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"Evidentemente, ora è il momento di vagliare ogni ipotesi" commentai.
Poi, arrivò Teken, informandoci che il capitano Goz era arrivato per indagare. Se già lo zio era diventato nervoso, adesso, all'idea di un'inchiesta, la situazione sarebbe certamente peggiorata, ma era chiaramente inevitabile. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Entrò nell'ufficio di Corcion un uomo corpulento, con un lungo e largo impermeabile che scendeva su pantaloni scuri e scarpe pesanti.
Di viso appariva imbronciato, con la barba rossiccia arruffata ed i capelli dello stesso colore tutti pettinati all'indietro senza molta cura. Un paio di occhiali sottili ed una cicca stretta in una bocca piatta e larga completavano quel ritratto simile al protagonista di un vecchio noir. "Il direttore Corcion presumo..." disse Goz salutando lo zio di Gwen. "Molto piacere, commissario." Corcion stringendogli la mano, per poi presentargli sua nipote e Miz. Subito la ragazza avvertì lo sguardo interessato ed insistente di Goz su di lei. "Avrà la massima collaborazione, commissario." Corcion al poliziotto. "Bene." Fumando Goz. "Gwen, per favore, vai da 2 secondini e fa prendere loro uno dei detenuti dell'ala 1 così da sistemare la parabola nella mia biblioteca." Corcion a Gwen, col chiaro intento di allontanare la ragazza da quell'inchiesta che si presentava già molto complicata e sicuramente poco piacevole. |
Entrò un tipo che sembrava direttamente uscito da un noir.
Un tipo che non si fece troppi scrupoli a scrutarmi dalla testa ai piedi in modo parecchio invasivo e fastidioso. Fu per questo, infatti, che fui sollevata quando lo zio mi disse di andar via. Capivo che volesse mandarmi via per ciò di cui dovevano pagare e benchè fossi curiosa, la cosa non mi creò troppi problemi. Uscii così dall'ufficio ed avvisai i secondini circa la commissione dello zio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen così raggiunse la postazione dei secondini, riferendo loro le indicazioni di suo zio.
“Allora andiamo a scegliere un detenuto per quel lavoro.” Uno dei 2 secondini alla ragazza. Andarono allora nel corridoio 16, dove chiesero a una delle guardie di avere un detenuto per ordine del direttore. “Uno tranquillo e che faccia alla svelta.” Il secondino. “Qui li conosciamo tutti, avete una preferenza?” Chiese la guardia. |
Annuii e li seguii, recandomi con loro nell'ala 1.
A quel punto, discuterono su chi chiamare per quel lavoro e nella mia mente, un'idea di formò subito spontanea. "Ehm... Potreste chiamare quel detenuto che era oggi al refettorio, Elv credo si chiamasse. Ha fatto un buon lavoro lì, sono certa che sarà efficiente anche stavolta." Dovevo ammetterlo, stare qui iniziava ad avere i suoi vantaggi e non era così male ora che avevo trovato un motivo in più per rimanere più volentieri, se proprio dovevo accompagnare lo zio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Quel detenuto ora non è disponibile.” Disse la guardia a Gwen. “E' in isolamento.”
“Cosa ha fatto?” Chiese il secondino. “Coinvolto in una rissa con un altro detenuto.” La guardia. |
Cercai di non darlo a vedere, ma dentro di me sbarrai gli occhi a quella rivelazione.
"E come sta?" chiesi subito, ma poi mi ricomposi "Insomma, dopo ciò che è successo col detenuto suicida, mio zio non vorrebbe mai avere altre noie da altri detenuti" dissi subito, per non dare nell'occhio col mio stupore. "Ad ogni modo, c'era un altro detenuto con lui, al refettorio, potete chiamare lui" dissi a quel punto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Magari potrebbe uscire dall'isolamento e venire a lavorare per il direttore.” Disse la guardia al secondino, offrendo una seconda possibilità dopo quella avanzata da Gwen.
“Non so, quella canaglia deve imparare.” Il secondino. “Beh, non abbiamo tutto il giorno.” Protestò la guardia. “Va bene.” Sbuffò il secondino. “Aspettate qui.” Poco dopo tornò col detenuto ammanettato. “Lo affido a te.” Il secondino alla guardia, mentre Elv fissava Gwen. I suoi abiti erano sporchi e sudati per il suo soggiorno, poco piacevole, in isolamento. |
Proposero di fare uscire Elv dall'isolamento e dopo un po' di questioni, lo fecero uscire.
Il periodo in isolamento non doveva essere stato molto piacevole, a vederlo. "Beh andiamo, faccio strada" dissi a loro, ricambiando ancora l'occhiata di Elv. Allora li portai dove chiesto dallo zio per riparare la parabola. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Era la biblioteca privata del direttore, con diverse mensole che occupavano le letture preferite di Corcion.
In un angolo c'era poi il televisore che talvolta l'uomo guardava nell'ora di pausa. La parabola era appena fuori dalla finestra, montata su una staffa di ferro che sporgeva dal cornicione sottostante. “Montala meglio che al minimo soffio di vento oscilla troppo.” Disse la guardia ad Elv, per poi accendersi una sigaretta. “E cerca di fare in fretta.” “Si, capo.” Annuì Elv che dopo un'altra occhiata rivolta a Gwen si appoggiò al davanzale delle finestra per sistemare la parabola. La sua camicia sudata ben delineava il suo fisico asciutto e ben fatto ed il suo fischiare un motivetto provocante e canzonatorio sembrava fatto apposta per Gwen. |
Entrammo in biblioteca.
Tre pareti su quattro erano foderate da tre ampi scaffali pieni di libri. Li avevo letto quasi tutti, tranne quelli di materia giuridica. In un angolo, il televisore. Il secondino diede disposizioni ad Elv e lui, dopo avermi lanciato un altro sguardo, si mise all'opera. Osservavo il suo corpo teso che sporgeva oltre la finestra, la camicia che sottolineava bene il fisico asciutto, mentre un desiderio mai provato prima cercava di impossessarsi di me. E la situazione di certo non migliorò non appena iniziò a fischiettare un particolare motivo, che doveva suonare molto come una provocazione nei miei confronti ed Accennai un sorriso divertito, standomene tranquilla seduta sulla scrivania, le gambe penzoloni oltre il bordo, in attesa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Sospirai quando il direttore mi riferì di chi si trattava.
Poverino, non lo avevo avuto in cura personalmente, essendo nell'area 2, ma avevo sentito il mio collega parlare del caso e preoccuparsi per lui. Ascoltai il direttore e Miz fare supposizioni su come si fosse procurato la corda che non avrebbe mai dovuto lasciare l'infermeria. "È chiaro che è stato aiutato, non era così scaltro da riuscire ad eludere la sorveglianza, dobbiamo controllare tutti i dipendenti per capire chi potrebbe avere qualcosa da nascondere nonchè chi possa guadagnarci da questa tragedia!" sospirai "Il nostro è e deve rimanere un luogo incredibilmente sicuro, altrimenti tutto il lavoro che abbiamo fatto non sarà valso a niente!" scuotendo la testa. Poi arrivò il commissario, un tipo viscido che subito mise gli occhi sulla bella nipote del direttore. Ma non si vergognva, alla sua età? Il direttore ebbe il buon senso di allontanare la ragazza, così da lasciarci soli a parlare di quello spiacevole episodio. (E di sottrarla al viscidume del commissario, immaginai). "Commissario Goz.." esordii "Sono la dottoressa Destresya, criminologia teologica, dirigo l'equipe medica dell'area 1, siamo a disposizione per aiutarla nelle indagini!" con un sorriso cordiale. |
Elv continuava il suo lavoro sulla parabola, sempre fischiettando qiel motivetto a dir poco licensioso chiaramente ruolto a Gwen che lo fissava.
Motivetto a cui la guardia non presteva attenzione, visto il telefonino era in quel momento il suo unico interesse. Elv allora lanciava occhiate a Gwen e faceva boccacce e smorfie alla guardia occupata col suo telefonino. Poi fece cenno a Gwen di avvicinarsi a lui. Intanto, nell'ufficio del direttore, il commissario Goz appariva deciso a risolvere il caso. "Bene, dottoressa..." disse guardando Destresya dalla testa ai piedi quasi con la bava alla bocca, senza timore alcuno di apparire fuoriluogo o persino volgare "... sono certo che la sua collaborazione mi soddisferà... beh, visto che lei conosce bene il penitenziario perchè non mi porta a visitare la zona dove lei lavora?" Tutto interessato lui. |
Guardai Goz con disprezzo malcelato, dall'alto in basso dato che era pure più basso di me.
"Io lavoro nell'area 1, il detenuto era dell'area 2, per quale motivo dovrebbe interessarle un'area del penitenziario che non ha niente a che vedere con l'indagine?" sprezzante. |
Mentre sfogliavo casualmente un libro trovato sulla scrivania, sentivo Elv continuare a fischiettare quel motivetto, senza intenzione di smettere.
Mi accorsi poi che mi faceva segno di avvicinarmi. Lanciai un'occhiata alla guardia, poi lo raggiunsi. "Tu non dovresti lavorare senza distrarti?" mormorai piano, guardandolo divertita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, in realtà credo che un giro generale nell'intero penitenziario sia doveroso, dottoressa..." disse Goz a Destresya "... dopotutto non abbiamo prove che tutto sua limitato all'ala 2 e per quel che sappiamo nessuna zona del penitenziario è fuori dai miei sospetti." Fumando. "io sono un uomo di poche parole... ma poche parole che contano, come se già fossero fatti." Senza smettere di guardare che lascivo interesse l'intera figura di Destresya.
"Lei è molto scaltro, commissario." Osservò Miz. "Vedo che ha subito inquadrato la situazione con fredda consapevolezza. Mi permetta di dirle che solitamente i criminali, soprattutto quelli di basso livello, soffrono sensibilmente il confronto con personalità d'urto come la sua." "Si, grazie, dottore." Annuì Goz, senza togliere gli occhi da Destresya. Nel frattempo, nella biblioteva del direttore, continuava il lavoro di Elv sulla parabola. "Allora..." sottovoce lui a Gwen "... se non mi volevi distratto non dovevi venire anche tu qui oggi..." facendole l'occhiolino e guardandola negli occhi, per poi far scorrere i suoi occhi neri su tutto il corpo di lei. La voleva, era chiaro e lui non faceva nulla per nasconderlo. |
Non si preoccupava affatto di sembrare sfacciato, proprio come quando parlavamo nella Cappella, qualche ora fa, ma forse era proprio questo che attirava di lui.
"Per tua informazione, sono qui sotto ordine di mio zio" risposi, con un sorriso sornione. "C'è altro che volevi farmi sapere, o è tutto qui?" chiesi poi, fingendo indifferenza, ma in realtà avevo raggiunto il mio obiettivo e mi andava benissimo così. O quasi, visto che lui si trovava comunque dalla parte opposta della barricata, qui dentro. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“In realtà si...” disse Elv con un sorriso impertinente a Gwen “... almeno un altro paio di cose... peccato che non potrò dirtele qui...” facendole l'occhiolino e continuando a sistemare la parabola.
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Alzai gli occhi in su con un sorriso sornione, ma stuzzicato da quel qualcosa che era già iniziato fin dal primo istante, inutile negarlo.
Ma ero qualcosa che, in un certo senso, mi spaventava. Perchè che futuro poteva avere, una storia iniziata fra le sbarre? Di certo per mio zio nessuno, nemmeno a parlarne. "Che peccato..." mormorai quasi distrattamente, attorcigliandomi una ciocca attorno al dito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Già, un vero peccato..." disse Elv fissando negli occhi Gwen "... mi sarebbe piaciuto parlarti in un posto tranquillo e scoprire che effetto fanno i tuoi occhi quando non dobbiamo preoccuparci troppo di chi ci sta intorno..."
A lei sembrò che lui fosse sul punto di sfiorarla. |
Lo osservai con rinnovata curiosità a quelle parole e giurai che fosse sul punto di sfiorarmi, come alcune ore fa.
"E dimmi" iniziai "Com'è che li immagini, i miei occhi, se non c'è qualcuno intorno?" Chiesi, con un'espressione curiosa, ma velatamente divertita e maliziosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Eh no, mia cara..." disse con un vago sorriso Elv a Gwen "... sono un romantico io... voglio viverli i momenti... voglio vedere quei tuoi occhi quando sei sola con me... ma magari una ragazza come te non resterebbe mai sola con un detenuto..." fissandola.
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Sollevai un sopracciglio.
"Addirittura" dissi "Beh certo un detenuto romantico non si è mai sentito..." commentai, più sorpresa ed incuriosita che divertita. Ma a questo punto, ero davvero molto curiosa e mi serviva un modo, un Benedetto modo per mandare via la guardia. Mi voltai verso l'uomo, che ancora guardava il suo cellulare. A quel punto, lo richiamai per avere la sua attenzione. "Serve una staffa nuova per la parabola, questa è usurata. Vada a vedere se è disponibile. È tutto sotto controllo, qui" gli dissi, sperando vivamente che andasse via. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Ma veramente...” disse sorpresa la guardia a Gwen “... io non so se posso lasciarla sola qui...” indicando con un cenno il detenuto.
Elv ascoltava e tratteneva a stento una risata. |
A quelle parole della guardia, Elv trattenne a stento una risata e di nascosto gli pizzicai il braccio, per farlo smettere.
Ci mancava solo che mandasse in fumo il mio tentativo... "Andrà tutto bene, non si preoccupi" lo rassicurai ancora, col mio tono e la mia espressione, sperando che andasse via prima possibile. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Va bene..." disse annuendo poco convinta la guardia a Gwen "... ma al minimo problema le basterà chiamare l'inserviente nel corridoio, chiaro?" guardò allora Elv. "E tunon fare casini, intesi?"
"Parola di boy scout, capo!" Esclamò Elv. Allora la guardia uscì e lasciò soli i 2 giovani. |
"Chiaro" annuii, con un vago sorriso.
Poi ridacchiai della risposta di Elv, quando la guardia andò via. "Ebbene? Sei soddisfatto, adesso?" chiesi a quel punto a lui, osservando divertita i suoi occhi neri. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Soddisfattissimo." Disse Elv saltando dal davanzale della finestra con buona agilità e raggiungendo Gwen.
Era vicinissimo a lei, con i suoi occhi neri fissi in quelli verdi di lei. "Sai cosa?" Piano lui, stavolta sfiorandole davvero i capelli rossi. "Sin dal primo momento ho sentito una voglia matta di baciarti... e un bacio qui, con me chiuso dietro mura e sbarre, ha un valore diverso... un primo bacio che può essere anche l'unico, l'ultimo... un bacio così non è per tutti... è speciale..." con la bocca vicinissima a quella di lei. |
Ridacchiai alla sua risposta, mentre scendeva giù dal davanzale per raggiungermi.
Si avvicinò di nuovo a me e i suoi occhi erano belli come li ricordavo dal momento in cui si era avvicinato la prima volta, forse anche di più. La sua mano fu di nuovo fra i miei capelli, le sue labbra vicinissime alle mie e le sue parole mi rapirono. "Sì, è vero, lo è" annuii appena. "Come vedi i miei occhi, adesso?" sussurrai, osservando i suoi. Adesso che eravamo da soli, senza nessuno intorno, liberi di essere solo noi stessi, senza vincoli e senza ruoli, o almeno, tentavamo di esserlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Già quel Miz non mi piaceva, ma se credeva che il commissario Goz era una grande mente, come avrebbe potuto pensare di comprendere la mente criminale?
Cercai di nascondere il mio disappunto. "Benissimo, la farò scortare da degli agenti per tutto il penitenziario, signore!" annuendo distrattamente. "C'è altro?" chiesi, con una certa impazienza. |
"Prima devo raggiungerli quegli occhi..." disse pianissimo Elv ormai quasi sulle labbra di Gwen "... provarli... assaporarli... vuoi che lo faccia?" Un attimo dopo però la sua bocca incatenò a sè quella di lei in un bacio caldo e mozzafiato, con le lingue che subito si unirono rubandosi a vicenda il respiro.
In un momento Gwen si ritrovò fra le braccia di quel detenuto che la baciava con passione, mordicchiandole le labbra, succhiandole e facendoci scivolare in mezzo la lingua. Intanto, nell'ufficio del direttore, DEstresya aveva respinto con classe le attenzioni di Goz. "Va bene..." annuì deluso alla dottoressa "... per ora va bene così... ma si tenga a disposizione, dottoressa..." fissandola tutta con insistenza. |
Annuii alle sue parole, ancora incatenata alle sue iridi scure e non ebbi il tempo di rispondere, che mi ritrovai incatenata anche alla sua bocca.
Mi sciolsi in quel bacio, fra le sue braccia, in quel contatto appassionato, quasi disperato al pensiero che potesse essere l'unico. Ero in balìa della sua bramosia e rispondevo con la medesima foga. Mi toglieva totalmente il respiro, ma scoprii di non averne bisogno se c'era lui a baciarmi, a tentare disperatamente di farmi sua. Ma in realtà, mi sentivo già come sua, in quella stretta inestricabile, virile. Lo avevo atteso anch'io fin dal primo istante in cui l'avevo visto, era stato un desiderio istintivo, irrazionale. E mentre affondavo le dita fra i suoi capelli neri, pensavo che fosse struggente e meraviglioso il pensiero di un sentimento così bello e travolgente che nasceva in questo luogo di morte e rassegnazione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Naturalmente!" annuii soddisfatta alle parole di Goz.
Io avevo di certo di meglio da fare che star lì a perder tempo con un investigatore che voleva fare il viscido. Trattavo con i peggiori criminali mai esistiti tutti i giorni, quell'ometto era un gioco da ragazzi. "Direttore, appena ha un attimo potrei parlarle di un paziente, ero venuta per questo!" rivolgendomi direttamente a Corcion e ignorando volutamente gli altri due. |
Le labbra di Elv erano calde, morbide nello stringere e nel succhiare quelle di Gwen, mentre le loro lingue si intrecciavano senza averne mai abbastanza in un gioco di passione e foga.
La ragazza era fra le braccia di lui, stretta contro il suo petto, con le mani del detenuto che scivolavano lungo le sue braccia in interminabili e sensuali carezze. Gwen sentiva il rumore morbido di quel gioco di labbra, della bramosia delle loro lingue, del calore che avvampava le sue gote e la faceva sciogliere come neve al Sole. Le loro bocche si staccarono appena e lei riaprendo gli occhi rivide quelli scuri di Elv. “Ho bisogno di fare l'Amore con te...” disse in un sussurro lui. Nel frattempo, nell'ufficio del direttore, si discuteva sul da farsi. Fu chiamato Teken con il compito di portare Goz sul luogo del suicidio. Ai 2 si unì anche Miz, così che Destresya poté restare sola con Corcion. “Di cosa voleva parlarmi, dottoressa?” Chiese questi alla bionda ragazza. |
L'invito costante delle sue labbra morbide e calde era impossibile da ignorare, non ne avevamo mai abbastanza, era una cosa continua ed inarrestabile.
Le sue carezze che mi percorrevano infinite volte su e giù, desiderandomi come io desideravo lui, pazzamente e follemente. Le nostre labbra, stranamente, si separarono, non pensavo l'avrebbero fatto mai. Trovai di nuovo i suoi occhi neri a guardarmi e non sapevo come rispondere alle sue parole. Non perchè non sentissi anch'io quel bisogno viscerale, ma perchè eravamo decisamente nel posto sbagliato al momento sbagliato... "Qui... È difficile..." sussurrai in un sospiro quasi afflitto, mentre accarezzavo il suo viso. "Abbiamo scelto decisamente il posto sbagliato... E il momento sbagliato..." sussurrai ancora, con un sorriso mesto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ti arrendi così facilmente..." disse Elv guardando Gwen negli occhi, tenendola ancora stretta fra le braccia "... allora, forse, non lo vuoi come lo voglio io... dillo... ammettilo..." senza smettere di fissarla.
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Sbarrai gli occhi.
"No no no, certo che lo voglio" dissi subito "Lo voglio fin dal primo istante" dissi ancora, in totale onestà. Mi sporsi verso di lui reclamando un altro bacio, più dolce e calmo degli altri precedenti. "Dico solo che è molto difficile e dovremo stare ancora più attenti, qua dentro..." aggiunsi, cercando capire come fare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Abbiamo una sola possibilità allora...” disse Elv a Gwen, per poi socchiudere gli occhi ed infilare di nuovo la sua lingua fra le labbra di lei, per un altro bacio fatto di trasporto e passione, quasi fosse il solo modo per evadere da quelle mura invalicabili.
Invalicabili anche per l'Amore? |
Mi baciò ancora con trasporto ed io, come sempre, mi sciolsi.
Improvvisamente, con ogni suo bacio, era come se riuscissimo a ritrovarci altrove, fuori da qui, fuori da queste mura orribili, che ci avrebbero voluto divisi. "Gwen..." sussurrai "Mi chiamo Gwen..." sussurrai ancora. Accennai un sorriso. "Non è una soluzione, ma ci tenevo che lo sapessi..." i miei polpastrelli che venivano appena solleticati dalla sua barba scura. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Gwen...” disse lui ripetendo quel nome “... abbiamo una sola possibilità... devi aiutarmi a fuggire da qui...” e la baciò di nuovo, forte, con impeto, quasi con disperazione.
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