Andai a dormire, ma il mio sonno fu inquieto, disturbato.
I miei sogni furono confusi e grotteschi, paurosi, fatti di orribili volti e maschere, l'incidente di Messer Elv.
Terribili immagini che si avvicendavano davanti agli occhi della mente in quello stato di incoscienza.
Fui svegliata da Mary che mi serviva la colazione al tavolo del salottino antistante la camera da letto.
Mi sedetti co fusa e turbata, ancora inquieta.
"Notizie di Messer Elv?" le chiesi poi, prendendo un sorso di tè.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...7d3640a203.jpg

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“Ha dormito tutta la notte, damigella.” Disse Mary. “Ho controllato anche poco fa e dorme tranquillo.” Servendole la colazione, per poi andare via.
Ma dopo qualche istante tornò da Gwen.
“Damigella, quell'uomo...” mormorò titubante “... beh, si è svegliato...”

Mi appisolai e dormii tranquillamente, mi svegliai sentendo rumori nella locanda che aveva ripreso la sua attività e soprattutto sentii l' odore del pane fresco e croccante.
Mi alzai, lavai vestii, tale era la fretta di vedere Brain che non mi acconciai i capelli in modo perfetto e guardai la governante, non sapevo se riferirgli dell' accaduto della notte ma tenni il riserbo.
"Possiamo andare a fare colazione" dissi e scendemmo nella sala.

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Annuii.
"Molto bene Mary, grazie."
Andò via ed io finii di mangiare.
Dopo un po', tornò dicendo che si era svegliato.
"Vado subito" dissi, alzandomi e dirigendomi subito nella camera degli ospiti.
Bussai un paio di colpi, poi aprii poco la porta ed entrai.

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"Certo." Disse la governante ad Altea.
Si preparò anche lei ed insieme scesero di sotto, dove la locandiera le salutò con calore ed offrì loro la colazione.
Brain era nel cortile, ad infornare il pane.

Gwen entrò, trovando il giovane avvocato dai capelli bruni sveglio, con la testa appoggiata su due cuscini per stare più comodo.
"Oggi i nobili usano prigioni differenti..." disse lui con tono aggressivo "... perchè sono qui? Per la mia ferita? Poi sarò portato in una vera prigione?" Cercando di alzarsi, ma il dolore lo fece desistere.

Sorrisi pure io alla governante, ma sapevo che mentiva, d' altronde il borgomastro aveva espresso il suo risentimento per i borghesi e lei non lo sapeva.
Mi sedetti e vidi Brain in cortile ma finsi indifferenza "Dunque cosa abbiamo oggi per colazione" guardando la locandiera e inscenando pure io.

Mi avvicinai e risi alle sue parole, sedendomi sul bordo del letto.
"Tanto per cominciare, potreste ringraziare ed essere riconoscente visto che a quest'ora sareste morto dissanguato per strada" con sorriso quasi divertito "E poi, no, nessuno sa che siete qui e quando andrete via, una volta guarito, nessuno saprà che vi ho ospitato. Sarete libero di andare una volta che la vostra ferita sarà guarita completamente. Il dottore ha detto che per fortuna non era molto grave, il proiettile vi ha soltanto sfiorato" risposi, con un sorriso.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...3ab59d4f6a.jpg

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"Pane bianco, confettura di more e latte caldo, madama." Disse la locandiera ad Altea. "Poi abbiamo frutta di stagione, come mandarini, mele e pere." Annuendo.
"Io prenderò del latte caldo." La governante.
Intanto Brain era sempre impegnato ad infornare il pane.

L'avvocato si risistemò nel letto, con la ferita dolorante e lo sguardo scostante verso Gwen.
"E perchè mai" disse "gente nobile come voi avrebbe soccorso un borghese come me? Dov'è il trucco?"

"Io ho appetito, sarà questa zona che mi mette appetito..quindi prendo il pane bianco con confetture di more, del latte e caldo e pure dei mandarini" e la guardai stavolta facendo uscire davvero le mie parole ingenuamente "Ovviamente mi auguro voi servirete il tutto in un ottimo servizio in Sheffield" e mi accorsi in quel momento parlavo come una aristocratica uscita da quel collegio, e guardai Brain istintivamente che infornava e infornava e mi sfuggì una risata "Sembra il vostro garzone stia preparando pane per un esercito".

Sorrisi ancora.
"Detesto queste etichette. Vi ho visto lì, ferito e ho deciso di aiutarvi. Noi due abbiamo idee molto simili in merito, non ritengo il mio pensiero concorde con quello della mia classe e no, non c'è alcun trucco" lo rassicurai, con tono calmo.
"Siete più tranquillo adesso?" con un mezzo sorriso sornione.

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“Si, abbiamo molti clienti.” Disse sorridendo la locandiera ad Altea. “Siamo la sola locanda in zona e per questo molti vengono a mangiare da noi.” Annuendo.
Servì poi quanto da lei ordinato, mentre Brain continuò ancora per un po' ad infornare il pane.
Poi rientrò nel locale e gettò uno sguardo verso il tavolo di Altea.
Prese allora dei tovaglioli puliti, tutti ben piegati più volte e li posò sul tavolo della figlia dell'astronomo assassinato.

Finalmente arrivò il padrone, una strana figura dalla maschera sul viso.
Perchè la maschera?
Cosa nascondeva?
Oh, gli umani che riuscivano ad incuriosirmi e sorprendermi, non succedeva mica spesso.
Erano in tre, un buon pasto dopotutto, e quel padrone mi incuriosiva.
Così, scivolai nell'ombra per avvicinarmi al padrone e vederlo meglio.

"Ma non mi dite..." disse sarcastico Elv "... quindi immagino viviate in assoluta povertà, senza godere dei servigi di maggiordomi e governanti, niente abiti sfarzosi, nè partecipazioni a feste e banchetti vari, giusto? Dunque avete sicuramente un lavoro e non è certo una rendita aristocratica a farvi sopravvivere, dico bene?" Ironico a Gwen.

"Beh, la mia condizione non è certo colpa mia. E poi, nemmeno voi mi sembra che viviate in assoluta povertà come un novello San Francesco, dico bene?" guardandolo con sguardo di sfida e un sorriso divertito.

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Destresya si confuse con l'ombra, in quel chiaroscuro così inquietante e misterioso in cui era avvolto il laboratorio.
L'uomo aveva una maschera di ferro e cuoio, con solo gli occhi ad essere visibili di tutto il suo volto.
"Scaricate subito la pasta vitrea in quella botte." Disse lui, dando ordini ai suoi uomini.
I due subito obbedirono.

Sinceramente non avevo notato tutta questa affluenza nel borgo, forse mi sbagliavo visto ero appena arrivata la notte prima.
Brain entrò nella locanda, vidi i suoi movimenti e poggiare i tovaglioli sopra il mio tavolo "Grazie messere, davvero gentile" sorridendogli.
Presi del pane e lo imburrai e sopra misi la marmellata ai mirtilli, la assaporai piano mordendo quel pane dolce e croccante, era deliziosa.
E quindi approffittai per prendere i tovaglioli, porli sul mio grembo e li aprii lentamente.

"Io vivo del mio lavoro di avvocato." Disse con sdegno Elv a Gwen. "Nessuno mi mantiene. Dunque evitate di offendere la mia intelligenza e la dignità di chi lavora e lotta. Voi siete un'aristocratica, figlia di un regime che vi permette di vivere in mezzo allo sfarzo."

Altea aprì i tovaglioli e vi trovò dentro un biglietto con un indirizzo:

“Palazzo dei Berti, via del Sacro Cuore, Afragolopolis.”

Riuscii così ad osservare la sua faccia, chiusa nella maschera di cuoio.
Una cosa così strana e curiosa, doveva essere terribilmente sfigurato per nascondere il volto anche a casa sua.
Poi il tizio nominò la pasta vitrea, e mi ricordai che cosa mi aveva condotto lì, il capriccio di voler sapere che cosa ci dovessero fare con quella pasta vitrea.
Ora forse l'avrei scoperto finalmente, e avrei deciso che fare con la mia cena.

Perfetto, osservai Brain ed annuii e chiusi i tovaglioli mettendoli in una borsettina di stoffa avevo portato.."Madame, che dite se andiamo nel mio Palazzo ad Afragopolis, voglio vedere in che stato si trova, e mi muoverò per cercare l' amica di quel Roberttier" finendo la colazione "Andate su a preparare i bagagli, vorrei parlare col garzone un attimo" sorridendole con fare ingenuo.

Sorrisi, poi scossi appena la testa.
"Nessuno è colpevole della propria condizione, né io della mia né voi della vostra, dovreste cominciare ad imparare questo, innanzitutto" dissi alzandomi e avvicinandomi alla porta.
"Buffo, comunque. Sembrava andassimo particolarmente d'accordo ieri sera. Sarà proprio vero che con una maschera si può fare tutto..." buttai lì a caso, con un sorriso enigmatico.
"Chiamatemi, se aveste bisogno di qualcosa..." aggiunsi, prima di andare via.
Andai in camera, dove mi vestii e poi andai in biblioteca a leggere.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0899c3b909.gif

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Destresya vide tornare i due uomini e scaricare la pasta vitrea nella botte.
Poi il loro padrone versò dentro una sostanza chimica per ben mischiare il tutto.
Era una sorta di acido, visto la pasta vitrea cominciò a scogliersi, liberando uno strano odore nel laboratorio.
Poi l'uomo con la maschera aggiunse della cera ed altri liquisi sconosciuti.
"Fra un'ora il composto sarà pronto..." disse lui, mentre i due uomini lo fissavano come chi ci stava capendo poco.

La governante annuì ad Altea e fece come lei aveva chiesto, lasciandola sola.
Brain intanto serviva ai tavoli.

"Ieri sera... una maschera..." disse Elv fissando Gwen "... che intendete dire?" Perplesso.
O almeno così appariva.

Mi avvicinai a lui e dissi a voce alta "Grazie per la ospitalità, affari mi portano ad Afragopolis ma tornerò sicuramente" per fargli capire avevo letto i tovaglioli e dissi a bassa voce "Cosa vi ha detto il suo amico..è possibile parlarci prima di andare via? Non ha mandato nessun messaggio?"

Sorrisi, poi scossi appena la testa.
"Nulla..." dissi, prima di andar via in biblioteca.
Ero certissima che fosse lui, non mi avrebbe convinta del contrario.

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"Se volete posso portarvi da lui più tardi..." disse Brain sottovoce ad Altea "... ma non so quanto sarà disposto ad esporsi... decidete voi..."

Gwen andò via, lasciando l'avvocato riposare.
Mary la raggiunse in biblioteca.
"Madamigella, quell'uomo è davvero arrogante..." disse "... ha detto di non voler nulla da noi... nè cibo e neppure acqua..."

"Si, sta bene..d' altronde pure io sto rischiando, in prima fila per sapere la verità sulla morte di mio padre andando in quella casa, e vorrei sapere alcune cose....sto facendo preparare i miei bagagli, dirò a Madame di non essere frettolosa" sempre sottovoce "Verso che ora ?"

Mary mi raggiunse in biblioteca.
Dovevo ammetterlo, non pensavo sarebbe stato così difficile.
Sospirando posai il libro e salii nella camera degli ospiti, per vedere come risolvere la situazione.

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"Tra un'ora, madama." Disse sottovoce Brain ad Altea.
Poi la locandiera lo richiamò per fargli continuare il lavoro.

Gwen tornò dal suo ospite.
"Beh..." disse lui fissandola "... cos'altro volete?"

Alzai appena un sopracciglio.
"Mi è stato detto che vi rifiutate di bere e mangiare e volevo dirvi, dacché non siete un bambino, che siete liberissimo di morire di fame o di sete. Dirò poi che così facendo non vi rimetterete in forze, dunque niente forze niente guarigione, niente guarigione niente fuga disperata dalla terribile prigione in cui credete di essere rinchiuso" risposi, con tono candido e un sorriso serafico.

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"Altea..mi chiamo Altea...sotto il faggio, tra un' ora" e salii in camera.
"Madame, fate con tranquillità, vorrei vedere la cittadina e il garzone si è offerto di mostrarmela, ma sicuramente torneremo presto qui...tutti conoscevano mio padre e diciamo...io voglio essere presente qui come lui lo era, ma sapete una cosa" guardandola negli occhi grigi, sapendo lei aveva amato mio padre "Io sono certa qui molti mentono, forse mio padre aveva più nemici che amici qui...e voi" con tono duro "Cosa pensate della Corporazione dei Borghesi...sinceramente" scrutandola.

Osservai il tutto sempre più incuriosita, quello strano procedimento.
Mi sembrava sempre più strano, mentre l'odore inconsueto si diffondeva ovunque.
Chissà che cosa doveva farci con quella pasta.
Ora l'avrei scoperto e avrei così potuto smettere di aspettare.
Ma poi disse che ci voleva un'ora.
Un'ora?
Ma io non avevo un'ora da aspettare.
Avevo già indugiato troppo per via di quel capriccio.
Dovevo iniziare ad usare le maniere forti.
Mi sarei fatta dire cosa combinavano in un'altro modo.
Dopotutto erano solo tre, non sarebbe stato certo un problema.
Così, con un balzo uscii dall'ombra e azzannai subito uno dei due uomini, per poi buttarmi sul secondo.
Al padrone mi sarei dedicata con più calma.
Sentivo il sangue scorrermi sul viso, gli occhi divenuti quasi bianchi, le membra che si rinvigorivano poco a poco.
Finalmente.
Avevo atteso fin troppo, ma ora mi prendevo la mia dose di sangue, di vita, nel mio corpo morto, ma ardente.

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“Voglio sapere la verità...” disse seccato Elv a Gwen “... cosa cercate di dimostrare? Che siete liberale? Magnanima? Generosa? Credete nell'uguaglianza? Andiamo, è solo ipocrisia! Fate parte della feccia che rende questo paese ancora legato ai secoli bui!” Cercando di far valere la sua dialettica.

“Io ho sempre appoggiato ogni idea e proposito di vostro padre.” Disse la governante ad Altea. “Dunque anche la corporazione vedeva il mio entusiasmo. Anche io credo che qui molti mentono. Maddola è intimamente legata ai tanti nobili che vengono qui in visita al Santuario di San Michele e per le loro battute di caccia. Qui temo a nessuno interessi scoprire chi ha ucciso vostro padre.” Con rabbia negli occhi.

Lo guardai incrociando le braccia con sguardo curioso.
"Nulla di tutto ciò, volevo solo aiutarvi. Forse pensate che noi nobili non siamo capaci, magari è vero, ma io lo sono e tanto deve bastarvi" con tono determinato "Comunque, devo essere sincera, siete tremendamente diverte te me tre vi sforzate così tanto di odiarmi" con faccia divertita.

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