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"Come desiderate, madama." Disse il Borgomastro ad Altea. "Conosco il padrone della locanda, è un mio buon amico. Farò in modo siate alloggiata come si conviene, per rispetto di vostro padre."
Poco dopo le camere per Altea e la governante alla locanda erano già pronte. |
Fummo portate nella locanda. Era comunque sontuosa e chiesi di portare un the caldo mentre mi toglievo i lacci del corpetto che stringevano il petto e tolsi le scarpe liberamente.
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"Se siete una damigella per bene dovreste." Disse lui finendo il suo calice e fissando Gwen. "Le ragazze per bene non si intrattengono con gli estranei più del dovuto. Guardate cosa accadde alla regina Anna d'Austraia, che finì per innamorarsi perdutamente del bel Buckingham. Il loro Amore scatenò una guerra tra Francia ed Inghilterra." Sarcastico.
Sulla soglia che separava la sala dalla terrazza,gli occhi di quell'uomo ora apparivano ancor più vaghi sotto quella maschera. Intanto gli uomini del colonello avevano cominciato a cercare fra gli invitati. |
Ancora non riuscivo a sentire niente, ma era sempre più chiaro che non ci fossero poi molte persone.
La cosa poteva essere molto interessante, o almeno così sembrava. Decisi così di entrare nel castello proprio da quella finestra. Ormai il mio capriccio di seguire quegli uomini mi aveva portato lì, e se non avessi mangiato qualcosa o trovato qualcosa di interessante da fare mi sarei presto pentita di quella decisione. Mi annoiavo molto facilmente. Dopotutto c'era poco, dopo sei secoli di vita, che riuscisse ancora a sorprendermi. |
Lo ascoltai, ridendo poi.
"Oh, tante volte sono stata considerata l'opposto solo perché inserivo fra le mie abituali letture le nuove scoperte del defunto Todor... Non ho certo paura dei giudizi altrui" finendo anch'io il calice e poggiandolo sul balcone. Dentro, le ricerche proseguivano e fuori, non riuscivo ancora ad individuare i suoi occhi. Tutto ciò continuava ad aumentare lo strano alone che avvolgeva l'ospite mascherato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Poco dopo la moglie del locandiere arrivò nella camera di Altea con del tè caldo e qualche focaccia.
"Spero qui vi troviate bene, madama." Disse la donna. "Vostro padre soggiornava spesso qui ed era un grand'uomo. Migliore di molti altri. E' terribile ciò che gli è accaduto." Con lei c'era un garzone che udendo quelle parole si fece il Segno della Croce. |
Gli uomini del colonnello si stavano avvicinando, per controllare anche l'uomo con la maschera e Gwen.
Stavano facendo togliere le maschere a tutti, uomini e donne. "Ora temo di dover andare, damigella." Disse lui a Gwen, con un sorriso enigmatico. |
Vinta dalla curiosità, Destresya entrò nella sala semibuia, sentendo le voci dei due uomini che provenivano dal corridoio.
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I controlli si infittirono e ci fu detto anche di togliere le maschere.
Addirittura? Beh, non era certo il massimo per un ballo in maschera. Allora tolsi la maschera per i controlli, ma poi guardai l'uomo a quelle parole. Riuscii a trattenermi dal dire che era un vero peccato, ma la tentazione era forte. "Dunque, buonanotte, Milord... E grazie per la compagnia..." sorridendogli dolcemente e porgendogli elegantemente la mano.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0896b0f7ae.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Neppure da dentro riuscivo a sentire le voci, che provenivano dal corridoio.
Cominciavo a perdere la pazienza. Così, mi avvicinai ancora alle voci per sentire cosa dicevano. |
Lui sfiorò la mano di Gwen con un bacio, poi un ultimo sguardo, un altro sorriso a metà tra l'enigmatico e l'impertinente ed andò via, saltando dalla terrazza e svanendo nel giardino perduto nella sera.
Arrivarono gli uomini del colonnello e pregarono Gwen ti togliere la maschera. "Damigella..." disse uno di quelli "... siete da sola? on voi non c'era qualcuno poco fa?" |
Destresya andò nel corridoio, cedendo i due uomini entrare in una stanza, dove il camino era acceso.
"Il padrone ha detto di aspettarlo qui..." disse uno dei due scaldandosi davanti al fuoco. "Mi chiedo dove sia..." l'altro. |
Sfiorò dolcemente la mia mano con un delicato bacio ed un sorriso impertinente che sembrava essergli proprio.
Poi saltò letteralmente giù dal balcone mentre lo seguivo con lo sguardo, divertita. In quel momento risi, avendo praticamente la conferma che fosse davvero lui, non mi ero sbagliata. E sentivo una strana esaltazione dentro, strana davvero. Sobbalzai voltandomi a quella domanda. "Oh... Sì, sono sola... Ho cercato una boccata d'aria dalla confusione della sala..." risposi annuendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Erano soli, soli in una stanza col camino scoppiettante.
Potevo sentire il loro odore, l'odore del sangue caldo che pulsava nelle loro vene, e che volevo per me. Per il resto non erano un granchè, dunque mi sarei limitata ad ucciderli. Questo padrone misterioso ancora non si era fatto vedere. Avrei aspettato ancora un attimo e poi avrei assalito direttamente loro. Non è che potevo perderci tutta la notte dietro a quella storia, che si stava rivelando più noiosa del previsto. |
"Bene." Disse annuendo uno degli uomini del colonnello a Gwen, per poi andare via con gli altri.
Poco dopo, però, fu trovato il borghese infiltrato e portato nel cortile davanti a tutti. |
Sorrisi con circostanza, ma dopo un po' scoprii che il borghese in questione era stato individuato e portato in cortile davanti a tutti.
Così andai a vedere. Una piccola parte di me, remota e nascosta, sperava ardentemente che non fosse quell'Elv, quell'avvocato. Non sapevo perché. Ma speravo che non fosse lui. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Si trattava di un giovane che confessò essere un poeta.
Era nel cortile, con le mani legate in mezzo agli uomini del colonnello. "Ragazzo..." disse questi "... perchè sei venuto qui?" "Non rispondo ai tiranni..." il poeta. "Sei in un mare di guai." "Non mi fate paura..." "Chiedo la massima severità, colonnello!" Esclamò la baronessa. Anche Gwen assisteva alla scena. |
Sospirai Di sollievo vedendo che non era lui.
Mi sentivo confusa, a dir la verità. Certo, avevano trovato il loro uomo, che era poco più che un ragazzo, ma quella vocina dentro la mia testa mi diceva che lui fosse davvero chi pensavo che fosse. Nessuno riusciva a togliermi quella ipotesi dalla testa. Dopotutto, perché fuggire, se non fosse stato lui? La baronessa, che vidi per la prima volta in tutta la serata nella sua abbondante pinguedine avvolta nello chiffon blu, chiese la massima severità. Mi sembrava eccessivo per quel ragazzo, ma evitai di espormi troppo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, lo portermo alla caserma più vicina." Disse il colonnello alla baronessa. "Lì sapranno farlo parlare." Facendo segno ai suoi di portarlo via.
"Si, massima severità!" La baronessa, per poi guardare Gwen. "Ti sei spaventata, cara?" Premurosa. |
Il colonnello decise di portarlo alla caserma per farlo confessare e la baronessa si rivolse a me, che dovevo sembrare molto assorta ad uno sguardo esterno, persa com'ero ancora nei ricordi della serata trascorsa.
"Oh... No... No, sto bene, baronessa..." con un sorriso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La baronessa sorrise a Gwen, per poi chiedere a tutti di tornare alla normalità.
La festa doveva continuare. Ed infatti riprese, come se nulla fosse. Anzi molti prendevano in giro il povero poeta, immaginando i tipi di tortura a cui sarebbe stato sottoposto alla caserma. |
La festa riprese tranquillamente e quasi senza traumi, mentre tutti discutevano circa l'accaduto, come sempre accade alla nobiltà quando succede qualcosa di nuovo per poi dimenticarla un attimo dopo, ed io vagavo senza meta fra la sala e le terrazze del palazzo.
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Il palazzo era tetro, buio, silenzioso.
Le voci dei due uomini echeggiavano sgraziate nel vuoto di quel luogo, mentre Destresya osservava ed udiva tutto. Poi ad un tratto su udì il suono di una campanella. "E' il padrone che chiama..." disse uno dei due all'altro. E scesero nei sotterranei del palazzo. |
Oh, finalmente questo padrone iniziava a dare segni di vita!
Sembrava che la voce provenisse dal sotterraneo, così, approfittando delle mie capacità che gli umani potevano solo sognare, decisi di precederli e di scendere nei sotterranei per esplorarli, ormai quella faccenda mi intrigava e volevo scoprire qualcosa di questo padrone. Chissà, magari era una preda più succulenta di quei due, almeno ci speravo, a dirla tutta. Così, come un'ombra leggera, precedendo i due uomini, scesi nei sotterranei. |
Gwen vagava tra lo sfarzo e le luci della sala.
Era un mondo mondano e vuoto, fatto di maschere ed artifici. Tutti ridevano, molti parlavano, ma tutto era come rarefatto, quasi irreale, simile ad un immenso gioco di ruolo il cui copione pareva già scritto, tra la farsa ed il dramma. Ma a rompere quell'illusione ci pensò una voce. Era giovane e risoluta, sicira di sè, forte e persino autoritaria. "Questo è un documento..." disse il giovane avvocato entrando nella sala e mostrando il foglio verso il colonnello e la baronessa "... è firmato dai notabili della città e da tutti i rappresentanti della corporazione dei borghesi. Con questo documento io pretendo la liberazione del giovane che avete catturato senza alcun diritto." Tutto ciò davanti a Gwen. |
La serata aveva assunto delle connotazioni quasi noiose, monotone, così disinteressatamente inutili che quasi mi ero pentita di esser venuta
All'improvviso, una voce. Giovane, risoluta. Impiegai solo un istante a riconoscerla. Era lui. Il giovane avvocato. Mi avvicinai con un sorriso incuriosito, mentre la sua voce si espandeva autoritaria nella sala, rimbalzando sulle gocce di cristallo dei lampadari e gli sfarzosi specchi francesi. Chiedeva la scarcerazione del giovane poeta. Mi avvicinai alla baronessa. "Credo dovreste accettare, baronessa..." le dissi piano "Siamo già sull'orlo di una guerra, sarebbe un guanto di sfida troppo ingombrante da accettare..." le suggerii. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
I due uomini, seguiti da Destresya, scesero nei sotterranei del palazzo.
Era un luogo umido e dall'aria pesante. Un odore di cloroformio e di carbone dominava i muri. I due arrivarono davanti ad una porta pesante. Questa si aprì cigolando. Entrarono così in un laboratorio. Vi erano strumenti ovunque, tutti difficilmente definibili, ampolle ed alambicchi sparsi qui e là, fialette e bottigliette con strani liquidi colorati o polverine dalla gradazione cromatica molto particolare. Tutto però era molto poco curato, con polvere in ogni angolo, ragnatelle praticamente ovunque ed una fitta puzza di chiuso. https://legendsofwindemere.files.wor...014/09/lab.jpg |
La baronessa guardò Gwen.
“Non scenderemo mai a patti con chi ci è inferiore per nascita.” Disse intervenendo il colonnello. “Voi...” rivolto poi al giovane “... arrivare qui senza invito non è soltanto spiacevole e di cattivo gusto, ma anche terribilmente pericoloso... per voi.” “Sono qui non come invitato ai vostri sollazzi, ma per far valere i diritti di un cittadino.” Il giovane avvocato. “Non esistono cittadini nel regno di Afragolignone” duro il colonnello “ma solo sudditi.” “Tutti gli uomini sono uguali!” Replicò il giovane. “Simili per valore, ma differenti per capacità davanti a Dio.” Fece il colonnello. “Non sono un teologo” lesto il giovane “e non mi intendo di Religione. Sono un avvocato e so che davanti alla legge tutti gli uomini sono uguali! Uno stato che non riconosce ciò, allora non è uno stato di diritto!” |
Mi guardavo attorno, ma non c'era niente di speciale, una sorta di muffa stantia, una stanza umida non dissimile da molte altre che avevo visto.
E pensare che c'è gente che crede che noi vampiri viviamo in questi ambienti. Niente di più assurdo. Arrivarono i due uomini, e mi misi a seguirli. Quando entrarono in quella sala, la faccenda divenne molto più interessante, da farmi quasi scordare la fame. Accidenti, quello sì che era una cosa particolare! Sgattaiolai nella stanza, avendo cura di non farmi vedere, ed iniziai a guardarla, ad osservare con viva curiosità tutto quello strano arsenale di boccette. Chissà a cosa servivano. |
La baronessa non volle ascoltarmi, rimanendo ferma nella sua posizione, così come il colonnello.
Non sapevo veramente che fare. "Baronessa, davvero intendete continuare per la vostra strada? Era solo un ragazzo, in fondo... Decreterete la fine della nobiltà, se non accetterete..." cercando di convincerla "Sarà nefasto per tutti... Un massacro..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
I due uomini entrarono nel laboratorio e Destresya con loro.
Allora dalle strumentazioni apparve una figura. Era un uomo robusto, vestito con abiti da lavoro e sul capo aveva una maschera di cuoio e ferro. "Padrone, eccoci..." dissero in coro i due uomini "... abbiamo portato quanto hai chiesto." Fissando l'uomo masherato. https://vignette.wikia.nocookie.net/...20181004050851 |
"Non siate sciocca." Disse il colonnello a Gwen. "La nobiltà più antica e potente del mondo non può temere dei morti di fame. L'aristocrazia Afragolignonese non si piega davanti a chi è destinato a servirla."
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Sospirai Alle parole del colonnello, rigirandomi la maschera fra le mani.
Non sapevo più che fare, non avevano intenzione di collaborare e temevo il peggio. Mi ero anche esposta troppo e non potevo più andare oltre, sebbene mi dispiacesse per quel ragazzo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Osservai la donna e soprattutto il garzone.. "Dovevate essere molto legati a lui. Ditemi immagino era pure solito andare in chiesa?" memore delle parole del borgomastro sui borghesi anticlericali.
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"No, non ho mai visto vostro padre andare in chiesa" disse la locandiera ad Altea "ma di sicuro era un buon uomo. Faceva spesso del bene ed i suoi studi erano volti al bene comune. Era un uomo straordinario."
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"Il vostro amico comunque non è più qui." Disse il colonnello al giovane avvocato. "E' in caserma."
"Allora andrò là con questo documento." Il giovane. "E voi sarete responsabile per non aver collaborato." "Badate a ciò che dite." Minaccioso il colonnello. "La legge è dalla mia parte." Fissandolo l'avvocato. Allora andò via. "Vi prego, tornate tutti a divertirvi." La baronessa a Gwen ed agli altri invitati. "La festa continua." E continuò fino a tarda ora. |
Ebbi un sussulto a quelle parole.. "Ditemi cosa vi attraeva in mio padre.. Del bene.. Sono felice abbia fatto opere di carità" rimanendo sul vago.
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"Era generoso ed altruista." Disse la locandiera ad Altea. "Amava la libertà e la giustizia. Sognava un mondo migliore ed a noi aveva promesso una vita degna di essere vissuta, senza più ingiustizie." Annuendo.
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Continuarono a minacciarsi a vicenda, in maniera serrata e alquanto preoccupante, tanto che temetti che il colonnello lo avrebbe arrestato.
Ciò però non accadde ed Elv andò via. La festa continuò sino a tarda notte, fin quando non andai via, tornando alla magione. Era stata una serata strana, spiacevole per certi versi, tranne quei brevi momenti in cui avevo parlato col caro ospite, che ero certa fosse Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi rivolsi al garzone "E cosa mi dite sul premio promesso a chi acciuffera' l'assassino?".
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Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 17.27.54. |
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