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Piano piano Guisgard riprese conoscenza, mentre Clio guidava verso il centro.
“Si...” disse lui a fatica “... ma la testa gira...” mormorò. Poco dopo arrivarono al centro. “Voglio solo andare nella mia camera e stendermi...” fece lui, visibilmente frastornato. |
Un saluto ed Elv andò via.
Andai a controllare Richard in camera e visto che dormiva già pesantemente, presi una coperta e mi stesi anch'io, sul divano, con Louis che dopo pochi istanti mi raggiunse, acciambellandosi accanto a me sotto al plaid. Cercai così di addormentarmi, ripensando a tutto quello che era successo in quella giornata. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Tra poco saremo al centro.." dissi, dolcemente "Tranquillo..".
E infatti dopo poco tempo lo raggiungemmo. Parcheggiai Miglioria, e avvisai di informare il dottor Iasevol del nostro arrivo, ma che non saremmo andati da lui subito perchè Guisgard stava male. "Vieni, appoggiati a me.." porgendo il braccio a Guisgard. Intanto indicai ad Altea lo studio del dottor Iasevol, dicendole che poteva iniziare a spiegare i suoi problemi a lui intanto che Guisgard si riprendeva. Portai Guisgard in camera, e lo feci stendere sul letto. "Da bravo.." sussurrai "Torno subito..". In pochi minuti tornai con garze, disinfettante e bende per la sua ferita. "Adesso ci penso io a te..." sfiorandogli dolcemente la guancia, prima di mettermi a medicare la sua ferita. "Ecco.." sussurrai "Va meglio?" posandogli un lieve bacio sulle labbra. |
Gwen si addormentò poco dopo, un po' più tranquilla dopo l'accaduto.
Ma il suo sonno fu tutt'altro che sereno. Sognò infatti l'auto nera, mentre lei e Richard erano a piedi su una strada. La macchina li raggiunse e cominciò ad inseguirli. Travolse Richard e poi rincorse Gwen. Ma prima di spingerla oltre il cavalcavia, lei vide il volto del pilota. Era Elv. Dopo ciò, si svegliò di colpo. |
Clio medicò Guisgard, che sebbene ancora frastornato era tuttavia cosciente.
“Si...” disse annuendo lui “... la testa ha smesso di girare...” abbozzando un sorriso “... sai che sei brava? Mi sorge un dubbio... che tu sia un androide con nozioni mediche?” Un po' serio ed un po' ironico. “Chissà...” |
Gli sorrisi, dolcemente.
"Ora riposati.." prendendogli la mano "Resterò io accanto a te..." sorrisi. "Sono brava?" con un leggero sorriso, per poi abbassare lo sguardo a quelle ultime parole. Volevo dirgli tutta la verità, ma certo in quel momento aveva altro a cui pensare. "Quando starai meglio te ne parlerò..." sorrisi "Ora pensa a riprenderti..". Accarezzavo piano la sua mano, dolcemente. "Hai un'infermiera personale, che vuoi di più.." divertita. |
Guisgard sorrise a Clio.
Più la guardava, più sembrava impossibile che parte di lei fosse meccanica, o comunque bionica. “Sei gentile...” disse lui piano “... e dolce...” abbozzò un sorriso “... si, sono fortunato ad averti qui...” cercando la sua mano e stringendola. Restò così a guardarla negli occhi. |
Restai a guardarlo negli occhi per un lungo istante.
Sorrisi, prendendo la mano che cercava la mia. "Ah sono dolce eh.." divertita "Come la sfogliatella?" sorrisi. Il ricordo di quella mattina mi riempì il cuore di gioia e calore. Lo guardavo con uno sguardo intenso, dolce e appassionato insieme, uno sguardo dolce e colmo di tutto ciò che non riuscivo a dire. Per paura, paura di spaventarlo, paura che non mi prendesse sul serio. Allora non dissi niente, con il cuore e lo sguardo imperniati di emozioni. Mi stesi accanto a lui, senza lasciare la sua mano. "Sono qui..." dolcemente. |
Guisgard sorrise.
“Ricordi ancora le sfogliatelle...” disse “... eppure quella bella mattinata sul mare è finita così presto...” tenendo la mano di lei nella sua “... anche se chiudendo gli occhi sento ancora il mormorio delle onde, il fruscio del vento ed i versi dei gabbiani... e poi l'odore di salsedine, le voci dei pescatori... e l'azzurro dei tuoi occhi, vasto più del cielo... profondo più del mare... forse il solo azzurro in grado di avvolgere e contenere tutti i miei sogni...” Poi lei si stese accanto a Guisgard e lui si voltò a cercare le sue labbra. Le cercò inseguendo il colore, il profumo ed il calore di quella bocca così invitante. La trovò, la baciò e la fece sua. |
Sorrisi a Guisgard.
"Era stamattina..." divertita "Potrei dimenticare?" con gli occhi nei suoi. Alzai gli occhi al cielo al pensiero che avevamo interrotto quel meraviglioso e romantico momento per un falso allarme creato ad hoc, ma non volevo pensarci ora. Avremmo avuto altre albe, altre notti, un'infinità di momenti solo per noi. Poi restai ad ascoltarlo rapita, emozionata, estasiata, mentre il cuore batteva sempre di più, quasi a voler scoppiare. Quelle parole sui miei occhi mi commossero così tanto da inumidire il mio sguardo, e mi resi conto che non sarei riuscita a parlare con voce ferma in quel momento. Ero persa ormai, persa completamente in quel mare incontaminato, in balia di un sentimento così forte da sopraffarmi. Poi quel bacio. Quel bacio che interruppe i miei pensieri. Quel bacio che li trasformò in realtà. Quel bacio in cui racchiusi tutte le parole che avrei voluto dire, tutte le emozioni che mi attraversavano. Quel bacio a cui mi abbandonai, completamente. |
Guisgard strinse a sé Gaynor, in un abbraccio caldo e rassicurante, per poi guardarla e sorriderle come a voler scacciare ogni paura.
“A breve ti porteranno un abito cerimoniale...” disse “... indossalo ed aspetta che venga a prenderti...” e la baciò. Poi uscì. |
Guisgard la baciò, assaporandone le labbra, la lingua, il sapore ed il profumo.
“Devo davvero essere fuori fase...” disse baciando Clio “... se la mattinata di oggi mi sembra così lontana...” sorridendo “... ma tu...” ricordando pian piano ogni cosa accaduta “... non devi medicarti? Ti sei estratta una pallottola... dovresti farti dare un'occhiata magari da Iasevol...” preoccupato. |
Quel bacio, così dolce e intimo, così nostro.
Un angolo di mondo tutto per noi. Risi piano alle sue parole, rifugiandomi tra le sue braccia, senza che le nostre labbra si dividessero. Poi quelle parole, a cui risposi dapprima con un mormorio sommesso. "Sto bene..." sussurrai, continuando a baciarlo "Non preoccuparti per me.." dolcemente "La ferita si sta cicatrizzando, non era grave.." gli spiegai "Non è certo la cosa che mi preoccupa di più.." dissi pianissimo. |
“E cosa...” disse Guisgard baciandola “... cosa ti preoccupa ora?” Senza staccare le sue labbra da quelle di Clio, mentre le sue mani la stringevano e la toccavano ovunque. “Forse che non possiamo fuggire via di nuovo in riva al mare ora?” Sorridendo.
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Rimasi stretta a lui.....cercando di non fargli percepire i miei pensieri.....non avevo paura dei fantasmi......avevo paura di soffrire ancora......non ricordava nulla e se sua sorella Altea gli avesse creduto ....lui sarebbe corso da lei ?......chiusi gli occhi....." Tranquillo adesso sei qui.......dobbiamo capire cosa e' successo.......adesso devi riposare.....sopra ci sono ancora i tuoi abiti.....fai una doccia....io chiamo in ospedale e vedrò di ritardare di qualche giorno il mio rientro....."......lo baciai sulle labbra..........e attesi che mi lasciasse sola a riflettere....quando il suo cellulare iniziò a squillare......
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Tutto avvenne così in fretta..la rincorsa e poi ci trovammo sbalzati..ma chi diamine era il pilota. Poi Guisgard riportò la macchina sulla carreggiata ma cercando di capire chi fosse alla guida fu quasi colpito e perse i sensi.
La ragazza usci per soccorrerlo..ero sola..guardai Guisgard privo di sensi..pensai a quel giorno che mi portò da lui per salvarmi ed accudirmi per poi dimenticarmi..abbandonarmi. Presi la valigia approfittando della situazione e fuggii nella sterpaglie..nemmeno si sarebbe accorto della mia assenza. In un ristorante vicino vidi un taxi e lo presi facendomi portare in aeroporto..dove potevo andare..poi pensai al libro che leggevo da Guisgard. .si era fuggita a Venezia..da tutto e da lui..e mia zia aveva una villa ricca laggiù. Raggiunsi il check in.."Un biglietto per Venezia"..e laggiù avrei iniziato a cercare Joshua. Mandai un sms per rassicurare Guisgard..per dovere. Sono in aeroporto..sto prendendo l' aereo..Non preoccuparti anche perché di me non ti sei mai preoccupato.Altea. Riposi il cellulare in borsa ed aspettai il volo col biglietto in mano e la valigia presa..le altre cose erano a casa di Guisgard. |
Sorrisi alla sua battuta. Probabilmente la febbre gli faceva vedere le cose distorte, anche se mi faceva piacere sentirmi voluta da lui. "Quel tizio?" Dissi come se me ne fosso dimenticata. In realtà il suo volto era vivido nella mia mente e sì che mi aveva dato noie. Lo guardai col mio solito volto di sofferenza nascosta, lui lo conosceva bene. Non volevo farglielo sapere nelle sue condizioni, ma mi sembrò così preoccupato e premuroso. "Ecco..." dissi titubante spingendo gli occhi altrove. "Beh... L'ho incontrato all'università..." dissi solo. Non volevo entrare nel particolare facendolo allarmare ulteriormente.
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Gli sorrisi poggiando mano sopra la sua .
" Credo proprio che avrai fortuna in quella pesca..." cercando di non ridacchiare. " Uhm fate dunque... Dovrò stare attenta allora, che non ti portino via da me !" Sempre in tono scherzoso ma poi divenni più seria. " Sono davvero felice di avere questa vacanza insieme, ci serviva da tanto tempo " Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Le sue mani su di me, e le mie che andavano a cercare il suo corpo.
Com'era rassicurante quel contatto, capace di allontanare tutta la tensione di quello strano giorno. Ora era lì con me e solo questo contava. Quelle parole, così dolci eppure capaci di leggermi dentro. Era ora che gliene parlassi. "No, non è questo.." divertita "Anche se mi piacerebbe, fuggire in riva al mare ora.." continuando a baciarlo "O magari più tardi.." con un tono più caldo e malizioso. Restai a baciarlo per un lungo istante, poi mi staccai appena e presi un profondo respiro. "No, non è questo che mi preoccupa..." mormorai, abbassando lo sguardo per un momento. "Io.." tornando a guardare i tuoi occhi "Potrei essere più umana di quanto non pensi.." sussurrai "Mio padre mi ha sempre detto che ha utilizzato dei tessuti umani perché la parte meccanica da sola non funzionava, non aveva quel qualcosa in più che le permetteva di essere davvero viva.." spiegai "Ma io... ora.." sospirai "Da qualche giorno ho come delle visioni... sembrano..." esitai, temendo di dire quella parola "Ricordi.." sospirai "Sì, sembrano ricordi della mia vita.. come se ne avessi una prima di diventare quello che sono..." ero spaventata "Se questo è vero e non è frutto della mia immaginazione... ero un infermiera, l'infermiera di mio padre... ricordo di averlo assistito in alcune operazioni e.." sospirai "Mi sembra di impazzire ma oggi.. oggi sapevo esattamente come fare per la pallottola..." scossi la testa "Non so che mi stia succedendo.." guardandolo spaventata "Perché mentirmi? Perché non dirmi la verità?". Mi rintanai ancor di più tra le sue braccia, cercando quella stretta capace di allontanare ogni paura. "Chi sono io?" mormorai piano. |
Mi addormentai dopo un po', ma sperare di dormire serenamente era un'utopia.
Sognai infatti che io e Richard venivamo presi di mira dall'auto nera, che prima sbalzò via Richard, poi inseguì me e lo vidi. Era Elv alla guida di quella macchina. Mi svegliai all'improvviso, un po' scossa, stringendo Louis come sempre facevo quando ero nervosa o agitata. A differenza del sogno che avevo fatto il giorno prima, in cui Richard veniva investito e che si era quasi verificato, questo era solo uno stupido incubo. Così mi rannicchiai sotto il plaid, cercando di farmi tranquillizzare dalle fusa del mio gatto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"L'hai incontrato all'università? Aspetta..." disse Ren a Nyoko visibilmente infastidito "... e cosa diavolo voleva ancora da te? E tu cosa hai fatto?"
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Guisgard abbracciò Clio, visibilmente tesa e confusa.
"Ora cerca di stare serena..." disse "... forse dovresti parlarne col dottor Iasevol... forse lui è in grado di capire cosa ti sta succedendo... perché non gli parli?" |
Mi rintanai dolcemente tra le sue braccia.
Aveva ragione, dovevo parlare con Iasevol. "Gli parlerò..." annuii, stringendomi a lui "Più avanti.." sorridendo "Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare..." alzando gli occhi su di lui. |
Joshua strinse a sé Elisabeth, quasi a cercare riparo, conforto, certezze fra le braccia di lei.
Poi ad un tratto il suo cellulare squillo'. Allora annuì alla sua fidanzata e poi rispose. Non disse nulla, limitandosi ad ascoltare ciò che dall'altra parte del telefono gli dicevano. Poi staccò la chiamata. "I fantasmi del passato non danno tregua..." disse piano. |
L'auto di Tardes correva sicura lungo l'Asse Mediano, in direzione Nord, verso i monti.
"Si, stare insieme, lontano da tutti e tutto ci farà bene..." disse lui guardandola Dacey "... sei bella, sai? Bella come il primo giorno... più bella di come ti immaginai dopo averti sentita per la prima volta al telefono... passai un intero giorno ad immaginarti, a fantasticare sul tuo aspetto... guardavo la tv e ti associavo ora a questa, ora quell'attrice..." ridendo "... sciocco, vero?" Facendole l'occhiolino. |
Gwen cercò di dimenticare quel sogno inquietante e di riaddormentarsi.
Un attimo dopo però, all'improvviso, Richard si svegliò di scatto, saltando giù dal letto tutto agitato e sudato. |
Sapevo si sarebbe infastidito. Cercai di tranquillizzarlo come meglio potevo, anche se risultò difficile. "Ecco, probabilmente frequenta i nostri stessi corsi" dissi sorridendo. "Dai Stai calmo, non ti fa bene arrabbiarti nelle tue condizioni" dissi carezzandogli una guancia. "Cosa ho fatto?" dissi seria. Cosa avevo fatto? Avevo fatto ciò che mi sentivo di fare. "Nulla. Non è successo nulla" dissi. Non mi piaceva mentire, ma era la sola cosa potessi fare per tranquillizzarlo.
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" Non me lo avevi mai detto... e no, non è sciocco credimi. Mi piace sentirti parlare così, sembra di tornare indietro. Era così bello allora"
Abbassando il finestrino dell'auto per respirare l'aria che si faceva più fresca andando verso la montagna. " Mi ricordo la prima volta che ti ho visto, con la tua divisa, ancora stavi in accademia e non ti permettevano di portare i capelli lunghi, ne tanto meno i baffi" Risi poi" ma ora adoro i tuoi baffi." Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Fu una telefonata breve...ma molto intensa ...il suo volto divenne scuro ....rabbia mista ad un pallore da farmi tremare l' anima......i suoi fantasmi....." Joshua io ti amo....e posso aiutarti.....potrò farlo sino ad annientare me stessa.....i tuoi Fantasmi li combatteremo insieme.....ma ho bisogno che tu sia sincero.....niente bugie tra di noi.........".......Lo abbracciai.....come facevo sempre......per rassicurarlo....." Vai a farti una doccia....hai bisogno di rilassarti......".....mi alzai e lo accompagnai nella parte superiore della casa........ma non entrai con lui nel bagno.......rimasi in camera da letto....qualcosa era successo ........eppure lui ricordava poche cose......questa storia non mi convinceva...
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Ero in dormiveglia, quando sentii Richard svegliarsi all'improvviso.
Probabilmente anche lui aveva avuto un incubo. Uscii da sotto la coperta e raggiunsi la sua stanza, trovandolo in piedi vicino al letto, ansimante, agitato e sudato. "Ehi, tesoro" sussurrai "Cosa c'è? Hai fato un incubo?" dissi dolcemente, prendendolo fra le braccia e facendolo sedere sul letto, mentre lo tenevo appoggiato a me è gli accarezzavo i capelli. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Si..." disse Guisgard a Clio "... dobbiamo pensare a quel l'auto nera... l'hai vista anche tu... non è un'auto come le altre... chi la guida non è un pilota come gli altri... dobbiamo fermarla... fin quando sarà là fuori, saremo tutti in pericolo..." guardandola negli occhi.
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"Dimmi cosa voleva da te..." disse Ren a Nyoko "... perché ti ha avvicinato? Chi ti dice non tornerà ad importanti?" Visibilmente infastidito.
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Annuii a Guisgard.
"Sì, sembrava davvero uscita dall'inferno..." mormorai, sempre più stretta a lui. Poi il suo sguardo si perse nel mio, e restai lì per un lungo istante ad ammirarlo. "E noi la fermeremo..." con uno sguardo intenso e voce calda, per poi incatenare le sue labbra in un bacio appassionato e intenso. Un bacio capace di dargli la forza necessaria ad affrontare ogni nemico. |
Aveva già capito tutto, era già inutile tenere dentro tutto. Così scoppiai e gli raccontai l'accaduto. "Lui si è avvicinato. Non riuscivo ad allontanarlo. Volevo ma non ci riuscivo" dissi carezzandomi una guancia bagnata. "Alla fine sono riuscita a mandarlo via. Non so se tornerà ma la casa mi spaventa"dissi stringendomi in un abbraccio. Sapevo si sarebbe arrabbiato, probabilmente con la mia debolezza. Come dargli torto, in fondo.
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"Non mi crederai" disse Tardes a Dacey "ma sin da quando sentii la tua voce al telefono per la prima volta, pur senza averti mai visto, ho subito immaginato tu fossi mora, con i capelli lunghi." Ridendo. "Magari era il Destino, no?"
L'auto aveva imboccato una stradina provinciale circondata da alte montagne frastagliate da borghi addormentati e qualche rudere qui e là. Macchiettate tra un azzurro vago ed un verde brullo, le montagne spaziavano ovunque, con antichi castelli e venerabili monasteri. |
Elisabeth attese in camera da letto, mentre Joshua si faceva la doccia.
Quando uscì, con indosso un accappatoio, restò a fissare la sua donna per un lungo istante. "I miei fantasmi..." disse "... davvero vuoi dividerli con me? Essere partecipe del mio passato? Poi saresti forse in pericolo, Elisabeth... ed io non voglio... forse dovrei andare via... fuggire da tutto... forse sarebbe meglio..." |
" Davvero? Allora non sarai mica un indovino?" e poi aggiunsi divertita.
" L'indovino e la strega. Era decisamente Destino tra noi due." Intanto il paesaggio intorno a noi aveva preso l'aspetto di un qualche quadro, con la natura che rigogliosa dominava ovunque e la presenza dell'uomo era discreta è secondaria. " Che meraviglia... Siamo quasi arrivati vero?" con lo sguardo perso nelle montagne. " Però devi promettermi una cosa Tardes. E parlo davvero sul serio. I tuoi scatti d'ira... sei, sei così terribile quando li hai che fatico a riconoscerti. Devi promettermi che ci lavorerai su per non averli più, per tenere sotto controllo tutta quella furia che hai dentro. Dimmi che lo farai, per me, per noi e per la famiglia che avremo..." poi aggiunsi piano, " che avremo spero presto." Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Si..."disse annuendo Richard a Gwen "... un sogno assurdo... sonoo in strada... ad un tratto la vedo... di nuovo quell'auto nera... comincia ad inseguirmi... più corro, più mi è addosso... corro, ma quella non mi da tregua... arrivo ad un vicolo cieco, sono in trappola... i fari dell'auto sono puntati su di me... alla fine si ferma ad un centimetro da me... si apre la portiera e vedo il pilota... è Elv..."
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Più ascoltavo quel sogno, più impallidivo.
Era identico a quello che avevo fatto io. "Anch'io ho fatto lo stesso identico sogno, proprio qualche minuto fa..." Mormorai piano, poi sospirai appena e sorrisi. "Era solo un brutto sogno, ora dobbiamo solo trabquillizarci" accarezzandogli il viso "Che ne dici, tv, divano e coperte? Come i vecchi tempi?" proposi, entusiasta, con l'intento di risollevargli il morale. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Mi voltai di scatto sentendo la sua voce......e lo vidi...e lo ricordai così come l'ultima volta...chiusi gli occhi e ricacciai indietro le lacrime....." Sei tornato da me ed hai portato con te i tuoi fantasmi e il tuo pericolo.....dove dovrei andare Joshua...dove?......Tu sei tutto quello che ho.....Hai scelto tu per me quando sei tornato.......sapevi che ti avrei seguito.....".......Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.....la mia testa gli arrivava al petto....potevo sentire il suo profumo.....il calore della sua pelle.......l'istinto e' la parte primordiale che ci fa pensare se stiamo sbagliando oppure no......e io non volevo più errori......
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