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Quel suo sarcasmo..mi stava provocando ma non ci sarebbe riuscito. Fissai il laghetto e risposi pacatamente.."Non frequentate gli aristocratici ma pensate di sapere di mia madre e mio padre, siete di Chevral ma non conoscete il nome del defunto Duca e delle figlie." Presi un profondo respiro e mi voltai a guardarlo senza tradire emozioni..inscalfibile..."Vi ho dato protezione sotto la tettoia infischiandomi del vostro ceto sociale..Non ho bisogno di aggiungere altro. È vero, non frequentiamo gli stessi posti..infatti ora dovrei andare da Padre Abramo e aiutare le suore del convento nella mensa e servire i bisognosi e non vi ho mai visto laggiù. Come, probabilmente, voi non mi avete visto nelle bettole che frequentate e divorare alcool per poi andare in giro a ridere e parlare inutilmente, o sbaglio?". Lo sguardo freddo fisso su di lui, pensavo se fosse un segnale..se fosse contro i nobili e vi fossero movimenti interni pure a Chevral. Mi misi il cappuccio del mantello in testa, pioveva poco.."Avete altro da aggiungere? Padre Abramo mi starà aspettando".
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Il Meridian Express riprese la sua corsa, dopo l'inquietante episodio.
Ma nessuno dei passeggeri ne parlò. Fatti simili erano all'ordine del giorno ormai. I sovversivi, i nemici politici e i profughi erano continuamente braccati dalle polizia segreta di Canabias. Uno speciale provvedimento infatti, escogitato per difendere il popolo di quello stato dalla minaccia dei nemici, perlopiù nobili o chierici in fuga, aveva concesso alla polizia la possibilità di uccidere i sospettati, proprio per tutelare la popolazione e solo successivamente processare i cadaveri (in pratica come avveniva in Russia e nelle dittature dell'Est fino a pochi anni fa ed in Cina ancora oggi). “Il viaggio riprende normalmente, signori...” disse il controllore “... tutto è tornato normale.” “Controllore...” uno dei passeggeri “... quante fermate effettua il treno prima di giungere a Città di Capomazada?” “Una soltanto...” rispose il controllore “... ad Evangelia... ma durerà poco.” “Evangelia?” Stupito un altro passeggero. “Ma lì c'è la guerra!” “Non possiamo superare la frontiera di Afralignone” spiegò il controllore “senza fermarci per un controllo.” “E chi ci garantisce la sicurezza?” Una passeggera. “Dalla stazione ci daranno il permesso di transito solo in assenza di scontri, non temete.” Annuì il controllore. E ciò fu udito anche da Gwen e da Dacey. http://www.homepage.eu/userdaten/010...lberg_0060.jpg |
“Beh, la manutenzione degli aerei” disse Tesua a Clio “è a spese dei piloti. Pintos dunque se la caverà solo con una lavata di capo. Ma credo che i Taddei da sborsare lo faranno star peggio di qualunque richiamo.” Accennando un sorriso.
Infatti, come ben sapeva Clio, ad ogni pilota legionario veniva affidato un aereo, la cui manutenzione, carburante e armamentario compreso, erano poi a sue spese. Spese che venivano trattenute dalla paga settimanale. Pochi istanti dopo al forte arrivò una camionetta militare, da cui scesero alcuni legionari ed un civile. “Ecco il nostro fotografo...” Tesua a Clio, indicando proprio il civile. |
E questo viaggio pareva complicarsi ancora di più. Dopo quell'episodio del cosiddetto traditore il treno era si ripartito ma non era facile raggiungere la destinazione ancora. Infatti nuove fermate ci attendevano. Una in particolare destò la mia attenzione. Evangelia. Io sfuggivo dalla guerra e il treno andava proprio a fermarsi in una zona in conflitto.
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Il viaggio riprese dopo quello strano episodio.
Il controllore disse poi che ci saremmo fermati ad Evangelia e ció scosse un po' i passeggeri. Era strano: avevo messo da parte tutti quei soldi per raggiungere Capomazda e ora cambiavo completamente itinerario, ma ero comunque convinta di ció che facevo, grazie anche al mio essere fatalista. Ero sicura xhe ci fosse un motivo se avevo letto quell'annuncioe volevo assecondarlo. |
“Tra breve smetterà di piovere...” disse l'uomo ad Altea, guardando il cielo “... vi conviene attendere qualche istante ed eviterete di increspare i vostri biondi capelli sotto quel cappuccio...” sorrise “... a meno che la mia compagnia non sia più fastidiosa della pioggia che vi increspa i boccoli.” Accennò una risata. “Si, non frequentiamo gli stessi ambienti e dunque mi scuserete se non riconosco una duchessa a prima vista. Perdonatemi, ma faccio parte del popolo e sono cresciuto con la malsana convinzione che tutti abbiano nelle vene il medesimo colore di sangue. Comunque, sebbene difetti in nobiltà, non sono del tutto scortese. Lasciate allora che mi presenti... milady...” con un sarcastico inchino “... avete davanti a voi un futuro eroe.”
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Il misterioso ragazzo si fece leggermente più gentile, poi quell' inchino...era irriverente senza dubbio. Ma non mi lasciai corrompere facilmente.."un eroe..e ditemi cosa farete per diventarlo?".
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Il Meridian Express divorava miglia su miglia, attraversando un territorio che andava mutando velocemente.
Alle boscose colline attraversate da fiumi, cominciò a mostrarsi una terra più montuosa ed aspra, intervallata da antichi castelli che dominavano piane e passi, da piccoli borghi addormentati e da austeri monasteri a guardia di inerpicati sentieri e remote alture. Poi il paesaggio, pian piano, mutò ancora. Sterminate distese di roccia e terra, racchiuse, come una corona, da cime alte ed invalicabili se non dal vento, cominciarono ad appropriarsi del paesaggio. Chilometri e chilometri di nulla. Di un silenzio avvolgente, ossessivo ed infinito. Una terra in cui forse solo le bestie selvatiche potevano sopravvivere. Un uomo sarebbe impazzito. “Mamma...” disse un bambino tra le braccia di sua madre “... che posto è questo?” “E' il deserto roccioso...” rispose uno dei passeggeri “... qui nessun uomo può viverci.” “Allora non ci abita nessuno, signore?” Ancora il piccolo. “Solo serpenti, scorpioni e legionari.” Mormorò l'uomo. “Chi sono i legionari?” Domandò il bambino. “Sono soldati...” fissandolo l'uomo “... soldati che proprio come i serpenti e gli scorpioni amano vivere da soli nel deserto...” “Tra breve saremo ad Evangelia, signori.” Annunciò il capostazione. Questo era l'ambiente che stava accogliendo il passaggio di Gwen e Dacey. http://2.bp.blogspot.com/-quTKRk_jia...SA+53%252C.JPG |
“Beh, un eroe ammazza i cattivi solitamente...” disse l'irriverente individuo ad Altea “... e per questo potrei avere qualche medaglia, forse pure un vitalizio e persino i tributi della patria... e magari, addirittura, risultarvi più simpatico...” ridendo piano “... si, perchè i cattivi potrebbero essere proprio quelli che oggi mirano a fregarvi terre e titoli, mia vivace duchessa.” Annuendo divertito, per poi tentare di accendersi una sigaretta che la pioggia aveva però bagnata.
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Mi persi a guardare fuori dal finestrino, lasciando che la mente vagasse. Quei castelli che si scorgevano all'inizio mi ricordavano la mia vita, fino a quel momento e poi l'imponente avanzare del deserto, arido e inospitale. Era così che sentivo il mio cuore. Una volta pulsante e vivo come un'oasi ora non era altro che una pietra fredda. Mi era stato portato via tutto, tutto quanto, ogni mio affetto e non sapevo neanche più chi ero io ora. Senza la mia famiglia, la mia patria, chi ero? Un'orfana, una fuggitiva... Un nulla... Un nulla ormai... Se non ero più Dacey, la principessa di Animos, non sapevo chi ero.
Sospirai stanca, ma senza riuscire a prendere sonno, forse proprio a causa di quei pensieri, interrotti dalla vocina di un bambino. Bestie e legionari nel deserto... Che genere di uomini potevano essere, mi chiesi gettando un ultimo sguardo su quel deserto. |
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