Elv guardò Gwen negli occhi con un'espressione indefinita.
"Già..." disse lui, per poi avvicinarsi.
In un attimo furono vicinissimi.
"Quelli cinici come me, pare, quando una cosa è bella se la prendono..." mormorò vicinissimo al viso di lei "... si, sembra che quelli cinici così facciano..." accarezzandole il viso.

Il sorriso sulle mie labbra poco a poco svanì, mentre vedevo che si avvicinava, troppo e quella sensazione tornava.
Beh, evidentemente, il mio precedente avviso non era stato abbastanza chiaro.
Mi accarezzò il viso e fu anche peggio.
"I cinici ignorano anche gli avvertimenti che gli vengono dati?" mormorai calma ed impassibile, fissandolo, mentre non arretravo di un passo.
Se c'era una cosa che mi era stata insegnata, ed anche non toccava a me indietreggiare, mostrarmi vulnerabile, no di certo.
E di sicuro toccava a lui comprendere quale fosse il limite da non superare.

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Elv guardò Gwen e sorrise.
"In verità" disse "noi cinici non seguiamo alcun avvertimento..." con malizia e senza indietreggiare neanche lui.
Ma proprio in quel momento si sentì qualcosa giungere dall'ultimo ambiente delle cantine.
Come una risata, di un bambino.
"Chi è là?" Voltandosi di scatto. "Chi c'è?"
Tutto era silenzio.
"Aspetta qui..." lui a Gwen, per poi avviarsi verso l'ultimo ambiente.
Cercò di accendere la luce, ma l'interruttore di quell'ambiente non funzionava.
Elv allora si avviò a controllare nonostante il buio pesto, svanendo in quella silenziosa oscurità.

Non seppi se la sua reazione mi infastidì o mi sorprese.
In ogni caso, non la gradii molto.
"Dovreste, invece" con tono secco.
Poi, qualcosa.
Qualcosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Una risata di un bambino.
Mi bastò vedere l'espressione di Elv per capire che non era normale.
Magari dei bambini si erano intrufolati per giocare?
Molto probabile.
Non riuscì ad accendere la luce e così si immerse in quel buio che sembrava ingoiare ogni cosa.
Subito, la mia mano andò alla pistola... Che non c'era.
"Maledizione!" imprecai a voce alta.
Possibile che l'avrei dovuta portare fin quasi sotto la doccia?
Dannazione...
Fui tentata di salire a prenderla, ma Elv era lì, non avevamo idea di cosa stesse succedendo...
Rimasi lunghi istanti in un limbo, fra la scala ed il buio, alla fine scelsi di seguirlo, volevo capire cosa accidenti fosse accaduto e per l'amor del cielo, queste cantine non potevano certo essere infinite.

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Gwen decise di seguire Elv, avviandosi verso la parte buia e silenziosa delle cantine.
Ad un tratto una delle luci si accese, ma l'illuminazione era irregolare, come se ci fosse un cortocircuito al sistema di illuminazione delle cantine.
Poi un rumore di passi che si avvicinava.
Poi una voce bassa lenta.
"Ave o Maria, piena di Grazia, il Signore è con te..." mormorava una voce rauca di donna.
Una voce strana, insolita, quasi irreale.
All'improvviso Gwen vide qualcuno che dal fondo dell'ultimo ambiente si avvicinava.
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Cercai Elv, ma l'illuminazione era fioca, scarsa e non riuscivo a vedere, man mano che avanzavo con cautela.
Ad un certo punto, una voce di donna.
Anch'essa irregolare, rauca.
"Chi c'è?" dissi subito, scattando.
Poi, vidi una figura che si avvicinava, ma non riuscivo a distinguerla bene.
"Elv, sei tu?"
Era tutto strano, decisamente molto molto strano.

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Era una suora.
Pregava ed avanzava dal buio verso Gwen.
Pochi passi, poi la luce si spense di nuovo e l'immagine di dissolse.
Un attimo dopo apparve Elv.
"Era saltata una luce..." disse "... ecco il rumore che avevamo sentito..." fissando la ragazza "... vieni, torniamo di sopra."

Strizzai gli occhi pensando che il buio ed il vino mi stessero giocando davvero un brutto scherzo.
Non avevo mai avuto di questi problemi col vino, in vita mia, ma che fosse giunto il momento?
Intanto, quella che avanzava verso di me era decisamente una suora e camminava pregando, con quella voce roca.
Poi, la luce si spense di nuovo ed apparve Elv.
Feci uno sforzo sovrumano per non sobbalzare sentendolo arrivare dopo quella strana vista davanti a me.
Annuii alla sua considerazione, liquidando la cosa nella mia mente come una brutta suggestione.

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Dopo quell'assurda visione, Gwen tornò al pianterreno con Elv.
"Ora conosci il segreto di questa villa." Disse lui. "L'orgoglio di mio fratello ed il vero patrimonio di famiglia... il nostro vino." Divertito. "Ora sai, vero, che non potrai più uscire viva da qui?" Facendole l'occhiolino.

Salimmo su e alla sua frase mi tornò in mente la scena che avevo visto.
"Almeno, avrò avuto una vita da onorevole poliziotto..." commentai sarcasticamente e sorniona.

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