Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 19-02-2016 01.41.51

“Accadde qualcosa di terribile...” disse Josephine a Gwen “... qualcosa che nessuno dovrebbe conoscere mai, soprattutto una ragazza giovane e spensierata come voi...” finendo il suo latte “... un incanto così spaventoso che potrebbe togliere la ragione a chiunque ne venga a conoscenza...”
E di nuovo si udì lo straziante ululato, quasi a sancire le parole della nana.

Lady Gwen 19-02-2016 01.54.00

Sospirai poggiando il mento sul palmo della mano, sia per le parole di Josephine che per l'ululato.
"Ti ricordi quando questa mattina mi chiedesti che cosa ci facessi di nuovo qui ed io ti dissi che avevo vagato tutta la notte nel bosco, per poi trovarmi di nuovo qui? Lui mi ha detto che probabilmente il castello mi ha solo salvata, facendomi tornare qui... Ciò che voglio dirti è che probabilmente passerò tutta la mia vita in questo posto e non voglio essere all'oscuro di tutto, vedere il suo sorriso e il suo buon umore velati da quell'inquietudine e quella malinconia..." mormorai con un sorriso triste, ripensando a ciò che era successo nel giardino, per poi guardare Josephine con espressione mesta.

Clio 19-02-2016 01.55.27

Quelle parole di Kostor mi colpirono nel profondo.
Lui era genuino, chiaro, forse anche troppo, ma l'avevo sempre visto come un pregio.
Come potevo rispondergli?
Cosa potevo rispondergli?
Incrociai le braccia davanti a me, e posai la testa sul tavolo, tra di esse, per un lungo istante.
Sconsolata.
Esausta.
Provata.
Rialzai la testa piano piano, per poi prendere il bicchiere e finirlo tutto d'un fiato.
Una cosa che non facevo mai, considerando quanto amavo il sapore del vino.
Una cosa che non facevo da tempo, per dirla tutta.
Ed era strano che fosse proprio Kostor a farmi quelle domande.
Lui che prima di tutti gli altri mi aveva visto.
Lui che aveva visto il mio sguardo.
Spento, ecco com'era.
"Ricordi il giorno in cui le nostre strade sono incrociate?" con voce lontana, e lo sguardo fisso nel vuoto.
Il giorno in cui la mia vita cambiò per sempre.

Quella fredda sera autunnale non era diversa da tante altre.
Sygma si era appena assopita, e ormai la maggior parte della gente aveva preso posto davanti al camino caldo, o alla tavola familiare.
Le immagini che immaginavo nascoste dietro le finestre illuminate avevano un che di serenità.
Io invece no. La serenità l'avevo dimenticata.
Io ero sola, in quella sera uggiosa, con il cappuccio calato sul viso.
Ed era così che mi sentivo: sola.
Sola e triste, la cosa più preziosa che avevo, l'unica luce che illuminava le mie giornate era in realtà un veleno che mi distruggeva dall'interno.
Un veleno entrato talmente tanto in profondità da lasciarmi l'amara consapevolezza che mi avrebbe accompagnato ogni singolo giorno.
Cominciavo a vedere il risultato di quel veleno, dapprima era stato il sorriso a spegnersi, ora era toccato allo sguardo.
Sarebbe mai finita? Non facevo che chiedermi.
Tornerò mai ad assaporare la pace? La spensieratezza, l'allegria?
E poi montava la rabbia, una parte di me non si rassegnava a vedermi in quello stato.
Perché a me? Perché non ho lasciato lì quei maledetti libri?
Perché non ho fatto un'altra strada quel giorno?
Perché... tutte domande senza risposta, e spesso senza senso compiuto.
Mi resi conto di non sapere bene dove stessi andando, ma la cosa non mi dispiaceva.
Non sapevo dove andare, dopotutto.
La zia era stata chiara, dovevo andarmene, presto sarebbero arrivate le guardie di mio padre a cercarmi, e casa sua era il primo nascondiglio plausibile.
Ma dove potevo andare? Avevo molto denaro, certo, datomi da mia zia, ma che potevo fare?
Mi guardavo attorno, attonita, cercando come una risposta nelle fredde e umide pietre della piazza.
Fu allora che la sentii.
Quelle parole saltarono agilmente tutte le difese e giunsero limpide al mio cervello.
Parole volgari, forti, pronunciate ridendo.
Pronunciate in una lingua dura e inconfondibile... quella parlata a Berig.
Berig era una delle tante città libere del ducato.
Casa.. fu la prima reazione.
Come osa questo? La seconda.
Così mi voltai, livida di rabbia e mossi alcuni passi verso un gruppetto di uomini.
Non avevo mai capito come feci a scoprire immediatamente chi era quello che aveva parlato.
Risposi, con un linguaggio non così tanto colorito, ma sicuramente non da dama di corte.
Risposi nella lingua di Miral.
Mi aveva forse preso per una ragazza sygmese che non avrebbe capito una parola?
Non era così.
E la rabbia che avevo in corpo allora esplose, e colpii al volto l'uomo, che mi guardava esterrefatto.
Il colpo arrivò, considerando che l'altro non se lo sarebbe mai aspettato.
Ma non mi bastò, continuai a colpirlo.
Senza più riuscirci, naturalmente.
Ma quella sensazione mitigò il dolore che mi portò dentro, accese i miei occhi di una luce oscura che era sempre meglio del buio.
Lui sembrava divertito (e poi mi confessò di esserlo davvero) e continuava a combattere, in silenzio, senza usare tutta la sua forza, ma senza risparmiarsi.
Sentivo arrivare i suoi colpi, erano forti, molto più di quelli del maestro, eppure non mi importava, eppure continuavo in quella danza meravigliosa.
Perché quello era, in perfetta sincronia. Gli stessi colpi, le stesse guardie, le stesse tecniche.
Senza quasi che me ne accorgessi.
Io, ma qualcun altro se ne accorse eccome.
"Dove hai imparato a combattere così?" la voce imperiosa di Axel irruppe nella mia mentre, sovrastando ogni emozione conosciuta.
Kostor si fermò e mi squadrò divertito.
Io, incredula di quanto avevo fatto, mi voltai, un po' sanguinante verso il nuovo arrivato.
"Il mio maestro è Vortex..." dissi, con una punta d'orgoglio e lo sguardo fiero.
Il sorriso del mercenario si illuminò al pensiero dell'amico che aveva cambiato vita, ma che nel cuore sarebbe sempre rimasto un Montanaro.
Mi tese la mano.
"Ci sai fare, ragazza..." con gli occhi penentranti fissi nei miei "Perché non vieni a bere con noi?" sorridendo.
Io lo osservai titubante, ma poi la pacca sulla spalla e il sorriso colmo di rispetto di Kostor vinsero ogni timore.


Erano stati proprio i Montanari a curare il mio sguardo, e il mio cuore, ridando luce al primo e aiutandomi a proteggere il secondo.
Con loro avevo seppellito quel sentimento che mi divorava l'anima in una cella oscura e nascosta, da dove non potesse più fare male.
Non potevo ucciderlo, per quanto avrei voluto, imprigionarlo era l'unica soluzione.
Eppure ora da quelle buie segrete provenivano urla capaci di spaventare le sentinelle, da far suonare l'allarme in tutto il castello.
E mi sembrava di essere la principessa rinchiusa nella torre. O la duchessa, nel mio caso.
Ma non lo ero più da molto tempo, ormai. Ero solo un mercenario.
Nè cavaliere, né madrina, solo una macchina per uccidere.
E ora non funzionavo nemmeno più tanto bene.
"Qual'è la prima regola di un mercenario?" alzando gli occhi sul mio fratello "Non combattere mai battaglie personali..." sospirai "Ma questa per me lo è...".
Mi versai ancora da bere per evitare di ascoltare quella lacrima che mi solleticava l'occhio e se avesse osato rigarmi la guancia l'avrei infilzata a costo di tagliarmi.
Esitai, per evitare di parlare con voce tremante.
"Conosco Guisgard, ho un conto in sospeso con lui..." dissi, cercando di essere più calma possibile.
"Voglio trovarlo, voglio essere io a trovarlo..." sottolineai "Voglio la mia vendetta, in un modo o nell'altro.." a bassa voce.
"E questo ha offuscato il mio giudizio, credevo fosse lui il misterioso cavaliere, desideravo fosse lui..." a bassa voce "Ho letto gli indizi in funzione di lui, senza essere imparziale... credevo di essermi avvicinata.." scossi la testa e bevvi un sorso di vino "Ma pensando in maniera più razionale potrebbe non essere lui, magari è l'Arciduca in persona.. e la cosa mi fa imbestialire, abbiamo seguito le tracce per niente..." sospirai "Dovrei lasciare il comando ad Elas.." dissi piano "Non sono lucida e non voglio che le mie debolezze mettano a rischio l'intera missione.." distogliendo lo sguardo da Kostor perché non vedesse gli occhi lucidi.

Guisgard 19-02-2016 01.58.37

Altea dopo quei sogni inquieti si alzò e cominciò a spazzolare i suoi lunghi capelli, forse per cercare di ritrovare un pò di serenità.
Si accorse però di non essere l'unica già sveglia.
Infatti dal pianoterra giungevano dei rumori.
Si trattava di Alvaro che già alzato si preparava per il torneo.
Infatti iniziava ad albeggiare.

Guisgard 19-02-2016 02.00.35

Josephine guardò Gwen negli occhi.
"Ditemi la verità..." disse "... voi volete andare via da questo castello?"

Lady Gwen 19-02-2016 02.02.58

Ricambiai lo sguardo della donna.
Mi presi qualche secondo prima di rispondere.
"Perchè mi fai questa domanda, Josephine?"

Guisgard 19-02-2016 02.17.08

Kostor guardò Clio dopo averla ascoltata.
"Che genere di conto aperto" disse versandosi del vino "hai con quel Guisgard? Un conto d'onore? Qualche passato screzio? O di tipo personale?"

Guisgard 19-02-2016 02.20.06

"Perché " disse Josephine a Gwen "se davvero volete andarvene, se volete fuggire da questo castello allora io posso aiutarvi ad andare via." Fissandola negli occhi. "O forse avete cambiato idea?"

Lady Gwen 19-02-2016 02.28.38

Lasciai che il mio sguardo si perdesse nel vuoto davanti a me.
"Buonanotte, Josephine" dissi, dandole un bacio sulla guancia e poi andando via.
Tornata in camera, levai la vestaglia e tornai a letto.
Volevo andare via?
Sì?
No?
E se no, perchè?
Di certo non perchè avessi paura della punizione del padrone.
Volevo fare luce su questa faccenda, su di lui, che sembrava così cambiato, come se quasi si fidasse di me e andandomene, sarebbe stato per me come tradirlo.
Inspiegabilmente, mentre seguivo quei pensieri confusi, mi ritrovai a fissare il mio ritratto sul mobile.
Quel ritratto, che non aveva messo a nudo solo il mio corpo, ma soprattutto la mia anima.

Clio 19-02-2016 02.37.56

Se Kostor non parla molto, dev'essere una conversazione insolitamente seria.
Che conto aperto avevo con Guisgard?
Non mi aveva fatto niente di male, dopotutto.
Oh, quanto sarebbe stato più facile se fosse stato così. Ma non era vero.
Mi aveva distrutto, sì, ma senza nemmeno saperlo.
Forse nemmeno sapeva il mio nome.
E io faticavo a respirare per colpa sua, ogni battito del mio cuore era doloroso per colpa sua.
L'assurdità di quella situazione mi si mostrava, lampante, e forse se non fosse toccato a me, se non fosse stato il mio cuore fatto brutalmente a brandelli la troverei inconcepibile.
Come si poteva arrivare a tanto per Amore? Un Amore silenzioso, puro, un Amore che non potrà mai venire espresso, che non avrà mai compimento, che non avrà mai pace.
Ma un Amore non meno prezioso di quello a doppio senso.
Un Amore unico, solo, ma non per questo meno vero, non per questo meno prezioso.
Un Amore che, in ogni caso, avevo rinchiuso dietro spesse grate di ferro.
Non gli avrei mai permesso di farmi male da laggiù.
"Personale, direi..." sospirai.
Non mi piaceva mentire ai miei uomini, e Kostor era l'ultima persona che mi avrebbe giudicato.
"Lui non ha fatto niente in realtà...." iniziai "Sono io che... la sua presenza mi distrae, mi destabilizza... è un fantasma del mio passato.. voglio stanarlo e sperare che con lui muoiano anche i ricordi che porta con sé..." sospirai.
"Lo amavo.." ammisi infine, pianissimo "Tanto tempo fa.." puntualizzai.
Kostor e gli altri mi avevano visto nel periodo peggiore, quando ormai tutto mi appariva distante e inutile, quando il mio sorriso era spento, così come il mio sguardo. Sapevano pochissimo, ma alcuni sospettavano la verità o qualcosa del genere.

Guisgard 19-02-2016 02.43.05

La domanda di Josephine restò sospesa tra il silenzio di Gwen, i suoi dubbi e le sue inquietudini.
La giovane tornò nella sua camera e tra mille pensieri si ritrovò a fissare quel disegno che la ritraeva quasi nuda.
E proprio guardando quel disegno, la ragazza non poteva evitare di pensare come il padrone l'avesse osservata con molta attenzione, mentre il vapore e l'umidità rendevono il suo vestito bagnato e trasparente.
Ma oltre ciò Gwen notò anche un'altra cosa.
Di come apparisse sereno il suo volto.
Lo era stata davvero?
Così tranquilla, rilassata e forse lieta mentre lui la ritraeva nuda dopo averla di nuovo immaginata così nella sua mente e forse nelle sue fantasie?

Guisgard 19-02-2016 02.51.56

È difficile dire cosa pensò davvero Kostor a quella rivelazione di Clio.
Restò per un lungo istante a fissarla, poi con un'espressione forse indescrivibile si versò altro vino.
E riempì anche il bicchiere della sua compagna.
"Il denaro non ci manca..." disse con tono basso, mentre assaporava quel vino "... lasciamo questa terra, questo incarico e andiamo via... torniamo a Miral e passiamo un'intera settimana a bere fino ad ubriacarci. Dammi retta, buttiamoci tutto alle spalle e andiamocene."

Lady Gwen 19-02-2016 02.57.51

Guardando quel disegno non potevo non ripensare a quel momento nel bagno.
Quel momento in cui il mio vestito aveva mostrato le mie forme e lui mi aveva osservata molto attentamente.
E il mio volto appariva così sereno, non come se la cosa non mi sfiorasse, ma come se quasi mi rendesse lieta, tranquilla, come quando mi aveva chiesto se non mi turbasse che lui mi ritraesse nuda.
Non sapevo dare una risposta a tutto ciò, ma mi ero fidata ciecamente di lui in quel momento e avevo fatto bene.
Ma cos'era che mi aveva resa quasi felice che l'avesse fatto?
Forse che per ritrarmi avesse ripensato a me, nella sua immaginazione momentanea e, forse, chissà, anche nelle sue fantasie?
Non riuscivo a levarmi di dosso le sensazioni che quegli sguardi mi avevo provocato e che, seppur con un po' di imbarazzo, mi erano piaciuti,su di me.
Come le sue mani che avevano accarezzato la mia schiena, il mio collo, i miei capelli.

Clio 19-02-2016 03.03.35

Le parole di Kostor mi scaldarono il cuore.
Ed essendo avvolto da una spessa coltre di ghiaccio oltre che dal ferro, quel calore produsse due calde lacrime che andarono ad insinuarsi agli angoli degli occhi.
Caro, splendido fratello...
Gli posai una mano sul braccio, in un'amichevole e rassicurante stretta e sorrisi.
Sentivo un groppo alla gola che mi avrebbe impedito di parlare senza piangere.
Così attesi, restando in silenzio per un lungo istante.
Poi sorrisi, un sorriso triste e malinconico.
"Non sai quanto vorrei poter tornare a casa.." mormorai, immaginando la città che tanto amavo "Ma sai che non posso, se mi prendessero sarebbe la fine..".
Nessuno sapeva perché, ma nessuno faceva domande.
Era già capitato che qualcuno avesse avuto guai con la legge, certo non potevano immaginare la verità, e io non volevo metterli in pericolo.
Bevvi con gusto il vino che mi aveva versato Kostor.
"Sarebbe bello, già..." guardando il fondo del bicchiere "Ma scappare non risolve niente, spero di chiudere questa storia una volta per tutte.." sospirai "E chi sa mai che non sia la volta buona.." abbozzando un sorriso.

Guisgard 19-02-2016 03.10.21

Quei pensieri divennero subito immagini e Gwen rivide ogni attimo trascorso col padrone nel bagno e poi in giardino.
Il suo sguardo, le sue mani, le sue carezze.
Poi il disegno.
Cosa pensava davvero quell'uomo?
Mentre la guardava, la toccava e la ritraeva immaginandola nuda?
E nel vagare tra quei pensieri, Gwen si accorse che il cielo si stava schiarendo.
Era ormai l'alba.

Guisgard 19-02-2016 03.16.20

"E poi non è detto che quel Guisgard sia ancora in giro..." disse Kostor a Clio "... magari è andato via, o forse è già stato ucciso... la vita da queste parti in questo periodo non vale poi molto... si, magari neanche lo incontreremo più." Guardando la ragazza.

Lady Gwen 19-02-2016 03.17.35

Ripensavo ad ogni momento trascorso con lui, nel bagno e poi nel giardino.
Pensavo ai suoi sguardi, le sue carezze e non potei fare a meno di chiedermi cosa avesse pensato mentre mi guardava, mi toccava e mi ritraeva, immaginandomi come se fossi di nuovo nuda, davanti a lui.
mi ritrovai a pensare anche a quanto io fossi cambiata, da quando ero qui e la cosa mi sorprese non poco.
Presa da tutte queste riflessioni, non mi accorsi che era già l'alba.
Rimasi allora un'altra mezz'ora a letto, per poi alzarmi e prepararmi,

Clio 19-02-2016 03.23.51

Sorrisi a Kostor, per poi scuotere la testa.
"No, verrà al torneo.. su questo non ci piove..." sospirai "E io ho davvero l'opportunità di riconoscerlo anche sotto mentite spoglie.." un brivido mi attraversò "Almeno servirà a qualcosa..." sussurrai pianissimo, senza specificare il soggetto di quella frase, ma mi sembrava piuttosto ovvio.
"Non so però se si tratta dell'uomo di cui abbiamo seguito le tracce fino ad oggi..." pensierosa, e tornando seria e concentrata "Gli indizi portavano a lui, ma perché pensavo fosse l'unico capomazdese, potrebbe benissimo non essere così a questo punto... l'avrei saputo se fosse diventato Arciduca.." esclamai "Forse.." ridimensionando quel pensiero.
No, quel cavaliere non era lui, e io avevo preso un abbaglio.
Fortuna che me n'ero accorta in tempo.
La verità era che volevo vederlo, volevo incrociare quello sguardo da vicino e poter rassicurare me stessa che non sarebbe stato in grado di farmi del male.
"Ad ogni modo, se lo incontrerò lo ucciderò, oppure lui ucciderà me, in ogni caso, fine della storia!" sentenziai, bevendo fino all'ultima goccia del bicchiere di vino.
Non riuscivo ad immaginare morte migliore, in realtà, dopotutto mi aveva ucciso già molte volte, una di più, che differenza poteva fare a quel punto?

Guisgard 19-02-2016 03.31.56

Gwen si alzò, per poi prepararsi e scendere nella corte.
Qui i servitori erano naturalmente già svegli, con Josephine intenta a dare disposizioni per la colazione.
"Presto, su..." disse ad alcune servitrici "... le uova devono essere di giornata e badate che il pane non sia troppo abbrustolito... il prosciutto poi deve essere appena tagliato quando arriva in tavola..."

Lady Gwen 19-02-2016 03.36.36

Una volta pronta scesi di sotto, dove trovai Josephine indaffarata a dare disposizioni per la colazione e sorrisi.
"Oh Josephine, non stressarle di prima mattina. Buongiorno" salutando tutti, sorridendo.

Guisgard 19-02-2016 03.39.39

Kostor ascoltò Clio senza interromperla e senza neanche replicare nulla a quella sua ultima esternazione.
Si limitò a bere un altro bicchiere di vino.
"Se lo affronterai con quest'entusiasmo" disse infine "di sicuro non avrà difficoltà ad ucciderti. Anzi, credo che chiunque riuscirebbe a farlo. Hai dunque deciso di morire da idiota, dopo aver combattuto sempre da prode? Liberissimo di farlo, ma prima gradirei di avere la mia parte di paga." Con tono secco, volto perlopiù a spronarla.

Guisgard 19-02-2016 03.45.23

"Oh, il padrone è molto esigente, soprattutto di primo mattino." Disse Josephine a Gwen. "Buongiorno anche voi. Su, ditemi cosa gradite per colazione. Se posso accontentare il padrone, non vedo perché non possa fare lo stesso con voi, Gwen." Sorridendo.

Clio 19-02-2016 03.49.20

Sorrisi a Kostor, scuotendo la testa.
"Sono solo esausta.." sospirai "l'entusiasmo ce l'avevo eccome, credimi, all'inizio di questa storia, ma questa attesa inconcludente mi ha prosciugato le energie... odio aspettare e tu lo sai, e ancor più odio aspettare per niente.. e questi indizi contrastanti mi hanno mandato in bestia..." sbuffai.
"Forse dovrei dormire un po'.." pensierosa "Il mio piano potrebbe essere andato a farsi benedire, me ne serve un altro..." sospirando "O meglio potrei anche tenerlo ma sarà molto più difficile...".

Lady Gwen 19-02-2016 03.50.03

Sorrisi a Josephine, annuendo.
Del latte e una focaccia andranno benissimo" risposi, osservando incuriosita il via vai di servitori intorno a me.

Guisgard 19-02-2016 04.16.32

Clio parlava con Kostor delle sue sensazioni e dei suoi pensieri su quella faccenda, quando i due mercenari si accorsero che i due frati avevano terminato il loro pasto.
Infatti pagarono e lasciarono la locanda.

Guisgard 19-02-2016 04.20.11

E mentre Gwen parlava con Josephine, nella corte arrivò il padrone.
"Buongiorno, signore." Con un inchino del capo la nana. "Avete riposato bene?"
"Buongiorno." Rispose l'uomo. "Ho riposato come solitamente mi capita in notti come questa appena trascorsa."

Dacey Starklan 19-02-2016 09.24.52

Dovevo ammettere la mia ignoranza in quel campo, le armi usate nella mia terra erano diverse e mi veniva difficile comprendere quale spada o corazza fosse la migliore.

Iniziai a guardare e sfiorare quei ferri pensando su come fare poi mi voltai verso il pellegrino, lui sembrava apprezzare quelle armi, valeva la pena tentare.

<< Scusatemi... Io avrei bisogno di un consiglio su cosa scegliere>>

Lady Gwen 19-02-2016 13.12.59

Mentre parlavo con Josephine, arrivò il padrone.
Mi faceva uno strano effetto vederlo dopo aver trascorso la notte a ripensare al giorno prima e a tutte le sensazioni che aveva portato con sè.
"Buongiorno" lo salutai sorridendo, con un lieve cenno del capo.
Non dissi altro.
Ormai avevo capito che non andava preso di petto, ma dovevo semplicemente cogliere e assecondare quegli attimi in cui appariva più tranquillo e sereno e non avrei più rischiato di compromettere quella sorta di equilibrio che pareva si fosse creato, se non contiamo la parentesi delle rose nere.
Lo avevo capito un po' tardi, quando avevo già battuto la faccia più e più volte, ma meglio tardi che mai.

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Altea 19-02-2016 14.41.18

Mentre spazzolavo i capelli presa da un vortice di sensazioni, udii Alvaro al piano di sotto .. canticchiava e si stava preparando.
La luce del sole entrava da est nella camera, ormai era l' Alba ma ne fui lieta, almeno non mi sarei tormentata.
Preparai della acqua calda e mi immersi in una tinozza con delle rose e rimasi li, il calore dell' acqua sciolse la tensione di quella nottata.
Sistemai i capelli e li ondulai e poi afferrai il vestito..forse Madama Sibille avrà avuto una figlia pensai..quelle sono tutte vesti di una ragazza.
Lo indossai impacciatamente, non avevo mai messo un vestito cosi bello ed elegante. Ma fui agile a stringere i lacci neri del corpetto, presi la coroncina dal tavolo e la misi sui capelli.
Legai alla cinta il velo verde puntato di gigli in oro che si intonava col colore smeraldo della ampia gonna.
Già la scollatura...risi tra me e me...ma presi un piccolo stiletto e lo misi dentro al corpetto, proprio tra il seno..non mi fidavo degli uomini del Maresciallo anche se sapevo vi era Solo e i suoi amici.
Fu rovistando nella mia vecchia scatola di latta che trovai quel velo impalpabile tra l' arancio e il lilla..lo tenevo il giorno di quel torneo..immaginando di poterglielo solo donare. Lo piegai e lo misi in una tasca laterale della gonna..mi avrebbe portato fortuna, tutto al più avrei potuto strozzare un soldato, e pensai a questo con freddo sadismo.
Scesi le scale baldanzosa, era pure una giornata di festa.."Sono pronta futuro Campione".

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Clio 19-02-2016 23.25.07

I due monaci lasciarono l'edificio.
Ormai eravamo lì, e conveniva andare fino in fondo.
"Seguiamoli" dissi a Kostor.

Lady Gaynor 20-02-2016 00.28.30

Galoppammo fianco a fianco in silenzio, senza mai fermarci, desiderosi di arrivare a Monsperon il più presto possibile. Stava ormai albeggiando quando scorgemmo il poggio sul quale si adagiava la città, bellissimo e indolente paesaggio che mozzava il fiato.
"Quanto manca ancora?" Chiesi ad Adespos "E cosa conti di fare non appena metteremo piede in città?"


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Guisgard 20-02-2016 00.55.51

Il padrone si sedette e cominciò a fare colazione.
Mangiava di gusto e mostrava un ottimo appetito.
“Buono questo pane bianco...” disse l'uomo mangiando “... è il solito forno?”
“Si, signore.” Annuì Josephine. “Il forno del vecchio Bin.”
“E tu non fai colazione?” Il padrone a Gwen.

Lady Gwen 20-02-2016 01.00.54

La domanda del padrone mi riscosse dai miei pensieri.
"Oh sì Signore, stavo per iniziare, sono appena scesa" con un leggero sorriso, iniziando a fare colazione con latte caldo e una focaccia dolce.

Guisgard 20-02-2016 01.04.36

Il pellegrino si voltò verso Dacey e sorrise.
“Io ho avuto la fortuna di aver veduto parecchi cavalieri” disse alla principessa “e un po' di esperienza posso dire di averne in questo genere di faccende. Rammento che molti cavalieri prediligono corazze saldate internamente, che rendono le fattezze della bardatura più resistente agli impatti... direi dunque che questa mi sembra la migliore...” indicando una di quelle armature “... le armi invece vanno scelte per la loro leggerezza. Un'arma pesante è meno efficace. Consigliere perciò questa spada ad una lama...” accarezzandola “... leggera eppure compatta... e quest'ascia, anch'essa non molto pesante e maneggevole... come asta mi attira questa... solida e con l'impugnatura alla giusta altezza... infine lo scudo... è la scelta più delicata per un torneo... alla fine ogni scudo è destinato a spezzarsi, ma la differenza sta asseconda il modo in cui si spacca... questo con il celebre stemma della Pantera di Seina è di sicuro il migliore fra questi presenti.”

Guisgard 20-02-2016 01.09.34

Altea raggiunse Alvaro al pianterreno, trovandolo già pronto per il gran giorno.
“Ehi, che eleganza.” Disse il cavaliere. “Farete morire di gelosia tutte le altre aspiranti madrine, madama.” Sorridendo. “E di sicuro farete di me il cavaliere più invidiato del torneo.” Ridendo. “Andiamo? La fama ci attende.”

Altea 20-02-2016 01.14.36

"Vi ringrazio..a dire il vero non do molta attenzione alla mia bellezza, forse perché ancora non ho trovato un uomo mi abbia fatto sentire bella" sorridendo forzatamente.
Uscimmo e presi Cruz, salii in groppa e l'abito non era tuttavia ingombrante.."Possiamo andare" e ci inoltrammo nel bosco.

Guisgard 20-02-2016 01.23.34

Il padrone annuì a Gwen e continuò a mangiare.
“Stanotte” disse poi alla ragazza “hai riposato bene?”

Guisgard 20-02-2016 01.26.06

Altea ed Alvaro lasciarono la rocca e percorsero quello scorcio di bosco, fino ad arrivare alle porte di Monsperon.
Sebbene fosse mattina presto, la città già pullulava di gente che attendeva l'inizio del torneo.
Un gran ressa affollava le strade e ovunque c'era grande agitazione.

Lady Gwen 20-02-2016 01.28.31

"Abbastanza da non tentare la fuga" dissi con un sorriso ironico, sorseggiando il latte.
In realtà non avevo dormito molto, ma non volevo dirglielo e l'avevo buttata sul ridere.

Altea 20-02-2016 01.30.17

Percorremmo facilmente il bosco e arrivammo a Monsperon..erano anni non la vedevo così viva e vivace. Ma io non dovevo distrarmi...ogni parola poteva essere un elemento.."Direi di legare i cavalli alla locanda, magari possiamo fare colazione, dovete essere in forza." Mi guardavo attorno mentre legavo bene Cruz.


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