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“Ci voleva una colazione così succulenta...” disse Aegos mangiando “... serviva qualche zucchero...” facendole l'occhiolino alla regina.
Le due soldatesse presenti, a quelle sue parole, si scambiarono occhiate eloquenti. “Certo, ai vostri ordini, altezza...” il cavaliere ad Elyse. |
A circa sei miglia dal paese, all'interno di un irregolare spiazzo racchiuso da faggi colossali, Elv e Cassandra giunsero dove sorgevano le rovine di un antico abitato conosciuto un tempo come l'Incertopasso.
Con i suoi numerosi timpani ormai consumati dal Tempo e le finestrelle romboidali, questa vecchia e cadente costruzione era stata la dimora dell'eretico chiamato il Rosso e sede dei suoi studi. Il profondo fossato che in passato aveva protetto l'abitato aveva lasciato il posto ad uno stretto canale acquitrinoso. Alla casa si accedeva unicamente attraverso uno stretto ponticello ormi crollato. Tutto era ormai disabitato ed abbandonato da secoli, da quando cioè l'eretico fu condannato. Sterpi e rovi erano cresciuti ovunque, tra le murature ed i basamenti, donando a quel luogo maledetto e dimenticato una strana, occulta ed artistica atmosfera. Davanti all'edificio, rivolta in direzione di Capomazda, sorgeva una statua raffigurante un uomo incappucciato e dall'aspetto austero. Molti significati erano dati alla statua. Qualcuno ci vedeva l'allegoria di qualche arte o dottrina, altri uno dei tanti dotti del passato, altri ancora qualche personaggio celebre nei secoli passati in quelle lande. Qualcuno però riteneva che la misteriosa statua raffigurasse in realtà proprio il Rosso, bruciato poche migliaia più indietro, secoli prima. Come detto la statua guardava in direzione di Capomazda con sguardo assorto, austero, quasi inquisitorio. Come a voler sorvegliare ed ammonire, secondo coloro che nelle fattezze della statua riconoscevano quelle dell'eretico, il ducato ed i Taddei affinché non continuassero ad appoggiare le leggi della Chiesa di Roma. http://3.bp.blogspot.com/-vpbklnRjcR...1600/bruno.jpg |
Lo guardai negli occhi chiari, azzurri.."Ti sottovaluti Hiss, penso tu hai molto da dare e sei degno di un Lancillotto, nemmeno io ho l' indole di Ginevra..non pensi? E a mio parere nascondi pure qualche segreto e lo scoprirò" lisciandomi i capelli.."Eeila, devi chiamarmi così..non sono la tua padrona..in pubblico altezza mi chiamerai"...pensai.."Meglio tornare al castello e presentarti a Jaime e farle sapere tutto, o fa saltare tutto..poi ti presenterò al barone e gli altri e lì ci offriremo per cacciare la bestia e tu potrai iniziare la tua caccia" sorrisi.."Vieni" alzandolo e ci dirigemmo verso il castello e andai verso l' entrata da cui ero uscita.."Qui vi sono le mie stanze...per ora andiamo là, non l' ho ancora vista.." e feci un cenno alla guardia.."Sono sua altezza Eeila, ospite del barone d' Altavilla come sapete e questo è Hiss, mia guardia del corpo e pure capo delle milizie del mio Regno..finalmente l' ho trovato, si era perso nella brughiera" sorridendo.
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Hiss ed Eeila raggiunsero il paese e poi il palazzo baronale, dove furono fatti entrare e condotti dal signore delle Cinque Vie.
Qui il barone li salutò, facendo la conoscenza della sua guardia del corpo, ossia Hiss. Nella sala vi erano anche Rodolfo e Kimsy. |
Sorrisi ad Aegos, un sorriso complice.
"Si la colazione è un pasto importante..." divertita. Una volta finito mi alzai, per condurlo bello studio. "Non sappiamo molto della gemma.." ad Aegos "Ti mostro gli unici indizi che abbiamo.." sospirai. |
Giungemmo nei pressi di un antico abitato, ormai in rovina.
La scena che ci si presentò davanti era abbastanza scoraggiante, con la sua desolazione e le sue rovine, ma in un certo senso aveva anche un suo fascino. "Conosco questo posto..." mormorai "Mia madre me ne parlava da bambina..." guardando l'antico abitato e poi Elv. Vidi poi una statua, raffigurante un uomo, situata davanti ad un imponente, ma decadente, edificio. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ci portarono dal barone e nella stanza vi era pure Rodolfo e monsignor Kimsy.."I miei saluti barone e pure a voi" facendo un inchino ai due presenti.."Ho cercato per tutta la notte la mia guardia del corpo, il suo nome è Hiss ed è pure capo delle nostre milizie..è un ottimo guerriero" sorridendogli e osservando la sua muscolatura ma ricomponendomi "Ho parlato con lui dei fatti che stanno avvenendo in queste Terre e come reale di Serenica abbiamo intenzione di aiutarvi per trovare e sconfiggere la belva o cosa sta facendo scempio di queste terre, senza nulla in cambio, almeno da parte mia, lascio la taglia al mio capitano" sorridendo e guardai i miei capelli e strabuzzai gli occhi.
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Finirono la colazione ed Elyse condusse Aegos nel suo studio privato, seguiti dagli sguardi delle soldatesse.
Sguardi di maliziosa ambiguità, di compiacimento e naturalmente di invidia e gelosia. |
Entrammo bello studio privato, e chiusi fuori il resto del mondo.
"Finalmente soli.." sospirai, andando allo scrittoio, per poi guardare Aegos e sorridere. Già il fatto che eravamo soli mi metteva di buon umore. Gli spiegai allora della ricerca della gemma, del fatto che nessuno l'avesse mai trovata, dell'oracolo che ripeteva la stessa cosa e dell'unico indizio sul colore che era scritto su un libro che gli mostrai. "Io avrò letto queste cose cento volte senza capirci niente..." sospirai "Ecco perché mi serve il tuo aiuto..". |
“In effetti” disse Elv guardandosi intorno “questo luogo mi piace poco... mi mette... non so... angoscia, ecco.” A Cassandra.
Tutto ora era silenzio, fatta eccezione per il sibilo del vento che accarezzava le piante circostanti. “Diamoci da fare e vediamo se qui intorno ci sono tracce interessanti...” Cominciarono a cercare in giro. Fino a quando Cassandra notò tracce di sangue sul terreno. |
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