"Meglio così" ripetei, secca.
Era più forte di me, le sue considerazioni non le reggevo, ma onestamente cercavo di fregarmene, non potevo sempre star lì a puntualizzare.
"Non vedo l'ora" laconica, mentre tornavamo alla nave.

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Tornarono a bordo e subito Gwen si ritrovò addosso gli sguardi di tutta la ciurma.
Herbert restò per un pò sul ponte, dando disposizioni ed ordini vari.
Consegnò poi la lettera del riscatto ad uno dei suoi uomini e fece cenno a Gwen di seguirlo nella sua cabina, tra le risatine degli uomini di bordo, che avevano anche notato il monile al collo di lei, interpretandolo come pegno del capitano per le grazie di lei.
"Puoi restare tutto il tempo della tua prigionia qui se vuoi..." disse il capitano "... immagino non sia piacevole per te sorbirti gli sguardi dei miei uomini..." versandosi da bere.

Arrivati a bordo, evitai debitamente di soffermarmi sulle occhiate dell'equipaggio.
Decisamente molto meglio per la mia salute mentale e per il mio grado, già basso, di sopportazione e pazienza.
A quel punto, tornammo in cabina e lui si verso da bere.
"Direi di sì" con tono piatto, senza entusiasmo e senza aggiungere altro.

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"Bene." Disse Herbert, per poi bere. "La lettera arriverà a breve a tuo marito. Non credo tarderà molto a pagare. A quel punto organizzeremo il modo di riconsegnarti a lui." Fissando Gwen.

Lo ascoltai ed annuii semplicemente, senza aggiungere altro.
Confidavo nel fatto che Stefan avrebbe pagato, di sicuro era già fuori di testa sapendomi chissà dove, non volevo nemmeno immaginare e finalmente avremmo concluso questo accidenti di affare una volta per tutte.
Avevo sentito parlare di riscatto e prigionia fin troppe volte in un paio di giorni e la cosa iniziava davvero a darmi sui nervi.

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"Superstiziosi? E perchè mai?" incuriosita dal fatto che avesse usato proprio quel termine.
"Vuoi che ti racconti una storia simile alla nostra?" e restai per un momento pensierosa, cercando nella memoria una storia che potesse in qualche modo assomigliarci.
Sorrisi.
"Beh, mi ricordo di una storia che lessi molto tempo fa, sembra passata una vita intera, parlava di una fanciulla rinchiusa in una torre e posseduta da un demone, poco distante dalla sua torre precipitò un uomo venuto da un altro mondo, lì era lei a non avere idea di come ci si comporti tra uomo e donna..." con un sorrisetto divertito ricordando alcuni passi del racconto.
"Una storia molto romantica, dove lui la salva dalla maledizione e poi scappano insieme verso il mondo da cui proveniva lui.." sorrisi.
"Ma nel tuo mondo non c'è posto per i sentimenti, dico bene?" guardandolo negli occhi, intensamente, come se volessi leggergli dentro.

Herbert chiuse la porta della cabina e si sedette al suo tavolo, consultando le varie carte nautiche.
"Cosa" disse lui a Gwen "preferisci mangiare stasera?" Senza guardarla, preso com'era dalle sue mappe.
Qualcuno bussò e il capitano andò ad aprire.
Era uno dei marinai e rivelò a Herbert che uno della ciurma era partito con la lettera per il riscatto.
Il capitano annuì e lo congedò.
"A breve sarai libera." A Gwen.
Nel frattempo Destresya era col Generale.
"Belle storie, sapete idearne e raccontarne di interessanti..." lui a lei "... ma sono pur sempre storie, no? Eppure hai uno strano sguardo nel parlarmene... perchè?" Fissandola.

Si mise nuovamente al tavolo e alla sua domanda decisi dis stuzzicarlo un po'.
"Non saprei, solitamente non tocca a me decidere cosa mangiare, a casa..." risposi, candidamente laconica, con un sorriso serafico, mentre giocherellavo col ciondolo al mio collo.
Poi, fummo informati che la lettera era partita.
"Anche tu, pare . Dal mio stile di vita discutibile e amorale..."

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Sorrisi a quelle parole del Capitano.
"Beh, perchè quando la lessi tempo fa mi aveva molto emozionato, e ogni volta che ci ripenso trovo che sia emozionante oltre che incredibilmente romantica..." sorridendo.
"A te non sembra?" incuriosita "Non avete storie del genere sul vostro pianeta?".

Lui guardò Gwen.
"Alora sceglierò per entrambi." Disse. "Quanto al tuo stile di vita, non sarà certo quello di cui mi libererò, no? Visto qui sei prigioniera e non puoi fare ciò che vuoi." Alzandosi e raggiungendo la porta. "Ammetto che sei piacevole da guardare e questo in effetti mancherà. Ma lo sai l'effetto che fai, non è una sorpresa." Ed uscì dalla cabina.
Nello stesso momento Destresya era con il misterioso alieno.
"Non conosco storie..." chiudendo il libro lui "... sono stato per molto tempo rinchiuso in diversi penitenziari galattici... sempre col volto coperto... i miei carcerieri temevano i miei occhi..." fissandola.