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Si sentiva la legna che bruciava ancora sul fuoco, mentre Guisgard e Clio erano stesi sul tappeto, l'una sull'altro, con indosso solo quella camicia.
“Dimmi cosa pensi...” disse lui, giocando con una ciocca bionda dei suoi capelli “... dimmi dei tuoi pensieri, ti prego... ne ho bisogno...” |
Non sempre le parole riescono ad esprimere ciò che e' la forza di un sentimento....quanto può esserlo un bacio.....tenero ma allo stesso tempo esigente e pieno....forte....e senza tempo come l'assoluta certezza che può esserci ancora un futuro........mi staccai con riluttanza da lui....." Allora non trattenermi ancora....il tempo di una doccia e verrò con te ....."......mi preparai in fretta lasciando anche a lui i suoi spazi........temevo che quel' attimo svanisse
Da un momento all' altro....." Bene un abito sportivo....e' comodo in qualsiasi luogo mi porterai....."........ |
Quel rumore scoppiettante era rassicurante e rilassante.
Mi ricordava terribilmente una scena del mio libro preferito, con i due amanti appagati stretti l'uno all'altra davanti al camino nella loro Casetta. Solo che tutto quello era reale, e stava capitando proprio a me. Io che mi ritenevo già fortunata ad emozionarmi con la lettura di un libro. Invece tutta quella meraviglia mi era stata concessa, e non riuscivo nemmeno ad esprimere a parole la mia gioia. Poi quelle parole di Guisgard, alzai gli occhi su di lui e sorrisi. "Sai, c'è un libro che ho letto molte volte..." sorrisi "Una storia di avventura e di Amore.. lui è un importante signore e lei un pirata, eppure si amano lontano da tutti..." sorrisi "E c'è una scena, una scena che mi ricorda tanto noi, adesso.." ammisi. "Quando leggevo quel libro invidiavo quella donna, invidiavo l'amore che provava, invidiavo il suo essere amata.." sospirai "E mi dicevo che mai a me sarebbe stato concesso tanto.." con un sorriso malinconico. "Poi tu sei arrivato nella mia vita..." alzando lo sguardo su di lui "E mi hai fatto sentire donna come nessuna donna completamente in carne ed ossa si sia mai sentita..." baciandolo piano, sul collo, sul petto "Mi hai rubato il cuore e mostrato la felicità più grande e intensa..." con gli occhi che brillavano. "E per quanto possa sembrare assurdo io.." sorrisi, dolcemente "Mi sono innamorata di te..." con gli occhi che brillavano. Restai in silenzio per un lungo istante, continuando a posare lievi baci sul suo corpo, sul suo collo. "E tu?" chiesi, alzando lo sguardo a cercare il suo "A che pensavi?". |
Joshua sorrise ad Elisabeth e la lasciò andare.
Lei si fece una doccia veloce, si vestì e fu pronta per andare con lui. “Sono a piedi, useremo la tua auto.” Disse mentre uscivano di casa. Era ancora notte, ma l'alba non era lontana. La città dormiva e a breve le sue infinite luci si sarebbe spente una dopo l'altra. Partirono in auto e percorsero un buon tratto di strada fino ad uscire dalla città. Imboccarono l'Asse Mediano ed arrivarono in una zona campestre. “Cominci a capire?” Disse lui. Erano giunti presso un vecchio palazzo, un tempo utilizzato per feste e cerimonie. Allora Elisabeth comprese. Era lì che si erano conosciuti. Quando lei vi arrivò per un convegno medico e lui prima di una gara importante. L'auto si fermò nello spazio, un tempo il parcheggio dell'albergo. “Che strano effetto mi fa ritornarci...” mormorò il pilota. |
Guisgard sorrise ed accarezzò dolcemente il volto di Clio.
“Io...” disse lui “... io pensavo a tante cose... ed in ognuna di esse ci sei tu...” fissandola “... innamorata di me? Sei sicura?” Sarcastico. “Ho un pessimo carattere, sono una testa calda e quasi tutti quelli che conosco mi stanno antipatici...” rise “... vedi? Ti conviene?” Facendole l'occhiolino. “Inoltre ho una passione per le bionde dagli occhi chiari.” Divertito. |
Gli sorrisi.
Mi piaceva l'idea di esserci in ogni suo pensiero, mi strinsi a lui, dolcemente. Poi quella parole, quel tono, spensero immediatamente il mio sorriso, nonostante la battuta finale. "Non è qualcosa che si decide a tavolino, mi sembra.." cercando di nascondere il disappunto "Ad ogni modo è quello che provo.." abbassando lo sguardo "E potresti evitare di prendermi in giro.." piccata. |
Il suo sorriso era disarmante......gli lanciai le chiavi della macchina e partimmo..........vedere il sole sorgere era sempre uno spettacolo che mi lasciava senza fiato.......poi pian piano la strada si faceva sempre più familiare.......sino a quando l' auto non arrestò la sua corsa.....i ricordi arrivarono alla mia mente come un fiume in piena......si teneva un congresso a cui non dovevo partecipare....poi il destino fa i suoi scherzi.....alloggiavo alla stanza 222....quando Joshua uscendo dalla sua stanza mi venne letteralmente addosso......." Pensavo te ne fossi dimenticato......pensavo......che la morte fosse stata più forte di tutto questo......".....
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Guisgard rise piano, per poi sfiorare il viso di Clio facendo in modo che la ragazza lo guardasse negli occhi.
“Magari sono come i ranocchi delle favole...” disse sorridendo “... che aspettano la principessa per essere baciati... e se tu non badi ai miei tanti difetti, beh, potresti baciarmi di nuovo e vediamo cosa accade...” e la baciò. |
Avrei voluto evitare il suo sguardo, ma la sua mano mi obbligò a guardarlo negli occhi.
E lì mi persi, come al solito. Con l'espressione impaurita e vulnerabile. Gli avevo aperto il mio cuore, e lui rideva di me? Poi quelle parole, leggere che mi strapparono un sorriso. Tutto sembrava, meno che un ranocchio, pensai guardandolo. Poi mi baciò, e mi abbandonai a quel bacio. |
“Dimenticato...” disse Joshua sorridendo ad Elisabeth “... facciamo un quiz? Quello in cui si fanno delle domande? Beh, puoi domandarmi ciò che vuoi... e vediamo se ho scordato qualcosa...” raccogliendo un sasso da terra “... da piccolo c'era una filastrocca... diceva che se si rompe il vetro di una vecchia casa poi si può esprimere un desiderio...” lanciò il sasso contro una delle finestre, rompendone il vetro “... chissà tu che desiderio hai espresso...” voltandosi verso di lei.
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Si baciarono.
Ancora e a lungo. “Mi piace il tuo sapore...” disse Guisgard staccandosi appena dalle labbra di Clio “... mi piace molto...” sorridendo “... si, ho un pessimo carattere... un po' come il tuo, no? Che sei spesso in malafede...” facendole l'occhiolino “... si, decisamente... siamo simili... anche io come te... mi sto innamorando...” e la baciò di nuovo. |
Quei baci mi sembravano ancora più intimi, come se custodissero un segreto solo nostro.
Risi piano a quelle parole, avevo un brutto carattere? Sì, probabilmente era così. Dunque se lo aveva anche lui, che mi importava? Dopotutto io volevo lui: tutto il pacchetto difetti compresi. Non mi importava quali fossero, mi importava solo quello che mi diceva il cuore. Poi quella rivelazione, quelle parole che non osavo nemmeno sognare, illuminarono lo sguardo, il cuore, l'anima. Lo abbracciai, forte, una stretta che valeva come mille parole sussurrate, lo stringevo a me come fosse ciò che mi teneva attaccata alla vita mentre le mie labbra si univano alle sue, ancora e ancora in un infinito bacio d'Amore. |
Si baciarono.
Ancora ed ancora. Stretti, l'una sull'altro, l'una contro l'altro. Si baciarono alla debole luce del camino, ormai col fuoco che andava spegnendosi. Poi, ad un tratto, proprio mentre iniziava ad albeggiare, il telefonino di Guisgard suonò. Lui allora guardò Clio. |
Erano Sam e Lupesca...quei due nascondevano qualcosa.
Mi misi sgattaiolando dietro ad un mobile per ascoltare. |
Solo qualche prima Tardes sarebbe partito subito per la città, all'affannosa ricerca dell'auto e invece non mostrò interesse, ne era indifferente.
Lo guardai senza dir nulla, sorpresa da quel mutamento. Annuii e lo seguii con lo sguardo mentre usciva dalla camera. Forse avrebbe dovuto almeno avvertire Palos di quella telefonata. Mi ripromisi di dirglielo al suo ritorno quando venni investita da un'aria gelida. La finestra si era aperta da sola. Avvolta nelle lenzuola mi alzai per chiuderla. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Alla fine mi addormentai e ripresi a sognare. Ancora quella dannata auto. Quanto avrei voluto distruggerla con le mie mani, avere dei poteri come nei cartoni animati e mettere fine a questa storia. Mentre sognavo, cominciai a pensare che non si trattasse di una cosa normale, ma di una sorta di magia. Infatti, alla fine del sogno, comparve Seth. Non so cosa mi inquietò di più: la macchina o la presenza di Seth. Volevo svegliarmi. Sentivo il sangue pulsarmi nelle tempie, il dolore s'era trasformato in rabbia. Non sentivo altro che quello e più che un sonno riposante, fu un sonno di faticosa rabbia. Non più paura, non più stanchezza, solo la rabbia imponente che mi faceva bollire il sangue. Allora mi svegliai e mi sentì il respiro affannato. Erano sogni, frammenti di immagini creati dai nostri desideri, dalle nostre paure e dai nostri ricordi. Cosa c'entrava Seth? Perché mi perseguitava?
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Era un Joshua diverso.......avevamo fatto un balzo indietro nel tempo......ero persa nel ricordo di quei due giorni in albergo avevamo parlato e riso tanto che poi ci sembrò conoscerci da sempre......la sua voce mi riportò con i piedi per terra......." Un Quiz....dimmi ti ricordi il giorno ?.......".....e poi quella strana filastrocca e il vetro andare in frantumi........" Un desiderio......vorrei non aver mai passato quel periodo dove desideri morire.....ma a cosa serve.....ora sei qui...il desiderio e' già stato esaudito...."......mi rifugiai tra le sue braccia mentre il cuore mi batteva forte.....
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Odiavo la sua risata, il modo in cui era così sicuro che avrebbe fatto ciò che voleva.
Lo ascoltai e guardai la sua mano. "Ed io come faccio a sapere che non lo ucciderà comunque? Pensa che accetto così, sulla parola?" fissandolo. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...41c53aaf4f.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Era come se quel momento idilliaco non dovesse finire mai, come se ormai ci fossimo estraniati dal mondo e rintanati in un mondo solo nostro, dove non esisteva nient'altro che non fosse il nostro amore.
Ma non era così, e la realtà bussò rapida alla nostra porta, sotto forma di telefono che squilla. Alzai appena la testa, e sbuffai piano. "Chi devo uccidere?" fintamente minacciosa, indicando con lo sguardo il telefono. Poi il mio sorriso si allargò, dopotutto ormai era l'alba e avevamo una missione importante. "Rispondi, magari è Iasevol che si chiede dove siamo finiti.." con un sorrisetto malizioso, per poi accoccolarmi contro di lui e baciarlo piano, sul collo e sul petto. Sapevo che presto ci saremmo dovuti alzare, e volevo rimandare il distacco il più possibile. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...fddd0c7b0b.jpg |
Altea cercò di sentire cosa quei due stessero dicendo.
“Dobbiamo aspettare...” disse Lupesca a Sam “... aspettare che il Maestro ci invii altri ordini... nel frattempo nessuno dovrà entrare o uscire da qui... intesi?” E Sam annuì. |
Dacey si alzò per chiudere la finestra.
Era una limpida e fredda serata, sotto un cielo incantato e chiaro di stelle. Un vento gelido si era alzato ad ululare tra quei monti. Ad un tratto la ragazza notò una nuvola di polvere all'orizzonte. |
Nyoko si svegliò.
Ren non c'era più nella stanza, mentre suo nono guardava la tv che stava sopra ad una mensola. Al telegiornale parlavano della nuova auto della Compagnia Cibernetica Ateon ed il cronista stava intervistando un giovane tecnico della compagnia. Nyoko riconobbe quel giovane. Era Seth. |
Chiusi la finestra ma rimasi a guardare fuori qualche istante, giusto il tempo per notare una nube di polvere in lontananza.
Mi parve strano ma forse era solo causa del vento forte, lo stesso che aveva spalancato le mia finestra. Decisi di vestirmi vista l'aria fredda che era entrata. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quell'uomo sorrise a Gwen.
Un sorriso simile ad un ghigno. Un ghigno sinistro, diabolico. E la guardava. I suoi occhi erano penetranti, come se potessero leggere fin dentro il cuore della ragazza. “Se vuoi posso mostrarti per un momento il tuo amico...” disse divertito. |
Guisgard sorrise a Clio e si beò dei suoi baci sul suo collo e sul suo petto.
“Si...” disse rispondendo al cellulare “... pronto? Ah, dottore... si, mi dica... davvero? Ne siete certi? Dunque si trova lì ora? Bene... si... ehm... si, Clio è qui con me...” facendo l'occhiolino alla ragazza “... si, ci andiamo subito... non tema, saremo prudenti.” Ed attaccò. |
Quando aprì gli occhi, Ren non c'era più. Il nonno guardava la telviosione dove al telegiornale parlavano della compagnia cibernetica Ateon. Non mi importò in un primo momento, finché non focalizzai il ragazzo intervistato. "Io lo conosco!" dissi con rabbia quasi urlando, spingendomi a sedere sul lettino. Tutti i fili a cui ero legata si aggrovigliarono attorno a me ma non me ne curai. Cosa voleva dire? Era immischiato anche lui in questa storia?
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Quel ghigno e quell'espressione, non avevo odiato mai nessuno così in tutta la mia vita.
Ad un certo punto mi disse che mi avrebbe fatto vedere Elv. Sul serio? E la fregatura dov'era? "Posso vederlo?" dissi, esitante e incredula. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai la telefonata senza smettere di baciarlo dolcemente, quasi ormai mi fosse impossibile stargli lontano.
Era Iasevol, come immaginavo. Risi piano, lanciandogli una frugale occhiata divertita quando disse che ero lì con lui. Quando attaccò alzai lo sguardo su di lui e sospirai. "Fammi indovinare.." con un sorriso rassegnato "Dobbiamo andare a salvare il mondo?" ridendo divertita. "Che ti ha detto il dottore?" chiesi, più seriamente. |
Dacey si vestì, ma l'aria era sempre più fredda, anche dentro la stanza.
Poi ad un tratto si udì in lontananza il suono di un clacson. Suonava ossessivo, forte, in modo quasi angosciante. |
Nakakata si voltò di scatto verso Nyoko.
“Nyoko...” disse “... cos'hai?” Mentre in tv continuavano a scorrere le immagini di Seth. |
"Io quel ragazzo lo conosco. Era alla festa in maschera" dissi ricordando tutto perfettamente. "Questo ragazzo... Mi perseguita..." dissi più a me stessa che al nonno. Mi accorsi di stare tremando. Non vi era freddo, la camera era riscaldata, eppure sentivo i brividi gelarmi le ossa. Perché ancora lui? Perché?
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“Potrei mai” disse l'uomo a Gwen “negare qualcosa alla mia futura sposa?” Sorridendo. “Certo, puoi vederlo... vieni, ti poterò da lui...” offrendole la mano.
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"Insieme..." ripetei "...suona così bene... Ma dimmi, come hai fatto a scappare? E se mi credevano morta, perché adesso ci stanno cercando?"
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Certo, futura sposa...
Guardai la sua mano e lo seguii, il solo pensiero di tenergli la mano Mi faceva un'impressione orribile. Speravo comunque che Elv stesse bene e intanto mi guardavo intorno in cerca di un modo per scappare da lì, una volta calmate le acque. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, più o meno...” disse Guisgard a Clio “... pare che abbiano scoperto un legame tra l'auto nera e la Compagnia Cibernetica Ateon... dobbiamo andare subito alla sede della compagnia... un po' come in quei vecchi film western, quando la cavalleria carica sugli indiani.” Facendole l'occhiolino. “Su, vestiamoci...”
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“Non abbiamo molto tempo...” disse Guisgard a Gaynor “... per ora posso solo dirti che ti ho fatta credere morta e ho chiesto al Maestro di poterti seppellire io... con la scusa di sentirmi responsabile per il fallimento... così ne ho approffittato per fuggire... ora ci avranno di certo scoperti... dobbiamo lasciare la città...”
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Aggiunsi un altro golf, continuavo a sentire uno strano freddo.
Cercai di riscaldarmi facendo qualche passo per la stanza e fu allora che sentii un rumore fastidioso, assordante e che purtroppo non faticai a riconoscere. Era il suono di un clacson, ma non uno qualsiasi. Subito mi riportò alla mente quello dell'auto n'era quando cercava di investire la gente tra la folle. Era un suono simile e folle. Lasciai la stanza e corsi a cercare Tardes Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Mmm.." pensierosa "Interessante..." annuendo.
La società Aton, la cosa non mi sorprendeva. Ricordavo che mio padre non l'apprezzava particolarmente. Mi alzai controvoglia. "E che dobbiamo fare una volta lì?" chiesi, mentre mi vestivo "Sparare all'impazzata?" alzando un sopracciglio, divertita. |
“Ora calmati, Nyoko...” disse Nakakata avvicinandosi a lei “... qui ora sei al sicuro... quando tornerà la polizia dirai loro di quel ragazzo... ora raccontami tutto l'accaduto...”
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L'uomo, insieme a due dei suoi uomini armati, condusse Gwen nei sotterranei di quel palazzo.
Tutto mutò velocemente intorno a loro. Ora erano nelle viscide e maleodoranti viscere di quel palazzo. Giunsero davanti ad una grata ed oltre quella, svenuto a terra, c'era Elv. “Ecco il tuo amico...” disse l'uomo. |
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