"Dimmelo tu..." disse Herbert senza lasciare Gwen e facendo scendere la mano sotto la gonna di lei, per poi risalire lungo la coscia, fino al suo intimo.

Accennai un risolino silenzioso, mentre sentivo la sua mano accarezzarmi la gamba sotto la gonna salendo progressivamente.
"Secondo me non sei d'accordo, tendenzialmente, anche se Raspon ti ha definito Don Giovanni. Ti ci vedo a tenere al corteggiamento, l'amore e tutte quelle cose lì. Ma io ti piaccio troppo e non puoi resistermi, ecco" dissi, simulando un'aria saccente e divertita.

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"Ah, bene... hai sempre una risposta a tutto..." disse erbert divertito tenendo Gwen stretta a lui, mentre la sua mano arrivò sul suo intimo "... e ora cosa mi dici, signoa saccente?" Cominciando a toccarla attraverso la stoffa delle mutandine.
Movimenti intensi, continui, volta a farla eccitare, a farla bagnare di desiderio.
Ma ad un tratto qualcuno cercò di entrare.
Ma la porta era chiusa a chiave.
"Chi è?" Lesto Herbert.
"Sono io." Raspon da fuori. "Posso entrare o disturbo gli sposini?" Ridendo.

"Ovviamente" dissi subito, quando mi fece notare che avevo una risposta a tutto.
Poi, la sua mano salì ancora, fino ad arrivare al mio intimo.
"Dicoche avevo ragione io..." risposi e ridacchiai fra i sospiri che i suoi movimenti mi provocavano, lenti e intensi da perdere il senno.
Ma all'improvviso, sentimmo un violento bussare alla porta, che per fortuna era chiusa, visto che dall'altro lato c'era il maledetto Raspon.
Sbuffai staccandomi da Herbert, scocciata dall'interruzione e dalla presenza ingombrante e fastidiosa di quello lì.

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Herbert guardò Gen ed attese che lei si sistemasse, per poi aprire la porta.
"Finalmente." Disse Raspon entrando. "Allora? tanotte avete fatto follie?" Fumando il suo sigaro nonostante l'ora mattutina. "Se volte una cosa a 3 sono qui, eh!" Ridendo con fare volgare.

Herbert aprì la porta e onestamente, quel piccolo spiraglio di buonumore che sembrava avermi graziata mi era totalmente scivolato di dosso.
Mi trasmetteva sensazioni orrende, sgradevoli, soffocanti, era una presenza davvero ignobile e indecente.
Ciò che disse poi, tutto ciò che disse, peggiorò esponenzialmente la situazione.
"Non credo che siate venuto qui per questo" constatai, con tono pacato e piatto, praticamente glaciale ed impersonale.

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Raspon guardò Gwen, la guardò tutta e lei si sentì sporca.
Poi rise forte.
"A cosa dobbiamo..." disse Herbert, ma la risata ancor più fragorosa di Raspon lo interruppe.
"Avanti, non vorrete trascorrere tutto il tempo a fare sesso, no?" Divertito il nuovo arrivato.
"Dove stiamo andando?" Herbert.
"In un bel posto." Rispose Raspon.
"I miei uomini fanno domande..." mormorò Herbert "... cosa devo dire loro?"
"In un bel posto." Sorrise Raspon.

Cercai di distogliere lo sguardo per non incontrare il suo su di me.
Mi toccai una tempia con la mano, mentre la sua risata invadente e volgare sovrastava Herbert.
Non seppi davvero chi mi diede la forza di rimanere lì immobile sul posto, l'istinto di scappare c'era, ma mi imposi di rimanere immobile.
Intanto, la segretezza sul piano mi impensieriva, infatti guardai Herbert preoccupata, sperando che il campo venisse sgomberato presto, o sarei impazzita.

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Raspon rise di nuovo, stavolta senza un motivo apparente, per poi prendere una bottiglia di vino e stapparla senza motivo, nonostante l'ora mattutina.
"Non posso chiedere ai miei uomini" disse Herbert "di navigare per giorni senza una rotta ed una meta certa."
"Davvero?" Fissandolo Raspon.
"Già."
"Glielo chiederò allora io, togliendoti dall'impaccio!" Divertito Raspon, guardando Gwen. "Tu che ne pensi, bella? Ti secca navigare senza meta? Dillo al tuo bel maritino che cipenserò io a condurre questa nave, così lui potrà restarsene chiuso qui dentro a deliziarti in tanti modi." Con tono volgare.

Ogni cosa che faceva, anche la sua sola esistenza, era per me motivo di urto profondo.
Se avrei preferito vederlo morto?
Oh sì, decisamente.
Ci speravo davvero con tutta me stessa.
Mi interpellò poi nella discussione.
"Io credo che Herbert abbia ragione" risposi, con tono piatto.

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