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Quell'ombra restava immobile accanto all'Albero Sacro.
Continuava a lamentarsi con parole non sempre comprensibili. Ad un tratto si voltò verso Polgara. La fissò per un breve istante. Il suo sguardo era spento e l'espressione sul volto non sembrava del tutto umana. Polgara si rese conto che quella figura non era di questo mondo. Non più almeno. "Il castello... le sue pene... le pagheremo tutti..." sussurrò l'ombra "... la stolta ragazza... era felice... una principessa... ora soffre... e soffrirete tutti..." In quel momento un gelido vento si alzò nella foresta. Intanto al monastero, Elisabeth, con i suoi nuovi abiti, era stata vista dal frate. Questi interruppe allora le sue preghiere e si avvicinò. "Salute a voi, messere." Cominciò a dire. "E' da tanto che non passa più nessuno da qui. E di solito a quest'ora il monastero è chiuso. Siete stato fortunato a trovare aperto il suo portone." |
Non riusciva a rimanere a casa quindi disturbò dinuovo quella povera signora che ormai s'era innamorata di Keeran.
Perry portava un lungo abito rosso quel giorno e un mantello nero; i capelli erano completamente sciolti. Cominciò a camminare per le vie di Camelot. |
Guisgard ascoltò il suo giovane scudiero e sorrise.
"Il segreto?" Ripetè divertito. "Una volta prestai servizio come mercenario presso Maria di Antiochia. Qui, il mio capitano di ventura mi insegnò una massima, che a suo dire era la chiave della vera felicità, ossia una vita tranquilla. E sai cosa mi ripeteva sempre? Mio caro Guisgard, diceva, in battaglia, come nella vita, potete fidarvi solo di una lei...ed è la vostra spada!" Guardò il suo scudiero e rise di nuovo. "Vuoi sapere se ascoltai il suo consiglio? Ero troppo giovane allora... e nella mia mente c'era un unico e solo pensiero... Maria di Antiochia... credo si trattasse della donna più bella tra quelle nate ad est dell'Egeo... che donna..." E sospirò, stendendosi accanto alla fontana della piazza. Proprio in quel momento, in fondo alla strada, apparve la giovane Perry. |
Perry si voltò e vide Guisgard in fondo alla strada.
Cercò di non fissarlo e far finta di niente, il suo rifiuto l'aveva scossa e infastidita. Gli passò davanti, ma non si fermò neanche un istante, senza mai spostare lo sguardo verso di lui. |
Quel luogo non mi sembrava per niente disabitato, quella nenia non proveniva da un solo fraticello.......Pico mi stava tra i piedi.......<< Mi spiace aver interrotto le vostre orazioni Padre, ma il mio cavallo, non so per quale motivo, mi ha disarcionato e io ho la necessita' di raggiungere un luogo non molto distante da qui.....vi sarei grato se potessi avere da voi un cavallo...potro' pagarlo bene, non sono i denari il mio problema....>>........Guardavo quel Frate che dopo avermi dato il benvenuto, non aveva piu' proferito parola.....quella sala....era ricca di simboli....il pavimento a scacchi bianchi e neri....la volta era un cielo stellato, quel monastero era ambiguo....qualcosa attiro' la mia attenzione......alle spalle del frate....molteplici ombre si susseguivano e la nenia diventava piu' insistente......Forse era il caso, di dar retta a Pico....e raggiungere Polgara a piedi...
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Ero seduto sulla fontana ad ascoltare Guisgard era bello ascoltare le sue vicende cavalleresche e pure amorose gli dissi: voi si che siete una brava persona e con un cuore grande, è bello essere tuo scudiero e grazie per la fiducia che mi dai Guisgard ad essere un tuo scudiero.
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Mi guardò e un brivido mi percorse, l'energia era di natura umana ma a un livello vibrazionale decisamente più basso....
Mi misi ad ascoltare attentamente le parole dell'oscura figura e alla fine capii, parlava del castello del Doloroso Amore! "Messere io conosco bene le vostre pene e condivido il vostro dolore..Credetemi nessuna più di me...Ora ascoltatemi messere io posso aiutarvi, dovete solo lasciare che vi riaccompagni al castello...Lo farete vero?Per la vostra amata, per tutti gli amanti del mondo, per l'Amore in sè..." Lo dissi ritrasformandomi, tanto ormai o era sua per sempre o l'assenza dell'anima mi liberava dal patto...beh saremo stati a vedere per il momento dovevo provare a giocare la carta del "lupo di compagnia" che in teoria in quanto animale non richiedeva dell'invito...mi avvicinai alla figura e l'accarezzai con il muso. Intanto la zampa continuava a sanguinare... "Su cavalier andiamo al castello su!" ripetevo mentalmente |
"Volete un cavallo?" Chiese il frate ad Elisabeth. "Purtroppo non abbiamo cavalli qui, messere. Però, se mi indicherete il luogo che volete raggiungere, forse potrei aiutarvi. Tra un pò un buon uomo partirà da qui con il suo carrozzone. E' diretto a nord."
Nel frattempo, all'Albero Sacro, il lupo era alle prese con quella misteriosa ombra. "Se ella non ti chiama... se non porti con te il suo invito... non giungerai mai al castello..." E dopo aver pronunciato queste parole, accompagnate da pietosi lamenti, l'ombra si dissolse nel nulla, come se la foresta l'avesse risucchiata nel suo secolare ventre. Intanto a Camelot, Guisgard e Cavaliere25 conversavano accanto alla fontana della piazza. "Mi vedi come un brava persona, mio buon amico?" Chiese divertito Guisgard al suo scudiero. "Devo dire che molti metterebbero in dubbio questa tua convinzione!" E rise forte. E proprio in quel momento, accanto a loro passò Perry. Era visibilmente imbronciata. "Salute a voi, dolce damigella!" Salutò Guisgard accennando un galante inchino. |
Voi mi potete insegnare molto Guisgard dissi, sapro apprendere ogni vostra istruzione , vedendo lady Perry la salutai: salve mylady come state? avete uno sguardo strano, cosa succede è accaduto qualcosa di male? aspettai una sua risposta, guardandola negli occhi.
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Perry diede una rapida occhiata al cavaliere che si era inchinato e continuò a caminare senza salutarlo.
"Così imparate a rifiutarmi" pensò Perry alzandosi il cappuccio. |
Dovevo raggiungere Polgara, e a piedi ci avrei messo un sacco di tempo....il punto era che non potevo rivelare il luogo che dovevo raggiungere......<< Vedete Padre non ricordo il nome del luogo che devo raggiungere, ma sono in grado di riconoscerlo nel momento in cui gli passero' vicino, quindi vi saro' grato se vorreste portarmi da quest'uomo....paghero' lui per questo favore...e a voi faro' un'offeta per il vostro convento.....>>.....Polgara abbi fiducia....dovessi trasformarmi in falco riusciro' a raggiungerti.......
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"Grazie grazie grazie!" pensai acovacciandomi all'albero "quest'ombra viene qui, blatera d'amore e diperazione, mi ferisco per avviciniarmi e darle un po' di calore e poi..buff..sparisce. Grrrr". Mi guardai attorno un po' sconsolata, poi mi accorsi che continuavo a sanguinare, quindi decisi di andare a cercare qualche erba utile mentre aspettavo l'arrivo di Elisabeth...a proposito doveva essere successo qualcosa visto il tempo che ci stava mettendo, ad ogni modo percepivo che era in un loco misterioso, ma che stava bene...
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Il vecchio frate sorrise e pregò quello che credeva essere un uomo di seguirlo.
Giunsero nella parte posteriore del monastero. Qui vi era un buffo indoviduo intento a preparare il suo carrozzone. Era un ometto anziano, con capelli corti e bianchissimi. "Guidon!" Lo chiamò il frate. "Dareste un passaggio a questo bravo giovane?" Guidon si grattò la fronte. Fissò Elisabeth e poi chiese al frate: "Sono un buon Cristiano e non vi negherei nulla, padre, ma prima voglio accertarmi che siamo diretti nella stessa direzione." A Camelot, intanto, Guisgard era alle prese con il cattivo umore di Perry. "Damigella!" Le disse raggiungendola. "Cosa è accaduto? Mi sembrate di pessimo umore! Ditemi, qualche giovanotto vi ha forse fatto arrabbiare? Se così fosse vi prometto che gli darò una bella lezione." |
<<Allora combattete con voi stesso>> rispose Perry continuando a camminare.
Non sopportava quando le facevano la predica senza capire il motivo dell'errore. <<Andate dalle vostre donnine, il bacio di una dama non lo meritate>> aggiunse. |
Quando si dice la mala sorte, anche il vecchio testone.....<< Buon uomo, devo raggiungere un luogo, anche a me sconosciuto.......non posso spiegare cosa si cela in quest' animo di cavaliere, ma vi assicuro che sara' Dio ad indicarmi il luogo dove dovro' proseguire da solo, e non preoccupatevi per la direzione che prenderete, sara' lui a far si' che io riesca a raggiungere il luogo prefissato >>........ci mancava poco che piangessi.......
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"Damigella..." disse Guisgard abbassandogli il cappuccio "... è un peccato che una ragazza tanto graziosa si copra con questo cappuccio ed assuma un'espressione imbronciata. Non sapete che il sorriso fa bene alla bellezza? E prometto che il primo drago che mi capiterà di incontrare lo farò a fettine, dedicando questa nobile impresa a voi."
Le sorrise ed aggiunse: "Sono perdonato, ora?" Intanto, al monastero, Elisabeth era alle prese con il vecchio Guidon. "Io sinceramente" disse "ci ho capito poco. Ma contento voi, io non ho problemi. Finisco di caricare alcune cose e partiamo." Ed infatti, dopo un pò, il carrozzone partì per la sua misteriosa destinazione. |
<<No, non siete perdonato>> disse Perry sorridendo deliziosamente.
Quell'uomo era particolarmente strano! |
Salii sul carro portandomi dietro Pico....e in silenzio mi lasciai cullare dal dondolio del carro......ero stanchissima, ma dovevo rimanere sveglia, il luogo dove si trovava Polgara non era distante da li', e cosi' per evitare di addormentarmi, incominciai a fischiettare suoni stravaganti.........vidi cosi' il sentiero che conduceva all'albero sacro....<< Fermatevi vi prego, e' questo il luogo che dovevo raggiungere..........>> attesi cosi' che il carro si fermasse...
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"Volete farvi lasciare qui?" Chiese stupito Guidon. "Ma questo è un posto maledetto! Si dice che ci vengano le streghe e che vi dimorino le anime che non trovano pace! Ricordo ancora quando mio padre mi raccontava storie orribili legate a questo luogo!"
Nel frattempo a Camelot, mentre Guisgard e Perry conversavano, furono raggiunti da una carrozza. All'interno vi era una donna molto affascinante. Il cocchiere fece un cenno e Guisgard si avvicinò, riconoscendo la donna. "Ho saputo che ieri nella mia casa perdeste un biglietto molto importante, cavaliere." "Si, milady..." rispose Guisgard "... qualcuna delle vostre ragazze l'ha forse ritrovato? Credo sia importante." "Purtroppo no. Ma forse posso aiutarvi. Tre giorni fa giunse il servitore di un misterioso cavaliere. Esso chiedeva dova si potesse trovare un valente cavaliere." "Cosa c'entra questo con il biglietto smarrito, milady?" Chiese Guisgard. "Molto credo... visto che quel servitore recava anch'egli un biglietto. Un biglietto che custodiva gelosamente." "Dove posso trovare quel servitore?" Chiese Guisgard. "Alla locanda." "Vi sono debitore, milady." La donna sorrise e si coprì il volto con un velo. Diede poi ordine al cocchiere di ripartire e tornò alla casa di piacere. |
Ascoltai con interesse Guidon, pero' eravamo cosi' tremendamente cattivi e orribili a gli occhi della gente ?.....<< Mio buon amico, questa e' una delle prove che devo superare perche' a gli occhi di Dio io torni ad avere quell'animo puro che contradistingue tutti i cavalieri..quindi lasciatemi qui e proseguite la vostra strada, se il mio destino sara' la morte per mano degli abitanti di questo oscuro luogo, che sia fatta la volonta' di Dio >>....Cosi' gli diedi un sacchettino di monete e saltai giu' dal carro.....Polgara era li' potevo sentire la forza del suo pensiero.....
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Guidon si segnò tre volte.
Poi siu strinse forte nel suo mantello vecchio e consumato e sputò in terra, quasi ad esorcizzare chissà quale timore. "Siete folle, mio buon amico!" Disse ad Elisabeth. "Ma io sono un buon Cristiano... vi attenderò qui... ma cercate di fare in fretta!" Si guardò intorno ed aggiunse: "Sperando che Belzebù non decida di saltar fuori proprio oggi..." |
Giunsi così in quel luogo strano. Il cavallo si fermò e scesi per sgranchirmi le gambe dopo la lunga cavalcata. Una torre rossa, un verziere e un roseto stupendo dove le rose, tra tenui colori e vivaci esplosioni cromatiche, emanavano un profumo dolce che mi riportò con la mente a casa mia.
Vidi un uomo chino intento a potare alcuni roseti. Ero certa che la mia presenza fosse stata percepita ma non sembravail momento di essere accolta come di buona maniera sarebbe stato d'obbligo. Mi avvicinai a lui un pò titubante e mi presentai: "Buon uomo vi porgo il mio saluto. Sono Shawn Ap Cerys e mi sono perso tra queste terre. Avete la cortesia di dirmi dove mi trovo?". Non udii una risposta ma una risatina macabra...e la cosa mi stava spaventando: prima il biglietto che doveva essere decifrato e ora un vecchio stilloso... |
<< Non siete obbligato ad aspettarmi, ma se questo e' quello che desiderate ve ne saro' grato, non vi faro' attendere molto....e credo che belzebu' abbia di meglio da fare, che punzecchiare un brav'uomo come voi..>>...presi il sentiero che portava all'albero sacro, Polgara doveva essere li', riuscivo a sentirla, doveva avere qualche problema perche' stava soffrendo...<< Polgara, puoi sentirmi ?...io sono qui fammi capire dove ti trovi, solo cosi' potro' esserti d'aiuto...>> attesi davanti all'albero che mi arrivasse un cenno della sua presenza. Quello era un luogo magico, ma stranamente non avvertivo la presenza della altre sorelle....in genere erano sempre presenti quando una di noi arrivava....certo non potevano non avermi riconosciuta....
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Domandai a Guisgard: quando potrete potete insegnarmi come usare una spada? almeno dissi, se ce da fare un duello io sarò pronto. Mio caro amico aggiunsi avete trovato poi quel famoso biglietto che avete perso quel giorno alla casa di piacere? aspettai la risposta mentre mi guardavo intorno.
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Ero stanco di quel lungo periodo di servizio, ma ormai stava arrivando alla fine e quindi avrei potuto riposarmi un po'.
Quella mattina, una delle guardie era venuta a portarmi un biglietto che gli era stato consegnato per me... prima, non avevo avuto modo di guardare il biglietto, ma ora lo ripresi in mano e lo rigirai un paio di volte... non capii chi poteva averlo inviato... non riconoscevo il sigillo che racchiudeva il biglietto... non indugiai oltre, ruppi il sigillo e cominciai a leggere... ma già dalle prime righe non riuscivo a capire. |
Ad un tratto Elisabeth avvertì una strana risata, una sorta di stridulo.
In quel momento un a grossa civetta scese rapida in picchiata verso di lei. Le sfiorò i capelli e andò a posarsi su un robusto ramo di un grosso noce. E sotto l'albero vi era una strana donna. Aveva i capelli grigiastri e crespi, legati dietro in modo irregolare. I suoi occhi erano scurissimi e sul volto segnato dalle rughe era impresso un grottesco sorriso, simile ad un ghigno. "Vestiti da uomo, cuore di donna." Disse fissando Elisabeth. Intanto, Shawn Ap Cerys, giunta alla solitaria torre, aveva incontrato il misterioso vecchio del roseto. "Questa è la Torre del Roseto." Rispose il vecchio con una strana risata. Poi accarezzò una delle sue rose, annusandone il profumo. "Sono stupende!" Disse. "Non ne trovere di simili proseguendo oltre, cavaliere." |
"Non posso sapere se oltre queste terre potrei trovare rose di tale bellezza....non so nemmeno dove mi trovo ora...Ma sono sicuro nel dire che rose di pari bellezza fioriscono nei giardini della mia Terra. Dite, buon uomo, dove posso trovare un riparo per trascorrere la notte e un pò di avena per il mio compagno di ventura?"
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A Camelot, Hastatus aveva aperto il suo biglietto.
Il testo recitava: "Essere cavaliere richiede servire tre padroni; Fede, Giustizia e colui che dispensa nobili doni. E a lui, messer Amore, andranno i miei favori, ed i vostri, sir Hastatus, se seguirete i suoi valori. Non sarete mai dunque fino in fondo cavaliere d'onore, se non verrete a servirlo nel Castello del Doloroso Amore." Intanto, Shawn Ap Cerys era alla misteriosa Torre del Roseto. "E' da tanto che non giunge più nessuno da queste parti." Disse il vecchio con una bizzarra risata. "A volte mi ritrovo a parlare con le mie rose. Non che mi lamenti, no di certo! I fiori hanno molta più sensibilità degli uomini. Ma conversare con i propri simili è un piacere che nemmeno l'incantata solitudine di questo luogo mi ha tolto. E se vorrete onorarmi della vostra compagnia, vi ospiterò nella mia dimora fino alla vostra partenza." |
Rilessi il biglietto un paio di volte... che strano invito... e poi, non avevo mai sentito nominare questo "Castello del Doloroso Amore".
Uscii, alla ricerca della guardia che mi aveva consegnato il biglietto. Avevo un paio di domande. |
"Bene, buon uomo, allora sarò ospite vostro stanotte e che Dio vi benedica.
Sentite....è qui nei pressi un luogo chiamato "Castello del Doloro Amore? Ne sentii parlare in una taverna qualche giorno fa...per curiosità, si intende...mi colpì il nome...cosi vicino al mio stato d'animo..." Mentii ma era un modo per cercare di decifrare quel biglietto... |
A Camelot, Guisgard aveva appena salutato la dama della carrozza ed era ancora in compagnia della giovane Perry e di Cavaliere25.
"Volete imparare a tirare di spada?" Chiese Guisgard al suo scudiero. "Bene, prima lezione. La Spada è come una donna. Può salvarvi la vita, come può prendersela. E di tutto il suo equipaggiamento, solo dalla sua spada un vero cavaliere non si separerebbe mai." Fissò la strada verso e la locanda ed aggiunse: "Ora ci attende un altro compito... trovare il misterioro servitore che chiedeva di un cavaliere." Intanto, nel palazzo reale, Hastatus aveva trovato la guardia che gli aveva portato il misterioso biglietto. "Vi occorre qualcosa, milord?" Chiese la guardia. Nel frattempo, alla Torre del Roseto, quel vecchio, appena Shawn Ap Cerys aveva pronunciato il Castello del Doloroso Amore, cambio inepiegabilmente umore. "Non c'è posto per voi qui!" Urlò. "Lasciatemi in pace e non seguitate a disturbarmi oltre! Quindi vi prego di lasciare questo luogo e di non farvi più ritorno!" E mentre il vecchio si allontanava, Shawn Ap Cerys riuscì a sentire le sue ultime parole: "Non voglio il vostro sangue sulla coscienza!" Quel vecchio sembrava conoscere molte cose riguardo al misterioso Castello del Doloroso Amore... |
"Elisabeth!". Mi alzai barcollando sulle zampe. Non ero riuscita a trovare le erbe di cui avevo bisogno per cui il mio livello energetico era davvero basso; la ferita si era riaperta ed aveva ripreso a sanguinare. Non ero lontana dall'albero ce l'avrei fatta. Zoppicando mi avvicinai scorsi il Sacro Albero e lì c'era elisabeth alle prese con un inquietante volatile. "Elisabeth eccomi sono qui!!!" le comunicai mentalmente e subito dopo il mio corpo di lupo si afflosciò a terra privo di sensi.
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"Merwyn, sì... ti cercavo perché volevo chiederti se saresti in grado di ritrovare l'uomo che ti ha consegnato il biglietto per me, sempre che sia ancora a Camelot. Vorrei parlargli... prova a cercarlo... e che tu lo trovi oppure no, torna da me, mi troverai nei miei alloggi... forse dovrò partire da Camelot e potrei avere degli ordini da farti consegnare."
Aggiunsi infine: "Tu, hai mai sentito parlare del Castello del Doloroso Amore?" |
Mi ritrassi spaventata, anche la civetta.....accompagnata da una donna, direi da una strega malefica, le civette erano i loro compagni....<< Quando un cavaliere, iniziato con la spada riesce a trovare la conoscenza della rosa, allora il corpo di quell'uomo diventa la dimora della sapienza femminile....>>.....Mi azzitti improvvisamente, scorsi cosi' tra le piante la figura accasciata di un lupo, Polgara.....Mi avvicinai a lei, aveva perso troppo sangue e questo le aveva fatto perdere conoscenza, la sua zampa aveva una ferita aperta.....Dovevo portarla nell'albero.....provai a prendere in braccio il lupo, e fermandomi ogni tanto seguita dagli occhi vigili di Pico, riuscii a portarla al sicuro....una volta dentro accesi delle candele, stranamente non c'era la calda presenza delle sorelle.....<< Ti prego Polgara, non cercare di lasciarmi da sola, non te lo perdonerei mai......>>.....lavai la ferita con dell'aceto di vino bianco e la pulii con delle pezze di seta.....nel cassetto della Madre c'erano degli aghi, presi quello che sembrava piu' sottile e con del filo di canapa, cercai di suturare la ferita, non sapevo, una volta ripresa le sembianze umane dove stessi mettendo i punti.....cercai quindi di annodarli con la tensione giusta. Una volta finito con la sutura, con una garza le feci scivolare in gola un infuso di belladonna, era un ottimo antidolorifico e le avrebbe evitato la febbre......La coprii con il mio mantello....<< Pico, stalle vicino io vado ad avvertire il nostro amico li' fuori che dovra' darmi una mano per portarla sul carro...>>...
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Dissi a Guisdard: da dove iniziamo a cercare questa persona misteriosa?
mi servirà una spada dissi se voglio imparare ad usarla, dove ne posso trovare una? tu sai chi o dove me ne puo vendere una? |
Non capivo dov'ero, sapevo solo di essere immersa nella pace. Tutt'attorno era così splendido e luminoso e io mi sentivo così leggera e beata.
"Polgara" Ma questa voce..erano anni che non la sentivo..."Polgara ritorna in te!" Si era lei ne ero sicura! Non riuscivo a vedere nessuno, poi scorsi un'elegante e dolcissima figura...Si era lei! La moglie del fabbro, colei che per me era sempre stata mia madre. "Madre!" Urlai correndole incontro. L'avevo trovata! Dopo tanto finalmente! Mi gettai nelle sue braccia...quel profumo mi ricordava l'infanzia e la serenità di quel periodo, era il profumo del pane appena cotto, delle rose del giardino, della lavanda nella biancheria. No, ora che l'avevo ritrovata non la volevo più lasciare...del resto Elisabeth era una maga molto esperta e non aveva certo bisogno di me, anzi nessuno nel mondo aveva bisogno di una maga pasticciona e, come aveva detto Guisgard? Ah si insolente...Madre lasciatemi rimanere qui con voi ve ne prego!" |
Al palazzo reale di Camelot, Merwyn rispose a Hastatus:
"No, milord, non ho mai sentito nominare il castello di cui dite. Ora, col vostro permesso, cercherò di rintracciare il misterioso messaggero." E dopo alcune ore, Merwyn ritornò a corte. "Milord, non sono riuscito a rintracciare l'uomo che portò qui quel messaggio." Disse a Hastatus. "Sembra essere svanito nel nulla. Nessuno sembra averlo più visto a Camelot." Ma proprio in quel momento, un mendicante entrò negli alloggi di Hastatus. "Fate la carità, nobili cavalieri, ad uno sfortunato figlio della sorte." Cominciò a dire mostrando una ciotola consumata. "Come osi entrare qui straccione!" Urlò Merwyn. "Vattene con le buone o ti farò scogliere i cani contro!" "Pietà e clemenza, nobili eroi." Rispose il mendicante. Poi, rivolto a Hastatus, aggiunse: "Ora mi vedete debole ed impoverito, ma io fui, un tempo, un valoroso cavaliere. Ho combattuto in Terrasanta. Non vi fate dunque ingannare dalla mia miseria, perchè io fui cavaliere come lo siete voi ora... entrando ho udito ciò che dicevate, milord... io conosco il Castello del Doloroso Amore..." Intanto, presso la locanda di Camelot, Guisgard stava cercando il servitore che aveva chiesto di un valoroso cavaliere. "Lo cercheremo nella locanda, amico mio." Disse Guisgard a Cavaliere25. "E' qui infatti che l'hanno visto. Riguardo alla vostra spada, abbiate fiducia e pazienza. Presto ne avrete una." Poi rivolto a Perry: "Damigella, questo è un posto poco adatto per una giovane donna come voi. Mi raccomando, restate vicino a me e non fate nulla di avventato." Nel frattempo, presso l'Albero Sacro, Elisabeth aveva curato Polgara. La ragazza ora sembrava dormire serena. Sognò allora la sua infanzia e sentì il caldo e rassicurante abbraccio della donna che amava come una madre. E sognò ancora. Sognò la verdeggiante campagna della sua infanzia. Era in un immenso campo di grano dorato, che sembrava riflettere la luce del Sole. Una lieve brezza percorreva quelle ridenti spighe baciate dal quel giorno mite e soleggiato. Ad un tratto si accorse che con lei c'era Guisgard, proprio come accadeva in quegli spensierati giorni della loro infanzia. Il fanciullo sembrava contrariato ed aveva con sè una spada di legno. "Ora vado in paese!" Disse guardando la piccola Polgara. "E darò una lezione al figlio del maniscalco! Ieri per tutta la festa non ha fatto altro che girarti intorno! Si è divertito a ballare con te! Bene, ora lo farò ballare io!" Fece qualche passo e poi si voltò verso la ragazzina: "Ma non lo faccio per te!" Disse. "E' che mi sta antipatico! La vedi questa?" Chiese, indicando la sua spada di legno. "L'ho fatta io, sul modello della spada di San Michele in chiesa! Io da grande diventerò un cavaliere e sconfiggerò mostri e demoni! Partirò da questo paese e diventerò il più grande cavaliere mai nato!" Ad un tratto i due ragazzini udirono dei tuoni in lontananza ed un forte vento cominciò a soffiare sulla campagna. "Non preoccuparti, Polgara..." disse Guisgard "... è solo una tempesta... dammi la mano, ti riaccompagnerò a casa." In quel momento Polgara si svegliò e vide Elisabeth che ritornava insieme al vecchio Guidon. |
Fu un'impresa convincere Guidon, che poteva immergersi nel bosco senza essere rapito da diavoli e animali strani, arrivata all' albero entrai e vidi che polgara si era svegliata, il brutto di noi maghe era poter sentire i pensieri di ognuna di noi....<< vedo che hai ripreso conoscenza e a quanto pare non hai febbre, e adesso ascolta sappi che siamo sorelle perche' facciamo tutte parte di una sola entita', siamo come l'interno di una melagrana un fitto reticolato tiene stretto ogni chicco, e' questo il nostro simbolo e tu lo sai, io senza di te non sarei nulla, quindi smettiamola con questi cattivi pensieri, e adesso piano piano raggiungiamo il carro, abbiamo trovato un'anima buona che ci dara' un passaggio, chissa' che non conosca questo strano Castello....>> ...Un gelido soffio mi fece voltare il capo....Il cavaliere triste, aveva le mani giunte in preghiera...una muta preghiera....la sua sposa, non avevo dimenticato, ma non sapevo neanche da dove iniziare........la sua immagine svani' cosi' come si era presentata...e ora bisognava raggiungere il carro...
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"Grazie Merwin..." stavo dicendo quando d'improvviso entrò il mendicante, che la guardia cercò subito di cacciare dai miei alloggi.
Posai una mano sulla spalla del giovane soldato e gli dissi: "Merwin, è tutto a posto. Voglio parlare con quest'uomo e sentire cosa ha da raccontare, anche se non mi piace che si origli alla mia porta. Ti ringrazio per il servizio che mi hai reso... ti chiedo solo un'ultima cosa... sto per assentarmi da Camelot, questa volta penso andrò da solo, e siccome anche il re è fuori, dovresti portare questi dispacci a Sir Ector..." dicendo ciò, porsi i plichi a Merwin "... lascio a lui il comando di Camelot." Mi rivolsi poi al mendicante: "Come dicevo al giovane Merwin, non mi piace si origli alla mia porta... ma visto che avete delle informazioni che potrebbero essermi utili, per questa volta chiuderò un occhio, e ascolterò il vostro racconto..." dissi facendogli cenno di accomodarsi su una sedia posta lì vicino, e continuai: "... ma prima di tutto ditemi chi siete, perfavore... e spero possiate anche dimostralo." |
Mentre ero alla locanda con Guisgard e lady perry, feci una domanda:Mylady Perry,voi da dove venite chiesi? poi, rivolgendomi a Guisgard dissi: speriamo di trovarlo qui questo uomo che cerchiamo e che sappia quello che cerchiamo, se no sarà tempo perso.
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