Raggiunsi la mia camera, aspettando che Mary preparasse il mio bagno prima di andare a riposare.
Ad un tratto sentii dei passi attorno a me e guardai appena indietro, con la coda dell'occhio.
Feci finta di nulla e andai all'armadio a scegliere l'abito per la festa di lord Corcionne.

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“Suo zio organizzerà, si dice una grande festa e tutta la nobiltà sarà invitata, madama.” Disse il domestico a Destresya.



Gwen cominciò a scegliere uno dei suoi abiti, quando avvertì qualcosa.
Come se qualcuno la osservasse.

Ero lì, a scegliere fra i miei abiti, mentre adesso mi sentivo osservata.
Mi sentivo guardata.
C'era una bella differenza e quella differenza la sentivo su di me, durante quello sguardo che mi seguiva e mi percorreva.
Non potevo vederlo, ma lo sentivo e mi bastava.
Era surreale, folle, ma intenso e non mi importava del resto.

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"Una festa, oh è davvero moltissimo tempo che non vado a una festa!" entusiasta.
L'ultima volta era stata a Parigi e beh... non era finita molto bene.
Non per me, ovvio.
Io mi ero divertita parecchio.
Un sorrisetto mi attraversò il viso.
"Procurami un invito, non dovrebbe essere difficile!" con un cenno di noncuranza.

Quella sensazione era forte, intensa e Gwen la sentiva tutta.
Davvero si sentiva ossrvata, spiata per meglio dire.
Come se qualcuno non attendesse altro che vederla spogliata per cambiarsi d'abito.

"Si, madama." Disse annuendo il domestico di Destresya.
Così uscì nella sera di Afragolopolis.
Tornò dopo circa un'ora, con un invito.
Infatti lord Corcion aveva inviato i suoi messi in tutta la città per invitare tutti i nobili cittadini.
Il domestico, essendo al servizio di una principessa russa, ciò che era Destresya, non ebbe problemi ad ottenere un invito.

Mi sentivo quasi spiata.
Era una sensazione quasi di attesa, un momento curiosamente sospeso.
Allora andai in bagno chiudendomi la porta alle spalle; la stanza era satura di vapore per l'acqua calda nella vasca e tutto era vago, fumoso, effimero.
Tolsi l'abito e poi mi immersi in quell'acqua calda e profumata, restando a rilassarmi e riposarmi dopo tutto quel trambusto delle ultime ore.

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Gwen si spogliò e si immerse nell'acqua calda.
C'era vampore ovunque, appannando i vetri degli specchi e la porcellana della vasca.
Si sentiva continuamente osservata, spiata.
Ad un tratto, pur restando immobile e rilassata, cominciò a vedere l'acqua incresparsi.
Poi come una carezza sulle sue spalle bagnate.

Il vapore si poggiava su ogni cosa, in quella stanza e quella sensazione non accennava a sparire,anzi.
Vidi l'acqua incresparsi, poi sentii sulle spalle una carezza che mi fece appena rabbrividire.
Rimasi immobile, chiudendo poi gli occhi ed abbandonandomi,mentre poggiava il capo ormai bagnato sul bordo rialzato della vasca.

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Quella carezza indugiò per un pò sulle spalle bagnate di Gwen, per poi scivolare lungo la schiena.
Poi la ragazza vide la schiuma sull'acqua muoversi ed ammassarsi verso il suo corpo, cospargendola tutta.
Allora come se qualcuno di invisibile e misterioso cominciasse ad insaponarla tutta.

Quelle carezze proseguirono dalle spalle alla schiena.
Poi, vidi della schiuma ammassarsi sia sulle spalle che sul resto del corpo e fu come se qualcuno mi stesse insaponando.
Sorrisi appena e rimasi a godermi quella meravigliosa sensazione, rilassandomi e abbandonandomi ancora di più a quei tocchi invisibili.

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Quelle mani invisibili ed audaci cominciarono ad insaponarla tutta, per poi lavarla piano.
Gwen sentiva calde dita che scendevano e salivano lungo la sua pelle bagnata, lavando con cura tutto.
Sentiva aydaci e sicure mani che lavavano i suoi seni, accarezzandoli, premendo, quasi giocando con i capezzoli, per poi scendere verso il basso.

Mi insaponò, poi lavò via la schiuma, con cura ed attenzione.
Una tale cura e delicatezza che mi spiazzarono, letteralmente.
Sentivo quelle dita calde, sicure e audaci scorrere ovunque, facendomi gemere quando insisteva sui miei seni, mentre i miei brividi increspavano l'acqua e quelle sensazioni si facevano sempre più intense.

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A quelle parole alzai gli occhi al cielo innervosita.. "La mia carrozza è rovinata, potreste conferire con il.. signorino.. E chiedere gentilmente se ci accompagna a casa, sempre la sua carrozza possa ospitare due borghesi" con aria di indifferenza al cocchiere di Lord Corcion "Nel frattempo Luis vedi di aggiustare la carrozza con Mameluc o non potrò muovermi".

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Quelle dita invisibili, quelle mani incorporee insaponavano e massaggiavano la pelle bagnata di Gwen, indugiando sui suoi seni, rendendo i capezzoli turgidi, sporgenti, sensibilissimi al tatto.
Poi quella mano invisibile iniziò a scendere verso il basso, scivolando lungo il torace, fino a raggiungere le gambe di lei.



Le due carrozze erano sul margine della strada, apparentemente fuoriuso.
Il cocchiere di lord Corcion inveiva ed imprecava per quell'incidente, mentre Luis e Mameluc cercavano di rimettere sulla strada la vettura di Altea.
Lei invece si rivolgeva a colui che era rimasto nella carrozza, ossia il rampollo di lord Corcion.
Allora la porta della vettura si aprì ed uscì finalmente un giovane uomo, bruno, dagli occhi azzurri e l'espressione confusa.
https://pics.filmaffinity.com/Far_an...5946-large.jpg

Gemevo sempre di più nel sentire quelle dita che rendevano sempre più sensibili i miei seni.
Poi, scesero più in basso, fino a raggiungere le mie gambe e come in un riflesso incondizionato, le piegai appena scoprendole dall'acqua.

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Quel gesto, incondizionato ed istintivo, di Gwen fece si che quelle dita invisibili scivolassero fra le gambe di lei, fino a raggiungere la sua vulva bagnata ed insaponata, cominciando ad accarezzarla.
Erano movimenti lenti, circolari, quasi come un gioco.
Due dita che si strofinavano contro la sensibilità e la debolezza di Gwen, avvampandola tutta, accaldandola, strappandole bassi sospiri.

Finalmente giunse la sera, il mio mondo, il mio regno, iniziai a prepararmi per una nuova caccia, quando il domestico tornó con l'invito.
"Benissimo, grazie!" Annuii, prendendo l'invito.
"Quando sarebbe questo ballo dunque?".

"Stasera stessa, madama." Disse il domestico a Destresya. "Fra un'ora esatta, al palazzo di lord Corcion." Fissandola.

Le dita scesero ancora più giù e gemetti forte, istintivamente, chiudendo gli occhi e sentendo un covo di fiamme avvolgermi.
Erano movimenti lenti, ma studiati per farmi impazzire, movimenti sinuosi e circolari.
Era un piacere totale e assoluto che non poteva essere immaginato, ma solo vissuto ed io decisi di godermelo fino in fondo, finché quelle dita non fossero giunte fin nella mia anima.

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Ma ad un tratto qualcuno bussò alla porta del bagno, destando violentemente Gwen da quel momento di pura follia.
“Madamigella...” disse da fuori Mary “... tra un'ora c'è la festa a casa di lord Corcion e dovete prepararvi.
E quella mano invisibile si fermò, sparendo nel nulla, come era arrivata.

"Oh..." esclamai con leggera sorpresa, ci sarebbe stata una caccia singolare quella notte.
La cosa mi piaceva, oh se mi piaceva, magari potevo approfittare della situazione e trovarmi una preda succulenta.
"Sarà il caso che vada a prepararmi allora, fate preparare la carrozza..." ordinai.
Conoscevo bene le regole dell'etichetta, specie in situazioni così mondane.
Detto questo, andai a prepararmi, e dopo poco ero pronta per la festa.
Scesi e diedi indicazione al cocchiere di portarmi alla festa.

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Il domestico prese la carrozza e la preparò per accompagnare Destresya alla festa di lord Corcion.
Così la bella vampira arrivò al palazzo del vecchio aristocratico.
Era illuminato a festa e molti degli invitati erano già arrivati.

Quella mano mi trascinava sempre più nella follia, stringevo forte il bordo della vasca con le mani e non riuscivo a star ferma in quell'acqua calda e increspata.
Sussultai se tendo la voce di Mary e quella mano sparì, com'era arrivata.
Sospirai cercando di ricompormi prima di risponderle.
"Prepara il mio abito azzurro" le risposi, con voce ancora instabile.
Poi, andai sotto, immergendomi completamente e trattenendo il respiro.
Riemersi alcuni secondi dopo, le vampate di calore in parte smorzate, ma quelle sensazioni ancora forte in me, come quel piacere, che ancora non mi abbandonava.
Uscii dalla vasca indossando un telo e andai da Mary, facendomi aiutare ad indossare l'abito e a prepararmi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...bebb52e7c5.jpg

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Mary aiutò Gwen a prepararsi per la festa.
Dopo circa un'ora era ormai pronta e lasciò il palazzo in carrozza, arrivando al palazzo di lord Corcion che era già illuminato per la festa.
Moltissimi degli invitati erano già arrivati e tutto era ormai pronto per cominciare.

Fui pronta per uscire e la carrozza mi portò al palazzo di Lord Corcion.
Era illuminato per la festa e mi degli ospiti erano già giunti, segno che mancava poco per iniziare.
Così, scesi dalla carrozza ed entrai nel grande salone addobbato per i festeggiamenti.

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Gwen arrivò al palazzo, fu annunciata ed entrò nella grande sala illuminata da decine di candele in ampi lampadari di porcellana e vetro soffiato dai mille bagliori.
Molte dame dell'alta società sfoggiavano abiti eleganti e sfarzosi, gioielli preziosi e bellissimi, mentre i tanti gentiluomini conversavano fra loro di politica, economia e persino di sport.

I lampadari erano in fine vetro soffiato, che faceva riverberare la luce delle candele in un tremolio vago e soffuso per tutto il grande salone.
Le dame sfoggiavano i loro preziosi gioielli che completavano l'abbigliamento ricco e sfarzoso, mentre i signori discorrevano tranquillamente degli argomenti più disparati.
Allora mi immersi placidamente nel vociare concitato della sala a festa ed iniziai a sorseggiare con calma da un calice.

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Per l'occasione avevo scelto un abito nero, impalpabile, di quei veli che sembrano accarezzare tutta la figura, mettendo in risalto le forme morbide del corpo bianco e perfetto nel suo pallore di morte.
Scesi dalla carrozza davanti al palazzo in cui c'era la festa.
Era tutto illuminato, con la gente abbigliata che passava ovunque, avevo un pesante mantello ma giusto per scena, perchè io non sentivo nè il freddo nè il caldo.
Una volta dentro, però, mi liberai del mantello, restando solo con quell'abito impalpabile.


https://i-h1.pinimg.com/564x/35/11/5...0556030ffe.jpg

La carrozza non si raddrizzava, era il mio unico modo per spostarmi. Pensai pure metterla a posto mi sarebbe costato un bel po' e in quel momento realizzai non avevo nemmeno un contabile. Ad un tratto dalla carrozza di Lord Corcion uscì una persona, doveva essere il famoso rampollo e il suo volto era pure preoccupato e quando lo vidi mi sentii fortemente turbata. Era d'altronde un ragazzo come me.. Si sarebbe arrabbiato.. Ma non mi sarei abbassata a chiedere scusa "Milord, vedo il vostro cocchiere dovrebbe essere più galante ed educato visto le parole ma forse pure voi guardandomi mi disprezzate per il ceto sociale". Lo osservavo, era bello ma io ero diversa da lui e trattenni quel pensiero dalla mente.. "Sono appiedata ma vossignoria dovrà correre al suo famoso ballo, pure la vostra carrozza è fuoriuso" con sguardo severo che non voleva cedere.

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Il palazzo era illuminato a festa, con vetri e cristalli scintillanti, arazzi di pregevole fattura, abiti dalle stoffe variopinte, marmi policromi ed una vivace fiera della vanità aristocratica.
Gwen era giunta alla festa, dove molti la salutarono appartenendo lei ad una delle famiglie più importanti della città.
Anche Destresya era arrivata, con il suo abito che sfiorava un meraviglioso scandalo di sensualità e peccato, notata e giudicata da tutti.
Con invidia dalle donne e con desiderio dagli uomini.
Ma lord Corcion, in principio orgoglioso e soddisfatto, ora invece appariva nervoso.
Una strana agitazione serpeggiava nella sala.
Si comprese che suo nipote, ospite d'onore appena giunto ad Afragolopolis, ancora non si vedeva.

Il ragazzo sbucò timido ed impacciato dalla carrozza, guardando prima la vettura danneggiata e poi Altea adirata.
“Badate a tenere la lingua frenata voi.” Disse il cocchiere di lord Corcion alla figlia dell'astronomo. “Costui è il nipote di lord Corcion!” Adirato.
“Io...” mormorò spaesato il giovane “... io non disprezzo nessuno... soprattutto le donne...” timidamente “... ma mio zio mi aspetta... come faremo?” Al cocchiere.
“Bella domanda!” Esclamò questi.

Il ragazzo iniziò a parlare e lo scrutai attentamente, ignorando la maleducazione del cocchiere. Era un ragazzo serio, un po' timido e semplice, mi sarei aspettata un ragazzo pieno di sé e guardai a terra e poi nel suo volto.."Io...mi spiace...non sono invitata alla festa, forse se andiamo a casa di una amica mia aristocratica, lei è invitata e vi porterà al ballo..posso rimediare milord" ma non mi inchinai.

"Ecco io..." disse imbarazzato il ragazzo ad Altea "... io non so da che parte è il palazzo di mio zio... la vostra amica è molto distante da qui? Farò in tempo?" Impacciato.

La stanza pullulava di luci e brusii.
Passai buona parte del mio arrivo a salutare amici di famiglia, affare che mi pesava in parte, ma ciò accadeva quando si apparteneva ad una famiglia importante come la mia.
Ad un certo punto, si sparse la voce che il nipote di Lord Corcion non era ancora arrivato alla festa.
La tensione era alquanto palpabile in sala e Milord era nervoso, com'era comprensibile.
Mi chiedevo il perché di tale ritardo, dal momento che i festeggiamenti erano stati organizzati in suo onore.

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"Non so nemmeno io milord, non conosco vostro zio" osservando il suo modo impacciato, mi si strinse il cuore averlo considerato in modo negativo, ma era ancora più meraviglioso, io stessa non ero una ragazza estrosa sebbene avevo un carattere forte "Volete venire a piedi con me? Poi vi lascerò lì e potrete andare con lei al ballo, io tornerò al mio Palazzo, così potrete vestirvi degnamente per fare bella figura" e mi avvicinai a lui sorridendogli stavolta spontaneamente "Io sono Altea" evitai di dire altro, poiché non volevo si sapesse chi fosse mio padre "E abito al Palazzo delle Ginestre, siete felice di essere a quel ballo milord, non mi sembrate una persona molto avvezza alla mondanità ma forse sbaglio".

Gwen si rese conto dell'agitazione e dell'insofferenza che palpabile serpeggiava nella sala.
Alla fine lord Corcion incaricò due dei suoi uomini di andare a vedere da cosa dipendesse il ritardo di suo nipote.
Intanto la festa continuava ed alcuni discutevano dell'agitazione causata in città dalla corporazione dei borghesi.



“Io mi chiamo Icarius.” Disse lui presentandosi ad Altea. “Mondano? No, sono arrivato ora in città... studiavo all'accademia militare di Nolhia.” Spiegò sempre un po' impacciato. “Si, forse è meglio raggiungere a piedi il palazzo della vostra amica se non è lontano da qui...”

"Oh no milord Icarius, non è lontano, così avrò modo di vederla. Pure lei è appena uscita dal collegio con me, direi possiamo andare...Madame venite con noi o preferite aspettare?" osservando Icarius "Mio fratello pure è in Marina, che casualità" pensierosa.
Gli feci cenno per avviarci per strada verso il Palazzo.

Anche la governante su unì ad Icarius e ad Altea, avviandosi così tutti insieme verso la casa dell'amica di lei.
Era sera ma le strade cittadine erano ancora vive.
Il rampollo di lord Corcion era silenzioso, intimidito e camminava guardando la strada.

L'agitazione era sempre più crescente e alla fine Milord decise di inviare due uomini a cercare il nipote.
Mi intrattenni dunque in varie discussioni con gli ospiti che si interrogavano circa l'accaduto, chiedendosi come mai di questo ritardo.
Era molto strano e temevo c'entrasse la folla opprimente che aveva accompagnato la carrozza nel suo ingresso in città, speravo però non gli fosse accaduto nulla.

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