Sbuffai "Dite a sto generale di uscire subito, e che mi deve accompagnare immediatamente perché mi ha abbandonata da piccola....oh, che mi tocca fare, spero solo di non rimanere io e lui fino tarda mattinata, immagino le conversazioni, magari dirà pure ha combattuto con Nelson" ridendo ma spazientita.

Ridacchiai.
Poi piegai il capo di lato, il mento ancora poggiato sul mento.
"Io sono sicura di sì" risposi, con tono divertitamente enfatico e complice.

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"In effetti" disse divertito l'uomo in maschera a Gwen "ogni buon artista sa ingannare i suoi simili... anche voi lo siete stata, no?" Ridendo.



Icarius arrossì violentemente a quelle parole di Destresya, restando a guardarla senza riuscire a dire nulla, se non qualche languido ed impacciato balbettio.



Arrivò il vecchio militare che lanciò un'occhiata ad Altea.
Sembrava volerla scrutare, quasi a leggerle dentro.
"Dimmi, cara..." disse affabile "... sei la figlia che ebbi con Comette la mia cameriera? Oppure con la baronessa Arguette? O magari la nipote del vecchio curato Doupont? Ma me lo dirai in carrozza... andiamo, la festa di lord Corcion ci aspetta." E partirono.

Sorrisi enigmaticamente, guardandolo a lungo.
"Chissà..." dissi infine, tendendo verso di lui il calice in una silenziosa richiesta per altro champagne.

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"Io dico di si..." disse lui sorridendo enigmatico e versando altro Champagne nella coppa di Gwen.

Era davvero adorabile con quel faccino imbarazzato che mi fissava.
Lo guardavo negli occhi, con uno sguardo magnetico, intenso, caldo e sensuale.
Uno sguardo che voleva attraversarlo tutto, fargli perdere ogni certezza.
Appoggiai delicatamente la mano sul suo braccio, come fosse la cosa più naturale del mondo.
"Allora, volete mostrarmi questa bellissima sala? Scommetto poi che c'è un giardino stupendo là fuori..." con fare autoritario e sensuale, senza smettere di fissare quegli occhi azzurri intensi e pieni di sfumature che avevo deciso di svelare.

"E come fate ad esserne così sicuro?" chiesi, con espressione fintamente pensierosa, mentre portavo alle labbra lo champagne e ne prendevo un sorso.

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Lo guardai perplessa...poi osservai la mia governante che mi aveva messo in questa assurda situazione.
Ma presto fui presa per il braccio e messa nella carrozza e partimmo verso la festa e iniziò la farsa.."Oh padre...sono la figlia della baronessa Arguette" ovviamente dovevo scegliere una nobile "Ma poi mi ha sbattuto in collegio e non si è più ricordata di me, ora voi dovete darmi ciò che mi spetta...e io...si voglio sposare il nipote di Lord Corcion" alzando gli occhi al cielo ma vedevo solo il tettuccio della carrozza.

"In verità..." disse imbarazzato e paonazzo Icarius alla conturbante Destresya "... sono venuto qui per la prima volta e non credo di conoscere bene questo palazzo..." mortificato e vergognoso.



"Beh, certo..." disse il vecchio militare ad Altea "... avrai quanto ti spetta, figlia mia..." annuendo "... e vedremo di conoscere questo nipote di lord Corcion In modo da combinare un buon matrimonio... conoscendo suo zio sarà di certo un giovane ufficiale dai modi nobili e sicuro di sé." Con l'aria di chi voleva saperla lunga.
La carrozza arrivò al palazzo ed il vecchio ed Altea furono annunciati e salutati da lord Corcion.



Lui guardò Gwen negli occhi.
"Eppure un giovane che avete aiutato è riuscito ad ingannarvi mi sembra." Sorseggiando lo Champagne.

Trattenni a fatica un sorriso divertito e soddisfatto, perché ogni pezzo sembrava andare al proprio posto.
"È andato a vantaggio di entrambi, mio e suo. Dunque, c'è poco da discutere in merito" ribattei allora, con un sorriso accennato ed attento.

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Gli sorrisi, fissandolo negli occhi.
Era adorabile quel suo imbarazzo, il perfetto famiglio, di quelli che piacevano a me.
Rubare l'innocenza mi aveva sempre divertito moltissimo.
Mi avvicinai a lui di un poco.
"Allora lo scopriremo insieme..." con la voce calda e un sorriso sicuro di me.
"Così poi potrete fare il padrone di casa!" facendogli l'occhiolino e iniziando a camminare verso il giardino tenendolo per il braccio.
"Non sembrate amare molto gli eventi mondani, dico bene, milord?" senza smettere di fissarlo.

"Oh davvero" fingendo entusiasmo, allegria....beh, visto l'accaduto del pomeriggio non mi sembrava molto sicuro di sé ma era davvero bello, forse un po' eravamo uguali...non diversi finalmente per ceto sociale "Allora se conoscete Lord Corcion, padre, posso nutrire ottime speranze per il mio futuro e se mi dite è pure affascinante...pure per il mio letto" ridendo e sventolando il ventaglio...forse questa baronessa era frivola.

"Chissà..." disse lui a Gwen "... eppure a me pare che solo lui ne abbia tratto vantaggio... l'avete infatti salvato, curato... ed ora può terminare il suo piano... anzi, metterlo in atto... magari proprio a breve..." bevendo.



Il vecchio militare rise a quelle parole di Altea.
"Beh, direi di cominciare a cercarlo per avvicinarlo..." disse alla finta figlia.
Ma proprio in quel momento lei vide Icarius che in modo impacciato cominciava a seguire una dama avvenente e dal passo sicuro.
"Non mi avete detto il vostro nome..." disse imbarazzato lui a Destresya.

Alzai le spalle con noncuranza.
"Era un rischio da correre..." dissi semplicemente, curiosa della sua reazione.

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Lo guardai con un sorriso divertito e malizioso.
"Beh, voi non l'avete chiesto, milord..." guardandolo negli occhi.
Allora mi avvicinai al suo orecchio con un gesto leggero e sensuale, e gli sussurrai il mio nome con le labbra che sfiorarono il suo collo, mentre una scarica di adrenalina mi avvolse e dovetti trattenermi dal tirar fuori i canini e incidere quella pelle candida e morbida.
"Mi raccomando, abbiatene cura..." fissandolo negli occhi e continuando a dirigermi verso il giardino.

"Oh certo padre" mentre camminavamo nel giardino per entrare a Palazzo.
Poi, improvvisamente, lo vidi seguire una donna molto avvenente...avevo ragione che il damerino era un playboy da strapazzo e dirottai la rotta fingendo di non vederlo ma passandogli davanti.
Osservai Icarius con moto di sfida..mi avrebbe riconosciuta...tanto era in debito con me, era proprio vero che questi aristocratici giocavano con le persone.

Icarius stava era ancora scosso e turbato dal modo in cui Destresya gli aveva sussurrato il suo nome, quando vide passare accanto a lui Altea.
Era praticamente in mezzo a quelle due dame avvenenti e che avevano su di lui, giovane ed inesperto, un ascendente non da poco.
Ma quel momento di imbarazzo ed eccitazione fu interrotto dall'agitazione che in un attimo si diffuse nella sala.
A lord Corcion arrivò un dispaccio che annunciava la fuga di Robertter della prigione in cui era stato segregato.
I testimoni parlavano di una sua sparizione nel nulla.
Ora tutta la città era in allarme.
Egli infatti era considerato il nemico pubblico numero uno.
"È scappato per sempre..." disse sottovoce l'uomo in maschera a Gwen "... non chiedetevi dove sia... ma quando sia." Enigmatico. "E ciò vale anche per il vostro giovane alleato." Finì il suo Champagne, le baciò la mano con fare elegante e lasciò la sala.

Cosa avrà voluto dire in modo così misterioso l'uomo in maschera a Gwen?
Con questo enigma si conclude il racconto.


FINE
+++

Tutti applaudirono il racconto di Laika, cercando subito di capire il significato delle ultime parole dell'uomo in maschera.
"Forse ho capito..." disse Ludovici "... dicendo non dove sia, ma quando sia si riferiva al Tempo... quindi forse Robertter ed i suoi, compreso Elv, sono fuggiti in un'altra epoca, probabilmente una sorta di macchina del tempo, visto lo stesso Robertter aveva conoscenze alchemiche." Annuì. "Ciò spiega la capacità di Elv di diventare invisibile." Sorridendo.
Tutti apprezzarono l'arguzia di Ludovici nel risolvere l'arcano finale e gli concessero la possibilità di raccontare la nuova storia.

OPERAZIONE ZEBRA

Ci sono molte mode, tendenze, manie e persino ossessioni nel mondo moderno, al punto da rendere la forza di ogni cultura, ossia la sua giovinezza, quasi una parodia di se stessa, un'eterna larva che sognerà quelle ali di farfalla che non riuscirà mai a tirare fuori dal bozzolo.
Così giovani di ogni cultura vagano in strade trafficate, sotto gli infiniti suoni cacofonici dei clacson e le frastornanti luci psichedeliche di insegne e vetrine di una pubblicità illusoria, con i loro smartphone dalle cover sgargianti tutti intenti a collegare tutto al tutto per scacciare la solitudine, la paura della diversità, unici demoni dei tempi presenti e facendo sentire i loro possessori potenziali sognatori per divenire un giorno, chissà, chef o persino cantanti.
Ed allora il mondo moderno camuffa la quotidianità ed il verosimile.
Il new age come orientamento per fantasticare una realtà nuova, in cui la storia e la Religione, ree di prendersi troppo sul serio, non bastano più a farsi domande ed a darsi risposte.
Allora ecco il sedicente mondo di nuove divinità, prese talvolta con poca fantasia dai culti di civiltà antica, come i sempreverdi Celti, i misteriosi Egizi ed anche gli esotici Maya.
Allora si comincia a calcolare la possibile fine del mondo, i Tarocchi diventano oracoli celesti e la fata Morgana vede promuoversi da diabolica strega ad una non specificata entità.
Ginevra ha la pelle scura, Artù è un giovane vigoroso e belloccio, Giordano Bruno un genio da far invidia a Pico della mirandola, Maria Maddalena turba Gesù Cristo, Santa Madre Teresa di Calcutta ha un'attività a delinquere e la Juventus ruba gli scudetti ad avversari che pretendono di vincere più per diritto Divino che per organici effettivamente competitivi.
In un mondo così vivace e variopinto come si inserisce allora il celebre per alcuni e misterioso per altri Torneo Atheolin?
Una leggendaria manifestazione che sembra gettare le sue origini in tempi antichissimi, tra mito e realtà e che sembrava essere stata dimenticata da secoli.
Ma alcuni anni fa uno sconosciuto miliardario con la passione per le arti marziali aveva acquistato un isolotto oltre i mari Flegeesi, ribattezzandolo Isola del Serpente e da cui traeva poi il suo stesso nome, su cui riportava alla luce l'antico e perduto torneo.
Ogni 35 anni, il tempo di una generazione, il Torneo di Atheolin, come avveniva in passato, riprendeva così forma.
Solo i prescelti, attraverso un invito, potevano parteciparvi.
Eppure negli ultimi 2500 anni si vociferava che nessun mortale era riuscito a vincere l'ambito titolo.
Intanto, ad Afragolopolis, la vita scorreva mondana e tranquilla come le lente acque del lagno che la tagliavano in due.
https://ichef.bbci.co.uk/images/ic/640x360/p057dp3p.jpg


+++

Il Torneo...quel Torneo a cui tempi addietro videro scomparire i nostri migliori soldati di Serenica.
"Ah no, Amir...stavolta non accetteremo nessun torneo, io voglio rimanere tranquilla e serena a Serenica, e non siamo stati invitati. Tra l' altro sto facendo dei ritratti e ho usato la trasformazione per rendere i miei capelli scuri, mi succede sempre così...e mi sto innervosendo, ovvio poi mi vedano come Regina senza cuore e fredda" scostai i capelli mentre tenevo salda Volpe Ambrata nella mano "Rimarrò zitella a vita, comunque comunicate ad Ismael di rinforzare le cinta murarie del Regno, non sia mai arrivino individui strani" seccata mentre il pittore finiva i ritratti.

http://memorieperdute.altervista.org...agini/02LR.jpg

Il primo ritratto era fantastico, il volto aveva una parte celata e spiccava la mia spada magica, poi osservai il secondo...decisa e senza paura.

http://sobrecomic.com/wp-content/upl..._luis_royo.jpg

Amir annuì ad Altea ed andò via, mentre il pittore completava i dipinti della bella regina.
Ad un tratto nella stanza entrò Graton, il ministro degli interni, con in mano il suo tablet che consultava con vivo interesse.
“Salute o voi, altezza.” Disse con un inchino ad Altea. “Ero giunto per rammentare a sua maestà i vari impegni del giorno... tra cui spicca l'incontro con quel giornalista giunto da Afragolopolis, altezza... quello che ha chiesto di poter intervistare la regina di Serenica.”

Perché c'era sempre così tanto da fare?
Era sempre tutto frenetico, ogni benedetto istante.
Sempre eventi da organizzare, appuntamenti da spostare e poi gli allenamenti, i servizi fotografici.
Accidenti!
Non odiavo il mio lavoro, beninteso, ma essere la segreteria, o assistente che dir si voglia, di un campione mondiale, non era facile.
E poi, volevamo parlare del fatto che avessero più vizi delle star del cinema?
Che insofferenza...
Attraversai velocemente la grande villa, i corridoi elegantemente illuminati, scesi giù, fino alla palestra e bussai un paio di colpi.
Poi aprii la porta.
"Scusa l'interruzione. Il presidente della Federazione di karate ha chiamato per ricordarti del tuo invito alla cena annuale di stasera, ti raccomanda di non fare tardi. Oh, e il servizio fotografico di domattina è stato spostato dalle nove alle nove e trenta. Ecco anche il frullato" poggiando il bicchiere sul tavolino vicino alla porta "Serve altro?" guardando con un sopracciglio alzato Elv che nel frattempo aveva smesso di allenarsi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0f4ca7e478.jpg

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Amir, da bravo ambasciatore usci, e cercavo di rilassarmi mentre ad un tratto entrò il bravo Graton, il quale sapeva individuare sempre il momento adatto per interrompere le migliori situazioni.
Sussultai a quelle parole "Me ne ero dimenticata, effettivamente non comprendo perché quale vivo interesse per Sua Altezza Serenissima, avete fatto bene ad avvisarmi visto teniamo da secoli saldi i contatti con Afragolignone" mi guardai i vestiti "Vado a cambiarmi, fatelo accomodare nel salottino orientale per favore".
Mi alzai e andai nella mia camera dove le ancelle mi vestirono senza sfarzi eccessivi per dare udienza al giornalista e i miei capelli ritornarono biondi.
Uscii ed entrai dopo le ancelle nel salottino.

Altea dopo essersi preparata raggiunse il salottino delle udienze, dove trovò ad attenderla il giornalista. Era un uomo vestito con poco gusto e garbo, grasso, dai capelli rossicci ed arruffati, la barba folta dello stesso coloro ed un paio di occhiali piccoli che sembravano svanire sul suo faccione.
“Altezza, che onore...” disse alzandosi e guardandola tutta “... sono Gozil, prima firma del Moon, il giornale principale di Afragolopolis.” Ridendo.

Elv aveva appena finito di allenarsi e stava mettendo l'accappatoio sulla pelle sudata.
“Che efficienza...” disse allacciando la cintura dell'indumento “... a mio parere bruci più calorie di me...” divertito a Gwen “... mmm... troppo mandarino e poca banana...” assaggiando il frullato “... sai che oggi ho il pieno di potassio dopo i carboidrati di Capodanno.” Facendole l'occhiolino.
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Entrai gettandomi nel divanetto e osservando l' uomo grassoccio e dallo sguardo antipatico.
"I miei omaggi, scusate se mi stendo ma posando prima ho preso freddo e ho mal di testa, andiamo al dunque, cosa volete da Sua Altezza Serenissima?".

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Respirai a fondo mettendo su un'espressione paziente e serafica.
Sì, ci voleva davvero tanta, tanta pazienza.
"Beh, adesso sappiamo che frutto farti servire nella macedonia a fine cena, stasera" con pungente sarcasmo ed un sorriso tirato, mentre aggiustavo gli occhiali sul naso, scivolati appena all'ingiù.
"Non credo io abbia altro da fare, ci vediamo domani. Buona serata" lo salutai, con tono sarcasticamente professionale, mentre prendevo la borsa e risalivo al piano superiore.

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"Prego, si metta pure comoda, altezza..." disse Gozil guardando Altea con fare lascivo "... ma sono certo che la nostra intervista le piacerà... e poi molti Afragolignonesi vogliono conoscere meglio Serenica... su, mi parli di lei... di come passa le giornate... e le notti..." ridendo.

Nel mio sguardo spuntarono fuoco e scintille, le ancelle si allontanarono perché sapevano quel fuoco cosa significasse "Voi non dovete dirmi quello che devo fare, nessuno può osare, mi sono stesa da sola non dovete dirmelo voi" prendendo un bicchiere di acqua fresca per rilassarmi e poi sorrisi "Oh sono famosa ad Afragolignone, ma la vita a Serenica è difficile e dura, faccio molti allenamenti militari, vi sono udienze, devo cercare di mantenere sicuro il mio Regno. Solitamente non abbiamo molta vita mondana. Cosa faccio di notte? Semplice dormo, per essere in forma al mattino" guardando le ancelle e ridendo "Ho un fido cameriere che mi serve a ogni ora della sera a puntino, anche se sembra abbia timore di me purtroppo, è dura la vita di una regnante".

“A te consiglierei invece” disse divertito Elv “del ribes e kiwi del Madagascar... è ottimo per l'umore, cara.” Facendo l'occhiolino a Gwen.
Lei andò via e lui si fece una doccia.
Ma nel garage, mentre lei raggiungeva la sua auto, cominciò a sentire dei passi, come se qualcuno si avvicinasse.
Il garage era deserto.

“Ma infatti noto che ha un gran bel fisico, altezza...” disse sbavando Gozil “... si, ha una vita molto intensa... e mi dica... è sola? Cioè... ha un consorte... o altro?” Fissandola.

"Non ho di questi vizi io, grazie" dissi a voce alta, mentre andavo via.
Raggiungendo la macchina, però, sentii dei passi in garage.
Possibile che fosse Elv?
No, doveva ancora fare la doccia, non era possibile che stesse già uscendo.
Magari aveva bisogno di qualcosa.
Per sicurezza, andai a controllare.

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"Grazie per il complimento" compiaciuta "No, non ho consorte e non ho un compagno, forse tenere testa a una donna forte come me è difficile o forse sono troppo presa nel preservare la sicurezza del mio Regno...lei ha pretendenti da offrirmi?" ridendo sarcastica.

Gwen andò a controllare ma non vide nessuno.
I passi non si sentivano più.
Era sola in quel garage.



Gozil rise.
"Eh, altezza..." disse fissando Altea e sbavando "... con umiltà e modestia... beh, ci sarei io... sono un ottimo partito, sa?" Ridendo.

Lo osservai nauseata.."Voi? Oh.." ridendo "Ma si è visto, con tutta sincerità pretenderei di meglio".
Osservai la mia ancella Selena e mi controllai, stavo per sbatterlo fuori dal Regno proprio "Puoi dire al servo di portarci del the...anzi di portarmi...ho fame e sete, e mi sto innervosendo...facciamo domande serie?" verso Gozil "Non sono regina da gossip".

Andai a controllare, ma non vidi nè sentii nessuno.
Lo sapevo io che lavorare troppo, e soprattutto per lui mi avrebbe fatta ammattire.
Ero già sulla buona strada.
A quel punto, salii in macchina e tornai a casa, dove ad aspettarmi c'era Kinkle, il mio bellissimo gatto bianco e grigio.
Mentre mi liberavo del cappotto e della borsa e sentivo le carezze della coda di Kinkle sulle caviglie, attivai la segreteria per vedere se ci fossero dei messaggi.

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Gozil rise.
"Eh, se sua altezza mi mettesse alla prova..." disse con malizia ad Altea "... beh, domande più impegnative? Cosa ne pensa che quest'anno ci sarà una nyuova edizione del leggendario torneo conosciuto come Torneo Athein? Si dice che alcuni eroi del passato di Serenica vi abbiano partecipato, pur senza vincerlo mai..."

Gwen tornò così a casa.
Ma buttando la borsa sul divano da essa vide sbucare fuori una lettera.
Una strana lettera con sopra il simbolo di un serpente.
Come era finita nella sua borsa?"
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Alla domanda di Gozil mi feci seria "Si, ne ho sentito parlare, il mio ambasciatore ne parlava prima. Il fatto è che io non posso partecipare, è un rischio, potrei morire e il Regno si distruggerebbe, in compenso abbiamo i migliori militari..il Capitano Ismael è un ottimo guerriero. In passato molti dei nostri guerrieri si sono battuti ma non sono più tornati...sarebbe bello Serenica potesse parteciparvi..ecco cosa potrebbe fare per noi, lanciare l' appello ad Afragolignone e dintorni che la Regina di Serenica cerca un combattente, imbattibile e gli darà tutto ciò che vorrà per partecipare al torneo" annuendo in tono severo.

Buttai a casaccio la borsa sul divano, ma mentre stavo per andare a farmi un caffè, vidi qualcosa.
Era come una lettera.
La presi e vidi che era molto molto strana.
Come ci era finita lì dentro?
Che fosse un altro dei giochetti di Elv?
Presi il cellulare e lo chiamai.

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