Sorrisi divertita, poi però non ebbi il tempo di spostarmi che lui si lanciò su di me iniziando a farmi il solletico.
"No! Smettila! Elv! Smettila subito!" ansimai, senza riuscire a smettere di ridere, mentre mi dimenavo per sfuggire alla sua presa.

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Elv rideva e continuava a fare il solletico a Gwen, mentre lei cercava di divincolarsi dalla presa di lui, ridendo senza riuscire a smettere.
"Allora..." disse lui continuando "... quindi? Eh? I tuoi cattivi propositi?" Continuando a farla ridere, senza che la ragazza riuscisse a liberarsi.
Poi finalmente lui si fermò, restando sopra di lei.
Gwen aveva i capelli sparpagliati e la maglietta stropicciata, mentre la gonna era tutta salita su, scoprendo completamente le gambe.
"Ti arrendi, giusto?" Ridendo Lui e tenendo una mano, quasi sbadatamente, sulla coscia scoperta di lei.

Anche lui rideva, ma le mie risate coprivano di gran lunga le sue, mentre io sentivo sempre più mancarmi il fiato.
Non riuscii a rispondergli, ma dopo un po' smise e i miei polmoni tornarono finalmente ad incamerare aria, facendomi prender respiro.
Rimase sopra di me, i miei vestiti scomposti e stropicciati e i capelli sparsi sul divano.
Lanciai un'occhiata fugace alla sua mano quasi sbadatamente poggiata sulla mia gamba.
Poi lo guardai.
"Assolutamente no..." risposi divertita, ansimando ancora.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...f025edd554.jpg

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“Ah, ecco...” disse Elv con gli occhi vicinissimi a quelli di Gwen che stava quasi bloccata sotto di lui “... quindi vuoi che ricominci? Stavolta senza fermarmi però...” divertito e vagamente minaccioso, mentre la sua mano aveva iniziato ad accarezzare la coscia scoperta di lei, quasi fino all'altezza del suo intimo.

Ero completamente bloccata sotto di lui, non potevo muovermi.
Ad un certo punto però la mia gamba si mosse appena quando la sua mano iniziò ad andare su e giù.
E dentro di me sapevo che era sbagliato, perché io ero una sua dipendente ed era totalmente sbagliato, ma non riuscivo a sottrarmici.
Vedevo i suoi occhi vicini ai miei, neri e stasera più luminosi del solito.
"Non è colpa mia se hai messo il mio nome su quei fogli" dissi, per poi scoppiare a ridere.

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LA Giornata, come tutte quelle che dedicano alla mia famiglia, non passava mai. Finalmente, verso sera le persone se ne andarono.
Cosí, ebbi modo di raggiungere i miei genitori e avverrtirli della mia intenzione di andare a trovare la mia amica.

“Già...” disse Elv vicinissimo alle labbra di Gwen “... perchè sono il tuo capo e quindi decido per tutti...” senza che la sua mano sulla coscia di lei si fermasse, arrivando più volte a lambire le sue mutandine sotto la gonna.

Destresya era solitamente lasciata molto libera ed indipendente ed anche stavolta i suoi genitori non ebbero obiezioni circa la sua volontà di raggiungere un'amica.
Così la principessa ebbe il permesso di prepararsi ed andare.

Era vicinissimo alle mie labbra, sentivo su di esse infrangersi il suo respiro caldo.
Improvvisamente, mi sentivo ammaliata, come mai in un anno intero mi era successo.
Osservavo il colore ambrato della sua pelle, i tratti scuri e marcati, gli occhi neri che svettavano sotto le ciglia lunghe e i capelli neri che quasi mi sfioravano il volto.
Tutto mi sembrava bellissimo, in questo momento.
Intanto la sua mano non si fermava.
"Credo ti piaccia un po' troppo, il fatto che tu sia il mio capo..." dissi piano, guardandolo incuriosita.

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“Forse...” disse Elv a Gwen, con i suoi occhi neri e luminosi in quelli di lei.
Un nero che divenne caldo ed avvolgente, quasi sconfinato ed un attimo dopo la ragazza sentì la lingua di lui scivolare fra le sue labbra e poi in tutta la sua bocca.
Si ritrovò incatenata a lui, in un bacio sensuale, lento, ardente, eccitante.
Labbra e lingue divennero una sola cosa, così come i loro respiri ed i battiti dei loro cuori.
Un contatto improvviso, appagante che avvampò il volto di Gwen e ne alterò il respiro.
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Dopo aver ufficialmente riunciato alla lotta, i miei genitori non mi negavano mai nulla.
Erano così sollevati di non dovermi più rincorrere tra palestre e ring clandestini, evitare scandali, paparazzi e cose del genere, che non vedevano l'ora di sentirmi dire che volevo andare alle terme, a fare shopping, o altre frivolezze del genere.
Così, riuscii ad uscire senza alcun problema, e me ne andai al mio covo, il quartier generale di Sexy Zvezda, dove avrei trovato il mio manager e maestro.
Dovevo preparare tutto per la partenza, avvisare la stampa e tutto il resto.
Ero insieme terrorizzata ed elettrizzata.
Prima di entrare, come sempre, indossai la mia maschera.
Ora ero di nuovo me stessa.

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I suoi occhi si fecero ancora più luminosi e più vicini, come il suo viso e le sue labbra.
Un attimo dopo, catturò queste ultime, trascinandomi in un bacio appagante, caldo, sensuale, che in quegli ultimi secondi avevo atteso come acqua nel deserto.
Un bacio che mi mozzò il respiro rendendolo difficile, intermittente e quelle poche gocce di fiato che restavano lui le faceva sue, raggiungendo in quegli attimi la mia anima e il mio cuore, che batteva all'impazzata al ritmo del sangue che colorava di rosso il mio viso.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...6371cca288.gif

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Il covo di Sexy Zvezda era un luogo isolato e misterioso, accessibile dopo aver attraversato una stradina secondaria che si perdeva appena fuori città, sotto un cumulo artificiale, formatosi negli ultimi anni in seguito ai lavori stradali intorno ad Afragolopolis.
Qui non mancava nulla, compresa una piccola palestra perfettamente attrezzata.
Arrivando nel suo covo, Destresya trovò ad attenderla il suo allenatore, alle prese con alcune ricerche in rete, naturalmente relative al torneo.



Si baciarono a lungo, in una morsa sempre più calda, sensuale ed appagante.
Stretti l'una contro l'altro, con le labbra incatenate e le lingue intrecciate fra gemiti soffocati e sospiri rubati, Gwen ed Elv si assaporarono a vicenda.
Ancora ed ancora.
Un bacio che spezzò ogni legame formale che reggeva il loro rapporto professionale.
Poi, ad un tratto, la bocca di lui si staccò da quella di lei ed i suoi occhi restarono fissi in quelli della ragazza.

Continuammo ancora, ancora, stretti in quella morsa serrata di passione e desiderio.
Gemiti soffocati, sospiri, carezze, tutto questo in quegli attimi eterni e infiniti.
Poi, staccò le sue labbra dalle mie, che quasi furono tentate di seguirle, mentre ancora tenevo il suo viso fra le mani.
E ancora una volta, guardandolo mi parve più bello che mai.
"Cosa c'è?" chiesi piano, vedendolo intento a guardarmi.

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Com'era bello tornare a casa.
Adoravo il mio inaccessibile nascondiglio, che contribuiva a creare l'immagine di un personaggio misterioso.
Anche quello faceva parte del lavoro.
Ma era molto più di questo.
Io lo sapevo, io sola.
O forse no... pensai, rabbuiandomi, al ricordo di quella lettera.
Trovai Guidaf ad aspettarmi, intento a fare ricerche.
"Eccomi!" gli dissi, avvicinandomi "Cosa stai facendo?" sedendomi accanto a lui ad osservare lo schermo.

“Forse stiamo facendo una cavolata...” disse lui fissando Gwen vicinissimo al volto di lei “... è colpa mia scusami... non avrei dovuto accendere quello spinello...” alzandosi.

"Faccio ricerche su quell'isola e sul suo misterioso signore..." disse Guidaf a Destresya "... non ci sono molte notizie... si scoprirà tutto solo quando saremo sull'Isola del Serpente... la partenza è fissata fra due giorni..."

Non dissi nulla, sul momento.
Ma poi mi destai.
Sì, aveva ragione.
Era una cavolata.
Bellissima, e che mi aveva sconvolta.
Ma era una cavolata.
Mi tirai a sedere quando lui si spostò e mi diedi una sistemata, accomodando i vestiti e legando i capelli, per poi rimettere gli occhiali.
"Sì, lo penso anch'io..." convenni, la voce ancora che stentava ad uscire.
Mi alzai e presi le mie cose.
Era meglio tornare a casa.
Ora sul serio.
"Beh, io vado... A domani..." dissi, con una leggera pacca amichevole sulla sua spalla, prima di raggiungere la macchina e partire verso casa.


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"Gwen..." disse lui prima che lei uscisse "... davvero vuoi venire con me su quell'isola? Davvero vuoi?" Guardandola, col volto ancora ardente per quel bacio.

"Beh, un giorno ormai è passato, quindi ne resta soltanto uno, no?" sedendomi comoda mentre guardavo lo schermo.
"Ormai non vedo l'ora di partire e scoprire di più su questo tizio misterioso, oltre che di combattere, ovviamente!" sospirai.
"Cosa si sa invece degli altri partecipanti?" gli chiesi.

Mi voltai quando mi chiamò.
Sul suo volto erano ancora impresse le emozioni di quel bacio, quel momento appagante e infinito.
Spostai il peso da una gamba all'altra, restando in silenzio alcuni secondi con le chiavi della macchina in mano.
"Se tu lo vuoi, sì" risposi, quasi con cautela nella voce.

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"Dimmi..." disse lui a Gwen "... non hai paura? Potresti vedermi... si, insomma... potrei finire male..."

Abbassai un attimo lo sguardo, dondolando appena e allargando poi le braccia.
"Meglio che stare a casa e non sapere nulla... Ti pare?" cercando di sorridere.

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"Va bene..." disse Elv spegnendo lo spinello "... si, ok... ora sarà meglio che tu vada... buonanotte, Gwen... e grazie..." sorridendole.



"Per ora i giornali parlano del campione del mondo di Jeet Kune Do..." disse Guidaf a Destresya "... e pare abbia accettato la sfida... altro, in questo momento, non si sa..."

Era un sì allora?
Sul serio?
Annuii appena, lentamente.
Sì, era meglio andare.
"Buonanotte..." risposi, ancora intontita e confusa.
Uscii, salii in macchina e mi diressi verso casa, ripensando a tutto ciò che era successo stasera.
Erano successe troppe cose in un solo giorno.
Elv che veniva invitato in un posto strano fuori dal mondo, Monty che lo abbandonava su due piedi, di nuovo Elv che mi lasciava il suo testamento come se potesse morire da un momento all'altro e poi la conclusione peggiore per una serata.
Sentivo un tale garbuglio dentro, che non sarebbe bastata una vita a districarlo del tutto.

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Gwen tornò a casa, confusa e perplessa, per riposare.
La notte trascorsa lenta, con sogni inquieti ed enigmatici che al risveglio lei ricordò solo a sprazzi.
Poche e confuse immagini rammentò al mattino, in cui strani simboli, luoghi sconosciuti ed un senso di oppressione la facevano da padrone.
Ma un nuovo giorno era ormai giunto.
E ne mancava uno solo alla partenza per l'Isola del Serpente.

Entrai in casa come un automa, i movimenti meccanici che mi portavano dall'ingresso alla stanza da letto mentre Kinkle mi seguiva circospetto, come a comprendere il mio stato d'animo.
In poco tempo ero già sotto le coperte, il mio gattone bianco e grigio acciambellato accanto a me e ancora tanta tanta confusione dentro di me.
Durante il sonno, vidi strane scene, tutte inquietanti, ma ne ricordai poche al mio risveglio.
Rammentavo di aver visto simboli, luoghi e un senso di oppressione mi pervadeva.
Mancava solo un giorno alla partenza.
Non mi pentivo di aver scelto di accompagnarlo, neanche dopo quello che era successo.
Non volevo perdere di vista la situazione e volevo averlo sempre sott'occhio.
A quel punto mi alzai, feci colazione, mi preparai ed uscii diretta a casa sua, con l'intenzione di comportarmi come se nulla fosse successo.
Perché non era nulla, giusto?
Arrivai alla villa e suonai il campanello in attesa che mi aprisse, come ogni mattina.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...5e95d3c3d1.jpg

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A quelle parole trasalii.. Era lui dunque che aveva ricevuto l'invito e ora cosa potevo dirgli per convincerlo.. "Ecco.. Cercavo proprio lei, perché avevo saputo del Torneo. Lo avevo detto ai monaci e il signor Ergolin mi è testimone.. Portatemi con voi, so che potete portare una persona con voi". Lo sapevo perché nei secoli il Regno aveva disputato il Torneo, a questo punto dovevo andare con invito o senza.

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“Un momento...” disse lui ad Altea “... chi è lei? Come sa del torneo? E perchè mai è così interessata ad esso?” Con fare sospettoso.



Gwen arrivò di buon mattino a casa di Elv.
Lei bussò e lui le aprì il cancello.
Entrando nel suo salotto, lo trovò a guardare alcuni documentari sul torneo dell'Isola del Serpente.

Entrai in casa cercandolo e lo vidi in salotto, davanti al grande televisore.
"Buongiorno, che combini?" chiesi, mentre toglieva il cappotto, poi vidi ciò che stava guardando "Scoperto qualcosa di nuovo?" chiesi ancora.

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"So del torneo perché dal posto da cui provengo, in molti secoli, molti guerrieri vi hanno partecipato...e non hanno più fatto ritorno. Perché presumo il maestro Nakakata vi abbia detto che rischi lei sta correndo...vi prometto vi svelerò la mia identità da soli, non qui. Ha mai sentito parlare del Regno di Serenica?Io provengo da laggiù." domanda trabocchetto, cosi sapevo pure se quel Gozil aveva mentito sulla fama in questi posti e dalle mie mani apparve Volpe Ambrata e lo guardai con sfida "E' potente quanto la vostra spada vero...avete una spada o usate solo arti marziali?".

“Non ho mai sentito parlare di Serenica” disse lui ad Altea “e quella spada non le servirà sull'Isola del Serpente. Nessuna arma può entrare.”



“Nulla di che, solo favole...” disse Elv a Gwen “... parlano di magia, di demoni anziani e di un principe campione in carica da secoli... insomma, solo tante cavolate... fatta colazione?” Mentre sullo schermo della tv scorrevano le pochissime immagini disponibili dell'Isola del Serpentehttps://gwulo.com/sites/gwulo.com/fi...?itok=1HHsAXoW

"Bah... Dovrebbero mettere da parte queste storielle per bambini..." sbuffando.
"Accetto di buon grado un altro caffè" risposi "Senza, non sono molto collaborativa, la mattina..." con un sorriso tirato e sornione al contempo.

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"Ma io non devo combattere, almeno non so se abbiamo avuto l' invito. Sono andata via e non so se ci è arrivato, allora verrò con lei e vi sarò vicina" e in quel momento volli giocare con lui "Non conosci Serenica? Ti do del tu, tanto ormai siamo amici no" e con la telepatia gli mostrai me che mi allenavo con i miei soldati "Tu chi sei invece?" come se nulla fosse.

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Elv annuì e preparò un caffè a Gwen, per poi tornare a sedersi davanti alla tv.
“E' inutile, nulla di nulla...” disse scuotendo la testa “... nessuna notizia utile... men che poi sul misterioso padrone dell'isola... si sa solo che è ricco da far schifo... bah...” chiudendo la tv “... manca un giorno all'imbarco e finalmente ne sapremo di più...” fissando la ragazza “... tu come stai oggi?”



Lui fece un gesto con la mano, chiudendo ed aprendo gli occhi rapidamente, come a voler scacciare le immagini nella sua testa.
“Ma tu...” disse ad Altea “... chi sei?” Fissandola. “Conosci strane arti...” con fare sospettoso.
“Io direi di andarcene, è tardi.” Intervenne Ergolin. “Ormai è notte e non è saggio restare qui a lungo... all'alba voglio essere al villaggio.”
“Si, meglio andare.” Il tipo dagli occhi azzurri.
Tornarono indietro ed all'alba erano già al villaggio.

"Finiremo per impazzire se continuiamo a cercare informazioni su informazioni..." commentai.
Poi presi il caffè.
"Ora molto meglio, dopo il secondo caffè" risposi, dopo aver vuotato la tazzina.
"Beh, mi metto a lavoro, a più tardi" dissi poi, andando nel mio studio al primo piano davanti al pc.
Avevo eluso la sua domanda?
Sì, decisamente.
Ma non mi andava di rispondere.
E poi, cosa avrei dovuto dire?
Certo, avevo cercato di andare oltre, di superare lo sconvolgimento di quell'istante, ma non potevo dire di star bene.
E di sicuro, non potevo dirlo a lui.

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"Chi sono?Altea da Serenica" guardandolo enigmaticamente.
Poi andammo con Ergolin verso il villaggio che raggiungemmo all' Alba.
"Cosa mi devo portare? Non ho vestiti...il maestro Nakakata ha detto si deve portare qualcosa di particolare?" sorridendogli. Il giovane uomo mi stava simpatico ma sapevo benissimo cosa stesse correndo ed entrai in telepatia con Parvia dicendo avevo trovato la persona con l' invito ma era l' allievo del vecchio eremita, che probabilmente era un ottimo maestro di arti marziali e le mie intenzioni erano seguirlo.

La mattinata trascorse tranquilla, con Gwen tutta presa da varie cose nel suo ufficio, mentre Elv scese nella palestra di sotto ad allenarsi.
Vi restò fino ad ora di pranzo, quando toccava a Gwen avvertirlo che fosse ora di mangiare.



“Io sono Icarius, allievo del maestro Nakakata.” Disse lui ad Altea. “Come lui seguo la strada degli eremiti erranti del Clan della Tigre. Lui ha ricevuto l'invito per il torneo, ma vi parteciperò io al suo posto, data l'età.” Spiegò. “Io amo la solitudine... perchè dovrei portarti con me?” Fissandola.

"Icarius..ora so il tuo nome e trovo interessante pure questo Clan della Tigre".
Sospirai e poi pensai di dirgli la verità "Allora, io sono venuta qui da Serenica, è un Regno, forse il maestro Nakakata lo conosce ed infatti volevo parlare con lui ma ho impiegato molto per trovarvi, davvero. Io sono la Regnante, ancora non ci è pervenuto l' invito o si...non so...io sono lontana. E io non potrei combattere, se morissi come i guerrieri del mio Regno che per secoli hanno combattuto sarebbe la fine per il mio Regno" e mi voltai con sguardo cupo osservandolo in quegli occhi profondi ed azzurri "Quindi cercavamo un guerriero che venisse a combattere anche per noi, mi hanno detto il tuo maestro aveva l' invito ma non pensavo fossi tu....a questo punto..tu devi battere il regnante dell' Isola del Serpente, non importa se a nome del tuo clan o Serenica. Ma dobbiamo eliminarlo, e tu...hai buone qualità, sei puro di cuore e forte e sono certa il tuo maestro ti abbia istruito bene. E io voglio vedere cosa nasconde quell' Isola ma non posso svelare la mia identità...se avessi ricevuto l' invito dovrei combattere. Farò la tua fidanzata....ti sta bene?" ridendo ma poi mi feci seria perché non era un gioco.

Continuai tranquillamente a lavorare tutta la mattinata, mentre Elv di sotto si allenava.
Poi, arrivò l'ora di pranzo.
Mi stiracchiai spegnendo poi il pc e scesi ad avvertirlo.
"Campione, si mangia!" dissi da fuori, bussando due colpi sulla porta della palestra e aspettando che uscisse.

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