Lo osservavo, aveva un aspetto piratesco anche se io non ero donna da romanzo.
Ne ero affascinata e rapita, amavo la sicurezza di Andorre.
Si voltò di scatto ed ebbi un fremito e mi avvicinai.. "Caro cognato, mia sorella ha detto aspettavate un nuovo carico e io ero curiosa, mi auguro di non disturbare. Sapete che adoro tutto ciò che fate" con sguardo di intesa.

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Lui sorrise e le baciò lamano, assaporando per un istante la sua pelle bianca scaldata dal Sole.
"Se avessi saputo del vostro arrivo" disse ad Altea "vi avrei accolto come si conviene, cara cognata." Fissandola.
Passarono due mori che trasportavano una cassa.
Lui li fermò e col calcio della sua pistola ruppe la chiusura che fermava il suo coperchio.
La cassa conteneva alcuni profumi in boccette di cristallo.
"Vengono da Ceylon questi profumi..." Andorre a lei "... ognuno è raro e dal prezzo altissimo... sceglietene uno, cara cognata... solo le regine e grandame possono possedere una di queste boccette... scegliete la vostra..."

"10 piastre bastano." Disse Rotar sorridendo a Gwen. "Dategli queste pasticche... una ogni 6 ore." Dando il flacone alla ragazza. "Appena starà meglio e tornerete in città venite da me ed io lo visiterò ancora."

Ricambiai il sorriso ed annuii, prendendo il flacone di pillole.
"Lo farò, ancora grazie mille dottore" ringraziandolo ancora.
Poi entrai da Elv a vedere come stava.

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Rotar andò via e Gwen entrò nella capanna, dove Elv ora riposava più sereno.
Non aveva più la febbre e dormiva tranquillo.
Anche il colorito ora cominciava ad essere roseo e naturale.

Il colorito di Elv era sicuramente migliorato, lui era più tranquillo e non aveva più la febbre, si vedeva da come dormiva serenamente.
Allora mi avvicinai a lui e poggiai la sua testa in grembo, accarezzandogli i capelli e sperando così di allietare i suoi sogni, in attesa che si svegliasse riposato.

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Gwen passò forse un'ora in quella posizione, mentre il Sole attraversava lentamente il cielo sulla jungla.
Elv infine si svegliò.
Prima piano, poi comprese dove fosse e sorrise a Gwen.
"Forse non dovresti stare qui troppo tempo..." disse "... io mi rimetterò presto, ma quest'aria fetida può farti male..."

Passò almeno un'ora prima che si svegliasse, mentre il Sole compiva pigramente il suo ciclo attraverso il cielo.
Gli sorrisi quando si svegliò.
"Non ti lascio qui da solo, scordatelo" dissi "E poi, sei sempre mio prigioniero, devo sorvegliarti" dissi divertita, poi lo baciai dolcemente.

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"Questa jungla è maledetta..." disse Elv a Gwen "... se torniamo in città ci cattureranno i soldati, ormai allarmati da tuo zio... ma se restiamo qui finiremo col prenderci la malaria..." cercando di alzarsi, ma non riuscendovi essendo ancora debole.

Lo spinsi di nuovo giù.
"Non alzarti, rischi di peggiorare di nuovo, nonostante il dottore abbia fatto davvero un ottimo lavoro curandoti" commentai.
"Lo so... Per questo appena starai meglio ce ne andremo. Il dottore ha detto che vuole visitarti di nuovo, quando sarai in condizioni di spostarti, dunque ci dovremo andare comunque, volenti o nolenti."

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Elv annuìa Gwen e cercò di riposare.
Trascorse il pomeriggio e poco prima del tramonto un fischio si sentì giungere dal Lagno.
Il rumore di un battello che percorreva il fiume, intento a risalirne la corrente, si udì all'interno della capanna.

Continuai a stargli vicina mentre riprendeva a riposare.
Ad un certo punto, sentii un curioso fischio fuori dalla capanna.
Mi affacciai e vidi un battello percorrere il Lagno.
Allora rimasi ad osservarlo per seguirne la rotta.

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Gwen guardò il battello.
Era di media taglia, un bastimento adatto a navigare lungo le correnti dei fiumi per raggiungere i porti.
Batteva bandiera Afragolignonese ma a prua presentava uno strano simbolo formato va due V contrapposte e racchiuse in un cerchio rigato.

Non era molto grande, tuttavia sembrava abbastanza discreto.
Batteva bandiera Afragolignonese, ma recava comunque uno strano simbolo che non avevo mai visto e che impressi nella mente per non dimenticarlo.
A quel punto mi avvicinai alle sponde del fiume, lanciando un'ultima occhiata ad Elv, poi mi accostai per vedere meglio il battello.

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Il battello attraversava lento quel tratto di Lagno e dalla capanna Gwen vide alcuni uomini sul ponte.
Sembrava un battello mercantile, eppure quel simbolo era particolare.
"Gwen..." disse dalla brandina Elv "... di che battello si tratta? Sono militari?" Preoccupato.

Era un battello mercantile, ma comunque non mi spiegavo il perché di quel simbolo
Mi voltai verso Elv.
"No tesoro, è un mercantile, batte bandiera di Afragolignone, ma ha uno strano simbolo. Sono due V contrapposte e un cerchio rigato. Cosa vorrà dire?"

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A quelle parole di Gwen, Elv trasalì.
Cercò di alzarsi ma non ci riuscì.
"Quel simbolo..." disse "... non può essere..." con occhi quasi fuori dalle orbite "... è uno scherzo del Destino... non può essere!" Agitato.

Aggrottai la fronte e subito mi avvicinai, tenendolo fermo e aiutandolo a sistemarsi.
"Cosa c'è? Chi sono quelli là, Elv? Dimmelo!" fissandolo preoccupata.

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"Quel battello..." disse Elv a Gwen "... quel battello appartiene all'uomo che mi ha denunciato... che mi ha fatto catturare dai soldati... per colpa sua sono diventato uno schiavo..." con rabbia.

Sgranai gli occhi.
"Dannazione..." sibilai fra i denti.
"Perché deve sempre andare tutto storto!" esclamai con rabbia.
Era allucinante come certe cose si combinassero nella vita, molto spesso a nostro svantaggio.


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Elv scosse la testa.
"Non capisci, non sai..." disse a Gwen, ma fissando il vuoto della capanna "... l'uomo del battello... il capitano... colui che mi ha fatto catturare... è... è mio fratello... gemello..."

Sbarrai gli occhi.
"Gemello?!" non sapevo veramente che dire, era assurdo.
"Ma... Cos'è successo fra voi due? Perché ti ha denunciato?" chiesi a quel punto.
Era tutto veramente assurdo, soprattutto per come le coincidenze abbondassero, di questi tempi.

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"Lascia perdere, non mi va di parlarne..." disse con una smorfia Elv, per poi tornare a stendere la testa su quell'improvvisato giaciglio.
Intanto il battello continuava a navigare lento sulla corrente del Lagno.
Allora da fuori la capanna Gwen sentì la voce del vecchio pescatore che recitava una strana litania, come se pregasse in qualche dialetto a lei sconosciuto.

Lo guardai e sospirai.
Di sicuro, non era successo nulla di buono e il fatto che non volesse parlarne era proprio grave.
Poggiò la testa sul giaciglio fra l'arrabbiato e l'afflitto e non stentavo a crederlo, vista la pugnalata di suo fratello alle spalle.
"Mi spiace..." dissi, poggiandomi di nuovo il suo capo corvino in grembo e accarezzandogli i capelli.
Intanto, fuori il battello proseguiva il suo corso e il pescatore intonava una strana litania in una lingua sconosciuta e restai ad ascoltarlo.

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Mi stupì con quel gesto e vidi quelle boccette, avevano varie forme e colori.. "Sono curiosa, vediamo cosa mi proporrà la sorte.. Datemi quella bottiglia col liquido violetto.. Sento è il mio profumo" ma ero persa nell'osservare i suoi occhi azzurri che splendevano al sole.

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Per alcuni minuti il vecchio continuò la sua litania, per poi fermarsi di colpo.
Anche il battello sul Lagno aveva rallentato la sua già non eccessiva velocità, a causa del forte vento che rendeva il fiume mosso.
Il vecchio allora entrò nella capanna e guardò con sguardo afflitto Gwen ed Elv.

Andorre guardò Altea tutto il tempo in cui lei decise quale boccetta scegliere.
Lui allora la prese e la porse a sua cognata.
“Ottima scelta...” disse “... questa essenza è chiamata Fior di Mandragola e si crede serva a restare giovani per sempre... è vostra, cara cognata...”
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Il vecchio si interruppe di colpo e vidi che anche il battello si era fermato, il che mi fece entrare nel panico.
Poi, lui entrò nella capanna e il suo sguardo non mi piacque affatto.
"Cosa... Cosa succede?" tesa e spaventata.

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"Stewart, facci portare del tè nel giardino!" ordinai, mentre mi diressi in quella direzione, facendo cenno al nipote di seguirmi.
"Sarai stanco, e una belle merenda per rifocillarti, è proprio quello che ti ci vuole!" sorrisi, scrutandolo.
Dovevo scoprire i punti deboli del ragazzo, per sfruttarli a mio vantaggio.
Così, raggiungemmo il giaridno, e il pergolato.
"Allora, l'ultima volta che ti ho visto eri un bambino piccino, racconta un po' alla zia cos'hai combinato in questi anni.." fissandolo.

Il vecchio guardòGwen con uno sguardo compassionevole.
"Gli spiriti sono inquieti..." disse "... stanotte è accaduto qualcosa di grave che offende la natura e le sue leggi... il caos prenderà il posto dell'equilibrio... una delle pietre mistiche è stata rapita..."

Presi in mano la boccetta osservando il colore vermiglio e osservai Andorre "Allora rimarrò bella per sempre...come quale regina?" prendendola dalla sua mano e sfiorandogliela.

Garion seguì Destresya in giardino, dove sotto un ampio bazar si poteva in qualche modo trovare riparo dal vento.
"Ho studiato, cara zia..." disse il giovane "... mi zio ha sempre desiderato per me una carriera diplomatica... così gli ultimi 7 anni li ho trascorsi in quel collggio... Afraoxford è una scula prestigiosa e severa." Annuendo.
Arrivò Stewart con un vassoio.

"Sceglietene una, cara cognata..." disse lui ad Altea "... una regina fra le mille che hanno governato regni e rapito il senno degli uomini... sceglietene una e magari diventerete davvero lei..." con un tono enigmatico, misterioso, ammaliante e quasi ipnotico.
Come se quell'uomo avesse il potere di un angelo caduto e ribelle, in grado di dominare tutte le cose di questo mondo.

"Una? Ginevra..."sicura "Per lei Lancillotto ha compiuto le imprese più impossibili. Ma trovarne uno, sarà difficile..di Lancillotto parlo, anche se visto quello che è accaduto stanotte caro cognato ci lega a loro due in modo inverso".

"Ah, ecco..." disse Andorre con un tono basso, sibillino, quasi sussurrato "... e ditemi..." con un sorriso impertinente "... cos'è accaduto stanotte?" Fissando Altea negli occhi.

Lo osservai e mi chiesi per un attimo se stava scherzando o altro ma risposi tranquillamente "Che ci siamo baciati, mio caro cognato, voi mi avete pure dato una collana con una conchiglia...e poi soffiava il vento da Est...ah si, sono venuti dei gendarmi, sapete hanno rubato un diamante al maharaja, hanno tenuto ad informarci ma non me ne curo più di tanto" osservandolo "Il ladro si chiama Fantamas e dicono gli indigeni lo temono, questo però mi incuriosisce molto".

Ascoltai il giovane con qualche interesse, ma non troppo.
Dopotutto era solo un ragazzino, non sarebbe dovuto essere così difficile liberarmi di lui.
Mangiai un pasticcino e bevvi un po' di te, fissandolo di tanto in tanto.
Uno sguardo indagatore e severo, nonostante dovessi fingere che mi importasse qualcosa di lui.
"E quanto pensi di trattenerti qui a Baias?" gli chiesi, con noncuranza.

Cercai di afferrare le parole del vecchio, ma no, non ci arrivai.
"In pratica... È successo qualcosa di grave?" chiedi "Cosa... Cosa è successo?"

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“Fortunato dunque quel ladro se sa suscitare la vostra curiosità...” disse sorridendo Andorre ad Altea “... e ditemi... fra i tanti accadimenti di stanotte a voi quale ha colpito di più, cara cognata?” Fissandola.

“Ecco, non saprei...” disse Garion un po' in imbarazzo per quella domanda di Destresya “... ecco... lo zio mi disse che... insomma, qui ero il benvenuto...”