"Lo so, lo so, infatti non mi preoccupa lui come persona, ma per la sua vicinanza a Rainneg..." risposi a Theris.
Poi entrò Frediana e sentii di nuovo quella rabbia che montava ogni volta che lei parlava così di Misk. Come se quasi fosse la persona migliore del mondo.
"Il dottore ha minacciato entrambi, sia me che mio marito ed ora tutti e due siamo in pericolo. Se avete degli elogi da fare nei suoi confronti, abbiate la decenza di non farlo in nostra presenza" fissandola seria, con rabbia.

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Trevor arrivò e salutò Altea con un lieve inchino.
“Sempre più bella...” disse fissandola “... è un peccato vedere una donna come te vestita a lutto... dovresti vivere e cercare la felicità... Antone vorrebbe così se fosse vivo...”

Mi illuminai a quello sguardo, anche se non mi era sfuggito il suo cambio di espressione.
Tuttavia non dissi nulla, non volevo turbare quell'incanto.
Poi risi piano alle sue parole.
"Beh, che ci provino..." divertita "Finirebbero con la coda tra le gambe e un occhio nero, scommettiamo?".
Sorrisi, restando per un istante ad osservarlo.
Cos'avrei dato per vedere oltre quella maschera.
"Vogliamo andare?" sorridente.

“Se cerchi i demoni tradizionali, quelli tradizionali descritti con corna, coda ed ali di pipistrello, allora temo non ne troverai...” disse sorridendo Seth a Nyoko “... io invece credo i veri demoni siano quelli che dimorano dentro di noi... sono le nostre insicurezze, le nostre paure... tu di cosa hai paura, Nyoko? Cosa ti spaventa davvero?” Bevendo.

Ricambiai il sorriso forzatamente.."Io non comprendo...se una donna sposata o libera indossa un vestito nero è perchè lo trova seducente o raffinato..per una vedova è a lutto..non preoccuparti, ne ho di bianchi pure, di blu, rosa e rossi...e la vita la godo a pieno..è un invito a cena? Va bene..però non pensare io abbia altri fini e nemmeno tu..anzi devo essere a casa presto, domani ho un appuntamento" rimasi un attimo in silenzio per non tradirmi.."Devo vedere una vecchia amica della università che si sposa"...come scusa poteva reggere.."Mi porti in un locale raffinato?" sorridendo mentre volevo prenderlo a schiaffoni.

Gaynor raggiunse la Gendarmeria, dove uno dei poliziotti all'entrata la condusse dal tenente Lion, che nel suo studio era affaccendato a lavorare su alcuni indizi e tracce.
“Gaynor, che sorpresa...” disse “... prego, entrate... ditemi tutto...”

Un gendarme mi condusse dal tenente, che sedeva nel suo ufficio.
"Salve Lion, è un piacere rivedervi... avrei bisogno di un favore che spero tanto possiate farmi. Vorrei sapere tutto il possibile su di un omicidio accaduto qualche anno fa. Una ragazza, Viola Flora, fu trovata nel Lagno col capo mozzato. Potete dirmi tutto ciò che sapete? Soprattutto, ciò che si conosceva riguardo la sua vita privata... vi prego, è importante... in nome dell'aiuto che ho dato io a voi qualche tempo fa..."

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“Perdonate, damigella.” Disse Frediana a Gwen. “Mi attenevo solo ai fatti... vostro marito dopotutto è vivo grazie al dottore, quando invece avrebbe potuto ucciderlo se davvero avesse voluto. Perdonatemi, non nominerò più il dottore. Con permesso.” Ed uscì.
“In effetti è strano...” fece Theris “... perchè mai Misk ha accettato di operarmi?”

Frediana uscì ed io sospirai.
Sì, avrebbe potuto farlo,ma non gli sarebbe convenuto.
Al pensiero rabbrividii.
"Perchè sapeva che se lui ti avesse aiutato, secondo lui io avrei accettato di..." chiusi gli occhi e sospirai, senza riuscire a continuare la frase "Senti, questo non importa ora. Importa solo che riusciamo ad andarcene e metterci al sicuro, in qualsiasi modo. Tu ora se qui, stai bene e non mi importa il motivo" prendendo la sua mano.

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“Si, milady...” disse Misk a Dacey “... dal Nord Est... un luogo lontano e per molti aspetti ancora selvaggio, dove la natura domina ed opprime... voi invece, se posso? Immagino dall'Oriente dal vostro incarnato e gli occhi ambrati...”

" Si avete indovinato" con un lieve sorriso.

" Sembra un posto quasi pericoloso, da come lo descrivete... Immagino ci siano grandi foreste con, come si chiamano ehm...perdonate a volte non trovo le parole giuste, orsi? Si credo sia orsi. Ho sempre voluto vedere un orso, da dove vengo io non ce ne sono. Ma abbiamo anche noi creature affascinanti e natura indomita. Se posso, cosa vi porta qui? Anche voi insegnate all'università come il professore?" Osservando l'uomo, come studiandolo.

Theris strinse la mano di Gwen nella sua.
“Andrà tutto bene, vedrai...” disse lui fissandola “... Ordifren ci aiuterà... ne sono certo.” Annuì.
Dopo un po' tornò Frediana.
“Signore...” a Theris “... una persona chiede di voi... dice di essere vostra conoscente.”
“Il nome l'ha detto?” Chiese lui.
“Dici di chiamarsi Filoena.” Frediana.
“la signora Filoena?” Stupito Theris. “Possibile? Sono anni che non la vedo! Falla entrare.”
“Subito.” Annuì Filoena.”

Annuii sorridendo appena, poi tornò Frediana dicendo che una certa signora Filoena cercava Theris.
"Di chi si tratta?" gli chiesi.

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“Naturalmente.” Disse sorridendo Guisgard, prendendo Vivian per mano e conducendola nel cortile.
Qui trovarono la carrozza già pronta.
Lasciarono così il palazzo ed attraversarono la città illuminata nell'incanto della sera.
Le strade brillavano con i loro lampioni che si specchiavano nelle acque del Lagno, generando l'effetto di infinite stelle in quel firmamento di onde tra i canali e i ponti, battezzato dall'incanto di una Luna magica e misteriosa.
Ad un certo punto la carrozza si fermò davanti ad un ponte e qui Guisgard e Vivian trovarono un battellino ad attenderli.
Salirono e quello partì, scivolando sulle acque.
“Benvenuti a bordo, signori.” Disse un elegante cameriere, che condusse poi i due sul ponte del piccolo panfilo, dove videro apparecchiato un tavolo per due, con tanto di candele.
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“Certo che ti porto in un locale raffinato...” disse Trevor ad Altea “... e ti avrei chiesto di accompagnarmi anche domani, ad un evento modano e culturale insieme... ma tu hai da fare con la tua amica... pazienza...” ridendo piano.

Mi prese per mano, e mi condusse nel cortile, dove la carrozza attendeva.
Mi chiedevo dove mi avrebbe portato, che cosa avesse riservato per quella serata.
Perciò mi stupii quando ci fermammo, dove apparentemente non c'era niente.
Poi vidi quel battello che ci attendeva, e spalancai gli occhi, senza parole.
Non dissi nulla, limitandomi a seguirlo, con la mano nella sua, come in un sogno.
Quando poi vidi quel tavolo apparecchiato, con tanto di candele che rendevano il tutto ancora più magico, per poco non mi mancò il fiato.
Era tutto per noi, solo per noi.
Avrei voluto dire mille cose, ma ero troppo emozionata e incredula per parlare.
Così mi voltai verso di lui, alzando lo sguardo a cercare il suo, perché potesse leggere nei miei occhi tutte le emozioni che mi attraversavano.
"È bellissimo.." riuscii soltanto a dire, con gli occhi sognanti e felici persi nell'azzurro intenso dei suoi.

“Che strana richiesta...” disse Lion a Gaynor “... datemi qualche minuto...” si alzò e cominciò a cercare tra i vari fascicoli dell'archivio “... deve essere accaduto qualche anno fa... eccolo... trovato... Viola Flora... caso archiviato per mancanza di indizi...” sedendosi col fascicolo “... vediamo un po'...” leggendo “... era una giovane giunta qui da Sygma... lavorava in un locale... scomparve ed il suo cadavere fu ritrovato nel lagno col capo mozzato... la perizia della polizia medica descrisse l'omicidio come molto accurato, ritenendolo quasi un atto rituale... un solo colpo, letale e preciso, a decapitarla... prodotto da una lama molto affilata e sottile, probabilmente una spada... la vittima non ebbe tempo neanche di sentire dolore...”

Alle sue parole mi venne un dubbio..evento mondano..non poteva essere la mostra..beh, avrei potuto sempre dire era saltato l' appuntamento, ma non mi sfuggì la sua risata..anzi dovevo capire se sarebbe venuto pure lui e il motivo...ma non volevo averlo attorno..anche se sapevo non avrei avuto sicuramente Guisgard vicino visto l' evento e sarebbe stato impegnato.
"Eh...si...a meno che la mia amica rimandi il matrimonio..sai non è molto convinta, a dire il vero devo proprio cercare di farle capire di non fidarsi di certi uomini" allusivamente a lui.."Vado a cambiarmi".
Vidi i vari vestiti..ne vidi uno preso giorni fa...bianco, il più suadente e sorrisi..era una sfida visto mi riteneva una vedova sconsolata e poi lo scelsi di quel genere perchè non avrebbe potuto fare nulla ma avrebbe detto molto.
Scesi nel salone e con noncuranza dissi "Possiamo andare" ma non sapeva avevo la piccola pistola nella borsa e un pugnale ben nascosto.

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“Si, milady...” disse sorridendo Misk a Dacey “... abbiamo orsi e lupi... sono gli animali più diffusi nelle nostre foreste... e devo dire che anche nelle vostre terre non mancano animali molto affascinanti e letali... infinite specie di serpenti velenosi, rinoceronti che fanno tremare la terra e poi la meravigliosa mangiatrice di uomini, come gli indigeni chiamano la tigre...” rise appena “... voi potete chiedermi tutto ciò che volete, milady.” Con garbo. “Comunque, no, non insegno all'università.”
“Perdonatemi...” Ordifren ai due “... purtroppo sono atteso da una faccenda tanto importante quanto seccante... dottore, posso chiedervi di fare da accompagnatore alla nostra dama?”
“Sarà un piacere ed un onore.” Annuì Misk.
Ordifren salutò ed uscì.

" Avete mai visto una tigre dottore? C'è qualcosa di affascinante nelle loro movenze e nello sguardo. Una volta sono stata paragonata ad una tigre. Bizzarro non credete?" Sorridendo.

Ascoltai il professore e mi spiacque vederlo andare via. Lo salutai assicurandolo che ci saremmo rivisti il prima possibile, per il mio trasloco.

" Vivete qui da molto? Io ancora non conosco granché la città ma non ho avuto un gran benvenuto... Ero al Palazzo dei Gigli quando è avvenuta la rapina. Che opinione avete in merito? I furti d'arte intendo..."

“E' una vecchia amica di mia zia...” disse Theris a Gwen “... una donna molto devota, timorata, di quelle che vanno in chiesa tutti i giorni... sarà venuta dopo aver saputo della morte di zia...”
La porta si aprì ed entrò una donna anziana.

Mentre Lion descriveva quel barbaro omicidio, dei brividi intensi mi corsero lungo la schiena, pensando a quella giovane la cui vita era stata stroncata così presto e così brutalmente.
"Il locale in cui lavorava era per caso 'Il Giglio Verde?' E non sapete dirmi niente sulla sua vita privata?" Mi fermai, riflettendo sulla vicenda. "E com'è possibile che non ci fossero indizi? Un delitto del genere non può passare inosservato... cosa emerse all'epoca?"

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Theris mi spiegò che era un'amica della zia e poco dopo entrò una donna anziana.
"Buonasera e benvenuta, Madama" dissi, sorridendo.

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Guisgard sorrise e fece sedere Vivian al tavolo, per poi fare lo stesso anche lui.
Il cameriere riempì i loro bicchieri di Champagne.
Guisgard allora alzò il bicchiere per brindare.
“A questa sera...” disse lui fissandola “... che le stelle di stasera possano brillare per sempre nel loro corso infinito come stanno facendo ora i tuoi occhi azzurri... e che quelle stelle sappiano sempre suscitare i desideri più belli a chi le guarda, proprio come i tuoi occhi adesso mi parlano di infinite promesse di ore incantate... a stasera... a noi...” per poi bere.

Trevor vide Altea e restò a fissarla sorridendo.
“Tesoro, sei bellissima...” disse con lo sguardo carico di desiderio “... vorrei che tu fossi il demonio, così potrei darti l'anima in cambio di una notte con te... una lunga notte...” facendole l'occhiolino.

"Tieniti la anima bella stretta, forse è meglio la doni al diavolo per qualcun' altra, ho chiarito...nessuna notte assieme, se ti accontenti di una cena d'accordo" e aspettai la sua decisione, non mi sarei mai data a lui...a un uomo che sospettavo un traditore.

Mi sedetti e iniziai a guardarmi intorno, le stelle brillavano e si specchiavano nel lagno, creando giochi di luce che contribuivano a rendere tutto ancora più magico.
O forse erano i miei occhi sognanti a vederlo in quel modo.
Presi il bicchiere e lo alzai, restando a guardare i suoi occhi che mi apparivano ancor più belli delle stelle stesse.
Poi quel brindisi, così dolce, sognante, promettente.
Mi illuminai, come incantata, preda di mille emozioni diverse che sorprendevano e stupivano il mio cuore, che attonito e incredulo, accelerava il battito.
"A stasera..." dissi a mia volta, alzando il bicchiere "A noi.." ripetei, senza mai staccare gli occhi dai suoi, con un sorriso luminoso e felice dipinto sul viso.

“Affatto, milady.” Disse Misk una volta rimasto solo con Dacey. “Trovo che la tigre abbia molto in comune con voi... la terra, la bellezza, il mistero che suscitate entrambe ed il fascino che esercitate... la tigre è feroce, eppure attira gli uomini... se ne ho mai vista una?” Fissandola. “No, purtroppo, se non sui libri... ahimè, non ho mai lasciato la mia terra prima d'ora... Afragolignone è il primo posto straniero che ho visitato.” Sorridendo. “Si, ho saputo di quanto accaduto alla Taddeus... ed anche nella cattedrale e poi al museo... io amo l'arte, ma è inaccettabile che si possa uccidere per essa... nessun capolavoro artistico vale la vita di un uomo...”

“L'unica cosa che posso dirvi” disse Lion a Gaynor “è che la ragazza lavorando in quel locale... si, era il Giglio Verde, i sospetti finirono sul proprietario... tale E'hiss de'Taddei... ma essendo legato ad una delle famiglie più influenti e nobili le accuse finirono nel dimenticatoio...”

Abbassai appena lo sguardo per quella sottospecie di complimento.

Forse ero davvero una tigre, feroce e assassina.

Divoratrice di uomini. Tre uomini era il mio fardello.

" Chissà un giorno potreste vederla... Non sappiamo cosa ci destina la vita non è vero?" Sorridendo con le dita intrecciate.

" La pensate esattamente come me. Non comprendo davvero quelle persone anche se... Certo l'arte deve essere a disposizione di tutti. "

E'hiss un sospettato! No, non potevo crederlo, non dopo aver visto la tenerezza con cui accarezzava quella lapide. Ecco poi che venivo a sapere che faceva parte dei Taddei... eppure non aveva affatto l'aria di quei damerini imbalsamati che erano i suoi parenti, probabilmente doveva trattarsi della pecora nera della famiglia.
"Vi ringrazio, Lion, il vostro aiuto è stato prezioso... a buon rendere..." dissi tendendo la mano al tenente.

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“Signora, che sorpresa...” disse sorridendo Theris a Filoena.
“Ragazzo mio...” commossa lei “... ho saputo di tua zia... terribile...”
“Si...” annuì lui.
“E tu?” Preoccupata la donna. “Cosa ti è successo?”
“Nulla, solo una questione d'onore...” minimizzando Theris.
“Benedetto ragazzo...” scuotendo il capo la donna “... non sei mai stato uno scapestrato ed un litigioso... vuoi cominciare ora?”
“Tranquilla.” Ridendo lui. “Ti presento Gwen, mia moglie.”
“Oh, che bella ragazza!” Felice Filoena.

“Eh, come sei fredda.” Disse divertito Trevor ad Altea. “E sia, stasera mi contenerò di una cena, poi chissà in futuro...” porgendole la mano “... andiamo, ti poterò in un locale molto raffinato, ma seducente vedova inconsolabile...”

La signora si mostrò seriamente dispiaciuta per la zia.
Dopotutto, tutti quanti lo eravamo.
Risi sarcasticamente nella mia testa quando parlò del duello.
Per fortuna si era risolto tutto.
Sorrisi alla donna e abbracciai Theris.
"Piacere di conoscervi" sorridendo "Prego, accomodatevi" indicando la poltrona.

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Non risposi alla sua provocazione..a forza di aspettare sarebbero diventato forse lui uno zitello attempato e risi a quella idea.
Salimmo sulla carrozza e dissi a Trevor di scegliere lui il locale adatto e mentre ci dirigemmo e sistemandomi la bianca veste, scollata davanti e sulla schiena ma con velo e ricami chiesi innocentemente.."Dove andrai domani? Hai parlato di un evento mondano..e com'è che io non ne so nulla".

Il cameriere cominciò a portare le varie pietanze e la cena cominciò, mentre il piccolo panfilo scivolava silenzioso sulle piatte acque del lagno, attraversando la città e le sue mille e più luci.
“Questo piatto” disse Guisgard quando il cameriere servì un vassoio coperto “è tipico Afragolignonese... si tratta di una ricetta segreta, che solo pochi chef possono realizzare... è un trionfo di formaggi, impreziosito da odori e spezie particolari... la sua caratteristica è il saper suscitare ad ogni assaggio ed ogni palato un che di diverso... ti avverto che è piccante, ma merita...” prendendone un po' con la forchetta, per poi offrirlo a Vivian “... assaggia e mastica chiudendo gli occhi... sentirai il sapore di questa terra... e forse i suoi segreti e le sue meraviglie...”

“Sicuramente, parlando con voi ora, mi sono ripromesso di visitare quanto prima la vostra terra.” Disse sorridendo Misk a Dacey, senza però apparire malizioso o inopportuno. “Si, l'arte dovrebbe essere a disposizione di tutti... ma non si può fare una guerra e colpire gli innocenti... i soli colpevoli sono coloro che mettono i loro privilegi davanti agli altri... spero che la giustizia vinca e che queste anime malvagie possano pagare per i loro delitti...” annuì “... ma di certo penserete di me che sono goffo e scortese... vi tengo qui a discutere di cose assai discutibili... magari siete impegnata e vostro marito vi attende...”

La cena cominciò, con delle pietanze appetitose, finché Guisgard non concentrò la mia attenzione su un piatto in particolare.
Restai ad ascoltarlo, rapita, con un sorriso sognante.
"Sembra promettente..." sorrisi "Io adoro il piccante, tranquillo..." divertita.
Così, mi sposi un po' per avvicinarmi alla forchetta che mi porgeva.
Quando fu vicinissima chiusi gli occhi, portandola alle labbra, per assaggiare e gustare appieno poi quella pietanza che tanto aveva da raccontare.

“Di nulla...” disse Lion stringendo la mano a Gaynor “... sono io ad essere ancora in debito con voi.” Sorridendo.

" Mi piacerebbe accompagnarvi " mi lasciai scappare.

" Non posso che essere d'accordo" annuendo " completamente. Peccato che non tutti la pensano come noi" con un leggero sospiro per poi sorridere, " oh no, decisamente no. Anzi é piacevole conversare con voi. A volte è bello poter parlare senza dover pensare alle buone maniere e essere tutti ingessati."

Strinsi le dita tra loro con una smorfia.

" Nessun marito. Non più. Per fortuna"