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Qualcuno ha sfidato l'ira degli Dei....realtà, sogno, immaginazione, illusione...non fanno differenza alcuna per il mio essere!
Flò è accanto a me, in fin di vita, già sapevo in cuor mio che la quarta erba sarebbe stata fondamentale. Ecco che noto una lucina nel far della foresta...è una lanterna posta fuori una casetta. Toc Toc ...una vocina mi dice di entrare....che fortuna ..davanti a me uno gnomo guaritore compare.. egli l'erbetta mancante adesso mi può dare! Lo ringrazio e, poco dopo, rieseguo le stesse operazioni con la pozione perfetta ..Flò torna salvo ed in fretta! Vago per la foresta tutta la notte...poi...esausto, sgomento ...con l'immagine di Elisabeth impressa, sotto un salice..mi addormento! http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:c...o/img/cou5.jpg Sir Morris |
"Va bene, fermiamoci un attimo, giusto il tempo di rifocillarci e riposarci un attimo... Non possiamo rimanere troppo... Dobbiamo scoprire al più presto cosa stia succedendo a Camelot."
Detto ciò, andai a bussare alla porta e attesi invano una risposta. Con la spada in pugno, decisi di entrare. Nella stanza c'era un focolare acceso, ma all'apparenza non c'era nessuno. |
Dunmer era molto preoccupato per i compagni lasciati indietro, abbandonati alla loro sorte. Era il volere di Guisgard.. ma ce l'avrebbero fatta?
Tuttavia non volle ancora esternare questi suoi pensieri, e si limitò a seguire Hastatus. |
Un sogno stupendo..allevia le mie pene.
Al risveglio, trovo Shalimar e il mio falco pronti a partire per Camelot! "Prima il dovere e poi il piacere..si.. di stritolarti con le mie mani...mago dei miei stivali"! "Oh Kratos, Oh Zeus...lo so bene che basterebbe un vostro cenno..ma.. al momento.. non vi intromettete...vi scongiuro"! Sir Morris http://www.youtube.com/watch?v=yGTbq...eature=related |
Hastatus, Dunmer ed Ammone erano così entrati in quella capanna.
Il fuoco rendeva caldo ed accogliente quel luogo, rappresentando un mite riparo dal freddo della foresta. Ad un tratto entrò un frate. "A quanto vedo ci sono visite per me stanotte!" Disse, senza meravigliarsi più di tanto. Si accostò al fuoco e vi gettò sopra altra legna. "Avvicinatevi al camino, amici miei" disse con vivo piacere "non mi capita spesso di avere visite. Immagino sarete affamati e stanchi..." "Si lo siamo" rispose Ammone "sono ormai due giorni che non mangiamo niente e siamo appena usciti da un luogo da incubo!" A quelle parole il frate cambiò espressione e divenne molto pensieroso. Gli eroi ebbero la sensazione che il frate sapesse di cosa stesse parlando Ammone... |
Intanto, in un luogo sconosciuto...
Il tepore della stanza e la delicata luce di diversi candelieri accolsero il risveglio di Llamrei. Era adagiata su un morbidissimo letto, trapuntato di ricchissime coperte in stile bizantino. La stanza era adornata con un gran numero di statue di gusto classicheggiante e su un tavolino in legno di sandalo e giada stava un vassoio d'oro, contenente frutti esotici e coloratissimi. E accanto a questo vi era un'ampolla piena di un profumatissimo liquore ambrato. Llamrei era invece vestita di una tunica in sete turchese, a tratti trasparente e rifinita con fili d'oro. Ma la donna si accorse che non era sola. Vi erano altre donne, tutte indaffarate nei più svariati modi: chi conversava, chi rideva, chi si pettinava, chi si profumava. Quella stanza, tanto riccamente arredata, era in realtà un Harem... |
"Ma in che razza di posto sono capitata? Sembra? Chi sono tutte queste fanciulle? Chi mi ha vestita cosi? Dov'è il mio compagno? DOV'E' IL MIO COMPAGNO?"
Gradai con più voce che potevo. Ma sembrava che non uscisse alcun suono dalla mia gola in quanto non riuscii a sortire alcun effetto sulle giovani donne. Andai verso la porta...ovviamente non si apriva... Mi accasciai e fui avvolta da un senso di sconforto...Volevo fuggire di li, con i miei vecchi e sgualciti abiti, e con il mio amico di ventura...perchè non era li con me...e dov'erano tutti gli altri.... |
La speranza era l'ultima a morire e io me l'ero giocate tutte......guardai il mio volto nel ritratto, ecco cos'era successo..........i suoi occhi erano una supplica, forse sfidarlo era stata una cattiva idea.......mi voltai verso quel volto senza forma......." Voi sapevate sin dall'inizio, che ogni mio sforzo sarebbe stato vano...e vi siete divertito.....per lo meno sapete come la penso, una partita a scacchi....ci vuole acume e abilita' per giocarla, la mia vita comunque vada e' nelle vostre mani.......sfidare la morte, Signore voi lo sapete, la conoscenza avviene sempre in maniera graduale, e quando questa ci apre la mente, noi sepolti nella nostra ignoranza risorgiamo, dalla morte, alla vita......e' un passaggio che ho gia' vissuto.......E adesso se non vi chiedo troppo..rendetemi partecipe del mio futuro"
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"Vedo che ciò che ci è accaduto, non vi sorprende. Diteci cosa sta accadendo in questa foresta tenebrosa, e cosa ci fa un'umile frate come voi in un posto del genere?"
Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti su una delle sedie, quindi presi un tozzo di pane ed iniziai a mangiarlo. "Forza raccontateci tutto ciò che sapete... abbiamo anche abbandonato due nostri amici in questo posto infernale." |
L'uomo dalla maschera sul viso sorrise. Mosse alcune pedine sulla scacchiera, finendo per colpirne un'altra. La pedina cadde e si staccò la testa.
"Scacco matto!" Disse fissando Elisabeth. "Sapete che pedina è quella appena caduta? Il re? No, milady, è il papa!" Poi si avvicinò alla ragazza. "La donna del ritratto" disse "aveva tutto. Ella poteva guardare il mio volto senza questa maschera. Lei sola poteva." Dopo un attimo di silenzio aggiunse: "Vickyen ha gettato via tutto per amore. Credeva, anzi si illudeva, che bastasse solo questo per vivere. Ma quando perse il suo amore, la disperazione la vinse. Ma voi non siete sciocca...no, milady, non lo siete. Voi sarete la nuova sacerdotessa e guiderete i miei discepoli nella loro grande missione...convertire il mondo intero! Sarete l'oracolo attraverso il quale la verità assoluta si diffonderà nel mondo! Gli antichi dei torneranno in vita, spazzando via l'illusione imposta dai Cristiani e dal loro Dio!" |
Llamrei intanto, sconfortata, si trovava in quel pagano luogo.
Era in un angolo, afflitta e depressa, quando le si avvicinò una donna di colore. Le tese la mano e le offrì una coppa di vino liquoroso. "Non essere triste" le disse "vedrai che ti troverai bene qui. Il padrone è un uomo dotato di un fascino non comune e tratta tutte noi con infinita tenerezza. Io mi chiamo Kaniù e sono qui da tre anni ormai. Altre di noi invece sono qui da più tempo ancora. Sappi che qui, per noi tutte, il tempo si è fermato. In questo luogo non vi è nè lamento, nè pianto, nè dolore." In quel momento entrarono nella sala due eunuchi. "Presto" disse uno di loro "preparatevi. Tra poco il padrone sarà tra voi." |
Intanto in quella capanna, nel cuore della foresta, Hastatus, Dunmer e Ammone erano ospiti del vecchio frate.
Questi, sollecitato da Hastatus, cominciò a raccontare. "Giungemmo in questo triste luogo diversi anni fa. Eravamo una compagnia di frati evangelizzatori, decisi a seguire le orme di San Colombano e convertire la gente di queste terre." Gettò altra legna sul fuoco e continuò: "Ma, quattro anni fa, cominciarono ad accadere misteriosi eventi. Qualcuno iniziò ad uccidere i monaci ed i frati di queste terre. Il mio convento fu incendiato, i miei fratelli massacrati ed io venni a rinchiudermi in quest'eremo." "Chi osò fare tanto?" Intervenne Ammone. "Chi è tanto folle da non temere di nuocere ai consacrati del Signore?" Il frate lo guardò. "Gli stessi" rispose "che ogni nuova Luna rapiscono fanciulle vergini, facendole sparire nel buio di questa foresta..." "Parlate frate!" gli intimò Ammone "Diteci chi è il nostro nemico. Voglio sapere nelle mani di chi si trovano il mio compagno e Llamrei!" "La gente di qui" rispose il frate "da la colpa di tutto a mitologiche creature, frutto del folklore bretone. Ma in realtà i veri colpevoli sono gli adepti di una folle e sacrilega setta ereticale...i figli di Anherd!" "I figli di Anherd?" Ripetè Ammone. "Si" rispose il frate "sono adoratori di una malvagia divinità nordica, Anherd, signore della notte e degli istinti. I loro pagani ed oscuri riti sono volti ad invocare la fine del nostro mondo e del nostro credo. E temo che non si fermeranno fino a quando non ci saranno riusciti." "In passato" esclamò Ammone "ho già combattuto contro eretici di ogni dove. Non saranno certo questi ad impaurirmi!" "Non sono soli, purtroppo" disse il frate "con loro hanno una potente milizia armata, i Cavalieri di Anherd. Chiunque si oppone alla setta, dovrà vedersela contro questi feroci cavalieri..." http://www.esoterya.com/wp-content/u...9/08/frigg.jpg |
La mora non mi convinse. Anzi mi rattristò di più di quanto lo ero già. Non volevo vivere i miei giorni a disposizione di un uomo che nemmeno amavo e di cui provavo tutt'altro che stima.
"Eunuchi! Ah!! Si "protegge" bene il padrone qui! Teme concorrenza!" Dissi rivolgendomi ai due uomini. "Voglio parlare con colui che voi tanto stimate e chiamate padrone! Non ho intenzione di diventare un'altra dei suoi ninnoli! Pretendo di sapere dove è il cavaliere che stava con me! Forza! Non siate sciocchi! Il Re di Camelot avrà già fatto partire un intero esercito in nostro soccorso! E se non volete respirare il fetido odore delle segrete di Camelot...vi conviene parlare!" http://farm3.static.flickr.com/2437/...4e1c1474_o.jpg |
"Elisabeth, amore mio! In qualunque dimensione tu sia..non disperare..sono lì.. insieme a te"!
Giungo a Camelot e dopo aver chiesto udienza..informo degli accadimenti il mio unico e solo RE.. ARTU'!! Durante il colloquio...lo guardo negli occhi e rammento le sue epocali imprese: http://www.youtube.com/watch?v=Qka1w...eature=related Sir Morris |
"Ed ora cosa stanno tramando?! Non vorranno attaccare il RE! Anche Camelot è difesa da un grande esercito, guidato dal fior fiore della cavalleria. Troveranno pane per i loro denti."
Dopo un attimo di pausa, continuai: "Dovete venire con noi a Camelot, vi porteremo al sicuro, e intanto potrete darci eventuali altre informazioni." |
Alla muta risposta degli eunuchi, io, presa dall'ira mi avventai verso la porta. Il mio tentativo di fuga fu invano. La porta sembrava pesare tonnellate.
In quel mentre magicamente si aprì lentamente. Feci un passo indietro e rimasi basita nel notare chi entrava. |
La mia gabbia dorata, guardai la testa del re ai miei piedi, il Papa e la Chiesa, il bene e il male, Io guidare degli adepti degli dei......ma che scelta avevo....nessuna, ogni tentativo di uscire da li' era stato vano, quel posto sembrava invisible all' occhio umano. " Vickyen era una sacerdotessa, io non lo sono....come potrei aiutarvi, poche sono le mie conoscenze troppo poche per poter affrontare un simile compito. Dovrei essere iniziata e perdereste dell' altro tempo........e se ci penso anche la Luna non e' stata molto dalla mia parte in questi giorni......lei e' stata l'unica a vedere il vostro volto perche' vi celate agli occhi degli altri ? "..........Quella giornata era interminabile, mi sentivo dolorante e stanca.......una gioia sola provavo, Morris stava bene e questo lo avvertivo in maniera chiara.......non lo avrei rivisto piu' probabilmente, ma questo non avrebbe cambiato l'ordine delle cose.......Amore......pronunciare quella parola in quel posto era un crimine
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L'uomo dalla maschera ascoltò in silenzio Elisabeth. E quando questa ebbe finito di parlare, egli rise di gusto.
"Mia signora" cominciò a dire con tono beffardo "le vostre conoscenze? La vostra preparazione? Nessun uomo o donna è artefice del proprio destino. Nessun essere umano forgia da sè la propria vita. Siamo tutti attori protagonisti di un immenso dramma. O farsa, se preferite. Tutto ciò che dovete sapere è quanto io vi ho raccontato. E tutto ciò che dovete fare è seguirmi in tutto ciò. Il resto verrà da sè." Poi battè dolcemente le mani e da una porta laterale entrò una donna anziana. "Questa è Caitli e si occuperà di ogni vostro bisogno" riprese a dire "ad essa affiderete la vostra persona." Detto questo, lasciò la stanza ed andò via. E appena rimaste sole, Caitli cominciò a fissare Elisabeth con infinita tenerezza ed immensa dolcezza. Il suo sguardo sembrò, per un momento, abbandonare quell'espressione stanca e dimessa, mentre le rughe che solcavano il suo vecchio viso parvero alleviarsi. Ed in quel momento, i suoi occhi chiari iniziarono ad essere immersi in calde e sentite lacrime, che, bagnandolo, ridavano sollievo a quel volto da troppo tempo sterile di gioia. "Ogni notte" cominciò a dire accarezzando timidamente il volto di Elisabeth "ogni santa notte invoco Iddio che mi chiami a sè, per poter rivedere la mia Vickyen...ma so che ella ha altri piani. Ho sempre saputo che lei non avrebbe abbandonato la sua terre in balia di tante miserie e sofferenze..." La voce sembrò, per l'emozione, venirgli meno. Ma, ripreso fiato, la donna continuò: "Non è una semplice somiglianza...in voi, figlia mia, rivive lei! Ed è per questo che vi ha condotto qui..." Elisabeth ascoltava stupita ed inquieta le parole di quella vecchia donna... http://data-allocine.blogomaniac.fr/...n_des_bois.jpg |
Intanto, nello splendido Harem, Llamrei era alle prese con gli eunuchi.
Alle sue parole di sfida, tutte le altre donne risero di gusto. Anche gli eunuchi si fissavano tra loro e con smorfie si prendevano gioco di lei. Llamrei allora aveva tentato una fuga tanto disperata quanto improbabile. "Nessuno può uscire da qui, senza il volere del padrone." Disse uno degli eunuchi. Ed in quel momento, come un magico Sesamo, la porta della sala si aprì. Tutti si inchinarono all'istante davanti a colui che era appena entrato. Un uomo, alto e robusto, vestito con una sontuosa tunica rossa e nera, con ricami d'oro, fece il suo ingresso nella sala. Aveva i lunghi capelli legati in un codino che scendeva lungo la schiena quasi fino a terra, mentre sul viso portava una maschera di giada purissima. Fece un cenno e gli eunuchi si ritirarono. Le donne gli si avvicinarono e cominciarono a stingersi attorno al suo corpo, come tante farfalle attirate dalla luce. Egli però le allontanò e si avvicinò alla nuova arrivata, fissandola con attenzione. "Mi era stato detto che una vivace ed irrequieta cerbiatta era giunta qui" cominciò a dire con un tono di voce che sembrava farsi accompagnare da una misteriosa musicalità "ma io, conoscendo la mania per l'esagerazione dei miei eunuchi, avevo dato poco ascolto alle loro parole. Devo però ricredermi...milady, il fuoco che divampa da voi arde come non mai...in poche altre donne ho sentito una tale passionalità..." Fece un cenno ed alcune donne iniziarono a suonare arpe e cetre, mentre altre diffondevano inebrianti aromi nella stanza. L'uomo dalla maschera di giada si sedette su un grosso e lussuoso seggio e si rivolse ancora a Llamrei: "Dovete sapere, che qui i desideri di tutte voi vengono sempre esauditi...avete chiesto di parlarmi ed eccomi a voi..." Nella foresta intanto, nella capanna, Hastatus, Dunmer ed Ammone avevano ascoltato tutto ciò che aveva raccontato loro quel vecchio frate. "Volete che venga con voi a Camelot?" Disse questi. "E sia. In questa foresta, in fondo, un luogo vale l'altro. Però vi avverto, ho visto io stesso I Cavalieri di Anherd assediare e far capitolare città e feudi difesi da valenti e coraggiosi uomini. La loro ferocia ed il loro fanatismo non si fermano davanti a nulla." Detto questo, raccolse le sue poche cose e si disse pronto a seguire quegli eroi fino a Camelot. E proprio a Camelot la gente iniziava a percepire strani presentimenti ed ancestrali paure. Morris, che vi era tornato da poco, fu avvicinato da alcuni soldati della guardia reale. "Siamo preoccupati, milord" cominciò a dire uno di questi "gli abitanti di Camelot appaiono impauriti ed agitati. Da tre notti a questa parte le sentinelle hanno udito il sinistro suono di un corno. Ed ogni notte pareva più vicino..." |
Mi sentivo la pedina di quella grande scacchiera che e' la vita, quella non era recita era improvvisazione pilotata....ora sapevo come doveva sentirsi un leone in gabbia, non avrei mai permesso al mio cuore di riempirsi di ira, il male sarebbe penetrato in me molto piu' velocemente, guardai l'anziana donna....aveva riposto in me la fiducia e l'amore che aveva dato a Vickyen, anche la piu' giovane delle ancelle mi parlava di cose orribili, " Caitli, qui parlate tutti per enigmi, leggo il terrore nei vostri occhi e la vostre voce vacilla quando mi parlate, sappiate che il male non risorgera' mai per mano mia, se solo la vostra Vickyen, potesse parlarmi per bocca vostra o in sogno, l' istinto mi dice che e' la sua opera che devo compiere...portatemi delle foglie di alloro, che sia fresco e non essiccato, e promettetemi che voi veglierete il mio stato di torpore, provero' ad avvicinarmi a lei.....ma nessuno dico nessuno deve varcare quella porta. "........
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"Alla loro solidità contrapporremo l'unione, la forza e la fedeltà dell'esercito di Camelot." dissi.
"Ora andiamo, in un paio d'ore dovremo raggiungere le porte di Camelot." |
Non comprendevo come le fanciulle potessero essere così succubi di un uomo che nemmeno avevano visto in volto. O almeno credevo io.
Un uomo che si nasconde dietro ad una maschera è già un uomo che ha perso. Chi teme di mostrare sè stesso? Ovvio qualcuno che ha "qualcosa" da nascondere. Cercai di non mostrare la mia paura. Dovevo agire d'astuzia con lui se volevo salva la vita e soprattutto fuggire da lì con Guisgard. Mi avvicinai a quell'uomo e gli sfiorai la maschera con le dita della mano. Sussurrando gli chiesi: "Perchè sono qui? Dov'è il mio amico? Voi sapete che non ho voglia di soggiornare a lungo in questo luogo seppur da favola. Non mi piegherò mai come hanno fatto le fanciulle che sono qui prigioniere. Preferisco liberare la mia anima e maledirvi dall'alto" |
Dunmer partì di gran carriera alla volta di Camelot.
Sarebbe sceso di nuovo in guerra, dopo tanto tempo. Adesso aveva qualcosa per cui combattere, un ideale che andava oltre la sete di potere e i capricci di un arrogante sovrano. |
La vecchia Caitli ascoltò con attenzione le parole di Elisabeth.
"Farò come dite" rispose "vi procurerò le foglie di alloro." Si avvicinò alla porta, ma prima di uscire aggiunse: "Mia signora, vi prego...siate prudente. Quegli uomini sono capaci di qualsiasi cosa...se vi accadesse qualcosa...se perdessi la mia padrona una seconda volta, so che non resisterei...fui la sua balia sin dalla sua infanzia...mi sono sempre chiesta perchè le sono sopravvisuta...ma ora, guardandovi, ho avuto la risposta a quella domanda." Poi, finito di parlare, uscì. Dopo un pò tornò con l'alloro che Elisabeth le aveva chiesto. |
Appena Llamrei ebbe terminato di parlare con tanto coraggio e tanta fierezza, quell'uomo si alzò e le si avvicinò.
"Non giurate mai, milady!" Esclamò, mentre gli occhi sembravano prendere fuoco "Una promessa, come una maledizione, può essere fatale e dannarci per sempre...per me cominciò tutto molto tempo fa...con un voto! Un voto!" Poi le accarezzò il viso con le sue lunghe e fredde mani ed Llamrei cominciò ad avvertire un leggero capogiro. Un momento dopo perse i sensi, svenendo fra le braccia di quel misterioso uomo. "Voi" comandò ad alcune ancelle "preparatela. Al mio ritorno scalderà con il suo fuoco le mie notti e conteplerà la mia pagana bellezza!" Le ancelle obbedirono e condussero Llamrei in un caldo e profumato bagno, dove fu preparata per il suo nuovo padrone. A Camelot intanto, erano appena giunti Hastatus, Dunmer e Ammone, in compagnia del vecchio monaco. Appena oltrepassarono il ponte levatoio, alcune guardie si avvicinarono ad Hastatus. "Grazie al cielo siete qui, milord!" Disse una di loro. "Ormai da giorni accadono strani fatti fuori le mura di Camelot. Sono diverse notti che udiamo un sinistro suono di corno. E ieri notte era molto vicino." A quelle parole, intervenne il vecchio monaco: "Braminga! Che Dio ci aiuti! Sono ormai vicini alle porte di questo reame!" |
Nelle profondità di quel magnifico quanto misterioso palazzo, una debole torcia illuminava la semibuia stanza.
Una goccia di sangue cadde a terra, quasi echeggiando nella mente del prigioniero. "Avanti cane cristiano" intimò l'abate Guidon "dicci cosa sai degli uomini inviati dal vescovo! Parla o ti frusteremo ancora!" Guisgard allora alzò la testa e rise sarcastico. "Si, è vero" disse con un fil di voce "tua madre è una lurida cagna!" "Maledetto!" Ringhiò l'abate e lo percosse con forza ed odio. Poi, rivolgendosi alle guardie: "Ormai è chiaro...questo bastardo non sa niente! E' inutile tenerlo in vita! Uccidetelo!" "Aspettate!" esclamò un cavaliere appena giunto. "Costui ha citato Chartres! Quindi è a conoscenza degli ordini del vescovo!" "Ne siete certo, Rukknor?" "Si, abate." Rispose il nuovo arrivato, che altri non era che il cavaliere dai capelli biondi e bruni incontrato in precedenza. "In queste condizioni non ci sarà di grande aiuto." Aggiunse. "Chiudetelo in cella. Quando si sarà ripreso lo affideremo alle cure di Baldrog...e vedrete che il nostro brutale servo saprà sciogliergli la lingua." Guisgard fu così rinchiuso in cella. Le ferite gli portavano un dolore insopportabile e quasi delirava a causa delle torture subite. Vide allora una torre su una scogliera. Un cigno che si librava nell'aria. Poi riconobbe tra la foschia del mare Elisabeth che gli sorrideva. Le si avvicinò, ma la ragazza era lontana. Poi udì un grido. Si voltò e vide Llamrei dall'alto della scogliera. Dietro di lei c'era una misteriosa figura nera. Guardò Elisabeth che era al suo fianco. La toccò, ma questa si tramutò incredibilmente in una pianta, verdissima e splendente. "No!" Gridò Guisgard, saltando su. "Siete sveglio, finalmente." Disse un uomo che gli stava accanto. "State sereno, amico mio. Le erbe che vi ho dato cureranno le vostre ferite ed allevieranno la febbre." Guisgard lo guardava frastornato. "Dove sono...e voi, chi siete...?" Chiese. "Io sono un frate." Rispose quell'uomo. "Il mio nome è Elia...e queste sono le prigioni della Camera dei Sospiri!" |
L'acqua tiepida e profumata di lavanda mi ridestò dal mio lieve sonno. Non realizzai subito di quanto accadde pochi minuti prima, ma pian piano le idee mi si schiarirono.
Mi ritrovai, quindi, immersa in una bellissima vasca. Mi rilassava. Vi erano ancelle che mi stavano accudendo. Immaginavo il perchè di quella specie di rito...e non volevo essere il tramite per il piacere di quell'uomo dal volto di giada. "Che bel fermaglio per i capelli avete mia cara" dissi ad una ancella che provvedeva a me. "Me lo regalate? Non sopporto più i capelli sciolti". Non potevo procurarmi armi....ma un fermaglio d'osso appuntito celato tra i capelli non avrebbe dato nell'occhio. E cosi poco dopo mi ritrovai vestita con un abito di seta impalpabile e con i capelli raccolti. |
Mi rivolsi ad una delle guardie: "Tu, accompagna il nostro amico monaco dai suoi confratelli.", poi rivolgendomi all'altra guardia, continuai: "Sono sicuro che siete già in preallarme, ora vorrei però iniziare a mobilitare alcuni squadroni di cavalleria, potremmo essere in serio pericolo, quindi voglio essere preparato. Voglio aumentare il numero di cavalieri che sono in perlustrazione attorno a Camelot. Al minimo segno di minaccia, dovranno avvisare immediatamente la popolazione per farla entrare a Camelot. E' tutto chiaro?"
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-Hastatus, ditemi cosa posso fare in aiuto di Camelot! Ho passato la mia vita a combattere e conosco i campi di battaglia molto bene. Posso adattarmi ad ogni ruolo necessiti altro supporto di unità, anche un semplice fante.
Disse Dunmer con fare concitato. |
"Come volete messere, vi metterò al comando di una delle squadre in perlustrazione. Ve lo siete meritato, per il valore che state mostrando. Ma se ci sarà battaglia vi vorrò al mio fianco.".
Fermai la guardia e le dissi: "La prima squadra di perlustrazione dovrà essere guidata dal mio amico sir Dunmer... accompagnatelo e se vi chiederà qualcosa per il suo equipaggiamento, accontentalo." Mi rivolsi nuovamente a sir Dunmer e gli dissi: "Messere, vi lascio a lui, ma ci rivedremo più tardi." |
Sir Dunmer ringraziò Hastatus con un inchino di riconoscimento e abbozzando un sorriso. Quindi, tornò subito serio e si rivolse alla guardia:
-Datemi una cotta di maglia, un camaglio e una corazza in piastre prima di tutto; non devono essere gradevoli alla vista ma funzionali. Poi mi serve uno scudo tondo leggero e un elmo che rechi i colori di Camelot. Dunmer sentiva dentro sè un rinnovato ardore guerriero: da tanto tempo non si armava pesantemente, da tanto tempo non aveva partecipato ad una carica contro l'esercito avversario. Dopo che si fu vestito, si fece condurre dal drappello di soldati a cavallo con cui avrebbe dovuto perlustrare e in men che non si dica, si lasciarono Camelot alle spalle per iniziare il loro giro di perlustrazione. |
Mi ritrovai con un muccho di foglie di alloro, misi a scaldare nel camino dell'acqua e vi immersi le foglie piu' fresche , ne avrei bevuto l'infuso, mentre le foglie con l'aiuto della torre della scacchiera le polverizzai, lo avrei usato come incenso,mi sentivo osservata in religioso silenzio, quasi non respirava per non disturbare il mio lavoro.......tolsi tutti i metalli che avevo,sciolsi i capelli e tolsi la cinta che mi poggiava sui fianchi..." Caitli, ora berro' quest'infuso e mi sdraiero' a terra vicino al camino, il fuoco nel camino deve essere sempre vivo e l'incenso acceso.......chiunque vorra' entrare deve essere fermato, se mi svegliasse mentre sono in stato d'incoscenza per me potrebbe essere fatale...."....le diedi un bacio e l'abbracciai, poi dopo aver bevuto l'infuso mi sdraiai a terra e aspettai il momento in cui il mio corpo si sarebbe sdoppiato raggiungendo livelli superiori........
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Fui accompagnata in un'altra stanza. Profumo di incenso, petali di rose, bicchieri di cristallo, vino dolce e frutta a volontà. Vi era il ben di Dio in quella stanza. La finestra era semi chiusa e guardava il giardino sottostante. "Un piccolo salto..solo un salto ad occhi chiusi e cado sul morbido" mi dissi per convincermi che quella era la via di fuga.
Vidi quell'uomo dal volto di giada. Vidi il suo sguardo malizioso appoggiarsi su di me. Mi avvicinai a lui molto lentamente. Appoggiai la mia guancia sulla gelida giada. Con una mano accarezzavo il braccio dell'uomo e con l'altra presi la forcina d'osso tra i miei capelli. Con un gesto fulmineo conficcai la forcina sul suo braccio! Vidi l'uomo urlare. Io non aspettai un secondo di più, spalancai la finestra e mi lanciai giu dal balcone! Caduta, mi rialzai e iniziai a correre più velocemente possibile! Raggiunsi un bosco. Mi addentrai. Correvo senza sentire fatica. Pensavo a Guisgard. Piangevo per aver abbandonato il mio compagno di ventura. Mi dicevo che dovevo cercare aiuto per tornare ad aiutarlo e questa era la mia unica consolazione e unica forza per continuare a correre e a fuggire da quel posto. |
Llamrei fuggiva, disperata, senza sapere dove, percorrendo con fragili sandali l'inospitale foresta.
Era buio e la voce notturna della foresta non prometteva niente di buono. Ad un certo punto vide una luce. Corse verso di essa. Sentì delle voci. Corse più forte. Giunse così ad un piccolo spiazzo tra gli alberi, dove, attorno ad un fuoco, vi erano alcuni viaggiatori. Llamrei stanca, infreddolita ed impaurita si fece avanti verso quegli uomini. "Chi siete, milady? E cosa ci fate, da sola, a quest'ora nella foresta?" Chiese uno di questi, mentre tutti gli altri cessarono all'istante di parlare. |
Dopo il colloquio con il re, vengo avvicinato da alcuni soldati della guardia reale.
Sono molto preoccupati e mi riferiscono che ..tutti i cittadini di Camelot.. lo sono! Questa notte.. avrei dovuto sentire un suono di corno provenire da non molto lontano. Li tranquillizzo..ordinando loro di eseguire gli ordini di Sir Hastatus...lui è il più alto in grado...per quanto concerne il fantomatico suono...dico loro di non lasciarsi impressionare...di rimanere lucidi e concentrati..scovando il suonatore di corno avremmo avuto la possibilità di seguirlo e di scoprire il mistero. Salgo sulla torre...armato sino ai denti...non dormirò stanotte..e chissà per quante altre! http://www.calabriaonline.com/specia...-p.curcio4.jpg Sir Morris |
Elisabeth, intanto, sotto lo sguardo della devota Caitli, pian piano si adormentò.
Poco dopo riaprì gli occhi. La brughiera era verde come non mai ed il crepuscolo cominciava ad abbracciare ogni cosa. In lontananza, sulla riva del lago, vide una donna seduta accanto a dei cespugli. Le si avvicinò e vide il suo viso. Era la donna del ritratto. Era Vickyen. Stava a terra ed aveva fra le mani un fiore. "Questo fiore è il mio unico compagno nelle fredde e solitarie notti..." Cominciò a dire. Si alzò e sorrise ad Elisabeth. "Quella mattina di Aprile" continuò "lui stava qui, ad attendermi. Il nostro gioco preferito era quello di sfogliare i fiori e chiedere loro del nostro amore. Quella mattina mi chiese del fiore. Io avevo l'ultimo petalo nascosto qui. Lui se ne accorse ed io scappai via...mi rincorse, rotolammo tra i cespugli. Ridevamo ed eravamo felici." Si fermò un momento e poi riprese a dire: "Lui mi fissò ed io smisi di ridere. Mi baciò e facemmo l'amore. E quella fu l'ultima volta." Vickyen allora aprì la mano ed il vento fece volare via quel fiore che disperse i suoi petali in ogni direzione. "Quell'uomo..." Disse ancora Vickyen "...non ti permetterà di amare nessuno. Nemmeno te stessa. Tu gli servi per poter evocare gli spiriti...vorrei darti il mio medaglione, ma riposa con me." Si allontanò verso il lago e aggiunse: "Dicono che fui arsa viva, ma non è vero. Nessuno avrebbe osato toccarmi. Quell'uomo mi spinse a fare ciò che ho fatto...sottraendomi il mio amore." E si incamminò verso il centro del lago, sparendo nelle sue acque. In quel momento Elisabeth riprese i sensi. |
Rividi il mio corpo disteso, respiravo appena, il fuoco era vivo nel camino e l'incenso bruciava ancora, mi sentii trascinare dentro alle mie spoglie terrene e lentamente ripresi conoscenza, lo stato di terpore era ancora forte, ma incominciai ad articolare ogni muscolo, il calore mi aiutava.....ora ero seduta a terra e potevo dinuovo controllare il mio respiro...." Caitli, l'ho vista era bellissima e triste, non puo' aiutarmi neanche lei, non e' una scelta la mia e' un tormento perpetuo, tutto ritorna, ma lei non fu' arsa viva e' questo che mi ha detto, nessuno poteva toccarla. Ho una sola pena nel cuore, non poter rivedere la persona che amo....".......Forse Vickyen non era stata uccisa, forse lei si era uccisa, ma non si era mai ricongiunta con la persona amata..
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La notte era alta e la foresta buia.
Dunmer ed i suoi avanzavano guardinghi. Il drappello era formato da una ventina di cavalieri ben armati. All'improvviso il luogotenente di Dunmer prese per un braccio il suo superiore. Aveva lo sguardo stravolto e sudava freddo. "Milord" disse quasi balbettando "sono spariti almeno una decina di uomini! Eppure un momento fa erano qui e coprivano le spalle della compagnia!" "Sono state le creature della foresta!" Gridò una delle guardie. "Sono attorno a noi! Ci uccideranno uno dopo l'altro! Siamo perduti!" Dunmer si accorse che la situazione gli stava sfuggendo di mano. Così rischiava di perdere il controllo sui suoi uomini... |
Dunmer serrò i denti, poi ordinò ai rimanenti uomini:
-State calmi! Il nostro nemico ci vuole cogliere di sorpresa... disponiamoci a cerchio in modo da non avere alcun punto cieco, non esitate ad attaccare al primo movimento sospetto. Iniziamo a muoverci lentamente verso l'esterno di questa foresta... Estrasse la spada e sistemò la disposizione circolare dei suoi uomini, poi il gruppo iniziò a ripiegare lentamente verso un luogo più aperto. |
In quel momento, Dunmer ed i suoi udirono il sinistro suono del Braminga, che come un lamento di morte si diffuse nella foresta, giungendo fino alle più alte torri di Camelot.
Gli uomini furono colti da una primordiale paura. Tutto attorno a loro sembrava presagire un attacco imminente. Un attacco che, visto lo stato emotivo degli uomini, sarebbe risultato quasi certamente fatale per loro... Intanto, Elisabeth cercò di raccontare ogni cosa a Caitli, riguardo alla sua visione. La vecchia donna, ascoltata ogni sua parola, l'abbracciò forte e pianse. "La mia bambina morta..." disse piangendo "quei vigliacchi hanno osato tanto..." Poi, cercando di farsi forza, disse: "Ho conservato alcune sue cose in uno scrigno...voglio darle a voi." |
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