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Fu un attimo.
Il sibilo, la spinta di Kostor che mi fece perdere l'equilibrio e finire a terra, il tonfo del soldato morto. Con un'agile capriola mi rialzai, come avevo fatto mille volte. "Maledizione..." Imprecai, risalendo in sella "Maledetti vigliacchi..." Ad alta voce. "Se è la guerra che vogliono, avranno pane per i loro denti.." Guardandomi attorno per poi voltarmi verso Kostor e rivolgergli un riconoscente cenno del capo. "Grazie fratello.." Con un sorriso. |
A quelle parole di Gaynor alcuni di quei fuorilegge fischiarono, altri risero, altri ancora si scambiarono eloquenti occhiate.
“Beh, non è facile stabilire un degno tributo per voi, milady.” Disse colui che sembrava essere il capo della pittoresca combriccola. “Essendo io un duca o un sovrano di questi boschi, con al seguito questa degna corte di compari...” indicando i suoi che subito mostrarono vistosi inchini alla dama “... devo ben pesare coloro i quali si apprestano ad attraversare questo mio bucolico feudo... devo dunque comprendere bene voi chi siate... allora ditemi... siete forse un'amante del grosso e goffo barone Ferico? O magari una protettrice del famelico suo messer Maresciallo?” “In tal caso” gridò un altro dei briganti “non c'è tributo davvero alto da pagare!” Tutti risero. “Perdonateli, madama.” Il capo a Gaynor. “Sono spavaldi e scanzonati, come del resto appaiono tutti gli uomini che assaporano la libertà dopo un periodo di privazioni ed ingiustizie. Ma torniamo a noi... vi garberebbe dunque informarci circa la vostra identità? Nel frattempo permettete che sia io a porgervi una degna presentazione... noi siamo, madama, la famigerata ed inafferrabile banda di bricconi chiamata la Freccia Gigliata.” E di nuovo si udirono fragorose risate. |
Betta rise a quella domanda di Dacey.
“In verità...” disse poi avvicinandosi alla principessa con un tono confidenziale e vagamente complice “... si, ne ho uno. Ad essere sincera non potrei vivere senza un uomo accanto... è uno dei soldati del Maresciallo... il suo nome è Pugno.” Rise di nuovo. “E tu? Tu non hai qualche spasimante nella tua isola? O magari più di uno, visto sei una principessa? Ho udito che nelle vostre terre gli uomini possono avere più di una moglie. Vale anche per le donne?” |
Mi sedetti vicino alfuoco che avevo evocato poggiando le spalle contro un albero.
Lo scenario era terribile, si sentivano versi strani e l"atmosfera sembrava quella di quei romanzi celtici che mi leggeva mia madre, inquietante ed agghiacciante. Ad un certo punto una pioggia fredda e scrosciante venne giù, inzuppando i miei capelli rossi, i vestiti, tutto. Per fortuna le fiamme erano magiche, quindi non si spegnevano e potevo riscaldarmi un po'. Poi, qualcuno alle mie spalle. Mi guardai intorno, senza però alzarmi. "Chi va là? Chi c'è?" dissi, con voce tremante e stranamente stridula a causa dwlla paura. |
“A buon rendere.” Disse Kostor a Clio.
Tutti però erano all'erta. “Al riparo sotto gli alberi...” uno dei soldati. E tutti si nascosero tra la vegetazione. Restarono così fino a quando la sera non prese il posto del crepuscolo, con il buio che li avrebbe protetti da altri assalti. “Usciamo ad agio...” fece Fagan “... ora non saremo dei bersagli tanto facili...” “Signore, con le tenebre è forse troppo pericoloso restare qui...” un militare. “Si, è inutile rischiare...” annuì Fagan “... quei cani conoscono bene questi luoghi, mentre noi di notte saremmo svantaggiati... torniamo a Monsperon... riprenderemo la caccia domani...” |
<< Pugno. Nome interessante...>> sospirai con un gesto di diniego, << io sono stata promessa sposa alla nascita ma non ho mai visto il mio futuro marito. Probabilmente non succederà prima del giorno delle nozze...e no, non più di uno, questa cosa non vale per noi donne. E gli uomini possono avere quattro donne per mogli. Ma difficilmente lo fanno, ogni moglie va trattata allo stesso modo. Quindi se una vuole un gioiello devono averlo anche le altre... Insomma è molto dispendioso anche per un sultano... Ad ogni modo non è affar mio, ognuno è libero di fare ciò che vuole nei limiti delle leggi imposte.>>
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"Io non sono l'amante di nessuno, milord, e spero abbiate la compiacenza di non mancare più così vistosamente di rispetto ad una dama." Sostenni lo sguardo del capo senza cedimenti. "Non conosco il barone che di fama, e lo stesso è per il suo maresciallo. In quanto a voi, la vita ritirata che conduco a palazzo non mi ha permesso di sentir parlare di voi. Spero non la riteniate un'offesa..." Li guardai tutti, dopodiché smontai dalla sella e mi avvicinai al capo. "Siete dei fuorilegge, dunque... devo considerarmi in pericolo?"
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Ad un tratto dalla vegetazione e dalle tenebre emerse qualcosa.
Le fiamme lo illuminarono e Gwen vide così che era un calesse. “Voi...” disse l'anziano cocchiere “... chi siete? E cosa fate nel bosco a quest'ora?” |
“Io non accetterei mai di sposare un uomo senza averlo mai visto prima.” Disse Betta finendo il suo tè. “Dunque per te, qui o nella tua terre, le cose non cambierebbero molto, giusto? Saresti comunque alla mercé di un uomo che non hai scelto spontaneamente.” Fissando Dacey.
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Finalmente la figura emerse dal buio.
Era un anziano che guidava un calesse. "Oggi pomeriggio ero uscita per trovare un castello nel bosco, ma degli uomini mi hanno rapita e quando sono riuscita a liberarmi era già il crepuscolo e non potevo più seguitare a camminare..." dissi tutto in una volta, con tono accorato. |
<< Cambia tutto invece... L'uomo lo ha scelto la mia famiglia, ha origini nobili e un buon nome e titolo. Consono al mio nome e al mio rango. I miei genitori si sono sposati in un matrimonio combinato e sono molto felici. Perché lo hanno scelto. E io ho acconsentito a questa scelta.
Qui sono una prigioniera, senza possibilità di decisione, vedo ignorato il mio rango, persino una serva come voi non mi rispetta dandomi del "voi". Non so cosa crediate voi occidentali ma una principessa come me, a Mirza, ha molti diritti ed è allo stesso livello del proprio marito. Può prendere decisioni, avere la propria autonomia, gestire le sue finanze. E viene ascoltata nelle decisioni di governo per esempio. Ripeto prima di parlare informatevi sulla mia cultura. E ora uscite e chiamate Messer Jean, ho una lettera da scrivere>> |
“Oh, abbiamo qui una dama virtuosa, amici miei.” Il capo dei briganti ai suoi compari. “Magari una donna di quelle pie e devote, intente a recitare i Santi Misteri del Rosario, a fare opere buone e forse persino a dividere tutto con i poveri.” Fissò Gaynor. “Allora, in tal caso, non siamo molto diversi da voi, milady. Anche noi spesso dividiamo con i poveri i nostri... possiamo chiamarli profitti?” Voltandosi verso i suoi e rivendo sonore risate come risposta. “Vedete?” Di nuovo alla dama. “Siamo dei benefattori. E quanto alla vita ritirata, beh, la nostra non è meno austera della vostra. Voi in un sontuoso maniero, noi fra le querce, gli aceri ed i cipressi di questo bosco.” Divertito. “Mi chiedete se siete in pericolo? Non so... dipende per voi cosa sia più pericoloso perdere... il denaro... o la virtù?”
Di nuovo scrosci di risate avvolsero Gaynor. http://www.cornel1801.com/video/Rob-...on-Rob-Roy.jpg |
“Beh, qui non potete stare.” Disse l'anziano cocchiere a Gwen. “E' notte e ci sono bestie selvatiche in giro. E' pericoloso. Avanti, venite... c'è una chiesetta poco lontano e posso portarvi là per trascorrere la notte. Lì sarete al sicuro.”
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"Vi ringrazio infinitamente" dissi al vecchio e salii sul calesse.
Chi lo avrebbe mai detto che io, pagana, sarei dovuta andare in una chiesa per stare al sicuro? |
Betta si alzò e guardò con sufficienza Dacey.
“Qui non siamo nelle tue terre” disse “e faresti bene ad abituartici. Sei ostaggio del barone e ti consiglio di usare più buonsenso e meno superbia.” Ed uscì. Poco dopo qualcuno bussò. Era Jean che entrò nella stanza. “Ho portato il tutto per la lettera.” Alla principessa. |
Cominciavo ad aver paura, ma quelle parole mi urtarono a tal punto che non potei trattenermi dal replicare. "Ebbene si, sono virtuosa e quando un povero bussa alla mia porta non va mai via a mani vuote... devo sentirmi forse in difetto per questo?" Il tono bellicoso era uscito mio malgrado, sarei diventata vecchia senza riuscire a smussare il mio caratteraccio. "Voglio davvero sperare che non siate così vigliacchi da farmi del male... se sono i soldi che volete, uno di voi mi riaccompagni a palazzo e gli consegnerò ciò che mi chiederete." Mi rivolsi al capo. "Vi siete presentato come un brigante, ma non mi avete detto il vostro nome..."
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Finalmente uscì dalla stanza lasciandomi sola. Sfogai la mia rabbia e la mia frustrazione con un pugno contro la porta.
Quella sciocca sguattera che credeva di essermi superiore. Ci mancava solo lei a rendere più odioso il mio soggiorno. << Avanti >> dissi ancora infastidita dalla conversazione di Betta accorgendomi di Jean. << Oh bene... Vi ringrazio...>> si vedeva quale era il mio stato d'animo, non riuscivo a nasconderlo. Presi carta e penna sospirando, sperando di trovare la concentrazione necessaria per scrivere. << Sarebbe possibile avere un'altra serva al mio servizio per caso?>> mi permisi di domandare |
Gwen accettò di salire sul calesse e partì col vecchio cocchiere.
La pioggia continuava a scendere ed il freddo avvolgeva quel luogo in modo inesorabile. Le ruote del calesse affondavano quasi nel fango che ricopriva il sentiero, mentre l'alone sinistro che attanagliava il bosco non accennava a svanire. Ad un tratto apparvero degli uomini a cavallo davanti al calesse. |
La pioggia continuava a scendere inclemente, mentre sentivo le ruote del calesse marcare a fondo il terreno ormai fangoso e zuppo di acqua.
Ad un tratto intravidi delle figure davanti a noi, sembravano a cavallo, mi chiesi cgh i fossero per avventurarsi con questo tempo di notte nel bosco. |
“Immagino che Betta vi abbia indisposta...” disse Jean a Dacey “... tuttavia vi sconsiglio di imputarvi su simili facezie... potrebbero indisporre il barone ed è meglio evitare... cercherò io di soddisfare ogni vostra richiesta, per quanto possibile... ora sarà bene scrivere questa lettera... il barone domanda a vostro padre seicentomila piastre d'oro per liberarvi... una cifra molto alta, è vero, ma...” fissandola “... io pagherei un intero regno per voi se lo avessi...”
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Strizzai l'occhio a Kostor.
La situazione era tesa, e ci nascondemmo nella vegetazione. Io ero insofferente, odiavo aspettare, decisamente. Poi inaspettatamente il maresciallo decise di riprendere la caccia il giorno seguente. Non mi permisi di controbattere, ma cominciavo a capire perché non li avessero ancora presi, se i tempi erano questi. Avevo ragione io, pensai, serve un piano fatto bene. Così, ci preparammo a lasciare il bosco. |
“E voi” il capo dei briganti a Gaynor “accettereste di svelare l'ubicazione del vostro palazzo a dei birboni come noi? Siete dunque incosciente oppure possedete come marito un valente cavaliere in grado di difendervi?” Sorridendo. “Eh, ma ne dubito... se io avessi una moglie come voi non la lascerei certo girare sola per il bosco... per questo sono pronto a scommettere che voi siete libera come l'aria, oppure sposata ad un imbelle.” Tutti risero. “Però avete ragione... non sta bene negare il proprio nome ad una bella donna... tuttavia non posso rivelarvi il mio, o sarei costretto a tenervi qui per sempre... chiamatemi dunque Capo... eviterà ogni problema tra noi.”
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<< Forse avete ragione... É solo che tutta questa situazione sta mettendo a dura prova le mie capacità di diplomazia. Per non parlare della mia pazienza... Aspettate quanto ? Quanto chiede? Seicento...seicentomila piastre?>> mi sentii male a udire quella cifra. Era davvero alta e benché la mia famiglia fosse ricca, qualcosa nella mia testa diceva che mio padre avrebbe esitato per pagare, o forse non lo avrebbe fatto.
<< Siete molto buono a dirlo... Ma temo che mio padre non sarà dello stesso vostro avviso... Io sono la sua prima figlia certo...ma sono una femmina e...e il mio valore é inferiore a quello dei miei fratellini...>> Avevo paura di chiedere cosa mi sarebbe accaduto in mancanza di un pagamento. << Meglio che mi metta a scrivere...>> e iniziai, mettendoci tutto il cuore e la enfasi possibile. Iniziai parlando alla mia famiglia, dicendo loro quanto li amavo e quanto mi mancavano. Quindi narrai del mio rapimento e del viaggio fino al castello, assicurando di essere stata trattata bene e garantendo loro che non mi era stato fatto nulla di deplorevole. Ripresi con altre frasi dirette alla famiglia, per far leva sui loro sentimenti, implorandoli di pagare, di trovare quei soldi anche rivolgendosi alla famiglia di mia madre o a quella del mio sconosciuto promesso sposo. Tutto era racchiuso in quella lettera. Tutta me stessa. Ci impiegai un po', dovendo scrivere in una lingua non madre. Infine firmai e apposi il mio sigillo, ma prima passai la lettera a Jean, come promesso. |
“Ancora nulla...” disse uno degli uomini a cavallo al cocchiere accanto a Gwen “... sembra essersi volatizzata nel nulla quella dannata bestia.”
“Io ho trovato questa ragazza” il cocchiere indicando Gwen “e ora la porto alla chiesetta.” “Il sentiero è impraticabile.” L'uomo a cavallo. “Ci sono tagliole ovunque.” “Come possiamo proseguire?” Chiese il cocchiere. “Non da qui.” Scuotendo il capo l'uomo. “L'unico luogo che può accoglierla è il vecchio maniero...” |
"È meglio svelarvi dove vivo o rischiare di morire nel bosco? Una casa senza padrona non è che quattro alte mura senz'anima..." Sorrisi allora anch'io. "In effetti un marito lo avevo, ma è stato tanto tempo fa... non ho più sue notizie da dieci anni, potrebbe anche essere morto, per quel che ne so... e per quel che m'importa, soprattutto..." Guardai allora il brigante negli occhi. "Ditemi dunque, Capo, cosa volete da me?"
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Sentivo gli uomini parlare.
Parlavano della bestia, che avevo visto scappare e ppi perso di vista, e del sentiero che era impraticabile. Poi, un vecchio maniero. Possibile che fosse... "Quanto dista da qui?" |
I mercenari di Clio e gli uomini del Maresciallo tornarono verso Monsperon.
La pioggia scendeva copiosa ed un freddo gelido spingeva tutti loro ad avvolgersi nei mantelli. Come se il bosco li stesse spingendo via, lontano dal suo ventre e dai suoi segreti. Elas aveva preso con sé la freccia usata per trafiggere il soldato. Era particolare e forse valeva la pena di studiarla. Dopo un po' arrivarono al castello, che austero si ergeva come un gigante addormentato. Era una notte silenziosa e inquieta, resa ancor più cupa dalla caccia fallita. |
Jean restò a guardare Dacey mentre scriveva la lettera.
Quando la ragazza ebbe terminato, l'uomo prese la missiva, la controllò e poi la conservò gelosamente. “La farò leggere al barone” disse “in modo che apponga il suo sigillo. Poi sarà spedita.” Fissò la principessa negli occhi. “Ora so che non avete un uomo, un innamorato o un amante che vi attende... ora ne sono certo...” |
Tornammo al castello, con mille domande nella testa.
Serviva un piano per stanare quei ribelli, continuavo a ripetermi. Ma ci serviva più libertà e l'avremmo ottenuta solo col tempo. "Bene, se non c'è altro, maresciallo, congederei i miei uomini per questa sera..." A Fages "riprenderemo la caccia domattina..". |
“Perdonate, non immaginavo...” disse il Capo a Gaynor, perdendo la sua baldanza di poco prima “... mi spiace per vostro marito...” la guardò “... milady, giuratemi sul vostro onore, di cui non dubito, che nulla avete a che fare col barone ed i suoi sgherri... giuratemelo e sarete libera di tornare a casa vostra.” Con un lieve inchino. "Dietro un volontario compenso che sarà utilizzato per difendere la nostra libertà."
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“Il maniero non è lontano.” Disse l'uomo a cavallo a Gwen.
“Si, ma non sarà accettata.” Il cocchiere. “Perchè mai?” L'uomo al vecchio. “Perchè il suo padrone è un folle e detesta le donne.” Spiegò il cocchiere. “E' inutile andare lì dunque. Meglio cercare di raggiungere la chiesetta.” “Impossibile.” Scuotendo il capo l'uomo. |
<< Spero venga inviata al più presto, sono lieta che ne approviate il contenuto>>
Guardai Jean accigliata da quel suo comportamento con la mia lettera, la teneva stretta alle mani come se fosse oro. << Uhm no... Ma potevate anche domandarmelo...Vi avrei risposto senza aver bisogno di cercare nella lettera qualche riferimento ad un uomo... Come avrete letto sono stata promessa da bambina a un qualche principe orientale ma non lo conosco, non so neanche il suo aspetto, ne conosco il nome però ma è ben poca cosa...Perché vi interessa tanto?>> |
“Si, potete ritirarvi.” Disse Fagan a Clio. “Andate a riposarvi. Domani riprenderemo la caccia a quei cani. Rivoglio indietro fino all'ultimo Fiorino... e giuro su tutti i diavoli dell'Inferno che li arivrò.”
I mercenari, così, tornarono ai loro alloggi. “Che serata sprecata...” fece Kostor “... abbiamo preso acqua in testa e freddo nelle ossa per nulla... in più abbiamo rischiato di farci infilzare.” Scuotendo il capo. “Rilassati...” ridendo Estela “... dopotutto sei tutto intero, no?” “Ho idea” fece Elas “che questa missione ci darà parecchie noie.” Osservando la freccia gigliata che aveva preso nel bosco. |
Finalmente soli, mi liberai del mantello e degli stivali, per sedermi comoda su una poltrona insieme agli altri.
"Già, che idiozia.." Scuotendo la testa "Davvero pensano di catturarli in questo modo? Mi sembra così assurdo.. Serve un piano.." Pensierosa "Qualcuno ha qualche idea?". |
Mi appoggiai al calesse, col fiato mozzato. Adesso era quasi sicuro che fosse lui.
A quanto pareva non c'era alternativa. "Tenteremo. In fondo è solo una notte" dissi. Ricordai le parole della nana; aveva detto che curare il suo giardino lo distraeva dalla malinconia, quindi il suo odio per le donne poteva provenire da una sofferenza. |
“Perchè se quell'uomo vi avesse amata davvero” disse Jean a Dacey “allora avrebbe smosso mari e monti per cercarvi e liberarvi.” Si alzò. “Ma immagino siano discorsi inutili. Farò firmare la lettera al barone. Sperando che i vostri cari rispondano presto. Inoltre cercherò di convincere il barone a farvi uscire da questa stanza. Tenervi segregata è inutile. A presto.” Con un inchino del capo.
Ed uscì. Poco dopo ritornò Betta. |
“Si potrebbe usare un'esca...” disse Elas.
“Un'esca?” Ripetè Kostor. “Si, per attirarli allo scoperto.” Annuì Elas. “Del tipo?” Ancora Kostor. “Del denaro.” Spiegò Elas. “Fingerci magari esattori in modo da farli cadere in trappola...” “Tu cosa ne dici?” Tussor a Clio. |
"Ecco, questa è un'idea intelligente..." Esclamai "Ma va studiata per bene... Anche perché oggi ci hanno visto, anche se avevamo il mantello col cappuccio..." Pensierosa "Domani proveremo a parlarne al maresciallo.." Annuii "Sempre meglio che andare così allo sbaraglio e rischiare di beccarsi una freccia!".
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<< Credete che l'amore sia forza così potente messere? Ad ogni modo, Ranveer, proprio come me, sa solo il mio nome e nulla più, probabilmente non sa neanche che mi trovo qui ora... Sarebbe piuttosto uno scandalo e avrebbe anche motivi per annullare il nostro matrimonio programmato>> non ce quell'idea mi dispiacesse.
<< Confido in voi... Quando avrete finito i vostri compiti se... se ne avrete il tempo e la voglia mi farebbe piacere conversare ancora... Mi troverete sempre qui, ovviamente...>> |
"Non dispiacetevi per me, milord... perdere mio marito è stata la cosa migliore che potesse capitarmi, ho provato così tanto gusto a lasciarlo che non mi basterebbe un mese a raccontarvelo. Nella mia concezione dell'amore c'è posto per una sola donna nel matrimonio, e la parola rispetto vale ancora qualcosa. L'ho lasciato nella sua terra e sono venuta a Sygma, lontano da tutti, e devo dire che è come se fossi nata davvero dieci anni fa" Mi interruppi per riprendere fiato, il freddo era terribile in quel momento, così strinsi le braccia al petto per cercare un po' di calore. "Ad ogni modo, vi giuro sul mio onore che non ho niente da spartire con nessuno di loro, né intendo fare la loro conoscenza in futuro, a meno che non ci sia costretta. Per quanto riguarda il vostro compenso, temo che dobbiate seguirmi a casa, non sono solita andare per il bosco con monete addosso..."
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