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Ci baciavamo ancora, con passione, con desiderio. Mi sentivo protetta dalle sue braccia e sarei potuta morire, lì, in quel preciso istante e non accorgermene. Il mio intimo era in mostra e le sue mani mi carezzavano, lasciandomi infiniti gemiti.
Poi si fermò appena e mi guardò. Sentì l'aria mancarmi, i polmoni stringersi e soffocarmi il petto, il cuore, l'anima. A quella domanda sorrisi, scuotendo appena la testa. "Chi sono?" ripetei guardandolo negli occhi. "Forse solo una distrazione per il tuo lavoro... O forse sono solo una donna che ha bisogno di amore e che ne ha tanto da dare" dissi portando le mani fra i capelli e la nuca. "Non sono nessuno, in verità. Solo... Mi va bene essere qualcuno per te..." dissi seriamente guardandolo negli occhi. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Sì, nasconde qualcosa, decisamente.
Non è certo la prima volta che un paziente si dimostra refrattario alla terapia, ci sono abituata, succede soprattutto quando il paziente è stato indirizzato da qualcuno e non è lì completamente di sua spontanea volontà. Tutto questo già in funzione di un reale disagio, figuriamoci un uomo che parla a una sua dipendente, e non ha intenzione di ammettere nessun malessere interno. Era prevedibile che fosse sulla difensiva, certo non mi aspettavo il contrario. E a dirla tutta, quella conversazione mi aveva dato molte più informazioni di quanto lui stesso non potesse immaginare. Si era creato una copertura perfetta, bisognava ammetterlo. E io ne sapevo qualcosa di coperture. La mia era molto più di questo, era vera, era parte di me. Essere una psicologa, avere a che fare ogni giorni con il grande mistero della mente umana, non era solo un modo per passare il tempo tra un'impresa di Ishtar e l'altra. No, Clio era reale, vera, vivida, con i suoi sogni e i suoi desideri. Questo mi rendeva me stessa, questo mi rendeva insospettabile, e fino ad ora aveva sempre funzionato. "Lei dice?" sorridendo appena "Dopotutto ha ragione, se non fosse il mio primo giorno di lavoro lei di certo non avrebbe motivo di parlare con una psicologa, dico bene?" scrutando ancora i suoi occhi "Non ci sono fantasmi, demoni o strane presenze che la tormentano, dopotutto.." con noncuranza "e nemmeno merli assassini.." ridendo, come a voler alleggerire la tensione, citando un particolare banale, un motivo di ilarità comune. Tutto l'opposto in realtà... Perché io li avevo visti i fantasmi e i demoni nella sua testa, li avevo visti eccome. |
Pier guardò Nyoko negli occhi, accarezzandole il viso, spostando da esso le ciocche di capelli che la brezza rendeva ribelli.
“Sei...” disse “... tanto... troppo...” e la baciò di nuovo, con la sua mano che continuava a muoversi con sensualità e desiderio sotto quell'intimo ormai scoperto. E le sue dita cominciarono a scendere fra le sue gambe. |
Sorrisi alle sue parole e continuai a sciogliermi sotto le sue carezze. Sentendo la sua mano sotto al mio intimo, allargai le gambe, dandogli il permesso di toccarmi in maniera più profonda. Con le mie mani, intanto, continuavo ad accarezzarlo, la nuca, la mascella, i capelli biondi e morbidi... Gemendo sotto di lui.
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“Mi... mi chiamo...” disse titubante la ragazza ad Altea “... mi chiamo... Feda... ho... ho 29 anni e sono di Afragolopolis...” con lo sguardo basso, come se si vergognasse.
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Guisgard guardò Clio e sorrise enigmatico.
Un attimo dopo il cellulare di lei squillò per un sms, interrompendoli: “C'è un lavoro stanotte. Incontrare un corriere al vecchio Lazzaretto.” |
Elv restò parecchio perplesso.
Anzi, quasi impressionato dalle parole di Gwen. “Quindi” disse “davvero quei... quei fantasmi ti hanno parlato di uno scrittore?” Era tutto così assurdo e macabro. “Cos'altro ti hanno detto in merito?” Confuso e forse spaventato da quella situazione. |
"Sì, anche se non ero riuscita a collegare quell'informazione, prima di adesso. Comunque, non mi hanno detto nient'altro, sono andati via appena ti sei svegliato" risposi.
Se pensavo adesso al fatto che avevamo dormito insieme, dopo ciò che era successo, sentivo correre un brivido lungo la schiena. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quei baci continuarono, così come le carezze, gli sguardi.
Poi Nyoko sentendo le dita di lui nel suo intimo allargò le gambe e Pier la guardò con una luce, un lampo negli occhi. Sorrise appena, sospirò e la baciò ancora, assaporandone labbra e lingua più volte. Intanto le sue dita scendevano sempre più, fino a giungere dove lei era più calda, più sensibile, più indifesa, più donna. |
Elv guardò Gwen negli occhi.
“Gwen...” disse “... ti rendi conto di ciò che significa? Davvero hai visto degli spiriti? E ti hanno accennato di quello scrittore? Se è così... allora bisogna scoprire cosa significa tutto ciò...” |
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