Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   La leggenda dello Scorpione di Giada (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2474)

Guisgard 10-03-2017 00.45.53

“Non so...” disse Icarius mettendosi a sedere sul pavimento in legno “... è stato mio zio a procurarmi il costume, con l'arco e le frecce...” guardò Clio che nuda se ne stava tranquillamente davanti a lui “... forse dovresti coprirti...” guardandola “... lo dico per te... potresti prendere freddo...” evitando di precisare che vederla così era una tentazione per lui.

Lady Gwen 10-03-2017 00.48.00

Mi ascoltò con attenzione, senza interrompermi.
Annuii, un po' demoralizzata, perché sapevo che non avrei allontanato facilmente quei pensieri.
Chiusi gli occhi al suo tocco sui capelli e alle sue parole, avvicinandomi lentamente e arrivando quasi col capo sotto l'incavo del collo, mentre venivo cullata dal battito del suo cuore.
Poi aprii di nuovo gli occhi e lo guardai.
"Tu... Sarai sempre qui dopo, vero?" sussurrai pianissimo, coi miei occhi grandi e smarriti a cercare i suoi.

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Clio 10-03-2017 00.52.30

"Dobbiamo parlare con tuo zio.." sentenziai, a quelle parole, puntellandomi sui gomiti, per poterlo vedere meglio ora che si era seduto.
Lo zio... certo era ovvio che c'entrasse qualcosa.
O aveva subito lo stesso lavaggio del cervello di Icarius, oppure sapeva benissimo che la sua vita non esisteva, ed era lì per proteggerlo.. o per controllarlo?
Tutto in quella storia non aveva il minimo senso, quello sicuro.
Ogni cosa era da analizzare, capire, eppure ogni cosa era avvolta in un manto di mistero così fitto, che a me pareva intricato come una selva di rovi.
Poi quelle parole di Icarius mi sorpresero.
"Sei molto dolce.." sorrisi "Ma non ho freddo..." dolcemente.

Guisgard 10-03-2017 00.56.58

“Tranquilla...” sorridendo Pavel a Nyoko “... se troveremo un barone nel castello, o magari un marchese o persino un principe, ti prometto scapperemo a gambe levate.” Divertito. “Su, vedrai non succederà nulla.”
Così si diressero verso il castello.
Arrivarono davanti al grande portone d'ingresso, trovandolo semiaperto.
“Che strano...” Pavel “... è notte e questi lasciano aperto il portone...”
I due ragazzi si avvicinarono e lui bussò più volte.
Allora arrivò un gobbo deforme.
“Cosa cercate?” Chiese ai due giovani.
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Guisgard 10-03-2017 01.01.27

“Certo che ci sarò...” disse lui guardando Gwen negli occhi “... riposa... io ti guarderò tutto il tempo, così non farai brutti sogni... veglierò sul tuo riposo...” accarezzandole il volto e poi giocando per un istante con un dito sulle labbra di lei “... riposati... ti fischietterò una dolce nenia...”
E cominciò a fischiettare una dolce melodia per aiutare Gwen a riposare.

Nyoko 10-03-2017 01.02.27

Annuì piano alle parole di Pavel forzando appena un sorriso alle sue parole. Così scendemmo dal furgoncino. Tremavo ma dovevo fidarmi della presenza di Pavel. Arrivammo così ai pressi del maniero e Pavel mi fece notare la porta aperta "anche quella volta era aperta... Era sempre aperta..." dissi ancora tremante. Presi un profondo sospiro, dovevo essere forte, come la prima volta, combattere quella paura e vincerla. Pavel bussó e qualcuno ci accolse.

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Guisgard 10-03-2017 01.09.13

“Mio zio...” disse Icarius “... e perchè mai? Per sapere dove ha trovato il costume?”
Poi la guardò per quelle sue ultime parole.
“Il camino si sta spegnando...” mormorò a Clio “... forse dovresti coprirti... ed anche io credo...” alzandosi e cercando i suoi vestiti.

Lady Gwen 10-03-2017 01.10.16

Lo guardai, lo ascoltai, non potevo oppormi, non potevo fare a meno di emozionarmi quando mi diceva quelle cose stupende, che mi avrebbe guardata mentre dormivo per scacciare i brutti sogni, o quando accarezzò il mio viso e le labbra ed io intrecciai le nostre dita.
Chiusi gli occhi quando quella nenia iniziò e la unii al battito del suo cuore, quasi fossero la melodia e la pulsazione di un brano musicale, eseguito da lui, che dirigeva quelle note come il più esperto dei musicisti, creando quella perfetta armonia fra suono e battiti di cuori, che colmavano l'uno il vuoto nel petto dell'altro, unitamente al suo respiro, simile all'accordo finale di quella incantevole melodia.
E mi addormentai.

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Clio 10-03-2017 01.17.08

Dovevo essere delicata, temevo moltissimo le crisi che avrebbero potuto scatenarsi da un possibile trauma.
"Sì, esatto.." minimizzai "Magari lui ricorda dove l'ha comprato e possiamo iniziare le ricerche.." pensierosa.
"Anche perchè non abbiamo molte altre piste.. quelli parlavano di un film, ma non so a quale si riferissero..." cercando di ricordare "E poi c'è quel nome.. Conte Justine, che non abbiamo più avuto il tempo di approfondire... e non sappiamo nemmeno se sia collegato.." pensierosa.
"Senza contare che dobbiamo muoverci nell'ombra.. quegli uomini ti staranno cercando.." sospirai "E dopo il commissariato.. beh, cercheranno anche me, immagino...".
Quello non era propriamente vero, dato che nessuno mi aveva visto, ma non volevo turbare Icarius dicendogli che avrebbero incolpato lui anche di quello.
Lui poi si alzò, e andò a cercare i suoi vestiti.
Dapprima lo osservai, mugugnando qualcosa di incomprensibile che però somigliava a un verso di disapprovazione.
Poi non riuscii a resistere e mi alzai, raggiungendolo e abbracciandolo.
"Beh, se hai freddo..." sussurrai, stringendolo dolcemente a me, per poi avvicinare il viso al suo orecchio "Credo di essere sufficientemente calda per scaldarti.." sussurrai, pianissimo, con il mio corpo che ormai sfiorava il suo.

Guisgard 10-03-2017 01.24.31

“Chiedo scusa...” disse Pavel al gobbo “... la strada era interrotta ed essendo notte non riusciamo a trovare un'altra direzione... ci servirebbe quindi un'indicazione...”
“Entrate...” il gobbo a lui e a Nyoko.
Entrarono così nel castello ed il gobbo li condusse in grande salone.
“Chi è il padrone qui?” Chiese Pavel.
“Il conte...” rispose il gobbo.

Guisgard 10-03-2017 01.29.31

Gwen, rassicurata dalla forte presenza di lui, si addormentò di nuovo e stavolta riposò tranquilla, senza più sognare.
Lui restò accanto a lei a guardarla, sfiorandole le ciocche rosse.
Poi il suo sguardo si fece cupo.
Una miriade di pensieri giunsero a portare ombra sul suo animo.
Ripensava a quell'incontro, al conte ed al dramma che attanagliava il suo cuore.
Gwen dormì fino al mattino, svegliandosi col Sole.
E lui era ancora accanto a lei.

Nyoko 10-03-2017 01.32.27

La persona che ci accolse ci fece entrare per condurci dal suo padrone. Il fatto di non vedere niente, mi rendeva ancora più inquieta. "Un conte..." dissi facendo eco alle parole di quell'uomo. Strinsi forte la mano di Pavel, sentendomi arrivare la giusta forza che mi serviva per andare avanti.

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Lady Gwen 10-03-2017 01.35.17

Il mio sonno fu sereno, tranquillo e mi piaceva pensare che fosse davvero suo il merito, della sua presenza, delle sue carezze.
Mi svegliai, con la stanza appena illuminata dal Sole e lui era lì, ad accarezzarmi i capelli.
Sorrisi un po' assonnata e mi stiracchiai.
"Credo di poterlo dare, adesso, il buongiorno..." dissi piano, con una leggera risata, poi lo raggiunsi e assaporai dolcemente le sue labbra, a lungo.

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Guisgard 10-03-2017 01.36.52

Icarius annuì a Clio e poi cominciò a raccogliere i vestiti.
Ma lei si avvicinò a lui, sensuale, bellissima e maliziosa.
Quelle parole e lui si voltò verso la regina, abbracciandola.
Erano di nuovo in contatto, l'una contro l'altra.
“Lo vedo...” disse il pittore “... lo sento che sei calda...”
E lei, in quel contatto, sentì il corpo di Icarius, così sensibile al suo fascino, che si eccitava di nuovo.

Guisgard 10-03-2017 01.50.53

Nyoko strinse forte la mano di Pavel ed anche lui rispose stringendo quella di lei.
Il castello era grande, antico ed in qualche modo inquietante, forse per gli strani quadri alle pareti, i tanti animali impagliati e le armature ormai arrugginite.
Il gobbo condusse i due in un salone ed andò via.
“Che strano posto...” disse Pavel rimasto solo con Nyoko “... mah, qui non ci resterei neanche se fossi uno spettro...”
Ad un tratto la porta si aprì ed entrò qualcuno.
Qualcuno che Nyoko non poteva vedere.

Guisgard 10-03-2017 01.55.35

Gwen si svegliò e come buongiorno baciò dolcemente e a lungo il suo misterioso padrone.
“Andiamo a fare colazione, su...” disse lui, scendendo dal letto ed aiutando anche Gwen a fare lo stesso.
Si prepararono e scesero giù per la colazione.
Ma appena di sotto, la domestica avvertì il suo padrone che lo richiedevano al telefono.
Prese la cornetta e sbiancò.

Nyoko 10-03-2017 01.59.32

Risi piano alla battuta di Pavel. "Io non ci vorrei diventare uno spettro qui..." dissi sentendo la sua mano nella mia. Ad un tratto entrò qualcuno, qualcuno che ovviamente non potevo vedere, ma speravo non fosse quella strana persona che mi aveva resa cieca.

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Lady Gwen 10-03-2017 01.59.48

Dopo quel momento dolce solo nostro, scendemmo giù per la colazione.
Lì però la domestica ci avvisò che qualcuno lo richiedeva al telefono e lo vidi letteralmente sbiancare.
Mi terrorizzai e lentamente mi avvicinai a lui, prendendo il suo braccio.
"Che succede?" sussurrai, con la paura nella voce.

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Clio 10-03-2017 02.12.14

Il contatto col suo corpo, quelle parole sussurrate al suo orecchio.
Poi si voltò verso di me, e mi abbracciò, dolcemente.
Quanto adoravo quel contatto, quel sentire il suo corpo contro il mio.
Il suo corpo eccitato nuovamente, contro il mio che cominciava a bruciare lentamente, a bramare nuovamente di annegare in quel mare sconfinato.
Quanto era bello.. pensai, mentre lo guardavo.
"Come posso salvare il mondo..." sussurrai, mentre le mie mani iniziarono ad accarezzarlo dolcemente.
Definivano il suo petto, le sue spalle, le braccia strette intorno a me.
E poi ancora tornavano dove batteva il suo cuore così grande.
"Se vorrei fermare il tempo.." continuai, mentre i miei occhi seguivano l'andamento delle mie mani, che rapide, lente, dolci e appassionate disegnavano quel corpo meraviglioso, come fosse una statua da modellare con Amore "Ed avere una lunga ed eterna notte..." sussurrai, come rapita.
"Per poterti amare.." mentre le mie mani scendevano e i miei occhi si alzavano a cercare i suoi.
"Ancora..." in un caldo sussurro appassionato, mentre le mie mani stuzzicavano, assaporavano, in un gioco ardito la sua eccitazione ormai prorompente.
"E ancora.." mentre i miei occhi si nutrivano dell'espressione di lui, senza smettere di toccarlo, turbarlo, eccitarlo.
"E ancora.." mentre il mio corpo si beava di quel gioco nuovo, bruciando di un fuoco nuovo, alimentato dalle reazioni di lui a quei momenti di piacere.
"E ancora.." sussurrai infine, sulle sue labbra, quasi volessi assaporare e tenere per me anche il suo respiro rotto dall'eccitazione.
"E ancora..".

Guisgard 10-03-2017 02.13.17

Entrò una figura vestita in modo appariscente.
“Benvenuti...” disse a Nyoko ed a Pavel “... sono il conte Justine, padrone di questo castello...”
“E' un onore...” annuì Pavel, raccontando poi cosa era loro accaduto.
“Avete fatto bene a fermarvi qui...” il conte “... è notte e la brughiera è pericolosa...” guardò Nyoko “... e questa bella ragazza? Chi è?” Fissandola. “Oh, ma tu sei cieca...”

Guisgard 10-03-2017 02.14.00

“Nulla...” disse lui, mettendo giù la cornetta “... siediti a tavola... mangeremo qualcosa...” bianco in viso “... si, ho bisogno di qualcosa di caldo...” guardando poi Gwen “... no, non va niente bene... per niente... il mio volto... tu non potresti mai amarmi... è inutile prenderci in giro...”

Lady Gwen 10-03-2017 02.21.40

Nulla... Ma come nulla?
Era bianco come un lenzuolo.
Poi di nuovo quelle parole.
Mi avvicinai a lui, prendendo le sue mani e cercando i suoi occhi.
"E se io ti amassi già?" sussurrai, trovando la forza di pronunciare quella frase.
"Io... Io vedo tanto in te... Le tue attenzioni, le tue parole che mi catturano e mi rapiscono completamente, il tuo modo di fare, la tua risata stupenda e spensierata quando ti lasci andare, come stanotte sulla moto, i tuoi occhi..." dissi, dolcemente "Ma se è una prova quella che vuoi, allora togli questa maschera..." mormorai, con gli occhi nei suoi.

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Guisgard 10-03-2017 02.30.30

Erano in piedi, abbracciati, stretti, alla fioca luce del fuoco morente nel camino.
Icarius guardava Clio negli occhi, beandosi, godendo di quel meraviglioso contatto, quel tocco, quel gioco.
Lei che stuzzicava, tentava, giocava con l'eccitazione di lui, la sua virilità.
E poi quelle sue parole, quel tono caldo, basso, seducente, eccitante.
“Così mi fai impazzire...” disse lui in un sussurro, per poi accarezzarle i seni, lambendo i suoi capezzoli, già turgidi.
Ma quella mano del pittore non si fermò.
Continuò a scendere, accarezzando il ventre ed i fianchi della regina, fino a raggiungere dove lei era più calda, più accogliente, come i petali di un fiore bagnati con la rugiada del mattino.
E cominciò a giocarci, quasi seguendo le movenze delle mani di lei che ancora si divertiva a tastare l'ardore, l'impeto, la virilità del suo giovane pittore.
“Sei eccitata anche tu...” gemendo lui, senza smettere di toccarla.
Erano in piedi, l'una contro l'altro.

Clio 10-03-2017 02.44.19

Lo sguardo, i gemiti, l'espressione di Icarius, era come se tutto quello arrivasse direttamente ad ogni fibra del mio essere, del mio corpo eccitato, del mio cuore innamorato.
Lo sentivo, pelle contro pelle, eccitarsi sempre di più, mentre i suoi occhi, il suo viso insieme a tutto il suo corpo, mi donavano meravigliosi segnali di godimento e piacere.
Adoravo quel contatto, quel gioco, adoravo poterlo assaporare in quel modo, con le mani che non si fermavano, che bramavano più di ogni altra cosa sconvolgerlo, eccitarlo, portarlo al limite e vederlo naufragare.
Poi le sue mani sul mio seno, intensi e forti brividi accompagnarono il loro passaggio.
Credevo di impazzire, l'eccitazione era sempre più forte, nutrita dai gemiti di lui.
Ma un caldo e intenso gemito uscì impertinente dalla mia bocca, quando la sua mano scese in me.
Il suo tocco, quelle dita che già mi avevano assaporata e portata oltre ogni limite.
Chiusi gli occhi, assaporando quel momento così intenso, dove il piacere di dare si mischiava al piacere di ricevere.
Poi le sue parole, allora aprii gli occhi e mi permisi di naufragare per un lungo istante nell'oceano dei suoi.
"Nulla mi eccita di più che vederti impazzire.." sussurrai, con gli occhi che divennero due tizzoni ardenti.
Quel gioco reciproco, rubato alla notte che già ci aveva donato tanto, sembrava ancora più ardito, complice.
Un gioco che racchiudeva l'impossibilità di starci lontani a vicenda, il desiderio continuo, la passione folle, l'amore incontrollato.
Le nostre mani si muovevano in sincrono, quasi seguissero un ritmo unico, i nostri corpi si eccitavano e godevano l'uno dell'altro, come se l'altro fosse il nostro unico nutrimento, i nostri sguardi si specchiavano l'uno nell'altro, i nostri gemiti si rincorrevano e i nostri cuori battevano all'unisono.

Guisgard 10-03-2017 02.53.27

Per un lungo istante lui guardò Gwen.
Un lungo istante fatto di silenzio e paura.
Poi, ad un tratto, con un gesto improvviso, lui si tolse la maschera.
Allora Gwen guardò finalmente il suo volto.
E restò sconvolta.
Era un viso sfigurato, come se qualcuno, con inaudita ferocia, gli avesse letteralmente strappati via lembi di pelle e carne.
Ma ciò che stravolse la ragazza fu quando riconobbe quel viso.
Era Elv.
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Guisgard 10-03-2017 03.07.51

Quel gioco reciproco, quella gara, quella corsa folle volta a far impazzire l'altro, continuava.
Erano in piedi, eccitati ed innamorati, nudi, incatenati l'una all'altro attraverso le loro mani che si muovevano ora lentamente, ora più veloci, sicure, desiderose, insaziabili.
E nel fare ciò, nel darsi reciproco piacere, Icarius e Clio si baciarono, legando così anche le loro labbra e le loro lingue.
La regina galattica poteva toccare con mano l'ardore e la virilità di quel terrestre, di quel giovane pittore.
E più lo deliziava, più lo vedeva gemere, godere, impazzire.
I suoi occhi erano di un azzurro chiaro, limpido e grandi.
Occhi in cui lei poteva vedere dentro tutto ciò che gli stava donando.
Ossia un piacere senza fine.
Ma anche la bella musa in breve iniziò a perdere
lucidità.
La mano di Icarius, le sue dita che muoveva con maestria infinita, con sicurezza disarmante, con un impeto ed un ardore non comuni sembravano incapace di fermarsi.
Incapaci di smettere e di interrompere quel gioco.
Lei le sentiva muoversi ed affondare in quel lago infinito e screziato.
Quel lago che faceva vibrare e sussultare il suo ventre e tutto il suo corpo.
Sempre di più, sempre di più.
Ed ormai la bella regina non poteva più reggersi sulle gambe, stare in piedi con le sue sole forze.
E si appoggiò allora al suo uomo, al suo pittore.
Solo così poteva non arrendersi a quel piacere senza limiti.

Lady Gwen 10-03-2017 03.11.29

Rimase in silenzio, per un lungo istante.
Un istante fatto di tensione, durante il quale mi chiesi che effetto avessero sortito nel suo animo le mie parole.
Poi, con un gesto improvviso che mi fece trattenere il respiro, la tolse.
Ed io lo vidi.
Il suo volto ferocemente e orribilmente sfigurato.
Ma ciò che mi lasciò senza parole fu accorgermi che era lui.
Elv.
Avevo avuto ragione per tutto quel tempo, lui era sempre stato lì, accanto a me.
Sapevo che non poteva essersene andato, lo avevo sempre saputo in cuor mio, sempre, fin dal primo istante.
"Tu... Sei tu..." sussurrai, con un leggero sorriso che emergeva dalle lacrime che avevano iniziato a scorrere senza che me ne accorgessi.
In un istante lo strinsi a me, forte, in una presa spasmodica, disperata, felice.
"Lo sapevo... Lo sapevo che eri tu, lo sapevo..." mormorai, poi tornai a guardarlo "Chiunque ti abbia fatto questo pagherà, è una promessa" dissi risoluta.
Poi presi il suo volto fra le mani e lo baciai, con Amore, trasporto, gioia, commozione, un bacio forte, impetuoso, travolgente, che si spostò poi sul suo viso sfigurato, scindendosi in tanti piccoli e teneri baci, mentre lo stringevo ancora forte a me.
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Guisgard 10-03-2017 03.25.04

Si baciarono.
Gwen lo baciò, senza paura, né repulsione per quel volto sfigurato.
Si baciarono e si strinsero l'una all'altro.
Elv la tenne forte, come se avesse paura di perderla, di vederla volare via, per quel suo volto terribilmente deturpato.
“Oh, Gwen...” disse lui in un caldo sospiro “... chi mi ha fatto questo? Il demonio, Gwen... lui... invece della mia anima si è preso il mio volto, la mia vita... e mi ha segregato qui dentro... con te come unico premio... unica gioia in questa mia terna dannazione...”

Clio 10-03-2017 03.33.29

Ogni istante di quel gioco infuocato, reciproco e nostro, mi eccitava sempre di più.
Mi eccitava vedere il piacere nei suoi occhi, e mi eccitava la sua mano che abile e sicura giocava con quel fiore che rendeva così unico.
Poi la sua bocca sulla mia, le nostre lingue a rincorrersi, i nostri respiri che si facevano uno, i nostri gemiti che nascevano e morivano sulle labbra dell'altro.
E lui.. lui era la quintessenza della bellezza umana, mentre si abbandonava a quel piacere intenso.
Restavo a guardarlo rapita, finché tutto intorno a me non divenne sfuocato e lontano.
Finchè il mare in tempesta non venne a travolgermi, facendomi quasi perdere l'equilibrio, tanto che fui costretta ad aggrapparmi a lui con braccia e gambe, per non cadere, e quel contatto aumentò ancora di più il piacere che ormai si faceva strada in me, liberando esplosioni dove prima c'erano le fiamme che divoravano le mie membra pezzo per pezzo.
E morii, mille volte, morii per poi rinascere e morire di nuovo.
Con caldi e lunghi gemiti, con fremiti che scuotevano tutto il mio corpo.
In quella folle corsa, il piacere mi aveva infine raggiunto, per farmi sua e sconvolgermi, e ogni parte di quel piacere gridava a gran voce il nome del mio Amato, come fosse il significato più profondo di quel momento di puro godimento.
Avevo la testa buttata all'indietro, mentre lui mi sosteneva, e continuava ad uccidermi lentamente, con le sue mani che sembravano voler cercare l'essenza stessa del mio corpo.
Forse, l'avevano trovata davvero.
Quando raddrizzai la testa, soddisfatta e ancora intontita da quell'onda che mi aveva investito, trovai i suoi occhi nei miei, occhi intensi, di un azzurro che sembrava quasi velarsi di un tramonto rosso e screziato.
Occhi in cui riuscivo a leggervi l'eccitazione per tutto quello, eppure le mie mani erano state incapaci di continuare, mentre mi aggrappavo a lui, sopraffatta e vinta da quella passione incontrollabile che lo muoveva in me, con le sue mani eleganti e abili.
Ma no, non era abbastanza.
Volevo di più.
Volevo tutto.
Volevo ogni cosa di lui, volevo sconvolgerlo, averlo e vederlo naufragare nel mio stesso mare in tempesta.
Allora il mio sguardo mutò, diventando intenso, determinato, appassionato.
E scesi, lentamente, più lentamente di quanto avrei voluto, ma la foga di averlo non reggeva il confronto con il desiderio di godermi il suo sguardo, il lampo di consapevolezza nei suoi occhi.
Finchè non mi trovai ai suoi piedi, con lo sguardo ancora puntato nel suo, e lo presi, lo intrappolai tra le mie labbra, lasciando la mia lingua libera di giocare, di stuzzicare, di assaporare quell'intensa virilità che ormai mi apparteneva.
Dapprima mi godetti quel gioco ardito, con gli occhi chiusi, poi li riaprii, cercando i suoi, nutrendomi del suo sguardo e dei suoi gemiti oltre che del suo sapore.
E il piacere che ne derivava in me, era così bello e intenso, da farmi desiderare di non finire mai.
Anche perchè, questa volta, non gli avrei concesso di fermarsi, e se lui, perso in quel mare di piacere, riusciva a leggere il mio sguardo, perso e annegato nel suo, ormai doveva averlo capito.

Lady Gwen 10-03-2017 03.35.42

Più io stringevo Elv, più lui stringeva me, come se volessimo diventare parte integrante l'uno dell'altra.
Ma solo i nostri corpi.
Le nostre anime lo erano già.
Sorrisi di un sorriso estatico quando gli sentii pronunciare il mio nome in quel caldo sospiro.
Pensavo che non avrei mai più potuto godere di questo momento meraviglioso e perfetto.
Lo guardai a quelle parole e non seppi che dire.
"Esatto, tesoro. Hai me. Hai me e giuro che troveremo una soluzione a tutto questo, a qualsiasi costo e combattendo contro chiunque, anche il demonio" dissi, accarezzandogli il viso.

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Guisgard 10-03-2017 04.03.02

Icarius fu abile nel portare Clio al punto più alto, più sublime ed assoluto.
La sentii vibrare fra le sue braccia, gemere per il forte piacere prima ed il travolgente godimento poi.
Abbandonarsi ebbra d'Amore, vinta dalla passione e soddisfatta dal desiderio di lui nel volerla vedere così.
La regina galattica era aggrappata a lui, al suo uomo, che forte la sosteneva.
Poi, recuperando respiro e battiti, Clio lo guardò negli occhi.
Con uno sguardo determinato, perentorio.
Allora cominciò a scendere, a scivolare lungo il corpo di Icarius, fino ad inginocchiarsi ai piedi di lui, come se da regina fosse mutata in schiava, da musa in ninfa.
Era ai piedi del suo padrone, guardandolo negli occhi, come a voler vedere la sua espressione per ciò che stava per fargli.
Di nuovo fece suo l'ardore del pittore e cominciò a giocarci.
Giocarci come se non esistesse altro al mondo.
Prima con gli occhi chiusi, poi aperti e puntati su Icarius, a scorgerne il piacere, il godimento, la follia.
Lui afferrò i biondi capelli di lei, mentre la musa non smetteva, non tentennava, non aveva incertezze, né mostrava stanchezza.
Sentiva il suo bel pittore irrigidirsi, fremere, sussultare, con ogni muscolo del corpo teso, la pelle sudata, gli occhi che a stento teneva aperti.
Clio sentiva le dita di lui strette fra le sue bionde ciocche, mentre lei lo guardava senza fermarsi.
Senza fermarsi mai.
Lui era al limite.
Era folle.
Lei lo sentiva e continuava.
Sentiva vicino quel momento.
Ed allora un gemito di lui mutò in un grido strozzato, lasciandosi andare e liberare tutto il suo piacere.
Un piacere che Clio assaporò.
Un piacere travolgente, inondante, come la spuma bianca di mille cavalloni marini sulla bianca ed arsa sabbia.
Un piacere che sconfinò.
Come il loro Amore.
Quei lungi gemiti, musica dolce ed attesa da Clio.
Lungi gemiti come il fruscio delle onde sulla spiaggia.
Lunghi gemiti che echeggiarono nella vuota stanza.
Lunghi gemiti che salutarono l'arriva dell'alba.
E dopo Icarius si sedette sul legno del pavimento, accanto alla sua regina.
E si strinsero in un tenero, dolce ed infinito abbraccio, imperlato dal rosato splendore del Sole nascente sulla brughiera.
http://www.varesenews.it/photogaller...nto-438843.jpg

Guisgard 10-03-2017 04.13.43

“E' troppo forte per noi...” disse Elv accarezzando il bel viso di Gwen “... troppo... farebbe del male anche a te...” fissandola teneramente “... si tratta di una grande... non so neanche come definirla... associazione, confraternita... società segreta... sono tanti che nemmeno immagini... controllano tutto... dai più beceri programmi in tv, dove cantano e ballano, ai giornali, alla radio, alla finanza e persino alla politica... io mi sono messo contro di loro e solo fingendo di collaborare ho avuto salva la vita... mi hanno ridotto il viso in brandelli e temevo di averti persa... ho finto di allearmi e loro mi hanno promesso te... perciò sei qui... perdonami, ma non posso vivere senza te...”

Lady Gwen 10-03-2017 04.27.55

Accarezzai la sua mano, che a sua volta accarezzava il mio viso e lo ascoltai, rimanendo di sasso.
Ora ogni tassello andava al proprio posto.
Le parole del vecchio, quelle di quei tre uomini, tutto.
"No, possiamo farcela, dobbiamo solo capire come agire" mormorai, con la mia solita caparbietà.
Poi quelle ultime parole fecero scattare qualcosa in me.
Qualcosa che mi fece tuffare fra le sue braccia, scoppiando in un pianto fragoroso, inconsolabile, ma liberatorio e fra le lacrime mormorai, sperando di risultare comprensibile, mentre prendevo profondi respiri nel tentativo di calmare quel fiume in piena che erano le mie calde lacrime.
"È... È stato... È stato orribile..." singhiozzai "Dovermi rassegnare ad una vita senza te..." nascondendo il volto nella sua camicia.

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Guisgard 10-03-2017 04.31.01

Raputin vide entrare Altea con quella bottiglia di vino e con due bicchieri.
Chiuse allora i registri a cui stava lavorando e sorrise.
“Che bella sorpresa...” disse avvicinandosi a lei, per poi prendere la bottiglia di vino per stapparla “... quasi bella quanto lei... sa di essere bellissima, vero? Immagino gli uomini perdano tutti la testa per lei, vero?” Riempiendo i due bicchieri col vino. “Poteva vestirsi con abiti più... comodi, no? E' nella stanza del direttore, lontana da occhi indiscreti...” fissandola.

Guisgard 10-03-2017 04.34.10

Fu un lungo abbraccio tra Gwen ed Elv.
Un abbraccio forte, impreziosito dalle calde lacrime di lei.
“Gwen...” disse lui “... ascoltami... non puoi restare qui... è pericoloso... sanno che sei con me ora, che vivi in questa dimora... il diavolo non da, ma prende soltanto... e questi maledetti sono figli suoi... devi andartene... voglio tu vada in un luogo sicuro e lontano...”

Lady Gwen 10-03-2017 04.38.57

"No!" sbottai, fissandolo "No, no Elv, no. Non ti lascio, no. Mi sono dovuta abituare già una volta all'idea di averti perso, non lo farò di nuovo" scuotendo la testa "Io resto. A qualsiasi costo. Sai che lo farò."

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Guisgard 10-03-2017 04.39.04

Quel lungo applauso mentre le luci aumentavano ed il sonoro del film calava fino a diventare un lieve sottofondo.
Quella proiezione riguardante la prima parte del film era stata un successo.
Ora albeggiava e la notte era ormai terminata, come le mille luci del cinema, insieme ai sogni che suscitano.
Gaynor però era rimasta turbata, perplessa, forse persino scossa da tutto ciò, da quell'incredibile avventura così realistica.
Solo immedesimazione?
Tutti applaudivano e sorridevano intorno a lei, come marionette di un teatro di burattini.
Solo Guisgard la fissava enigmatico.
“Se vuole la riaccompagno a casa...” disse avvicinandosi ad un orecchio di lei “... immagino sia molto stanca... faccio prendere il suo scialle e poi raggiungeremo la mia auto...”

Guisgard 10-03-2017 04.41.48

“Non capisci...” disse Elv fissando Gwen “... non capisci? Se resterai qui, prima o poi verranno a prenderti... non essere testarda... è troppo rischioso...” scuotendo il capo rassegnato “... a meno che... a meno che non si trovi un modo per nasconderti e dire poi che sei fuggita... ma dove? Quei dannati conoscono bene questa dimora...”

Lady Gwen 10-03-2017 04.45.47

Scossi la testa, irremovibile.
Poi, una possibilità.
"Beh, se c'è questa possibilità, dobbiamo fare di tutto per poterla sfruttare appieno. Ci sarà pure un posto in cui potermi nascondere. Deve esserci" iniziando a pensare.

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Nyoko 10-03-2017 09.46.03

Qualcuno entrò nella stanza e iniziò a parlarci. Ero timorosa e in allerta, pronta a scappare via al minimo segno di pericolo. Quella persona si accorse di me e della mia cecità e un po' mi sentì in imbarazzo. Strinsi forte la mano di Pavel e abbassai il viso. "Sì... Purtroppo... Ma non da sempre..." dissi con un tono ammonitore.

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