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Quelle parole di Gwen, sulla montagna ed i suoi segreti, inquietarono Elv.
Finalmente arrivarono alla montagna, ma tutto era diverso ora. C'erano auto ovunque, tantissime persone, molte delle quali arrivata con i camper e le roulotte. Vi era persino un ragazzo che faceva il parcheggiatore. “Mezzo Taddeo.” Disse. “Noi siamo della stampa.” Fece Elv. “Non mi interessa.” Il ragazzo. “qui pagano tutti,lo ha detto la mglie del signor Luis. Mezzo Taddeo.” Elv sbuffò, pagò e parcheggiò la Jeep. C'era anche una squadra di operai specializzata, già impegnata alla grotta per tirare fuori Luis. http://images4.static-bluray.com/reviews/9784_4.jpg |
Arrivammo ed era pienissimo di gente.
"Accidenti! Quando sono arrivate tutte queste persone?" esclamai stupita. Un ragazzo ci fermò e volle essere pagato per farci passare. Ma dico io! Erano tutti impazziti, decisamente! E ancora una volta la moglie non mi convinceva... Tantissimi erano lì per tirare fuori Luis, ma altre davvero non capivo cosa ci facessero qui. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Oh era così bello, così intenso tutto quello.
Si percepiva la perversione, la lussuria e il controllo che avevo su quei due nipotini. La virilità di Icarius era salda, forte, umida. Potevo sentire la sua potenza nella mia mano, mentre davanti ai miei occhi c'era sempre quello sguardo cucciolo che mi faceva impazzire letteralmente, che mi mandava fuori di testa. Iniziai a muovere la mano in modo sempre più sensuale, sempre più eccitante, sempre più capace. Volevo vederlo perdersi, abbandonare ogni controllo, ogni tabù. Volevo che si lasciasse andare, che non capisse più niente. "Bravo piccolo.. così.." e continuai, sempre più eccitata, sempre più folle. Mi ero completamente dimenticata che c'era anche Yanosh, tanto ero presa dal momento intenso e folle che stavo vivendo con Icarius. Ma poi l'altro ragazzino si buttò ai miei piedi, supplicandomi di perdonarlo. Allora gli rivolsi un'occhiata, senza lasciare mai il membro sempre più folle di Icarius, un'occhiata penetrante, intensa, come a fargli capire chi comandava quel gioco perverso e meraviglioso. Allora allungai la mano verso il suo viso e gli sorrisi, un sorriso perfido e beffardo. "Se farai il bravo bambino, ce ne sarà anche per te, Yanosh..." con la voce calda e sensuale, velata di desiderio sempre crescente. Poi la mano scivolò sotto il mento, facendogli poi alzare il viso per guardarmi. "Vediamo come te la cavi a fare impazzire la zia..." fissandolo negli occhi "Se riuscirai a farla gemere, sarai perdonato.." con un sorriso perfido ed eccitato. |
“Mah... c'è Reddas lì..” disse Elv a Gwen.
Il giornalista era con un uomo ed entrambi uscivano dalla grotta. “Tutto chiaro?” Il medico a Reddas. “Si, certo...” annuì questi “... la medicina devo dargliela ogni 4 ore, tutto chiaro.” “E la caffeina...” il medico “... se si sente debole gliene dia un po'... quando apriranno il passaggio gli farò un'iniezione contro il tetano e contro la cancrena.” Salendo in auto. “Ma bisogna tirarlo fuori in fretta.” “Dica, dottore...” mormorò Reddas “... Luis è un ragazzo robusto, vero?” “Certo, è un ragazzo di ferro.” Annuì il medico. Ed andò via. |
Vidi Reddas e cercai di capire cosa dicesse.
Avevo capito che quello era un dottore, ma allora perché andava via? "La situazione mi sembra sempre più ferma, qui..." sospirai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
In breve nell'ufficio cominciarono a sentirsi i gemiti di Icarius.
Sempre più lunghi, profondi, lascivi. Era in piedi davanti a Destresya, completamente abbandonato a quel massaggio proibito, lussurioso, sporco come quel gioco perverso. Aveva la bocca aperta, gli occhi socchiusi e l'espressione inebetita da quel piacere folle, incredibile. “Ahhhh... zia... ohhh... zia...” disse fra un gemito e l'altro “... io... ti voglio... bene... ohhh...” E mentre la zia deliziava il suo nipotino, l'altro strisciò ai suoi piedi. Poi quelle sue parole e Yanosh la guardò negli occhi per un lungo istante. Allora cominciò a baciarle e poi a leccarle le scarpe. Salì allora con le labbra e con la lingua lungo la caviglia e la gamba di lei, fino a sopra il ginocchio, dove c'era la gonna. |
“Vieni, andiamo da lui...” disse Elv a Gwen indicando Reddas.
“Eccovi, ragazzi.” Questi. “Perchè il dottore è andato via?” Chiese Elv. “Beh, di più non poteva fare.” Spiegò Reddas. “Ma mi ha lasciato ogni indicazione. E poi Luis è forte.” “Che colpo...” fece Elv “... ne parleranno tutti di questa storia...” “E noi la racconteremo, ragazzi miei.” Reddas ai due giovani. |
Diceva che non poteva fare nulla al momento.
Bah... "Si sa come lo faranno uscire?" chiesi allora, ansiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Quei gemiti mi facevano impazzire, mi inebriavano, mi eccitavano, mi facevano perdere la testa.
Continuavo a farlo impazzire, a farlo gemere in quel modo incontrollato. Non capiva più niente, e più lui si perdeva nell'oblio, più io ce lo spingevo dentro. Volevo vedergli perdere il controllo, volevo che annegasse in quella lussuria incontrollata. Poi la sua voce, sconvolta e scossa dai gemiti. Il suo sguardo. Le sue parole, così ingenue e cucciole. "Oh piccolo.." sussurrai, accarezzandogli il viso "Sembri proprio il mio nipotino..." dissi, quasi senza accorgermene, per poi avvicinarmi e baciarlo sulla bocca. Un bacio caldo, intenso, fatto di voglia e passione. Poi sentii l'altro che iniziò a leccarmi le scarpe e a salire sulla cavliglia. "Oh piccolo, dovrai fare di più, molto di più..." guardandolo perfida. Allora mi staccai da Icarius e da Yanosh, e iniziai a spogliarmi. La camicetta, la gonna, le scarpe, il reggiseno, gli slip. Con movimenti lenti e sensuali mi ritrovai nuda davanti ai due ragazzi. Mi chinai per un momento verso Yanosh, e lo guardai negli occhi. "Fai gemere la zia e sarai ricompensato, la zia ricompensa sempre i bravi bambini, non lo sai?" con voce calda, per poi baciare anche lui, mentre era ancora a terra. Un altro bacio caldo e lasicvo, voglioso e umido. "Guarda tu stesso..." gli dissi poi, prima di fargli l'occhiolino e inginocchiarmi accanto a lui. Ma poi, mi allungai con le mani verso Icarius, restando a quattro zampe, per poi alzare la testa e iniziare a giocare con la virilità di lui. Un gioco in cui la mia lingua sfiorava il suo membro ormai eretto e saldo, ne lambiva ogni parte, lo accarezzava, lo assaporava, lo inumidiva, ancora e ancora. Una meravigliosa tortura per quel bambino così bravo, così eccitante, così mio. E chissà che l'altro non si fosse dato da fare per ricevere lo stesso trattamento. Dopotutto dovevo educarlo ad essere un bravo bambino, no? |
“Beh, gli operai sono tutti impegnati.” Disse Reddas a Gwen. “Stanno lavorando sodo.”
Ad un tratto arrivò un uomo corpulento, sicuramente il capo squadra. “Quindi?” Reddas. “Non so...” l'uomo grattandosi la testa “... ho fatto qualche calcolo e la volta mi sembra molto instabile... occorre prudenza.” “Naturalmente.” Annuì Reddas. Si avvicinò il poliziotto trattato male da Reddas al suo arrivo. “Il capitano vuol parlarla.” “Davvero?” Ridendo Reddas. “E faccia in fretta, è nel locale.” Il poliziotto. “Calma, odio la fretta.” “Mi sta davvero antipatico.” Nervoso il poliziotto. “Ed io che volevo sposarti.” Divertito Reddas. “Ragazzi...” a Gwen e ad Elv “... restate qui all'ingresso della grotta... io torno presto...” ed andò col poliziotto. |
Rimasi sorpresa a quella confessione "E tu, cosa potresti fare laggiù per farti pubblicità.. Non penso tu sia in grado di salvare la vita a quell'uomo".. forse Hiss astronauta si ma non lui.
Rimasi in silenzio e poi aggiunsi.. "Si, è un mondo cinico. Io verrò con te ma non per farmi pubblicità.. Non.. Lasciarmi sola" quella confessione da parte mia era una rarità. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Instabilità, incertezza... Che diamine!
Volevano sbrigarsi? Oppure doveva morire lì sotto? Reddas andò a parlare col capitano e noi restammo vicino alla grotta. "Non lo tireranno mai fuori da lì..." sospirando. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Gwen...” disse Elv “... perchè sei così pessimista?”
Intanto c'era gente ovunque, tutta attirata dall'evento. Tutta accampata intorno alla montagna e naturalmente tutta a spendere nel locale dove i genitori e la moglie di Luis preparavano i loro piatti. Nel frattempo, proprio nel locale, Reddas era giunto dal capitano che se ne stava seduto ad ingozzarsi. “Eccola...” sedendosi Reddas. “Siete quel tale che sbraitava prima al telefono, vero?” Il capitano di polizia. “Non sbraitava, minacciavo soltanto...” sorridendo il giornalista “... state al gioco e vi farò avere una promozione, ostacolatemi e vi rovino... questo ho detto.” “Potrei farla buttare fuori dallo stato in un minuto!” Il poliziotto seccato. “E magari dopo qualche giorno al fresco!” “Suvvia, sono il suo propagandista.” Ridendo Reddas. “Al diavolo!” Mangiando il capitano. “Non ho bisogno di lei! Faccio bene il mio lavoro ed ora che mi sto gustando un discreto pasto lei arriva a rompermi l'anima! Io gioco a modo mio!” “Già...” fissandolo Reddas “... e che gioco giocate? Poker? Magari con una doppia coppia o uno striminzito tris? Io ho di meglio... ho un asso nella manica.” “Bah...” “Mi ascolti...” con un ghigno Reddas “... nel mio articolo la presenterò... l'eroico capitano accorso per primo per salvare l'uomo intrappolato nella grotta... impavido e senza paura, a dispetto di tutto e tutti, lotta contro il tempo e la natura per salvare il povero Luis...” annuì “... e lo scriverò tante di quelle volte che la gente finirà per crederci quasi fosse un editto. Tutti la conosceranno e persino i suoi avversari appoggeranno la sua carriera. La forza della stampa, far credere l'impossibile. E più tutto questo durerà, più lei sarà onorato.” “Ci sa fare lei...” fumando il bieco capitano “... e sia... mi renda un eroe... ma in cambio uno come lei cosa vuole?” “Semplice...” bevendo Reddas “... arriveranno molti giornalisti e vorranno accalappiarsi la storia... ma deve essere mia.” “Lo sarà.” Guardandolo il poliziotto. Arrivò il padre di Luis. “Le ho fatto preparare una stanza, signor Reddas.” “Oh, ma io non voglio recare disturbo...” “No, siete un benefattore ed il salvatore di mio figlio.” Fece il vecchio, mentre sua moglie continuava a pregare disperata nella sua camera. La moglie di Lius invece continuava a preparare e vendere polpette, panini e fette di torta a tutta quella massa giunta per il grande spettacolo mediatico messo su ad arte. |
“Siamo soli entrambi in questo mondo falso e cinico...” disse Hiss ad Altea, guardandola negli occhi e sfiorandole la mano.
Fece inversione e si avviò verso i monti. Giunsero al mattino, trovando una moltitudine di persone giunte per assistere al salvataggio del poveretto intrappolato nella grotta. Oltre a persone di vario tipo, come turisti, campeggiatori, visitatori occasionali e curiosi, tutti muniti di immancabili telefonini e videocamera, c'erano parcheggiatori, venditori di gadget riferiti alle leggende Longobarde del posto, oltre ai poliziotti ed agli operai impegnati nelle operazioni di salvataggio. |
"Perché non vedi che sta succedendo? La gente viene qui a mangiare e fare i propri comodi, come fosse qui in vacanza, ma nessuno pensa a risolvere, possibile che tu non te ne accorga?" sospirando.
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Sentii la sua mano nella sua.. Si ora lo riconoscevo ma lui?
Rimasi con quella sensazione finché arrivammo verso la montagna nella miniera. Scendemmo dalla Ferrari e rimasi vicino a lui.. "È proprio uno show business.. Pure i venditori di souvenir..". Mi chiesi cosa avrebbe fatto Hiss in queste circostanze. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
“Gwen, ci sono squadre di operai specializzati, un dottore e diversi poliziotti, compreso il capitano.” Disse Elv. “Sta tranquilla, vedrai che lo tireranno fuori molto presto. Reddas ne è sicuro.”
Intanto, nel locale, Proprio Reddas se ne stava seduto con il bieco capitano di polizia. Arrivò allora il caposquadra degli operai. “Eh, non ho più l'età per questo lavoro...” fece asciugandosi il sudore. “Come procede?” Chiese Reddas. “Stiamo puntellando i muri...” il caposquadra “... sono vuoti e vengono giù come biscotti friabili... inoltre alcuni degli operai non vogliono scendere là sotto, per via di quelle storie sugli spiriti... diciamo che in 11 ore al massimo dovremmo tirarlo fuori di lì...” Reddas ed il capitano si guardarono. “Ascolti...” Reddas al caposquadra “... scendere in fondo alla grotta è forse rischioso... perchè non usiamo una grossa trivellatrice, partendo dalla cima della montagna? Scendendo fino all'altezza della frana?” “Una trivellatrice?” Ripetè il caposquadra. “Trivellare tutta quella roccia? Ma non occorre. In 11 ore al massimo lo tireremo fuori di lì.” “Io parlavo nell'interesse di tutti...” mormorò Reddas “... a mio parere la trivellatrice è il modo migliore...” “Ci vorrebbero troppi giorni!” “Quanti?” “Beh...” grattandosi la testa il caposquadra “... 6 o 7...” “Perfetto.” Annuì Reddas. “Ma è solo tempo perso!” “Tu parli troppo...” intervenne il capitano “... sei pagato per scavare... noi dettiamo gli ordini qui, chiaro? O vuoi ritrovarti col sedere in mezzo alla strada?” “E sia...” annuì il caposquadra “... farò come volete... ma quel povero ragazzo lì sotto... per 7 giorni... è inumano...” “Stia tranquillo...” soddisfatto Reddas “... Luis è forte, il medico lo ha detto. Inoltre è ben curato. Fra 7 giorni lo tireremo fuori e lei sarà un eroe.” Ridendo. “Già vedo le prime pagine dei giornali... l'audace caposquadra trafora un'intera montagna per salvare un uomo in pericolo. Eh, la stampa... che grande invenzione.” Tutto ciò era udito dalla moglie di Luis a pochi passi da loro. Si guardò intorno e sorrise, visto i guadagni e la notorietà di quel posto dopo la tragedia. Proprio in quel momento anche Hiss ed Altea erano giunti in quel posto. Proprio davanti alla montagna maledetta. Tutt'intorno, la gente appariva allegra, spensierata, incuriosita, indifferente. |
Sospirai ancora e scossi la testa.
Ero convinta che ci fosse qualcosa sotto, nessuno qui me la raccontava giusta. Né la moglie, né Reddas, né altri. E poi, che rispetto era se usavano una tragedia per fare soldi? Era sbagliato! Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Presi Hiss per mano e iniziai a guardare la miniera e i macchinari.."E' incredibile come in questi tempi moderni ancora usano metodi così antichi...ma si è calato qualcuno..? Chi è lì sotto e perché?" chiesi a un signore anziano vicino a me per saperne di più.
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L'ufficio odorava di sesso, di corpi caldi, ardenti, prossimi ad accendersi definitivamente, a sudare ed a tendersi come corde tirate all'estremo.
Quei baci. Così umidi, caldi, avvampati, lascivi e lussuriosi, sporchi, indegni e contro ogni etica. Non solo perchè erano concessi a due nipoti, sangue del proprio sangue, ma perchè erano elargiti con tanta impudicizia da offendere ogni morale. Prima ad un nipote, poi all'altro. Lingue voraci ed avide che affondavano umide nella bocca della zia, scivolando sozze, in un groviglio di labbra bollenti e gemiti bagnati. Poi fnalmente Detresya cominciò a spogliarsi, a concedere la visione proibita del suo corpo ai due ragazzi. Mostrando quei seni grossi e sodi, dai capezzoli larghi e rosati, le gambe lunghe ed accoglienti, i glutei tondi e compatti, il sesso appena biondo e già colante di zampilli ardenti e lussuriosi. Uno spettacolo che tolse il fiato ai due giovani, eccitandoli oltre ogni limite, come neanche avevano immaginato mai di poter provare. La frustrazione e lo stress per accumulare tanta perversa eccitazione cominciò a far sudare copiosamente Icarius, che avvertì in breve crampi allo stomaco, mentre Yanosh iniziò a tremare tutto per quell'insopportabile ed isterica voglia. Nel vederla nuda si spogliò anche lui, in maniera nervosa, folle, fino a restare completamente nudo, con una virilità ormai all'estremo. Si inginocchiò dietro la zia che a carponi aveva raggiunto Icarius ed aveva cominciato a giocare con la bocca dove lui era più forte e potente, strappandogli gemiti impronunciabili. Anche Yanosh si unì a quel triangolo di carnalità indegna. Prima si chinò a baciarle ed a leccarle i piedi, dalla pianta alle dita. Più e più volte. Poi con il viso raggiunse i glutei sodi di lei, baciandoli con avidità. Infine si intrufolò col volto tra le cosce di lei da dietro, raggiungendo con la bocca il sesso della zia, per poi iniziare a deliziarla, a tormentarla, a bagnarla in modo incontrollabile ed insaziabile. |
“Vieni, facciamo qualche foto ed intervistiamo un po' di gente...” disse Elv a Gwen.
Altea, nel frattempo, aveva fermato uno dei presenti per chiedere informazioni. Le fu così raccontato tutto, cioè della tragedia del povero Luis rimasto intrappolato nella montagna per cercare tesori fra le tombe Longobarde e di come un coraggioso reporter di nome Reddas si stesse prodigando per tirarlo fuori. Nello stesso instante, nel locale, lo stesso Reddas aveva raggiunto la camera che i genitori di Luis avevano preparato per lui. Poco dopo qualcuno entrò. “Salve...” fissandolo la moglie di Luis “... ci sa fare lei... ne ho visti di uomini dal cuore duro... ma lei li batte tutti...” con un sorriso lascivo. “Si?” Reddas. “E' un complimento o un'accusa? Non ho tempo per rifletterci ora.” “Un complimento...” avvicinandosi lei “... sto guadagnando un mucchio di soldi e più Luis resterà lì sotto più ne guadagnerò...” “Lei è la moglie afflitta di un uomo che rischia la vita...” fissandola lui “... si tolga quel sorriso dalla faccia e si rimetta la fede.” “E' una bella giornata e voglio sorridere, Reddas...” abbracciandolo lei. Lui allora la spinse via e la schiaffeggiò. Lei cambiò espressione e gli occhi le si inumidirono. “Ecco, così deve apparire...” duramente lui “... conservi le lacrime e vada a farsi vedere da tutti lì fuori. Devono crederla una donna addolorata. Avanti, vada... torni di là... a fare polpette... donne come lei o fanno polpette o qualche altra cosa.” Congedandola con disprezzo. Lei in lacrime uscì. https://c1.staticflickr.com/3/2004/3...f3b_z.jpg?zz=1 |
Ascoltai la storia dell' anziano e poi guardai Hiss.."Mi ricordano le catacombe Maya dove si seppellivano i morti e si pensava vi fossero gli spiriti della morte a preservarli, e se qualcuno osava entrarvi sarebbe stato punito" pensierosa "Comunque questo Reddas, tanto eroico, non è riuscito a farlo uscire quindi non lo definirei ancora eroe, tu che dici Hiss...io sono abituata a missioni impossibili, posso provare a calarmi...vi sono sonde che rilevano la presenza di corpi, in modo da capire dove sia questo Luis?" pensando già noi fossimo moderni e 50 anni dopo ancora di più.
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L'uomo non seppe rispondere ad Altea ed anche Hiss si dimostrò scettico e perplesso all'idea di lei, visto c'erano già operai specializzati impegnati nelle operazioni.
Camminando Hiss ed Altea si trovarono a passare davanti ad una tenda. Tra le tante persone giunte sul posto vi erano naturalmente anche dei giornalisti. Il capitano di polizia però non li voleva troppo vicino alla grotta, come gli aveva suggerito Reddas, così erano finiti in una tenda a diversi metri dal luogo del fattaccio. Questi avevano provato a protestare ufficialmente proprio col capitano. “Vi ho già detto” disse lui ai giornalisti “che è vietato scendere nella grotta. Io sono il capitano e sono responsabile della sicurezza di tutti.” “Perchè allora Reddas scende un paio di volte al giorno?” Uno dei giornalisti. “Si, perchè lui si e noi altri no?” Un altro di loro. “Io sono il capitano e decido io!” Ma in quel momento arrivò Reddas. “Signori, salve...” lui sorridente. “Sei la solita carogna ma protesteremo!” Un altro di quelli. “C'è poco da protestare, signori...” ridendo Reddas “... sono un aiutante ausiliario della polizia...” mostrando il distintivo “... appena nominato dal capitano.” Il capitano annuì e rise forte. Tutto ciò era stato sentito da Hiss e da Altea che stavano fuori. |
Ovviamente l' anziano non poteva darmi una risposta, era incredibile come in questo caso la modernità non avesse fatto dei miglioramenti tecnologici osservando i mezzi che stavano usando.
Per caso io ed Hiss passammo davanti a una tenda dove vi stavano giornalisti, erano arrabbiati, sembrava che impedissero loro il diritto di cronaca e poi arrivò il famoso Reddas. "Hiss, hai sentito...un giornalista che addirittura diventa poliziotto...qui si nega il diritto di cronaca...sia un raccomandato, entriamo...devi farli pubblicità no..e chi meglio dei giornalisti" accarezzando lievemente il suo bel viso. |
Quella carezza sul volto di Hiss e poi Altea vide uscire dalla tenda prima il capitano, poi lo stesso Reddas.
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La mia mano rimase sul suo volto quando vidi uscire Reddas e vidi un poliziotto, vidi l' uniforme ed era un capitano...ecco perché noi della "Yuve et Afragopolis" eravamo più bravi della federale.
"Salve" dissi sorridendo con aria di circostanza.."Siamo venuti a vedere la situazione, pure il famoso attore Hiss è qui per sincerarsi dello stato di Luis ma mi dicono vi sia un giornalista di nome Reddas che è un eroe ... un eroe che però ancora deve portare in salvo il povero malcapitato" guardando il giornalista. |
“Oh, Luis sarà felice di sapere che fra i tanti presenti qui ci sono attori famosi.” Disse Reddas fissando prima Hiss, poi Altea. “Vede, mia cara... non esistono eroi ed io lo sono meno di tutti. Sto facendo il mio lavoro, ossia raccontare questa storia. Gli eroi sono il nostro capitano ed i suoi uomini, insieme ai tanti operai giunti per salvare Luis.”
I colpi della trivellatrice echeggiavano in modo sordo e cupo attraverso la montagna, risalendo lungo la vallata circostante, quasi fosse un enorme orologio che contava le lunghe ore di agonia. Un suono che ogni istante diventava più mesto, funereo. La gente giungeva in numero sempre maggiore ed ormai quel luogo era diventato un immenso parco giochi, affamato e famelico di quelle notizie che ogni ora i giornali diffondevano. Alcuni scavatori o ex minatori in pensione erano giunti, rivelando che tutta quella storia era sbagliata. Che la trivellatrice era solo un enorme spreco di tempo prezioso, che bastava puntellare le pareti rocciose e far calare operai per tirare fuori Luis in poche ore da quella grotta. Ma tutti i loro discorsi, giusti e sacrosanti, furono annebbiati, derisi ed annientati dagli articoli dei giornali che invece narravano ben altro. Naturalmente l'opinione pubblica, ipnotizzata ad arte dalla stampa, non credette a quegli uomini, ma solo a ciò che i giornali raccontavano. Così continuava la lunga agonia di Luis intrappolato in quella montagna maledetta. |
"Il capitano della polizia...per me gli eroi sono quelli che ora sono lì sotto, voi siete qua sopra solo a narrare, perché non date retta a quei vecchi minatori, loro hanno esperienza...oh, spero non pensiate vi oscurino la scena, l' importante è salvare Luis, perché non dare loro una opportunità, tu che pensi Hiss".
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“Lei è troppo emotiva, quindi dimenticherò ciò che ha appena detto.” Disse Reddas ad Altea.
E con il capitano andarono via. “Strano tipo quel Reddas...” mormorò Hiss “... non so... non saprei come definirlo...” Poco dopo lo stesso Reddas scese nella grotta con il dottore. Erano passati ormai due giorni e le condizioni di Luis non erano tanto buone. Infatti il dottore fece portare da Reddas una bombola di ossigena e con una mascherina la diedero a Luis. “Come sta, dottore?” Chiese Reddas. “Eh, polmonite...” il dottore “... nessuno può resistere tanto tempo nella stessa posizione, all'umidità ed intrappolato sotto quelle pietre... se non lo tiriamo fuori subito sarà spacciato...” “Reddas...” con un filo di voce Luis. “Non sforzarti, Luis...” piano Reddas “... metti la mascherina e fa lunghi respiri...” “Non resisto più...” tossendo Luis “... il rumore della trivellatrice... mi fa impazzire... giorno e notte... falli smettere... per me è la fine... voglio un prete... Reddas... Reddas... non mi lasceranno più andare... “ altri colpi di tosse “... gli spiriti... mi porteranno via... ho rubato nelle loro tombe... si vendicheranno...” “Calmati e non dire sciocchezze!” A lui Reddas. “Devi resistere e domattina sarai fuori! Faremo una gran festa e tu sarai l'uomo più famoso della nazione!” Reddas ed il dottore risalirono in superficie ed il giornalista, nella sua camera, raccontò tutto al capitano. “Bisogna tiralo fuori...” Reddas al capitano “... chiamiamo il caposquadra... che blocchi la trivellatrice e si usi il metodo che aveva detto lui...” “Ma così dovremmo spiegare a tutti la verità!” “Se Luis muore il mio articolo andrà in malora...” con rabbia Reddas “... il pubblico attende il lieto fine. Lo capisci, idiota!” “Non si può più puntellare...” entrando il caposquadra “... la trivellatrice ha fatto crollare i muri laterali e non si può puntellare nulla... io ve l'avevo detto... ora non resta che continuare a trivellare... sperando di arrivare in tempo...” |
Cosa aveva detto? Emotiva....a me povero sciocco..per il mio lavoro non si doveva essere emotivi.
"Si, un personaggio strano, quei due nascondono qualcosa, lo dice il mio sesto senso di agente segreto" fissando Hiss negli occhi "Che intendi fare?" |
Annuii mentre seguivo Elv.
Forse ora, facendo qualche domanda, sarei riuscita a capire cosa ci faceva lì la gente nemmeno fosse una meta turistica. Elv non lo capiva, ma era questo che non riuscivo a comprendere. Sembrava uno spettacolo e non un avvenimento drammatico e disgraziato per un povero ragazzo. |
“Agente segreto...” disse stupito Hiss ad Altea “... vedo che hai molto mistero nel tuo passato... devo preoccuparmi, donna enigmatica?” Divertito.
Intanto, Gwen ed Elv, cominciarono a girare il campo in cerca di persone da intervistare. “Scusi... siamo nella stampa...” lui ad un uomo anziano che era lì con la moglie “... cosa vi ha spinto a venire qui in questo campo?” “Beh, è un avvenimanto insolito” il vecchio “e volevamo seguirlo da vicino... e poi in questo campo c'è un'ottima organizzazione... non è vero, cara?” “Si si, verissimo.” Annuì la moglie. “Io invece credo si stia perdendo tempo...” un altro uomo “... ho lavorato in una miniera ed una volta c'è stato un crollo... noi altri usammo tutt'altro modo per aiutare l'uomo intrappolato... mettemmo travi e pali per puntellare i muri... usare una trivellatrice è uno spreco di tempo assurdo...” |
"Più rimarrai con me più mi scoprirai.. In tutti i sensi" parlando a bassa voce nel suo orecchio mentre il mio corpo aderiva al suo.
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Hiss non era un uomo comune.
Apparteneva a quel genere di individui, anzi di attori, che sullo schermo sono portati ad impersonare molto più di se stessi rispetto a ciò che invece indica il copione. Il che li rende istintivi, passionali e portati a vivere ogni scena, ma anche ogni attimo della vita, come se fosse unico ed irripetibile. Il suo sguardo azzurro in quello verde di Altea, i loro corpi vicinissimi fino a sfiorarsi e molto più. In un momento lei si ritrovò fra le braccia di lui, quasi a contatto con le sue labbra. Quel contatto si realizzò un istante dopo ed Altea assaporò la bocca di lui, calda, avvolgente, audace ed insaziabile, in un bacio intimo e profondo. |
Sentivo il suo corpo solido e forte come roccia e quel cuore che era saldo ma pure tenero, romantico e passionale.
Fu un attimo e mi avvolse in una stretta calda e intima come quel contatto con le labbra. La bocca si apri lentamente in un bacio caldo, carico di passione e forse erotismo. Rimasi così stretta con le braccia al suo collo e quel fuoco che ardeva dalle nostre labbra per propagarsi in tutto il corpo. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Andammo da una coppia di anziani a fare delle domande e ciò che sentii mi lasciò stupita.
C'era un'ottima organizzazione? Ma era per caso uno spettacolo?! Poi, però, le parole di un altro uomo furono utili. "Non potreste allora proporre questo metodo per salvare Luis?" gli chiesi a quel punto. Forse le sue conoscenze potevano davvero salvarlo! |
Ero fuori di me , completamente fuori di me.
Avevo sempre represso le fantasie sul mio nipotino, ma ora che si era addirittura sdoppiato, tutto prendeva una piega ancora più perversa ed eccitante. L'idea del controllo, del dominio, del sapere che quei due ragazzi erano completamente in mio potere, e poi lo sguardo di Icarius, così cucciolo, mortificato, così pulito che veniva voglia di sporcarlo. Ed era così che vedevo il mio piccino in quel momento mentre mi guardava, folle di eccitazione e preda di quel gioco senza pari, che lo faceva gemere in modo incontrollato, tremare perfino. Oh si, il mio bravo bambino... La mia lingua non lasciava nemmeno per un momento la sua virilità, così prorompente, così salda, così attenta. Continuavo a lambirla con la lingua, insistendo dove questa era più intensa, più calda, più scoperta, dove sapevo che avrei ottenuto l'effetto maggiore. Continuai, e continuai, ancora e ancora strappandogli gemiti sempre più forti e godendomi, dal basso, quell'espressione persa che accertava il mio dominio assoluto sulla sua mente, sul suo cuore, sulla sua anima. Ignoravo volutamente l'altro, gli stavo impartendo una lezione diversa, doveva imparare, doveva obbedire, doveva diventare un bravo bambino. E lui stava capendo, oh sì, se stava capendo. Si era spogliato in fretta e furia e inginocchiato dietro di me. Sentivo la sua presenza, poi iniziai a sentire la sua bocca addosso a me, la sue lingua sui miei piedi, sulle caviglie. Anche da lì potevo percepire la voglia incontrollata del ragazzo, il suo ansimare, potevo sentire anche senza toccarlo la sua virilità turgida e pronta, eccitante e salda Lo sentii risalire con la lingua, in un crescendo disperato. Il mio corpo voleva sempre di più, bramava che salisse, che non si fermasse, ma ero così presa da Icarius che non gli diedi indicazioni, non dissi nè feci nulla. Doveva capirlo, oh doveva capirlo da solo il piccolo. E ci stava riuscendo, eccome se ci stava riuscendo. Lo sentivo risalire sempre di più, e più saliva, più la mia frenesia cresceva, e la mia lingua si muoveva in modo rapido e famelico sul membro di Icarius. Quando poi, finalmente, raggiunse il mio sesso, gemetti in modo incontrollato. Un gemito liberatorio, bellissimo, caldo ed eccitante, che sanciva la vittoria di Yanosh. Quella scarica di piacere mi diede nuova linfa, spalancai la bocca e vi inghiottii tutto il membro del ragazzo. Tutto, finchè potei, tutto. Ero letteralmente fuori di me, folle ed eccitata in modo incontrollato. Non capivo più nulla. Iniziai un gioco ancora più ardito, ancora più folle, mentre la bocca di Yanosh mi faceva impazzire, gemere, godere in modo spropositato. E poichè io ero di parola, e non ne vedevo l'ora in realtà, allungai un piede all'indietro, in modo da raggiungere il membro di Yanosh, accarezzandolo, stuzzicandolo, facendolo impazzire sempre di più. Mi muovevo, avanti e indietro, sentendo contemporaneamente le loro vitilità addosso a me, percependone la voglia, il desiderio, la forza prorompente, la mia piccola rosa tatuata sulla schiena sembrava sbocciare ad ogni movimento, sfogliarsi di petalo in petalo, diventando sempre più rossa, sempre più lasciva, sempre più persa. Come me. E tutto questo gioco lussurioso e perverso non era che l'inizio. |
“Se vogliono io sono pronto a dare il mio contributo...” disse il minatore a Gwen.
Intanto, poco più lontano, Hiss ed Altea si baciavano come se non ci fosse un domani, estraniandosi da tutto e tutti, affondando le labbra l'uno in quelle dell'altra, per un bacio carico di romanticismo e passione. Nello stesso istante, nella camera di Reddas, il giornalista aveva messo alla porta il capitano ed il caposquadra. Si versò da bere e restò a masticare ghiaccio e whisky per lunghi istanti, fissando il vuoto della stanza. Ad un tratto entrò la moglie di Luis. “Abbiamo guadagnato molto denaro al locale...” mormorò “... e la mia parte mi spetta di diritto... domani prenderò le mie cose ed andrò via... voglio ricominciare, lontano da questa polvere e dall'odore di polpette e panini alla piastra...” “Che razza di donne sei?” Guardandola con infinita commiserazione Reddas. “Scommetto che se non fosse stato per Luis ora ti staresti esibendo in qualche locale di malaffare... non fa che parlare di te lui lì sotto... non chiede che di te... ti crede afflitta e devota, mentre invece sei una volgare scrofa...” finendo il suo bicchiere. “Bada a come parli...” lei afferrando un coltello. Ma lui le bloccò i polsi, la disarmò e poi strinse le mani attorno al suo collo sottile. Cominciò a stringere, forte, guardandola negli occhi, fino a quando lo sguardo di lei si fece bianco, vuoto, senza più luce. La lasciò morta sul letto e corse fuori. Spintonò un poliziotto e prese la sua auto, partendo a tutta velocità. |
"Bene, è un inizio" annuii.
Era ottimo che ci fosse qualcuno volenteroso e propositivo da qualche parte, in mezzo a questa folla di approfittatori, che pensavano a mangiare, a fare fotografie e e passare il tempo a divertirsi. |
“Beh, ne è davvero sicuro allora ok...” disse Elv al minatore “... venga, la porto da Reddas e dal capotano...” facendo segno a Gwen di seguirli.
Ma proprio in quel momento tornò Reddas. Di gran carriera lasciò l'auto davanti alla grotta e scese. Con lui c'era un sacerdote. Entrambi entrarono nella spelonca e tra polvere che crollava e pietre che si sbriciolavano raggiunsero il punto più vicino a Luis, mentre il sordo boato della trivellatrice continuava a far tremare l'intera montagna. “Luis...” mormorò Reddas. “Reddas...” debolissimo Luis “... hai... hai portato il prete?” “Si...” annuì il giornalista. Il sacerdote si affacciò verso di lui e gli impartì l'Estrema Unzione. Un attimo dopo il povero ragazzo spirò. |
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