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Tutto andava in fiamme, tutto diventava cenere intorno a me.
Il caldo diventava insopportabile e c'era talmente tanto fumo che non riuscivo nemmeno a respirare. Ma io conoscevo ogni anfratto ogni passaggio, avevamo fatto diverse prove anti incendio, anche se non avrei mai pensato di poterne fare una vera con le fiamme dappertutto. Cercando di ricordare dove dovessi andare, cercai di uscire dall'edificio in fiamme. |
Era un Averno di fiamme.
Un trionfo di fuoco e di fumo, al punto che gli occhi bruciavano e lacrimavano. Ovunque i muri si consumavano e marcivano per il calore, mentre a terra i cadaveri carbonizzati rendevao impossibile passare. Destresya cercava una via di fuga, tra grida, urla, scontri, colpi di fucili, di pistole e persino raffiche di mitra. L'allarme suonava senza sosta, martellando i timpani e i sistemi antincendio continuavano a vibrare in ogni camera, corridoio e scala. Sembrava una scena di guerra, nè più, nè meno. Poi, ad un tratto tutto tacque, tutto finì, tutto svanì nel nulla. Nulla. Tornarono i muri, i corridoi e le camere. I secondini e i poliziotti si ritrovarono senza più avversari e nemici. quegli uomini incappucciati erano spariti nel nulla, così come gli elicotteri che fino ad un istante prima volteggiavano sul penitenziario. Anche il fuoco era svanito, così come il fumo. Niente di niente. Segni dell'incendio non si vedevano più ed anche i cadaveri erano spariti. Alcuni secondini e qualche poliziotto risultavano ferito, ma solo perchè colpiti nella foga dai loro stessi compagni. Come se avessero combattutto contro fantasmi, svaniti nel nulla. |
La barca superò la corrente del Lagno, scorrendo sulle acque verdastri, sospinta da un vento deciso fino a quando il corso dell'acqua la condusse al di là della sterminata periferia di Afragolopolis, dove la campagna si estendeva verde e pianeggiante ed i grattacieli cittadini erano più lontani.
Elv sospinse la piccola imbarcazione verso la sponda e la nascose fra alcuni arbusti che spuntavano dall'acqua. Poi con Gwen abbandonarono la barca e presero la campagna, correndo dove i campi coltivati cessavano e gli alberi erano più numerosi e folti, dove cioè la linea inquieta della brughiera spuntava oltre l'orizzonte regolare. |
Quei flutti acquitrinosi ci condussero oltre la periferia, dove le pianure si estendevano quasi a perdita d'occhio.
Avvicinandoci alla banchina, Elv nascose la nostra barca e ci dirigemmo di corsa lontano da lì. Non sapevo quanto lontano saremmo potuti arrivare, ma sapevo per certo che questo era il momento che determinava la nostra libertà e non potevamo ancora fermarci. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Camminarono per un pò nella campagna, col vento freddo di quei giorni a battere sui loro visi, fino a quando scorsero un capanno isolato, non lontano da un pazzo all'ombra di una quercia.
Era usato per conservare gli attrezzi agricoli e qui Gwen ed Elv trovarono riparo per riposare. "Ci fermeremo mezz'ora, non di più..." disse lui a lei "... il tempo di riposarci... poi riprenderemo... forse verso la brughiera troveremo un posto in cui passare la notte... poi si vedrà..." |
Il vento freddo tagliava i nostri vidi, gelido, attraversando i nostri vestiti umidi.
Trovammo una sorta di capanno, che veniva usato per gli attrezzi agricoli. Ci sistemammo lì dentro ed Elv disse che saremmo fermati solo per mezz'ora, poi avremmo ripreso il cammino per trovare un posto in cui passare la notte. Ripresi fiato in un paio di minuti, mi sentivo distrutta e stanchissima. Guardai Elv e mi avvicinai, lasciando un morbido bacio sul livido che gli avevano procurato. Poi, affondai fra le sue braccia ad occhi chiusi, in silenzio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Quel dolce bacio e poi Gwen affondò fra le braccia di Elv, sentendo il calore del suo corpo che dava così sollievo al senso di umidità causato dailoro abiti bagnaticci.
Lui la stringeva a sè, in quell'abbraccio caldo e rassicurante. "Ce la faremo, vedrai..." disse lui piano accarezzandole la testa. Trascorsero così quella mezz'ora, poi verso il tardo pomeriggio, con l'imbrunire accennato nel cielo, lasciarono il capanno, diretti verso la brughiera. I contorni di quel mondo ancora misterioso e selvaggio li avvolse in breve, con la civiltà che lentamente si allontanava alle loro spalle. Vi era verde ovunque intorno a loro, con piccoli dossi che spuntavano qui e là, stretti canali che attraversavano i campi e folte macchie di alberi che svettavano contro l'orizzonte, racchiuso dalle lontane montagna dai toni azzurrognoli. "Stenus mi diceva che sarei dovuto scappare verso la brughiera..." Elv a Gwen "... qui i controlli sarebbero stati pochi..." Ad un tratto videro una piccola abitazione in lontananza. |
Il calore piacevole del suo corpo dava sollievo al senso unico degli abiti bagnati e sarei stata così per sempre.
Sentii che mi stringeva, mi accarezzava i capelli, mentre la sua voce rassicurante mi cullava. Gli sorrisi alle sue parole incoraggianti. Sì, ce l'avremmo fatta di sicuro. Trascorsa circa mezz'ora, ci rimettemmo in marcia, mentre ci allontanavamo sempre di più da qual si volesse segno di antropizzazione. "Non ho dubbi, non c'è un'anima, qui... " dissi sarcasticamente. "Guarda, c'è una casa laggiù!" indicai, speranzosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv annuì a Gwen ed insieme si avviarono verso l'abitazione.
Sorgeva su un basso dosso, circandata da alcuni faggi e racchiusa da un semplice steccato. Era una casa isolata, di quelle che solitamente si usano come abitazioni da campagna, magari per passarvi qualche mese estivo e allontanarsi così dal chiasso cittadino. Tuttavia una luce alla finestra indicava che qualcuno vi abitasse ora.Ii 2 giovani si avvicinarono alla porta ed Elv bussò. Ma si accorsero che la porta era solo socchiusa. |
La casetta era isolata, circondata da uno steccato.
Elv si avvicinò bussando, ma scoprimmo ben presto che la porta era semiaperta. Guardai Elv. "Dici che dovremmo entrare? Insomma, la porta è aperta, ma si vede che dentro ci abita qualcuno..." indecisa su cosa fare. Avevo un gran bisogno di dormire, di riposare e non sapevo quanto ancora avrei resistito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, tentiamo..." disse elv a Gwen, per poi spingere la porta socchiusa ed entrare insieme.
Era una casa arredata in modo rustico, non grande ma comoda ed accogliente, con il camino acceso che scaldava l'ambiente. Lui prese lei per mano e la portò vicino al fuoco. "Scaldati, Gwen." Fissandola. Ad un tratto si sentì abbaiare in lontananza. |
Alla fine entrammo e subito ci dirigemmo verso il camino, dove iniziai a scaldarmi.
La casa era rustica, ma comoda ed accogliente. Chiunque ci vivesse dentro, speravo davvero che ci facesse rimanere per la notte... A proposito di ciò, sentii un cane abbaiare in lontananza. "Forse stanno tornando..." dissi timorosa ad Elv. "E se dovessero chiamare la polizia, o altro..." adesso avevo davvero paura. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Nascondiamoci..." disse Elv a Gwen "... tu vai di là... e nasconditi sotto il letto... io invece mi chiuderò in questo ripostiglio..."
Qualcuno infatti si stava avvicinando, insieme al suo cane che continuava ad abbaiare in maniera convulsa. |
Un po' titubante, feci come mi disse.
Mi nascosi sotto il letto, mentre chiunque fosse il padrone di casa qui si avvicinava sempre di più col suo cane, che non la smetteva di abbaiare. Mi curai di non fare alcun rumore, respiravo sotto voce e speravo che non finissimo di nuovo al penitenziario, ora che ce ne eravamo allontanati. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Pochi minuti dopo entrò in casa un uomo robusto, alto poco più della media con il capo completamente rasato,gli occhiali e la barba curata.
"Resta fuori tu." Disse al suo cane, che lasciò nello spiazzo davanti alla abitazione. Raggiunse il caminò e sistemò meglio il fuoco. Gwen aveva sentito la voce dall'altra stanza, riconoscendola. Era quella di Don Guido, il prete del penitenziario. |
Sentii i passi piuttosto pesanti del padrone di casa.
Destinò il cane al giardino e quella voce mi gelò il sangue nel vene. Sbarrai gli occhi, coprendomi la bocca con le mani. Mi sarei aspettata qualsiasi cosa, tranne che Don Guido potesse vivere qui. A questo punto, mi sorgeva anche il dubbio se fosse un vero prete. Dovevo assolutamente aspettare che si addormentasse, per uscire da qui e andare da Elv, per lasciare questa casa. Non potevamo assolutamente restare qui. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
L'uomo sistemò il fuoco e poi prese qualcosa dal frigo per scaldarlo nel forno.
Mangiò allora davanti al camino, mentre guardava il cellulare. Poi fece una telefonata: "Si... ho lasciato il penitenziario poco dopo... appena arrivati altri poliziotti... ovvio che non possono neanche immaginare... piuttosto... i droni? Si, certo... nessuno doveva vederli... ok, perfetto... aspetterò le indicazioni prima di partire." Staccata la chiamata, finì di mangiare e poi andò a dormire, stendendosi sul letto sotto il quale era nascosta Gwen. |
Sentii che preparava qualcosa per cena, poi parlò al cellulare.
E infatti. Ciò che avevo pensato poco fa trovò conferma. Non era nemmeno un prete, che bastardo... Però, il suo diversivo, sul quale rimanevano ancora tante domande, ci aveva permesso di fuggire e di questo ero grata. Sentii poi che si coricava e a questo punto, dovevo aspettare che si addormentasse, per scivolare fuori. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
L'iomo si addormentò quasi subito e dopo qualche istante Gwen lo sentì russare pesantemente.
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Non dovetti aspettare molto, in quanto l'uomo che non sapevo nemmeno come chiamare, dato che Don Guido mi sembrava parecchio inappropriato, si addormentò di sasso poco dopo.
Allora, senza ulteriori indugi e muovendomi in assoluto e totale silenzio, uscii da sotto il letto e raggiunsi la porta, guardandolo ogni tanto per assicurarmi che dormisse sul serio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Fumo ovunque, fiamme e distruzione.
Si sentivano grida e lamenti, gemiti e pianti, la gente si accalcava per uscire, spintonava, correva, si calpestava l'un l'altra. Dov'era l'uscita? Perchè non riuscivo a trovarla? Ero sempre più demoralizzata sempre più disorientata. Tutto andava a fuoco. Tutto iniziava a crollare. Tutto... Ma poi, d'improvviso... tutto cambiò. Come in un sogno, ogni cosa tornò alla normalità. Possibile? Che cosa era successo? Avevo immaginato tutto? Ma poi guardai i secondini, anche loro erano spaventati e spaesati. Un'allucinazione collettiva. C'era un'unica spiegazione: eravamo stati drogati. Ma come? Forse avevano avvelenato l'aria. In quel momento ricordai le parole del generale. Fermai un secondino. "Andate subito a controllare la cella 69, il prigioniero parlava di evadere e questo potrebbe essere un diversivo, andate!" ordinai, per poi incamminarmi verso l'infermieria. Dovevo subito farmi fare un prelievo per capire che tossina avevano usato per drogarci tutti e soprattuto perchè. Anche se a quella domanda forse avevo una risposta. |
Gwen sgusciò da sotto il letto e poi sgattaiolò via dalla camera in assoluto silenzio, mentre l'uomo dormiva come un sasso.
Raggiunse il salotto, dove Elv vedendola uscì dal ripostiglio. "Quello è Don Guido..." disse sottovoce alla ragazza "... ma stranamente non parla più come dovrebbe parlare un prete..." sarcastico. Intanto, all'Imperium Nolhiae si cercava di capire cosa fosse successo. I test voluti in laboratorio da Destresya non diedero alcun risultato. Invatti nessun tipo di tossina era stata diffusa nell'ambiente, quindo l'accaduto non poteva risalire ad uno stato allucinazioni collettive. Ma la cosa peggiore era la fuga di alcuni detenuti: Elv, ma soprattutto i pericolosissimi Stenus e il fantomatico Generale. Inoltre non c'erano più tracce di Gwen, di Don Guido e di Miz. |
Raggiunsi Elv.
"Sì, ho sentito bene..." sospirando. "È allucinante, non si sa più di chi ci si deve fidare..." scuotendo la testa. "Adesso cosa facciamo? Non so quanto sia saggio rimanere qui stanotte... È pur vero però che c'è quel cane là fuori..." Pensierosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ho idea che quel cane sia meno pericoloso del falso prete..." disse Elv a Gwen "... ma non possiamo restare qui... anche se muoio dalla voglia di sapere come hanno fatto a causare quel casino al penitenziario... ma la mia curiosità non vale tanto." Allora si mise a cercare in giro, senza far rumore.
Alla fine trovò una pistola munita di silenziatore. "Bingo..." guardando Gwen "... vieni, usciamo da qui..." |
"Intendevo che poteva svegliarlo abbaiando..." scuotendo la testa con gli occhi in su.
"Allora cosa stai cercando?" dissi svogliatamente, guardandolo che curiosava in giro. Finché non trovò una pistola con silenziatore. "Complimenti al prete..." sarcasticamente. "Dai, andiamo, sbrighiamoci." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv annuì a Gwen e senza far rumore uscirono dalla casa.
Fuori era buio, pioveva e un'aria sinistra avvolgeva la brughiera. Fecero qualche passo poi il ringhio del cane alle loro spalle lì bloccò. Ma Elv fu lesto nel voltarsi e puntando la pistola contro il cane, prima che questo potesse abbaiare e aggredirli, fece fuoco. 2 colpi uccisero il cane, col silenziatore che non tradì i 2 fuggiaschi. "Andiamo." Disse poi lui a lei. E si avviarono nel buio della brughiera. |
Uscimmo e, ovviamente, il cane iniziò a ringhiare.
A quel punto, Elv gli sparò prima che potesse abbaiare. "Dio, speravo non si rendesse necessario... Povero cane..." sospirai, scuotendo la testa. Alla fine, ci allontanammo definitivamente dalla casa. Di notte. Sotto la pioggia. "Che situazione schifosa" dissi con rabbia "Cosa dovremmo, e potremmo, fare adesso? Di notte e mentre piove..." avvilita. Ero stanca e distrutta, avevo bisogno di dormire, di riposare e di fermarmi, na a quanto sembrava qualcuno si opponeva a tutto ciò. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Attraversare la brughiera di notte e con questo tempaccio" disse Elv a Gwen mentre camminavano nel buio e nel fango di quei luoghi "ci darà un bel vantaggio. Le ricerche per catturarmi cominceranno solo domattina e dobbiamo sfruttare questo vantaggio."
Dopo un paio di miglia tra il fango e le sterpaglie i 2 fuggiaschi intravidero la luce che proveniva da un'altra abitazione isolata. |
"Ah beh, dici così solo perchè non hai visto cosa stava succedendo in quel penitenziario quando non ti trovavano. E perchè sottovaluti un piccolo dettaglio, ossia che mio zio farà buttare ogni pietra di quel posto e di quella città per trovare me, quindi dubito che inizieranno domattina" con aspro sarcasmo "Comunque, spero di trovare presto qualche posto in cui state, ne ho abbastanza di camminare e di avere questi vestiti zuppi addosso" sbuffando.
Poi, molto fango dopo, finalmente trovammo un'altra casa. "Se è di un altro infiltrato del penitenziario, giuro che mi metto a urlare..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv rise piano alle supposizioni di Gwen.
Videro la casa e si avvicinarono, raggiungendola dopo circa un quarto d'ora. C'era un luce accesa che filtrava da una finestra, ma sembrava vuota. Le porte erano ben chiuse. "Forse non ci vive nessuno..." disse Elv "... magari è usata solo per i fine settimana o i mesi estivi... la luce magari è regolata da un timer per accendersi quando fa buio. E' un trucco che molti usano quando le case sono vuote, per tenere lontani i lestofanti." Ridacchiò tradendo il suo passato da ladruncolo. "Dammi una spilla o qualcosa che usi per tenere su i capelli, Gwen..." alla ragazza. "Forzerò la serratura ed entreremo..." |
C'era una piccola luce che proveniva dall'interno, ma la casa sembrava chiusa e vuota.
"Sì, vedo che te ne intendi..." dissi sarcasticamente. Ci avvicinammo ed avemmo quella conferma, era sicuramente vuota. A quella domanda, feci una smorfia. Avevo lasciato i capelli sciolti, quel giorno, dunque non avevo nulla con cui poterli legare, dunque niente di utile. Cercai nelle tasche dei jeans ed alla fine, in una di esse, trovai un ferretto, così lo porsi ad Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Con quel ferretto Elv forzò la serratura e poterono entrare.
La casa non era troppo grande, ma arredata in modo funzionale, come apparivano le tipiche casette della brughiera. Vi era solo quella luce accesa, segno che il ragionamento di Elv era giusto. Il ragazzo accese una stufetta elettrica ed invitò Gwen ad avvicinarsi per asciugare i vestiti. "Dovresti spogliarti, magari in giro troverai qualcosa da mettere mentre i tuoi abiti si asciugono..." disse con una punta di compiaciuta malizia. |
Entrammo e la casa era nel pieno stile della brughiera, rustica, ma accogliente e spaziosa.
Subito Elv accese una stufa, la quale invase la stanza col suo calore e mi sentii rinata. Osservai la sua espressione compiaciuta e lo osservai, un mezzo sorriso enigmatico, i miei capelli resi come fiamme nella penombra dalla luce della stufa. "Mi sembri un po' troppo compiaciuto, tu..." dissi, con tono incerto fra il curioso ed il divertito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, mi stavo solo preoccupando per te, che non ti si asciugassero i vestiti addosso..." disse con un mezzo sorriso Elv a Gwen "... se vuoi, per farti compagnia, posso spogliarmi anche io..." divertito.
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Sorrisi e scossi appena la testa.
Rimasi allora un attimo davanti alla stufa, facendo asciugare i miei capelli, poi iniziai a spogliarmi. Misi i vestiti davanti alla stufa, così che potessero asciugarsi e, rimasta solo con l'intimo addosso, mi avvicinai a lui sul divano, un mezzo sorriso divertito stampato in viso. Mi sedetti allora su di lui, togliendogli la maglietta ancora umida e senza pensarci un istante lo baciai con desiderio, con la paura che avevo avuto di perderlo in quel rogo che non sapevo se fosse mai esistito, mentre iniziavo a sbottonargli i pantaloni. "Penso che sia una buonissima idea..." sussurrai divertita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La vide accanto alla stufa mentre si spogliava, restando solo con l'intimo addosso.
Poi Gwen gli si avvicinò, si sedette su di lui e lo baciò. Un bacio che li scaldò, che fece vibrare le loro labbra e loro lingue. "Allora spogliati, Gwen..." disse Elv guardandla negli occhi verdi "... spogliati tutta davanti a me... o ti vergogni? siamo solo noi 2... spogliati e lasciati andare... voglio vederti fare l'amore tutta la notte..." accarezzandole la schiena lentamente. |
Non fu la stufa, bensì quel bacio a scaldarci.
Era puro fuoco e mi piaceva, non volevo rinunciarci per alcun motivo. E dopo quella fretta di alcune ore fa, prenderci del tempo, molto più tempo, per noi due onestamente era un'idea che mi allettava parecchio. Sorrisi alle sue parole e lo baciai ancora una volta, prima di separarmi da lui. A quel punto, mi spogliai completamente e rimasi davanti a lui, a guardarlo con un mezzo sorriso malizioso. "Ora sei tu che hai troppi vestiti addosso..." dissi piano, divertita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv la guardò tutta.
Per un lungo istante Gwen sentì gli occhi neri di lui su tutto il suo corpo ora completamente nudo. Allora l'ex galeotto chiuse gli occhi e con un sorriso portò le mani in avanti, verso lei. "Prendi le mie mani, Gwen..." disse con tono basso lui "... prendile e portale sul tuo corpo... metti le mie mani sulla tua pelle... e poi guidale... guidami a toccarti tutta, ovunque... e mentre lo fai descrivi cosa sto toccando..." sorridendo appena per quel gioco sensuale appena sussurrato. |
Sentii a lungo i suoi occhi su di me e avrei voluto essere nella sua mente per afferrare ogni suo singolo pensiero.
Vidi poi che chiudeva gli occhi e sporgeva le mani in avanti. Solo un attimo dopo capii cosa voleva fare e sorrisi maliziosamente. A quel punto, presi dolcemente le sue mani nelle mie ed iniziai a guidarle. Nell'esatto istante in cui le sue dita sfiorarono la mia pelle, io iniziai a descrivere il mio corpo, sussurrando nel suo orecchio e sfiorando quest'ultimo con le labbra. Volevo che le mie parole gli arrivassero dritte in testa, che non ascoltasse nulla, oltre la mia voce. Iniziai dal collo, poi le spalle, facendo scivolare le sue dita lungo le braccia e facendole poi incontrare di nuovo con le mie mani. Lo feci tornare sul mio décolleté, lo feci scendere sui seni e lì lo feci rimanere alcuni lunghi istanti, durante i quali sospirai per il piacere. Sempre lentamente e con la mia voce calda nel suo orecchio che lo guidava, lo portai sulla schiena, giù sulle natiche, dove il suo tocco si fece più rotondo, più morbido. Fu il turno dei miei fianchi, anch'essi morbidi ed abbondanti, le gambe, finché non lo feci di nuovo risalire, guidandolo fino all'ultimo punto, la mia femminilità. Sussurrati gemiti iniziarono a nascere dalle mie labbra, mentre finalmente non dovevo più trattenermi e potevo assaporare quel godimento dall'inizio alla fine. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le loro mani unite mentre scivolavano lungo la pelle di Gwen.
Le dita di lei stringevano, delicatamente, quelle affusolate di Elv e le guidavano per tutto il suo corpo, accompagnate dai leggeri sussurri, dai bassi gemiti e dai livi sorrisi eccitati di lui. La luce era quella di una lampada posta su un basso mobile e l'atmosfera nella stanza era scaldata non solo dalla piccola stufa elettrica, ma anche dal desiderio dei 2 giovani che cresceva sempre di più. Gwen sentiva le mani di lui indugiare sui suoi seni, poi stringere piano le sue natiche ed infine muoversi lente fra le sue gambe, dove era più calda, più debole, più sensibile, più donna. Non poteva non sentirsi donna quando percepiva quelle dita muoversi sul suo sesso, accarezzandolo pianissimo, giocando con la pelle liscia e morbida, sfiorare con i polpastrelli quelle labbra della sua femminilità. Cominciò allora un gioco sensuale, erotico con lente e lunghe carezze, con le quali lui strappò più di un sospiro ed un gemito alla ragazza dai capelli rossi. Gwen si sentì invadere, penetrare da quel gioco, sempre più a fondo, sempre più giù, guidata dalle mani e dalle dita di Elv che la facevano scivolare nel baratro del piacere, intimo e caldo, dove pian piano lei non poteva più controllarsi, dove non riusciva a spegnere il calore sulle sue gote, a fermare i lievi capogiri e devo non poteva più reggersi in piedi, con le gambe che ormai sembravano sciogliersi, cedere per il troppo piacere. |
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