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“Si, ci pare sia una buona idea...” disse Ferico a Clio, mettendo così a tacere il malcontento del pubblico “... raggiungete i padiglioni e sinceratevi della salute di quel cavaliere senza nome, per poi tornare qui a riferirci il tutto.”
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Sorrisi a quelle parole di Ferico.
Fianalmente... Presi un profondo respiro. Mi sembrava di aspettare quel momento da sempre. Come se da esso dipendesse la mia intera esistenza. Annuii e scesi dalla tribuna, diretta alla tribuna in cui era stato portato. Sentivo il cuore accelerare, ma cercai di non badarci. Tutto quello stava per finire. |
“Entrerete dunque voi soltanto, milady.” Disse la suora a Dacey. “Prego...”
“E sia...” seccato Jean “... accertatevi delle sue condizioni e riferitemi la sua identità...” sottovoce alla principessa. La suora fece così entrare Dacey nel padiglione e la ragazza vide steso su una brandina il cavaliere. Era senza conoscenza, con la spalla insanguinata ed il volto scoperto. E fissandolo la ragazza subito lo riconobbe. Era il pellegrino incontrato sulla strada di Fertaldos. http://i0.wp.com/www.classicfilmfrea...-1952-12-2.jpg |
“Per ora” disse Adespos a Gaynor “mi interessa di più conoscere l'identità del Cavaliere Esiliato.” E proseguirono verso il padiglione dove il misterioso campione era stato portato.
E subito li seguì Pepino, lo scudiero del Cavaliere Burbero. Arrivarono davanti al padiglione e trovarono il consigliere del barone, ossia Jean. Un attimo dopo arrivò anche Clio. “Perchè tutta questa gente qui?” Uscendo una suora. “Stiamo curando un cavaliere ferito e non è possibile restare qui.” |
E proprio mentre Gwen stringeva la povera Josephine tra le braccia, si udì il portone del castello aprirsi.
Il padrone era tornato. |
Rassicurai Jean con lo sguardo e entrai nella tenda in silenzio, fino a raggiungere il capezzale dell'uomo privo di conoscenza.
Al suo braccio c'era ancora legato il velo che gli avevo dato in dono per il torneo, non gli aveva portato molta fortuna però. Il respiro era debole e di quando in quando il suo corpo veniva scosso da tremiti, gli accarezzai la fronte osservando quel viso che conoscevo bene. Il pellegrino che aveva cantato per me, che aveva viaggiato con me e che infine mi aveva derubata. Non sapevo bene che fare ma per fortuna notai un secchio e vi immersi una pezza di stoffa per poi poggiarla sulla fronte incandescente dell'uomo. << Ditemi cosa posso fare>> dissi alla suora. Ero entrata nella tenda solo per capire chi fosse il cavaliere ma ora non potevo stare lì a vederlo soffrire senza far nulla. << Mi raccomando non fate entrare nessun altro, quest'uomo merita di essere cosciente quando sarà...>> tacqui temendo di aver detto fin troppo e cercai di correggere il tiro subito, << è il vincitore della sfida, deve essere cosciente quando verrà ricosciuto in quanto tale>> |
Altea cercò di consolare Solo, ma il brigante piangeva disperato mentre ciò che restava del villaggio si consumava tra le fiamme.
“Non c'è più nessuno ormai...” disse in lacrime Solo. Un attimo dopo Altea udì dei rumori tra la vegetazione alle sue spalle. |
Capii che con tutta quella gente non avremmo scoperto nulla. D'improvviso mi venne un'idea. "Caccia un urlo e accasciati al suolo" dissi ad Adespos "così la suora sarà costretta a farti entrare per prestarti soccorso..."
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"Andrà tutto bene, Josephine" le dissi, con un sorriso rassicurante.
Sentii poi il portone del castello aprirsi e capii che era tornato. |
Solo era disperato...il villaggio era distrutto.."Ma come sono riusciti a fare tutto questo disastro? Non capisco...".
Poi udii dei rumori tra la vegetazione dietro di me..."Solo vi è qualcuno...all' erta, sarei capace di uccidere". Tirai fuori il pugnale dalla scollatura e mi avvicinai..."Avanti, chi è là, uscite allo scoperto o siete dei codardi" piena di rabbia. E se fosse più di un soldato? Presi Solo ad un braccio e presi a correre, mi mimetizzai tra la vegetazione ma attenta su chi fosse ed alzando la testa leggermente. |
C'era un sacco di gente, questo non ci voleva.
"Sorella, devo sincerarmi, di persona, delle condizioni del cavaliere.. Ne va del l'esito della giostra.." Con un tono che non ammetteva repliche. "E che rimanga tra noi, sorella..." Abbassando la voce "Non potete fare niente per impedirmelo..". Entrando poi nel padoglione. Vi trovai Jean. Lo guardai stupita "Messer Jean.." Avvicinandomi. "Se voi siete qui deduci che la situazione è sotto controllo.." Mi guardai intorno "Dov'è la vostra principessa?". Mi avvicinai a lui e sussurrai piano, in modo che lui solo udisse. "Sono qui per finire il lavoro del maresciallo.. Capirete che devo vederlo.. Da sola..". Mi allontanai appena e parlai ad alta voce. "Il barone Ferico mi manda a sincerarmi delle condizioni del cavaliere per valutare l'esito del torneo.. Devo vederlo, adesso.. La folla è impaziente..". |
“Il Cielo vi benedica, milady.” Disse una delle suore a Dacey. “Per ora possiamo fare poco, se non sperare che la febbre scenda presto. E' stato colpito da una scheggia di lancia all'altezza della spalla. Badate che la febbre non gli salga ancora e di tanto in tanto bagnategli la fronte con quest'acqua fresca.” Sorrise alla principessa e andò via.
Intanto il cavaliere era sempre privo di conoscenza e la febbre alta lo portava ad avere deliri. “Il torneo...” mormorò nel delirio “... il torneo...” sudando ed agitandosi. |
Jean guardò Clio ed annuì.
Tuttavia la suora fu categorica. “Per ora nessuno può entrare.” Disse la religiosa. “Siete qui perchè sua signoria chiede di conoscere le condizioni del cavaliere? Ebbene riferite pure al barone che il ferito non potrà proseNon guire oltre in questo torneo. Dunque si regolino di conseguenza secondo le regole della giostra.” Poco dietro di loro, però, c'era Pepino lo scudiero che guardò Clio e la riconobbe subito. “Ne avete fatta di strana, donzella.” Sorridendo con aria da ebete. “Eravate nel bosco a domandar di cavalleria ed ora invece siete abbigliata da perfetta madrina.” Ridendo. Lì però c'erano anche Adespos e Gaynor. “Non credo sia una buona idea...” fece il brigante “... siamo due mendicanti” sottovoce “e non credo che le nostre vite valgano poi molto. Queste suore sono qui per curare i feriti e difficilmente sarebbe permesso loro di utilizzare i padiglioni per occuparsi di due pezzenti.” |
“Oh, è tornato il padrone...” disse Josephine a Gwen, per poi asciugarsi gli occhi “... meglio non mi faccia trovare qui... tu ricomponiti e poi scendi di sotto...” ed uscì dalla stanza.
Era ormai pomeriggio inoltrato. |
"E allora cosa facciamo? Qui non scopriremo nulla... torniamo indietro all'altro padiglione? Quello dove c'era il burbero..." Mi sentivo alquanto impotente ed inutile, eravamo lì da ore senza aver concluso nulla e, da parte mia, senza sapere nemmeno cosa cercare o cosa aspettarsi.
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Continuai a detergere la fronte del cavaliere dopo che la suora se ne andò.
<<_Ssshhh va tutto bene>> lo rassicurai non appena questi riprese conoscenza anche se ancora molto confuso. << Avete battuto il maresciallo, ora riposate. Sono qui per aiutarvi, sono la principessa Dacey... Shh tranquillo >> |
Lanciai un'occhiata a Jean.
Possibile che stesse così impalato? "Mi spiace, ma devo vederlo... Voglio proprio vedere come farete a fermarmi.." Con un sorriso vagamente digerito. Poi sorrisi a Pepino. "Salute a voi.." Con un cenno del capo "Non sono una madrina.." Sorridendo. |
Sospirai sonoramente quando Josephine se ne andò.
Non volevo scendere; adesso sapevo il motivo per cui aveva reagito così al suo risveglio, e non potevo dargli torto, era una situazione terribile, ma come avrei fatto a far finta di nulla? Come se non fosse successo niente fra noi due quella mattina, solo poche ore prima? Contrariata, mi alzai, mi sciacquai il viso, e cambiai abito, poichè quello si era impolverato e sporcato di terra mentre eravamo alla torre. Scelsi un vestito verde, della stessa tonalità dei miei occhi, verde foglia, di raso, con dei profili argento e un taglio vagamente celtico che dava un tocco particolare al vestito. O forse,mi ricordava semplicemente Casa. Cercai poi di sistemare i miei indomabili capelli rossi. Non sapevo perchè facevo tutto questo; forse per mostrarmi in apparenza più forte e sicura, o forse per sentirmi meglio. Una volta finito, mi feci forza e scesi sotto. |
“Sono certo che non siete una madrina.” Disse Pepino a Clio.
E corse via dal padiglione. “A questo punto” Adespos a Gaynor “direi di dedicarci all'altro cavaliere e magari tornare qui più tardi.” E fece cenno alla dama di seguirlo. Uscirono e cominciarono a seguire Pepino, che raggiunse il padiglione del suo padrone. Intanto la suora lanciò un'occhiataccia a Clio. “Mi spiace, ma sono costretta a ripetervi che per ora non potete entrare.” Disse la religiosa. “Dunque fatemi la cortesia di attendere qui fuori o magari tornare più tardi. Quando il cavaliere starà meglio potrete vederlo.” E si piantò davanti all'entrata col chiaro intento di non spostarsi. |
Il misterioso Cavaliere Esiliato riaprì i suoi occhi azzurri per un momento.
Guardò Dacey per un istante e poi li richiuse, tornando a parlare nel suo delirio. “Non posso...” disse ansimando “... non posso restare... qui... mi... uccideranno...” |
Adespos decise di occuparsi del Cavaliere Burbero, per cui seguimmo il suo scudiero fino all'entrata del suo padiglione. "E adesso, cosa facciamo?"
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Gwen si cambiò e poi scese al pianterreno, dove trovò il padrone nella corte del castello.
L'uomo era in piedi accanto al camino acceso e beveva un bicchiere di vino rosso. Sentì la ragazza arrivare ma non si voltò. “Non pensavo di trovarti ancora qui...” disse bevendo. |
Guardai Jean con un'occhiataccia eloquente.
"Messere, non avete niente da dire?" Lo esortai. Gli avevo detto chiaramente perché ero lì. Mi avvicinai a lui, e parlai di nuovo chiarissimo. "Lo sai, vero, che se lei gli salva la vita il barone avrà la tua testa oltre che la tua donna?" Guardandolo negli occhi. "Credi che chi fa un lavoro come il mio abbia un qualunque tipo di scrupolo?" Guardando la suora con la coda dell'occhio. Io ad estrarre il coltello e puntarglielo alla gola ci mettevo un secondo. |
Adespos e Gaynor raggiunsero il padiglione del Cavaliere Burbero e restarono fuori ad ascoltare.
Udirono così Pepino che raccontava tutto al suo padrone, soffermandosi su Clio e su come ritenesse la ragazza alquanto ambigua e sospetta. “Questo cavaliere mi incuriosisce parecchio...” il brigante alla dama Flegeese “... perchè si interessa tanto del Cavaliere Esiliato e della sua Sorte?” |
Jean sgranò gli occhi ascoltando Clio.
“Perchè...” disse “... perchè dite ciò? Come fate a dire che la mia futura sposa possa salvare un traditore? Un nemico di questa terra? Perchè dovrebbe farlo? Siete pazza forse?” Fissando la bella mercenaria. |
Lo trovai accanto al camino, mi parlò senza voltarsi.
Era questa la cosa che mi faceva impazzire di più, il fatto che non mi guardasse in faccia, non lo tolleravo. Mantenni comunque la calma, mi versai anch'io del vino in un bicchiere e raggiunsi il camino. "Non sono solita desistere facilmente." |
Il padrone finalmente si voltò a guardare Gwen.
La fissava con i suoi profondi occhi scuri, enigmatici e penetranti. “Desistere...” disse “... da cosa? Desistere da cosa? Hai un compito qui? Forse intendi la ricerca del tuo amico scomparso? O forse parli dei miei fiori?” |
"Forse perché ha notato che ce l'aveva a morte con il barone e i suoi scagnozzi... che sia anche il Burbero contro Ferico? Non saprei cos'altro pensare..."
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Finalmente si voltò.
Non avevo mai visto in vita mia occhi così enigmatici, penetranti. Uno sguardo che riusciva a trapassati l'anima, ma che io non facevo fatica a sostenere. "Per quanto mi riguarda, io ho un compito qui. E comunque, non mi riferivo a nessuna delle due" guardandolo intensamente ancora un istante, per poi oltrepassarlo e avvicinarmi al camino, sorseggiando il vino. |
"Beh, è scesa con voi, e non è qui.. Deduco che sia lì dentro.." Indicando la tenda oltre la quale si trovava il cavaliere.
"A fare che cosa?" Alzando un sopracciglio, sempre parlando pianissimo. "È un'assassina come me? Ne dubito.." Vagamente divertita. "Avete sentito quel cavaliere, no? È grazie a lei che ha potuto combattere nel torneo ... " Alzai le spalle "Fossi in voi sarei più attento alla vostra donna.. Il barone non sarà contento di sapere che lui respira ancora, e a me non piace deludere i miei clienti... Perciò ora entrerò lì dentro, e farò il mio lavoro... Anche a costo di spaventare la suora.. A meno che voi non abbiate un'alternativa migliore" guardandolo dubbiosa. "Non posso andare di là e dire che è morto se poi non è vero, e noi non mi sembrate in grado di ucciderlo, altrimenti l'avreste già fatto.." Squadrandolo. "Non vi biasimo, tranquillo è compito mio, non vostro, ma se mi aiutaste non sarebbe male.." Alzando gli occhi al cielo "Io sono un soldato, voi un diplomatico..". |
“Si, forse hai ragione...” disse Adespos a Gaynor... noi però adesso dobbiamo intervenire... bisogna trovare il modo di portare via il Cavaliere Esiliato... temo infatti che sia in pericolo...”
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“Compito...” disse il padrone fissando Gwen “... che compito?” Mentre il fuoco del camino consumava un arcigno ceppo di legno.
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"E come pensi di poter fare? Io e te da soli, contro dei soldati armati... è impossibile, a meno che tu non abbia già architettato un piano magistrale..."
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Jean restò pensieroso a fissare Clio.
"Si..." disse annuendo il cortigiano "... avete ragione... deve morire... facciamo così..." fissando la suora "... fingiamo di allontanarci... io tornerò e farò in modo di distrarre la suora... voi appostatevi qui fuori e quando nessuno ci sarà più sull'entrata, allora entrerete a freddare quell'uomo... intesi?" |
Non lo capivo.
Davvero non lo capivo. "Potevate anche dirlo che non facevo più parte della servitù" dissi, con un accenno di sarcasmo, mentre continuavo a bere tranquilla il mio vino. "Ah già, che sciocca" colpendomi teatralmente la fronte e posando il bicchiere sul camino "Evidentemente il mio compito era solo e unicamente quello di soddisfare le voglie di un uomo che mi disprezza e una volta svolto posso anche togliere il disturbo. Vado solo a prendere una boccata d'aria prima di fare i bagagli" dissi tutto d'un fiato, coi miei occhi fissi nei suoi, per poi andare via senza dargli il tempo di replicare e uscire, camminando senza una meta nel cortile del castello. |
"Agiremo stanotte..." disse Adespos a Gaynor "... col favore delle tenebre... tra non molto il Sole tramontera' e noi agiremo..."
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Guardai Jean e sbuffai piano.
"Io le avrei puntato un coltello alla gola, ma si, immagino sia più diplomatica la vostra soluzione... Badate però che sia solo quando entrerò... Dato che primo non è un bello spettacolo per una dama, e secondo.. Non voglio testimoni di cui non posso fidarmi.. Chiaro?". |
Gwen si allontanò, uscendo dalla corte ma il rumore di un bicchiere che cadeva a terra frantumandosi attirò la sua attenzione.
Sentì poi il passo svelto del padrone che si avvicinava. L'uomo la raggiunse, afferrando per un polso. "Sei e resti la mia serva..." disse fissandola "... posso farti frustare fino a sentirti gridare che mi ami, che mi obbedisci e che sei mia, chiaro?" Strattonandola non con violenza, ma con ardore virile. |
Jean annuì a Clio.
"Badate che sia morto quando uscirete da qui" disse alla mercenaria "o riferirò del vostro fallimento al barone. E sapete quanto egli detesti le persone inadatte." Ed uscirono dal padiglione per mettere in atto il piano del cortigiano. |
Alzai un sopracciglio nel guardare Jean.
"Tesoro, io so fare il mio mestiere..." Alzando gli occhi al cielo. E lo seguii. Sentivo il cuore battere sempre più forte ma dovevo restare concentrata e lucida. Ancora pochi minuti e avrei finalmente conosciuto la pace. |
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