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Il domestico ed il cocchiere tornarono da Gwen visibilmente agitati.
“Madamigella...” disse il domestico “... quella gente là fuori... hanno forconi e pale... minacciano di scavalcare il cancello... dicono che nascondiamo il diavolo in casa...” Mary si fece tre volte il Segno della Croce. |
“Che una misteriosa congrega ha fatto di queste terre la sua dimora, signora...” disse il servitore a Destresya.
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Aspettai notizie e alzai gli occhi al cielo.
"Ma è mai possibile?" a voce alta. Sospirai e pressai sulle tempie. "Immagino che discutere con quel tipo di gente sia inutile..." scuotendo la testa "Cosa possiamo fare? E poi, perché questa gente è qui? Possibile che qualcuno sappia che c'è qualcuno in casa?" guardai tutti i presenti uno ad uno "Nessuno di voi c'entra, vero?" con tono severo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Io sono sempre stata qui, madamigella...” disse Mary a Gwen.
“Anche io, damigella!” Il domestico. Il cocchiere invece restò a capo chino, senza dire nulla. |
Mary, il domestico...
E il cocchiere? Mi avvicinai lentamente. "E voi? Cosa avete da dire?" con tono duro e voce glaciale. Possibile che rischiavamo la vita per colpa sua?! Per cosa poi? Se davvero era stato lui, per quale motivo lo aveva fatto?! Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lo ascoltai ancora più Incuriosita.
Vista l’esperienza di quella notte le sue parole acquistavano un senso particolarmente compiuto. “Davvero? Interessante, che genere di congrega? Su, raccontatemi tutto, devo sapere che cosa succede nella mia nuova dimora!”. |
“Ecco, io...” disse il cocchiere a Gwen “... ero alla taverna a bere con un paio di amici... ed abbiamo parlato dell'incendio di stanotte...” mormorò “... ed una parola tira l'altra...”
Mentre da fuori la folla gridava forte. "Si sa poco..." disse il domestico a Destresya "... una setta segreta... potente... coperta da uomini ricchi... una setta molto antica, madama..." |
Sentii la rabbia montarmi dentro.
"Come avete osato?" urlai, fuori di me "Mi avete messa in pericolo, più di quanto io non sia già! Vi rendete conto?" con gli occhi ormai fuori dalle orbite. Non so rendeva conto to Che rischiavo la vita? Rischiavo che davvero quella gentaglia entrasse qui dentro e chissà cos'altro! Poi guardai il domestico. "Portalo fuori da qui, non ritengo di avere più a che fare con lui, d'ora in poi" ordinai "Sarà il popolo là fuori, a pensare a lui." Poi salii sopra da Elv. "Detesto dirlo, ma abbiamo un problema." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Tutto qui?" sbuffando annoiata.
"Se è una setta molto antica potrei anche conoscerla, dopotutto... anche se non vedo perchè dovrei interessarmene, certo non possono farmi niente!" alzando le spalle "Ma sono perennemente curiosa di scoprire che cosa succede nei luoghi che eleggo a mia dimora, e sembra l'unica cosa interessante che succede da queste parti.." lasciandomi cadere su un divanetto con fare lascivo. |
Il domestico cacciò il cocchiere di casa.
Poi Gwen salì in camera da Elv. “Un problema...” disse lui “... quale? Un momento... forse riguarda le grida che sento salire dalla strada?” |
Il domestico guardò Destresya stesa su quel divano.
La guardò per un lungo istante. “Se madama desidera...” disse “... potrei indagare...” |
Sospirai e mi chiusi la porta alle spalle.
"Il cocchiere ha rivelato che ospito qualcuno in casa e la gente non ha tardato a capire chi, soprattutto dopo i controlli dei soldati. Qui di dobbiamo pensare a qualcosa" guardandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“E' confortante sapere che la gente odia così tanto i borghesi...” disse Elv a Gwen “... invece dovrebbe odiare i nobili... ma di cosa mi accusano?” Chiese.
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"Per quanto mi riguarda, siamo nei guai entrambi, adesso" commentai, con schiettezza.
Poi lo guardai. "Direi che vi paragonano al demonio, ma che lo siate o no fa poca differenza, al momento" guardando fuori dalla finestra la folla sempre più inferocita. Poi guardai lui a lungo. "Sarebbe molto più facile andarcene di soppiatto da qui, se voi non foste in quelle condizioni..." sospirando. "Pensate di potervi alzare dal letto e salire in carrozza?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Non lo so, ma se anche potessi sarei comunque lento a muovermi...” disse Elv a Gwen “... ma forse ho un modo per andare via senza che nessuno se ne accorga...” fissandola “... sapete tenere un segreto?”
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Sospirai scuotendo il capo.
Poi lo guardai, assottigliando lo sguardo. "Che segreto? Di che parlate?" incuriosita, ma anche dubbiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi voltai a fissare il mio domestico.
"Sì, bravo, ottima idea, indaga su questa storia e fammi sapere che cosa scopri!" annuii. "Ora lasciami riposare, è stata una lunga notte!" congedandolo con un cenno della mano. |
"Chiudete gli occhi" disse Elv a Gwen "ed aprire lo solo quando sarò io a dirvelo." Fissandola.
Intanto le grida ed i rumori da fuori erano diventati più forti, bestiali, come se un'orda di barbari minacciasse di entrare e devastare ogni cosa. Il servitore annuì a Destresya ed andò via. La bella vampira così, mentre i mortali vivevano la luce ed il calore del giorno, si abbandonò al suo sonno diurno, dove le ombre si ritirano ed i demoni attendono la loro notturna rinascita. |
Aggrottai la fronte.
Fuori, la folla si faceva sempre più agguerrita. "Se è un modo per burlarvi di me, è il momento peggiore, credetemi" con tono incerto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Fate come vi ho detto..." disse Elv a Gwen "... presto, non c'è tempo." Con tono fermo.
Le urla di fuori erano sempre più pressanti. Quella gente fanatica ed invasata cominciò a spingere contro il cancello per entrare nel palazzo. Il domestico uscì in cortile con un moschetto per spaventarli, ma quelli, simili a bestie, non smettevano ed alla fine Il cancello si aprì. |
Respirai a fondo, mentre i colpi di moschetto mi giungevano chiari e minacciosi dal giardino.
Mi decisi a fidarmi e feci come diceva, chiudendo gli occhi e aspettando. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen si convince ed alla fine chiuse gli occhi.
Cominciò allora a sentire uno strano odore, quasi narcotizzante ed un lieve capogiro. Trascorse qualche istante di profondo silenzio, rotto solo dalle grida che giungevano da fuori. "Ora potete aprire gli occhi." Disse infine la voce di Elv. |
Appena chiusi gli occhi, sentii un forte odore ed un torpore mi accolse, assieme a dei capogiri.
Non capivo cosa mi stesse accadendo, non capivo cosa lui stesse facendo. Poi, aprii gli occhi sbattendo le palpebre quando lui ne lo disse e cercai di comprendere. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì gli occhi e con suo stupore non vide più nessuno nella camera con lei.
Elv non c'era più. Porte e finestre erano chiuse e nessun rumore si era sentito che spingesse a credere fossero state aperte. Dal cortile la confusione era ormai esplosa. Quelle persone erano entrate, pestando a sangue il povero domestico. Erano però arrivati anche alcuni soldati che intimarono con le armi a quella gente di andare via. "Vogliamo che ci consegnino quel demonio..." disse uno di quelli ai militari "... da qui non andremo via altrimenti!" "Si, vogliamo quel dannato demonio!" Un altro. Tutti gridarono allora. |
Il borghese entrò dentro ma con toni bruschi.. "Piacere.. Sono la figlia del defunto astronomo Todor". Poche parole ma molto significative.
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Sobbalzai vedendo che non c'era più.
Ma dov'era finito?! Cos'era successo?! Non riuscivo a capire... Non poteva essere uscito, perché non c'era stato alcun rumore, nessuna porta era aperta, neanche le finestre. Ma allora? Sobbalzai ancora quando sentii l'inferno esplodere al piano di sotto, sentendo la folla irrompere e i militari cercare di sedarla. La cosa migliore adesso era certamente scendere giù e far vedere che non c'era nessuno in casa. Tacendo su tutto, naturalmente. Così mi riscossi da quella strana e surreale situazione e scesi giù. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Sono addolorato per vostro padre, madama..." disse Maladai ad Altea "... per qualsiasi conforto morale io sono a vostra disposizione." Col tono di chi parlava in realtà in modo formale e nulla più.
Gwen scese di sotto, nel cortile, dove la folla era con i soldati. "Consegnateci il diavolo che nascondere in casa e noi andremo via." Disse un uomo con un rastrello. |
Indietreggiai vistosamente quando vidi che quell'uomo minacciava agitando pericolosamente un rastrello.
"Non nascondo nessuno in casa. Accetterò che i soldati perquisiscano ulteriormente la mia casa, per averne la prova certa e per dimostrarvi che vi sbagliate, ma sappiate che non troveranno nulla" dissi a voce alta, sia alla folla che al drappello di soldati. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi e scrutai Maladai, non sembrava dispiaciuto poi cosi tanto "Vi ringrazio messer Maladai, ma io sono venuta qui affinché voi mi introduciate nella Corporazione dei Borghesi...sperando non siate dei folli estremisti, volete imitare i nostri cugini di Francia?" con tono ironico "Scherzi a parte, è così..vorrei sapere anche chi ha messo il premio a chi troverà l' assassino di mio padre, perché io voglio trovarlo" stavolta con tono determinato.
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La proposta di Gwen, dopo che alcuni di quella folla si furono confrontati, fu accolta.
Così i soldati entrarono in casa con la ragazza e cominciarono ad ispezionare ogni angolo del palazzo. Cercarono a lungo, senza però riuscire a trovare nessuno. Mentre i militari comportavano la loro meticolosa ispezione, Gwen cominciò ad avvertire qualcosa. Lente carezze lungo il suo collo, sensazione di dita che giocavano fra i suoi capelli rossi, il respiro di qualcuno sulle sue spalle e sulla sobria scollatura del suo abito. Poi sentì una mano scendere piano lungo la sua schiena ed indugiare in modo impertinente sul suo fondoschiena. Eppure era in piedi nel corridoio da sola, senza che nessuno le fosse vicino. "Madama..." quasi seccato Maladai ad Altea "... la corporazione non è cosa per donne e solo uomini vi possono entrare. La stessa corporazione si è impegnata affinché ci fosse una ricompensa per la cattura dell'assassino di vostro padre. Dunque tornate pure ai vostri impegni serenamente." In modo spiccio. "Signor Maladai..." intervenne il domestico di Marselle "... lady Altea è stata mandata qui da voi per volontà di madama Marselle." "Cosa?" Cambiando espressione Maladai. "Perché non l'avete detto subito! Prego, madama..." rivolto ad Altea "... fate come foste a casa vostra. Posso farvi servire qualcosa di caldo? Ma vi prego, accomodatevi. È un onore avervi qui." |
Rimasi stupefatta e guardai la governante, che ruolo mai aveva quella donna, Marselle. Forse era perché era amica di Roberttier "Che strano, nel nominare milady Marselle sono diventata degna del vostro interesse. Signor Maladai non sono una certa che non esprime il suo pensiero" sedendomi "Un the caldo e dei biscotti allo zenzero, o del pane bianco con marmellata, e poi mi presenterete alla corporazione. Nel frattempo parlatemi di loro, che cosa vogliono...perché mio padre si era legato a loro".
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"Certo, subito, madama..." disse annuendo Maladai ad Altea, per poi ordinare ad uno dei suoi domestici di andare dal fornaio e dal droghiere per prendere tutto ciò che Altea aveva chiesto "... oh, madama Marselle, con rispetto parlando, è la migliore donna qui ad Afragolopolis." Ridendo il robusto borghese. "Merita ogni rispetto." Divertito. "Quanto alla corporazione, essa ha interessi perlopiù economici, per tutelare i suoi membri dal Diritto Aristocratico. Naturalmente la corporazione ha anche fini sociali, sempre nell'interesse della classe borghese."
Il domestico ritornò e fu servito quanto chiesto da Altea. |
Accettarono di perquisire ancora la casa ed entrarono dentro, mentre io ero tranquilla e forte della fatto che Elv non fosse da nessuna parte, misteriosamente.
A quel pensiero, pensai di aver immaginato quelle carezze sul collo, ma i brividi sulla mia pelle suggerivano il contrario. Sentii le dita giocare fra i miei capelli e quel respiro caldo sulle spalle e lungo la scollatura. Un vago sorriso sorse spontaneamente a quelle sensazioni così effimere, eppure così vivide e reali. Una piccola e profonda parte di me sapeva perfettamente che era lui, anche se non capivo perché, ma era così. Sentii la mano poi scivolare lentamente lungo la schiena e sobbalzai spalancando gli occhi, le palpebre che battevano veloci un paio di volte, sentendo quel tocco insistere sul mio fondoschiena. Che impunito... Cercai di mantenere un certo controllo, visto che i militari giravano ancora per le stanze ed i corridoi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non immaginavo Marselle avesse questo potere ad Afragopolis, ritornò il domestico e iniziai ad imburrare col coltellino il pane bianco per poi cospargerlo di marmellata ai mirtilli e lo assaporai dolcemente "Vedete, dopo ciò che è accaduto a mio padre, ho un po' di timore. Sono una donna sola e vivo con la mia governante, mio fratello è in Marina...e io dovrò andare nel mio Palazzo da sola. Prima di venire qui sono andata a San Michele di Maddola e mi hanno indirizzato da Madame Marselle, qualcuno delle Corporazione potrebbe difendermi? Ho studiato in un collegio di nobili ma io non sono nobile, ho sentito di tafferugli in città tra nobili e borghesi".
Poggiando poi le vermiglie labbra sulla fine porcellana della tazzina da the. |
I soldati continuavano a cercare, senza risultati, mentre Gwen era preda di quelle misteriose attenzioni.
Carezze prima lente, poi più audaci non solo sul suo fondoschiena ma anche all'altezza della lieve scollatura del suo abito, giocando sull'orlo mercato dove sibintravedeva la piega dei seni di lei. "Qui non c'è nessuno, madamigella." Disse uno dei soldati, destando Gwen da quelle sensazioni. "Quei pazzi di sotyo credono di essere ancora nel Medioevo." Scusandosi con lei. "Non temete, madama..." disse Maladai ad Altea "... vi farò avere una guardia del corpo. Uno dei miei operai viene dalla Turchia ed è capace di spezzare la testa di un toro a mani nude." Ridendo. Poi dalla strada cominciò ad udirsi una strana agitazione. |
"Non voglio schiavi" in malo modo "Un uomo serio e colto".
Poi dalla strada si sentì del rumore "Che sta accadendo?" avvicinandomi alla finestra. |
Mi abbandonai al torpore del giorno, quello che mi era riservato, quello che mi avvolgeva mentre gli altri potevano godersi la luce del sole.
Mi lasciai andare a una sorte di strana veglia in cui rilassavo tutte le parti del mio corpo nella mia bara ricamata di velluto rosso. Era rigenerante, era come se in quel momento tutte le energie si concentrassero per donarmi un attimo di pace, quella pace a cui una creatura dannata come la mia aveva rinunciato da secoli ormai. Passarono ore, dopodichè mi destai e mi aggirai per il castello in cerca di una riserva di sangue con cui fare uno spuntino. Guardai fuori dalla finestra per vedere l'ora e avere una panoramica su quello che accadeva in città. |
Non riuscivo a concentrarmi sull'operato dei soldati, sentivo solo quelle carezze, che ora si concentravano insistentemente sulla scollatura, sulla mia pelle sensibile e fremente.
Era una sensazione inebriante, era un piccolo angolino in mezzo a quella follia. Mi distolsi a fatica, seppur in modo brusco, da quelle fantasticherie quando sentii la voce del soldato. Assunsi un'espressione seria. "Non temete. Ho già punito il colpevole di tali illazioni. Grazie per aver provato quanto affermavo" risposi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Madama, gli uomini seri e colti non fanno le guardie del corpo." Disse Maladai ad Altea.
Poi quella confusione che giungeva dalla strada. "Deve essere arrivato in città il rampollo di Lord Corcion..." spiegò uno dei domestici del borghese. Destresya dopo il suo sonno si alzò, bevve del sangue che teneva conservato in casa e poi guardò la sera cittadina dalla finestra. Si accorse allora che per la strada c'era una certa confusione, come se qualcuno fosse giunto in città. "Bene, damigella." Disse il soldato a Gwen. "Ora andiamo via e facciamo sgombrare quella folla." Così fecero. Dispersero la gente ed andarono via. La peggio alla fine era toccata al domestico, malmenato da quegli uomini invasati. |
"Vi ringrazio" annuendo.
La folla finalmente fu fatta sgomberare, ma la sorte peggiore l'aveva subita il povero domestico. "Mary! Chiama subito il dottore! È ridotto piuttosto male!" la esortai, avvicinandomi all'uomo per aiutarlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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