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Passarono così alcune ore, senza che nulla turbasse la serena atmosfera al palazzo degli Accio.
Poi, verso sera, il segretario di Nicolò ritornò. Il banchiere lo ricevette nel suo studio e dopo un po' fece chiamare Eilonwy. “Mia cara...” disse alla ragazza “... abbiamo trovato l'uomo giusto.” Sorridendo. “Si tratta di un ex militare che ora si è dedicato all'investigazione privata. Mi dicono essere un vero fenomeno. L'ho fatto chiamare e ci raggiungerà tra breve.” |
“Milady...” disse quell'uomo ad Altea “... i vostri abiti erano bagnati fino a strizzarli e potevano causarvi una polmonite... per questo il mio padrone ha deciso che andavano tolti... ma non temete, qui siete al sicuro, milady... avanti, prendete questa tisana... vi farà bene...”
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"Davvero? Ma è fantastico!" dissi con emozione.
Ero lieta ed eccitata di scoprire di piu' sul Cavaliere d'Altafonte. "Non vedo l'ora che arrivi! Grazie zio, ve ne sarò sempre grata" dissi abbracciandolo teneramente. Era un angelo....anzi era un serafino, mio zio. |
“Certo che ti accompagnerò.” Disse Roberto a Clio. “Ci andremo appena ritornerai dall'incontro col viceprocuratore del re. Anzi, se vorrai, verrò con te da lui, così potremo poi andare insieme da messer Duon.” Poi restò un attimo in silenzio. “Però ripensandoci... non è meglio andare prima da Duon? Così potrai magari raccogliere qualche informazione da dare poi al viceprocuratore. Perchè credo che comunque lui pretenda già di vedere qualche risultato... non pensi?”
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A quelle parole di Talia, il sacerdote restò in silenzio.
“Dimmi, figliola...” disse infine “... parliamo di lui... di ciò che dirà o farà... ma tu... tu cosa pensi? Tu cosa provi? Dimmi... tu lo ami? Ami tuo marito?” http://new.caffe.ch/media/2012/04/15991_17_medium.jpg |
Presi la tisana, facendo attenzione a non scoprirmi..."E come posso fidarmi a bere questa tisana...se nemmeno so l'identità del vostro padrone? Io so solo che mi sono recata presso la dimora del Cavaliere di Altafonte e poi...il nulla. Mi volete dare una spiegazione?"
Non capivo tutto questo mistero...ma ero a casa del Cavaliere oppure qualcuno mi aveva raccattata per misericordia? "E poi non posso rimanere in queste condizioni...per favore, procuratemi una veste..sono impresentabile e inizio ad avvertire freddo". |
Annuii a Roberto "Ma certo, hai perfettamente ragione... andremo prima da Cuon, così avrò qualcosa da raccontare al viceprocuratore.. ma se vorrai accompagnarmi anche da lui te ne sarei grata, l'idea di stare da sola con lui non mi alletta per niente, anzi... Spero solo che possa darci qualche informazione utile..." sorrisi "..eh, temo.. con molto dispiacere, che la nostra gara con la pistola non abbia più ragion d'essere.. vorrà dire che ci rifaremo con la spada.. come ai vecchi tempi.." srizzando l'occhio.
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Sciolsi mio zio dall'abbraccio e gli diedi due baci sul volto.
Poi, mi avvicinai alla finestra e chiusi gli occhi. http://oi47.tinypic.com/wvxxe1.jpg Riuscivo a sentire distintamente la pioggia che cadeva sulla strada, sulle foglie, sui fiori sul vetro. Il suono della pioggia mi pareva un valzer leggero, dolce e malinconico. Mi immaginai di ballare questo valzer con il Cavaliere di Altafonte. Mi sorrideva e mi corteggiava. Era bellissimo tutto era bellissimo! VALZER: http://www.youtube.com/watch?v=7WburyGyO3M |
“Cara cugina, sappi che posso batterti tenendo la spada con la sinistra.” Disse Roberto a Clio con tono divertito. “Così cadrà questo finto mito che vuole te più abile di me con la spada.” Rise. “Si, andremo prima da messer Duon allora.” Tornando serio. “Magari scopriremo qualcosa di interessante. Poi verrò con te dal viceprocuratore.” Si voltò verso sua moglie. “Verrai con noi, vero?”
“Assolutamente no.” Rispose Selenia. “Detesto queste passeggiate in campagna. E poi con le ultime piogge ci sarà fango ovunque.” “Come desideri.” Fece Roberto. I tre andarono così a cena e poi si ritirarono per la notte. Ma prima di seguire sua moglie, Roberto raggiunse Clio nella veranda. “Tra feste, impegni mondani e visite in chiesa” le sussurrò lui “non ho avuto ancora la possibilità di dirti che... che sono felice di averti rivisto... sono felice che tu sia qui... sono felice di svegliarmi al mattino sapendo di trovarti in questa casa... ecco... questo volevo dirti...” le prese la mano, quasi accarezzandola “... solo questo...” e baciò quella mano, senza togliere mai i suoi occhi da quelli di lei “... buonanotte, Clio... a domani...” e si ritirò. Il mattino seguente la carrozza era già pronta per condurli a casa di Duon. |
Al mattino seguente la pioggia aveva smesso di cadere.
Il cielo, di un azzurro terso e limpidissimo, frastagliato da alte nuvole bianchissime che sembravano gonfiarsi quasi alla deriva sull'orizzonte, cominciava a scoprirsi, abbagliando la città con i suoi colori. Il palazzo degli Accio era animato da un vivace via vai di domestici e Nicolò attendeva qualcuno. Poi, verso Mezzogiorno, una carrozza si fermò davanti al portone. Da essa scesero due uomini. Uno dagli abiti e dal portamento distinto, l'altro alto e robusto, dai modi rozzi e dall'espressione accigliata. I due furono condotti nel salone, dove trovarono ad attenderli lo stesso Nicolò e sua nipote Eilonwy. “Salute a voi, messer Accio...” disse l'uomo dai modi distinti “... sono l'uomo che avete fatto chiamare...” “L'investigatore privato?” Fissandolo Nicolò. “Si, messere...” annuì quello “... vi basterà chiamarmi Colonnello Cesare... e questi” indicando l'uomo che era con lui “è il mio assistente Lutor...” E Lutor annuì senza mostrare alcuna espressione. |
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