![]() |
Galgan svolse il suo consueto giro d'ispezione per la caserma ed il cortile adiacente, dopo quel momento di devota e speranzosa invocazione all'Altissimo.
E mentre procedeva, ad un tratto il suo luogotenente lo avvicinò. “Sir Galgan...” disse a bassa voce “... qualcuno ha chiesto di voi. Credo vogliano parlarvi, ma non qui... non chiedetemi altro, poiché tutto ciò che so è questo... se accetterete di incontrarli allora vi attenderanno stasera, nella locanda del Bivio... si avvicineranno loro a voi...” |
Ascoltai con attenzione il priore.."Ebbene, ieri sera ero con lady Sissi ed ella infatti disse poteva essere un unione tra i Taddei e Suession..se volete posso lasciarvela e potete studiarla. E' vero di storie della Dama del Lagno ve ne sono molte, era una fata e sembra abbia cresciuto un taddeide da bambino per farne un degno eroe".
Mi feci seria.."Priore Tommaso..volevo dirvi altro, la scorsa notte arrivò un mendicante che fu a servizio di Taddeo l' Austero, fu ucciso da quei..signori se si possono chiamare..mentre narrava della morte dell' Austero lo hanno freddato con una freccia al cuore "sospirai adirata "egli disse...quella notte..l' Austero sentiva un richiamo..dalla campagna..un richiamo di morte..e proveniva dalla campagna come la Gioia dei Taddei vuole..e poi morì, io lo ho conosciuto, era un uomo forte e stanotte ho fatto un sogno angosciante..ero in un paesino e mi seguivano, vi erano le tenebre e questa voce o persona parlava..poi la voce si fece più chiara ed era una voce quasi satanica e pronunciava un nome...Guisgard..il nome del defunto Arciduca, come a voler prendere la sua anima..e credetemi io penso la Gioia sia solo superstizione" e lo guardai negli occhi. |
Mi destai.....da un sonno profondo...alla voce di un Cantore.....ma chi poteva cantare nel cortile del Castello...entrare non era semplice....era la storia di due Terre.....Gia' ..la mia e quella di De Gur.....ma cosa ne poteva sapere un cantore...mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra......ma non vidi nulla...se non la vita che prendeva il suo ritmo......mi lavai ..mi vestii in fretta e scesi le scale.....ma una volta in cortile...non vidi nessuno....c'era Tilde che parlottava con le sue amiche...Tommaso che sceglieva il cibo che veniva portato dalla campagna...il portone era aperto.....corsi fuori dalle portone e vidi un uomo inoltrarsi nel bosco........gli corsi dietro urlando...ma sembrava svanito.....sino a quando non sentii i cavalli.......speravo fosse De Gur...avevo bisogno di chiarimenti.......anche se tornando al Castello ripensai alla notte appena finita....curioso quel Gvineth......." Tommaso....se tornasse mio marito ditegli che lo attendo nella serra.....magari non sara' troppo stanco per parlarmi ".......una volta che fui all'interno...del mio spazio ...le erbe..mi diedero il loro saluto..il profumo era pregno di vita......eppure...le parole di quella che sembrava una poesia.....mi erano rimaste in mente.......
|
Improvvisamente mi ricordai di Bablak e Ramma, maledicendo la mia sbadataggine per averli dimenticati.
Annuii a quelle parole di Azble. "Già, servirà un buon piano..." Mormorai, pensierosa, guardandomi attorno. Eravamo un gruppo eterogeneo, e sicuramente Kog non passava inosservato. "Bisognerebbe conoscere i signori di Capomazda, almeno per capire chi non guarderebbero con sospetto.." pensierosa "Voi avete qualcosa in mente, Messer Otario?" Con un sorriso cordiale. |
“Conosco questo genere di storie.” Disse il Priore Tommaso ad Altea. “Fui incaricato da Sua Grazia il vescovo di Suession di indagare sulla morte dell'Arciduca Austero e dunque sono al corrente delle leggende che circolano sulla morte di alcuni duchi.” Si sedette. “Per questo credo che voi abbiate subito l'atmosfera di corte, così intrisa di superstizioni e paure. Ed ecco una possibile spiegazione per i vostri sogni.”
“Sono d'accordo con voi.” Annuì il diacono. “Amico mio...” fissandolo il Priore, come a volerlo ammonire “... non sto dicendo di escludere ogni possibilità. Ma solo di dare precedenza alla logica, al raziocinio ed al buonsenso. Solo escluso tutto ciò, cominceremo allora a parlare d'altro.” |
E mentre era nella serra, di nuovo Elisabeth udì quei versi.
Poi più nulla. Poco dopo, però, Tilde la raggiunse. “Milady, il comandante De Gur appena tornato è andato nella sua camera per un bagno. Ma nel frattempo è giunto al castello un bardo. Chiede ospitalità per la notte e non volendo disturbare vostro marito ho deciso dunque di chiederlo a voi. Volete accoglierlo o lo faccio mandare via?” |
Ma prima che Otario rispondesse a Clio, Samondo si alzò e zittì l'altro con un cenno.
“Perdonatemi...” disse con sufficienza “... ma conoscendo da tempo le intenzioni di lord Azable circa il volersi impadronire di quelle spade, ho pensato bene di premunirmi e prendere dunque l'iniziativa.” Estraendo dalla tasca alcuni fogli di carta. “Ho fatto così alcune ricerche sul reame di Afragolignone e su quello che viene definito il suo ducato più importante, ossia Capomazda. Ebbene credo sia interessante porre la nostra attenzione al tipo di cultura e di struttura sociale che domina in quelle lontane terre. Penso di poter affermare, senza temere di essere smentito, che nulla è così diverso da Miral come lo sono Capomazda ed il suo reame. La società Comunale come da noi si è affermata da tempo è invece del tutto aliena ai costumi ed alle convenzioni di quel popolo. La sovranità popolare lì è un concetto paragonabile a quello di una favola. Pochissimi detengono il potere laggiù e impongono questo discutibile diritto con la rivendicazione della propria nobiltà. Ed un ruolo vitale lo detiene la Chiesa, che legittima le pretese ed i privilegi di quelli che vengono definiti i Grandi di Afragolignone, ossia gli aristocratici. In un simile contesto, per non destare sospetti, occorrerà un piano preciso e perfetto che ci consenta di mischiarci a quella gente e sembrare come loro. O almeno non apparire pericolosi ai loro occhi.” Guardò Riccado. “Converrete con me, immagino.” “Perfettamente.” Annuì lo storico. |
"Forse avete ragione Priore Tommaso, e sono pure sotto pressione in quella Corte..lasciamo perdere queste leggende..ma ora io mi affido a voi e vi chiedo consiglio..cosa devo fare di questa collana...potrebbe essere stato un avvertimento? Perchè trovarsi nella mia camera..voi credete al caso? E pensate sia un caso o un segnale?" lo guardai perplessa...avevo un ciondolo che legava i Taddei a Suession e forse ai miti del Lagno..e come mai? Cosa avrei dovuto fare..il Lagno lo avevo navigato eccome con la Santa Caterina.
|
La serra era un luogo che amavo molto...mi ricordava la serra che avevo sull' isola......avevo dei fiori stupendi...qui invece avevo deciso...insieme con Fra Elia di coltivare piante particolari.....per la cura di alcune malattie...e mentre recidevo alcune piantine....sentii ancora quei versi.......poi...il silenzio....che duro' molto poco in verità Tilde come una folata di vento invernale...entro' nella serra......dandomi nuove notizie sul mio sposo....stava facendo un bagno...doveva essere stanco......e poi..la notizia che mi lascio' senza fiato ....il Bardo aveva bussato al nostro castello....pulii le mani sporche di terra sul mio grembiule...." Siete una donna speciale Tilde......come potrei mandare via un uomo che ci chiede riparo.......ieri sera a palazzo avrei ucciso per quel povero uomo.........fallo accomodare in cucina...e fallo rifocillare...aspettatemi la'....."....intanto andai verso la mia camera...ed entrai........Nettuno si era tolta la giubba...ed era con la fronte appoggiato al vetro della finestra......." Sei rientrato finalmente.......pensavo che per rivederti dovessi pagare un riscatto...cosi' come si fa con le dame indifese...."....
https://encrypted-tbn1.gstatic.com/i...DQQPnkHur-KAyw |
Sasmondo mi piaceva sempre meno, lo ascoltai in silenzio dire cose che conoscevo benissimo, ma loro non potevano saperlo.
Non si sbagliava, Miral e Capomazda erano completamente diverse l'una dall'altra. "Eppure ho sentito che negli ultimi tre anni molte cose sono cambiate a Capomazda, dalla morte dell'ultimo dei Taddei..." Con indifferenza "Dovremo stare sicuramente molto attenti, servirà un travestimento che noi si riesca a portare senza rischiare di tradirsi..." Mormorai, per poi interrompermi. Sicuramente quegli uomini avevano pensato a delle soluzioni e non toccava a me parlare. Repressi un sorriso nel ricordare i travestimenti nelle varie avventure della Santa Caterina, e mi strinse il cuore al ricordo di quei giorni lontani. |
Il Priore Tommaso restò pensieroso a quelle parole di Altea.
“Ecco qualcosa di estremamente interessante...” disse, con aria assorta “... non più ricerche di spettri e demoni, ma un qualcosa di tangibile, di concreto, reale... chi è perchè ha recapitato a voi questo ciondolo? Potrebbe essere un segnale, o un avvertimento. Magari una richiesta d'aiuto, o forse, soltanto il dono di un qualche spasimante... si, davvero intrigante...” fissò Altea “... vi farò una domanda, ma voi pensateci bene prima di rispondermi... avete a corte qualche corteggiatore? O un qualche avversario, qualcuno che per un certo motivo può avercela con voi? Rifletteteci bene...” |
De Gur, all'arrivo di Elisabeth, si voltò di scatto.
“Si, sono stato trattenuto a corte da varie mansioni da sbrigare...” disse, lavandosi poi in un largo piatto di porcellana “... il tuo comportamento ieri sera non è stato appropriato. Sei apparsa sciocca. Un giorno uno di quegli uomini governerà Capomazda. Vuoi farteli nemici sin da ora? Io non posso difenderti da una loro possibile ostilità, Elisabeth. Lo sai bene questo.” |
“Si, è vero.” Disse Samondo a quelle parole di Clio. “Molte cose sono cambiate e forse altre ancora cambieranno a Capomazda. In meglio ritengo, visto che reputo il governo dei Taddei molto simile ad una dominazione, ad un dispotico potere che di illuminato non ha nulla. Anzi, molte cose mi spingono a credere che adesso o mai più si potrebbe tentare di prendere almeno una di quelle spade.”
“Perchè mai?” Incuriosito Azable. “Perchè con la fine dei Taddei” spiegò Samondo “è terminata anche quell'atmosfera di superstizione e predestinazione che dominava laggiù. Tutto ciò che fa parte della loro stirpe, partendo dal mito del loro eroe eponimo, è coperto da un'aura leggendaria, quasi sacra. Adesso invece i due contendenti che si battono per il potere hanno bisogno di fondi per finanziare le loro armate, essendo praticamente legate da accordi privati, dandoci così un forte vantaggio... tutto è in vendita. Compresi, anzi soprattutto, i cimeli dei Taddei. Spade comprese.” “Eccellente!” Esclamò Azable. “Allora potremmo fingerci esperti d'armi...” mormorò Riccado. |
Annuii.
"Concordo, con i Taddei al potere non saremmo nemmeno riusciti ad avvicinarci ad un tale cimelio..." pacatamente, per poi voltarmi verso Riccardo "Non sembra affatto una brutta idea.. tanto più che lo siamo davvero... Ma cosa ci avrebbe portato a Capomazda? Potremmo essere dei mercanti, ma dovremmo avere delle armi particolari da vendere..." pensierosa. |
Rimasi allibita alla domanda del Priore.."Come vi ho detto, io ho sempre vissuto nella mia dimora a Las Baias, tornavo solo quando sapevo l' Arciduca era a corte per stare piacevolmente in sua compagnia e pure lui..fu ospite da me..quindi dopo la proclamazione del nuovo Arciduca venivo in queste occasioni e ora sono qui da tre giorni ma io ho trovato lo scrigno appena arrivai e nemmeno sapevano di me...Spasimanti? Niente di chè, anni fa il capitano Velv mi propose di sposarlo ma lo rifiutai proprio per il mio amore per l' Arciduca..e poi vi è mio cugino Tommaso, beh..ogni tanto cadiamo in tentazione "abbassai gli occhi arrossendo "Ma lui non ha mai detto di amarmi".
"Fino ora ho solo vissuto la solitudine in Amore anche se quando Guisgard era con me era come vivere una favola d' amore per me". Gli occhi si arrossarono.."Pure Dominus era mio nemico perchè fuggii da Corte per aiutare Guisgard..ora mi sono fatta i nemici a Corte..i signori...penso vogliano me ne vada al più presto ma io la collana la trovai prima di conoscerli e nessuno mi aveva mai visto a Corte fino tre giorni fa...e trovo uno strano cambiamento in mio nonno, Mandus de Bastian, lui era il migliore amico dell' Austero e ora lo rinnega e sembra detestarmi..sembra lo abbiano ipnotizzato". Sospirai.."Altro proprio non vi è..altro no.". Poi pensai un attimo.."Ah ricordo, appena arrivata quel triste giorno ricevetti una lettera da un ammiratore segreto e nemmeno la aprii e l'Arciduca mi prendeva in giro chiedendosi se lo avrei scartato a priori come tutti..ma se pensate fu il giorno della morte di Guisgard..si sarebbe fatto vivo quell'ammiratore di nuovo". Sorrisi e poi ammutolii..se ancora vi era quell'ammiratore appunto. Sei folle..Non era Lui..ti diceva sempre eri una ottima amica, ma assieme eravamo felici. |
Certo.....non mi aspettavo di essere difesa da nessuno......forse mi aspettavo che mio marito.....me lo dicesse con altre parole..." Hai ragione...De Gur......sono stata una sciocca....ma non ieri sera...sono stata una sciocca qualche tempo fa.....ma allora tu eri un'altra persona...hai costruito una zattera dal nulla per portarmi in salvo........mi hai cercata...in quel posto sperduto dove Pileo ci aveva condotti......ma erano altri tempi..ora sei il grande De Gur........tranquillo...non ti deludero' piu'...rimarrò buonina in questo posto......sino a quando anche la mia presenza non ti infastidirà.......anzi ...facciamo così...andro' a vivere al convento......Spero che un giorno comprenderai cosa vuol dire perdere chi si ama.......per una maledetta poltrona...su cui non sarai tu a sederti...."......incomincia a mettere qualche vestito in una sacca...mi tremavano le mani.....non aveva capito nulla.......
|
L'incontro, di per se è un segno, sia esso di natura umana, Divina o demoniaca; in ogni caso, l'incontro, e già la richiesta di esso, ci mette alla prova, vuole donarci qualcosa, se non altro la nostra stessa forza di volontà.
Anni addietro, proprio un incontro mi aveva fatto abbandonare la pace dei boschi, e ancor prima, in un'altra vita, sempre un incontro aveva mutato uno scapestrato figlio di nobili in un umile servo di Cristo.......Ora, ancora una volta, l'Occhio del Fato si volgeva verso le mie modeste spoglie, e il consueto giro di ronda del Capitano delle Guardie, cambiava pelle, trasformandosi in misteriosa richiesta di ignoto interlocutore. Invero, l'Altissimo continuava, come sempre, a mostrarmi la sua grandezza. -Incontrerò coloro che mi cercano- risposi con voce bassa e roca, -Grazie per aver portato il messaggio- |
Riccado annuì a quelle parole di Clio.
“Si, credo sia una buona idea la vostra.” Disse alla ragazza. “Magari spacciandoci per mercanti d'armi, nonché esperti, potremmo entrare a Capomazda senza destare sospetti.” “Si, potrebbe andare...” fece Morice “... dopotutto quegli uomini hanno bisogno di armi per i loro eserciti privati.” “Però occorrono armi speciali.” Mormorò Samondo. “Altrimenti non vedo come si possa attirare l'attenzione di quei condottieri.” “Abbiamo un'unica possibilità...” a tutti loro Riccado “... portare a Capomazda armi uniche.” “Ma non credo spuntino come funghi.” Sarcastico Samondo. |
Sorrisi, lieta che la mia idea fosse piaciuta.
"Concordo con voi.." a Riccardo "Credo sia l'unica possibilità...". Mi voltai poi verso Samando "No, certo... ma basta sapere dove cercarle.. e se non ricordo male voi siete esperti in questo, visto l'interesse di messer Azable per le armi particolari.." alzai le spalle "Io stessa ne ho acquistate di singolari dai Marzi, anche di recente..." pensando al Wakataki "Più che la difficoltà nel trovarle, credo piuttosto che sia piuttosto dispendiosa una simile azione.." pensierosa. |
De Gur restò a fissare Elisabeth nell'atto di preparare i suoi bagagli.
“Non essere sciocca.” Disse avvicinandosi a sua moglie. “Vuoi davvero farci diventare la coppia zimbella del ducato?” Prendendo la sacca, impedendogli così di continuare. “Non capisci che non siamo più sulla tua isola? Ora io sono De Gur e tu mia moglie. E sto facendo di tutto affinché quella poltrona possa dare benefici anche a noi, indipendentemente da chi si siederà sopra.” La prese per le braccia, facendola voltare verso di lui. “Non vuoi essere la moglie del Gran Maresciallo del ducato? O magari diventare baronessa? Allora smetti i panni caritatevoli che ti sei cucita addosso. Non sono i poveri ed i reietti che ci garantiranno una posizione privilegiata ed una vita agiata. Lo capisci?” |
“Già...” disse Samondo a quelle parole di Clio “... e dunque se non vogliamo dissanguarci credo occorra trovare il modo di poter avere armi degne di attirare l'attenzione dei Capomazdesi.”
“Forse la soluzione non è poi così lontana...” fece Morice. “Ossia?” Fissandolo Samondo. “Milord, voi avete armi uniche...” Morice ad Azable. “Certo.” Annuì orgoglioso questi. “Le migliori.” “Dunque saranno alcune di esse ad aprirci le porte di Capomazda.” Sentenziò Morice. “Come sarebbe a dire?” Stupito Azable. “Milord, fingeremo di vendere parte della vostra collezione.” Spiegò Morice. “Non abbiamo altra possibilità se davvero volete mettere le armi su una delle spade dei Taddei.” “Stai scherzando!” Esclamò il signorotto. “Affatto, signore.” Scuotendo il capo Morice. “Ti sei bevuto il cervello!” Gridò Azable. “Forse vi è del buono in ciò che dice...” mormorò Samondo. “Sei impazzito anche tu?” Guardandolo Azable. “Saranno un'esca, nulla di più.” Disse Samondo. “Naturalmente non le daremo a nessuno. Ma saranno il nostro biglietto da visita.” “Mai!” Categorico Azable. “Allora dovrete rinunciare, milord.” Replicò Samondo. “Chi mi garantisce che non le perderò?” Nervoso Azable. “Noi, milord.” Rispose Samondo. Azable si sedette pensieroso. |
Ascoltai le parole di Riccardo e Morice, in silenzio, annuendo appena.
In effetti ci avevo pensato anche io a quella soluzione, ma immaginavo che non sarebbe stato facile convincere Azable a cederci alcune delle sue armi. Io non ero affatto sicura che sarebbero tornate, così come non ero sicura che sarebbero tornati quegli uomini. Dovevo ricordarmi di restare più distaccata possibile, quello che contava era salvare Parusia e Mia Amata, a qualunque prezzo. "Perdonate se mi permetto, milord.." azzardai "Ma io credo che se ben ci pensate, in una colleziona ampia come la vostra ci saranno pure delle armi molto particolari che però ai vostri occhi hanno meno valore di altre...". |
Le parole di Clio fecero riflettere Azable.
“In effetti...” disse “... si, in effetti vi sarebbero armi che ho messo sempre più da parte in questi anni... ma che ad occhi pochi esperti potrebbero suscitare un qualche entusiasmo...” “Ottimo.” Annuì Morice. “E sia, si potrebbe fare...” mormorò Azable “... ma hanno comunque un certo valore quelle armi...” “Non le perderete.” Disse Morice. “Come si dice?” Fissandolo Azable. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” Annuì, come a convincere se stesso. “Acconsentirò. Ma mi cautelerò... farò parte anche io della spedizione.” “Milord?” Stupito Morice. “Verrò anche io.” Deciso Azable. “Non lascerò le mie armi senza alcun controllo.” Guardò Clio. “Venite, mi aiuterete a scegliere le armi da portare con noi.” Sorridendo. “Io vi mostrerò quelle fra cui scegliere e voi deciderete. Siete un'esperta, no?” |
Il Priore Tommaso ascoltò con attenzione ogni parola di Altea.
“Devo dire” disse poi “che avete una vita assai turbolenta, milady.” Sorridendo sarcastico. “Comunque” tornando serio “credo sia una situazione complicata. E di certo dal di fuori non posso che arrancare ipotesi su ipotesi, senza nulla di definitivo. Ma, non so, qualcosa mi dice che questa storia potrebbe nascondere qualcos'altro...” “In che senso?” Domandò il diacono. “Oh, come detto sono solo ipotesi” rispose il Priore “ma non mi sento di scartare nulla.” “Non vi seguo...” perplesso il diacono. “E' difficile a dirsi...” pensieroso il Priore “... ma forse tutto ciò potrebbe essere collegato alla morte degli Arciduca... ammesso che vi siano legami fra quei due luttuosi accadimenti...” “Perchè dite questo?” Chiese il diacono. “Perchè semplicemente le coincidenze non mi hanno mai convinto.” Spiegò il Priore. “Milady...” ad Altea “... verrò con voi a Capomazda e cercheremo di spiegare questa curiosa situazione.” “Come vi presenterete?” Domandò il diacono. “Non so... magari potrei spacciarmi per il confessore di lady Altea.” Fece il Priore Tommaso. http://www.canalecinema.it/wp-conten...edellarosa.jpg |
Azable dunque sarebbe venuto con noi, e non sapevo se era un bene o un male per me.
Una cosa era certa: dovevo stare attenta e non tradirmi in nessun modo, perché anche se io ero lì per controllare loro e l'impresa stessa dall'interno, era altrettanto vero che loro avrebbero controllato me, com'era normale visto che non mi conoscevano. E se avessero saputo tutto di me, mi avrebbero controllato il doppio. Osservai stupita Azable a quelle parola. "Come desiderate.." annuendo "Anche se credo che sia Morice il più esperto d'armi..". Ci mancava solo scavalcare qualcuno della squadra appena arrivata. |
“Morice” disse Azable a Clio “mi è fedele da anni e una buona regola è quella di non generare mai situazioni troppo complicate.” Sorrise e congedò tutti loro, tranne la piratessa.
Le fece poi cenno di seguirlo. Azionò il passaggio segreto e un attimo dopo i due si ritrovarono in una sala longitudinale, piena zeppa di armi. “Ecco...” indicando una serie di armi inchiodate alla parete “... qui ci sono armi caratteristiche, ma che col tempo hanno visto calare il proprio valore sul mercato. Tuttavia sono armi particolari e magari qualche collezionista un giorno potrebbe offrire un bel gruzzolo per averle. Ecco, vedete se fra queste qualcuna attira la vostra attenzione.” Davanti a Clio vi erano armi di ogni genere e forma. Pistole a tripla canna, archibugi a trombone, alabarde slave con punte estraibili, scudi con lame nascoste, giavellotti sparapunte, mazze ferrate con fucili nascosti all'interno. Ma tra esse la piratessa notò qualcosa di particolare. Una piccola spada chiusa nel fodero, con una chiave ricamata sulla guaina. |
Galgan completò le sue mansioni in caserma e poi, verso il tardo meriggio, quando la sera non era più così lontana, raggiunse la locanda del Bivio, dove molti militari finivano per andar a spendere i propri guadagni.
E nel vederlo arrivare, subito il locandiere si avvicinò per assegnargli un tavolo confortevole, vicino al camino acceso. Quell'ambiente era ben affollato e rumoroso. Ma poi, dopo un po', due individui si avvicinarono al tavolo di Galgan. “Salute a voi, cavaliere...” disse uno dei due, per poi sedersi. E lo stesso fece l'altro. “Amate la caccia alla volpe, messere?” Chiese quello che aveva parlato. “O forse patteggiate più per i seguaci che danno ad essa la caccia?” |
Annuii ad Azable e lo seguii in un passaggio segreto che portava in una sala piena zeppa di armi.
Sgranai gli occhi, incredula: armi di ogni tipo se ne stavano lì, in bella mostra, e non armi qualsiasi, ma le più particolari che avessi mai visto. Le osservai estasiata, finchè qualcosa non attirò la mia attenzione: una piccola spada, con una chiave ricamata sulla guaina. "Sono bellissime, e sicuramente ci faranno fare un figurone a Capomazda.." mormorai, osservando quelle che più mi attiravano, sebbene fosse davvero difficile scegliere. Il mio sguardo, però, cadde di nuovo su quella spada. "Curiosa questa spada.." dissi ad alta voce "Ha come l'aria di essere diversa dalle altre armi che sono qui dentro, anche se non saprei spiegare il perché.. cos'ha di particolare, se posso chiedere?". |
Azable sorrise a Clio e prese l'arma indicata dalla ragazza.
“A vendermela” disse il signorotto “fu un vecchio armaiolo. Un tipo curioso, strano. Disse serviva per giungere a qualcosa di straordinario.” Ed estrasse quella piccola spada dal suo fodero ricamato. Si mostrò così per quel che era. Attaccata sull'elsa vi era una grossa chiave e non una lama. “In pratica” continuò Azable “non è un arma, ma una sorta di chiave per aprire non so cosa e trovare poi chissà che.” Rimettendola nel fodero. Ma prima che il signorotto la rimettesse dentro, Clio notò alcune parole incise sulla chiave. |
Restai sorpresa alla vista di quell'arma, e ancor più meravigliata quando la aprì, rivelando una chiave dove mi sarei aspettata una lama.
"Davvero singolare.." mormorai "In effetti, a prima vista, sembrava stonare con tutte queste strane armi, e invece lo è ancor di più..." mentre stava per rimetterla nel fodero, notai alcune parole incise sulla chiave. "E ha anche un'incisione, che cosa dice?..." esclamai "Deve avere una storia alle spalle... davvero curioso... adoro le armi con una storia..". Non osavo chiedere ad Azable di poterla prendere e osservare, ma sperai che mi permettesse di leggere la scritta, perché ero sempre più incuriosita. |
A quelle parole di Clio, dato il forte interesse della ragazza, Azable, da buon collezionista, compiaciuto sorrise e poi tornò a sfoderare quella curiosa arma.
Di nuovo mostrò alla piratessa la chiave sull'elsa e con essa anche la scritta incisa sopra, che così recitava: “Nella chiesa della Scafatella celata ove son la Luna e la stella, troverai giù, in fondo a quel pozzo, la figlia di un metallo non più tozzo. Bada che nell'ara di pietra è ben chiusa, tra l'acqua che si increspa all'aria soffusa.” |
Mi strappo letteralmente la sacca dalle mani........ma l'atto brutale non venne dall'azione...quanto dalle sue parole......Se io me ne fossi andata ...saremmo diventati lo zimbello di corte.........Una vita agiata, ma di cosa stava parlando, quell'uomo non era Nettuno...era De Gur....." Tu...non sai neanche quello che dici De Gur.....io ho vissuto con un estraneo sino ad ora.......mi hai presa in giro, dimmi ...perchè mi hai aiutata a mettere su un ricovero per i poveri....mi hai aiutata col mio laboratorio per le erbe medicinali.......anche allora ero una che andava dietro agli stracci....cos'e' cambiato........Non me ne frega niente di divenire baronessa gran duchessa...di abiti belletti e valletti volta faccia.....Ti ricordo......che ero Signora della mia terra...ti ricordo che prima che io poggiassi i piedi a terra.....c'era chi li immergeva in acqua di rose.......ma la differenza stava nel fatto....che mai nessuno si e' arocato la presunzione di essere migliore di un altro.......il fatto di essere al di sopra delle parti era solo perchè avevo una dote che altri non avevano...e la mettevo al servizio...del mio popolo.....io proteggevo loro e loro proteggevano me........".........mi sedetti sul letto....era un momento a cui mai avrei pensato di arrivare........" Giusto...per farti stare meglio......stamattina al nostro castello ha bussato un Bardo.....già..magari simile a quello di ieri.....lo stiamo ospitando...e' in cucina e si rifocillando......siete stato un buon maestro..e' troppo tardi per riportarmi sulla retta via......"......." Speravo fosse tornato a casa....con la voglia di stare con me....di ridere...di chiacchierare......non mi hai chiesto neanche cosa ci siamo detti con Lord Gvineth........ho il presentimento che mi venderesti a lui...per ottenere quello che vuoi........".....volevo mortificarlo...volevo fargli male...tutto il male che mi stava facendo
|
Lo sguardo perplesso del Priore...rifletteva...univa i tasselli per poi esporre le sue supposizioni alquanto allarmanti.
"Coincidenze dite?Dite che tra la morte di Taddeo l' Austero e Lord Guisgard vi sia un qualcosa che li unisce, qualcosa già avvenuto? Sono a vostra disposizione, sono giunta a Capomazda solo per svelare il mistero della morte dell' Arciduca e tentare ancora di non far morire ciò che aveva fatto" sospirai guardando fuori dalla finestra "Dovete però sapere le cose sono cambiate da quando sono arrivati questi tre uomini per il potere..in nome di cosa proprio non lo...essi si divertono a sbeffeggiare la stirpe taddeide, rifiutandola, mi sono giunte voci vogliono vender tutto quello appartenuto ai Taddei..vi rendete conto dello scempio? Infatti io sto cercando di avere la stanza dell' Arciduca Guisgard con oggetti compresi..non scenderei mai a patti per finanziare questi uomini..ma non voglio nulla vada perso di lui..magari dentro vi potrebbero essere indizi..sono disposta a pagare, mio padre, il duca Tibaldo de Bastian mi ha lasciato un grande lascito prima di partire a Sygma e poi gli scriverò del motivo per cui ho usato i soldi..di vestiti e gioielli ne ho, non sono una dama di corte che ama solo apparire ma legata ai suoi valori. Ma se il diacono si trova a Corte penso non sia un problema per voi fingervi mio confessore". Io e il priore ci guardammo negli occhi..."Si, vi è una altra cosa importante devo dirvi..vi sembrerà strano come ai miei soli quasi 24 anni io abbia vissuto tutto questo...e da giorni è un tormento. Io sono sygmese..la mia famiglia è una nobile famiglia di quelle terre legata ai Principi di quelle terre..mio nonno si chiama Mandus de Bastian e si trovava là quando l' Arciduca da piccolo fu rapito..diceva sempre ci aveva giocato assieme..e poi dopo il rapimento, mio nonno e mio padre assieme a mia madre seguirono l' Austero per fedeltà, una profonda amicizia li aveva uniti ed erano certi di trovare quel bimbo...cosi non fu e quando io nacqui, seconda di cinque figlie, l' Austero il giorno della mia nascita assieme a un notaio, mio nonno, mio padre e pure Dominus firmarono un atto notarile e penso sia in possesso di mio nonno...in pratica io ero destinata sposa a Guisgard per volere del Duca. L'Austero mi allevò con amore e mi diede i migliori maestri degni di una Granduchessa...poi arrivò quella morte..ovvio io ero bambina e non potevo saperne le dinamiche ma il Duca lo notavo sofferente..egli fece in modo dopo la sua morte di crescermi e continuare quella istruzione. E' scritto in quel patto..e pure a Guisgard glielo dissi..che io avrei governato su Capomazda su volere dell' Austero anche se non sposata al Duca". Chiesi un bicchiere di acqua anche per far pensare il priore sulle mie parole e non confonderlo.."Quando Guisgard arrivò a Corte davanti a Dominus sfidandolo..ecco..l' Arciduca mi liberò dal patto..a voce...ovvio più volte mi disse non poteva obbligarmi a sposarmi ma io lo amavo come lo amo ancora nel suo ricordo..è un Amore Vero e Puro. E mi chiedo se basta una parola a liberare da una patto notarile matrimoniale..giorni fa dissi a mio nonno della volontà dell' Austero di essere la sovrana ma egli rispose indifferentemente dicendo Guisgard mi aveva appunto liberato dal patto ma non dalla decisione dell' Austero di volermi guidare Capomazda..mille sospetti malsani mi sono venuti in mente..quel patto era stato fatto per la amicizia che li legava, e ieri sera mentre il mendicante parlava del suo migliore amico lui non muoveva commozione al ricordo..non voglio pensare mio nonno era solo interessato al volere politico e ora fa il grande amico di Lord Cimmiero reguardendomi..il trono spetterebbe a me? Mio padre non ha mai detto nulla ma è stato leale, se ne è andato a Sygma all' arrivo di quei tre individui..l'unico meno buffone sembra lord Gvineth ma ho imparato pacatezza non è sinonimo di non furbizia, potrebbe tramare di nascosto..si fanno la guerra a vicenda..una delle due fazioni cadrà..e non si saprà come..lotta politica? Rapiscono Guisgard e sale poi Dominus non legittimo erede...muore Guisgard e salgono esseri venuti non so da dove..ma penso devo essere accondiscendente altrimenti non arriveremo a scoprire la verità". Finii di bere e posai il bicchiere.."Bene, avete intenzione di venire con noi subito oppure dovete prepararvi..io posso aspettarvi..o verrete solo?" e gli sorrisi...era un sollievo, ora vicino me avevo un uomo di cui fidarmi e giusto..e forse quella collana ne aveva contribuito. |
Lessi quelle parole più e più volte.
Scafatella.... Perché mi ricordava qualcosa, sembrava una parola vagamente capomazdese. "Metallo non più tozzo..." Mormorai pensierosa "Ara di pietra.." Tra me e me. E se fosse stata un indizio per trovare Parusia? Dovevo rivelarlo oppure no? Forse era meglio non rischiare e tenerlo per me, se avevo più informazioni di loro ero in vantaggio, dopotutto. Non mi sarei stupita se Parusia fosse nascosta in una chiesa, anzi. Lessi ancora quelle parole, per imprimerle nella memoria, e sorrisi ad Azable. "Interessante, sembra proprio la mappa di un tesoro.." Sorrisi "Non so se potrebbe esserci utile portarla con noi.." Guardandomi intorno "Ma sicuramente quelle possono esserci utili.." Indicando delle armi particolari, che avrebbero sicuramente attirato l'attenzione. E se poi ne avessi bisogno? "Anche se.." Tornando a guardare quella che sembrava una piccola spada "È talmente particolare da riuscire a colpire la gente.. Voglio dire, se qualcuno ci chiederà di mostrare questa spada, beh, rimarrà alquanto sorpreso nel vedere cosa nasconde in realtà, e capirà che abbiamo armi fuori dal comune...". |
-Buona sera, messeri-
risposi, lievemente scostante, ai due nuovi sopraggiunti, poi rimasi ad ascoltarli, fissando un punto indefinito davanti a me.......Chissà, forse fissavo me stesso, quel me stesso che ero e quello che, forse, sarei stato un giorno. Siamo gusci di noce in un mare in tempesta, avrebbe senso il non seguire un buon vento, quando questo ci viene offerto? Pertanto, tra me, esibii un mezzo sorriso, in ricordo di quanto fu, che aveva determinato quanto era, e risposi: -Invero, se per volpe intendiamo l'astuto Reynard dal vello di porpora, in passato, molto mi dilettai al suo tormento, e molta della barbarica gioia di un giovane, fu dovuta alla sua dipartita- sospirai; -Quei giorni sono finiti; ho fatto voto all'Altissimo, non parteciperò più ad alcuna battuta di caccia, eccezion fatta per esemplari di stazza non inferiore a fratello Orso, o al re Cinghiale, ma solo in caso di necessità, e battendomi con lui da pari a pari, spada alla mano, senza ausilio alcuno- Bevvi un sorso d'acqua, prima di riprendere; -Diverso è il discorso, se la volpe di cui discorriamo non è Reynard, ma bensì animale d'umani sembianti; in tal caso, potrei conoscerne i peccati- |
“Si, sono d'accordo.” Disse Azable a Clio. “Può darsi che quest'arma faccia al caso nostro.” Indicando la spada a chiave. “Porteremo quest'arma con noi, insieme a quelle altre.”
Chiamò alcuni servitori e fece preparare le armi scelte. Poi con Clio lasciò quella stanza, per ritornare insieme agli altri. “E' deciso.” Sentenziò il signorotto. “Partiremo domani stesso. Samondo e Morice, occupatevi dei preparativi.” Sorrise. “Bene, signori, si va a cena, per poi andare a prepararci. Partiremo domani all'alba.” E fu servita la cena. |
Annuii ad Azable, e lo seguii fuori da quella stanza.
Così, tornammo dagli altri, e il signorotto diede indicazioni per l'imminente partenza. Io ero sempre più inquieta, pensavo alle parole di quella spada, alla delicata missione che mi si prospettava, me soprattutto pensai che tra poco tempo avrei rivisto Capomazda, la sua campagna ricca di magia, le sue città pittoresche, la superba capitale. Avevo sempre pensato che non ci sarei mai tornata, non dove ogni cosa mi avrebbe ricordato lui, quei momenti rubati ma tremendamente felici, e poi il dolore di quella che sembrava una notte infinita. Ma tornavo per un buon motivo, non potevo fingere di non aver sentito e tirarmi indietro, a questo dovevo pensare, che lui non avrebbe esitato a fare lo stesso. Eppure sapevo che non sarebbe stato facile, anzi, ma avrei tentato in ogni modo. Cenai in silenzio, sorridendo di tanto in tanto alle conversazioni della sala. Nessuno doveva vedere l'inquietudine e il tormento del mio cuore, ed ero diventata brava a celare le mie emozioni. |
La cena si svolse tranquillamente, tra conversazioni legate alla missione ed altre più futili.
Poi terminò ed ad ognuno Azable chiese di ritirarsi nella propria stanza, per riposarsi ed essere così in forma per la partenza. Ed anche Clio, naturalmente, fu accompagnata nella sua camera. Era ormai notte e la nebbia era calata sul castello, disegnando uno dei più tipici ed evocativi scenari miralesi. Ma se tutto apparentemente sembrava sereno, quella notte pareva invece celare nel suo ventre una soffusa inquietudine. La piratessa si stese nel suo letto e poco dopo cadde addormentata. La campagna era avvolta dalla nebbia che velava ogni cosa, rendendola confusa, mutevole, sfuggente, enigmatica. Clio la percorreva a cavallo, accompagnata dai Montanari. Poi, ad un tratto, si ritrovò a galoppare da sola. Ed anche lo scenario intorno a lei era cambiato. La campagna infatti aveva assunto tutt'altro aspetto. Era quella di Capomazda. Solo la notte però pareva essere rimasta intatta. E nella notte quella campagna aveva assunto fattezze sinistre. Poco dopo la piratessa si ritrovò in un piccolo borgo, non diverso dai tanti che aveva visitato a bordo della Santa Caterina. E quando raggiunse il suo centro, Clio vide una chiesa, con la sua campana che scandiva le ore. “E' morto l'Arciduca...” disse qualcuno da lontano “... presto, portatelo nella cripta per seppellirlo, prima che il demone ne faccia scempio...” “No, fermi!” Un'altra voce lontana. “Lui amava Sygma e là voleva essere seppellito!” Clio si svegliò. Ormai albeggiava. |
Mi svegliai all'alba, mentre la cupa atmosfera del sogno ancora mi perseguitava.
Sembrava che non riuscissi a trovare pace neanche nel sonno. La sua tomba... Non avevo osato pensarci il giorno prima. Eppure era là, da qualche parte: volevo davvero vederla? Vedere il suo nome scritto sulla fredda pietra? Quel nome che avevo sussurrato, invocato, amato, che ancora faceva accelebrare i battiti del mio cuore. Avevo evitato di immaginarla per tutto quel tempo, per quello ero fuggita. Così lontana potevo immaginarlo nel suo palazzo, immerso in quelle faccende incombenti di cui non osavo chiedergli nulla, ma non in una cripta. Non sapevo nemmeno dove fosse, per quanto ne sapevo io poteva essere davvero a Sygma. Sperai vivamente che Mia Amata fosse con lui, ma immaginai che un bene tanto prezioso sarebbe stato agognato dai nuovi signori. Un bel modo per iniziare la giornata. Fissai il soffitto per un lungo istante, per poi sospirare. "Quando ti dico di visitare i miei sogni intendo qualcosa di un po' più allegro, nè.." Mormorai pianissimo, sorridendo appena. Ma la Morte era la protagonista dei miei sogni ormai da molto tempo. Così mi alzai, non potevo indugiare oltre, e mi preparai per la partenza. Indossai un raffinato abito verde scuro, con le maniche strette e un ricamo a fiori sul corpetto, comodo per cavalcare perché nascondeva degli attillati calzoni neri, e non troppo appariscente, sopra l'abito un mantello nero. Vestire da donna mi permetteva di non dare nell'occhio, anche se, come sempre, ero armata di tutto punto, cingendo anche la spada al fianco. Ero un'amaiola dopotutto, era tutta pubblicità. Raccolsi le mie cose e scesi nel salone, pronta per la partenza. |
Clio si alzò e si preparò per la partenza.
Anche se l'angoscia data da quel sogno era ancora tangibile. Il gruppo lasciò allora il castello, con Azable a bordo di una lussuosa e ben armata carrozza. Ma quando dal maniero raggiunsero una torre vicina, vi trovarono ad attendere un uomo alto e con indosso un'uniforme. “Signori...” disse Azable al gruppo “... questi è il mio luogotenente, Yanes. Ci seguirà fino a Capomazda. Egli è un'ottima guida.” “I miei omaggi, signore.” Yanes con un inchino di saluto ad Azable. Ora il gruppo era completo e riprese così il cammino. “Yanes è un buon conoscitore degli usi Capomazdesi.” Azable al gruppo. “Avete domande da porgli in merito a ciò? Egli sa molte cose su quella terra.” |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.37.48. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli