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A quelle parole di Dacey, il volto della donna si illuminò.
“Oh, dite il vero.” Disse annuendo. “Si, è vero. E vi ringrazio per queste vostre parole, ragazza mia.” Prese un Taddeo e lo posò sul tavolo. “Tenete pure il resto.” Aggiunse stringendo l'amuleto nella mano. “Mi avete liberato da un peso. Vi ringrazio. Non ho altro da chiedervi. Ciò che mi premeva ha trovato risposta.” Ringraziò ancora, salutò ed uscì. “Eh...” sorridendo lo zio “... hai guadagnato un intero Taddeo di prima mattina.” A Dacey. “Ottimo segno. Magari sarà una giornata fortunata.” Ridendo. |
Quel racconto mi strinse il cuore, smuovendo le emozioni che cercavo di nascondere di seppellire in fondo al l'anima.
Il capitano delle Guardie Ducali non può perdere tempo, non può avere emozioni, dolori. Non è che tutto si ferma perché l'Arciduca è morto. Eppure avrei voluto che fosse così. Avrei voluto potermi fermare, poter assimilare quella perdita che lasciava tutti noi senza una guida. La Gioia, la Gioia lo aveva portato via. Forse non avrei dovuto credere a quella vecchia leggenda, ma una parte di me non riusciva ad essere completamente indifferente e scettica. Sicuramente qualcosa di oscuro avvolgeva quella sfortunata famiglia. "La Gioia..." Mormorai pianissimo "Anche a me diceva sempre che la Gioia è reale, e ora se l'è portato via.." Mormorai piano, con voce per niente ferma. Presi un profondo respiro, e poi sospirai. "E avete anche visto la bestia che aveva lanciato quel latrato?". |
Era un ometto dall'aspetto semplice ed ingenuo quello che si era affacciato dallo spioncino del carrozzone.
“Capomazda...” disse sgranando gli occhi a quelle parole di Gwen “... Capomazda? Bontà Divina!” Allarmato. “Ho... ho calcolato male la strada o forse ho letto in modo impreciso la mappa... non dovevamo certo arrivare così a Sud! Bontà Divina!” Esclamò. “Che pasticcio!” Portandosi le mani sulla faccia. |
Salutai la donna prendendo il Taddeo tra le dita.
<< Di alla gente ciò che vuole e sarai ricompensata. La filosofia della nonna funziona sempre>> esclamai facendo una mezza giravolta su me stessa. << Magari ogni cliente mi pagasse così...A quest'ora saremmo ricchi. Cosa faresti se tu fossi ricco zio? Andresti a vivere in uno di quei palazzi che vediamo in città? O magari una bella residenza in campagna? Daresti tanti balli e tutte le donne cercherebbero di accalappiarti!>> ridi sistemando il mio Taddeo nella bisaccia che portavo alla cintola. << Ah speriamo proprio che sia una giornata fortunata, non come ieri con quel tipo strano e il suo libro sulla maledizione>> allora mi ricordai della locanda e dei due uomini e così raccontai allo zio cioè che avevo sentito. |
Bon scosse il capo a quella domanda di Clio.
“Non ho veduto nulla...” disse “... e mio zio non vuole che ne parli... questa storia turba lord Rovolin... e non voglio finire nei guai...” fissò la ragazza “... perchè mi credete? Nessuno mi da credito... nessuno...” |
L'uomo che si era affacciato, dall'aria semplice ed ingenua, sembrava alquanto allarmato.
"Suvvia messere, non disperate. Purtroppo non posso fornirvi alcun aiuto, essendo qui da poco, ma sono sicura che ci sia una soluzione." Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Lo zio restò lieto di vedere Dacey così allegra per quel Taddeo.
Poi la ragazza gli parlò della sera prima e di ciò che aveva udito da quegli uomini alla locanda. “Beh, da tempo qui circolano strane storie sulle morti di alcuni duchi...” disse pensieroso “... io per natura sono portato a credere che dietro ogni leggenda ci sia un fondo di verità... ma forse qui si esagera... i Taddei sono visi come grandi leader e valenti guerrieri... e probabilmente anche la loro morte viene descritta come una sorta di mito, di qualcosa allo stesso tempo terribile e grandiosa... mah, fortuna che simili cose non ci riguardano...” Ma proprio in quel momento la porta della bottega si aprì ed entrò qualcuno. Un ometto grassoccio dal volto paffuto. “Ehilà, Pepino!” Salutò lo zio. “Cosa ti porta qui?” “Aspetto che si faccia ora.” Rispose il nuovo arrivato. “Per cosa?” Chiese lo zio. “Per mangiare?” “Magari.” Rispose l'ometto. “No, manca ancora qualche ora per pranzare. In verità aspetto che si faccia l'ora per un appuntamento.” |
“Affatto, damigella...” disse il tipo dallo spioncino a Gwen “... ho combinato un bel pasticcio... eravamo attesi almeno cento miglia più a Nord per uno spettacolo... ora il capo mi prenderà a bastonate!” Esclamò scuotendo il capo.
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<< Sai che non sono esperta di eroi, famiglia regnanti ma hai ragione, per le vie mi è sempre sembrato di sentir parlare bene dei Taddei... La questione della maledizione è strana, bisognerebbe capire chi li odia tanto per fare una cosa simile...>> la mia mente era già pronta a pensare al peggio, alla cospirazione. Troppi libri di fantasia che mi lasciavano queste idee.
<< Ehi Pepino... Un appuntamento e chi è la s- fortunata?>> scherzai visto che l'uomo era un amico di mio zio e lo conoscevamo da tempo. |
"Mi dispiace davvero molto, messere..." dissi, veramente dispiaciuta "Ma come detto, non saprei proprio come aiutarvi, non conosco la zona... Spero comunque che troverete una soluzione e che il vostro capo non sia troppo duro, con voi. Lieta di avervi conosciuto" sorridendo e rientrai dentro.
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Pepino mostrò una smorfia a quella battuta di Dacey.
“Si, spiritosa davvero...” disse scuotendo la testa l'ometto “... credi forse che solo le persone belle possano piacere, ragazzina? Io ho una personalità tutt'altro che da disprezzare.” Con fare sostenuto, sotto lo sguardo divertito dello zio. “Comunque non parlavo di un appuntamento amoroso... in realtà devo attendere l'arrivo di un forestiero... o meglio, di un Capomazdese che è stato via a lungo e che ora si è deciso a far ritorno.” “Da come ne parli” lo zio “si direbbe un pezzo grosso...” “E lo è.” Annuì Pepino. “Un cavaliere.” |
Nascosi una risata per il comportamento quasi stizzito di Pepino ma preferii non ribattere anche perché subito qualcosa di grande interesse per me.
<< Un cavaliere? Un vero cavaliere?>> chiesi visibilmente entusiasta della notizia. << Non è che io...ecco, potrei accompagnarvi e vedere questo cavaliere? Starò zitta lo giuro solo... solo non ho mai visto un cavaliere da vicino>> |
"Aspettate, di grazia..." disse il tipo dallo spioncino del carrozzone a Gwen "... aspettate, ve ne prego!" Alquanto agitato. "Ditemi, damigella, se in questo loco di cui dite chiamarsi Capomazda vi sia qualche altro tipo di spettacolo che in qualche maniera ricorda un pò la nostra arte." Guardò il carrozzone ancora fumante. "Oh, che sciocco... non vi ho detto quale sia l'arte di cui diffondiamo le meraviglie..." abbozzato una risata ridicola, ben più simile ad un ghigno o meglio ad una smorfia "... ebbene, damigella, davanti a voi vi è il più grande spettacolo di magia che sia mai stato mostrato ai comuni mortali." Sorridendo come se avesse appena recitato chissà qualche verso epico e venerando.
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Pepino guardò Dacey alquanto pensieroso.
"Oh, smettila di fantasticare, sciocchina." Disse poi scettico. "I cavalieri, quelli veri, non sono certo come vengono descritti nei poemi e nei romanzi." Scuotendo il capo come se fosse un assoluto esperto di ciò che stava dicendo. "Anzi, sono convinto che nessun poeta o romanziere ne abbia mai incontrato uno. E quando si scrive di ciò che non si conosce è poi facile confondere la realtà con la propria immaginazione. Il cavaliere con cui ho appuntamento parti' tempo addietro da queste terre e ora che ne vuol far ritorno credo sia vecchio. Forse per questo ha deciso di tornare, magari per vivere il resto dei suoi giorni nella terra natia." Annuendo. "Dunque togliti dalla testa di vedere un uomo bardato di tutto punto, su un cavallo bianco e con la tunica azzurra." Scuotendo il capo. "Allora un motivo in più per portarla con te." Disse lo zio. "Così si renderà conto che i cavalieri sono uomini come tutti gli altri. Né migliori, né peggiori." "E sia." Fece l'ometto. Ma bada di restare in silenzio, ragazza. Intesi? I cavalieri hanno un modo di porsi tutto loro e detestano quando qualcuno si rivolge a loro senza averne i numeri ed il consenso." "Tranquillo, Pepino." Disse lo zio. "Starà buona. E tu, mi raccomando, al ritorno vieni subito qui che c'è da lavorare." Rivolto poi alla nipote. |
Rimasi con le braccia intrecciate addosso a lui, quel tanto per non far mostrare il suo volto ai militari.
Quel bacio era davvero passionale e travolgente..a dire il vero sembrava vero e sentito..oppure se ne stava approffittando...ma la regola principale dettata da mia zia in questi frangenti era la stessa...lasciati trasportare dalla passione ma non farti coinvolgere emotivamente. Risposi a quei baci, che accarezzavano le mie labbra succhiandone la dolcezza come il miele, con impeto. Ovviamente era chiaro non erano "un apostrofo rosa tra la parola ti amo". Ad un tratto arrivò una guardia leggermente imbarazzata e mi staccai dalle labbra di Lyon nascondendo il suo volto col mio..."Ma non vi è un pò di decenza dico io? Non si può avere intimità da queste parti?" guardando in modo severo il militare "Come vedete siamo io, quel pescatore e il mio amante..magari siete pure un sicario mandato da mio marito" il tutto per ricamare la storia ancora più perfettamente "Disertore? Non abbiamo visto passare nessuno...ovvio, fosse stato un assassino lo avrei visto con l' arma del delitto in mano, ma un disertore da cosa si riconosce?" lo fissai sorridendo sarcastica "Comunque, non so se sbaglio, ma mi è parso di vedere un uomo correre frettolosamente da quella parte" ed indicai un zona a caso. Poi mi rigirai e in modo indifferente continuai a baciare il ragazzo in modo da far intendere erano di troppo. |
Mi fermai sull'uscio quando mi sentii chiamare.
Magia... Beh... Dipende che tipo di magia. "Oh beh, non saprei dirvelo, non vado spesso in città... Ma se dite che è il più grande spettacolo di magia mai visto, sarà comunque superiore ad altri che fanno in città, no?" sorridendo. |
Guardai torva Pepino per la sua rispostaccia, probabilmente si stava vendicando della mia battuta sull'appuntamento.
E poi mi aveva giudicata male, non mi importava l'età del cavaliere o il suo aspetto, mi bastava fosse un cavaliere. E se ne fossi rimasta delusa tanto meglio, avrei imparato una lezione. E fu questo che mio zio capì infatti. Come non potevo amare mio zio che aveva appena parlato a mio favore. Lo abbracciai subito di slancio ed annuii promettendo che avrei avuto un comportamento impeccabile. |
“Domando perdono, milady...” disse imbarazzato il militare.
Poi ringraziò per la falsa informazione ottenuta ed insieme agli altri soldati andarono via, mentre Altea tornò a baciare il suo improvvisato amante. E questi, subito, riprese ad offrire la sua bocca alla dama, non tirandosi indietro davanti alla generosità della bella nobile francese. |
“Eh, noto sarcasmo in ciò che dite, damigella.” Disse sorridendo il tipo a Gwen. “Ma dite così solo prchè non conoscete il mio padrone. Prego, leggete pure l'insegna appesa al carrozzone. Di certo avrete sentito parlare di lui.” Indicando l'insegna cigolante.
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Ascoltai attentamente Bon e scossi piano la testa.
"Lo sai con chi stai parlando ragazzo?" gli chiesi, con un sorriso bonario "Col Capitano della Guardia Reale... quindi se finisci nei guai spetta a me punirti.. quindi io non mi preoccuperei.. non sono tenuta ad informare Lord Rovolin della nostra conversazione..". Poi sospirai. Già, perché gli credevo? Perché credevo ad una maledizione vecchia di secoli? Forse perché non conoscevo spiegazione migliore, forse perché per quanto folle aveva più senso di qualunque altra spiegazione. "Perché a me interessa davvero la verità.." dissi piano. |
Fui abbastanza convincente..seguii i soldati con la coda dell' occhio e quando furono abbastanza lontani mi staccai da Lyon e lo guardai con aria mezza severa e mezza divertita.."Ohh..ma noto amate comunque baciare le nobili e ricche ragazze..dovrei schiaffeggiarvi, perchè avete approffittato della situazione. Vi ho salvato la vita...e ora cosa avete da dire? Ovviamente..non sono una delle tante donne che immagino siete solito avere nelle bettole e bische che frequentate, sia chiaro..anzi dovreste essere onorato di avermi baciato".
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"Sarcasmo, messere?" chiesi "Proprio no, ho solo detto che, se davvero il vostro è una grande spettacolo, poco importa se ne fanno di simili, in quanto il vostro sarà comunque il migliore."
Non ero solita dare credito a questi fenomeni; erano solo bravi illusionisti e prestigiatori, la magia era un'altra cosa. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
“Bada a mia nipote, Pepino.” Disse lo zio di Dacey. “Intesi?”
“Non temere.” Uscendo l'ometto, subito seguito dalla bella zingara. Fuori alla bottega i due trovarono il calesse di Pepino, trainato dalla vecchia Zeb, una cavalla dal pelo bianco macchiettato di nero, il crine rosato ed il morso tra i denti di un colore cromato, quasi argenteo. Il calesse partì e piano si incamminò verso una stradina laterale, che declinava lenta verso le mura esterne della città, dove la campagna cedeva il passo alla brughiera. “Speriamo che il nostro cavaliere sia un tipo puntuale...” mormorò Pepino tirando le redini “... detesto ritardare il mio pranzo...” |
“La verità è quella che vi ho detto...” disse Bon a Clio “... quella cioè in cui credeva Sua Signoria...” chinò il capo “... per questo tempo fa mandò via il suo nipote prediletto... per proteggerlo...” mormorò a bassa voce.
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Altea si staccò da Lyon e lui sorrise.
“Si, vi sono debitore...” disse sistemandosi il berretto che era caduto per l'intensità del bacio “... comunque le donne, al di là del loro lignaggio, se sono belle, quando le bacio per me sono tutte uguali.” Rise. “Democratico, non trovate? Però ammetterete che me la sono cavata... dopotutto non avete impiegato molto tempo ad aprire le vostre labbra appena a contatto con le mie... milady.” Facendole l'occhiolino. |
L'ometto sorrise a Gwen e richiuse di colpo lo spioncino.
Trascorsero alcuni istanti e poi la ragazza lo rivide mentre saltava fuori da una porticina laterale, come se quel carrozzone fosse in realtà una grande scatola piena di trucchi. “Permettete che mi presenti...” disse con un marcato e goffo inchino “... mi chiamo Go Sette... nome affibbiatomi per la mia lusinghiera capacità di sapermi mascherare in sette personaggi differenti nel limitato spazio di un minuto. Ma voi potete chiamarmi Go, madamigella. E vi informo che sono l'assistente tuttofare del più grande mago mai nato... lo stupefacente Velvot... come giustamente recita la nostra insegna sul carrozzone.” |
Scoppiai in una risata.."Si..molto democratico direi. Avete ragione..una donna è bella e va rispettata per quello che è e non in base a ceti sociali. Ed infatti mio padre mi ha cresciuta in modo..democratico..altrimenti non avrei dischiuso le mie dolci labbra per salvare un ragazzo di altro ceto..e che nemmeno conosco. Volete sapere se ve la siete cavata? Ehh...è un segreto che porterò con me".
Guardai il Sole, era alto.."E' tardi..sono fuori casa da ieri sera e uscii da un locale mentre ero con mia zia e mia sorella..e da allora non sanno nulla di me, mi ero persa ma questo gentil pescatore mi ha indicato la strada per la mia residenza. Purtroppo devo salutarvi...se volete vedermi ancora non ho problemi, anzi stasera ho organizzato una festa mascherata...se volete mischiarvi in mezzo ai nobili" sorridendo e lo baciai sulla guancia andando verso la via di casa e camminando dopo un pò mi trovai di fronte a Palazzo delle Ginestre ed entrai promettendomi di non dire nulla a mia zia e nemmeno a Sophie. |
Risi appena.
Quel tipo era molto strano, e anche quel carrozzone. "Io mi chiamo Gwen." Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Sedetti sul calesse in modo composto mentre muovevo appena il capo per guardarmi intorno. La mia concentrazione era tutta sull'incontro che dare avvenuto a breve.
<< Avevate solo da mangiare prima>> dissi ridacchiando per pii balzare giù dal calesse per poter accarezzare Zeb. C'era stato un tempo in cui la mia famiglia era ricca, commerciava in cavalli, questo tutto prima che i miei genitori venissero uccisi. Ora mantenere un cavallo era un costo che mio zio non si sentita di affrontare. Nella famiglia era sempre stato lui quello più parsimonioso, detto anche tirchio. << Perché dovete incontrare questo cavaliere? Che affare avete in ballo con lui? Qualche tesoro da vendere magari?>> |
Altea tornò nel suo palazzo, dove trovò Sophie e sua zia Sibille.
“Alla buonora...” disse questa “... ma dove eri finita? E' da ieri che ti davamo per dispersa. Avanti, cosa hai fatto in tutto questo tempo? Ti avverto che posso giustificarti solo se ci rivelerai i particolari di una bella avventura romantica.” Sorridendo. |
Sospirai, un sospiro intenso e silenzioso mentre i miei occhi si perdevano nella brughiera.
Forse avevo sperato che quel ragazzo sapesse qualcosa, che ci fosse un nuovo indizio in quel rompicapo che era la morte del mio signore. Ma evidentemente non era così. La Gioia era l'unico indizio, l'unica pista, ed era una follia. Avevo detto a me stessa tante volte che non era diversa da una favola, eppure una parte di me credeva a quella maledizione, molto più di altri. Poi quelle parole del ragazzo. Parole che io non avevo nemmeno osato pensare. Sospirai di nuovo. Ecco il tassello mancante. "Lo so.." mormorai piano, senza togliere lo sguardo dalla brughiera. Restai in silenzio per un lungo istante, poi tornai a guardare il ragazzo. "Quindi non hai visto altro?" sospirai "Peccato.." con un leggero sorriso. |
“I miei omaggi, lady Gwen.” Disse Go con un nuovo inchino.
Poi si sentì un gorgoglio sordo e profondo. “Ehm... domando scusa...” imbarazzato il tipo “... ma è da ieri che il mio stomaco è vuoto...” |
Cercai di sgattaiolare nella mia camera ma nessuno scappava alla vista di mia zia Sibille.
Effettivamente la vidi molto preoccupata e poi la domanda classica..e io che volevo tenermi i fatti miei, ma non ero tenuta a raccontare tutto, anzi mia zia mi avrebbe reguardita se avesse saputo mi ero messa contro le guardie.."Beh..ho camminato per tutta la notte sulla riva del mare e mi ero persa, poi ho incontrato un bel ragazzo..a dire il vero un pò sbruffone e troppo sicuro di sè..e insomma per oggi ho avuto una bella razione di baci sospiranti..solo baci..ora non maliziate" ricambiando il sorriso di mia zia..."Piuttosto..stasera faremo la festa in maschera? Dacci il consenso zia..io e Sophie ci abbiamo pensato molto, hai invitato qualcuno come ti abbiamo chiesto...se si usciremo a comprarci dei vestiti, altrimenti passeremo una nottata noiosa con tre inutili borghesi mercanti spaventati dai pirati" alludendo ai tre uomini incontrati nel locale. |
“Tu leggi troppo libri, ragazza mia...” disse Pepino a Dacey, mentre conduceva il calesse verso la boscaglia “... nessun tesoro...” ridacchiò “... il cavaliere torna qui per prendere possesso di una vecchia tenuta appartenuta a sua nonna... si trova subito fuori le mura cittadine... è chiamata Marchesa di Rose...”
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Feci un cenno del capo, poi risi.
"Venite, devo avere delle focacce avanzate da ieri", dissi, mostrandogli il passaggio per raggiungere il cottage. Poi entrai dentro, e per fortuna non c'erano cose troppo strane, in giro. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
<< Leggere rende intelligenti!>> sentenziai camminando a fianco della cavalla e il calesse.
<< Uhm effettivamente non è molto eccitante però... Una tenuta... E la Marchesa... Insomma sembra roba importante, gente ricca... Mi chiedo come tu possa conoscere un uomo del genere>> |
“No, non ho veduto altro...” disse Bon a Clio “... ma vi prego non dite a nessuno che vi ho detto del nipote di Sua Signoria... mio padre non vuole che ne parli...”
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“Ma certo, certo...” disse Sibille “ … si, avrete la vostra festa stasera. Ma poi bada voglio sapere di più riguardo a quel bel ragazzo e ai baci che ti ha dato.” Fissando maliziosa Altea. “Lo hai invitato alla festa in maschera?”
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Go ringraziò Gwen e subito la seguì all'interno della sua dimora.
Si sedette a tavola e immediatamente portò i gomiti sulla tovaglia, tradendo le sue maniere tutt'altro che da cortigiano. “Pancia mia fatti capanna...” disse. Ma in quello stesso istante si udì un rumore dall'esterno. |
Io e Sophie ci scambiammo una occhiata eloquente..la zia aveva acconsentito.
"Se lo ho invitato?" dissi indifferentemente "Si...ma non verrà, non frequenta questi posti, e poi se è mascherata, nemmeno mi riconoscerà..il bello delle feste in maschera è questo. Non so molto di questo ragazzo..è stato un incontro di una mattinata e a dire il vero non ricordo nemmeno il suo viso più" dissi pensierosa...già...ed ebbi un cedimento...a volte ero superficiale e lo sapevo, me ne rendevo conto io stessa..non sarebbe mai arrivato lui, l' uomo che avrebbe distrutto con impeto le mie finte superficialità.."Beh, faremo tardi allora..."cercando di sviare ogni particolare..ovvio mia zia sperava fosse qualche ricco e potente, se avesse saputo frequentava pure locali malfamati sarebbe sbottata. |
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