi la protezione scintillante.
“Suonate pure, Milord!” incoraggiai il mio amato.
Lo sentì suonare una sinfonia dolcissima ed armoniosa e sia io che Lady Ymma ci mettemmo a danzare in perfetta sincronia.

MELODIA DEL BALLETTO SINCRONIZZATO:
http://www.youtube.com/watch?v=E-5EBVykirY

Guisgard 23-05-2014 01.10.28

Destrus ascoltò con attenzione ogni parola di Altea e poi prese i due oggetti appartenuti a Thomas.
“Stanotte” disse il giovane “li osserverò a dovere e magari scoprirò qualche traccia... domattina poi parleremo a mio zio dei vostri sospetti sulla bestia... ora andate a riposare, milady... a domani, se Dio vorrà...” e i due si separarono.
E Altea, in balia di pensieri e dubbi, infine cadde addormentata...

La foresta, la foschia e l'oscurità ovunque.
Il lieve sibilo del vento fra le foglie, l'enigmatico verso di qualche animale notturno, l'angoscia dell'attesa.
Il lento scorrere del ruscello, l'immensità della notte, l'oblio del mistero e la paura della morte.
Altea camminava a piedi nudi sul pietrisco e sul terreno, abbigliata com'era di una lunga clamide, come le sacerdotesse a cui apparteneva.
Poi una voce lontana.
La chiamava.
Lei la riconobbe, era Thomas.
Corse allora tra i cespugli nella direzione in cui aveva udito suo fratello chiamarla.
Correva, correva, mentre tutt'intorno a lei appariva indifferente.
Finchè vide una figura.
E si avvicinò a quella.
Ma la figura voltandosi rivelò il suo volto: era Gvin.
Il duca la prese con forza tra le braccia, intenzionato ad usarle violenza.
Le sue mani parevano essere una morsa d'acciaio tanto erano forti.
Lei si divincolava.
“Smettila, sciocca!” Urlò Gvin. Sono l'unico che può ritrovare tuo fratello! Ammesso che sia ancora vivo! E comunque è colpa tua se qualcosa gli è capitato nella foresta! Colpa tua! Colpa tua!”
Continuava a gridare.

Altea si svegliò di colpo, con ancora le parole di Gvin che le rimbombavano nella testa.
Guardò fuori e si accorse che era ancora notte fonda.

Guisgard 23-05-2014 01.31.42

Eilonwy ed Ymma, al suono della musica di Riccardo e avvolte dalla magia evocata dalla ragazza, danzarono a lungo, come se potessero fuggire dalle inquietudini e dalle paure che avvolgevano quel castello.
Ma tutto si interruppe improvvisamente, quando nella sala arrivò qualcuno.
“La cena è servita, milady...” disse madama a Ymma “... abbiate dunque la compiacenza di seguirmi insieme ai vostri amici.”
Giunsero così in una sfarzosa sala da pranzo, con la tavola al centro e minuziosamente abbellita, con varie e deliziose pietanze poste su una tovaglia di pregevolissima fattura.
Qui cenarono insieme alla madre di lei ed al piccolo Enis.
Madama invece, pur sedendo con loro, non toccò cibo.
Nei suoi occhi vi era qualcosa.
Qualcosa che il tono austero della sua voce sapeva celare perfettamente.
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Eilonwy 23-05-2014 01.53.35

Mentre ballavamo fummo interrotte dall’ anziana dama di prima, la quale aveva accusato me e Riccardo di essere dei bugiardi.
La seguimmo fino a una sfarzosa tavola più imbandita della precedente.
In quella enorme e sontuosa sala mangiammo insieme al piccolo e fulvo Enis, alla madre di Ymma ed Enis e alla senile dama.
Ero seduta tra Riccardo e Ymma. Dalla parte opposta c’ erano Enis, Madama e la nobile castellana.
Di fronte a me c’ era l’ anziana donna, la quale non aveva toccato cibo e mi fissava in modo austero.
Vidi la madre di Ymma guardare prima sua figlia e poi me. Forse si era accorta che ci eravamo cambiate d’ abito.
Non dissi niente e mi limitai a guardarle qualche volta negli occhi. Quelle due donne mi avevano resa molto timida e timorosa come non mai.

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Guisgard 23-05-2014 02.17.06

Elisabeth si sedette su una panca, resa inquieta da quella situazione che sembrava spingerli in un labirinto continuamente in movimento.
Ma su quella panca la maga avvertiva gli sguardi del suo giovane nipote su di lei, sui suoi abiti, sul suo corpo.
Come se la stesse spogliando con gli occhi.
E sapendo che poco prima lui l'aveva vista completamente nuda d'avanti a lui, allora la sensazione di apparire così anche adesso ai suoi occhi era fortissima.
Si era vestita in fretta e furia, con l'aiuto di lui e non tutti i lacci e i bottoni erano stati stretti o chiusi a dovere.
Così, diverse parti del suo corpo, con pochissimi movimenti improvvisi, potevano in un attimo scoprirsi.
Come la scollatura dell'abito che a fatica riusciva a coprire la sua generosità e la sua bellezza.
Come se bastasse un leggero soffio di vento per far volare via ancora una volta quel vestito e mostrarla di nuovo completamente nuda.
Flees la fissava e lei poteva leggere un folle ed irrefrenabile desiderio negli occhi di lui.
A tratti sembrava quasi che il suo giovane nipote potesse non resistere alla voglia di raggiungerla e strapparle via quegli abiti, per poi prenderla là, davanti a suo marito.
Poi si avvicinò a lei, sedendosi a terra, accanto alla sua panca, restando così quasi inginocchio ai piedi di lei.
E con la mano, di tanto in tanto, le sfiorava le caviglie, per poi accarezzarle i polpacci, senza che Daizer si accorgesse di nulla, intento com'era a cercare una soluzione per la loro enigmatica ricerca.
Il campanaro invece appariva confuso.
Forse avevano preteso troppo da lui.
Infatti cominciò a ripetere, come una cantilena, centinaia e centinaia di nomi che aveva imparato a memoria osservando ogni giorno, per chissà quanto tempo, le lapidi di quel cimitero.
Ma fra quei nomi non pronunciò mai quello di Tomino.
“Forse potrà esserci più d'aiuto il prete...” disse Daizer a sua moglie “... magari conosce il nome del maniscalco... credo arriverà verso l'alba e noi lo aspetteremo qui, che mi sembra un posto tranquillo e sicuro.” Si sedette su ciò che restava di una vecchia tavola di pietra. “Io intanto mi accomoderò qui, perchè tutta questa faccenda mi sta spossando...”
“Riposatevi anche voi, cara zia...” fece Flees, sempre seduto ai piedi della panca “... avete dormito poco prima... non temete, se vi occorre qualcosa ci penserò io...” con tono devoto e servile, come quello di uno schiavo dedito alla sua padrona.
“Bene.” Mormorò Daizer. “Sembra che l'unica autorità che il tuo irriverente nipote riconosca sei tu, Elisabeth. Non male, un po' di umiltà gli farà bene.”
Flees non rispose nulla, limitandosi a fare l'occhiolino alla sua bella zia.


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