"Un detenuto non si trova..." disse il secondino a Gwen "... era inserito nel programma di riabilitazione ed avrebbe dovuto presentarsi dal dottor Miz mezz'ora fa, ma nessuno l'ha visto."
In quel momento la ragazza vide arrivare dal corridoio suo zio e Miz.

Ecco, appunto.
Avevo confidato troppo nella sua presunta lungimiranza.
Lo ribadivo: era un incosciente.
"Sì, lo... Lo conosco... Lo seguo insieme al dottor Miz..." sospirai.
Che incosciente, che incosciente.
E adesso?
Cosa sarebbe successo adesso?
Vidi Miz e lo zio arrivare dal corridoio.
"Elv non si trova" dissi subito allo psicologo.

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"Lo so." Disse Miz a Gwen. "Lo stiamo cercando."
"Dopo il suicidio non ci voleva anche questa!" Agitato corcion.
Arrivò anche Teken.
"Comunque non può essere certo fuggire." Questi. "Tutte le uscite sono sorvegliate, i sistemi di allarme tutti in funzione e i monitor visualizzano ogni angolo esterno ed intorno del carcere. Inoltre è impossibile abbandonare l'isoletta poichè il solo traghetto che parte salperà fra 3 ore. Quel detenuto è ancora qui dentro."

Se lo zio avesse saputo...
La serenità che avevo provato nella Cappella improvvisamente era sparita...
Mi sentivo di nuovo incasinata, frustrata, non sapevo che fare.
Il riassunto di Teken costituiva tutte le mie paure e se Elv era ancora qui dentro, davvero mi chiedevo dove accidenti si fosse nascosto, perchè diamine, questo posto era sorvegliato in ogni maledetto angolo!


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Corcion diede ordine a tutte le guardie di sorvegliare ogni angolo del penitenziario e di cercare Elv.
"Io andrò da Stenus, l'ultimo cioè che ha visto Elv prima che sparisse." Disse Miz a Gwen ed a suo zio.

Miz disse che sarebbe andato da Stenus.
In quel momento, mi chiesi se ci fosse mai arrivato da Stenus in cella, quando ci eravamo separati...
"Vengo con lei, dottore" annuii e subito seguii Miz.

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"Molto più semplicemente ho abbastanza rispetto per me stessa da non paragonarmi a una sciacquetta che va con chiunque tanto per farsi accettare dagli uomini, a differenza di molte persone io non temo la solitudine, dunque non mi spaventa affatto restare sola..." alzando le spalle "Certo, l'Amore è una sfida, la più ardua, una sfida che quelli come lei non hanno il coraggio di accettare nè la forza di vincere, molto più facile accontentarsi di corpi senza nome, squallido e facile!" fissandolo negli occhi senza celare il mio disprezzo.
"Beh, sono dicorsi molto futili i nostri, dato che lei non uscirà mai da qui e non è prevista una prostituta che rallegri i prigionieri... se ha problemi di continenza posso prescriverle dei farmaci che uccidono completamente la libido!" con un sorrisetto divertito.

Miz annuì a Gwen ed insieme andarono nella cella di Stenus, trovandolo impegnato a disegnare.
"Che onore..." disse il detenuto senza alzare gli occhi dal foglio "... il nostro brillante medico... a cosa devo il piacere della sua visita?"
"Lei è stato l'ultimo ad aver visto Elv..." Miz.
"L'ultimo?" Ripetè Stenus.
"Si, sembra..." mormorò Miz "... sembra sia sparito nel nulla..."
"Possibile?" Senza scomporsi il vecchio detenuto. "Nel più sicuro carcere del mondo?" Sarcastico.
Intanto Destresya continuava il suo colloquio con il Generale.
"Vuol sapere un segreto, dottoressa?" Lui a lei. "Magari di quelli che sconvolgono l'esistenza e le certezze di una come lei?" Rise piano. "Io presto me ne andrò da qui."

Trovammo Stenus impegnato come sempre a disegnare e dalle sue risposte, capii che Elv non era mai tornato qui in cella, ma era subito andato a nascondersi chissà dove per scappare.
"Dottore, forse posso azzardare un'ipotetica ricostruzione..." dissi a Miz.
Era meglio mettersi al sicuro, prima che fosse tardi.

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"Certo..." disse annuendo Miz a Gwen "... dimmi, ti ascolto..." fissandola negli occhi.
anche Stenus prestò attenzione alla ragazza, smettendo di disegnare.

Annuii e presi un respiro.
In quei pochi istanti, avevo cercato di pensare in fretta ad una soluzione che sembrasse plausibile a tutti.
"Mi era stato detto che Elv era convocato da lei mentre ero in questa cella, di fatti dissi al signor Stenus che avrei portato Elv via per un po'. Circa a metà strada, i secondini che mi avevano avvertita hanno preso in consegna Elv, avvisandomi che lo avrebbero portato loro da lei" assunsi un'espressione pensierosa "Onestamente, ammetto la mia leggerezza, in quanto i visi di quei secondini non mi erano noti, ed è strano visto che conosco prati tutti qui, ma mi sono fidata, date le divise e tutto. Temo ci siano degli infiltrati, magari hanno pure a che fare con quel detenuto impiccato..." sospirai.
Non potevo permettere che risalissero a me, dato che, a tutti gli effetti, probabilmente io ero stata l'ultima persona a vederlo.

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"Infiltrati..." disse Miz ripetendo le parole di Gwen "... possibile?" Fissandola.
"Così cadde la città di Troia." Stenus con tono teatrale. "Con gli Achei infiltrati fra le sue mura." Divertito.
"Andiamo a parlarne col direttore." Preoccupato il medico.

"Non so che dirle, dottore, ma riguardo quel detenuto, beh, è un pensiero che affligge anche mio zio ed al momento è l'unica possibilità..." sospirando.
"Sì, credo che parlarne con mio zio sia l'unica cosa da fare" annuii.

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Gwen e Miz arrivarono nell'ufficio di Corcion, in un clima di allerta ed agitazione visto che di Elv non si avevano più notizie.
Miz rivelò al direttore i sospetti di Gwen circa possibili infiltrati, ma tutto ciò fu escluso prima dallo stesso direttore e poi anche da Teken che assicurò come tutto il personale, militare e civile, presente all'interno de lpenitenziario, fosse scrupolosamente controllato ed identificato.
Inoltre proprio Teken riferì che l'intero carcere stava subendo un profondo monitoraggio da parte dei suoi uomini, comprese l'ala 2 e quella 3.
Dopo circa 2 ore tutti i secondini riferirono di aver rivoltato come un guanto l'intero penitenziario, senza aver trovato la minima traccia di Elv.
Inoltre altri poliziotti perlustravano l'isoletta ed il suo piccolo porticciolo in modo che nessuno potesse partire da essa.
Alla fine nell'ufficio del direttore arrivò anche Don Guido per chiedere cosa fosse successo.
Il prete infatti non sapeva nulla riguardo la scomparsa di Elv, visto che la Cappella era il solo posto all'interno del penitenziario a non essere stato controllato dai secondini.

Arrivammo nell'ufficio di zio, a cui Miz raccontò dei miei sospetti.
Era chiaro che non ci fossero... Per il semplice fatto che li avevo inventato.
O almeno, in questa circostanza.
Alla fine, arrivò Don Guido.
Era chiaro che la Cappella non fosse stata controllata ed io ero la prima a poterlo dire, dato che uscivo proprio da lì nel momento in cui era stata diramata l'allerta.


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In quel momento uno dei secondini giunse ad avvertire il direttore che era tornato Goz con una squadra dei suoi uomini.
Corcion annuì e diede ordine di farlo entrare.
Il superpoliziotto fu subito avvertito della misteriosa sparizione di Elv e lui diede subito ordine di ricontrollare tutto il penitenziario dall'inizio, compresa stavolta anche la Cappella.
E prima di uscire dall'ufficio del direttore, Goz lanciò una delle sue occhiate lascive ed insistenti su Gwen.
Un'occhiata lussuriosa che la fece sentire sporca e decisamente a disagio.

Ovviamente, arrivò anche Goz e cercai di stargli più possibile lontana.
Adesso, tutto il penitenziario sarebbe stato di nuovo sottoposto a controlli, compresa la Cappella, mentre io, adesso seriamente, cercavo di immaginare dove Elv potesse essersi cacciato.
Era davvero incredibile che avesse trovato l'unico posto cieco di questo luogo degli orrori, roba da non credere.
Tuttavia, in associazione ad una mente come quella di Stenus, non mi sorprendevo.
Evitai di soffermarmi troppo su Goz, il quale aveva ripreso a fissarmi in quel modo riprovevole.
Strinsi infatti il braccio e la mano dello zio, per trovare riparo da quel depravato rivoltante che non voleva saperne di lasciarmi in pace.

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Goz ed i suoi uscirono dall'ufficio di Corcion, così come Teken ed i secondini per ricominciare a rivoltare come un guanto l'intero penitenziario.
Gwen sentì la mano di suo zio stringere la sua per farla sentire al sicuro e tranquilla.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Si udirono giungere diversi elicotteri sopra l'Imperium Nolhiae.
Non erano delle guardie penitenziarie e nemmeno della polizia o dell'esercito.
Avevano in qualche modo violato lo spazio aereo cittadino e quello dell'Isola di Santa Maria del Ritorno.
A quel punto scattò l'allarme in tutto il carcere ma era tardi.
Dagli elicotteri con cavi d'acciaio si calarono sulle torri e le terrazze del palazzo centrale dell'Imperium Nolhiae decine e decine di uomini incappucciati ed armati, gettando il caos sull'intero penitenziario.
"Gwen..." disse incredulo e allarmato Corcion "... tu resta qui e chiuditi dentro... e non uscire!" Prendendo la pistola dalla sua scrivania. "Capito? Non uscire per nessun motivo!" e corse fuori.
Un attimo dopo dall'esterno la ragazza cominciò a sentire un'infinità di colpi, di grida e di rumori di uno scontro durissimo.

Rivolsi un sorriso grato allo zio, quando strinse la mia mano.
Improvvisamente, però, la situazione precipitò.
Sentimmo un gran trambusto e rumore di elicotteri.
Ma era strano.
Non erano appartenenti al penitenziario, erano di certo intrusi, per tornare sempre sull'argomento.
Tutti scapparono, anche lo zio, prendendo perfino la pistola e questa cosa mi terrorizzò parecchio.
Ma forse, iniziavo a capire qualcosa.
Probabilmente, Stenus sapeva che questa gente sarebbe arrivata e aveva detto ad Elv di approfittare del casino per fuggire.
Non faceva una grinza, a momento.
Lo zio uscì, raccomandandomi di chiudermi dentro e non uscire.
Promessa che non sapevo se avrei potuto mantenere...
Se questa era l'ultima possibilità che avevo di andare via con Elv, dovevo approfittarne.
Poco dopo, i suoni di uno scontro acceso risuonarono nel penitenziario ed io ero sempre più tesa, spaventata, aspettando un qualunque segno da parte di Elv che mi facesse capire cosa fare.

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Era il caos.
Gwen rinchiusa nell'ufficio di suo zio, sentiva giungere da fuori un insieme di grida, di spari, di rumori indefiniti e continui che riempivano l'aria.
Poi vide il fumo passare da sotto la porta chiusa.
Dalla finestra si vedevano ampie fiamme che si propagavano velocemente dal corpo centrale del penitenziario versi le mura e le torri dell'intera struttura.
L'intero Imperium Nolhiae stava bruciando e a breve sarebbe finiti carbonizzati tutti coloro che vi erano all'interno.
Ora davvero quel luogo sembrava somigliare all'Inferno.

Sembrava di essere nel bel mezzo di uno dei thriller che vedevo in tv, ma esserci dentro era decisamente peggio che vederlo dal divano.
Poi, come se non bastasse, iniziai a sentire uno strano odore.
Guardai bene e vidi delle piccole volute di fumo penetrare da sotto la porta.
Un attimo dopo, le fiamme divamparono dal centro del penitenziario.
Sbarrai gli occhi davanti a quell'Averno di fuoco.
Dovevo andare vi e presto, soprattutto dovevo tornare Elv.
Nella mia testa, la teoria di Stenus che aveva avvertito Elv di tutto ciò che sarebbe successo si faceva sempre più strada nella mia testa e sembrava l'unica opzione plausibile.
Così, mi diressi subito alla porta per aprirla.

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Gen fu costretta a fuggire dall'ufficio di suo zio, ritrovandosi nei corridoio avvolti da fumo e fiamme che rendevano impossibile quasi respirare.
e da tutto ciò la ragazza vide emergere le sagome di quegli uomini incappucciati ed armati.
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Appena uscita dal corridoio, vidi che la situazione era anche peggio.
L'aria era quasi irrespirabile, tanto che fui costretta ad alzare il colletto del maglione su bocca e naso per provare almeno un minimo a contrastare l'effetto.
Mi nascosi di lato vedendo un'orda di uomini incappucciati ed armati invadere ogni centimetro del corridoio, chiedendomi come accidenti potessi trovare Elv in questo disastro e soprattutto se non sarei morta prima, schiacciata o da questa gente o dalle fiamme.

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Scoppiai a ridere a quelle parole.
"Oh ma davvero, uscirà di qui?" scuotendo la testa divertita "Lei lo sa a quante altre persone ho sentito dire la stessa cosa, generale? Quanti lo hanno ripetuto anno dopo anno fino a spegnersi e a diventare larve che non ricordavano nemmeno il loro nome?" fissandolo intensamente negli occhi.
Poi udìì qualcosa, sembravano degli elicotteri, poi degli spari.
Trasalii nell'udire quei rumori, ripensando a che cosa aveva detto l'uomo davanti a me.
Possibile che c'entrasse qualcosa con tutto quello?
Eppure non poteva essere una coincidenza.
"Accidenti, un'evasione in grande stile" annuii, ma non feci a tempo a pensare di far scattare l'allarme, che questo scattò da solo, azionato dalle guardie.
Gli spari erano sempre più vicini, sempre più vicini.
E poi, le fiamme che divamparono tutto intorno a noi.
Sì, era riuscito a stupirmi, ma non gli avrei dato la soddisfazione di lasciarglielo intendere.
"Abbiamo finito qui!" guardandolo un'ultima volta prima di voltarmi e cercare una via di fuga.

Era il caos.
Ovunque c'era il fuoco che col fumo invadeva l'aria, rendendola ardente, mentre urla e rumori di scontri riempivano tutto.
Anche gli spari e le grida in quell'incredibile battaglia sorsa dal nulla.
Gwen cercò riparo nei corridoi, tra cadaveri e secondini impegnati a combattere contro quegli uomini incappucciati che parevano demoni giunti dall'Inferno.
Anche Destresya scappò, abbandonando il Generale nella sua cella.
In breve le fiamme circondarono l'intero Imperium Nolhiae, consumando ogni cosa.
Alcuni secondini, disperati, per salvarsi dal fuoco si gettavano dalle torri e dai camminamenti dei muri esterni, trovando un'orribile morte sfracellati al suolo.
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Trattenni a fatica un urlo vedendo che mi ero praticamente nascosta in mezzo ai cadaveri.
Era terrificante, spaventoso, era qualcosa di inimmaginabile.
Ma non potevo stare qui.
Il fatto era veh non sapevo nemmeno dove cercare Elv...
Un pensiero però mi colse, all'improvviso.
La mia mente andò all'unico posto dove nessuno aveva guardato.
La Cappella.
Cercai così di uscire dal mio nascondiglio e raggiungere la Cappella.

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Gwen a fatica raggiunse la Cappella.
Il fuoco però era giunto anche qui ed aveva fatto crollare il soffitto, rendendo impossibile poter entrare o uscire.
Forse anche Don Guido era rimasto bloccato nella Cappella.
Intanto nei corridoi, negli androni, nei refettori, lungo le scale, persino nei cortili si vedevano guardie e secondini impegnati a combattere contro i misteriosi uomini incappucciati.
Erano dei combattenti incredibili, armati fino ai denti con pugnali, spade e persino fucili, veloci e temibili, agilissimi e letali.
Gli sconti erano iniziati così all'improvviso da aver colto di sorpresa tutti nel penitenziario e solo in un secondo momento si riuscì ad inviare messaggi d'aiuto al commissariato ed alle stazioni di polizia situate ad Afragolopolis e ei suoi dintorni.

Arrivai alla Cappella, sobbalzando in un urlo mentre delle travi crollavano proprio in quel momento.
Avevo paura per il prete, temevo che fosse rimasto bloccato lì dentro.
E se ci fosse stato anche Elv?
No, speravo di no...
Intanto, i combattimenti fra secondini e uomini incappucciati continuavano con ritmo sempre più serrato e non sapevo cosa fare.
Ripresi così a girare per capire dove accidenti fosse l'unico detenuto di cui mi importasse.

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Gwen prese a vagare in quell'Inferno in terra, fra fiamme, fumo, grida e i rumori di quello scontro assurdo.
Ad un tratto tra i fumi vide qualcuno.
Una figura barcollante che camminava appoggiandosi ai muri.
Era Elv, sporco di fumo ed intontito.

Era uno scenario letteralmente apocalittico.
Fiamme, distruzione, morte...
Come si era potuti arrivare a questo in dieci minuti?
Come?!
Continuai a vagare senza meta, quando improvvisamente scorsi una figura barcollante.
Penetrò oltre la cortina di fumo e vidi che Era Elv!
Subito gli andai incontro.
"Hey!" gli dissi con un sorriso sollevato, accarezzandogli il viso.
"Dobbiamo andar via subito, immediatamente! Dobbiamo approfittare del caos e dobbiamo andar via Roma che questo posto ci crolli addosso!"

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Elv fissò Gen ed annuì, ancora visibilmente intontito.
Infatti aveva un livido sulla gota destra, come se avesse ricevuto un colpo che probabilmente l'aveva tramortito.
I 2 ragazzi a fatica cercarono di uscire da lì.
Attraverso le scale raggiunsero il pianoterra, per poi infilarsi nelle condutture d'aria che passavano sotto i cortili e si sviluppavano fin verso un canale di scolo che finiva direttamente nel Lagno.
Senza sorveglianza non era stato difficile giungere fin lì.
Ma quando risalirono in superficie, nelle acque del piccolo porto dell'isoletta di Santa Maria del Ritorno, i 2 giovani guardando da fuori la gotica costruzione dell'Imperium Nolhiae videre che incredibilmente non c'erano tracce del gigantesco incendio, nè c'erano gli elicotteri intorno da cui si erano calati gli uomini incappuccia
https://s3-us-west-1.amazonaws.com/d...e2-850x560.jpgti.

Aveva un livido sulla gita, che mi fece capire che qualcuno lo aveva stordito.
Beh, in ogni caso, adesso era ora di muoversi.
Arrivammo fino alle condutture dell'acqua, attraversando il penitenziario da sotto ed il terrore che ci crollasse tutto addosso era forte.
A fatica riuscimmoa risalire in superficie, ma...
Una volta lì, tutto era svanito.
L'incendio, gli uomini incappucciati, gli elicotteri... Tutto.
"Ma... Ma cos'è successo?! Che ne è dell'incendio?" Dissi sconvolta.

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La nuotata aveva fatto bene ad Elv e ora non sembrava più intontito.
Guardò anche lui verso l'Imperium Nolhiae che svettava in lontananza, sinistro e monumentale, senza più traccia di incendio e attacco subito.
"Eppure lo ricordo bene..." disse incredulo a Gwen "... andava tutto a fuoco... e poi quei folli incappucciati... ed era meno di un'ora fa... com'è possibile?"

"Non lo so... Non lo so proprio!" senza parole.
Ma dovevamo darci una mossa
"Comunque, ora dobbiamo sbrigarci. Se davvero quell'incendio non c'è stato, è possibile che ci siano guardie in giro. Immagino tu abbia un piano, adesso."

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"No, non ho un piano..." disse Elv a Gwen "... era Stenus a doverlo escogitare... ma poi credo che qualcuno mi abbia aggredito e tramortito..." massaggiandosi la testa "... però hai ragione, dobbiamo sbrigarci ed andarcene... nuotiamo fino al molo e lì ruberemo una barca..."

"Cosa?!" esclamai esasperata.
"Benedetto ragazzo..." scossi la testa.
Sospirando avvilita, gli feci segno di sbrigarci e con un respiro profondo mi tuffai.
Riemersi qualche istante dopo e imboccai la direzione per il molo, più veloce che potei.

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Gwen ed Elv, non avendo molta scelta, ripresero a nuotare, fino a raggiungere il molo, dove alcune piccole barche, perlopiù di quelle che pulivano il letto del Lagno, erano ormeggiate.
Elv si guardò intorno e poi fece cenno alla ragazza di salire su una di esse.
Fece lo stesso anche lui, sciolsero la cima e si alontanarono seguendo la corrente.

Ci dirigemmo verso delle barche ormeggiate lì vicino, dopo esservi saliti su Elv sciolse le cime ed iniziammo il nostro corso.
"Non riesco ancora a capire cosa sia successo e se davvero è successo..." scuotendo la testa "Non è possibile che ognuno di noi abbia immaginato tutto, io, tu, lo zio, come accidenti può essere stato?"

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"E' troppo strana come faccenda..." disse Elv mentre cercava di seguire la corrente con la barca, nel tentativo di raggiungere una zona più appartata, verso le campagne "... ci penseremo dopo... ora troviamo un posto dove nasconderci, Gwen..."

"Strana è un eufemismo..." sospirai.
Poi annuii ed iniziai a guardarmi intorno, alla ricerca di un posto sicuro e adatto per nasconderci temporaneamente.
Erano state ore dure, difficili, eravamo passati attraverso un Inferno che sembrava esistere solo nelle nostre teste ed avevamo bisogno di fermarci un attimo, forse qualcuno in più, per respirare.

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