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"Beh, mi sembra un posto ideale per passare il tempo..." disse piano Elv a Gwen "... e tu? Ci staresti qui?" Sottovoce.
Dai giardini arrivarono ad un cortile laterale, con altalene, amache ed altri tavoli e sedie. Uno dei cacciatori bussò alla porta ed arrivò qualcuno. Una donna. Era anziana, molto truccata da sembrare patetica, quasi inquietante, con uno sguardo folle e l'espressione austera. "Signora Lupa..." uno dei cacciatori "... avvertite il dottore che ci sono ospiti. Forestieri." https://i.pinimg.com/564x/a9/f8/bc/a...-essencial.jpg |
Assunsi un'espressione pensierosa.
''Veh... È un posto niente male, questo sì..." Arrivammo in un giardino con amache e altre cose interessanti, lì bussarono alla porta e Dio, se non era inquietante quella donna. Lanciai un'occhiata ad Elv, in modo eloquente. Accidenti... Inoltre, anche il nome secondo me la diceva lunga. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Clio raggiunse il tetto del palazzo, mentre l'intera capitale era in fiamme.
L'attacco sembrava essersi concluso. Per il momento. “Attaccano a sciami.” Disse Taddeon. “A folate. Lo fanno per devastare il territorio, fiaccare il morale e distruggere le risorse.” “Bastardi.” Con rabbia Capitan Fiore. Poi videro Clio puntare il medaglione verso il cielo, verso le stelle. Cassiopea, allora, prese a brillare intensamente. http://4.bp.blogspot.com/-uWkqpwfjxl...us-portada.jpg La donna guardò Gwen ed Elv quasi con fastidio. “Non so cosa farci.” Disse. “Avvertite voi il dottore?” Uno dei cacciatori. Lei allora, per tutta risposta, chiuse la porta. Allora i cacciatori chiesero ai due pirati di accomodarsi nel cortile ed attendere. Elv fece cenno a Gwen di sedersi con lui su un'altalena. |
Alla faccia!
Bella educazione, donna, complimenti! Ma dico! Ci si comportava così, di questi tempi? Raggiunsi Elv e mi sedetti sull'altalena. "No dico" iniziai ad un certo punto, con tono stizzito "L'hai vista? No dico, l'hai vista?! Io non ho parole!" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Averli lì mi tranquillizzava, mi faceva credere che tutto era possibile, mi dava qualcosa per cui lottare.
Non che non l'avessi, avevo un intero pianeta di cui occuparmi, eppure in quel momento mi importava solo di loro. Li sentivo parlare come se non ci fosse nessuna speranza. "Vi ho chiamati qui proprio per contrastare questi nemici.." guardandoli "Siete i miei eroi, i miei condottieri... non vorrete deludermi!" con una voce dolce ma decisa. Non amavo stare con le mani in mano, non amavo darmi per vinta. Non volevo credere che non vi fosse niente da poter fare ma piuttosto percorrere ogni strada possibile per riuscire a sistemare le cose, per quanta distruzione potesse esserci, per quanto possa sembrare disperata la situazione ci doveva pur essere una speranza. "Questo manufatto è molto antico, è un dono che mi è stato fatto molto tempo fa, che conservo gelosamente come una reliquia... è un pegno che parla di un mondo nascosto tra le stelle, di notti infinite e sogni senza limiti o confini..." spiego, tenendolo tra le mani "Va usato con parsimonia, ma io credo che questo sia il momento più adatto, mai nella storia vi è stato un momento tanto buio per Brazzen..." sospirai, e lo puntai su Cassiopea. Questa allora si illuminò, sempre di più, sempre di più. "Sta succedendo qualcosa..." con il cuore che batteva sempre più forte. Erano anni che mi interrogavo su cosa fosse quel "qualcosa" che sarebbe accaduto puntando il medaglione verso la stella. In quella sera terribile, nell'ora più buia, l'avrei scoperto. E chissà che non mi avrebbe riportato alla luce. |
Elv rise.
“Beh, siamo su un'isola lontana, sconosciuta alle grandi rotte commerciali.” Disse a Gwen. “Sinceramente dubito qualcun altro ne conosco l'esistenza. Magari qui sono un po' strani, ecco.” Facendo dondolare l'altalena. Capitan Fiore guardò Cassiopea illuminarsi nella notte, mentre Don Taddeon fissò invece il medaglione di Clio. “C'è qualcosa inciso su di esso...” disse “... guardate...” Allora lesse ad alta voce: “Quando Cassiopea si illuminerà dallo spazio profondo egli tornerà. Da eoni sfida Perseo, Sirio e Cassia, il solo e vero guardiano della galassia.” |
Accadde quel giorno
Cassiopea era sempre più bella, luminosa e chiara.
Sembrava avvicinarsi sempre di più, quasi volesse rassicurarci con la sua luce, darci speranza, portare la luce nei nostri cuori, sul nostro regno, sul nostro pianeta. Quasi volesse dirci che non tutto era perduto, che c'era ancora speranza. Taddeon si accorse della scritta sul medaglione, abbassai lo sguardo anch'io e lessi quelle parole. Le sentii rimbombare nella mia mente ancora e ancora. "Di chi parlerà?" chiesi, incuriosita "Un guardiano della galassia..." pensierosa "Che sia lui la nostra ultima speranza per contrastare i nemici?" chiesi, guardando i due. "Che ne pensate?" ai due uomini. Dovevamo saperne di più e scoprire chi fosse questo misterioso guardiano, e se potevamo contare su di lui per quella lotta impari che ormai sembrava persa in partenza. |
"Bah..." commentai, muovendo lentamente i piedi per far dondolare l'altalena "Secondo me in queste acque son tutti pazzi, questa è l'unica spiegazione" dissi poi, quasi con tono definitivo, come a chiudere lì la questione.
E le strane creature, e quell'odore, e le urla, e questa vecchia psicotica, c'era una cosa normale? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed Elv restarono per un pò a dondolarsi sull'altalena, quando arrivò il deforme Polos.
Grugniva e dalle estremità della bocca colava saliva. Camminava in modo goffo per le malformazioni che tormentavano il suo povero corpo. Emise dei grugniti, ma cercò di farsi capire con dei gesti. "Sembra voglia farsi seguire..." disse Elv "... viene, Gwen..." Entrarono così, finalmente, nella villa. |
I due condottieri guardarono il medaglione.
"Sembra una frase misteriosa..." disse Taddeon. "Magari è solo un antico mito..." Capitan Fiore. "La stella che brillava intensamente ti pareva un mito?" Fissandolo Taddeon. "Non provocarmi..." l'altro. "E tu non dire idiozie." "Usciamo e risolviamo la questione da uomini." Con rabbia Capitan Fiore. I due si guardavano con rivalità davanti agli occhi di Clio. |
Ad un certo punto arrivò Polos e anche con quei grugniti e quegli strani versi, ci fece capire di seguirlo e lo facemmo, ritrovandoci finalmente all'interno della villa.
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Entrarono nella grande villa, arrivando ad un vasto salone arredato in stile coloniale e con un certo gusto.
Molti oggetti era preziosi, alcuni persino pregiati. Polos li lasciò soli. "Il proprietario deve essere molto ricco..." disse Elv guardandosi intorno "... forse è un benefattore per quest'isola... anche se ci vivono solo animali..." fissando Gwen. "Anche per gli animali può essistere la percezione di un dio..." ad un tratto una voce "... dopotutto non sono diversi da noi uomini... sono fatti di tessuti, ossa... e l'istinto li muove, proprio come muove noi uomini..." Era una figura che parlava dalla penombra. http://3.bp.blogspot.com/-c8KA-kNray...TOR+MOREAU.jpg |
Annuii pensierosa guardando il medaglione.
“Ne parlerò con la Grande sacerdotesse, lei dovrebbe sapere di queste cose!”. Ma poi mi accorsi della rivalità tra i due, della tensione che c’era tra loro. Lì guardai attonita. “Ehi ehi..” mettendomi nuovamente in mezzo e cingendo entrambi sui fianchi con le mie braccia. “Così non mi aiutate..” sporgendomi per baciare prima l’uno, poi l’altro. “Questo manufatto è la nostra ultima speranza...” spiegai “Andremo fino in fondo e scopriremo il mistero..” dolcemente. Averli così vicini mi inebriava, eccitava. Con uno strattone li avvicinai a me, così vicini da perderci l’uno nel respiro dell’altro. “Anche se tutto quello che voglio in questo momento è fermare il tempo ed essere solo vostra...” sussurrai sulle loro labbra così vicine alle mie. In quel momento, anche se tutto stava andando in pezzi io non riuscivo nemmeno a pensare a qualcosa che non fossero loro due. Allora li baciai... perdendomi in quell’abbraccio doppio, intenso, peccaminoso e proibito. |
Lo stile della villa era coloniale e tutto aveva quell'alone prezioso e pregiato.
"Benefattore?" ripetei, quasi distrattamente, guardandomi intorno. Poi sentii una voce, sicuramente il dottore. "Lei dice?" rivolgendomi a lui, con tono incuriosito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'uomo avanzò, lasciando la penombra e raggiungendo il centro della sala, illuminata da alcune lampade che si erano accese verso il primo crepuscolo.
Era alto, corpulento, dallo sguardo indecifrabile, l'espressione distesa, i tratti comuni. "Non lo dico io, ragazza mia." Disse a Gwen. "Lo dice la natura, la scienza." Sorridendo ed accendendosi una sigaretta. "Il dottor Insk, presumo..." Elv. "E voi i due forestieri appena giunti, immagino." l'uomo. "Si." Annuì Elv. "Io sono Elv, lei è Gwen." "Si, mi hanno informato circa i vostri nomi." Fumando Insk. https://i.pinimg.com/736x/15/8c/0d/1...0642--lost.jpg |
Uscì alla luce, era un uomo corpulento dallo sguardo indecifrabile.
E la cosa mi urtava. Non mi piaceva quando non riuscivo a capire le persone, mi innervosiva. Bene, tutti sapevamo chi eravamo, ottimo. "Da quanto si trova qui?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Abbastanza da poter che quest'isola mi appartiene." Disse Insk fumando.
"E' il proprietario di quest'isola?" Chiese Elv. "L'appartenenza è un qualcosa che va oltre il semplice possesso." Rispose il dottore. "I pesci appartengono al mare, gli uccelli al cielo senza che nè l'uno, nè l'altro siano mai stati acquistati dai pesci o dagli uccelli." Con un vago sorriso. "Io appartengo a quest'isola come essa appartiene a me. Io ne ho tratto il mondo in cui rifugiarmi, l'isola ha trovato in me il suo benefattore, diciamo così." Annuì. "Bevete qualcosa?" Chiese a Gwen ed al pirata. Clio riuscì a calmarli, a sedare per un momento la loro rivalità, quell'astio sorto fra i due condottieri. Prima stringendoli a sé, poi baciandoli con passione. Primo uno, poi l'altro. Baci caldi, appassionati, intimi, che rabbonì i due uomini, addolcendoli col sapore delle labbra di lei. |
Bene, io non ero mai stata amante di diplomazia e filosofia, la gente che parlava per mezzi termini solo per impressionare.
E questo tizio non mi piaceva già per questo fatto. Annuii quando ci chiese se bevessimo qualcosa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk sorrise e suonò un campanellino.
Arrivò Polos con un vassoio, sul quale c'era una bottiglia e tre bicchieri. a fatica il povero deforme riusciva a tenere il tutto senza farlo cadere. Allora Insk gettò a terra il mozzone di sifaretta e subito Polos lo raccolse. Poi andò via. Il dottore allora riemì i bicchieri e servì da bere a Gwen e ad Elv. "Spero che stasera sarete miei ospiti a cena." Disse Insk. |
Studiai il tutto con molta attenzione.
Avevo cercato di aiutare Polos a poggiare il vassoio sul tavolo, rivolgendogli un sorriso amichevole, ma poi Insk gettò il mozzicone di sigaretta a terra per farlo raccogliere a Polos. Ottimo, adesso avevo la conferma che il nostro ospite fosse un bastardo. Come poteva trattarlo così? Presi il bicchiere e, prendendo un sorso, guardai Elv, a quella domanda. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Certo.” Disse Elv ad Insk. “Sarà un piacere, dottore.”Annuì, per poi guardare Gwen.
“Perfetto.” Compiaciuto il dottore. Li accompagnò allora su un terrazzino che dava sui giardini. Si sedettero ed alcuni uomini servirono loro la cena. “Buon appetito.” Insk. La sera era fresca, sufficientemente limpida, con le prime stelle di quell'emisfero sconosciuto. “Di cosa si occupa, dottore?” Chiese Elv. “Sono un filantropo.” Rispose Insk. |
Rimasi impassibile, continuando a bere.
Poi, venimmo condotti in un terrazzo, dove stavano già servendo la cena. L'aria era sottile, leggera, un refolo fresco, con le stelle che scintillavano. Filantropo. Già. "Termine diplomatico. Come dire tutto senza dire niente" commentai, accennando un sorriso enigmatico. Avevo già detto che odiavo la diplomazia? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
E in un attimo, il mondo scomparve di nuovo, mentre li stringevo a me, l'ombra dei loro corpi oscurava ogni altra cosa al mondo, e infondo null'altro mi importava.
I loro corpi attaccati al mio, le mie mani che li accarezzano, saldavano l'atmosfera sempre più calda, sempre più infuocata. Nulla all'infuori di noi esisteva in quel momento, nulla aveva alcun senso se non quelle mani che rincorrevano brividi sui loro corpi, quegli occhi socchiusi a gustarsi l'estasi del momento, quei respiri ansanti che si univano nella fredda sera illuminata dai lampi dei colpi nemici. Capitan Fiore e Taddeo erano così vicini da poter sentire il mio respiro sul loro viso, da percepire ogni forma dl mio corpo, ogni battito del mio cuore, ogni mio pensiero. Già, loro non potevano leggermi nel pensiero, non potevano sapere cosa si celasse nel mio animo in quel momento. Eppure.. eppure non era difficile immaginarlo, perché la mia mente era completamente riempita dal pensiero di loro, dalle immagini peccaminose e calde di tutte le scene non scritte, sognate, che la notte custodiva gelosamente nel suo scrigno fatto di tesori inesplorati che solo i pazzi e gli innamorati possono trovare. E noi, forse, eravamo entrambe le cose. A tutto questo pensavo mentre li stringevo a me, mentre sentivo il calore del loro corpo addosso, mentre percepivo il loro respiro eccitato che accarezzava la mia pelle, e la loro virilità farsi strada, crescere, diventare sempre più forte e prorompente. Sentivo tutto in quell'abbraccio, ma volevo di più, di più. Quella tortura durava ormai da troppo, e io volevo abbandonarmi lasciarmi andare, perdermi in loro, essere loro e averli in un'unione perfetta, unica, una simbiosi senza pari. Tutto quello volevo, nulla di meno. Mi chiesi se lo volessero anche loro, allora penetrai nelle loro menti, in profondità, per scorgervi i pensieri più proibiti, intensi, più nascosti. Oh, non c'era pensiero che fosse così nascosto da sfuggirmi. Nessun pensiero poteva pensare di nascondersi da me. Continuavo a baciarli, a rabbonirai, ad ammansirli.. a baciarli, baciarli, baciarli. "Oh, quanto vi voglio!" gemetti sulle loro labbra, sentendo il corpo cedere per il troppo desiderio, e appoggiarsi a loro per non cadere, bollente e fremente com'era. Ed era vero, il mondo andava in pezzi ma io l'unica cosa che volevo erano quegli occhi azzurri su di me, volevo perdermici per sempre in quell'azzurro così bello, intenso e unico. E mio, unicamente mio. |
Insk rise.
“Verissimo.” Disse a Gwen. “Mi faccia tutte le domande che vuole ed io non sarò per nulla diplomatico.” Fissandola. Clio penetrò nei pensieri dei due condottieri. Entrò allora in un mondo di passione e lussuria. Un mondo veli che scivolano via, di corpi che si denudano. Vide se stessa nuda ed eccitata, ardente e bagnata di sudore che danzava sui corpi dei due uomini. I due maschi litigavano, si odiavano e si contendevano il corpo di lei usando la loro forza e la loro virilità. Clio lesse così scene di penetrante lussuria, di lascivo piacere, di estremo godimento. |
Mi limitai a sorridere appena, molto lievemente.
"Come fa a definirsi un filantropo, se vive confinato qui, lontano da ogni rotta battuta e lontano da tutti?" sarebbe stato veramente interessante saperlo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk sorrise a Gwen.
"Perchè qui varco nuove frontiere per la scienza, ragazza mia." Disse. "I miei esperimenti sono volti alla scoperta di nuovi farmaci, nuove cure per il benessere di tutti." |
"Ad esempio il suo cameriere?" chiesi a bruciapelo.
Forse mi avrebbe risposto, forse mi avrebbe ignorata, non potevamo saperlo se non provavamo, no? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Non mi bastava, non mi basavano più quei pensieri così eccitanti, folli, appassionati.
Non mi bastava leggere nelle loro menti di scene senza pari, fatte di eccitazione pura, folle, intensa. Attimi fatti di piacere assoluto, immenso, folle, di un godimento senza fine, di una lotta infinita che non avrebbe mai avuto fine, perchè io li volevo entrambi, senza alcun ritegno, senza alcuna remora. Volevo quelle due parti di un tutto perchè sapevo in fondo all'anima che solo così avrei potuto avere quel tutto che desideravo più di qualunque altra cosa al mondo. Non mi bastava scorgere nelle loro menti quelle fantasie, quei desideri; volevo viverli sulla mia pelle, volevo sentirmeli addosso, volevo percepirne il respiro sulla pelle, il tocco delle loro mani, quei petali rosei delle loro labbra, l'estasi più completa che mi avvolge tutta.... oh sì, questo volevo. Intanto continuavamo a stringerci, baciarci, desiderarci sempre di più. Finchè non resistetti più, e mi staccai da quel bacio quel tanto che bastava per parlare. "Adesso non mi importa se il mondo sta finendo, non mi importa di niente e di nessuno.." gemetti, in preda all'eccitazione più totale "Torniamo dentro e voglio che vi lasciate guidare dai vostri pensieri più nascosti, più segreti e mettiate in atto quelle fantasie, tutte quelle fantasie.." guardandoli negli occhi con desiderio e possesso incredibile. "Voglio tutto di voi, vostri sogni, i vostri pensieri, i battiti del vostro cuore, la vostra anima, il vostro meraviglioso corpo..." sempre più infervorata "Tutto, tutto voglio di voi....". |
"Polos è una creatura sfortunata." Disse Insk a Gwen. "La mia benevolenza ha fatto si che lavorasse e vivesse qui con me." Mangiando.
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"Ma lei ha detto che lavora per il benessere di tutti. Come mai non per il benessere di persone come lui?" chiesi ancora.
Evitava l'argomento, segno che non gliene fregava più di tanto. Che splendida persona. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"In verità sto vagliando nuovi metodi di chirurgia neurologica per aiuralo." disse Insk a Gwen. "Grazie a me può camminare e muovere le articolazioni. Spero di poterlo aiutare ancora."
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"Ah, capisco" dissi solo, anche se era già qualcosa.
O almeno speravo che fosse la verità, che non lo stesse dicendo solo per dirmi qualcosa, più che altro lo speravo per Polos. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk la guardò.
"Non mi crede..." disse a Gwen "... vero? Lei crede che io stia mentendo, giusto?" Sorridendo e bevendo. "Beh, posso guadagnarmi la sua fiducia..." |
Alzai le spalle.
"Non vedo perché dovrebbe mentirmi e perché io non dovrei crederle" con nonchalance. Non dissi nulla sulla frase successiva, perchè non sentivo affatto il bisogno di fidarmi di lui. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk guardò Gwen negli occhi.
Uno sguardo profondo, penetrante, assoluto, quasi ipnotico. “Io posso renderla giovane e bella com'è ora...” disse “... per oltre cent'anni...” “E' un mago?” Sarcastico Elv. “Molto di più, amico mio...” Insk “... sono uno scienziato...” I due condottieri guardarono Clio negli occhi. Tutti quegli sguardi si persero l'uno negli altri, in quel chiarore sterminato. Era vero, Brazzen stava collassando per mano di un nemico tanto misterioso quanto potente. Ma la bellezza di quella donna, il suo fascino proibito e lussurioso li aveva stregati. I due annuirono e la presero per mano, in attesa di essere portati da lei nelle sue camere private. |
Non mi piacque, quello sguardo.
Poi, per poco non scoppiai a ridere alla sua frase. "Grazie per l'impegno, ma non mi interessa" risposi, con noncuranza, prendendo un boccone dal piatto e poi un sorso di vino dal bicchiere. Anche se mi fosse interessato e se fosse stato lontanamente possibile, comunque non mi sarei affidata a lui, che mi sembrava alquanto dubbio. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk rise piano, quasi compiaciuto.
"Eppure" disse a Gwen "sono certo che fra qualche ora lei verrà da me a chiedermi di aiutarla..." con sguardo enigmatico. |
"Oh non credo proprio, guardi" con una mezza risata quasi stizzita, scuotendo il capo.
Ma, esattamente, questo tizio... Che voleva? Così per capire, eh. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Insk si limitò a sorridere, continuando a mangiare.
La cena continuò, senza toccare più l'argomento. Ad un tratto la porta si aprì di colpo ed entrò qualcuno. Era la donna vista poco prima da Gwen e da Elv, quella dai modi bruschi e l'espressione indifferente. "Allora..." disse ad Insk "... quando sarò giovane e bella? Quando mi renderai tale? Quando?" Isterica. |
Continuammo a mangiare senza più parlare.
Poi, entrò la maleducata di prima. Oh, ora si capivano molte cose. "Ah, ottimo. Se questa è l'attendibilità dei suoi metodi, mi sa che ho fatto bene a rifiutare" dissi al dottore quasi con espressione beffarda, riferita a ciò che la donna aveva detto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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