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Era davvero uno spettacolo incredibile.
Tutto lì sembrava crescere a dismisura, con dei colori eccezionalmente vivi, profumi così intensi che quasi stordivano. Anche il Sole pareva più caldo di quello che abitualmente vedeva Marin, visto che picchiava con forza, rendendo l'aria intrisa di umidità e incandescente. Ad un tratto la ragazza sentì dei tamburi lontani. Il loro suono era ritmico, martellante, al punto che sembrava parlare. "Uccideremo gli umani... uccidremo gli umani... uccideremo gli umani..." Cosi sembravano dire quei tamburi. O forse era il Sole che picchiava troppo forte. |
Avrei voluto dire che non avevo mai visto un posto così, ma non avendo visitato alcun luogo non era così complicato.
Diciamo che non l'avrei mai immaginato. Ogni cosa sembrava esplosa, anche il caldo del Sole. All'improvviso, sentii dei tamburi lontani. Il loro suono era come una velata minaccia. Ero curiosa e timorosa, così cercai di capire da dove venisse il suono, ma senza avvicinarmi troppo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi resi conto di aver toccato un argomento delicato, lo era anche per me tanto che per molto tempo avevo evitato anche solo di nominare i miei genitori.
Con il tempo però avevo capito che se volevo mantenere la loro memoria viva nel mio cuore dovevo ricordarli anche nelle mie azioni e parole. Per mio zio evidentemente era ancora difficile fare ciò. “Hai mantenuto la tua promessa, non mi hai mai fatto mancare nulla. Mi dispiace solo che non abbiamo potuto incontrarci prima.” Acconsentii al suo campo di discorso, dopotutto la mia istruzione la dovevo soltanto al suo interesse nei miei studi e al suo supporto finanziario per essi. “Oh certamente, so che può sembrare un sogno campato in aria ma ho sempre adorato lasciare che la mia immaginazione si trasformasse in parole scritte su carta. Credo di aver perso il conto di quante cose ho già scritto, bozze, mezzi inizi, qualche trama o delineazione di in personaggio o due, interi capitoli anche… Ammetto però che ancora non ho trovato un soggetto che mi ispiri tanto da poter dire di aver scritto finalmente un’opera completa e degna di questo nome.” Incrociai le dita tra loro, un pochino esitante a quell’ultima richiesta. “Ecco io… proverò a selezionare qualcosa che possa valere la pena di leggere e dovrai essere obiettivo. Penso sia arrivato il momento di aver qualcuno di esterno che possa giudicare il mio lavoro… io sono troppo di parte temo.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quei tamburi sembrano suonare da ogni dove, come se l'aria fosse pregna del loro eco.
Per Marin era perciò impossibile capire da dove venivano suonati. Tuttavia si accorsi di uno stretto sentiero che, aprendosi un passaggio fra i monumentali baobab e i bambù giganti, pareva tagliare verso l'interno della tropicale foresta. Lo zio si voltò e portò i suoi occhi grigi in quelli di sua nipote Abigail. "Sarò un giudice spitato." Disse divertito, con un sorriso che pareva finalmente squarciare quei lineamenti, seppur bellissimi, che apparivano sempre così inquieti. "Non vedo l'ora di ascoltare cosa hai scritto, Abigail." Lasciando la finestra e quello scorcio di brughira osservato fino a ora, per sedersi sul seggi foderato. "Nell'ascoltarti, dunque, non sarò tuo zio ma un pedante maestro, di quelli severi e pignoli." Facendole l'occhiolino. Un gesto leggero e confidenziale che pareva essere un altro colpo a quella maschera cupa che l'uomo sembrava indossare sn dal suo arrivo. |
I tamburi sembravano saturare l'aria, arrivavano da ogni dove.
Era impossibile stabilirne l'esatta direzione. Scorsi poi un sentiero, che si snodava nel folto della foresta, fra i baobab. Decisi allora di seguirlo, pensando che, se quella strada esisteva, allora forse vi era anche un insediamento in cui poter giungere. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Molto bene.”
Annuii sorridendo verso di lui. Ripensai al suo arrivo e come in poco tempo in sua compagnia avevo iniziato a fidarmi e sentirmi davvero a casa. Eppure vi era ancora qualcosa nel suo modo che lo faceva apparire distaccato. “Ma prima… voglio sapere dei tuoi viaggi. Stando ai regali che mi hai portato devi aver visto luoghi meravigliosi.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Oh sì si trattano bene!" ridacchiai divertita, guardandomi intorno.
Effettivamente il posto era davvero bello, raffinato e accogliente. Mi sorpresi nel vedere che nemmeno Padre Alphy riconoscesse quell'ateo. "Nemmeno io lo conosco..." scossi la testa. "Magari è qualcuno di qui, tipo il loro capo, cose così!" azzardai. "Giusto Smiley... tu lo sai'??" divertita. |
Sospirai "Sarò libera" un sorriso illuminò il mio volto "E che accadrà poi". Osservandolo arrossendo leggermente
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Alla ricerca del Paradiso perduto
Masper sembrava essere deciso ad utilizzare la violenza.
Non era un sistema che approvavo e se ne avrei avuto l’occasione, avrei cercato di evitare inutili spargimenti di sangue. Non avevo bisogno di altri morti nella mia vita. “Fate come desiderate ma temo che prima o poi pagherete le conseguenze delle vostre azioni…” lasciai quella frase sospesa nel vuoto. Ognuno decideva come rovinarsi e non stava a me guidare un uomo dell’età di Masper. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Marin imbocco' quel sentiero, circondato, anzi sovrastato da piante e alberi di ogni specie, tutte gigantesche.
Come enormi apparivano i frutti che pendevano dai rami e i fiori che sbocciavano dal terreno. I tamburi sembravano essere cessati, ma di contro adesso si udiva il verso di una moltitudine di animali e uccelli, come se quella foresta pullulasse di ogni sorta di specie vivente. A un tratto la ragazza udì delle voci poco lontano. "Sarai libera di essere donna, di amare chiunque tu voglia." Disse Robertstein a Blaney. Un attimo dopo da fuori parvero giungere suoni e voci. "No, madama..." disse Smiley a Sinis "... nonostante la mia nota memoria fotografica io quel busto proprio non lo ricordo." "Si tratta di Emile Zola." Una voce entrando all'improvviso nella sala. Britty e Masper arrivarono in cima all'altura verso metà pomeriggio. Lì sorgeva il castello di Ventury. Smontarono dai loro cavalli e varcarono il portone semiaperto, ritrovandosi all'interno del maniero. Tuttavia una strana atmosfera avvolgeva quel luogo. Girarono fra la corte e le stanze intorno alla corte, ma senza trovare nessuno. Dopo un'intera ora a cercare, si resero conto che il castello era deserto. |
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