![]() |
Mi feci una bella risata alle parole del duca..."Cosa siete voi...colui che ha più valore dopo il re? Allora prima di afferrarmi e bloccarmi con violenza ricordatelo chi avete davanti..da pari a pari..non è colpa mia se Thomas si è perso nella foresta...il fatto è che si è fidato di un essere furbo e disonesto come voi" e mi voltai verso Rodolfo e Destrus che lo fissavano seri.
Ad un tratto vidi Mime appeso all' albero..ma cosa c'entrava quell'uomo..eh già..l'Ignoranza genera Mostri. Poi lo vidi cascare come un sacco..era Guisgard con l' arco e lo salvò e applaudii guardando Gvin..."Ottima presa, Gufo...siete un ottimo guerriero". E ad un tratto arrivò ella..la sacerdotessa pagana, udii le sue parole..la guardavo fissa negli occhi ancora lei e mi avvicinai.."Siete tornata per redimere queste persone..non vorrete mica, voi tutti credere ancora a questa..sacerdotessa pagana..che la causa del male di Solpacus e che la bestia morirà solo se tutti ci convertiremmo agli dei pagani..e poi che sappia io gli animali non risorgono..solo uno è risorto...ed è Nostro Signore Gesù Cristo" e mi feci il cenno della Croce.."Siete fuori luogo, qui non vi è il culto dei vostri dei ma è la Casa del Signore, tornatevene da dove siete venuta". |
In qualche modo, riuscimmo a raggiungere il palazzo vescovile.
Quando le porte si chiusero, mi lasciai cadere a terra, appoggiata ad una parete. Respiravo a fatica, ma la rissa mi aveva ridato energia. "State tutti bene?" Chiesi, guardando i miei uomini "Borel? Nestos?". Sospirai "Ottimi riflessi, ragazzi.. Ma giuro che la farò pagare a quel maledetto.. Eccome..". Sentii poi arrivare Guisgard. Con comodo, mi raccomando.. Salvò Mime e se la prese con Gvin, che era troppo codardo per affrontarlo. Io ero nobile quanto lui, e cos'avrei dato per dare una lezione al vero Gufo! La situazione era sempre più assurda: la carcassa era sparita, ci mancava solo quello! Mi alzai controvoglia, ma non potevo restare immobile. "Devo andare a parlare col vescovo, per ringraziarlo.. non solo ci ha accolto, ma perfino difesi.. Nestos, te la senti di accompagnarmi?" Mi voltai verso i miei uomini "Poi ce ne andremo.. anche se vi dirò che, dopo questo, dovrò resistere alla tentazione di andarmene e lasciare che la bestia uccida ad uno ad uno tutta quella gente.." sospirai "Ma non posso..". Capre belanti o no, avevo fatto un giuramento. Raggiunsi così il piano nobile, e mi inchinai davanti al vescovo. "Vi dobbiamo la vita, Vostra Grazia.. le parole possono colmare un simile debito ma.. grazie, a nome di tutti noi.. Il Duca ha ragione, siamo soldati di ventura, non meritiamo di stare qui.. ce ne andremo immediatamente.." Mi inchinati di nuovo. |
Flees era riuscito a bloccare il mio respiro......cercavo di essere calma parlando con Isolde......inumidivo le mie labbra ....e poi il responso di Isolde ....la sua voce era vogliosa...nel percepire quello che stavo vivendo......" L'essere gemelle Isolde comporta anche il fatto di potersi guardare negli occhi e di vivere la stessa sensazione........o di percepire lo stesso piacere........il mio schiavo......sta modellando il corpo della sua padrona......procurandomi un piacere che va oltre quello che ogni donna potrebbe pretendere......la devozione che mi sta riservando.....e' quella che riserverebbe alla Dea alla quale chiederebbe una grazia........."... e mentre osservavo Flees preparare quella mistura con cui avrebbe insaponato il mio corpo......ascoltai Isolde darmi nozioni per quanto riguardava il cimitero....." Ti ringrazio Isolde.......spero di chiudere al più presto questa faccenda.......andrò dal braccio destro del Guastaldo......ora se permetti...vorrei chiuderne un'altra di faccenda........a presto sorellina......".......feci segno a Flees di non togliere la maschera........e di avvicinarsi a me ..abbracciandomi......quando sentii il suo corpo così attaccato al mio ebbi un sussulto.........la sua virilità era al culmine.....e io avrei dovuto convincerlo a tornare indietro.....avvicinai le mie labbra al suo orecchio.....e gli sussurrai...." Flees......sei riuscito a farmi morire.......non avrei mai pensato di dover darti ragione......sapevi cosa darmi........il mio corpo ha risposto.....come le corde dell'arpa rispondono alle dita del suo padrone...........ti adoro come schiavo..........penso che non libererò mai le tue catene........ti chiedo ora di tornare al cimitero......dobbiamo chiusere questa faccenda......e non avere più legami con nessuno...anche se tua madre...non sarà facile tenerla lontana.....per quanto riguarda Daizer....tutto sarà normale...sino a quando la faccenda non sarà messa a posto......poi gli parlerò......"....lo baciai sulle labbra....ed attesi
|
“Non temete...” disse con indifferenza la ragazza ad Eilonwy “... porterò questa vostra lettera al Cavaliere Nero, anche se è del tutto inutile... coloro che hanno offeso Amore la pagheranno cara... anzi, da buona Cristiana vi consiglio di far evitare altre sfide, o ci saranno nuovi morti...” e svanì nel verziere.
Un attimo dopo si udì il suono di un corno e poi delle risate. Era Alaso ed i suoi scudieri che si preparavano per la contesa col Nero. Da un balcone si affacciò allora lady Ymma. “Beneditemi, madonna...” ridendo Alaso “... poiché tra breve ucciderò il Cavaliere Nero causandogli vergogna e libererò così questo castello dalla tristezza... e voi sarete mia.” Le lanciò una rosa, che però Ymma raccolse senza entusiasmo. |
La sacerdotessa pagana rise forte a quelle parole di Altea.
“C'è già la Chiesa dei Cristiani in questa città” disse poi “e cosa è cambiato? Nulla, solo morti su morti. Cos'altro deve accadere per convincervi tutti?” Fissando la bella avventuriera e poi la gente rimasta ancora in piazza. “La bestia è stata uccisa, per poi risorgere. E ha colpito ancora. E ancora colpirà!” “Lady Altea ha ragione...” avvicinandosi Guisgard alla sacerdotessa “... un animale non può risorgere... c'è sotto qualcosa e noi lo scopriremo.” “Tutti sanno” fece Mime “che gli animali non hanno un'anima. Dunque non possono risorgere.” “Gli insegnamenti della vostra Chiesa” con disprezzo la donna pagana “non vi serviranno a nulla poiché sono falsi.” “E' inutile star qui a parlare...” Guisgard ad Astus e a Mime “... andiamo a vedere gli altri come stanno...” e si avviarono al Palazzo Vescovile. Intanto Rodolfo e Destrus si recarono alla Biblioteca Vescovile in cerca di notizie sui rettili descritti loro da Altea. Gvin invece prese i suoi cavalieri da parte, in modo che nessuno potesse sentirlo. “Stanotte ritorneremo nella foresta” mormorò “e metteremo altre tagliole. A centinaia, persino a migliaia se occorre. A costo di farci finire dentro tutti gli animali di questo mondo.” Ormai il Sole era sorto e quella turbolenta notte era finalmente tramontata. Ma non i suoi demoni. |
“Grazie mille, Milady!” ringraziai con un sorriso di circostanza.
Poi udì Sir Alaso: Citazione:
E davanti a me e a Riccardo passarono il superbo cavaliere con i suoi tre volgari scudieri, i quali appena mi videro iniziarono a farmi l’ occhiolino e a parlare tra di loro lanciandomi qualche sguardo. Mi si avvicinò senza paura di Sir Riccardo uno di loro. “Che volete sentiamo!” dissi impassibile, incolore e gelida allo scudiero. http://i60.tinypic.com/11ugvpf.jpg |
Io e la sacerdotessa ci guardammo con sfida..arrivarono Guisgard e Mime e lasciai a loro la parola...giuste parole, almeno sapevo qualcuno la pensava come me e aveva i miei stessi dubbi.
Arrivarono Destrus e Rodolfo ed entrammo nella biblioteca vescovile mentre il mio sguardo si perdeva nella figura di Guisgard che scompariva in qualche stanza. "Bene...vediamo un pò in questi libri..ah si, dissi pure al vescovo di lasciarmi un libro sulle Inquisizioni per stregoneria avvenute qui a Solpacus..quel rigattiere che hanno appeso ha detto che la sorella di un pastore che conosco fu bruciata per stregoneria e lanciò una maledizione sulla città...ecco i miei dubbi espressi sul fatto che qualcuno possa operare contro chi la ha uccisa..magari proprio contro i Cristiani..qui vige la superstizione". Presi il libro giusto su animali di Paesi lontani e poi avrei chiesto quel libro sulla Inquisizione al vescovo, a meno che non fosse in libreria. Mentre sfogliavamo il libro mi voltai verso sir Rodolfo..ehh ero una donna.."Ma a voi..pare quel Gufo..abbia un accento capomazdese?". |
“Non ho fatto ancora nulla, zia...” disse piano Flees ad Elisabeth, con la voce rotta per l'eccitazione “... non ti ho ancora dimostrato quanto ti adoro...”
Erano stretti l'uno contro l'altra, col corpo di lei che, insaponato ed unto da quei sali, quasi scivolava sui vigorosi muscoli di suo nipote. “Mi chiedi l'impossibile, di fermarmi...” sussurrò alla maga “... ma obbedirò anche stavolta...” la baciò allora con passione ed impeto. Un attimo dopo quel luogo di sogno svanì e i due si ritrovarono nuovamente nel cimitero, davanti alla cappellina dove avevano lasciato Daizer. |
“Nella casa del Signore” disse il vescovo a Clio “tutti sono i benvenuti. Ed io ho fiducia in voi e negli altri cavalieri che presto liberete questa città da quel mostro.” Scosse il capo. “Si, un mostro... comincio a convincermi che lo sia davvero... era morto... non poteva trattarsi di un animale comune...”
“No, non lo era, eccellenza.” Mormorò Nestos. “Non era un animale comune.” “Come può spiegarsi allora tutto questo?” Chiese il chierico. “Non lo so...” scuotendo il capo Nestos “... non lo so, ma bisogna scoprirlo...” per poi fissare Clio. “Fatelo allora.” Fissandoli il vescovo. “Liberateci da questo flagello.” Intanto, al pianterreno del palazzo, tutti i suoi compagni attendevano il loro capitano per lasciare quel luogo. E proprio in quel momento videro arrivare presso l'ingresso Guisgard, Astus e Mime. |
"Lo faremo, non temete.." sorrisi al vescovo, per poi congedarmi.
Raggiunsi il pian terreno, dove ci aspettavano gli altri per lasciare quel luogo. Ormai era mattina. Quando era stata notte? Non me n'ero nemmeno accorta. Vidi arrivare Guisgard e i suoi due fidi compagni. "Alla buon ora, caro marito.." lo guardai torva, per poi allargare le braccia "Si può sapere dove ti eri cacciato?" con gli occhi nei suoi. Hai detto che mi avresti salvato dal linciaggio, ma non c'eri... "Perdi colpi qua... ho dovuto salvarmi da sola.." senza staccare lo sguardo. Non avresti mai dovuto lasciarmi sola.. Poi sorrisi, era lì, tutti stavano bene. Non avevo alcun diritto di fargli una scenata. Era libero di fare quello che voleva. "Ah, che moglie petulante.." risi appena, per poi voltarmi verso gli altri. "Avanti, andiamo.. dobbiamo ricominciare da capo, solo che adesso tutti ci odiano.." scossi la testa "Dite che è sicuro andare alla locanda? O dovremo trovarci un nuovo posto dove stare?". |
"Flees io Sento....quanto tu possa donarmi....sento quanto la tua passione pulsi sul mio ventre......non credere che non comprenda.....ma so che tutto questo non avrà mai fine.....questo tu me lo hai promesso.......schiavo sarai e lo sarai per sempre......"...il nostro bacio fu lungo violento per la paura di perdere......dolce..perchè doveva ancora far comprendere....
Accidenti...ero esausta......tutto questo mi stava spossando....Flees era dietro di me con l'espressione...di chi aveva compreso ed era tornato indietro.....la scena nella Cappella era rimasta la stessa....solo che Daizer ed il prete avevano cominciato a prendere vita..... " Daizer......alla fine Flees...ha compreso, almeno speriamo....ascolta, tu sai che ho la capacità di sentire quando qualcuno mente......e parlando con tutte le persone che vivono in questo cimitero...mi sono resa conto che qualcuno ci stia marciando in questa cosa.....e la persona che più di tutti....ha la faccia di uno che adora il Dio denaro...e' il braccio destro del Guastaldo......io non so tu......ma lui sà dove si trova la tomba del Maniscalco......."......volevo avvicinarmi a Daizer...ma mi sentivo troppo sporca per farlo.....anche se tutto questo era nato perchè Isolde gioisse del mio cambiamento e fosse entusiasta nel darmi notizie su questa faccenda......sapevo bene che nella vita ogni cosa aveva un prezzo.......ma quei sogni....erano ancora vivi in me..troppo vivi.....quella gente ...quella ragazza...avevano bisogno di tornare a vivere....fosse solo nel mondo dei morti..trovare la pace....questo era importante...che trovassero la pace...... |
“Pensavo preferissi star da sola” disse Guisgard a Clio, sostenendo il suo sguardo “ad ascoltare la storia di quella festa... avevi gli occhi così sognanti...” si voltò a fissare il portone del palazzo “... e poi, pensando che questa dannata storia fosse finita, ero tornato alla locanda per preparami alla partenza...” aggiunse con indifferenza.
“Invece questa stramaledetta storia è tutt'altro che terminata!” Esclamò Vortex. “E per poco Nestos e Mime non ci rimettevano il collo!” “E anche noi” intervenne Porturos “non è che abbiamo trascorso una notte rose e fiori.” “Borel deve essere medicato, Nestos.” Disse Dort. “Quanto alla locanda non saprei... voi altri cosa dite?” “Mime, tu conosci bene questi luoghi...” fece Guisgard “... c'è qualche altra locanda? Magari anche fuori città?” “Si, ne conosco una non troppo lontano...” annuendo Mime “... ci andavo spesso a bere... almeno fin quando mi hanno fatto credito...” “Bene, allora alloggeremo là...” mormorò Guisgard “... voi altri raggiungetela con Mime, mentre io tornerò al nostro vecchio alloggio per pagare il proprietario e prendere ciò che abbiamo lasciato...” guardò poi Clio “... a Borel è andata bene, sembra poco più di un taglietto... tu invece come stai? Ti hanno ferita?” “Andrai da solo alla locanda, Guisgard?” Chiese Astus. “Si, così passerò inosservato...” rispose il cavaliere, restando però a fissare Clio “... meglio non attirare su di noi molta attenzione da parte di questi esagitati...” “Allora il nome della locanda è Grappoloduva, messere.” Disse Mime al cavaliere. |
“Talvolta” disse Rodolfo ad Altea “capita che gente come quei mercenari, vagando da terra a terra, si ritrovino con la parlata un po' sporca...”
I tre cercarono tra i libri sugli animali e persino nei bestiari, senza però trovare nulla di interessante. Infatti sembrava impossibile, più che improbabile, che uno dei grandi rettili originari nei paesi orientali, potesse vivere in terre come quelle di Solpacus, con Inverni rigidi e lande montuose. Poi Destrus vide degli antichi volumi su uno di tanti scaffali che riempivano la biblioteca. Quel testo parlava proprio di stregoneria e Inquisizione. Il giovane cavaliere cominciò allora a sfogliarlo. “Ehi, guardate qui...” chiamando Altea e suo zio. “Hai trovato qualcosa?” Avvicinandosi Rodolfo. “Qui dice” fece Destrus “che a Solpacus anni fa una donna fu bruciata con l'accusa di stregoneria... ci sono gli atti ufficiali del processo...” |
Ascoltai le parole di Rodolfo sorridendo...ma lui non è un mercenario, ma voi non lo sapete.
"Potrebbe essere stato addomesticato...io l'ho intravisto quella notte ero con Gvin e i mercenari, aveva come degli aculei..e poi qui vi è un fiume..quell'animale è un rettile quindi li potrebbero aver creato il suo habitat, e forse pure gli hanno creato una tana...ma aspettiamo i risultati delle analisi..e vedremo, forse dovremmo parlare al vescovo dei nostri dubbi". Poi Destrus si accorse di un antico volume...parlava proprio del processo di stregoneria..forse era proprio la sorella di Enar..."Leggi Destrus, cosa vi sta scritto...o forse gli atti ufficiali sono da sua Eminenza" e osservammo tutti e tre quel libro aspettando il giovane cavaliere leggesse. |
Repressi un sorrisetto divertito.
Oh, se sapessi a cosa stavo pensando alla festa... "Te ne saresti andato così, senza salutare?" scossi la testa "Che buone maniere.." sarcastica "Comunque io sto bene, grazie..". Non grazie a te.. Ma poi sorrisi di nuovo. L'unica cosa positiva di quella faccenda, pensai, era che il momento di lasciarci era rimandato ancora. No ma.. ti rendi conto di che razza di discorsi fai? Eh? No niente.. La parte più razionale di me alzò gli occhi al cielo, l'altra invece mi strizzò l'occhio. "Bene, è deciso.." dissi, cambiando discorso "Alloggeremo fuori città, verrò con te, naturalmente..." rivolgendomi di nuovo a Guisgard "Non posso certo permettere che paghi tu il locandiere... la nostra impresa è ben finanziata.. tu hai già fatto tanto.. Avanti, andiamo.. ci vedremo alla nuova locanda, ragazzi..". |
Daizer restò stupito da ciò che Elisabeth gli disse.
Ma conoscendo i poteri di sua moglie, non impiegò molto a convincersi che ella diceva il vero. “Ottimo...” disse scuotendo il capo “... ci mancava solo questo... un conto è affrontare anime in pena, ma tutt'altra cosa è scontrarsi col braccio destro del Gastaldo... occorre un piano...” “Si potrebbe ingannarlo...” fece Flees “... magari convincerlo che siamo dalla sua parte... che in qualche modo possiamo aiutarlo a trovare il tesoro.” “Il tesoro?” Ripetè il contrabbandiere. “Si, fulmine di guerra!” Deridendolo Flees. “Perchè diamine credi che abbia profanato la tomba che noi cerchiamo? Proprio per trovare quel tesoro!” |
“Che siete una bella ragazza” disse uno di quegli scudieri ad Eilonwy “e noi sappiamo come far divertire quelle come voi.” Guardò i suoi due compari. “Forza, qualche rima per la nostra damigella!”
E cominciarono a motteggiare: “Eilonwy, bella e cortese, è si dama di grandi pretese. Si sa, che per toccar il suo cuore occorre avere coraggio ed ardore! Lei certo nasconde desideri e passione e di accenderla non perderemo occasione!” |
Guardai Flees come a volerlo fulminare...ma quando si sarebbe tolto il vizio di pungere Daizer........" Il piano deve essere più che perfetto, il tizio in questione non e' uno stupido.........e poi..il tesoro non deve andare nelle sue mani......ma in quelle della povera gente......e non voglio sentire discussioni in merito....se sono portata sul luogo....posso avvertire la presenza di Comino.....ma sono d'accordo sul fatto che sia Flees a parlare con il braccio destro.......sara' come se noi stessimo cercando ancora quello che cercavamo quando abbiamo chiesto il permesso....ma lui ha saputo del tesoro.........Flees...noi ti staremo sempre accanto......un passo falso e chiamo mammina.......".......Già chiamo mammina e lì sarebbe andata peggio.....
|
Destrus cominciò a leggere:
“Serena, dopo un lungo interrogatorio, ha finalmente confessato. Ha confermato le accuse che le venivano mosse, dando così ragione ai vari testimoni. La donna era solita uscire di notte per la foresta, in cerca di animali per i suoi riti demoniaci. Talvolta, non trovandoli, usava rubarli nell'abitazione di suo fratello a sua insaputa, il pastore Enar. I riti consistevano nel far accoppiare diversi animali fra loro, differenti per specie e genere. Prima di ciò, la donna usava evocare spiriti e somministrare ad essi oscure pozioni, alterando l'aspetto di quelle fiere e generando così veri e propri scempi contro la natura di questo mondo. Inoltre i testimoni affermano che in seguito quegli animali risultavano totalmente sotto il suo controllo, come se fossero stati posseduti dai demoni dell'Inferno.” “E' terribile...” disse Destrus, smettendo di leggere. |
“Pensavo magari neanche ti fossi accorta della mia assenza alla festa...” disse sarcastico Guisgard a Clio.
I due, lasciati poi gli altri, tornarono alla locanda. La città ora sembrava tranquilla e di Gvin e dei suoi sgherri neanche l'ombra. Raggiunta la locanda, Guisgard chiese al locandiere di poter prendere la loro roba e poi pagare il conto del loro soggiorno. “Allora...” conteggiando il locandiere “... il conto totale è...” “Conti separati...” fece il cavaliere “... le camere dei miei uomini li pagherà mia moglie col denaro del fondo comune... mentre quella matrimoniale che ci avete cortesemente offerto la pagherò a parte.” “Spero sia stata di vostro gradimento, messere.” Sorridendo il locandiere. “Si, un vero nido d'amore.” Annuendo Guisgard, per poi voltarsi versi Clio. “Un luogo fatto apposta per ammirare le splendide sete orientali che ho comprato per mia moglie...” con un filo d'ironia. “Ne sono lieto, messere!” Esclamò il locandiere. “Vado a prendere la vostra roba in stanza.” Disse poi l'uomo. “No, saliamo noi, grazie.” Sorridendo Guisgard. “Voi pensate a prendere quel che si trova nelle camere dei miei uomini.” Raggiunsero così la loro stanza e cominciarono a prendere la loro roba. E nell'aprire uno degli armadi, il cavaliere trovò ciò che restava dell'abito indossato da lei la notte della trappola. “L'abito...” mostrandolo a Clio “... ma tanto non ci serve più, no?” Lo lasciò cadere sul letto. Guardò poi verso il soffitto e sbuffò. “Al diavolo, mi sento doppiamente idiota...” scuotendo il capo “... e se ti fosse accaduto qualcosa? Se quei fanatici ti avessero ferita o appesa a quel cappio? Non è giusto...” avvicinandosi a lei “... no, non lo è... non è giusto che io ora mi senta in colpa, quando invece tu pensi a...” soffocò un impeto di rabbia. Ma col piede toccò qualcosa che era nascosto sotto il letto. Si chinò per vedere di cosa si trattasse. Era avvolto in un panno. Guisgard lo prese e lo aprì. E con loro grande sorpresa trovarono all'interno, ancora insanguinata, la spada con cui Clio aveva trafitto la bestia. E sul panno, inciso col sangue dell'animale, c'era scritto: “Ciò che è stato ritornerà e ciò che è oggi non sarà più. La prossima sarai tu.” |
Li guardai con aria di sfida e finita la poesia alzai gli occhi al cielo.
“Ah…ah…molto divertente!...Ma mi spiace per voi gran poeti, perché vedete io sono già impegnata. Dico bene, tesoro?” e sentenziato questo baciai con passione Riccardo, il quale stette al gioco. Quando finì il bacio, li guardai con aria soddisfatta: “E poi….voglio proprio vedere se riuscirete ad accendere questo cuore di ghiaccio, dopo aver affrontato lui!” ed indicai il cancello d’ ottone. Mi staccai dal braccio di Riccardo e mi avvicinai in modo sensuale ai tre. “Sapete cosa si dice?....Che il Cavaliere Nero prima di uccidere un uomo gli stacchi via i membri virili e che ci giochi a palla con gli spiriti della notte. Ah ah ah!” risi forte vedendo quelli che se la facevano sotto alle mie parole. Eh sì…bravi a parole, ma poi. http://i58.tinypic.com/keydkz.jpg |
Ci guardammo stupiti...calò il silenzio...presi calamaio e carta e scrissi quello che vi era scritto.."Siamo certi...a volte le donne venivano talmente sfinite che confessavano pure l'improbabile per porre fine alle torture, dovremmo sapere il parere del vescovo...lui è uomo giusto, non si lascia influenzare...eppure usciva di notte per cercare animali, li accoppiava creando animali strani..e qui però vi è la estraneità di Enar..il pastore..forse perchè la colpevole è sempre la donna...bene, ora io e Destrus ritorniamo in locanda e voi, sir Rodolfo, andate a parlare al vescovo di ciò che abbiamo trovato e i miei sospetti sull' animale di cui vi ho parlato...è giusto lui sappia...sono pure stanca e vorrei riposare un pò...appuntamento dopo pranzo...andremo a far visita a Enar il pastore, cosi pure voi vedrete dove abita e soprattutto sua nipote Roxanne, tipa strana..attraverso i suoi disegni rappresenta in modo perfetto la belva mentre trucida donne." Frugai nella sacca e mostrai loro il ritratto che mi aveva fatto..."Ecco..questa sarei io, le ho chiesto un normale ritratto...strano vero? Ora capite".
Feci cenno a Destrus di seguirmi in locanda...."Solo a contatto con la gente di Solpacus si possono carpire segreti e quindi bisogna vivere la loro realtà di ogni giorno, capirne i caratteri e le mosse....e se il Buon Dio mi ascolta..forse troveremo Thomas..non è possibile, non vi sono cadaveri da nessuna parte, e se..lo avessero rapito, nascosto..forse lo sto solo pensando per mettermi l'animo in pace". Entrammo in locanda e salutammo il locandiere e la figlia del locandiere che mi sorrideva...mi avvicinai a lei e bisbigliai..."Grazie, vi faccio dono di un mio bracciale..per ciò che avete fatto e aver serbato il segreto". E salimmo nelle nostre piccole stanze....mi stesi nel letto...non ne caveremo nulla...se ognuno opera per avere solo quella maledetta spada..la Spada della Discordia ecco... "Era notte fonda e mi diressi nel Giardino fiorito io mi sedetti su una panchina vicino a un roseto ed egli era nascosto.. "Perchè non posso sapere il vostro nome, vedere il vostro volto, non mi bastano più le vostre lettere, io voglio amare una persona reale." "Non possiamo milady, le nostre famiglie ce l'hanno impedito". "E voi...tenete più alla vostra famiglia che a me..cosa ne sapranno loro?" "E' un patto e non posso romperlo...nemmeno per voi". Quelle parole mi ferirono...lui diceva di amarmi ma non lo aveva mai dimostrato". Già..e neppure ora lo ha dimostrato, è un uomo comune agli altri nobili o forse a tutti gli uomini..e dovrei essere fortunata? Preferisco una vita priva di Amore...oh si, nessuno mi avrebbe rubato più i miei sentimenti e i miei pensieri, avevo capito il cavaliere non era interessato a me...ha usato però la gentilezza di un nobile per dirmelo. Lo smeraldo brillò e mi persi in un dolce sonno. http://i59.tinypic.com/25q5ems.png |
Alzai un sopracciglio e scossi la testa.
Nemmeno accorta? Ma se mi ha preso un colpo! Non dissi nulla e lo seguii nella locanda. Rimasi sorpresa che volesse pagare la nostra camera, ma non obiettai davanti al locandiere. Citazione:
Non ero abituata a soffocare così tanti sentimenti, così tante emozioni contrastanti. Sentivo la rabbia ribollire dentro di me. "A?" tuonai "Sì, penso a Karel.." avvicinandomi a lui "All'unico uomo che abbia mai amato, che avevo deciso di sposare, per quanto sia folle.." mi avvicinai talmente tanto, da costringerlo ad indietreggiare sempre più "Che ora è disteso in un letto, intrappolato in un sonno irreale, sospeso tra la vita e la morte.. per colpa mia, perché ha voluto a tutti i costi assistere a quel duello.. Mentre io.." i miei occhi erano infuocati, ma continuavo ad avanzare, arrivando vicinissima al cavaliere "Io sono qui.." continuai , rabbiosa, posando la mia mano sul suo collo con impeto, quasi volessi tirarlo ancora più vicino a me "Io sono qui.. con te.." esitai "A.. a tremare se appena mi sfiori, a invocare un altro bacio rubato, dovendo restare impassibile.. a sperare di non doverti dire addio.." avevo parlato a raffica, col fiato corto. Per un momento, fui sul punto di baciarlo, ma non lo feci. Sapevo che se l'avessi fatto in quel momento, forse non sarei stata più in grado di tornare indietro. "Che razza di donna si comporta così?" sentivo le lacrime affiorare, cercai di dominarmi "Lo capisci che è una lotta sleale? Lui non è qui.. non può difendersi.. non può lottare per me.. tu... tu sei qui.." senza togliere gli occhi dai suoi "E io.. io non faccio che pensare a te.. e mi sento orribile.." risi, cercando di non piangere "Dannazione.. aspettavo soltanto che mi invitassi a ballare.." risi ancora "E io non ballo nemmeno.. quando hanno detto il suo nome io.. io pensavo a te, la notte della caccia.. e in un attimo sono tornata indietro.. a quando mi chiese di sposarlo.. credevo che tutti potessero leggermi nel pensiero.. che conoscessero i miei segreti..". Chiusi gli occhi per un attimo, ero esausta. Non mi ero mai esposta così tanto, ma sapevo che tutto quello mi avrebbe tormentato finché non me ne fossi liberata. "La verità.." sussurrai, lasciando ricadere la mano, mentre ormai le lacrime mi rigavano le guance. Mi sforzai di alzare lo sguardo "La verità è che sono una donna orribile.. non.. non sono proprio capace.." sorrisi appena "Era molto più semplice quando non ci provavo nemmeno.." mormorai, per poi tornare a guardare il cavaliere. "Non merito nessuno di voi.." indietreggiai, abbassando lo sguardo. Citazione:
Bastarono quelle poche parole a farmi tornare alla realtà. Avevo davvero parlato in quel modo? Forse avevo fatto male ad espormi in quel modo ma, al diavolo.. i sotterfugi non facevano per me. Cercai di concentrarmi sulla bestia. "Oh, che bravi hanno fatto la rima.." sorrisi "Bene, almeno ci sarà la resa dei conti.. e potrò ridare la spada a Dort.. se credono di farmi paura, si sbagliano di grosso!". Mi faceva molta più paura ammettere ciò che provavo. Combattere era la cosa che sapevo fare meglio, così come amare, ormai era chiaro, era quella che mi riusciva peggio. |
La foresta era buia e silenziosa.
Solo la nebbia sembrava conoscerne ogni angolo. Gli alberi, assopiti nei fumi della notte, parevano incantati, come un bosco pietrificato, succube di un qualche oscuro sortilegio. Altea vagava da sola, senza meta, con un senso di oppressione sul cuore. Poi udì un rumore metallico e subito pensò ad una delle tante tagliole messe in giro da Gvin e dai suoi uomini. Ma ad un tratto sentì la voce di Thomas che la chiamava. Cominciò allora a correre. A correre forte, mentre suo fratello gridava disperato. E più lui gridava, più lei correva. E correva. Correva. Fino a quando si svegliò. Era stato un sogno. Ma in quel momento si accorse che vi era qualcuno accanto al suo letto. Una figura che si confondeva con la penombra della stanza. “Ben svegliata, Altea...” disse Thomas “... non dirmi che hai fatto un brutto sogno? Ma ora non devi più aver paura... ci sono qui io con te adesso... ti proteggerò...” si alzò ed aprì la finestra della camera, permettendo così alla luce del giorno di entrare. Ma Altea, guardando il suo volto orrendamente maciullato restò paralizzata per lo spavento. “Cos'hai?” Fissandola Thomas. “Ti spaventi perchè la bestia mi ha sfigurato e ridotto in brandelli? Ma è colpa tua, sorellina... solo tua...” Altea si svegliò di soprassalto. Ansimava ancora per lo spavento. Era stato tutto un sogno. Solo un sogno, anche se molto realistico. Era ormai quasi pomeriggio e dalla finestra si udivano le voci dei bambini che giocavano per la strada. Ma non riusciva a togliersi dalla mente il volto sfigurato di Thomas che aveva sognato. http://img.blogdecine.com/2011/03/werewolf8_650.jpg |
A quelle ultime parole di Elisabeth, Flees apparve contrariato.
“Mi tratti sempre come uno stupido adolescente...” disse con sguardo truce “... come se fossi un ragazzino... ma io sono un uomo e avrei voluto dimostratelo...” scosse il capo “... ma tanto è inutile star qui a parlare... comunque, farò ciò che mi hai chiesto... andrò dal braccio destro del Gastaldo... ma dopo partirò... star qui non serve a niente... tornerò da mia madre e vi lascerò tranquilli...” Detto ciò, il giovane cavaliere uscì dalla cappella e si avviò all'uscita del cimitero. “Sembra che il moccioso se la sia presa...” sorridendo Daizer “... magari correrà a chiamare la madre...” rise “... direi di seguirlo, Elisabeth, così ci accerteremo che non faccia casini.” E lo seguirono. Il ragazzo uscì dal cimitero e alle guardie chiese di poter parlare con il braccio destro del Gastaldo. Dopo un po' fu ricevuto. “Allora?” Fissandolo Moussarel. “Ho molto da fare... perchè questa udienza? Non ditemi che state ancora cercando quella tomba?” “In verità si...” rispose Flees “... e no, eccellenza.” Moussarel lo guardava incuriosito. “Intendo dire” spiegò Flees “che abbiamo scoperto, da alcune lapidi, che la tomba di quel maniscalco è stata profanata...” “Già, capitano queste cose, purtroppo.” Fece Moussarel. “Ma sembra” mormorò Flees “che sia stata in realtà solo spostata...” “Spostata?” Ripetè l'uomo. “Si...” annuì Flees “... in un luogo sicuro...” “E perchè mai?” “Per nasconderci dentro un tesoro.” Moussarel quasi trasalì. “Come sarebbe?” Domandò poi. “Il tesoro che tutti cercano...” fece Flees “... si trova dove ora è stata spostata la sepoltura del maniscalco...” “Ne siete certi?” Incredulo Moussarel. “Si, signore...” confermò Flees. “Interessante...” con un ghigno Moussarel “... molto interessante...” |
Eilonwy cominciò a prendersi gioco dei tre scudieri, riuscendo a far sorgere nei loro animi una certa preoccupazione.
E nel vederli turbati, il loro padrone, ser Alaso, si avvicinò ai tre. “La nostra damigella” disse Alaso, indicando Eilonwy “ama burlarsi degli spiriti semplici ed ingenui. Poiché tali sono i miei fedeli scudieri.” Rise. “In realtà lei non può sapere in che modo combatte il misterioso Cavaliere Nero, poiché il messere che è con lei” parlando di Riccardo “non ha neanche il coraggio di sfidarlo.” E a quelle irriverenti parole del loro cavaliere, i tre scudieri scoppiarono a ridere, beffeggiando Riccardo. “Ditemi perchè ridete” fece Riccardo. “e rideremo insieme!” Con tono di sfida. “Messere...” ridendo uno dei tre scudieri “... non ridiamo con voi... ma ridiamo di voi!” “Si, perchè non avete neanche il coraggio di sfidare il Cavaliere Nero!” Sghignazzando un altro dei tre. |
Quelle parole di Clio.
Pronunciate a raffica, con impeto, quasi rabbia. E poi il suo sguardo deciso e fiero, fino a quando quei suoi meravigliosi occhi chiari cominciarono ad inumidirsi e poi ad arrossarsi. Allora le lacrime rigarono il suo volto. E forse mai come in quel momento, nonostante i suoi sforzi, lei appariva così donna, forte, coraggiosa ed allo stesso tempo fragile, agli occhi di Guisgard. Il cavaliere sentì in quel momento l'irrefrenabile istinto di prenderla fra le braccia e baciarla. Baciarla a lungo. Baciarla per ogni parola che lei aveva gridato. Baciarla e non solo. E quello fu il primo impulso. Ma poi il suo stivale che urtò quel panno. E quella macabra scoperta. “E' chiaro” disse Guisgard fissando la spada insanguinata e quella scritta sul panno “che sanno bene chi siamo... e sanno che sei stata tu ad uccidere la bestia... c'era la festa in città e poi lo scoppio di quella ressa ed il tentato linciaggio... e in quel frangente hanno fatto sparire la bestia e fatto poi arrivare in questa stanza la spada avvolta nel panno... questa almeno è l'ipotesi più ragionevole... a meno che non vogliamo prendere in considerazione la possibilità che davvero quell'animale sia risorto...” era pensieroso “... e forse l'unico indizio concreto, l'unica cosa certa, reale, che possiamo quasi toccare senza immaginare mostri e demoni è questa scritta... le stesse parole incise su quella pietra nella foresta... ciò mi fa credere che tutto passi per quel luogo e per quell'antico cippo...” Ad un tratto si udirono le campane che suonavano e dalla finestra Guisgard e Clio videro un lungo corteo funebre che terminava davanti alla chiesa. Solpacus piangeva i due giovani uccisi la notte prima nella foresta. E fu il vescovo a celebrare la Messa, leggendo durante la celebrazione un passo del Vangelo secondo Luca: “In quel luogo c'era una grande mandria di porci che pascolava sul monte. Gli chiesero che permettesse loro di entrare nei porci, ed egli lo permise loro. I demoni allora uscirono da quell'uomo ed entrarono nei porci e tutti quegli animali presero a correre a precipizio dalla rupe, andarono a finire nel lago ed annegarono. I mandriani quando videro quel che era accaduto, fuggirono e andarono a portare la notizia nella città e nei villaggi. La gente uscì per vedere ciò che era accaduto e quando arrivarono da Gesù trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demoni che stava ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente. Allora furono presi da spavento. Quelli che avevano visto tutto riferirono come l'indemoniato era stato guarito.” Guisgard si segnò davanti a quel funerale. Poi si voltò verso Clio, con la ragazza ancora intenta a fissare la scritta sul panno insanguinato. “Non sei una donna orribile...” abbracciandola da dietro “... forse sono io ad esserlo... perchè non riesco a non pensare alla donna di un altro... ma la cosa che più mi fa impazzire” stringendola ancor più a sé “è che non voglio dividerti con nessun altro... neanche nei pensieri...” la prese fra le braccia, fissandola per un momento negli occhi, fin quasi a perdersi in essi. E all'improvviso la baciò. Con impeto, ardore e passione spingeva le sue labbra contro quelle di lei, per poi baciarle il viso, il collo e tornando ogni volta a morire su quella bocca morbida e profumata. E baciandola, le sue mani le cingevano i fianchi, per poi scendere e salire lungo tutta la sua schiena. Infine le slacciò il mantello, facendolo cadere ai loro piedi. Avrebbe voluto sfilarle via ogni indumento e fu sul punto di farlo. Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta della loro stanza. http://images5.fanpop.com/image/phot...96-400-170.gif |
Ma come osavano parlagli in quel modo!
Se avessi voluto li avrei uccisi tutti quanti come una Furia. Avrei voluto infilzarli.....decapitarli....staccarli la testa a morsi.....strapparli i membri virili e bruciare i loro resti. Guardai seria Riccardo. Aveva il volto scuro, arcigno e sembrava che stesse perdendo letteralmente le staffe. I suoi bellissimi occhi divennero crudeli e freddi. "Non fatevi prendere dalla rabbia, Milord!....Tanto fareste solo il loro gioco e non vale la pena. Ci penserà il Cavaliere Nero a farli neri. Ah ah questa mi è piaciuta!" e lo tirai per un braccio, ma fu inutile era lì come un Davide pronto a sfidare Golia e il mondo intero. http://i59.tinypic.com/vpwxtz.png |
Mi svegliai pensierosa.."Era colpa mia...e avrei dovuto bruciare all'Inferno?" eppure mi chiedevo se quei sogni fossero fonte di realtà, tutto ciò che sognavo poi avveniva, ma speravo non questo...ma avrei curato le sue ferite per saperlo vivo.
Avevo ancora tempo prima di pranzare e poi per andare da Enar, dovevo parlare con lei...presi una tinozza di acqua e l'olio che Shalazam mi aveva dato, come da lei indicatomi gettai una goccia nella acqua e vidi il suo volto meraviglioso d'ebano.. "Shalazam, ho bisogno di parlare con te anzi con voi, portami al Tempio". Fu così che vidi una luce verde....I bracieri ardevano in quel giardino di essenze profumate che si confondevano con quegli degli incensi e oli profumati di vari aromi, ella era appoggiata in un trono e mi fece cenno di avvicinarmi, una ancella cosparse il mio scalzo cammino di petali di rosa. Mi trovai di fronte alla Gransacerdotessa attorniata dalle altre sacerdotesse, ella mi fece segno di sedermi, battè le mani e le ancelle arrivarono cospargendomi di oli e balsami delicati per poter darmi un momento di rilassamento visto ero molto tesa, soprattutto per il sogno appena fatto. "Shalazam..non sono venuta qui perchè mi svegliate la verità, basterebbe guardare nel Fuoco Sacro..ma voglio arrivarci sola..solo ho bisogno di qualche consiglio da voi..che sapete ascoltare..e poi avrei due richieste. Avete tutte voi letto ciò che si dice su quella strega?" "Si, con molta attenzione..Altea..e ora questo è il tuo compito" disse ella. "Lo so..ma noi uomini a volte valutiamo senza sapere...io sono molto cattolica ma ammetto e so..quante volte hanno mandato al rogo una innocente, come faccio a capire dove sta la verità?Datemi un consiglio". Ella ascoltava seria e mi chiese delle due richieste..."La prima è di potermi dare qualcosa di più potente..si, il Libro Ancestrale..ma il mio rituale ha fallito nonostante l'ho fatto perfettamente..se ella tramutava gli animali allora..avrebbe dovuto funzionare e il secondo.."esitai un attimo.."che il finto mercenario o il Gufo possa vedere le mie fattezze da Sacerdotessa..egli mi vede solo come dama, e questo non giova..non c'entra l'Amore..Shalazam..avete visto come si è schierato contro la Sacerdotessa pagana, come con un solo colpo di freccia ha salvato il suo amico..senza brandire spade..ciò che ho visto ieri è stato deplorevole, ho visto gente del popolo ferita e mi hanno detto sono stati colpiti ed erano indifesi..non so..quale cavaliere vero colpirebbe un indifeso e non capirebbe quella povera gente..la loro speranza di un salvatore perchè da troppo tempo vedono l'orrore, hanno visto i loro cari morti e non possono gioire come tutti..non hanno diritto pure loro alla gioia?..stavano festeggiando e gioiendo, si sentivamo finalmente liberi di farlo e di averne il diritto..ma poi tutto è svanito, sono stati aizzati ed è ovvio si sono adirati....ma quel cavaliere credo abbia grandi ideali e valori e possa trionfare..e voglio che egli capisca chi sono e tutti quanti assieme possiamo fare qualcosa". "Mah.." disse la Gran Consigliera "solo al vostro consorte e amato è dato sapere chi siete, ma senza usare ciò che vi appartiene ovviamente". "Si lo so...ma io mi fido di lui...perchè se volesse potrebbe dire chi sono e mandarmi al rogo come quella strega, ma io mi fido lui sia diverso da tutti gli altri..mi metto io in pericolo affinchè acconsentiate..ovviamente toccherebbe a Shalazam dirgli in qualche modo di non rivelare a nessuno chi sono..come io non ho mai detto a nessuno che lui non è il Gufo..ve lo chiedo in nome della libertà di quella gente". Tutte parlavano tra loro, io aspettai in piedi il verdetto finale, Shalazam rifletteva seriamente". http://i59.tinypic.com/2nao1ap.jpg |
I suoi baci, roventi, intensi, da togliermi il fiato.
In un istante dimenticai ogni cosa. Chi ero, dov'eravamo, doveri, responsabilità. Come se il tempo si fosse fermato per permettermi di vivere quel momento di passione all'infinito. Le sue mani sulla mia schiena, che infiammavano ogni parte di me. Le mie affondate nei suoi capelli, strette intorno al suo collo, per poi scendere sulla schiena, tenendolo stretto a me. Mentre le nostre labbra restavano incatenate in un gioco senza fine. Sentivo la passione consumarmi, come un fuoco che ardeva in me, un incendio inarrestabile. Il mantello cadde ai miei piedi leggero e silenzioso. Ma fu un tonfo che risuonò come un eco nelle vuote stanze della mia anima. Una piccola, flebile, voce si levò dal profondo. Clio! Clio! Svegliati.. svegliati, maledizione.. Che ti salta in mente? Era troppo flebile e lontana perché riuscissi ad udirla. Non avevo né la forza né tantomeno la volontà di spegnere quell'incendio. Volevo solo che consumasse tutta me stessa, finché non fossero rimaste che ceneri. Ma gli Dei furono misericordiosi, e qualcuno bussò alla porta in quel momento, catapultandomi bruscamente nella realtà. Mi guardai intorno, disorientata. Alla buon ora, signorina.. Era furiosa. Ti è andato di volta il cervello? Non avevo la forza di rispondere a quell'implacabile parte di me. "Arriviamo, un momento.." riuscii non so come a dire, con la voce alta e ferma. Alzai poi a fatica lo sguardo sul cavaliere, con gli occhi ardenti, colmi di passione, desiderio e puro terrore. "Io.." mormorai, con voce spezzata. Non riuscivo a parlare, e respiravo a fatica. Non mi ero mai sentita così, appoggiai la testa sulla sua spalla, restando stretta tra le sue braccia, tremando sempre più. "Io.. non so a che genere di donne sei abituato..." mormorai "Ma io.. non posso.. non posso disonorare il mio nome, la mia famiglia.." sussurrai, mentre le lacrime ricominciavano a scendere, leggere e implacabili "Non spetta a me.. non posso.. non posso semplicemente abbandonarmi alla passione.. non è così semplice..". Restai in silenzio per un secondo, poi risi sommessamente "Ma sono troppo vecchia per riuscire a resistere a tutto questo.. il mio corpo si ribella.." sorrisi appena "Non tentarmi così, ti prego.. ti prego.. è troppo.. troppo.." cercai di prendere un bel respiro, e mi allontanai leggermente "Mi farai morire se vai avanti così.." mormorai, ridendo appena. Mi liberai dal suo abbraccio per chinarmi a raccogliere il mantello. "Va' a vedere chi è.." risi "Sarà il locandiere.. dopotutto, siamo scomparsi.. beh, tanto abbiamo preso tutto, no? Possiamo andare..". Cercai di tornare a respirare normalmente. Adesso ti calmi.. Non era così facile, mi pareva di andare a fuoco. Mi concentrai su quello che dovevo fare, ma mi tremavano le mani. Non è un'impresa... avanti.. Ti sei rincitrullita? Su! Presi dei profondi respiri, cercando di pensare solo alla faccenda della bestia. Riuscii a raccogliere il mantello. E sorrisi come se avessi fatto chissà che cosa. Ma guarda che scema.. Tuttavia, non lo indossai, lo usai per nascondere la spada e il panno insanguinato, per poi posarlo su una borsa, in modo che non desse nell'occhio. |
Quei baci, quelle carezze.
Le mani che scivolavano sul corpo dell'uno e su quello dell'altra. E poi i sospiri, il trasporto, la passione, il rossore sulle gote di lei e l'impeto nel respiro di lui. Poi qualcuno bussò. E sembrò un brusco risveglio da un meraviglioso sogno. Clio allora staccò le sue labbra da quelle di Guisgard. Restò ancora qualche istante stretta a lui, per poi indietreggiare, quasi fuggire. Il cavaliere le prese la mano per impedirle di allontanarsi da lui. “No, non andartene...” disse in un sussurro carico d'enfasi Guisgard “... non andartene così... non adesso...” Di nuovo si udì bussare alla porta. Clio indietreggiò ancora e la mano di lei allora scivolò via, dolcemente, da quella di lui. E per la terza volta bussarono ancora. “Si, maledizione...” respirando profondamente il cavaliere “... arrivo...” seccamente a chi aveva bussato. Aprì la porta e trovò sulla soglia il locandiere. “Cosa volete?” Sbottò Guisgard. “Perdonatemi, messere...” fece l'uomo “... volevo solo dirvi che tutta la roba dei vostri uomini è sistemata giù, davanti alla cucina...” “E non potevate aspettare che scendessimo per dircelo?” “In verità” disse il locandiere “essendo molta roba da portare via ed avendo voi solo due cavalli, avevo pensato che il mio carretto, quello che uso per trasportare il vino al mercato, si, insomma, è comodo per caricarvici sopra quella roba...” “Il carretto...” ripetè distrattamente Guisgard “... si, forse si... vedremo...” “Ah, dimenticavo...” “Cos'altro c'è?” Fissandolo Guisgard. “Qualcuno ha chiesto di voi.” Sorridendo il locandiere. “Chi?” “Roxanne, la nipote del pastore che mi porta il latte.” Spiegò il locandiere. “In verità ha chiesto di vostra moglie. Ha saputo che alloggiavate qui ed è passata per lasciare qualcosa destinata a vostra moglie.” “Cosa?” “Beh, non posso saperlo, essendo piegato con cura.” Scuotendo il capo il locandiere. “Non usiamo qui intrometterci negli affari dei nostri clienti. Comunque si trova giù, nella cucina. Voi scendete adesso?” Guisgard si voltò e vide Clio già pronta. “Si...” tornando a guardare il locandiere “... scendiamo con voi...” Scesero così al pianterreno ed il locandiere consegnò a Clio ciò che Roxanne aveva portato per lei. Si trattava di un foglio di una certa grandezza e ripiegato con cura, legato sui bordi da due lacci. |
Calmati, calmati, calmati..
Un respiro alla volta, cercai di placare l'incendio che mi divorava. Guisgard protestò quando mi ritrassi, ma non ci badai. Cos'altro potevo fare? Bussavano alla porta. Era il locandiere, restai in silenzio come intontita. Ma quando nominò la nipote di Enar mi svegliai immediatamente. Seguii il mio finto marito stando attenta di non sfiorarlo. Ci mancava solo.. Raggiunsi il piano di sotto, dove il locandiere mi lasciò ciò che aveva lasciato Roxanne. "Se n'è già andata?" chiesi al locandiere, mentre prendevo il pacchetto "Ringraziatela da parte mia.. quando la vedete.. qualunque cosa sia.. Con permesso..". Mi allontanai dai due, per sedermi in un tavolino appartato. Aprii così delicatamente il pacchettino, stando attenta a non disfarlo troppo, in modo che io soltanto potessi vederne il contenuto. Presi un profondo respiro, e lo osservai attentamente. |
Il locandiere consegnò a Clio quel foglio ripiegato come un piccolo pacco e la ragazza si allontanò per sedersi in disparte ad uno dei tavoli.
Nel frattempo Guisgard e il locandiere sistemarono il carretto con cui trasportare tutto l'equipaggiamento che i finti mercenari avevano lasciato nelle loro stanze. Clio, intanto, aprì quel foglio e scoprì di cosa si trattava. Era un ritratto. Il suo. Un ritratto però particolare. La ragazza era raffigurata con un'aria infinitamente triste, al punto che una lacrima bagnava il suo volto. E accanto al ritratto vi era un piccolo bigliettino che così diceva: “Perdonatemi se mi sono permessa di farvi questo dono. Vi ho sognata stanotte, come apparite in questo disegno. Era un sogno triste e cupo. E voi piangevate. Piangevate per la morte di Gufo. Non so perchè vi ho mostrato questo mio disegno. Forse perchè i sogni spesso mi parlano e si avverano. Mio zio dice che ho ereditato questa cosa da mia zia. Io non lo so. So solo che siete stati gentili con me voi e vostro marito. E forse, rivelandovi del mio sogno, potrei darvi in qualche modo un aiuto, un segno. Non lo so. Ma se volete potete anche strapparlo o conservarlo solamente come un gradito ricordo, spero. Roxanne” http://fc05.deviantart.net/fs12/i/20...by_Senekha.jpg |
Quel disegno, così triste e malinconico, e quel biglietto così gentile mi destarono completamente.
Come se fosse stato tutto un sogno. La morte di Gufo.. Eri triste per la morte di Gufo.. Ero abituata a considerare l'idea della mia morte, ma la sua? No, non potevo perderlo, non adesso. Richiusi il pacchettino e raggiunsi il locandiere e Guisgard. "Vedrò di farlo di persona..." sorrisi al locandiere "Ma se vedete Roxanne prima di me, ringraziatela da parte mia, e ditele che ha avuto davvero un pensiero squisito, e gliene sono grata.." sorrisi. Mi voltai poi verso Guisgard "E' tutto pronto, possiamo andare?" chiesi. |
Riccardo fremeva per la rabbia.
Fissava quei volgari scudieri ed il loro borioso padrone come un lupo che punta la sua preda. Lasciò scivolare la mano sull'elsa della sua spada, quasi volendo estrarla all'istante e far rimangiare loro ogni parola. “Damigella Eilonwy ha ragione, messere...” disse piano Tisin al suo orecchio, dopo essere volato sulla spalla del cavaliere “... vi stanno provocando perchè mirano alla rissa... ignorateli... la noncuranza, rammentate, è il maggior disprezzo...” “Guardate, vuol quasi saltarci addosso!” Ridendo uno di quegli scudieri. “Si, ma la sua amichetta gli ha detto di non reagire!” Sghignazzando un altro dei tre. “Siamo fortunati, sennò ci mozzava mani e gambe!” “Io invece dico” il terzo scudiero “che è solo una scusa... usa la ragazza per coprire la sua codardia!” Risero forte. Alaso, invece, fissava in silenzio quella scena, con un ghigno stampato sul volto. “Cavaliere!” Giungendo all'improvviso Ymma. “Vi rammento che lady Eilonwy e sir Riccardo sono miei ospiti e dunque meritano rispetto! Richiamate i vostri scudieri! E se non ne siete capace, allora legateli come si fa con i cani da cui non otteniamo obbedienza!” “Lady Ymma...” con un inchino Alaso “... giungete a rischiararci come il Sole fa col suo arrivo... e come le stelle noi tutti ammutoliamo al vostro cospetto... i miei scudieri sono allegri e forse un tantino bricconi... ma lo fanno solo per allietare l'aria di questo cupo castello... e sia... vorrà dire che per riportare allegria ci penserò io... uccidendo il Cavaliere Nero e festeggiando in un sol momento la vittoria e le nostre nozze.” “Hurrà per il nostro padrone!” Esultarono i tre scudieri. |
Altea si svegliò da quel terribile incubo e subito ebbe un'altra visione...
“L'amore” disse la gran sacerdotessa “riguarda te sola... te ed il tuo cuore... l'amore è una scelta individuale che da e richiede coraggio... il coraggio delle nostre azioni... dipende dunque solamente da noi... sarai allora tu stessa a decidere come agire, se e quando rivelare la verità a quell'uomo... in questo io non posso aiutarti...” In un attimo quella visione svanì. Poco dopo qualcuno bussò alla porta della sua stanza. “Milady...” era Destrus “... siete sveglia? Volevo dirvi che giù è giunto mio zio... appena siete pronta vi attendiamo al pianterreno...” |
Per fortuna Lady Ymma fu puntuale come al solito a rimproverarli.
Sorrisi alla mia amica. "Forza andiamo, Sir Riccardo!....Andiamo via e lasciamo che la plebaglia e la feccia vadano a marcire in quel giardino. Che Dio abbia misericordia di voi, Signori!" dissi ad alta voce. Tirai ancora per un braccio il mio oscuro e coraggioso amato. Questa volta si lasciò condurre in un posto più tranquillo. http://i57.tinypic.com/13yhyet.png |
“Bene, andiamo allora...” disse Guisgard a Clio.
“Per il carretto fate pure con comodo...” fece il locandiere “... me lo riporterete quando tornerete in città.” “Grazie, vedrò di non incomodarvi troppo.” Annuì il cavaliere. Così, lui e Clio lasciarono la locanda e poi la città. “Secondo le indicazioni di Mime” mormorò Guisgard “la locanda in cui ci aspettano gli altri è in questa direzione, seguendo il sentiero maestro che taglia in due la campagna fino all'inizio della foresta...” sospirò “... volevo scusarmi per prima... si, non avrei dovuto... mi spiace... non ne avevo il diritto... se tu ora vuoi che io lasci la compagnia, beh, non hai che da dirlo... ti capirei...” scosse il capo, come a volersi destare da tutti quei pensieri che lo perseguitavano e che avevano tutti il volto di Clio “... cos'era quel dono da parte della nipote del pastore?” Sorrise. “Forse un dolce fatto con il loro latte di pecora?” |
Mi trovai di nuovo nella mia locanda...l'Amore..ma io ho chiesto di salvare la gente di Solpacus mica un incantesimo d' Amore..ma che risposta è questa, io...come faccio a dimostrare chi sono, lui mi vede solo nelle mie fattezze normali...un momento.
Mi sedetti sul letto e scossi il capo...ohh si ora ho capito, se lo conquisterai allora avrà accesso al nostro Tempio e ti vedrà come sei..come vuole la legge..ma mi ha già fatto capire non mi ama..me lo ha detto..io ho da pensare alla belva, me lo hai detto tu Shalazam non devo farmi influenzare da distrazioni...scossi il capo, anche questa richiesta era fallita..dovevo ora pure combattere per avere il suo Amore. Scesi nella locanda dovevamo recarci da Enar e vidi sotto il falso Gufo che caricava un carretto e vi era pure Guàmarin...lo guardai, senza avvicinarmi..e mi voltai verso sir Rodolfo e Destrus.."Bene...andiamo a trovare Enar e sua nipote Roxanne..è tanto non lo vedo" e feci loro l'occhiolino. Partimmo cosi verso la casa del pastore.."Fate i cordiali ma esaminate tutto..vi era scritto ella si procurava ciò che necessitava li...ah la nipote è un pò particolare, niente paura però"...già era particolare. Scendemmo da cavallo e chiamai..."Messer Enar...damigella Roxanne..sono Altea, sono venuta a trovarvi con ospiti". |
Mi sistemai sul carretto e ci dirigemmo verso la nuova locanda.
Risi appena alle parole di Guisgard. "Sì, certo.. perché hai fatto tutto da solo, vero? Io ti ho allontanato bruscamente e riempito di botte, o peggio.." sarcastica, alzai le spalle "Ho sempre reagito così, e ha sempre funzionato.. nessuno ci ha mai provato due volte...". Lanciai un'occhiata al cavaliere, e poi tornai a ridere, scuotendo la testa. "Non ce l'ho mica con te.. cosa credi?" Lasciai che il mio sguardo vagasse per la brughiera "E' stato.." trattenni il fiato, cercando le parole "Meraviglioso non basta.." mormorai "Non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita... Non ho mai permesso a nessuno di avvicinarsi a me.. è solo.. complicato.." sospirai, per poi lanciargli un'occhiata divertita. "Fammi indovinare.. non dovrei dirti queste cose.. vero?" scossi la testa "Ah, al diavolo.. sono proprio una frana.. Comunque sia.. ero io che dovevo fermarmi, non è colpa tua.. non potevi sapere.. cioè, sì.. sai che sono un aristocratico.." sorrisi, maliziosa "Ma immagino che ci siano delle fanciulle nobili che mettono l'amore davanti al sangue e all'onore.. io no.." sospirai "Anche se immagino sarebbe tutto più facile.. Ma fin da quando ero bambina, l'onore ha sempre avuto il primo posto... e non ha alcun senso che mi comporti con onore come soldato, se poi non lo faccio come donna.. questo non significa che sia facile.." presi un profondo respiro "Ad ogni modo, tutto è bene quel che finisce bene... Non pensarci neanche a lasciare la compagnia.. te l'ho detto.. sei uno di noi, ormai.." sorrisi. Presi poi il pacchettino. "Macchè, niente dolce.." glielo mostrai "Solo un ritratto bellissimo ma triste e un bigliettino.. è davvero carina quella ragazza.. spero non faccia la fine della zia.." alzai gli occhi su di lui "Non permetterò mai che ti accada niente.." sorrisi. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.10.34. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli